Unioni civili, ma quali diritti mancano?

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Ecco i diritti di cui godono in Italia i conviventi (senza distinzione di sesso). Luciano Moia, su Avvenire, ne ha fornito il preciso inventario:

ANAGRAFE – Il regolamento anagrafico in vigore dal 30 maggio 1989 stabilisce che “l’anagrafe è costituita di schede individuali, di famiglia e di convivenza”, senza bisogno in quest’ultimo caso di ulteriori registri.

ASSISTENZA SANITARIA – La legge n. 91 del 1 aprile 1999 prescrive che i medici devono fornire informazioni sulle cure tanto “al coniuge non separato” quanto “al convivente more uxorio“(nel 2012 la Corte d’Appello di Milano ha sancito che nella nozione legale di ‘conviventi more uxorio‘ rientrano anche le coppie omosessuali, per le quali vale “il diritto a un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”).

PERMESSI RETRIBUITI – La legge n. 8 del 2000 riconosce il permesso retribuito di tre giorni all’anno al lavoratore e alla lavoratrice anche in caso di documentata grave infermità del convivente.

CONSULTORI FAMILIARI – La legge n. 405 del 1975 assicura assistenza psicologica e sociale per i problemi della coppia e della famiglia anche ai componenti di una convivenza.

ASSISTENZA AI DETENUTI – Le norme sull’ordinamento penitenziario in applicazione della legge n. 354 del 1975 prevedono possibilità di colloqui e corrispondenza telefonica al “convivente detenuto” alle stesse condizioni stabilite per il coniuge.

FIGLI – Nessuna differenza sul piano legislativo tra genitori regolarmente sposati e conviventi. Addirittura la legge n. 6 del 2004, nell’elencare chi dev’essere preferito come amministratore di sostegno di una persona priva di autonomia, colloca “la persona stabilmente convivente” subito dopo il coniuge e prima del padre, della madre, dei figli, dei fratelli.

LOCAZIONI – La corte costituzionale, con la sentenza n. 404 del 1988, ha riconosciuto al convivente more uxorio il diritto di succedere nel contratto di locazione in caso di morte del partner, anche quando sono presenti eredi legittimi.

VITTIME DI MAFIA O TERRORISMO – La legge n. 302 del 1990 ha esteso anche ai conviventi more uxorio le provvidenze che lo Stato accorda alle vittime.

VITTIME DI ESTORSIONE E USURA – La legge n. 44 del 1999 comprende tra i beneficiari delle provvidenze anche i conviventi delle vittime.

ALTRE TUTELE – Oltre ai benefici fin qui elencati, vi sono garanzie per i conviventi anche per quanto riguarda l’assegnazione degli alloggi popolari, l’impresa a carattere familiare, il risarcimento dei danni patrimoniali, la protezione dei collaboratori e testimoni di giustizia.

Che cosa vorrebbero allora in più i fautori della nuova legge? I due benefici che finora spettano soltanto alle coppie sposate: la reversibilità della pensione  e la possibilità di adottare dei figli.

leggi anche : Diritti gay? Sono già garantiti. Ecco come

36 pensieri su “Unioni civili, ma quali diritti mancano?

  1. Vi sono moltissime forme di “parassitismo” e chi le sa usare a suo vantaggio sfasando principi ne trae profitto. Come sempre la Societa’ ricavera’ i frutti del suo comportamento morale ed etico. Non si raccolgono fichi dai rovi. Paul.

  2. Lalla

    Sul profilo Facebook di Costanza ci sono i dati per inviare un contributo al comitato del Family Day per pagare gli anticipi delle spese organizzative. Ho appena versato una piccola donazione. Invito tutti i lettori del blog a farlo!

  3. Tutto quanto elencato sopra renderebbe ormai obsoleta la pratica del matrimonio (escluso il matrimonio religioso, con la sua magìa potentissima, per chi ci crede, ovviamente)!

    Il parassiti si annidano ovunque!

  4. ola

    Sinceramente non pensavo – e inutile dire che non mi trova d’accordo – che i conviventi more uxorio potessero usufruire di tutti questi diritti senza i corrispondenti doveri…

  5. C’è da ammettere, comunque, che molti sostenitori della Cirinnà lo hanno sempre dichiarato che vogliono la reversibilità della pensione e la possibilità di adottare dei figli.

  6. vale

    a tal proposito, notevole il pezzo di oggi di s.merlo su “il foglio” di oggi a pagg.1 e 4.:

    “questo matrimonio non s’ha da fare- perché il ddl cirinnà può evaporare grazie al teorema nitto palma.”

    alcuni stralci:”… avrebbe(nitto palma)selezionato la relatrice della legge( la cirinnà in questione) coltivando la segreta speranza che la senatrice digiuna di diritto e d’esperienza scrivesse una legge completamente da cestinare…e dicono pure che abbia voluto calendarizzare la legge in senato dove i numeri di renzi ballano,per rendere più difficoltoso l’iter.”

    “certo,devo dire che adesso trovo divertente il fatto che la senatrice sia sostenitrice della cosiddetta “stepchild adoption” quando da delegata del sindaco di roma per le politiche dei diritti degli animali aveva prodotto un regolamento nel quale si vietava espressamente il distacco dei cuccioli di animale dalla mamma prima dei due mesi di vita.

    così com’è scritta, il presidente non la firma.e questo è già chiaro.guardi,è un matrimonio senza le pubblicazioni,viene officiato da un funzionario di stato civile,come il matrimonio.e si scioglie con un divorzio come il matrimonio. tutto ciò è “leggermente” proibito dalla costituzione.

    il nostro ordinamento prevede diritti e doveri per i genitori,ma non prevede il diritto a diventare genitori.

    certo che è stata scelta con sapienza:la signora cirinnà sembra disegnata apposta per far saltare in aria la legge…”

    a me viene in mente il pensar male costituisce peccato ma ci si prende.

    non è che renzi ha dato mandato a beppe lumia di presentare la cirinnà a nitto palma per farla nominare sapendo che avrebbe combinato in pastrocchio?

    avrebbe salvato la faccia con il pd e tutta la sinistra e i se non ora quando egli arcigay e quant’altro sapendo che la legge,qualunque legge,scritta da tal personaggio, non sarebbe passata ( così non è colpa sua), ed in più si tiene buoni i cattodem e la curia facendo vedere che la legge non è passata grazie al fatto che,inopinatamente,la relatrice è poco attenta ( e sottobanco facendo pensare che l’ha scelta apposta per non fare la legge.)

    o ,più semplicemente, il diavolo fa la pentola ma non i coperchi?

    ai posteri l’ardua sentenza….

  7. Mimi

    Hanno sicuramente più diritti delle famiglie, le mamme che lavorano, appena possono vengono licenziate e per i figli che sostegno hanno? Fatemi ridere

  8. Isabella

    Rilevo che la maggior parte dei diritti indicati nell’articolo, sono stati riconosciuti dalla giurisprudenza e non dalla legge. E la giurisprudenza in Italia è tutt’altro che costante oltre che uniforme, soprattutto nel caso detto riconoscimento provenga da un Tribunale ovvero da una Corte d’Appello e non dalla Cassazione.
    Non vengono poi menzionati i diritti di successione. E’ vero che si può sopperire a tale mancanza con un testamento, ma non sempre si hanno le conoscenze necessarie per redigere un valido testamento ovvero le disponibilità economiche per farlo redigere da un professionista. Il coniuge invece è per legge erede e una quota del patrimonio del congiunto che viene a mancare, gli viene garantita anche quando il de cuius abbia disposto per testamento in modo diverso.
    Quindi non solo sotto l’aspetto dei figli e della reversibilità, coniuge e convivente sono diversi.

      1. Agostino

        Vorrei osservare che il Testo Unico sui diritti dei Conviventi non è così dissimile da quello dei tanto vituperati DICO, che il Family Day-1 si attribuisce il merito di aver fatto fallire.
        Oggi ci si accorge che se i DICO fossero stati approvati oggi non ci troveremmo a combattere contro il DDL Cirinnà, sicuramente peggiorativo sotto molti punti di vista.
        Chissà contro cosa ci troveremo a combattere, tra 3 o 4 d’anni, se il Family Day-2 dovesse portare al ritiro del DDL Cirinnà!
        E’ proprio vero che quando la storia non insegna, il peggio deve ancora venire.

        1. marco

          Se fossero passati i DICO adesso si discuterebbe già dei DICO2, sicuramente ben peggiori del Cirinnà. Tranquillo.

      2. ola

        “Questo testo, che rende maneggevoli e coordina disposizioni che l’ordinamento italiano già comprende , permetterà ai parlamentari di schierarsi e agli elettori di comprendere le loro posizioni. Chi vuole il “matrimonio” omosessuale, completo di adozioni subito o tra qualche anno, potrà votare le unioni civili della Cirinnà o di Renzi. Chi vuole ribadire che ai conviventi, dello stesso sesso o di sessi diversi, sono riconosciuti i diritti e i doveri relativi alla sanità, alle carceri, alla locazione, ai risarcimenti, ma vuole chiudere la porta al “matrimonio” e alle adozioni, ora ha un testo su cui convergere.”

        Scusate pero’allora una domanda: che differenza c’e’fra la posizione indicata in questa proposta:
        http://www.siallafamiglia.it/testo-unico-sui-diritti-dei-conviventi/
        e quella di don Mauro Leonardi che nell’altro post Giusy ( a mio avviso correttamente ) rileva come non del tutto priva di problemi?
        http://costanzamiriano.com/2016/01/21/resistenti-bisogna-essere/
        http://www.huffingtonpost.it/mauro-leonardi/il-papa-dice-no-alle-confusioni-non-alle-unioni-civili_b_9060372.html

        Si tratta di una scelta di realpolitik?
        Non dovremmo noi teoricamente anche tentare di ostacolare ogni “facilitazione” ( “[ … ] rende maneggevoli e coordina [ … ]” ) indirizzata a forme di convivenza altre dal matrimonio?
        Grazie per la risposta!

        1. Giulio M.

          Unioni civili e Convivenze more uxorio sono cose diverse anche se assimilabili nella vita quotidiana. Il testo unico non introduce nuove norme ma fa una sorta di foto di gruppo dell’esistente.

          1. Giusi

            Io non sono d’accordo col Testo Unico. Per me chi vuole i diritti deve assumersi anche i doveri. Vuoi i diritti? Sposati. Sei ateo? Sposati in comune. Il matrimonio tra persone dello stesso sesso è un’aberrazione. Per chi convive c’è già molto e resta sempre l’autonomia privata.

        2. Roberto

          E’ vero ola che il T.U. ha delle criticità. Sul T.U. c’è stato chi si è scagliato con una violenza polemica un po’ sospetta (per dirla con un eufemismo), ma indubbiamente anch’io quando lo sentii proporre la prima volta dal professor Introvigne a Milano, ebbi più di una perplessità.

          Il cattolico non può in alcun modo dare il suo consenso diretto o indiretto a una legislazione che introduca norme contrarie al diritto naturale, cd. principi non negoziabili. E’ ciò che sfugge sempre ai teorici del compromesso ed è il rifiuto doveroso del “male minore”.

          Una volta che il male nell’ordinamento è stato introdotto, è possibile però approvare una norma che riduca l’estensione del male (la riduzione del danno) pur in presenza di una norma contraria all’ordinamento naturale.

          Così il cattolico dovrà sempre opporsi a qualsivoglia introduzione nell’ordinamento di una norma che consenta l’aborto o il divorzio, ma una volta che l’aborto, come lo conosciamo oggi, è introdotto, una norma che ne restringesse la portata sarebbe votabile. Se per ipotesi assurda ci trovassimo davanti una proposta di modifica che restringesse la possibilità di abortire solo a determinate patalogie del feto, a essa si potrebbe dare approvazione non certo in quanto noi si possa pensare che tali bambini si possano abortire, ma in quanto ridurrebbe l’estensione di un danno in corso.

          La differenza può sembrare capziosa, ma in realtà è del tutto logica.

          Nel caso del T.U., le questioni sono molteplici: come nell’esempio paradossale che ho fatto sopra, sarebbe assolutamente necessario trasmettere il concetto che non vi è alcuna approvazione né del vecchio né del nuovo status quo. Inoltre, l’insieme di norme andrebbe congegnato così da non lasciare alcuno spazio a un male minore. Come non sarebbe possibile “barattare” una restrizione sulla legislazione dell’aborto in determinati casi “scambiandola”, che ne so, con un allungamento della tempistica nella quale è possibile abortire (da 3 mesi a 4, tanto per dire) allo stesso modo tale riordinamento normativo non dovrebbe dare spazio a una sorta di ulteriore beneficio per coloro che volessero usufruire di un apparato legislativo e, peggio ancora, giurisprudenziale che noi abbiamo il dovere di disapprovare e riorientare. Questo è il punto: il T.U. non dovrebbe aggiungere neppure uno ‘iota’ alla situazione attuale. E’ questo possibile da un punto di vista pratico? Uhm.

          Infine, a rigore il solo fatto di rendere più agevole l’accesso a un male in sé crea una problematicità: ancora una volta, per fare un esempio, il farmacista che fa obiezione alla “pillola del giorno dopo” non solo deve rifiutarsi di venderla ma deve altresì esimersi dal dare qualsivoglia indicazione che permetta a chi la desidera di procurarsela più agevolmente, astenendosi dal segnalere una farmacia che la vende o un collega all’interno della stessa farmacia che non esercita il diritto di obiezione.

          D’altra parte, la proposta del T.U. è del tutto funzionale a dimostrare un punto che è fin troppo palese per noi ma può sfuggire a molti altri: che la retorica dei “diritti negati” è una menzogna spudorata. E’ una proposta, quella del T.U., che sappiamo già per certo sarà negletta.

          Come si colloca perciò la questione del T.U.? Servirebbe un bravo e coraggioso teologo moralista coordinato con dei laici molto ben preparati su questi aspetti del diritto civile per dare una risposta chiara, il tutto accompagnato da un ragionamento sereno ed esente da tentazioni ideologiche. Di sicuro l’ipotesi T.U. si può usare come argomento polemico: basta esser subito pronti a ricordare che noi siamo radicalmente contrari a quanto nell’ipotetico T.U. è contenuto. In pratica il T.U. da un punto di vista morale, nella situazione attuale, a mio parere personale sarebbe irrealizzabile perché riuscirebbe impossibile concretizzarlo senza dover concedere un’approvazione almeno ad alcune norme di coordinamento che finirebbero per orientarsi sostanzialmente a un ‘maggior male’. Questo anche perché non abbiamo politici cattolici con la determinazione, l’abilità strategica e il consenso per spendersi in tal senso. In caso contrario non saremmo neppure in questa situazione: sarebbe bastato ad Alfano pretendere la “sterilizzazione” delle questioni eticamente sensibili, che era uno dei punti qualificanti del defunto esecutivo Letta, pena la morte della cosiddetta maggioranza attuale. Ma è fin troppo facile riconoscere qualcuno con addosso una gran voglia di perdere una battaglia che non vuol combattere…

          Però il T.U. era una carta che aveva un senso di giocarsi. In particolare proprio perché è un argomento polemico, non una ipotesi che si possa pensare abbia speranza di vedere realmente la luce.

      3. Isabella

        E’ giusto che coniugi e conviventi siano diversi. Il contrario svuoterebbe di significato il matrimonio. Convivere, per gli eterosessuali, è spesso una scelta: non si vogliono acquisire i diritti e i doveri che derivano dal matrimonio. Scelta però che per le coppie omosessuali non c’è. Ad esclusione dei figli e dell’adozione, non vedo perché non riconoscere a loro gli stessi diritti delle copie eterosessuali che decidono di sposarsi.

    1. vero

      Vorrei ben vedere che in qualcosa coniugi e conviventi avessero diritti diversi! Visto che i conviventi non mi risulta abbiano doveri. Chi vuole gli stessi diritti delle persone sposate (mi riferisco a conviventi eterosessuali) che si sposi e smetta di rompere! Ma molti non lo fanno perché economicamente non conviene. Ad esempio se due persone regolarmente conviventi hanno un figlio ma risultano residenti e domiciliate presso indirizzi diversi, la madre risulterà per i registri dello stato civile madre single e nella graduatoria per gli asili nido comunali, essendo famiglia monoreddito, non solo scavalcherà le coppie sposate ma pagherà una cifra bassa. Lo dico perché conosco delle persone che sono ricorse a questo stratagemma. Ad averlo saputo prima mi sarei sposata solo in Chiesa! Sai che risparmio?!?

      1. signora

        Condivido! i matrimoni gay sono assurdi tanto quanto i riconoscimenti senza doveri agli etero non sposati!

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  10. Annarita

    Molti non si sposano proprio perchè a convivere si hanno dei diritti in più, ad esempio se una è vedova e convive con altro uomo si prende anche i soldi del’ex marito, oppure non essendo sposati si hanno agevolazioni per i figli come se si fosse ragazze madri. Vogliono pure altri diritti? A dire il vero se tutto questo si mette alla luce della legge divina, di diritti non cene sarebbe nemmeno uno per chi vive in concubinato.

      1. Giusi

        Non li ho promulgati io. Sono quelli che derivano dal matrimonio e che sono nel codice civile.

  11. eliseo

    perchè Costanza Miriano non risponde alle ingiurie rivoltele da Loredana Lipperini nell’ultimo post su Lipperatura (dove commentare diversamente da lei è molto dura) insieme prevedibilmente ai suoi soliti seguaci??

    1. admin @CostanzaMBlog

      Stiamo vivendo giorni molto intensi e convulsi il tempo è poco e non lo perderemo certo, non dico a rispondere, ma neanche a leggere questa Loredana Lipperini.

      Per quanto non la leggerei neanche se avessi delle giornate noiosissime.

  12. Pierre

    Il ”beneficio” che si vuole ottenere è una normativa che finalmente apra l’Italia al grande business dell’utero in affitto fatto all’estero, riconoscendo come figlio dell’altro partner nel nostro ordinamento il bambino estorto ad una donna povera e lontana, indifesa, che spesso ci rimette la vita ed è costretta ad abortire se il “prodotto” non risponde perfettamente alle richieste/ capricci dei compratori-genitori. Infatti se la madre rinuncia ai suoi diritti o non è conoscibile con la stepchild adoption il partner di chi ci ha messo il seme viene riconosciuto come secondo genitore ed il business è bello che sdoganato! E questo passo mina alle fondamenta anche la famiglia-società naturale sostituendo all’art.29 Cost. un’ideologia.

    1. Paul Candiago

      ASTRATTO: L’ORDINE UNIVERSALE

      No, non e’ cosi’ non sara’ mai cosi’.

      Non siamo, ne mai saremo, il “ frutto” del caso per vivere nel Caos senza Verita’ o Meta.

      Gl’Ordini esistano nella Creazione: chi li vuol vedere e chi no e chi si oppone.

      Esistono “anomalie” e “variazioni” e perche’ no ?

      Ora, dov’e’ chi si puo’ autorizzarsi ad elevare queste eccezioni a valori, al di la’ di accettazione senza che in questo processo si conceda la liberta’ di intaccacare o voler sovvertire l’Ordine Universale ?

      Con Giustizia accomodiamo le variazioni dando loro il proprio valore, ma senza provocare Disordini di alcun genere .

      La razionalita’ della mente umana, sviata dai propri limiti e difetti di pensiero, pretenderebbe capire cio’ che non puo’ capire e non ha Sapienza infusa di comprendere perche’ avvengono i casi e casi di cio che avviene e constatiamo.

      Non e’ dato all’uomo di mettere il suo dito o parola nel Mistero della Creazione: non e’ appropriato, ne necessario .

      All’ uomo non e’ dato di “vedere” la Creazione perche’ la dimensione Tempo gli e’ sfuggita ancor prima che la potesse vedere.

      E’ scomparso per sempre con i suoi pensieri e sogni.

      Paul

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  15. Rossato Stefania

    Buongiorno a tutti, qualcuno mi fa capire perchè Costanza dice che i diritti per i conviventi (di qualunque sesso ) ci sono già, mentre tutta l’opposizione lo nega?Ero al Family day, son convinta che dobbiamo essere noi circo massimo nel posto in cui abitiamo, ma sulla questione dei diritti non ho chiaro come ribattere alla fatidica domanda “che male c’è se vengono riconosciuti i diritti della loro unione?” E’ importante avere chiarezza per riuscire a diffondere opinioni corrette, grazie Stefania

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