La medaglia del Volto Santo di Gesù

di Costanza Miriano

Domenica sera a cena avevamo invitato dei nostri amici. Ma siccome normalissimi non siamo, anche i nostri amici inevitabilmente sono come noi, e così oltre a portare un dolce e il vino – come fanno gli altri – si sono presentati con una busta con dentro mille medagliette dorate. Mentre giro il risotto – che mi ostino a preparare per gli ospiti, ben sapendo che rischio sempre di bruciarlo nei concitati momenti finali, soprattutto se sto sotto la doccia perché finisco di correre sei minuti dopo l’ora della convocazione degli ospiti – sento grida di entusiasmo delle bambine. Avranno scoperto una nuova emoji, mi dico.

Quando invece vedo il mucchio che sbrilluccica sulla madia comincio a preoccuparmi – che ne farò di tutta quella roba? Poi, a cena, ascolto la stupefacente storia della suora che le ha fatte coniare, ma nonostante la vicenda appassionante continuo a guardare perplessa quella montagna di medagliette. Mi ci vorranno mesi per incontrare mille persone davvero interessate ad averne una.

La mattina dopo ne lascio una manciata su un tavolino in fondo a una chiesa, e dopo poche ore ci ricapito. Per curiosità vado a vedere se qualcuno ne ha presa una: sono finite. Ne do a un’amica di un altro quartiere, pensando di scocciarla, dopo un po’ me ne chiede altre. Le do a una signora pugliese che nel giro di qualche ora mi avvisa con un sms: “le ho consegnate a un sacerdote che fa tutti i giorni il giro dei malati nell’ospedale xxx e le ha gradite tantissimo”. Le porto con me in Veneto e le do a un’amica medico, per scoprire poi leggendo della beata Maria Pierina De Micheli che quella medaglia portata con fede ha procurato molte guarigioni. Ne lascio altre in un’altra chiesa, e alla fine della messa sono già dimezzate.

Torno a casa, apro i giornali e i social, e non si fa che parlare di elezioni e accordi e, soprattutto disaccordi… Ma niente mi toglie l’allegria. Ho nel cuore il pensiero di queste centinaia di piccole medaglie, di nessun valore economico, che per vie misteriose nel giro di poco più di ventiquattro ore hanno cominciato a girare per l’Italia, al sud, al centro, al nord. Non so perché, è un pensiero che mi riempie di gioia. Mi sembra come di veder le fila di un piccolo esercito di sconosciuti, sconosciuti al mondo e magari anche fra di loro, che vanno al loro posto di trincea con questo piccolo stendardo dorato, che non vale niente ma può tantissimo. Penso alle vie strane che prende la grazia, che si serve di incontri e messaggeri, penso alla mia buffa preoccupazione di non sapere che farmene, e penso che ancora una volta le nostre preoccupazioni sono ridicole, noi dobbiamo solo muovere un dito pensando che cominceremo a fare qualcosa, e poi compie tutto Lui prima ancora che abbiamo stabilito come fare. Penso alle vite di queste persone, alle fatiche che nessuno vede, alle croci portate e alla tenerezza di questo volto che vuole ricordarci quanto ci ama.

“E’ un’arma di difesa – ha detto Maria quando è apparsa alla Beata Maria Pierina de Micheli, chiedendole di far fare la medaglia – uno scudo di fortezza, un pegno di misericordia che Gesù vuol dare al mondo in questi tempi di sensualità e di odio contro Dio e la Chiesa. I veri apostoli sono pochi. E’ necessario un rimedio divino e questo rimedio è il S. Volto di Gesù. Tutti quelli che la indosseranno e faranno, potendo, una visita ogni martedì al SS. Sacramento per riparare gli oltraggi che ricevette il S. Volto del mio Figlio Gesù durante la Sua Passione, e che riceve ogni giorno nel Sacramento Eucaristico, verranno fortificati nella fede, pronti a difenderla ed a superare tutte le difficoltà interne ed esterne. Di più faranno una morte serena, sotto lo sguardo amabile del mio Divin Figlio”. Il linguaggio è antico – d’altra parte nelle apparizioni c’è sempre un piccolo contributo della percezione del veggente, o meglio, mi piace ancor di più pensare che la Madonna si adatti a parlare un linguaggio che sia affine e comprensibile al figlio a cui sta apparendo – ma che dolcezza questa mamma che vuole solo convincerci che Dio non ci frega, ma anzi è un oceano di gioia e piacere immenso!

Anche Gesù è apparso alla Beata Maria Pierina, col volto grondante di sangue “Vedi come soffro? Eppure da pochissimi sono compreso. Quante ingratitudini da parte di quelli che dicono di amarmi!” Anche qui, come non sentire sotto queste parole un po’ lontane dalla nostra sensibilità, il desiderio di uno sposo che vuole unirsi totalmente a noi, che è un amante geloso di noi, che ci vuole tutti per sé, ognuno e ciascuno, vuole solo che capiamo quanto ci vuole bene, in modo che noi non gli resistiamo più.

E allora le trincee a cui le mille medagliette andranno a finire, i mille posti di combattimento a cui porteranno sollievo sono le trame di una incredibile storia di amore, la piccolissima parte di una grande storia di amore, quella di Dio per i suoi figli. Un Dio che non vuole niente da noi, solo che crediamo davvero a quanto ci vuole bene.

 

 

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p.s. per le medagliette, non mi fate fare anche da postina perché non ce la posso fare. Me le terrò in tasca e se ci incontriamo ve le do. Altrimenti, rivolgetevi alle suore Figlie Immacolata Concezione Buenos Aires Via Asinio Pollione, 5,  all’Aventino a Roma le regalano. L’unico rischio, è che anche voi torniate a casa con un bel carico da distribuire in giro.

35 pensieri su “La medaglia del Volto Santo di Gesù

  1. Giusi

    Ce l’ho sempre addosso insieme alla medaglia miracolosa, allo scapolare del Carmelo e alla medaglia di san Benedetto. Giro armata.

  2. Ma siccome normalissimi non siamo, anche i nostri amici inevitabilmente sono come noi

    Eh eh… e chi è “normale” qui? 🙂 Anch’io giro armato più o meno come Giusi (anche se stranamente le cordicelle che uso si rompono in continuazione, devono dare fastidio a qualcuno…) e, se non a migliaia, comunque ho anch’io un pacchettino di medaglie varie che ogni tanto distribuisco…

  3. fiore

    ho scoperto da poco le litanie del Santo Volto di Gesù. Cerco di recitarle tutti i martedì, qualche martedì non ce la faccio (come ieri, ad esempio) ma non sapevo della bellissima storia di Maria Pierina de Micheli. Il volto di Gesù così sofferente, mi attira e mi interroga sempre sul suo grande amore per noi. Grazie per l’articolo e per le indicazioni per avere la medaglietta.

  4. Anche i frati carmelitani vi sono molto affezionati… io indosso medaglia miracolosa e quella di San Benedetto in attesa di ricevere degnamente lo scapolare. Anche i miei bimbi portano San Benedetto al collo.

    1. F

      a proposito di carmelitani, è da ricordare che il nome scelto da S. Teresa di Lisieux è Teresa del Bambin Gesù e del Volto Santo!

      1. admin @CostanzaMBlog

        Caro F
        grazie per i commenti, però se vuoi continuare ad intervenire devi digitare un indirizzo mail valido, indirizzo che comunque non sarà visibile pubblicamente.

  5. franz

    Ah, quand’ero giovane e protestante latente (infatti educato dai gesuiti) schifavo tutte queste cose, giudicandole – dall’alto della mia sprezzante superbia – come residui di paganesimo. Sciocco, povero sciocco, piccolo povero sciocco, come mi sbagliavo!

    1. Caterina Badioli

      Scusa posso chiederti perché hai scritto tra parentesi “infatti educato dai gesuiti”?

  6. Emanuela

    Cara Costanza, il martedì grasso di quest’anno, dato che le scuole erano chiuse per le vacanze di carnevale, ho portato i miei figli alla basilica di Maria Ausiliatrice. Non era la prima volta, e come le altre volte, dopo la visita siamo passati dal negozio di libri e articoli religiosi nel cortile della basilica. Mio figlio più piccolo, anni 8, si è diretto verso gli espositori di medagliette e con aria decisa ha cominciato a cercare qualcosa…ma qualcosa di preciso, perché vedevo che scartava tutte le medagliette finché non ha trovato quella del Santo Volto. “Costa tanto, mamma? Posso prenderla?” È uscito con la medaglia stretta nella manina, felice… e la sera non capiva perché io piangessi guardando il telefono, dove la mail “Il Vangelo del giorno” mi informava che proprio quel giorno, il giorno prima delle Ceneri, ricorreva la festa del Santo Volto…

    1. Bimbo ispirato!

      Capita che i nostri figli anche piuttosto piccoli, ci sorprendano per atteggiamenti, domande o affermazioni che ci fanno esclamare in cuor nostro: «Ma questa come gli è “uscita”?!».

      E’ l’azione dello Spirito Santo che talvolta a noi sfugge e che ama comunicare con questi piccoli…
      Oggi forse cosa rara, giacché già fda piccoli i nostri figli sono travolti da una marea di imput molto più “terra-terra” (per non dire di peggio), ma nella storia anche di tanti Santi, speciali chiamate si sono manifestate in giovanissima età.

      Come genitori, senza esaltarci o esaltare troppo il singolo avvenimento (non lo dico a te Emanuela che hai riporta to questo bell’aneddoto), dobbiamo vigilare, avere discernimento e anche difendere ogni particolare “chiamata” rivolta ai nostri figli.

      Anche se non si parla di un padre e un figlio, mi sovviene sempre in simili casi questa Parola:

      1Samuele 3, 3-10

      La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele era coricato nel tempio del Signore, dove si trovava l’arca di Dio. Allora il Signore chiamò: «Samuele!» e quegli rispose: «Eccomi», poi corse da Eli e gli disse: «Mi hai chiamato, eccomi!». Egli rispose: «Non ti ho chiamato, torna a dormire!». Tornò e si mise a dormire. Ma il Signore chiamò di nuovo: «Samuele!» e Samuele, alzatosi, corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Ma quegli rispose di nuovo: «Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!». In realtà Samuele fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. Il Signore tornò a chiamare: «Samuele!» per la terza volta; questi si alzò ancora e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovinetto. Eli disse a Samuele: «Vattene a dormire e, se ti si chiamerà ancora, dirai: Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta». Samuele andò a coricarsi al suo posto. Venne il Signore, stette di nuovo accanto a lui e lo chiamò ancora come le altre volte: «Samuele, Samuele!». Samuele rispose subito: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta».

  7. Silvia

    Pensa che nel novembre scorso sono riuscita addirittura a contrabbandare una medaglia all’interno di un carcere di massima sicurezza degli Stati Uniti, la Florida State Prison, e a metterla al collo di un detenuto condannato a morte con il quale corrispondo da due anni. E sai cosa? Quando sono rientrata in Italia mi ha comunicato che gli hanno commutato la pena in carcere a vita. Un caso? Non so…

    1. 61angeloextralarge

      Grazie Silvia per questa testimonianza. Ne abbiamo veramente bisogno. Smack!

    2. exdemocristianononpentito

      Perbaccone! non dev’essere facile avvinae un condannato nel braccio della morte, specialmente negli USA!

  8. Luigi

    Grazie Costanza. Ammetto la mia ignoranza riguardo a questa medaglietta. Me la procurerò e la donerò a mia moglie e ai miei 3 figli.
    Grazie anche a Emanuela per la bellissima testimonianza.
    Ps. Voglio dare anch’io una piccola testimonianza: da tempo in famiglia abbiamo preso la bellissima abitudine di dire il Santo Rosario con le litanie in latino tutte le sere.
    I miei bimbetti fanno a gara a prendersi il rosario e poi tra un ave Maria ed un altra si addormentano sereni.
    All’inizio ci sembrava una cosa impossibile, ma ora è diventata una normalissima abitudine… I miracoli di Maria Santissima 😀

    1. Laura

      Proprio come accade la sera in casa mia…. i miei si contendono i misteri da recitare…. e poi beati dormono!!!!
      È una meraviglia!!!!

  9. Lalla

    Una sola eccezione, te ne prego. Trova il modo di farne arrivare una alla famiglia del piccolo Alfie a Liverpool! E preghiamo per lui e i suoi genitori!

  10. 61angeloextralarge

    Un anno fa circa, andando all’incontro settimanale di preghiera della mia comunità, uno dei fratelli del gruppo ha chiesto preghiere perché era il suo compleanno. Allora ho “ruspato” nella borsa sapendo che avrei trovato qualcosa per lui di prezioso spiritualmente. La prima cosa che mi son trovata in mano è stata la Medaglia del Volto Santo. Gliel’ho consegnata abbracciandolo e, siccome non sapeva cos’era, gli ho spiegato tutta la storia. Solo dopo mi sono resa conto che quel giorno, 29 febbraio, era il martedì prima del Mercoledì delle Ceneri. L’ha messa al collo e non l’ha più tolta…

  11. Grazie Costanza! Come sempre colpisci dritto al cuore….chissà se il Signore troverà il modo di farmene avere una!!! Buona vita!

  12. francesco

    non potro’ mai avere la Pour le Merite. non potro’ mai avere la croce di ferro. non potro’ mai avere la Ritterkreuz ne’ l’ordine di Lenin ne’ potro’ essere Eroe dell’Unione Sovietica.
    francamente poco mi interessa delle medagliette.

  13. @Federica

    Non so se mi leggerai… Nel topic in cui avevamo iniziato la conversazione i commenti ora sono chiusi.
    Mi ero copiaincollata il tuo commento per risponderti appena possibile.
    (Se Admin consente lo metto qua).
    Visto il presente topic, magari “miracolosamente” mi trovi e mi leggi ☺

    Federica scrive: “No, intendo la “consolazione” di sapere di avere una possibilità, che effettivamente c’è un senso ulteriore in ciò che facciamo o non facciamo, che c’è qualcuno a cui “interessa” e che “osserva” ciò che facciamo o non facciamo, garantendo una base di valori che magari non riusciamo a perseguire in un modo perfetto, ma che ci sono, e dunque non siamo soltanto abitanti di un grumo d’acqua e terra che vaga nell’universo, la cui vita e morte non è di interesse per nessuno, tantomeno un “padre”.

    Ok, capito perfettamente.
    Osservo che la risposta di “senso” può venire in realtà da una qualsiasi ideologia, anche da qualsiasi ideale ateista.
    Il senso di appartenenza ad un gruppo o ad un ideale comune non viene “fornito” solo dalle religioni, ma da sempre è caratteristica dei più svariati consorzi umani.
    Si stabilisce un “valore superiore” e ci si va dietro.
    È questo che soddisfa l’Uomo.

    Per molte civiltà, per molta antichità, per molti uomini, per molti millenni l’idea di “eternità” o di “vita dopo la morte” NON esistevano.
    Quindi il senso, lo scopo della vita si coagulava su altri valori. Non necessariamente “eterni”.

    L’interpretazione storica secondo la quale l’ateismo sia una realtà moderna è sì abbastanza vera (da molti punti di vista), ma da altri punti di vista è un po’ falsata perché molte credenze antiche in realtà non prevedevano una vita umana ultraterrena. E vivevano benissimo così.
    (anche ai tempi di Gesù la casta sacerdotale sadducea non credeva all’immortalità dell’anima, e ciò viene riportato anche nei vangeli).

    Federica: “L’idea di giudizio stessa la vedo, secondo quest’ottica, come una consolazione: può atterrirmi l’idea dell’Inferno, ma mai quanto l’idea del nulla, l’idea del “bene e male sono la stessa cosa, o per lo meno spetta solo a me definirli”.

    Mah… Questa affermazione la comprendo, ma mi convince poco.
    Spesso ho letto delle lodi altissime al relativismo come ideale per la somma felicità degli esseri umani… Davvero spesso. L’ultima lode l’ho letta da parte di una signora ebrea (quella signora citata in qualche sito cattolico qualche giorno fa perché era un’allieva di Giussani al liceo e lo ammirava come maestro, senza essere lei mai stata cristiana. Come ebrea, dopo tanti anni di studi religiosi, raccontava che ha optato per una filosofia ebraica di un maestro estremamente relativista).

    Inoltre: dici che il “nulla” sarebbe probabilmente più spaventoso del rischio dell’inferno… Anche qua non credo che la realtà sia esattamente questa… perché nei fatti conosco tante persone che vorrebbero soltanto “sciogliersi nel nulla” dopo la morte. E conosco persone che hanno abbandonato il cristianesimo proprio perché preferiscono una certa anonima “coscienza universale” (quella di tanti culti orientali) in cui “spariranno” senza lasciare traccia – come loro massima aspirazione.

    Federica: “Può atterrirmi l’idea che un mio caro o io stessa finiscano all’Inferno, ma mai quanto l’idea che a nessuno a parte me (in senso lato) importi della morte del mio caro, e che quando sarò morta io, anche il suo ricordo sarà svanito quanto il suo corpo e la sua anima”.

    Capisco ciò che vuoi dire… Cioè capisco il sentimento che esprimi perché probabilmente lo possiamo avvertire un po’ tutti.

    E allo stesso tempo ti ricordo ancora che non tutti hanno questi timori e questo sentimento della vita…
    Però: ok, prendo la tua ipotesi come valida. E procedo.

    La mia domanda è: perché allora l’uomo in tanti millenni non aveva mai escogitato questa “possibilità”, questa scappatoia psicologica della vita eterna?
    Perché ci ha messo tanto?
    Perché la vita eterna e l’anima umana immortale sono state “inventate” solo in alcune zone geografiche e in alcune civiltà…?

    E soprattutto: se l’uomo in millenni e millenni e millenni ha constatato che la vita è solo quella osservabile sulla terra da vivi… perché non si è RASSEGNATO e non si accontenta di concentrarsi “qui e ora”?
    Che cosa ci sarebbe di male e di così spaventevole?
    Perché non si arrende a questa realtà del “nulla”?

    Federica: “effettivamente la mia domanda non può prescindere da un punto di vista che non può essere quello di un credente animato dalla fede”

    Ricorda che:
    1) su base umana possiamo comunicare allo stesso livello

    2) se sei battezzata cristiana, volente o nolente, sei animata anche tu da un “animatore” uguale al mio. Quell’animatore secondo me ti sta chiamando alla tua radice.
    So che anche questo tu lo potrai attribuire a “fede” da parte mia…
    Ma la realtà è che tu ora sei in una certa ricerca spirituale (o nostalgia), come testimoni tu stessa.
    Almeno metà degli abitanti del pianeta non ha questi desideri che hai tu adesso.

    3) la mia Fede non oscura la mia Ragione. La vera Fede non oscura mai la Ragione. La comprende e la supera … ma in nessun modo la oscura.
    Diffida della gente accecata e non diventare tu stessa una rappresentante della Sola Fide (tipica dei protestanti).

    Federica: “Personalmente, io non mi definisco atea, ma di certo non credo nel vostro Dio”.

    E qui ci sarebbe da chiederti in quale Dio tu credi che noi crediamo. È un dato di fatto (riferitoci da teologi e dai maestri cristiani: la grande maggioranza degli atei e degli agnostici crede che il “dio cristiano” sia un qualche concetto un tantino ridicolo… un concetto al quale noi stessi non crediamo.
    È invece più probabile che il tuo Dio sia anche il nostro Dio. È solo che non lo sai.
    … Ho letto che dici di non essere esperta di teologia… Forse una minima conoscenza di base ti aiuterebbe a conoscere chi è il “nostro Dio”. Esperienza diretta e Studio teorico, Cuore pulsante e Testa funzionante non si contraddicono nel cristianesimo).

    Federica: “Cioè, ora come ora credo che la vita termini con la morte fisica”.

    Come per tutti i Credo, dovresti elencare (non a me ma a te stessa) i fatti ragionevoli-razionali che supportano questa tua credenza.

    Federica: “Obiettivamente potrei prendere una pistola e ammazzare quante più persone possibile senza sentirmi in colpa, dato che non credo in un giudizio nell’aldilà.
    Non lo faccio perché ho introiettato determinate norme sociali che causano invece un vero senso di colpa”.

    È vero (ed è questo che gli agnostici maschi non ammettono mai!).
    Ma secondo me qui ci sarebbe da valutare un po’ meglio da dove venga il senso di repulsione ad uccidere altre vite… Non è proprio completamente vero che soltanto un’educazione civica introietta il “non uccidere”.
    Ad esempio: in natura, in generale, in condizioni non patologiche, una madre ucciderebbe il proprio figlio per salvarsi la vita oppure sacrificherebbe la propria vita pur di difenderlo?
    Poi, certamente, è verissimo che nella prospettiva del non-giudizio, un ateo non ha motivi per risparmiare la vita di un qualunque uomo-ostacolo gli si pari davanti.

    Federica: “Ma tante volte ho desiderato di avere fede in un dio per non sentire il senso di spaesamento, di nulla (in termini di valori) in cui la nostra società si trova”.

    Apprezzo che comprendi il valore, al di là della Fede.
    Fin qua sei nella categoria dei cosiddetti “atei devoti”.

    Federica: “Fa paura, o meglio destabilizza, l’idea di essere un piccolo animaletto su un pianeta sperduto, le cui azioni non contano e i cui pensieri si perderanno definitivamente in meno di cent’anni, molto prima che questo pianeta stesso venga inghiottito dal Sole.
    Fa molta più paura dell’idea di Inferno, secondo me. “

    No, a me non fa paura questo. Proprio per niente.
    Però qualcosa c’è…
    Secondo me c’è un punto in comune – tra credenti e non credenti – sulla mancanza di senso delle azioni umane.
    Ed è la mancanza di senso proveniente dal fatto che nessuno di noi può conoscere il momento della morte.
    Soprattutto chi ha sperimentato di persona nella sua vita tante morti di persone anche giovani, oppure esperienze durissime (di malattie invalidanti oppure di varia violenza ai propri danni) un qualsiasi progetto avviato da sè stessi oppure dagli altri può assumere un certo non-senso… perché in qualche modo ci rendiamo conto che non possiamo programmare niente.
    Ecco: questa “sensazione” può toccare tutti, credenti e non credenti. Ed è questa, secondo me, la cosa più “spaventosa” che ci troviamo a fronteggiare.
    In questo caso la soluzione può essere ateista-laicista oppure credente-religiosa.
    Ateista: io lavoro con lo scopo più grande di costruire una società in continuità col passato e col futuro.
    Credente: io lavoro con lo scopo più grande di costruire una società in continuità sia con la storia umana che col progetto di Dio, quindi lavoro sia con l’immanente sia con il trascendente.

    In entrambi i casi, credente o non credente: il mio lavoro e la mia identità (il mio contributo) non andranno perduti.
    Insomma: lo scopo “più alto” al quale “aggrapparsi” può esserci (e c’è) per entrambe le credenze… Non solo per i credenti in Dio.

    Ma è la difficoltà ad accettare il proprio limite, la propria LIMITATEZZA e la propria FINITEZZA che colpisce entrambi: credenti e non credenti.
    È a questo che non c’è consolazione, a mio avviso.
    (umana non-consolazione risolta in 2 modi differenti per il credente e per il non credente).

    La domanda allora diventa: PERCHÉ noi siamo colpiti da questa non-consolazione?
    Perché non ci consoliamo?

    E allora qua passiamo al problema della auto-coscienza che gli animali non hanno.
    L’uomo è l’unico ad avere coscienza di sè e del suo destino.
    L’uomo è l’unico che si rende conto “di essere un piccolo animaletto su un pianeta sperduto”.
    (gli animali non si rendono conto di essere animaletti inutili).

    ———-

    Quindi la domanda diventa:
    è possibile che cause/elementi naturali non-coscienti siano arrivati a causare un’essere umano cosciente come lo siamo noi?
    È possibile che un universo fatto di incoscienza e di automatismi incoscienti (chimici, fisici, minerali, biologici, vegetali, animali) abbia prodotto un ESSERE COSCIENTE ?
    Noi siamo piccoli, limitati, impotenti e … coscienti dell’immensità che ci supera.
    È possibile che deriviamo da un universo infinito, illimitato, potente, onnipotente, vivente, perfettamente ordinato e… incosciente?

    Da dove arriva l’autocoscienza di esistere?
    Da un punto di vista puramente naturale e funzionale… non serve proprio a niente.
    Non c’è niente di necessario che richieda che l’uomo sia autocosciente, in grado di pensare e in grado di prendere decisioni anti-istintuali.

    ——-

    Da altri tuoi commenti apprendo che desideravi dai credenti più racconti di esperienze personali, e meno ragionamenti.
    Beh, come esperienza personale io ti posso testimoniare che non sono stati i ragionamenti minuziosi a donarmi la Fede.
    (Nel caso, se mi stai leggendo e se vuoi che ti faccia un riassuntino del mio caso, fammelo sapere).
    Tuttavia so che tante persone ci sono arrivate iniziando da un minimo di ragionamento.

    Ognuno ha una propria via e un proprio modo di arrivarci. Nella Chiesa li puoi trovare tutti. Alcune volte anche tramite dei gruppi che si occupano di evangelizzazione, altre volte semplicemente stando nella Chiesa e crescendo con i cattolici, incontrando altre persone che vivono la Fede.
    Personalmente, ad oggi, non faccio parte di nessun gruppo o movimento.
    Se dovessi suggerirtene uno nel quale fare un’esperienza, non esiterei a suggerirti i focolarini (Movimento dei Focolari, fondato da Chiara Lubich) che organizza una varietà di possibili incontri, puoi informarti se è vicino a te in qualche parrocchia.
    Di tanti altri gruppi invece, sinceramente, diffido, e pure parecchio, perché purtroppo conosco personalmente tanti danni che hanno provocato alla fede e alla vita di tante buone persone…
    Perciò oggi come oggi ritengo più “sicuro” per un agnostico partecipare appunto a qualche iniziativa dei focolarini, a qualche incontro in monasteri francescani, oppure partecipare a qualche (silenziosa) Adorazione Eucaristica nelle chiese in cui si fa, oppure qualche volta ascoltare conferenze come quelle di Padre Maurizio Botta, oppure di Padre Giuseppe Barzaghi (che a volte ne fa anche appositamente per il dialogo con non credenti), oppure trovare un buon direttore spirituale che riuscisse a colloquiare bene a tu-per-tu, a comunicarti la gioia della Fede, a rispondere alle tue domande…
    Questo è il mio consiglio. È opinabile, e magari tanti qui non saranno d’accordo con questo mio “stroncamento” dei gruppi ecclesiali – ma fatto sta che oggi tanti “carismi” assomigliano un po’ troppo a raggruppamenti settari, ognuno col loro “dio”, e abbastanza sordi alle buone indicazioni della Madre Chiesa.
    (Per eventuali criticoni all’ascolto: ho scritto “buone indicazioni”; non ho scritto “indicazioni di teologi eretici”).

    Quindi è meglio andarci coi piedi di piombo. Usa la testa. Prega, osserva, vai direttamente in chiesa davanti a Gesù-Eucaristia e fatti consigliare da Lui.
    Ti informo che domani venerdì pomeriggio partono le 24 ore per il Signore e troverai diverse chiese aperte per 24 ore, anche la notte (informati se ce ne sono di vicine a te).
    Magari è il momento ideale per fare una visitina senza impegni particolari. E vedere da lontano l’effetto che fa

    Ciao 😊

  14. exdemocristianononpentito

    A Francesca:

    “Inoltre: dici che il “nulla” sarebbe probabilmente più spaventoso del rischio dell’inferno… Anche qua non credo che la realtà sia esattamente questa… perché nei fatti conosco tante persone che vorrebbero soltanto “sciogliersi nel nulla” dopo la morte. E conosco persone che hanno abbandonato il cristianesimo proprio perché preferiscono una certa anonima “coscienza universale” (quella di tanti culti orientali) in cui “spariranno” senza lasciare traccia – come loro massima aspirazione.

    Federica: “Può atterrirmi l’idea che un mio caro o io stessa finiscano all’Inferno, ma mai quanto l’idea che a nessuno a parte me (in senso lato) importi della morte del mio caro, e che quando sarò morta io, anche il suo ricordo sarà svanito quanto il suo corpo e la sua anima”.

    Capisco ciò che vuoi dire… Cioè capisco il sentimento che esprimi perché probabilmente lo possiamo avvertire un po’ tutti.

    E allo stesso tempo ti ricordo ancora che non tutti hanno questi timori e questo sentimento della vita…”
    §§

    CONFERMO pienamente, per esperienza personale quanto dici; e la mia è l’esperienza di uno che lavora nel campo delle onoranze funebre e quindi avvicina giornalmente gente che si confronta con la morte.

    1. @Exdemo.
      Grazie della conferma “professionale”.

      Non è escluso che Federica sia toccata da certi sentimenti (che attribuisce a tutto il genere umano) proprio perché lei inizia ad avere un “pungolo” di ricerca spirituale mossa direttamente dall’Alto.

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