In anticipo e anche un po’ contromano, per lottomarzolafestadelledonne vi riproponiamo questo post.
di Costanza Miriano
Amo i maschi perché si prendono selvaggiamente a colpi di spada di legno per contendersi il titolo di Supremo Sovrano del Corridoio, e tredici secondi dopo essersi scannati si dividono maschiamente una bottiglia di coca cola, per poi ricominciare a giocare come se niente fosse.
Li amo perché non faranno mai uno psicodramma, come le loro coetanee, non scenderanno negli abissi singhiozzanti della disperazione solo perché qualcuno “mi ha detto che sono cattivaaaa”.
Li amo perché il massimo della ripicca che possono concepire è un calcio, e non faranno mai perfidi commenti sottovoce sul colore della maglietta della loro nemica, alle sue spalle.
Li amo perché sono il modello base, la fiat 127 del genere umano: senza optional ma solidi e irrinunciabili.
Amo gli uomini quando montano mensole, riempiono buchi con lo stucco, trovano canali e accroccano soluzioni. Quando non vogliono fermarsi a chiedere la strada, e alla fine, pur facendo sei volte il giro della piazza la trovano, mantenendo un dignitoso contegno.
Li amo anche se fanno domande e poi quando lei comincia a rispondere escono dalla stanza.
Li amo quando, interrogati: “ti ricordi quello che ti ho detto ieri di Annalisa?”, con gli occhi persi nel vuoto frugano affannosamente nella memoria e fingono di sapere bene e rispondono a monosillabi per non tradirsi, per non lasciar trapelare che del segreto dell’amica si sono dimenticati nell’istante stesso in cui glielo avete solennemente confidato.
Amo l’uomo anche quando ha lo sguardo assorto, si chiude nel silenzio e nel lasso di tempo in cui voi vi convincete, in una escalation di pessimismo, che presto vi dirà che il vostro rapporto è al capolinea, loro in realtà hanno elaborato complessi pensieri del tenore di: quasi quasi ordino una pizza; questo divano è scomodo; speriamo che esonerino l’allenatore.
Amo gli uomini perché senza le femmine sono totalmente disabili alla vita sociale, si aggirano nel mondo persi e disadattati. Li amo perché ci fanno sentire indispensabili.
Amo come scrivono, come suonano, come cantano. Li amo perché loro sì che hanno gusto nella musica, nell’architettura, nell’arte.
Amo gli uomini perché sanno mantenere uno sguardo di insieme, e analizzare lucidamente le economie globali, ma non riusciranno a concepire un piano organizzativo che riesca a conciliare pediatra e lezione di danza e merenda.
Li amo anche quando, certi dell’amore della loro diletta – che trascorre ore a cercare di mantenere un accettabile livello estetico, a levigarsi e profumarsi e depilarsi ogni area critica – gironzolano per casa con abiti informi.
Li amo anche quando buttano le chiavi di casa nel cassonetto della spazzatura, si confondono i giorni della settimana e gli amici dei figli, portano trionfanti a casa buste della spesa piene di oggetti inutili.
Li amo perché non si perdono nei dettagli, e sanno mantenere salda la bussola, ed essere lucidi e razionali e affidabili quando noi precipitiamo nei gorghi misteriosi che ci portiamo dentro.
Li amo perché fanno il lavoro grosso per noi, e quando noi complichiamo troppo le cose, sanno invocare al momento giusto il Grande Capo Estiqaatsi.
Amo gli uomini perché sono loro il nostro regalo per l’8 marzo.
(Per la versione in PORTOGHESE del post clicca QUI)
Grazie, molto gentile.
Amo le donne perché si prendono cura dei nostri figlioli. Amo le donne perché mentre noi guardiamo la partita loro ci chiamano per dirci che è pronto sul piatto. Amo le donne perché ogni tanto si fanno fighe per uscire con le amiche ma dopo un’ ora rientrano perché hanno nostalgia del marito sul divano. Amo le donne perché sanno prepararci la valigia con le camice stirate. Amo le donne perché sono a casa quando torniamo. Amo le donne perché danno un senso al nostro quotidiano. Amo le donne perché ci permettono di poter dire ogni tanto agli amici: “No, oggi devo stare a casa.” Amo le donne che si fanno belle per noi. Amo le donne che ci fanno credere di aver bisogno di noi. Tanti auguri, specialmente alla mia diletta.
Grazie Costanza, bellissimo,
E grazie Luigi!
Genny
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
“accroccare” soluzioni è la mia specialità. Grazie, bellissimo post
Ecco, visto che lavoro con sole donne (e tante…) mi sa che oggi a scuola porterò una stampa di questo post… 🙂 Scherzi a parte, non mi posso lamentare… mi trattano anche troppo bene. E se c’è una ragione per cui voglio bene alle mie colleghe (e alle donne in generale) è che, consciamente o inconsciamente, si lasciano guidare dal loro innato e dirompente istinto materno… tutte, chi più chi meno… per cui, nella mia fattispecie concreta, il pivellino ultimo arrivato (il sottoscritto), anziché essere stato considerato come un ufo e conseguentemente essersi sentito inadeguato e in imbarazzo, è stato preso per mano e accompagnato affettuosamente.
Il Grande Lebowski…uno dei miei film preferiti…
😉
E perché limitarsi all’otto marzo? 😉
Non ho ancora finito di leggere il post ma questa la devo dire (non sia mai che me la dimentico per strada!): !la fiat 127 del genere umano”. Troppo forte! Ho deciso che, stamattina, al primo uomo con il quale parlerò diro esattamente così: “Mi piaci perché sei la 127 del genere umano!” 😀
Ma se per qualche giorno non troverete miei commenti venite a tirarmi fuori dal reparto psichiatrico del mio ospedale! 😉
La Fiat 127 TURCHESE del genere umano ;-D
http://www.autobelle.it/annunci/dettid.php?gb_id=77435&entryquot=60
L’ho fattooooo! L’ho dettoooo! Mi ha chiesto cosa ho messo stamattina nel caffèlatte, ma c’è stato un ottimo risultato, no? Pensavo peggio! 😀
Querida Constanza,
también esta mañana, que animó mi día y me hizo morir de la risa! ¡Muchas gracias!
Por razones prácticas, en la actualidad, tengo en casa que tengo que montar los soportes: Creo que tengo que “el hombre”? Besos! 😀
vabbé,siamo commossi fino alle lacrime-rigorosamente in privato,mai in pubblico- per questo monumento a noi maschietti.
cmq anche voi bambine siete una gran bella invenzione.(ovviamente lo dico solo perché-laicamente parlando-è la vostra festa.talvolta un filino moleste…..)
adesso ci potete “massacrare per tutto il resto dell’anno”.al massimo faremo i capi indiani…..
resta da capire xké non c’è una festa dell’uomo-inteso come maschio-ma al massimo del papà.Invece c’è la festa della donna,della mamma,della nonna(la befana,che accomuna anche altre tipologie…) insomma,una valanga….
e tutto al modico prezzo di una costola…..
Bellissimo post, Costanza!
se c’è carenza di uomini-uomini è perchè non ci sono in giro donne disposte a tali dichiarazioni d’amore.
Perdonatemi se faccio riferimento all’anedottica personale, ma ieri mi sono sciroppata una noiosissima riunione genitori-insegnanti con seguenti udienze individuali. E chi ti trovo tra 20 mamme? 3 combattivi papà, uno dei quali protesta per più di mezz’ora perchè il figlio non è stato cambiato dopo essersi fatto la pupù sotto, cercando di capire se la responsabilità fosse della maestra o dei bidelli. La cosa che mi ha colpito è che questo padre aveva accanto la moglie, la quale veniva prontamente e platealmente zittita dal marito ogni qual volta aprisse bocca per aggiungere particolari con frasi “sta zitta, famme parla’ a mme!”. Forse quel tipo è anche un po’ antipatico di suo, ma mi chiedo perchè una donna debba investire il proprio uomo di compiti così palesemente noiosi, in cui il maschio finisce per perdere la sua naturale disposizione a “tagliare corto” e diventare polemico come una mammina ansiosa per il culetto del pargolo.
Facciamola ‘sta benedetta dichiarazione d’amore all’uomo! “ti amo perchè sei così, perchè vai all’essenziale e chiami le cose per nome, come Adamo”.
Io ho lo stesso modello base, ma al mio deve essere andato in avaria alla nascita il sistema di controllo del gene “bricolage e barbecue”, in compenso mio padre ha lo stesso sistema sovradimensionato, quindi si mantiene un buon equilibrio famigliare ;).
Però non dite a Costanza che ormai è in via di rottamazione: è in via di sostituzione con un modello molto più scintillante (palestrato, depilato, iper-profumato, vanesio, pettegolo, di grande compagnia, ansioso come una mamma e collaborativo come un colf), che però alla resa dei conti si rompe dopo il primo tratto in salita.
Dimenticavo: fare una domanda e uscire dalla stanza prima di ricevere la risposta. Le prime volte non ci potevo credere, poi ho pensato che fosse distrazione… ora sospetto che ci sia un metodo, anche se non ne ho ben compresa la logica! 🙂
Bellissimo anche il commento di nonpuoiessereserio, grazie!
cioè, praticamente… una donna 😉
Non proprio, don Fabio, esternamente sembrano uguali, ma le donne in salita ci vanno e come!
o trasformano le salite in discese?
Bellissimo!!me la stampo e me la porto fuori a cena l’otto marzo,e la infilo sotto il piatto! Non ho idea di cosa stia architettando michele ma son giorni che mi chiede “ma per caso devi andare a fare un giro?Non porti fuori Gregorio che mi sembra abbia voglia di uscire (6 mesi!!); no amore non prendere le chiavi suona pure, così ti apro”….Facciamo finta di niente e godiamoci la sorpresa…!
“Amo gli uomini perché senza le femmine sono totalmente disabili alla vita sociale, si aggirano nel mondo persi e disadattati. Li amo perché ci fanno sentire indispensabili.”
“Li amo anche quando, certi dell’amore della loro diletta – che trascorre ore a cercare di mantenere un accettabile livello estetico, a levigarsi e profumarsi e depilarsi ogni area critica – gironzolano per casa con abiti informi.”
Non mi ricordo se l’ho già postato, ma ci sta troppo bene:
“Amo l’uomo anche quando ha lo sguardo assorto, si chiude nel silenzio e nel lasso di tempo in cui voi vi convincete, in una escalation di pessimismo, che presto vi dirà che il vostro rapporto è al capolinea, loro in realtà hanno elaborato complessi pensieri del tenore di: quasi quasi ordino una pizza; questo divano è scomodo; speriamo che esonerino l’allenatore.”
“Amo come scrivono, come suonano, come cantano. Li amo perché loro sì che hanno gusto nella musica, nell’architettura, nell’arte.”
“Il grazie al Signore per il suo disegno sulla vocazione e la missione delle donna nel mondo, diventa anche un concreto e diretto grazie alle donne, a ciascuna donna, per ciò che essa rappresenta nella vita dell’umanità.
Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell’essere umano nella gioia e nel travaglio di un’esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.
Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.
Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.
Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l’indispensabile contributo che dai all’elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del « mistero », alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.
Grazie a te, donna-consacrata, che sull’esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all’amore di Dio, aiutando la Chiesa e l’intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta « sponsale », che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura.
Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani.”
(Giovanni Paolo II, Lettera alle donne, 29 giugno 1995)
Alessandro, sei troppo avanti, per ogni frase del post hai un discorso del Papa o in alternativa uno spezzone dei Simpson, o entrambi… complimenti!!!
sorellastra è bellissimo vederti commentare
😉
Ciao sorellastra!!!!!!!
Ma che “complimenti”, è il frutto dell’ardua disciplina ( 😉 ) fatta di… pomeriggi oziosi trascorsi a guardare i Simpson.
Un pomeriggio tira l’altro, e alla fine gli episodi te li stampi nella memoria…
Smack! 😀 (ho imparato da Angela!)
Sorellastra
per te e solo per te mi sono spremuto le meningi, che non ricordano altro che i Simpson, e mi son affiorati alla mente ben 2 discorsi 2 di 2… noti Papi
Perché sono venuto qui, in mezzo a voi, oggi?…
Prima di tutto per dire grazie. Grazie a voi bambini che mi avete accolto: voglio dirvi che vi voglio bene e che vi sono vicino con la mia preghiera e il mio affetto, anche per darvi forza nell’affrontare la malattia. Vorrei ringraziare poi i vostri genitori, i parenti, i Dirigenti e tutto il personale del Policlinico, che con competenza e carità si prendono cura della sofferenza umana…
C’è Maria, c’è Giuseppe, ma soprattutto c’è un bambino, piccolo, bisognoso di attenzione, di cure, di amore: quel bambino è Gesù, quel bambino è Dio stesso che ha voluto venire sulla terra per mostrarci quanto ci vuole bene, è Dio che si è fatto come voi bambino per dirvi che vi è sempre accanto e per dire a ciascuno di noi che ogni bambino porta il suo volto.”
(Benedetto XVI, Visita ai bambini ricoverati al Gemelli, 5 gennaio 2011)
😀 e 😀
Smack a entrambi… E grazie!
…e brava Costanza. il vero filosofo delle differenze tra uomo e donna (ahi la parità dei diritti ad ogni costo anche laddove non serve!) sei tu…
Stefano
Non ho mai “festeggiato” l’8 Marzo.
Di solito partecipo ad iniziative, convegni, commemorazioni, per via di quelle discriminazioni o disattenzioni per la condizione di tante donne (che molti di voi ritengono non esistere, ma che a me sembrano ancora vive e vegete, anche se mi pare che qualcosa cambi in meglio).
Negli ultimi anni sono stata molto felice di vedere sempre più uomini unirsi a noi.
Sempre più interessati a quella che non è, e non deve essere, una battaglia TRA i sessi, ma una battaglia DEI sessi per raggiungere il miglior grado di benessere della società tutta intera.
Sono proprio felice che sempre più uomini siano interessati alla vita non solo familiare, ma anche sociale e lavorativa della mogli, delle amiche, delle sorelle.
Perciò, anche da me: grazie di cuore, uomini che mi insegnate la speranza ( e grazie di cuore donne, che mi avete insegnato la forza…) .
Le prime parole che ho letto scritte da te, prima di conoscerti
Chi viene a fare un giro! Guido io!!! 😀
ho imparato a guidare su una 127 (per di più special 😉 ), per cui guido io!
Come fai se le chiavi le ho io!!! Tu le hai lasciate nel cassonetto con quelle di casa 😀
1) l’uomo è una Fiat 127
2) l’uomo beve birra
3) la Fiat 127 beve birra (un sorso a lei, uno a Homer…)
Questa è la mia lettera a noi donne!
DONNA non è quella che imita l’uomo, che cerca di fare quello che fa l’uomo, perché “è giusto”, perché “abbiamo il diritto di fare quello che fa lui” e, di “essere come è lui”.
Donna non è quella che deve per forza svolgere un lavoro maschile, per dimostrare di essere forte.
Donna non è quella che l’otto marzo, durante la cena, si sbronza e poi va a vedere gli spogliarelli dei maschietti.
Donna non è quella che si ricorda di esserlo soltanto il giorno della sua festa.
No, questa non è la donna. Questa è la caricatura della donna.
Donna è quella che vive la sua natura secondo il cuore di Dio. Lui non ci ha create come l’uomo proprio perché ci vuole e ci ha pensate diverse: “altre” dall’uomo.
Non serve imitare l’uomo: diventiamo solo donnicciuole schizzofreniche.
Riprendiamoci i diritti e i doveri che Dio ci ha dato, ma con amore e grazia, quell’amore e grazia tipicamente nostre.
Riprendiamoci la nostra femminilità, il senso materno: queste l’uomo, quello vero, non potrà mai averli. Se non li usiamo noi, il mondo perderà tutti i veri valori.
Abbiamo ricevuto da Dio tanti doni, come l’uomo ne ha ricevuti altri: facciamone un buon uso.
Nei nostri cromosomi ci sono la pace, la pazienza, l’istinto all’educazione dei figli e degli altri.
Nei nostri cromosomi c’è un grande senso di giustizia.
Nei nostri cromosomi ci sono tante altre qualità.
Siamo state rese capaci da Dio di grande carità pratica (assistenza ai malati e agli ultimi), di grande sopportazione.
Guardiamo la storia: nel silenzio, nascoste dietro grandi uomini, troveremo spesso una moglie o una madre o una sorella capace di sostegno, a volte anche consigliera e ispiratrice.
Non lasciamoci schematizzare da quello che la società ci propone: amiamo l’uomo, in quanto donne, cioè consideriamolo nella sua realtà, senza invidiarlo, contestarlo o volerlo sostituire.
Ma amiamo anche noi stesse, considerandoci nella nostra realtà.
Insieme: diversi ma uniti.
E allora? Allora, cerchiamo di essere donne come l’unica DONNA, cioè MARIA. Lei ci guidi e ci consigli in ogni momento!
@AngeloXL: permetti una domanda maliziosetta? Quali sarebbero i “lavori maschili”?
😉
Erika: tutti e nessuno! Secondo me i “lavori maschili” sono quelli che se svolti da una donna tendono a farla mascolinizzare, cioè PERDERE IL SUO ESSERE DONNA. Stessa cosa per i “lavori femminili”: sempre secondo me, sono quei lavori che se svolti da un uomo tendono a fargli PERDERE IL SUO ESSERE UOMO.
Quando ero più in forma ero in grado di svolgere qualsiasi lavoro, dall’uncinetto allo scaricatore di porto, ma non mi sono trasformata mai in un uomo. Questo per chiarire che non credo che sia il lavoro in sé a trasformarmi ma il mio atteggiamento.
la lettera non va presa alla lettera ma nell’interezza del suo messaggio. 😀
Uomini / donne:
“Tutto quello che ho udito dal Padre mio ve lo ho rivelato” Gv 15,15. Mi meraviglio ora di certi chierici che sono ben istruiti (sic!)e vogliono essere grandi chierici, e che si soddisfano in breve e si fanno ingannare, interpretando queste parole come se volessero dire che ci ha rivelato tutto quanto è necessario qui, nel nostro cammino, per eterna beatitudine. Io non ritengo che sia da interpretare così, perché non è la verità. Perché Dio è diventato uomo? Perché io venga generato come lo stesso Dio. Dio è morto perchè io muoia al mondo intero e a tutte le cose create. Così bisogna intendere le parole: “Tutto quello che ho udito dal padre mio ve lo ho manifestato” L’uomo deve dunque essere ucciso, completamente morto, non essere niente in se stesso, del tutto estraneo ad ogni rassomiglianza ed a nessuno simile, e allora è davvero simile a Dio. Infatti proprietà di Dio e sua natura è l’essere dissimile e non somigliare a nessuno.”
Meister Eckart
E cco, se io fossi credente vorrei essere come morto. Tutti gli altri discorsi sul cattolicesimo e i suoi girigogoli, in confronto a questo, qui sopra, mi appaiono come poco importanti.
Chi ha orecchi da intendere in-tenda, gli altri in roulotte (scriteriato-Groucho Marx)
Ma che significa, concretamente, “essere come morto”? Se tu fossi “come morto” che faresti di diverso da quello che fai?
Come non detto…
…come un cadavere, senza più volere né non-volere, patire, godere, tendere, pensare, nulla.
Né amare, né odiare, né dire, né fare, nulla, rotolarsi nei deserti e morire, nudo.
E se neppure la morte bastasse ?
“Il figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”
“Seguimi e lascia che i morti seppelliscano i loro morti”
1) è impossibile che un uomo vivente non voglia, non patisca, non goda, non tenda non pensi (non mi si evochino pratiche ascetiche orientali, perché nemmeno esse sono in grado di sopprimere patimento desiderio pensiero ecc.)
2) solo un cadavere può non volere ecc.: è lo stato cadaverico quello a cui aspiri, insomma? Stai tessendo l’apologia della morte, e in definitiva del suicidio?
3) Considera che, essendo tu agnostico, non puoi dirti sicuro che dopo la morte non dovrai affrontare il giudizio di Dio. Sei disposto ad affrontarlo nelle condizioni di chi si è lasciato morire, di chi si è dato la morte?
Mer ne frego del giudizio di Dio (eventuale)meglio arrostire all’Inferno che non essere me.
Ma se credessi, l’ho detto, allora non sarei più me, svanirei nel credere, non ci sarebbe più nulla
a cui potrei tenere.
“Ma se credessi, l’ho detto, allora non sarei più me, svanirei nel credere, non ci sarebbe più nulla
a cui potrei tenere.”
E’ impossibile. Se tu credessi, dovresti tenere a Dio, tenere a fare la Sua volontà, tenere ad amarLo al meglio. Altrimenti non crederesti…
Chiederò a te!!!
ECKHART (con la H)
non so Eckhart,Meister,penso ke in qualche angolo della stanza dovrei aver qualcosa di lui…..
però siccome siamo stati fatti ad immagine e somiglianza….”.Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra”…e vide che ciò era buono…(genesi 1,26-31).
si vede che proprio morti non ci voleva,anzi…..(non Eckhart,s’intende).poi la si sfanga come si puote….
eja eja alalà(groucho mussolini)
non “ke”, ma “che” per favore….
SMACK!!!
Hai ragione, bisogna dominare sugli esseri striscianti, anche, specialmente….
Vecchio Testamento….
Da cosa deriva, secondo te, la parola “cristiano”?
Gesù se lo poteva permettere di citare il Vecchio, anzi, doveva, perché veniva a portare il Nuovo….
Intervista a Costanza su ZENIT
http://www.zenit.org/i-29822
A proposito della festa dell’ 8 marzo. Non voglio entrare nel merito dell’opportunità e del significato della festa, ma dire qualcosa sulla data in cui cade.
“C’erano una volta delle operaie tutte lavoro, fede socialista e sindacato; e c’era un padrone cattivo. Un giorno, le lavoratrici si misero in sciopero e si asserragliarono nella fabbrica. Qualcuno (il padrone stesso, a quanto si dice) appiccò il fuoco e 129 donne trovarono atroce morte. Era l’8 marzo 1908, a New York. Due anni dopo, la leggendaria femminista tedesca Clara Zetkin (immagine a destra) propose, al Congresso socialista di Copenhagen, che l’8 marzo, in ricordo di quelle martiri sociali, fosse proclamato “giornata internazionale della donna”.
Storia molto commovente, letta tante volte in libri e in giornali, fatta argomento di comizi, di opuscoli di propaganda, di parole d’ordine per le sfilate e le manifestazioni: prima del femminismo e poi di tutti. Sì, storia commovente. Con un solo difetto: che è falsa. Eh già, nessun epico sciopero femminile, nessun incendio si sono verificati un 8 marzo del 1908, a New York. Qui, nel 1911 (quando già la “Giornata della donna” era stata istituita), se proprio si vogliono spulciar giornali, bruciò, per cause accidentali, una fabbrica; ci furono dei morti, ma erano di entrambi i sessi. Il sindacalismo e gli scioperi non c’entravano. E neanche il mese di marzo.
Piuttosto imbarazzante scoprire di recente (e da parte di insospettabili quanto deluse femministe) che il mitico 8 marzo si basa su un falso che, a quanto pare, fu elaborato dalla stampa comunista ai tempi della guerra fredda, inventando persino il numero preciso di donne morte: 129… Ma è anche straordinario constatare quanto sia plagiabile proprio quella cultura che più si dice “critica”, che guarda con compatimento (per esempio) chi prenda ancora sul serio quelle “antiche leggende orientali” che sarebbero il Natale, la Pasqua, le altre ricorrenze cristiane.
E dunque, a qualcuno che facesse dell’ironia sulle vostre, di feste e pratiche religiose (messa, processioni, pellegrinaggi) provate a ricordargli quanti 8 marzo ha preso sul serio, senza mai curarsi di andare a controllare che ci fosse dietro.
Tratto da Vittorio Messori, Pensare la storia, Edizioni San Paolo, 1999, pp. 107-108.”
“Il racconto di un 8 marzo istituito in memoria un massacro frutto di odio classista e capitalista fu opera del Partito Comunista Italiano, che nel 1952, in piena Guerra Fredda, pubblicò la cronaca di questo incendio vero, ma manipolato in chiave anti-americana. La versione fu ripresa dall’Unione Donne Italiane, il settore femminile della Cgil, per organizzare quell’anno la festa dell’8 marzo, e poi dalla Cgil stessa, che vi ricamò ulteriormente, aggiungendo altri personaggi al racconto due anni dopo.”
http://www.zenit.org/article-2911?l=italian
Ma insomma chi l’ha inventato l’8 marzo?
(ma come sono (stati)falsi i comunisti!!!)
(ma ora, grazie al Papa polacco, non esistono più)
Messori semper!!!
La Donazione di Costantino (nota in latino come “Constitutum Constantini”, ossia “decisione”, “delibera”, “editto”) è un documento apocrifo conservato in copia nelle Decretali dello Pseudo-Isidoro (IX secolo) e, come interpolazione, in alcuni manoscritti del Decretum di Graziano (XII secolo). Il filologo italiano Lorenzo Valla dimostrò in modo inequivocabile come il documento fosse un FALSO.
Ooooh! Davveeeero? Questa sì che è una novità! 🙂
“Nella minuziosa ricostruzione storica offerta dal libro “8 marzo. Storie, miti, riti della giornata internazionale della donna” di Tilde Capomazza e Marisa Ombra (ed. Utopia, Roma, 1991), si scopre che la data dell’8 marzo fu stabilita a Mosca nel 1921, durante la “Seconda conferenza delle donne comuniste”. Svoltasi all’interno della III Internazionale comunista, la conferenza decise di stabilire quella data come “Giornata internazionale dell’operaia” in onore della prima manifestazione delle operaie di Pietroburgo contro lo zarismo. La “Festa della donna” fu istituita quindi nel quadro ideologico e politico che vedeva i paesi comunisti di tutto il mondo uniti per la rivoluzione del proletariato, sotto la guida dell’Unione Sovietica”
http://www.kattoliko.it/leggendanera/modules.php?name=News&file=article&sid=1409
Udite, udite!!!!
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-se-il-maschio-ok–quello-gay-4723.htm
Chissa cosa ne pensano dalle parti della Corea del Nord …
E quanto a falsità, consiglio un giretto dalle parti di Rolf Hochhuth
http://en.wikipedia.org/wiki/Seat_12
http://www.rinocammilleri.com/2009/07/pio-xii-2/
Mii scuso con Scriteriato, ma in questo caso il ricorso a wikipedia è voluto: chi per partito preso non presta fede a Cammilleri potrebbe prestarla a quell’altra fonte torbida, che comunque in questo caso, pur con tutti gli untuosi distinguo del caso, è quanto meno costretta a citare Michael Burleigh e altri storici seri 😉
Volevo solo dire che tutti sono uguali nel ricorrere alla menzogna per utilità, cattolici, comunisti, coreani scintoisti
eccetra eccetra…
Quanto a Messori, vorrei aggiungere, lui è solo 1 (uno)storico tra gli altri.
La storiografia è fatta dall’insieme dei documenti, degli studiosi dei documenti,
dei nuovi documenti e da una valutazione complessiva (se possibile) di tutto questo.
La Corea (o come scriverebbe vale “korea”, ma forse è giusto “korea”?) potrebbe essere comunque per voi un nuovo
pascolo missionario con grosse possibilità di martirio, magari….
Ci sarebbe molto da dire sulla storia e la storiografia, se non fosse che il riferimento al martirio è davvero poco felice
http://www.tempi.it/io-dissidente-nordcoreano-vi-racconto-perch-sono-scappato-e-come-si-vive-sotto-il-comunismo
“perchè sono venuto a dividere il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera, e i nemici dell’uomo saranno i suoi familiari. chi ama il padre e la madre più di me non è degno di me, chi ama il figlio e la figlia più di me non è degno di me….Chi tien conto della sua vita la perderà etc.”
Tutte cose che voi sapete a memoria, ma che interpretate a vostro uso e consumo, come sempre, non si può servire a Dio e a Mammona, non si può stare a mezzo servizio, o uno vive in un modo o in un altro. Almeno questo riconoscetelo.
Se ci pensate è lo stesso discorso che fa Il Genio Cosmico nell’intervista succitata, o una fa la mamma o lavora.
Alvise? “o una fa la mamma o lavora? Il Genio Cosmico fa la mamma e lavora! 😀
“Non si può servire a Dio e a Mammona”: credo che riguardi più chi sceglie volutamente di servire entrambi. Il cammino cristiano è lastricato di cadute, nel tentaivo di servire Dio! Si cade, si sbaglia, ma poi si torna a Dio! Perfetti lo saremo solo in Cielo! 😀
Se ci sarete…
Alvise: era sottinteso! 😀
puo’ far sorridere o riflettere..intanto ci rifletto
“Amo gli uomini perché sanno mantenere uno sguardo di insieme, e analizzare lucidamente le economie globali, ma non riusciranno a concepire un piano organizzativo che riesca a conciliare pediatra e lezione di danza e merenda.”
Ragazzi buona sera. Sono una Papera molto fortunata, leggendo il post di Costanza, come già sospettavo ho avuto la conferma che il mio ragazzo è molto simile a me, nel senso che non ha bisogno di me altrimenti ” perché senza le femmine sono totalmente disabili alla vita sociale….ecc”.
Insomma o ho beccato il ragazzo perfetto, che in più non ha i nostri difetti o ho trovato l’unico uomo con il quale posso vivere alla pari. Una volta scherzando mi ha detto ” Tu sei inutile “, e io gli ho risposto ” infatti mi tieni con te perchè mi Ami non perchè ti servo “.
Scusatemi ma credo di essere molto poco ” sottomessa”, perchè ci siamo posti sempre allo stesso livello, che non significa fare a gara a chi fà meglio le cose o spartirsi i compiti, ma crescere insieme.
E brava Baby!
A proposito di donne sante e sante donne qualcuno nel blog mesi e mesi fa raccontò la storia di santa Ganna Beretta Molla. Se ne sapete qualcosa vorrei capire i motivi della santità perchè alcune cose non mi tornano senza nulla togliere alla cristianità della sua vita. Grazie.
Per iniziare http://www.amicidisantagianna.org/public/_test/index.asp?doc=default Documento di parte? quale documento storico non è di parte?
“Documento di parte? quale documento storico non è di parte?”
Non a caso un grande storico come Marc Bloch parlava della “menzogna inevitabile del punto di vista”
Appunto!!!
“Dell’amore divino Gianna Beretta Molla fu semplice, ma quanto mai significativa messaggera. Pochi giorni prima del matrimonio, in una lettera al futuro marito, ebbe a scrivere: “L’amore è il sentimento più bello che il Signore ha posto nell’animo degli uomini”.
Sull’esempio di Cristo, che “avendo amato i suoi… li amò sino alla fine” (Gv 13,1), questa santa madre di famiglia si mantenne eroicamente fedele all’impegno assunto il giorno del matrimonio. Il sacrificio estremo che suggellò la sua vita testimonia come solo chi ha il coraggio di donarsi totalmente a Dio e ai fratelli realizzi se stesso.
Possa la nostra epoca riscoprire, attraverso l’esempio di Gianna Beretta Molla, la bellezza pura, casta e feconda dell’amore coniugale, vissuto come risposta alla chiamata divina!”
(Giovanni Paolo II, Omelia per la canonizzazione di sei beati, 16 maggio 2004)
Anch’io amo gli uomini. Il mio sopra a tutti.
Resta il fatto che il femminicidio è la PRIMA CAUSA DI MORTE delle donne in età 15-45 (o giù di lì) in italia, in europa e nel mondo. Meno miele please, perché che noi amiamo gli uomini è chiaro. Resta tutta da dimostrare l’evoluzione da possesso ad amore di molti, troppi maschi.
Un 8 marzo di libertà e vita a tutte (tutti).
Dati ISTAT sulle cause di morte del 2002
In quell’anno morirono in italia 560.390 persone, di cui:
maschi: 279.296
femmine: 281.094
Nella classificazione ISTAT l’omicidio e le lesioni (mortali, evidentemente) provocati INTENZIONALMENTE da altri corrispondono al codice descrittivo BE 77 (“Omicidio e lesioni provocate intenzionalmente da altri”, appunto), a sua volta ricompreso nella classe BE 71-78 (“Cause esterne dei traumatismi e degli avvelenamenti”), così composta:
BE(71-78)E – CAUSE ESTERNE DEI TRAUMATISMI E DEGLI AVVELENAMENTI
BE 71 Accidente stradale da veicolo a motore
BE 72 Altri accidenti da trasporto
BE 73 Avvelenamenti accidentali
BE 74 Cadute accidentali
BE 75 Accidenti causati da incendi e da fuoco
BE 76 Suicidio e autolesione
BE 77 Omicidio e lesioni provocate intenzionalmente da altri
BE 78 Altre cause esterne dei traumatismi e degli avvelenamenti
Per omicidio e lesioni provocate intenzionalmente da altri (BE77) sono morte in Italia, nel 2002, 560 persone, di cui
Maschi: 401
Femmine 159
Le cause di morte sono state, in valori assoluti:
1)Malattie del sistema circolatorio: 131.472
2)Tumori: 69.672
3)Altri stati morbosi: 21.173
4)Malattie dell’apparato respiratorio: 15.324
5)Disturbi psichici e malattie sist. Nervoso org. Sensi: 14.765
6)Malattie dell’apparato digerente: 12.234
7)Cause esterne dei traumatismi e degli avvelenamenti: 10.667 (di cui omicidi 560, ripartiti come più sopra)
8)Sintomi, segni e stati morbosi mal definiti: 3.640
9)Malattie infettive e parassitarie: 2.147
Fonte: http://www.istat.it/dati/dataset/20051107_00/
Laura, volgi lo sguardo anche sull’aborto dei feti di sesso femminile e l’infanticidio delle femmine
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-mancano-allappellooltre-100-milioni-di-donne-4733.htm
Quanto agli eccessi di miele cattolico, guardati tu dagli eccessi di miele femminista
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-8-marzo-la-parit-che-svilisce-4727.htm
http://www.youtube.com/watch?v=kfFaXDVet4A
Ok grazie
tanto per restare in tema, una sola battuta: questo spot.
E chi può vada a vedere Caveman: ironia e saggezza a difesa di uomo, donna e famiglia.
In pratica un monologo teatrale che potrebbe aver scritto Costanza. Quasi tutto almeno.
Grazie, Paolo! Smack! 😀
Costanza, mi hai descritto,
aspetta (respiro grande) hahhh mi sento proprio un uomo!
Grazie e viva le donne, fantastiche, incomprensibili, irrinunciabili creature!
Solo per piccola puntualizzazione:è proprio avendo letto per curiosità in precedenza quanto linkato poi da Alessandro che mi sono venuti i dubbi.Mi ero messa in mente che avesse rinunciato a curarsi pur di salvare il bambino che aspettava. In realtà è morta di peritonite settica. Poi certamente sarà stata una buona e devota cristiana e sarà questo il motivo per cui è santa.
@ Francesca Miriano 7 marzo 2012 alle 17:36
FM “Mi ero messa in mente che avesse rinunciato a curarsi pur di salvare il bambino che aspettava.”
Ti eri messa in mente bene: in gravidanza – dovendo affrontare un intervento che poteva costare la vita al nascituro- aveva chiesto che la salvezza della creatura fosse anteposta alla sua (i.e. era pronta a morire purché si salvasse il figlio)
«Nel settembre 1961, verso il termine del secondo mese di una nuova gravidanza, Gianna fu raggiunta dalla sofferenza e dal mistero del dolore: si presentò un voluminoso fibroma, tumore benigno, all’utero. Prima dell’intervento operatorio di asportazione del fibroma, eseguito nell’Ospedale San Gerardo di Monza, pur ben sapendo il rischio che avrebbe comportato il continuare la gravidanza, supplicò il chirurgo di salvare la vita che portava in grembo e si affidò alla preghiera e alla Provvidenza. La vita fu salva. Gianna ringraziò il Signore e trascorse i sette mesi che la separavano dal parto con impareggiabile forza d’animo e con immutato impegno di madre e di medico. Trepidava e temeva anche che la creatura che portava in grembo potesse nascere sofferente e pregava Dio che così non fosse.
Alcuni giorni prima del parto, pur confidando sempre nella Provvidenza, era pronta a donare la sua vita per salvare quella della sua creatura. “Mi disse esplicitamente” – ricorda il marito Pietro – “con tono fermo e al tempo stesso sereno, con uno sguardo profondo che non dimenticherò mai: Se dovete decidere fra me e il bimbo, nessuna esitazione: scegliete – e lo esigo – il bimbo. Salvate lui”.» (http://www.giannaberettamolla.org/principal.htm)
FM “In realtà è morta di peritonite settica.”
E dici niente! E’ morta di peritonite settica, soffrendo direi non poco e offrendo le sue sofferenze a imitazione di Cristo. A te magari farà senso che qualcuno sia disposto a morire soffrendo e offrire le sue sofferenze in espiazione dei peccati altrui. Ma così è.
“Nel pomeriggio del 20 aprile 1962, Venerdì Santo, Gianna fu nuovamente ricoverata nell’Ospedale S. Gerardo di Monza, dove le fu provocato il parto, per espletarlo per vie naturali, ritenuta la via meno rischiosa, senza esito favorevole.
Il mattino del 21 aprile, Sabato Santo, diede alla luce Gianna Emanuela, per via cesarea, e per Gianna iniziò il calvario della sua passione, che si accompagnò a quella del suo Gesù sul Monte Calvario.
Già dopo qualche ora dal parto le condizioni generali di Gianna si aggravarono: febbre, sempre più elevata, e sofferenze addominali atroci per il subentrare di una peritonite settica.
“Gianna”, ricorda la sorella Madre Virginia, che, rientrata inspiegabilmente e provvidenzialmente dall’India potè assisterla nella sua agonia, “solo raramente svelava le sue sofferenze. Ha rifiutato ogni calmante per essere sempre consapevole di quanto avveniva e presente a se stessa. Non solo, ma per essere lucida nel suo rapporto con il suo Gesù, che costantemente invocava”. “Sapessi quale conforto ho ricevuto baciando il tuo Crocifisso!”, le disse Gianna, “Oh, se non ci fosse Gesù che ci consola in certi momenti!…”.
“Attingeva la forza del suo saper soffrire”, ricorda ancora Madre Virginia, “dalla preghiera intima manifestata in brevi espressioni di amore e di offerta: “Gesù ti amo” – “Gesù ti adoro” – “Gesù aiutami” – “Mamma aiutami” – “Maria…”, seguite da silenziose riflessioni”.
Nonostante tutte le cure praticate, le sue condizioni peggiorarono di giorno in giorno.
Desiderò ricevere Gesù Eucaristico anche giovedì e venerdì: causa l’incoercibile vomito, con suo grande rincrescimento, per non mancare di rispetto al Signore, si accontentò di ricevere sulle labbra una minima parte dell’Ostia.
Il fratello Ferdinando aveva accettato da Gianna l’incarico di avvisarla quando fosse giunto il momento della sua morte con una frase stabilita. Ferdinando non ebbe il coraggio di eseguirlo: ne incaricò Madre Virginia, che, al momento opportuno, disse a Gianna: “Coraggio, Gianna, Papà e Mamma sono in Cielo che ti aspettano: sei contenta di andarvi?” “Nel movimento del suo ciglio”, ricorda Madre Virginia, “si potè leggere la sua completa e amorevole adesione alla Volontà Divina, anche se velata dalla pena di dover lasciare i suoi amati figli ancor tanto piccoli. Gianna, come il suo Gesù, si consegnò al Padre”.
All’alba del 28 aprile, Sabato in Albis, venne riportata, come da suo desiderio precedentemente espresso al marito Pietro, nella sua casa di Ponte Nuovo, dove morì alle ore 8 del mattino. Aveva solo 39 anni.”(http://www.giannaberettamolla.org/principal.htm)
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Sigh! Non mi si apre nulla. 🙁
hai ragione scusa…ora funziona. (smack, ovviamente!)
Nós vamos atrás de constância de Constance, mesmo em Portugal, se for necessário!
Ele também irá estudar o português depois de espanhol! 😀
Bella invenzione il traduttore del pc, no? 😉
@ 61Angeloextralarge 8 marzo 2012 alle 15:05
“Bella invenzione il traduttore del pc, no?”
Bella invenzione ma da usare con la prudenza dei serpenti: prova a tradurre in inglese la parola italiana “marò” col traduttore di google e avrai una lezione di socio-antropo-demenziologia in un clic 🙂
First ;W la Miriano lusitana!
@medi.e.midia :no non mi ero messa in mente bene. Non sono ferrata in filosofia ma credo che per scegliere ci debbano essere due opzioni. Appare chiaro che santa Beretta ha scelto tra farsi operare e non farsi operare perchè pensare che il bambino potesse sopravvivere a lei dopo 2 mesi di gestazione questo si sarebbe stato il vero miracolo.Che poi sia morta tra atroci sofferenze e le abbia offerte a Dio può essere il motivo della sua santità e qui non entro nel merito come non mi metto a discutere sulla purezza della sua fede e della sua anima. Anche la mia bisnonna è morta di sepsi post partum immagino soffrendo parecchio, lasciando una bambina di pochi giorni e due bambini di pochi anni. Quando mia nonna mi raccontava questa storia le si riempivano gli occhi di lacrime anche se ormai era vecchia. Chissà se anche Giulia Baldaccini è santa?
Francesca Miriano. Santa Gianna Beretta Molla non è l’unica sola donna che ha fatto una simile scelta (poi i particolari delle storie cambiano ma il succo è quello). Che io sappia non dovrebbe essere l’unica per la quale sia stata anche proposta la santificazione: lei è arrivata agli onori degli altari, le altre non so, probabilmente sono per la strada…
“Fare santi” per gli altari non è una cosa semplice, soprattutto perché ci vuole qualcuno che si dia da fare e porti avanti tutto. Non è la Chiesa che decide chi elevare agli onori degli altari e chi lasciare nell’aninimato: la Chiesa, attraverso una apposita commissione, accoglie o meno la proposta, ma ci deve essere qualcuno che la proposta la fa. Il giorno di Ognisanti si fa memoria, appunto, di quei santi che non sono “nel calendario”, ma che comunque sono santi. Penso e dico spesso (anche in un commento recente) che quando andremo in Paradiso (come hai detto tu, Alvise, “se ci andremo”), avremo delle belle sorprese: veramente le prostitute ci saranno passate davanti!
Torniamo alla tua domanda: “Chissà se anche Giulia Baldaccini è santa?”. Perché no? Non nel calendario, ma cosa può mancargli? Tutti quelli che vedono Dio faccia a faccia sono santi! Ma che mi importa se nessuno si leggerà il mio nome nel calendario? Per me l’importante è essere davanti a Dio e guardarlo nel suo splendore!
N,B.: Alviseeeee! Mo’ rispondi te, ok? 😉
“l’unica sola”: italiano – 5 🙁
grazie, cara Costanza, delle tue parole. belle, semplici e vere. come sempre.
Luigi
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Da Sposati e sii sottomessa, il blog di Costanza Miriano
è evidente che tu conosci mia moglie. ma forse non abbastanza. ti ha detto nulla di me a letto? rido.
Pingback: buon nove marzo | malaparata
amo gli uomini… perchè sanno ridere di noi, ma anche di loro stessi. Gran dono l’ironia