25 pensieri su “3 – Le domande grandi dei bambini

    1. Mario G.

      Si porta in copertina la foto della mia Santa più amata Santa Teresa di Lisieux. (Costanza dicci dove l’hai preso, per favore)
      Ma perché soffermarsi al quaderno d’appunti quando ciò che viene ricordato oggi e’ davvero da far proprio e ripeterselo ogni giorno, ogni attimo della nostra vita.

  1. angelina

    La domanda di mio figlio! Che strano effetto ascoltare la risposta, oggi ormai è maggiorenne…….
    E noi genitori siamo ancora qua, scartavetrati ( come dice Costanza), smussati nelle asperità, probabilmente un po’ più miti di allora,….e grati.

  2. 61Angeloextralarge

    Bello il luogo! Dov’è? 😀
    Bella risposta da parte di padre Murizio: noi andiamo per imparare, etc
    Lo zoom sui bracciali di Costanza mi è piaciuto molto: conferma la mia idea sulla sua innegabile classe… mai eccedere! 😉
    .

  3. I bambini sono sempre curiosi di persone che vedono arrivare vicino alle loro case alle loro piazzette eccetra….
    (chi di voi viaggiando non dico in paesi lontani e poverissimi, ma nache in qualche luogo d’Italia dove ancora i bambini giocavano per le strade, non ha visto i bambini incuriositi farsi attorno allo straniero, al nuovo arrivato, anche tirandogli i vestiti, toccandolo, reclamando attenzione e contatto anche fisico?)
    Quello che voglio dire è che i bambini non è che “cercavano Gesù.” Era semplicemente il fatto che in quel caso invece di un altro (che per i bambini sarebbe stato lo stesso) era Gesù che era arrivato. Non stiamo a prenderci per le mele!

    1. In un paese lontano (Betlemme per l’esattezza) mia moglie ed io, in una stradina interna, dove non c’era anima viva ma ti sentivi osservato da ogni stipite di porta e di finestra, improvvisamente arrivò dalle nostre spalle una fitta sassaiola di cui eravamo bersagli…
      mi girai, erano tutti ragazzini e bambini.

      Ma questo parla solo di quel che ai bambini può essere insegnato.

      1. Matteo Donadoni

        A me è arrivato solo uno sputo…

        Devo dire però che i bambini in genere riconoscono più facilmente dei grandi la verità e la bontà nelle cose, se chiedi loro: dimmi chi sei? Difficilmente si metteranno a speigare cosa fanno (come gli adulti che iniziano ad esporre titoli e professioni), risponderanno solo col proprio nome.

        Chi non è come questi piccoli….

  4. Giuseppe

    noi genitori ci poniamo il problema di come trasmettere la fede…in verità anche gli zii che si sentono risposndere fattene na ragione e ha solo 15 anni

  5. alessandra

    mi è capitato spesso di rimanere in silenzio a domande molto, molto profonde legate alla fede formulate da bambini, un silenzio a volte dato dalla mia ignoranza, altre volte dalla difficoltà di trovare le parole adatte alla loro età..questi brevi video sono una bellissima iniziativa e apprezzo molto le risposte di don Maurizio, sempre chiare, complete e profonde. Grazie!

    1. 61Angeloextralarge:
      …un piccolo ritaglio da quello che ci inviti a condividere:
      «non c’è un singolo verso nella Bibbia che non supporta gli insegnamenti cattolici. Questa coesione non dovrebbe sorprendere, dato che la Bibbia fu compilata da cattolici […]. Io voglio appartenere alla Chiesa che Cristo ha istituito, e che insegna la verità come Gesù Cristo vuole che sia insegnata».

      1. 61Angeloextralarge

        Alvise Maria: la Bibbia viene detta anche Parola di Dio non a caso. Fu compilata da cattolici, per mettere nero su bianco l’esperienza da loro vissuta, unita alla tradizione rimandata nel tempo. Leggi la storia della Bibbia, libro per libro, e vedrai quanta realtà storica ha nelle sue basi.

  6. Gesù si lascia avvicinare da tutti, non scaccia mai nessuno (a parte i demoni e i mercanti nel tempio).
    Spesso viene anche rimproverato per questo, perché parla e si fa lavare i piedi da una meretrice, perché dà confidenza a pubblicani soldati gabellieri gente di ogni risma, anche coi bambini succede lo stesso, queile torme di bambini che si vede pullulare ancora oggi nei paesi poveri, come doveva essere nella Palestina di un tempo e anche di ora, bambini curiosi, invadenti, dispettosi anche a volte, e chi ha un po’ viaggiato ne ha fatto l’esperienza e ha visto certamente anche come le persone grandi che vivono con loro non abbiano tanti riguardi nello scacciarli e nel tenerli alla larga, come credo fecero gli apostoli con quelli che circondarono Gesù, ai quali lui invece permette di stare.
    E’ lui, Gesù che va verso di loro, gli altri sono curiosi di questa persona che certo doveva apparire diversa dalle solite altre, ma che in pratica era innanzi tutto (in sesno temporale)lo straniero che veniva e incuriosiva le folle.
    Dopo, in qualcuno, nasceva, o non nasceva, la fede.

  7. Una domanda di Langone al vescovo di S. Marino e la risposta del vescovo:
    “D: La presente crisi economica fa male o fa bene alla fede?
    R: La crisi è innanzitutto antropologica. In Europa, non solo in Italia, prima è arrivata la crisi della fede, che non è stata più intesa come ricchezza. Conseguenza inevitabile della perdita di questa ricchezza è stata la povertà: inizialmente morale e adesso anche materiale.”
    Un rapporto di causa-effetto?

    1. 61Angeloextralarge

      Alvise Maria: grazie per questo commento! Non avevo ancora letto di questa risposta di Mons. Luigi Negri. La condivido appieno. Smack! 😀

      1. 61Angelaextralargel
        “Conseguenza inevitabile della perdita di questa ricchezza è stata la povertà: inizialmente morale e adesso anche materiale.”

        ….un rapporto di causa-effetto?

        1. 61Angeloextralarge

          Alvise Maria: ti ho scritto che condivido appieno la risposta di mons. Luigi Negri, Nella usa risposta c’è la risposta alla tua domanda, mi pare molto ovvio. Ha anche usato il termine “conseguenza”. Che vuoi di più? 😉

        2. La domanda non è ben posta Alvise, dipende da come reagiscono gli uomini. Ovviamente uno potrebbe riprendere “E’ più facile che un cammello ecc.” ma non credo che il monsignore abbia la risposta giusta e neppure io.

  8. 61Angeloextralarge

    Boh! A me sembra una risposta semplice e coerente con il credo cristiano.

  9. Alla domanda dei bambini: “perchè andate a tutti questi incontri di preghiera se poi ancora litigate…” semplicemente perchè attraverso questi incontri Dio ci da la capacità di PERDONARCI tutti i giorni.

    Che se volere è un modo più diretto di dire ciò che ha detto padre Maurizio: “siete così sicuri che senza ecc, ecc)

  10. Pensavo ai bambini, alla loro capacità di andare oltre il visibile, sentire come reale il soprannaturale, a ciò che diceva Padre Maurizio, questa loro naturale attitudine ad andare verso Cristo, verso Maria.

    E’ a questo che Gesù pensa quando ci dice: “se non diventerete come bambini….”

    Penso però anche a come i bambini diventino sin da piccoli capaci di grandi (o piccoli data l’età) egoismi. Come siano capaci di divenire prestissimo “dei piccoli mafiosi”, come diceva un mio caro amico. Come imparino presto che con il pianto capriccioso (non quello di chi ha realmente fame o altro) possono ottenere di tutto, specie se noi genitori presi sempre da ansie di vario genere e soprattutto da quella che non abbiano a soffrire, li accontentiamo, dando così a loro l’imprinting che “urlando” si ottiene tutto o quasi e per non dire dei NO che li facciano soffrire, li rendiamo completamente inermi alle sofferenze che comunque la vita riserverà loro.

    Li ho visti i miei figli come quelli altrui, dare dei cazzotti da KO ad altri bimbi o bimbe per un pupazzo ( di chi fosse il pupazzo poco importa), incuranti che l’ “avversario” fosse più piccolo o un bimba ignari del fatto che una donna non si tocca neppure con un fiore, come si suol dire. Li ho visti imparare molto presto l’uso della menzogna anche se nessuno gli l’ha insegnata, ho visto l’innata spinta alla disubbidienza e via discorrendo. Insomma in noce ho visto in loro nulla di meno di quello che vedo in me o in altri adulti… certo frutto della realtà decaduta e del peccato originale, ma Gesù non parlava a bimbi che da questo peccato erano, come Maria, stati preservati, e alcuni di quei bimbi non erano certo solo dei lattanti.

    Quindi mi sono chiesto: in cosa dovremmo farci come bambini? La risposta (per me s’intende) mi è venuta da un accenno che ha fatto ieri il sacerdote che ha celebrato l’Eucarestia. Un bimbo di due, tre anni (anche meno come anche di qualche anno in più), non sopravviverebbe più di qualche giorno senza suo padre e sua madre.

    E anche se fosse accudito e nutrito, aggiungo io, non sopravviverebbe a lungo senza una vita di relazione con i genitori (ahimè questa cosa e scientificamente sperimentata).

    Quindi penso, se non mi faccio bambino in una totale dipendenza da Dio Nostro Padre, in un totale abbandono al Suo volere, alla Sua provvidenza, al Suo Amore, se cioè non mi converto totalmente a Lui…
    “se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli”

    E’ una forzatura? Un’esagerazione.. Può darsi, io la prendo come un motivo di riflessione 😉

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