Di rientro a Roma, sotto la canicola della via Pontina, intercetto con la coda dell’occhio l’indicazione per l’Abbazia di Fossanova. Nonostante la lista della spesa, inverto la marcia, incurante della linea continua, alla maniera di Thelma, alla maniera di Louise, e prendo il volo, libero come un’allodola, per trovare riposo sopra l’Albero della Vita.
Ditemi, non è forse una chiesa, ogni singola chiesa, una scala verso il cielo? Quel grande tronco conficcato una volta sul Monte del Teschio non è forse diventato foresta di tabernacoli sparsi nel mondo? E ogni spiga di pietra coi riflessi del sole non è anche centro, rifugio, argine, fortezza, che rompe l’assedio dei leoni nell’arena? Mi guardo attorno, con il naso appeso all’insù, ammirato dalla statura regale della pietra nuda … Perché una schiera di monaci bianchi ha eretto quest’abbazia sopra una palude? La risposta è nelle parole del Papa nel giorno di Pietro e Paolo: “la chiesa non è una comunità di perfetti, ma di uomini e donne bisognosi dell’amore di Dio, bisognosi di essere purificati attraverso la Croce del Cristo”. Cosa volevano dirci, allora, i fratelli di San Bernardo? Che c’è speranza, che non c’è luogo malsano che non possa essere bonificato, che il legno storto forse non può diventare dritto, ma può diventare tempio …
Mi permetto di inviare qui una lettera di sensibilizzazione su una questione che non è inerente, ma che merita rilevanza:
http://circolosanluigi.wordpress.com/2012/07/14/lettera-per-salvatore/
@san Luigi: essendo Costanza una giornalista e non conoscendo ancora a fondo li termini della vicenda preferiamo mantenere solo l’indirizzo del tuo llink.
Grazie, maggiori informazioni sulla sua vita quì:
http://www.salvatorecrisafulli.it/Storia.htm
Sullo sciopero della fame per chiedere cure attraverso staminali adulte quì:
http://catania.blogsicilia.it/salvatore-crisafulli-in-sciopero-della-fame-chiede-il-trapianto-di-staminali/92636/
e quì:
http://www.zenit.org/article-31681?l=italian
Purtroppo non conosce quasi nessuno questa storia ( e non è l’unico), sull’argomento vige la disinformazione radicale
chiedo scusa, ho provato a mandarvi due commenti all’articolo precedente ma non ce l’ho fatta… non mi dice neanche che sono in attesa di approvazione…
“Ditemi, non è forse una chiesa, ogni singola chiesa, una scala verso il cielo?”: concordo! Poi ci sono scale verso il Cielo che sono più accoglienti spiritualmente (ad esempio le vecchie chiese che trasudano di tutte le preghiere fatte all’interno), altre che sembra che abbiano qualche gradino rotto, altre che… Però, se si riesce ad “entrare” nella preghiera e ad isolarsi da quello che può distoglierci e disturbarci, allora SI SALE CHE E’ UNA MERAVIGLIA. Mi è servito molto a questo IL DESERTO NELLA CITTA’ di fratel Carlo Carretto.
Poi ci sono chiese e santuari dove già nel semplice entrare ti senti protetto, coperto, al sicuro, nella pace. Credo che ognuno di noi abbia le sue “scale verso il Cielo” e che chi non ce l’ha ancora le debba cercare! 😉
Concordo.
Se siete stati in montagna, su alcune cime si possono trovare croci o tabernacoli, luoghi in cui si può trovare un’atmofera identica a quelle delle chiese. In quel caso la metafora della scalata è resa più vivida dalla scalata che uno deve farsi per arrivare in cima… E quale posto migliore per un attimo di raccoglimento, per mettersi in contatto con il Cielo, di quello sopra una cattedrale di roccia, con soltanto il rumore del vento e un cielo azzurro mai così altrettanto vicino.
Cristian: è vero. E’ bellissimo arrivare anche in cima alla montagna, proprio sotto la Croce e ammirare dall’alto il panorama, sapendo la fatica che ci è costata arrivare fin lì. Certamente il cammino in salita, i sentieri impervi, il respiro che si ingrossa non sono indifferenti, ma vuoi mettere l’arrivo? E’ così il nostro cammino spirituale.