Obbedire è meglio – Il libro

copertina agnello

Ore 19 e 02. Calcolando che la strada è rallentata dai lavori, basta uno in doppia fila che faccia scendere la nonna finta invalida e posso contare ancora in un’ora e diciotto minuti prima che gli ospiti arrivino. Devo solo: preparare la cena, tutta tranne la carne – quella l’ho già bruciata (ho dovuto mettere la muta alla Barbie surfista nel momento decisivo, e secondo me lei era un po’ ingrassata) – apparecchiare (ho solo sei forchette uguali, ma pare che la tavola spaiata faccia molto degagee), correggere due dettati e riascoltare storia, fornire a quattro figli quattro travestimenti da ragazzi a modo, possibilmente della taglia giusta o con una ragionevole approssimazione, più alcune rapide formalità tipo demolire il fortino costruito sul divano con le insegne delle femmine (“io mi lamento per principio” e “vietato ai maschi”), nascondere con poche abili mosse orsi dentro a ripostigli e furetti sotto i letti.

Poi dovrei anche truccarmi e cambiarmi, metterò la vestaglietta nera effetto snellente, si sa che tutti i “ma come cucini bene” del mondo non varranno mai un “ti trovo dimagrita”. Intanto la crisi isterica di un figlio per il compito in classe di domani è in pieno svolgimento, quindi anche lì siamo avanti col ruolino di marcia, non ci dovrebbe volere ancora molto. Le due femmine discutono se sia la signora Nesbitt a dover preparare il tè o no. Non so chi sia la signora Nesbitt, ma fino a che la rissa non sfocia nel sangue la cosa non mi riguarda (e anche in quel caso mi riguarda solo se è molto, il sangue). Un altro figlio è a tennis, ma può tornare da solo, se chiudiamo un occhio sul fatto che diluvia, e che la Madre Diligente che incarna i miei sensi di colpa mi sta intimando di andarlo a prendere in macchina, o almeno con un ombrello. Do un pugno alla Madre Diligente, indosso il mio pratico sandalo da pioggia (sostengo da sempre che se piove o nevica è meglio essere più nudi possibile, la pelle umana si asciuga prima della lana) e vado a messa, ché stamattina l’ho persa. Raggiungo la chiesa in trentacinque secondi netti, e scopro che oggi c’è il sacerdote coreano, quello a cui hanno asportato il sistema nervoso. Potrebbe volerci più del previsto e in più non capirò una parola. Prego Nostra Signora dell’Accelerazione. Per la prima volta nella giornata Pollyanna, il mio alter ego, incaricata di trovare un lato positivo in tutto quello che succede al mondo, vacilla. Sembra anche lei dubitare che io possa farcela stavolta, ma le do una gomitata, e le indico il nostro Principale, quello che sta lì sulla croce. Anche per lui a un certo punto sembrava che le cose avessero preso una brutta piega, ma meglio di così, poi, non sarebbe potuta finire. Quindi le ricordo una delle regole base della vita: quando tutto si sta complicando, quando sei in ritardo clamoroso o in difficoltà anche molto seria, e non sai da che parte cominciare, lascia stare tutto e vai alla messa.

 

Comincia così il mio Obbedire è meglio, Le regole della Compagnia dell’agnello (Sonzogno). La giornalista di Grazia che mi ha intervistata mi ha detto che sembra la versione cattolica di “Ma come fa a far tutto”, il libro da cui hanno tratto il film con Sarah Jessica Parker, in cui la supermanager mamma alle due di notte prende a martellate i dolcetti comprati per la festa scolastica dei figli, per farli sembrare fatti in casa. “Tu – mi ha fatto notare la collega – in una analoga situazione di panico che ti metti a fare? Vai alla messa?”

Non so se volesse essere un complimento, ma io l’ho preso così. Il mio obiettivo era scrivere una specie di diario che raccontasse l’epica dell’ordinario, l’eroismo di entrare nel vagone della metro stracolmo, di continuare a sorridere alla collega logorroica, la grandezza di correggere i compiti con la testa che ciondola dal sonno e la forza di stare – questo è il verbo chiave, stare, consistere – al proprio posto di combattimento, senza cedere di un centimetro (a dire la verità io a volte cedo rovinosamente, e di qualche metro, ma l’importante poi è rimettersi in piedi).

Obbedire è meglio del sacrificio, dice il libro di Samuele (grazie a Roberto Dal Bosco che me lo ha suggerito, il titolo). Noi a volte cerchiamo grandi cose, grandi imprese da compiere, e magari ci piacerebbe essere capaci di offrire grandi sacrifici, ma tutto quello che ci viene chiesto, invece, è stare al nostro posto, sfuggire alla tentazione, che è quella principale per l’uomo contemporaneo, di immaginare sempre un’altra vita altrove, un’altra vita in cui abbiamo un’altra moglie (o marito), un altro lavoro, altro tutto. A volte è un eroismo piccolo e semplice, questa fedeltà alla nostra chiamata. A volte è un eroismo vero e proprio, ed è quello che mi hanno insegnato i tanti amici che io considero la mia Compagnia dell’agnello, che esistono davvero, e sono amici nella comunione dei santi, amici che avevo da prima e altri che mi ha regalato questa avventura dello scrivere. C’è quella con il figlio malato, c’è quella col marito depresso, chi ha problemi economici, chi è malato, chi è solo e continua lo stesso a tirare fuori qualcosa di buono da dare a tutti. Sono amici che incontro ogni volta che posso o che riesco a volte a vedere poco, pochissimo, amici con cui ci si incrocia in stazioni e aeroporti, oppure con cui si sta al telefono nel cuore della notte, perché avere qualcuno che ti faccia compagnia è fondamentale per resistere, non per niente Gesù ha fondato la Chiesa.
A differenza dell’uomo contemporaneo, che si sente totalmente autodeterminable, e che quindi ritiene parole come obbedienza e sottomissione turpiloquio, il cristiano sa che da solo non è capace di far nulla, e che non fidarsi di sé è qualcosa che salva, che ti fa essere più felice, che alla fine è quella l’unica cosa che ci interessa.L’obiettivo è essere agnelli, cioè assomigliare all’Agnello, anche perché, parliamoci chiaro, se non ci fosse Lui, l’Agnello, che ci ama pazzamente, obbedire non avrebbe nessun senso. Noi non siamo masochisti, ma obbediamo perché ci fidiamo di qualcuno più che di noi stessi.

Non fidarsi di sé significa che a volte è necessario chiudere le proprie emozioni in cantina, o meglio, in acquario ben sigillato, col silicone, e andare avanti, con un fedele ostinato lavoro minuto per minuto. Non fidarsi di sé significa ascoltare un’altra voce che non sia la nostra. Certo, questa voce va scelta bene. E se uno deve scegliere, è bene puntare alto, no?

 

Costanza Miriano    –    Obbedire è meglio. Le regole dalla compagnia dell’agnello

(data di uscita 13 maggio 2014)   Sonzogno 2014   isbn 978-88-454-2581-3     disponibile anche in e-book

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33 pensieri su “Obbedire è meglio – Il libro

  1. barbara

    Cara Costanza, sono arrivata a pag 32 del tuo ultimo libro e non aspetterò neanche un minuto per dirti che anche a me è successo di mandare mia figlia all’asilo senza mutande ma mi è anche successo nella folle corse di tutte le mattine di mettergliene due paia !
    Le maestre le hanno chiesto chi la vestisse, aspettandosi che fosse il solito papà imbranato e invece era la mamma!
    Nel frattempo il gemello indossava il pigiama per andare a dormire sopra i vestiti della giornata!

    1. admin

      è questione di pochi mesi, il traduttore scozzese sta ultimando la traduzione di “sposati e sii sottomessa” che verrà pubblicato da un editore americano

  2. Mita

    Cara agnella Costanza,
    mi chiamo Mita e ti scrivo da Perugia.
    Il tuo libro “Obbedire è meglio” è una rivoluzione copernicana. Il solo averlo letto mi fa sentire diversa, non so come dirti ma, qualcosa nel mio profondo è cambiato, non lo so né spiegare né descrivere ma lo percepisco.
    Mi sono innamorata di Teresa, Francesca Romana, Sara e di tutte le vite straordinariamente normali incontrate durante la lettura del libro.
    Mi sento attratta da questa bellezza e quando qualcosa mi colpisce mi entusiasmo e mi ci butto, non so quali saranno i risultati, qualcuno diceva “ai posteri l’ardua sentenza” io dico “ il Signore può tutto, può anche rendere agnella una come me”.
    Pertanto chiedo ufficialmente di entrare a far parte della “compagnia”, ammetto che per ora non ho nessuna caratteristica agnellesca (la mia indole è egotistica al mille per mille) l’unica cosa che posso dire a mia favore è di avere un profondo desiderio di aderire a questa chiamata a questa vocazione di agnella.
    Presumibilmente anche qui a Perugia dove vivo io ci saranno delle persone che sono già entrate a far parte della Compagnia e se smetto di guardare a me stessa e mi guardo un po’ in giro è probabile che io riesca a scovare qualche agnello travestito da persona comune anche dalle mie parti (magari ne ho uno in casa).
    Sto parlando del tuo libro a tutti i miei amici e conoscenti (tra un po’ inizierò anche con i passanti per strada), ovviamente poi ti chiederò il conto di tutta questa pubblicità. Il conto sarà saldabile solo tramite preghiere anche in comode rate mensili.
    Mille grazie e mille abbracci.

    Mita, aspirante agnella

    Perugia, 01 Giugno 2014

  3. Lilla

    Ho letto gli altri libri di Costanza, la stimo e condivido molti suoi pensieri. In questo nuovo libro, vedo delle idee profonde e sane che vengono dalla fede. Detto questo, Credo sia sbagliato far passare messaggi quali ” chiudere le proprie emozioni in cantina, in acquario ben sigillato” oppure ” non fidarsi di se”. È completamente diseducativo e pericoloso. Soprattutto negli adolescenti va sviluppato lo spirito critico, la conoscenza di se stessi, la consapevolezza delle proprie emozioni, per essere persone adulte, felici e cristiani autentici. altrimenti si rischia di essere solo squilibrati senza struttura. Quando si viene ascoltati, si ha maggiore responsabilità in quello che si scrive al mondo.

    1. Sara

      Io credo, invece, che certi messaggi siano profondamente evangelici e che lo spirito critico e la conoscenza di se stessi siano proprio l’esatto contrario di ascoltare le proprie emozioni, così come lo spontaneismo è tutto il contrario di rinnegare se stessi, prendere la croce e seguirLo. Il Signore non ci ha mai chiesto di seguire le nostre emozioni e di assecondare i nostri sentimenti, perché questo significherebbe esattamente vivere da “squilibrati senza struttura”, in balia del mutevole sentire e privi proprio di quella struttura solida che deve fare da perno alla nostra esistenza. Essere cristiani autentici significa invece vivere proprio come Costanza insegna nel suo bellissimo libro, poiché significa aver maturato la consapevolezza di noi stessi e di ciò che in noi (i sentimenti e le emozioni) ci spinge a essere egoisti e instabili, e aver capito che la Roccia su cui fondare la nostra vita non siamo noi né i moti del nostro cuore, ma è Colui che ci richiama al giudizio di valore su noi stessi (che siamo molto di più delle nostre emozioni), sulle cose e sugli altri, e cioè all’Amore.

  4. Francesca

    Costanza, Admin,
    Mio marito è partito per la Macerata Loreto con la solita busta da portare al grande bracere ai piedi della Madonna, ci siete tutti sappiatelo, voi, le vostre vite con la vostra opera e il nostro sentirci fratelli senza conoscerci, solo nel Signore una cosa così è possibile, solo per mano alla Madonna.
    Costanza vai avanti, non mollare, coi tuoi libri, i tuoi incontri, la tua letizia, segno tangibile di Dio. Ho rinunciato a contattarti, troppo difficile, tanto a che serve, una compagnia come quella dell’agnello non ha confini, non riesco ad organizzare io un incontro con te e scopro che ne hanno appena organizzato uno i miei testimoni di nozze a cui sarò certamente presente. Tutti membra di un unico corpo, lo Spirito è uno e soffia su tutti noi, invochiamolo in questa notte di cammino, invochiamo lo Spirito d’obbedienza, perchè Obbedire è meglio.

    Ieri sera cena mamme di fine scuola, locale alla moda, tacchi, trucco e fuori. Che noia penso, ste cose le ho giá fatte a tempo debito, stasera mi perdo la messa in cascina (abito in campagna). Ma Lui arriva puntuale, e mi dice che è con me anche stasera ovunque fino alla fine dei giorni. Una mamma mi dice: ma tu credi molto vero? E io: Io credo. E lei: beh sì effettivamente o credi o non credi. Beh ma allora dimmi, si capisce non so da cosa che sei così fervente (chi non crede scambia per fervente anche un’incorreggibile peccatrice come me) come mai? E io pensando ad una frase di Costanza letta da qualche parte: Io gli sto attaccata con tutta me stessa perchè solo così funziono altrimenti non vado, mi guasto, mi inceppo e mi fermo.
    Silenzio in tavola e poi a raffica domande, neanche la musica assordante del locale le ha fermate più. È iniziato qualcosa, si é mossa la curiositá, ma come può essere che una “nonostante” la fede esca si diverta, metta i tacchi e si permetta pure di far tardi. Vuoi vedere che credere é bello, conviene e forse davvero…salva?
    Ieri ho obbedito in un modo strano, al contrario, volevo la mia messa in mezzo alla campagna, non volevo uscire ma ho ascoltato mio marito, anzi ho obbedito. É stato bello.

  5. Maura

    Cara Costanza,sono una tua vorace lettrice nonche’collega, insegno latino e greco . Il tuo “sposati e sii sottomessa ” e’ stata una vera folgorazione! Condivido le tue idee sulla vita di coppia e sull’ obbedienza. Ho letto che il 15 sarai a Milano, io non potro’ esserci ma mandero’ mio figlio Antonio a stringerti la mano per me! Spero di conoscerti presto e sarei felicissima di invitarti a Termoli,una ridente cittadina sulla costa adriatica.
    Con profonda ammirazione
    Maura

  6. Alex

    Cara Costanza, grazie!

    Grazie per il modello di donna che presenti: donna (non aspirante uomo!), che cerca di conciliare le esigenze lavorative con quelle familiari (facendo tanti, tanti disastri…), sempre in dubbio sulle scelte pratiche da fare (corso di nuoto per la figlia grande con un neonato di 3 mesi e duenne “vivace” da gestire negli spogliatoi?) ma sicura sulle cose fondamentali (Dio esiste, ha mandato suo figlio per salvarci e si mangia un po di frutta e verdura anche se non ti piace!).

    Cara Costanza, un libro come il tuo serviva proprio! A me in primis perchè prima che arrivassero i bambini mi vedevo proiettata in un mondo fatto di lavoro-lavoro-lavoro e vacanze con mio marito che doveva più o meno approvare le mie decisioni. E Dio? beh…in chiesa…incontri…letture… ma la vita era altro.

    Non vedo l’ora di leggere il tuo ultimo libro in cui mi hanno detto che dichiari di essere uno “spirito affine”! Che bello! Io adoro Anna e tutto il suo mondo dalla prima media. E oltre ad “Anna” abbiamo in comune anche una figlia intollerante/allergia alla verdura, una scarsa propensione alla cucina (pasta in bianco e bastoncini di pesce sono il mio forte) e la sicurezza che ci è stato messo accanto un uomo da seguire per poter essere felici (anche se quando lo vedo guardare certi programmi su Dmax mi vengono dei dubbi!).

    Buonanotte,

    Alex

  7. Samantha

    Mi piacerebbe che un giorno ci potessimo incontrare! Sto leggendo il libro Sposala e muori per lei e lo trovo geniale! Sii sempre testimonianza autentica perché, in questo mondo in cui per debolezza o per convinzione l’usanza di indossare la maschera è sempre più diffusa, c’è un estremo bisogno di persone che si mostrino per quello che sono indicando la strada per la Vera Gioia e per incontrare Dio, che continua ad amarci nonostante tutto.

    1. Ops! non avevo letto il commento precedente…Mi associo chiaramente ad ultimobyte…Comunque la mia voleva essere una battuta e non una polemica…Sicuramente ho ritrovato in quello che hai scritto parecchie cose già sentite nei 10 comandamenti…Resta il fatto che il libro è bello e vale la pena leggerselo!

  8. Francescagessiprofumati

    Un’amica in crisi matrimoniale, anzi in seria crisi, dopo miei insistenti inviti si risolve a leggere questa meraviglia di libro.
    Ecco cosa mi scrive: “Tutto va molto meglio anzi…finalmente bene, e questo anche grazie a te, ho quasi finito il libro che mi hai consigliato e in tutta onestà non lo avrei mai preso di mia iniziativa. Con grande sorpresa mi si é aperto un nuovo mondo al quale non avevo mai pensato…grazie, ti voglio bene”
    Costanza, ma guarda che combini…. quel grazie é tutto per te!

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  13. Arrivo come buon ultimo, ho finito ieri sera di leggere il libro…

    Per quelle e quelli della Compagnia, per Costanza Miriano…
    Mi sono piaciute tantissimo le pagine dalla 98 alla 103.
    Mi piacerebbe tantissimo discuterne con qualche non credente , verificare che ci capiscono !
    Sarebbe bello magari con quelli che sono ostili !
    Ci avete mai provato ?
    Come è ?
    Un dialogo tra sordi o comunque il principio attivo viene rilasciato nell’organismo dell’ ascoltatore e, prima o poi, si manifesterà ?

    http://www.facebook.com/photo.php?fbid=10206135307844852&set=a.10202434588929192.1073741825.1327948288&type=1&permPage=1

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  17. Battistina

    Grazie per il bellissimo e divertente libro che ci ha donato: “obbedire è meglio”, ma mi tolga una curiosità dove ha trovato la gonna da tenere arrotolata sulla mano per rendersi decorosa nel partecipare alla Santa Messa?

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  20. admin @CostanzaMBlog

    @ Tupacamaru
    funziona così: non mi piacciono repliche livorose dove si dà dell’insipiente e dell’ignorante a un altro commentatore.
    Cominciare poi a urlare di censure e favoritismi fa diminuire sensibilmente la possibilità di continuare ad intervenire qui.
    Saluti

  21. Amos

    Non ho letto i suoi libri ed ho trovato questa parte del blog a seguito della vicenda di Alfie ma i titoli dei libri mi hanno fatto ricordare fatti di una lontana gioventù “Sono un vecchio marinaio..” ma questo inizio l’ho utilizzato per un commento su Alfie comunque sono lo stesso il titolo che più mi è piaciuto è “Sposala e muori per lei” nella mia vita ho fatto così e non me ne pento!
    Lo comprerò e lo leggerò, dopo le darò un commento.

  22. Ciao Costanza, ti ringrazio di aver scritto questo libro perchè mi ha sollevato molto dalle mie paure e incertezze. Come ho comprato il libro? Un giorno entro in una libreria cattolica per comprare un libro e esco con il tuo (non so come è successo ma il buon Dio…): il primo dei libri che hai scritto. Mi è piaciuto molto perchè diretto al cuore senza compromessi e con molta clemenza nei confronti degli errori della vita. Bella, sana e complicata la compagnia dell’Agnello (che sia Cristo questo Agnello che tiene legati questi cuori?) cui tutti vorremmo anche se è un impegno non da poco, ma ne vale la pena. Ho consigliato il libro a persone che conosco bene e so che gli farebbe molto “bene”. Ti chiedo un piacere: mi puoi inviare una mail con una dedica da inserire nel libro? Grazie di cuore. Paolo.

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