di Costanza Miriano
Lo confesso, scribacchio questo post mentre il mio consorte vede un giallo seguendo il quale mi sono persa al tredicesimo minuto (non ho capito neppure chi sia morto, non parliamo del perché), e mentre scrivo continuo a sorvegliare con la coda dell’occhio, giusto per vedere se qualcuno di straforo si bacia. Per la cronaca, il film si chiama State of Play, e a circa un’ora dall’inizio di bacio manco l’ombra.
Ovviamente mio marito sbuffa e si agita nei momenti in cui lui e lei “parlano della loro relazione” (per mio marito l’esortazione “parliamo della nostra relazione” è quanto di più vicino all’incubo possa immaginare, e se oso proferirla lui esce dalla stanza, o comincia istantaneamente a russare), mentre io lo troverei l’unico motivo meritevole di un’interruzione della ricopertura di libri scolastici che allieta le mie serate.
Questa non è che l’ennesima riprova della differenza tra maschile e femminile, e su questo punto sono sicurissima di quello che dico, non credo proprio che ci siano eccezioni, tipo mariti bravissimi a rifinire asole a mano o mogli amanti del cric.
Siamo diversi e stare insieme a volte è una delizia, a volte una fatica. Si può ingaggiare una battaglia estenuante, fine, sottile, tattica o aperta. Oppure si può decidere di arrendersi a questa differenza, di abbracciarla, di farsi scartavetrare dalle scabrosità dell’altro, che in realtà è la nostra (ci urta solo il male che in noi trova risonanza). La resa della donna è la sottomissione, la resa dell’uomo è abbandonare il suo egoismo, e cominciare a morire per lei.
In questi giorni, dopo l’uscita del libro, mi è capitato abbastanza spesso di rispondere a qualche domanda, e di avere chiaro che gli interlocutori, a volte, oltre a considerarmi una povera minus habens, non capissero molto di quello che stavo cercando di dire, il che per una sedicente giornalista aspirante scrittrice non è un gran risultato. Il fatto è che chi non capisce il battesimo non può capire neppure quello che dice san Paolo, e io non me la prendo se qualcuno mi dà della squinternata. Il battesimo è la certezza che nell’uomo ci sia qualcosa che non va, un baco nel suo software di funzionamento, una briciolina che lo fa inceppare. È la certezza che facendo morire la parte umana e provando a far crescere Dio in noi cominciamo a funzionare a pieno regime, a essere felici. Alla fine anche a portare frutto, ma prima di tutto a essere felici.
Se si vive con questo obiettivo – far morire la parte di noi a cui siamo più affezionati – non solo non si cerca più di sfuggire le occasioni di morte, come può essere anche amare uno o una tanto diversa da noi, ma si comincia anzi ad accogliere con gioia queste occasioni. Va be’, “con gioia” non esageriamo, diciamo almeno con mansuetudine.
Capisco molto bene, dunque, che chi non ha capito qual è il profondo segreto del battesimo si difenda dalla prospettiva delle piccole morti quotidiane, e consideri noi cristiani dei cretini, parola quest’ultima che peraltro secondo alcuni deriva dalla prima.
Solo se so che è per essere felice, per portare frutto posso non arrabbiarmi degli intoppi, dei contrattempi, della fatica, delle incomprensioni e di tutto quello che mi scomoda, perché è diverso da me, e quindi va bene perché io sono profondamente, intrinsecamente “bacata”.
p.s. Comunque alla fine lei era incinta. Il giallo no, ma questo l’ho capito.
http://www.lagoccia.eu/libri/10332-sposala-e-muori-per-lei-uomini-veri-per-donna-senza-paura-di-costanza-miriano.html
Io diffido dalle coppie che dialogano molto tra di loro, che dialogano in un certo modo almeno, non so spiegarmi bene. Secondo me in una coppia vera che si vuole bene si comprende profondamente la differenza sostanziale tra uomo e donna e vuoi per una sorta di rispetto dell’amore, vuoi per una sorta di pudore, vuoi perché non sai come venirne a capo, si preferisce limitare la conversazione alle cose essenziali della quotidianità che peraltro assumono un significato più profondo. “Tesoro mi passi il pane” detto in un certo modo vuol dire mille cose.
Salve Costanza, seguo il tuo blog con interesse e ammirazione. Posso chiedere un chiarimento? Mi spiegheresti che cos’è il baco nel software dell’uomo? Ti riferisci al concetto di peccato originale? Agli istinti aggressivi e auto-distruttivi del genere umano? L’affermazione che l’uomo senza battesimo ha qualcosa che non va si riferisce a tutti i non cristiani?
Geniale questo tuo soft (touch ?!) metodo di affondo della differenza (non diversità, perchè siamo sì differenti, ma non diversi, ovvero divergenti!; Abbiamo un unico destino, anzi Destino) tra maschile e femminile, eppure così profondamente vero e simpaticamente attraente.
Che tu permanga in questo “stato di Grazia” anche quando i figli cresceranno e poi… se ne andranno.
Un forte abbraccio!
Cara….ancora, per l’ennesima volta, ti leggo e dentro di me urlo “siii….” nel senso che trovo conferme alle mie/nostre storture, che poi portano frutto. L’unico rammarico e’ che se mio marito sapesse davvero tenere in mano un cric, o un cacciavite o almeno cambiare una lampadina….mi sentirei più “al sicuro”. Ma posso considerarlo un intoppo e allora sentirmi felice!
Costanza, tutto per te!
Angelina: auguri!
Angela, non visualizzo il video. Grazie, SMACK e auguri a te!!! Riprovo stasera………..
Splendida, grazie!
,,,un conto sono le (disoneste)complicazioni del catechismo cattolico (riguardo al pecato di Adamo ed Eva al battesimo etc.) un altro conto le parole della Genesi e del Vangelo.
Cosa piffero centra Alvise!!?
Abbiamo capito che tu hai capito tutto della Bibbia e del messaggio di Gesù, stravolto (secondo te) dalla Tradizione e Sapienza millenaria della Chiesa e che senti l’urgenza di illuminare su questo tutto il genere umano, ma a noi lasciaci nelle tenebre.
Perchè al ritorno di Cristo nella Sua Chiesa da Lui resa Santa e Immacolata, quando tutte le Potenze e Intelligenze di questo mondo piegheranno il loro capo e si inginocchieranno, del tuo (come del mio) pensiero “illuminato” non resterà proprio un bel nulla. 🙂
Bariom sei troppo TOGO!!!!
“Capisco molto bene, dunque, che chi non ha capito qual è il profondo segreto del battesimo ….., e consideri noi cristiani dei cretini, parola quest’ultima che peraltro secondo alcuni deriva dalla prima”
che ,purtroppo ,è quel che renderà il dialogo(?) interreligioso di Assisi di ottobre un dialogo fra sordi.un nulla mediatico.
molto glamour.molto fumo. poco o nullo arrosto. e se ce ne sarà anche un pochino, non sarà cristiano.
Capisco la distrazione serotina ma si tratta di Russel Crowe… coraggio ci si può fare a seguirlo… Comunque a parte gli scherzi sono sicura che il “baco” non trovi miglior antivirus del Battesimo e mi viene in mente l’eco della “felix culpa”. Ma io perlomeno, sonosicura che ogni tanto serva un buon update con il meraviglioso sacramento della Penitenza. Un abbraccio
Barion:
Proprio così, e nemmeno di TUTTI gli altri pensieri resterà nulla…
Io non voglio illuminare nessuno, ma mi danno noia quelli che pretendono di illumunare quegl’altri.
Per quanto riguarda la conversione e la necessità per essere convertiti di essere almeno desiderosi di essa e anche di pregare perché essa venga (non si capisce però come uno possa volere o pregare per una cosa a cui non crede!)
S.Paolo, per esempio non era certo tra quelli che avevano in mente di convertirsi (almeno non risulta) e così anche i primi apostoli che se ne stavano tranquillli a fare gli affari loro e si trovarono convertiti.
Se DIO (ammesso che esista) lo vorrà (ammesso che lo voglia!) sarò convertito anch’io!
Intanto, come misura cautelativa, i miei genitori mi battezzarono che avevo pochi giorni, perciò…
Alvise “Io non voglio illuminare nessuno (non essere ipocrita, il verbo non sarà corretto ma il senso lo hai capito altrimenti perchè ti affanni tanto con i tuoi interventi? Tutti infondo facciamo affermazioni nella segreta speranza di modificare l’altrui pensiero), ma mi danno noia quelli che pretendono di illumunare quegl’altri (non fare allora agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te 🙂 )
“S.Paolo, per esempio non era certo tra quelli che avevano in mente di convertirsi (almeno non risulta) e così anche i primi apostoli che se ne stavano tranquillli a fare gli affari loro e si trovarono convertiti.”
Questa è la tua personale interpretazione dei Vangeli (e degli Atti e delle Lettere?), ma è un po’ semplicistica caro Alvise e non starò qui a riportare passi dalle stesse lettere di Paolo che dimostrano non dico il contratrio, ma una cosa ben diversa.
At salud
insomma, Alvise, i tuoi si sono giustamente cautelati visto che “la botta in testa “dello Spirito Santo che colpì S. Paolo sulla via di Damasco non è detto che si ripeta in Toscana….
santi genitori….
Pensa che San Paolo manco era battezzato quando si convertì…
appunto.punto. eppoi l’Alvise mi disprezza la coroncina della divina misericordia che gli salverebbe l’anima……
Eh no, eh! 🙂
Ma che dici? Non è che irrompe imprevista la Grazia e ineluttabilmente ti incatena senza possibilità di fuga. Hai presente i discepoli che nel Vangelo di Giovanni piantano in asso Gesù?
“Da allora molti dei suoi DISCEPOLI si tirarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: “Forse anche voi volete andarvene?”. Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6, 66-8).
Da questo passo di Giovanni è chiaro che l’adesione a Cristo è una scelta (bisognosa di essere confortata dalla Grazia, ma pur sempre libera), ed è revocabile: i discepoli che lo abbandonano scelgono di abbandonarlo (e nessuna Grazia glielo può impedire), Pietro sceglie di rimanere (e non basta la Grazia per farlo rimanere: occorre una sua libera scelta; così come la Grazia non basterà a impedirgli in seguito di tradire Gesù).
Perfino tra i Dodici, che dovrebbero essere i convertiti a prova di bomba, c’è un tale Giuda…
Insomma, caro Alvise, la Grazia ti sta già proponendo da tempo com ferma ma discreta insistenza di aderire a Cristo, tocca a te fare il passo. La conversione è un atto (o meglio una serie di atti, un percorso) di libera scelta, non è un coccolone che ti piglia quando meno te l’aspetti…
Ma sai proprio tutto te! Della grazia, della scelta, del percorso, della possibilità di revoca, della volontà persistente dell’adesione, del non coccolone etc…. Un altro dice che S, Paolo non era ancora battezzato, un altro parla della coroncine, di Fatima, di S. Pietro, di Giuda, dei discepoli che nessuno li costringeva a restare (o a scappare)….
Ma la conclusione è una sola : della Grazia e della fede non ne sappiamo NULLA!!! Solo voi che ce l’avete lo potete dire che ce l’avete e come e quando venne e come sia difficile mantenerla e trasmetterla anche alla famiglia ai figlioli ai nipoti ai cognati ecce eccetra…..
Una voce sola alta si levi: ” CORONCINE!!!”
“Solo voi che ce l’avete lo potete dire che ce l’avete e come e quando venne e come sia difficile mantenerla e trasmetterla” e come la si possa cercare anche quando non la si ha ancora, senza aspettare che scenda con la pioggia…
oh suvvia,Alvise. era una provocazione ,un calembour, una facezia-per quanto attinente al sacro-non te la prendere così! tanto una prece a tuo pro la diciamo ugualmente…..si sa mai…
Consolati Alvise, una sistema c’è per provar la Fede, ed è LA CROCE!
Ma dato che la vita non ne riserva a molti una soltanto, che dalla Croce ognuno tema il volerne scendere.
E anche lo stare sulla croce ha molte posture di corpo e di Spirito e non tutte sono Segno di Gesù Cristo.
Non è vero.
Ad esempio tu sai che esiste e che non ce l’hai.
Pensa Alvise, tu parti persino avvantaggiato rispetto a San Paolo! Cosa vuoi di più? 🙂
Domani festeggeremo 7 anni di matrimonio e in questo tratto di strada insieme ho cominciato a capire che siamo diversi (“maschio e femmina li creo'”)- ci ho messo un po’, pero’ ci sto arrivando anch’io! A volte ho proprio l’impressione che mio marito ha proprio quel difettaccio che piu’ mi ferisce, che piu’ va a toccare le mie ferite, quel modo insopportabile e questo mi ha fatto soffrire fino al giorno in cui mio marito mi ha detto: ” Ma non lo vedi che e’ un occasione per te per guarire da queste cose, per andare oltre?!” . Ho scoperto che davvero aveva ragione lui, davvero la diversita’ e quei difettacci che sembrano fatti a posta sono proprio fatti a posta, fatti a posta per aiutarti, per sanarti.
Mio marito sostiene che lo stesso vale per lui ma chiunque mi conosce puo’ testimoniare che dice il falso 🙂
P.S.
Se non c’e’ il bacio il film per me fa parte della categoria documentario.
Ti considerano minorata e altro… perchè non hanno capito il battesimo. E sono d’accordo. Ma non credo sia l’unico motivo. Aggiungerei che non hanno capito nemmeno la struttura fisica e psicologica intrinseca nell’uomo e nella donna che sono profondamente diverse e uno psicologo serio ci potrà anche confermare a riguardo. A volte capita, che fanno finta di non capire questi due punti e si comportano come i cattolici adulti, cioè… dicono che è vero tutto, tutto è vero, ma io nella mia vita faccio in quest’altro modo, perchè sono adulto… conosciamo tutti la sindrome del “cattolico adulto”. Altri dicono che la fede non è uguale per tutti… ma cosa vuol dire?! Che cambia la parola, cambia il battesimo e cambia la natura fisica e psichica tra i due generi?! Forse si dovrebbe dire che ci sono sfaccettature diverse tra esperienze di coppie diverse, ma la matrice è quella che ci racconta anche in modo simpatico Costanza. Il punto è che tante volte non è come racconta Costanza, a mio parere, perchè ci sono squilibri all’interno della coppia: uomini che si comportano come donne, io dico che sono vittime del “micio micio, bau bau”; donne che si comportano come uomini, vittime sindrome della “parità” di tutto a tutti i costi. Da notare bene che queste sono sindromi spesso disconosciute da chi le possiede e non saranno mai ammesse come “sindromi” ma come “normalità”. Ma noi tutti sappiamo che la verità è ben altra. Chi ha orecchi per intendere, intenda.
Noi abbiamo appena festeggiato due anni, non so spiegarlo però da sempre (cioè dal fidanzamento) noi parliamo tantissimo. Certo mai quanto vorrei ma come dire, non ho mai preteso di più vedendo le altre coppie. Ammetto però che riconosco quando arrivo al limite e mio marito inizia a non poterne più. Quindi ho affinato questa tecnica, quando riconosco quello sguardo da “Oddio ma questa come si spegne?” gli porto il computer e me ne vado, lo anticipo. Di solito lasciato ai suoi ciappini è lui che torna e quando è proprio un super periodo mi chiede addirittura “posso fare qualcosa per te?”…a volte mi prende in contropiede e lo riempio di cose, ma se sono attenta riesco addirittura a rispondere “No grazie amore, riposati pure”.
Credo che sostanzialmente si possa dire e prevedere che non sarà sempre così e che arriveranno tempi in cui diverrà muto. In fondo i tempi del matrimonio si susseguono e si modificano, contrastarli è una fatica inutile. Come dicevo a un’amica che mi chiedeva ” Ma non ti pesa questa obbedienza ai tempi del figlio alle rinunce di tempo per te?ecc…” per noi spesso è molto meno faticoso obbedire piuttosto che fare di testa nostra. Se stai dietro e segui la fatica è veramente inferiore rispetto a quella che ti costruisci da solo facendo di testa tua.
Ma chissà, in fondo sono solo due anni.
Ci sono tanti modi per stare insieme, coppie più “chiacchierine” e altre più taciturne, ma sostenere, come Exileye, che sia quasi auspicabile limitarsi alle comunicazioni di servizio, mi pare un po’ azzardato.
La differenza uomo-donna non deve diventare un alibi per rinunciare a entrare in sintonia con il marito/moglie.
Cosa lo fa ridere? Cosa lo fa commuovere? Cosa lo fa felice?
Sono domande che bisogna sempre farsi per mantenere l’intesa,anzi per accrescerla: quando uno dei due smette di farlo, in genere l’altro soffre profondamente, anche se non lo dice. E magari continuerà a prepararti la cena o a lavarti la macchina, che sono anch’esse splendide dichiarazioni d’amore, ma intanto qualcosa si è spezzato.
A volte amare significa anche sorbirsi l’insopportabile film di fantascienza, o la noiosissima commedia romantica…
P.S. Comunque i maschi li capisco. Durante la serate divano-thriller-birra gelata anch’io gradisco poco le interruzioni. Però in genere riesco a darmi anche lo smalto sulle unghie.
🙂
Hai ragione forse ho esagerato e mi sono spiegato poco bene. Però quello che volevo sottolineare è lo sguardo che comprende, che rivela te stesso all’altro. Con lo sguardo di tua moglie/marito dovresti sentire le tue corde interne vibrare. Non che a me succeda questo purtroppo, non ancora.
Exileye, è verissimo: la comunicazione non verbale è fondamentale e spesso trascurata. Noi donne, poi, a volte ci mettiamo in testa che vogliamo sentire una dichiarazione d’amore eterno composta delle stesse esatte parole che abbiamo in testa, e così facendo ci perdiamo le dichiarazioni d’amore fatte di sguardi, di abbracci, di attenzioni “prosaiche” come le riparazioni dell’auto, la sostituzione di lampadine o la fornitura di nuove applicazioni per iPhone che non userai mai al mondo…
Ma che vuoi farci? L’importante è non smettere di provarci. Anzi, a ben pensarci, è la parte più divertente.
🙂
voglio fare un po’ l’Alvise della situazione: siccome sulla comunicazione non verbale ci sono diverse scuole( o scholae per i più addentro ai lavori) di pensiero, e la percezione di tal comunicazione non verbale, mi consta essere TOTALMENTE difforme e differente tra uomini e donne( o tra femmine e masculi) vorrei capirne di più( essendo temporaneamente single forse ho perso un po’ la quidditas della faccenda….)
Se posso dar la mia esperienza, debbo riconoscere quanto ci sia del vero nel testo di Costanza e quanto come uomo e come marito mi riconosca.
Il dialogo non è mai stato il mio forte, o meglio, io sono particolarmente chiacchierone e pure logorroico su tutti gli argomenti (che mi piace molto condividere con chi mi sta accanto), ma ogni volta che sentivo la classica frase: “noi due dobbiamo parlare…” (alzi la mano che non l’ha mai sentita (uomini) o pronunciata (donne), iniziavano i mal di pancia!
Il bello è poi che le mogli (generalizzo) dopo averla pronunciata, e messo il marito sotto la spada di Damocle dell’attesa che la stessa si abbatta sul loro capo, attendono, attendono e attendono, per poi uscirsene con: “ma non dovevamo parlare noi due?” (!!)
Si che dovevamo parlare, lo hai detto tu… ma lei aspetta per vedere se sei tu (uomo) che apri il confronto!! Oltre che il cappio intorno al collo te lo hanno messo, pretendono anche che azioni la botola! 🙂
Scherzi a parte, ogni volta che sentivo quella frase, la domanda angosciante era: “di cosa vorrà parlare?! Perché è chiaro che non è del colore delle pareti o della lista della spesa… e già il fatto di non avere una perfetta percezione del “COSA”, ti fa sentire in difetto…
Certamente qualcosa per lei importante, ma com’è che io ne ho solo (se va bene) una vaga idea?
Così si parte già “svantaggiati” e sulla difensiva.
E io personalmente quando sto sulla difensiva, sono spesso aggressivo e scostante (non c’è animale più pericoloso di quello ferito stretto in un angolo). Non che mi giustifichi. è un difetto, ma spesso il “dobbiamo parlare” diventa un “j’accuse”.
Esco dall’ironica descrizione delle dinamiche, per provare di pormi su un altro piano.
Sono stato sposato due volte (dopo la salita al Cielo della mia prima sposa), e la richiesta di dialogo e di possibilità di un dialogo aperto e disponibile, disposto all’ASCOLTO (io parlo molto ma ascolto poco…) è venuta da entrambe le mie spose, pur di diversissimo carattere.
Questo mi ha fatto realizzare quanto sia un mia seria carenza e lo spingersi a cambiare atteggiamento e anch’esso (al di là di successi o insuccessi) un po’ “morire per Lei”, andarle incontro, ascoltarla, non pensare che sono “menate mentali”, che se pure sembrano accuse, sono quelle che si fanno a chi si ama o da cui ci si aspetta “di più” (l’accettarsi reciproco per quello che si è, è un punto di arrivo…), insomma questo DIALOGO che la donna chiede, è per Lei importante ma lo spesso anche per noi, ci aiuta (mi aiuta) a crescere.
E, lasciatemelo dire, per esperienza quando non potrai più udire il suono della sua voce, il rimpianto non sarà delle cose che non si sono fatte, ma di quelle che non si sono dette.
I dialoghi più belli sono però quelli che si fanno dopo un particolare momento di preghiera, ho quando assieme ci si è confrontati con la Parola di Dio, o quando SI CHIEDE PERDONO.
Allora è lo Spirito Santo, che non ti fa alzare barriere, che ti da voglia di essere “nudo” davanti all’altro (un altro tipo di intimità), di non difenderti, di voler comprendere, di voler cambiare… di voler Amare.
Mi viene da lanciare un sondaggio… Quanti di voi uomini o donne, sposati o fidanzati parlano apertamente e profondamente del proprio rapporto con Dio, all’altro?
Penso si potrebbe partire da qui per ripensare e rivedere il nostro dialogare… 🙂
E’ stato proprio parlando reciprocamente del nostro rapporto con Dio che io e mia moglie ci siamo innamorati…
Per noi idem
@Stefano @ele86 😀 😀 😀
Anche a me vengono i blocchi in certe situazioni. A volte è come il mosto che fermenta, bisogna lasciarlo fare in modo che i depositi rimangano sul fondo e poi si filtra come il vino. Poi si beve e allora si che si parla. In vino veritas. Poi un po’ di intimità e tutto riparte alla grande.
E’ proprio di noi cristiani morire ogni giorno un pezzettino, anche per quelli che ci considerano bacati
A proposito, il film comunque è un gran bel film ^_^
TUTTI si muore ogni giorno un pezzettino. Come si possa morire un pezzettino per gli altri non riesco a capirlo.
Dicesi ONTOLOGICAMENTE Alvise (morte ontologica…) 🙂
??????
Avrai fatto qualche piccolo sacrificio per qualcun altro anche tu… Quello non è un piccolo “morire” per gli altri?
Per me e’motivo di grande orgoglio proprio il fatto che mio marito, che è’ persona molto riservata, anche con i suoi amici, sia invece totalmente aperto con me.
Ammetto che mi lusinga e mi fa sentire importante.
Credo che la chiave sia la leggerezza: io non gli ho mai detto “dobbiamo parlare”, ma ad esempio “cosa ne pensi di…(inserire argomento a piacere)”.
Ma la vera difficoltà sta nell’imparare ad ascoltare…
Provo a postare anche qui un articolo del corrierone nazionale riportante i risultati di un curioso studio condotto nel Nord Europa. Mi sembra pienamente in topic e potrebbe dare qualche spunto di riflessione.
“Quando è lui a lavare i piatti la coppia si sgretola, il 50% in più di divorzi. La partecipazione in modo equo e illuminato alle mansioni domestiche logora il rapporto”
http://www.corriere.it/cronache/12_settembre_29/casalingo-logora-rapporto-coppia_87a22016-0a34-11e2-a442-48fbd27c0e44.shtml
oggi Costanza è stata ospite ad UNOMATTINA qui sotto il link del video al minuto 1:39
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-10709b93-d26e-43ec-855e-402c063cbb06.html
“I santi spesso sono più intelligenti di quanto noi immaginiamo…” Questa stoccata mi è sembrata quanto mai opportuna! Già dai primi commenti del presentatore (di cui francamente ignoro il nome) è facile intuire come la si pensa riguardo santi, chiesa e cose del genere… ancora una volta grazie e brava Costanza! Perché alla fine, al di là dei temi trattati, è importante il “come” riproporre verità di sempre; ricordo il titolo dell’Osservatore Romano quando uscì “Sposati e sii sottomessa”… “Un divertente manuale di evangelizzazione”. E allora chiamiamola Costanza al Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione!!!
“I santi spesso sono più intelligenti di quanto noi immaginiamo…”
e spesso anche meno….
Verissimo, c’è posto per tutti 🙂
Concordo con Filippo Maria nell’apprezzare questa bellissima e profondissima osservazione del Genio Cosmico, che, come spesso accade, butta là con nonchalance concetti enormi su cui si potrebbero scrivere tesi di laurea in teologia. “I santi spesso sono più intelligenti di quanto noi immaginiamo…”, pare quasi di sentire una certa eco di Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti, secondo il quale “chi si mostra valente nel mondo, quegli è il meglio adatto per noi”. A suo parere, infatti, chi si fosse posto al servizio di Dio avrebbe dovuto avere delle ‘antenne’, possedere un senso raffinato del demoniaco e del divino negli avvenimenti stessi della storia umana, ed avere competenza profonda per tutto ciò che concerneva Gerusalemme e Babilonia: “Virtù e santità – diceva – sono belle cose in sé e per sé, ma quando si entra in contatto con gli altri, se non si aggiungono la prudenza e l’abilità, manca ad esse qualcosa e non bastano”. Dio, del resto, può prendere i suoi uomini dovunque: Paolo sulla via di Damasco, Agostino fra gli amori di Cartagine, Francesco fra i bagordi della gioventù umbra, Ignazio fra i fumi d’una battaglia perduta: tutti, come dice John Belushi nel film “The Blues Brothers”, ‘in missione per conto di Dio’.
Bello, bello, bello 😀
fra Filippo Maria: concordo! Però che non prenda troppi impegni, ehehehehe! Deve venire anche dalle nostre parti… 😉
Chi è di voi che si ricorda quando e come ha cominciato a credere in Dio? Sentendo una musica in chiesa? Piangendo davantia un panorama straordinario? O guardando il musino buono di un cane? O davanti alla forza della gente che soffre? o che altro?
Io potrei raccontarti la mia esperienza per filo e per segno, ma la domanda è: a che pro?
Ricordo che qualche post fa facesti una domanda simile sulla preghiera. Io ti risposi apertamente e con “il cuore in mano” come si usa dire. Tu neppure un cenno di risposta…
Non che mi sia sentito offeso o altro, ma c’è una parola nella Bibbia (che tu certamente conosci) che dice di non gettare le perle…
Quindi ripeto la domanda, a che pro?
Bariom:
Mi dispiace di non averti risposto, Non credo di averlo fatto intenzionalmente.
Bariom;
“Fedele alla linea del maiale – non si butta niente – ho deciso di rispondere con un post alle osservazioni che mi ha mandato per e-mail una persona…”
….così scriveva Costanza Miriano nel post del 12 Aprle 2011: la persona ero io!
Andrò a leggere…
Anch’io ne ho un ricordo commovente e vivissimo, mi è impossibile scriverlo dettagliatamente ora ora, ma per me è stato il classico fulmine che non ti aspetti. Il buon Dio me l’ha fatta bella, quella volta…
Continuo nella lettura del tuo libro e ti ammiro sempre più. Certo, se non si comprende da subito che siamo creature e che quindi abbiamo bisogno dell’Altro (ma anche altro/a), è difficile capire fino in fondo le verità che il tuo libro porta alla luce. Io ti capisco, e anche ti ringrazio, perché continui a darci l’opportunità di non appiattirci quotidianamente.
Stefano
Anche io, ho quasi finito, ma sto vivendo un dramma.
Ho il terrore di essere un mammo e non un padre e che la mia virilità sia pari non so, a quella di un bradipo, un adolescente iperallergico moccoloso… altro che Erodoto e tutta la cultura classica che vado blaterando…
Qualunque “baco” sia nell’animo umano, non si laverebbe con l’acqua. La consapevolezza puo dare l’illuminazione, ma a volte basta solo la coscienza che già c’è in noi: quest’ultima, si, che è il codice icritto nella ‘banda magnetica’ dell’uomo (iscritto sapete bene da chi). Il chr mi porta in sostanza a un dissenso di fondo con la tua posizione.
E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «È lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?». Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma all’inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L’uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto». Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio».
Mc 10, 2-12
Meditavo stasera su questo passo del Vangelo in preparazione all’Eucarestia di Domenica prossima.
Mi sono detto: Gesù non si è fatto uomo per venire a darci una morale, per darci delle regole di vita civile o di convivenza, per dirci cosa fare e non fare come un legalismo. E’ venuto per una Parola di Salvezza, è venuto per farci liberi, per portare la Verità, per mostrarci la Via.
Quindi questa parola così precisa, diretta, chiara, unica, senza “se” e senza “ma”, ha direttamente a che fare con la nostra Salvezza, con la nostra Libertà, con la Via che, come uomini e donne, dobbiamo percorrere per essere nella Verità.
Ho visto or ora il video di Uno Mattina. Il tipo con la giacca arancione è un osso duro da affrontare, non lascia parlare molto, non lascia il tempo di fare un discorso compiuto, Costanza sei stata bravissima a sostenerlo. Io mi sarei messo a piangere e sarei fuggito dallo studio.
Il tipo con la giacca arancione non è nemmeno da prendere in considerazione, è un piripillo pretenzioso e antipatico e poco intelligente (un Alvise con la giacca arancione, insomma)!!!
Ecco , io mi chiedo, se non l’avesse preso in carico “mamma RAI” come potrebbe sopravvivere uno come lui, che sarebbe capace di fare, chi lo assumerebbe, a che pro? Certo potrebbe tentare di fare muri a secco, ma ce la farebbe,
resisterebbe, non crollerebbe?
Mi sa Alvise che quei tipi lì sono quelli che fanno più strada in questo mondo al rovescio.
….ovviamente (purtroppo)!
Dalla presentazione del libro di sabato scorso, penso costantemente al problema del mio software difettoso … per la presenza di un “baco” (incapacità di ascoltare mia moglie, incapacità di accompagnarla a fare shopping ecc…ecc…). e credo che questo problema sia insorto da subito, diciamo poco dopo la Creazione e con “consapevole” responsabilità da parte di Dio: il codice che fa girare bene il software dovrebbe risiedere nella costola tolta all’uomo e da Lui usata per la creazione della donna!! Quindi INSIEME e solo INSIEME funziona tutto!!! Ed allora non è stato un errore di percorso, ma un aiuto per “cercarsi”, perché uomo e donna siano una sola carme. Pace e bene a tutti!!!
A proposito di cristiani/cretini, il linguista Dino Provenzal scriveva nel suo prezioso Dizionarietto dei dubbi lnguistici: “In Savoia, e nei paesi vicini, i disgraziati affetti da quella particolare forma di idiozia che oggi si chiama cretinismo erano chiamati ‘pauvres cretins’ (forma dialettale di ‘chretiens’, cristiani): d’onde le parole cretini e cretinismo”.
Nessuna connotazione negativa per i cristiani, quindi, nell’origine di ‘cretino’, sebbene qualcuno lo voglia far credere.
Più che l’error 404 l’avrei chiamato il Trojan del genere umano: “come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perchè tutti hanno peccato” (Rm 5, 12).
Dal punto di vista logico non torna (che si muore tutti invece è vero)
Come a dire: il ragionamento non fila, però la soluzione è giusta.
Sì, hai ragione, tutti si muore, indipendente, dagli arzigogoli logici (o non logic)!