Le parole di Gianna Jessen

 

jessen

Pubblichiamo il video (in tre parti) della testimonianza che Gianna Jessen ha fatto alla chiesa della Gran Madre di Dio a Ponte Milvio, a Roma, lo scorso 4 dicembre. Invitata dal parroco, don Fabrizio Benincampi, e presentata da don Fabio Rosini, ha tenuto incollate alla sedia un migliaio di persone. Io non sono potuta andare, ma ho avuto la fortuna di trascorrere del tempo con lei in un’altra occasione. E ho capito che Gianna non parla solo di quanto è terribile l’aborto; la sua vita e la sua testimonianza riguardano tutti noi, perché lei grida al mondo il bisogno che ognuno ha di essere guardato, riconosciuto, accolto, amato. Parla dell’imperfezione dell’amore umano, e dell’unico amore che sazia la sete di essere accolti, quello di Dio.

C.

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26 pensieri su “Le parole di Gianna Jessen

  1. 61Angeloextralarge

    Grazie per questi video! Se ci rendessimo conto dell’importanza della vita nel grembo materno!
    Rinnovo gli auguri a tutti e ricambio tuti! Smack! 😀

        1. Alessandro

          Angela, come si fa a dire, come ha fatto Bianchi ieri, che la Chiesa come istituzione storica è una Casta (sic!) di maschi che “ha il retaggio di una eredità pesante, di poco apprezzamento verso la donna”? “È la logica della Casta che
          provoca la misoginia. Purtroppo il clericalismo che si è attestato dal Medioevo in poi nei secoli ha
          prodotto questa eredità” (!).
          E Bianchi ha la sfrontatezza di additare in… Bose il modello virtuoso per superare il retaggio clericale della Casta: “Come gli altri in monastero, osservo i voti senza alcuna tentazione di misoginia. A Bose
          abbiamo delle monache, siamo cinquanta uomini e quaranta donne, e non c’è alcuna ostilità verso le
          sorelle. Le sorelle hanno una loro priora, un loro ordinamento, parallelo al nostro. Da questo punto di vista io come priore di Bose non interferisco.”

          La Chiesa come un’accolita di maschi trasformatasi in Casta misogina. Come può un cattolico apprezzare chi ha questa considerazione della Chiesa?

          http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201212/121228bianchi.pdf

          1. Quanto sono patetici questi pallidi pronipoti del pestifero Gibbon, con le loro funeste filippiche sul medioevo misogino. Peraltro noto che il ‘priore’ di Bose non ha trovato opportuno seguire l’esempio – che so – di san Norberto di Premontré, i cui monasteri ‘doppi’ avevano come suprema autorità la badessa…
            Santa Caterina Benincasa, prega per lui che ne ha bisogno!

              1. Che io sappia la prima presenza di donne ad un Concilio (presenti come uditrici che hanno poi svolto un ruolo comunque piuttosto attivo) si deve a Paolo VI, che le ha volute presenti durante il Concilio Vaticano II.

                Ma sono diverse le figure femminili divenute fondamentali per la Storia della Chiesa durante il MedioEvo: Caterina da Siena, Giovanna D’Arco, Matilde di Canossa e Chiara d’Assisi, solo per citare le più note.

              2. Mi perdoni ma le sue ambizioni per le donne mi sembrano davvero limitate: sul serio l’unica cosa che le sembra desiderabile è diventare un dito votante in una qualunque assemblea, concilio o parlamento?

                  1. webmistress:
                    …ma è meglio, però, potere almeno alzare un dito, le donne e anche gli omini, o non potere alzare nulla, come era prima?
                    O te tu dirai, che prima invece era meglio, quando, per esempio, si era comandati dai papi e dagli imperatori investiti dai papi?
                    E che anche ora ci si riempie la bocca con la parola democrazia quando invece sono i poteri occulti di Joe Turner che comandano tutto in segreto?
                    E che quando le donne non avevano diritto di voto era tempi molto meglio di ora che le vanno a giro invece che di stare a casa coi figlioli a dire il rosario, Miriano docet?

          2. .
            Alessandro:
            ..ecco, ora ti esprimi meglio, usi l’espressione:”come può un cattolico apprezzare?” che, o è un eufemismo, e io non l’ho capito, o lascia agli altri, in fondo, la possibilità di apprezzare, pur non condividendo.l’apprezzamneto A volte basta poco per essere umani, basta una sfumatura, un “appena”, invece che deprecare ,chiedersi come mai altri, pur dentro il vostro credo, possano anche avere altre varie opinioni. Mancuso:no! Martini:no! Don Gallo:no! Bose:no! etc etc….
            Ma abbiate pazienza!!!

            1. Alessandro

              Posso anche chiedermi perché il priore di Bose piaccia tanto ad alcuni cattolici e chiedermi pure quanti siano i suoi estimatori, ma tutto ciò non basta. Nella Chiesa non tutte le opinioni possono convivere. Se il priore di Bose racconta piacevolezze eterodosse, è mio dovere fare quello che è nelle mie poche possibilità perché i fratelli nella fede non siano indotti in errore da queste piacevolezze eterodosse.
              Quando il priore di Bose dice che i monaci tibetani che si suicidano compiono un atto giusto e nonviolento dice alcunché di palesemente incompatibile con la dottrina della Chiesa, e ciò è fuori discussione ed è bene che si sappia.

              “Il Catechismo della Chiesa cattolica insegna che il suicidio contraddice la naturale inclinazione dell’essere umano a conservare la propria vita ed è contrario all’amore del Dio vivente. Se è commesso per servire da esempio (cosa sostenuta da Bianchi per dare ancora più valore al gesto, ndr), si carica anche della gravità dello scandalo”:

              http://www.lanuovabq.it/it/articoli-bianchi-maestrodi-doppiezza-5421.htm

  2. “E con il silenzio di chi, in materia di dottrina, dovrebbe pur dire una parola chiara. Bianchi, in fondo, può anche dire quello che vuole, ma se poi tanti cattolici si perdono seguendolo buona parte della responsabilità ce l’ha chi nella Chiesa non esercita l’autorità per indicare la strada giusta.”
    Si perdono? Perché? Che vuol dire? E perché “doppiezza? Chi ha le sue idee è un “doppione”? O sono quelli che non hanno delle le idee dei doppioni di quelli autorizzati a avere idee?

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  3. Impressionante. Abortire a 7 mesi e mezzo è un crimine vergognoso. Conoscevo già la storia di Gianna Jessen e tutte le sue peripezie. Che grande donna, che umiltà e mancanza di odio nonostante quello che ha subito.

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