Una femminista della prima ora difende le differenze uomo-donna
Julie Bindel è piuttosto arrabbiata.
Julie Bindel è una giornalista freelance britannica. È una scrittrice. Julie Bindel è una femminista della prima ora. Attivista per i diritti delle donne. In difesa delle donne. Ha co-fondato il gruppo Justice for Woman.
Ha all’attivo studi e ricerche sui temi della violenza sessuale, del turismo sessuale, della prostituzione, dello sfruttamento umano. Ha combattuto per i diritti delle persone lesbiche, per l’uguaglianza di genere, per il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Julie è lesbica dichiarata.
Ed è accusata di odio trans fobico. Anzi, di avere ingaggiato una vera e propria crociata, sebbene solitaria, contro le persone transessuali.
https://www.theguardian.com/commentisfree/2010/feb/01/julie-bindel-transphobia
Con tutto quello che anche solo la paginetta di wikipedia squaderna al suo attivo come attività, impegno pubblico e studi credo possiamo essere ragionevolmente certi che questa persona non covi in sé odio pregiudiziale nei confronti…
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Commento come persona che ha avuto e ha ancora di un disturbo di identità di genere ma che ha deciso di restare cosi come è tenendo questa croce e facendoci i conti ogni giorno, piu o meno in silenzio, da quando ho incontrato Cristo che tutto ha rinnovato nella mia vita e sopratutto mi ha aperto gli occhi sulle mistificazioni che il “mondo” ci vuole imporre.
Vi leggo con piacere quando posso perchè spesso condivido la vostra visione delle cose.
Pur essendo transessuale (quanto meno psicologicamente) tutti i cosiddetti movimenti lgbt sono lontani anni luce da me e dalla mie idee e pertanto detesto qualunque tentativo di anestetizzare i concetti, e le paure di non dire…. perchè qualcuno potrebbe offendersi.
Ma proprio in questa ottica, ritengo che il problema “identità di genere” che afflige essere umani (non dimentichiamocelo) è affrontato nell’articolo in maniera semplicisitica.
Mi sembra che quando si parla di maschi che si sentono femmine ci sia la tendenza a stemperare questo problema come se si parlasse del solito matto che in qualche modo si ostina a non capire la realtà nuda e cruda.
Magari si è convinti che se lo stesso caso si presentasse in famiglia, dicendo le cose nude e crude e magari con qualche punizione il concetto si farebbe passare al ragazzo coinvolto.
Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare si dice…. e anche tra il comprendere e poi operare c’è lo stesso.
Non è sempre facile fare i conti con una sensazione di inadeguatezza che ti martella tutti i giorni, ogni attimo.
Cosi come ha scritto l’autrice dell’articolo italiano…. potrei anche io affermare che non è normale e sano che ad una femmina piacciano altre femmine…. non lo dico perchè il concetto di “normalità” e “sanità” è assai vasto, l’importante è non pretendere che le visioni, piu’ o meno normali o sane, determinino la vita di tutti i cittadini.
Non credo sia normale e sano, infatti, che due donne allevino un figlio in assenza della figura maschile. Un conto è che la vita ti costringe a questa situazione, un altro conto è legalizzarla come diritto.
Per quanto riguarda l’intervista della signora femminista poi, mi da l’impressione che si tratti dell’ennesimo tentativo (nascosto tra le righe) di stabilire la predominanza delle femmine sui maschi.
Della donna sotto attacco in un mondo maschilista dove addirittura ci sono uomini che pretendono di essere come loro. Non è cosi, sveglia! la guerra è finita!
Mi da poi l’impressione che si voglia affermare l’eventuale “purezza” e nobiltà della femmina biologica rispetto ai maschi e tanto piu’ per chi decide di esserlo fisicamente (soffrendo).
Gli si vuole solo ribadire che non sarà mai all’altezza di questa prima.
In questo senso, non mi sembra ci siano grosse novità e di ravvidemento sulle posizioni iniziali.
Me