Un diario per l’estate

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di Paolo Pugni

Il Diario di Elena, autrice Stefania Perna, edizioni Ancora,( maggio 2016) è un libro che colpisce: a partire dall’ immagine di copertina, un ponte tibetano ed una donna che tenta di attraversarlo, guidata dai consigli di una guida che l’aspetta all’altro capo del ponte.

Un simbolismo potente, per raffigurare visivamente la crisi dei 40 anni, soprattutto femminile, ma in fondo di ogni essere umano che attraversi l’età dei bilanci, vivendo la tentazione di perdersi. O di ritrovarsi in modo più pieno, come suggerisce il sottotitolo: “quarant’anni: perdersi o ritrovarsi?” Continua a leggere “Un diario per l’estate”

Cara Marisa…

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di Paolo Pugni

Cara Marisa

che dono infinito mi hai fatto! Perché non solo mi hai dato la vita, ma l’hai caricata di quella gravità che tocca solo ai sopravvissuti, agli scampati. A chi esce da un massacro per un colpo di fortuna, perché l’hanno creduto morto, o qualcuno s’è preso le pallottole per lui.

Oggi ho rubato un sussurro che m’ha gelato il cuore, prima di accenderlo. Parlavano di santi e beati e s’è fatto il nome di quella Gianna che fece il gran rifiuto per muovere il cielo e le altre stelle. E si diceva che nell’accettare la vita eterna per offrire quella terrena alla nascitura, stava proteggendo i figli già nati, che se avesse scelto la sua di esistenza a costo di sopprimere l’altra, che eredità avrebbe lasciato? Non avrebbe forse affermato che la sua vita era più importante della loro? E che era solo un caso che loro fossero vivi e non soppressi dai colpi di una battaglia di sopravvivenze. Continua a leggere “Cara Marisa…”

Caro Ernesto…

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di Paolo Pugni

Caro Ernesto,

spiegamelo questo dolore che vorrei non conoscere mai. Spiegami questo tuo vagare per stanze vuote, nella penombra –che ormai tutta la vita è penombra- per tapparelle mai sollevate tutte, per luci lasciate spente.

Fammi capire cosa si prova con questa solitudine di ritorno, che ha voglia Vecchioni a cantare che non si è soli se qualcuno se ne è andato, si è soli se qualcuno non è mai venuto, non è vero. è vera e te la vedo negli occhi, ti vibra dentro la voce, quando sorridi.

Com’è restare in silenzio, non sentire più la voce? Continua a leggere “Caro Ernesto…”

Redde rationem

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di Paolo Pugni

Faccio fatica. Faccio molta fatica. Non è tanto un dolore, come ha descritto di recente Costanza nel suo post qui apparso ed intitolato Ponti muri e porta in faccia.

Non è proprio rabbia la mia, se lo è spero sia pulita, più propensa allo sdegno che non al livore,  ma fortissima irritazione sì per l’atteggiamento di coloro che, travolti da una marea di emotivismo,  non capisco assolutamente che la loro posizione nega di fatto quella che pretendono essere la loro fede. Non è tanto il fatto che si definiscono adulti associando alla parola cattolico un aggettivo curioso, dato che nelle parole del fondatore, Colui che si pretendeva Dio, su questo punto sono molto chiare: Se non vi farete come bambini non entrerete mai!

Continua a leggere “Redde rationem”

L’amore non è dire sempre di sì

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di Paolo Pugni

Cara Michela,

faccio subito coming out, anzi, diciamola come si deve: confesso. Mi ripugna scriverti. Per tante ragioni. Non ultima quella che mi vergogno. Perché nella mia percezione rappresenti ciò che più mi disgusta, che ritengo devastante per la persona, per la sua dignità, per la sua razionalità. Sei strumento, nei miei deliri puristi, di una demonio che vuole schiacciare l’uomo dentro la scatola di perversità di voglie senza fondo, uno sprofondare in un abisso che abita gli incubi peggiori: buio e che non finisce mai. Continua a leggere “L’amore non è dire sempre di sì”

La faccia da salvati

 

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di Paolo Pugni

Caro Riccardo,

ti ricordi quando mi incalzavi con le tue domande che mi parevano persino aggressive? Quando insistevi nel chiedermi, e chiederti, come fosse possibile conquistare, non per invasione per attrazione, coloro che più amavamo e più ci sfuggivano?

“Dobbiamo indossare i vestiti della festa”, dicevi prendendomi per il braccio e agitando l’altra mano sulla quale svettava inquietante l’indice teso come una carezza, “e mettere su la faccia da salvati, altrimenti ce ne verrà chiesto conto! Basta con le minacce! Basta con le

maledizioni! Dobbiamo innamorare!”. Continua a leggere “La faccia da salvati”

Un caffè per non farsi addormentare

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di Paolo Pugni

Certo che lo faccio per questo! E che cosa credevi? Che non fossi vanitoso! Lo dico subito così evitiamo qualche commento acido, che non fanno mai bene, specie di prima mattina.

C’è sempre questa componente di vanagloria, di presunzione, che ti accompagna come un retrogusto fastidioso, che si mescola all’invidia che cerca di masticare da dentro i tuoi pensieri più puliti. Ci combatto da quando ero bambino, da quando le ragazze non mi filavano per correre dietro al mio migliore amico, che poi è una vicenda di molti, mica c’ho il privilegio della primogenitura anche qui!

Quindi, facciamo la tara, togliamo il grasso, la cotica, che non si digerisce, e veniamo al dunque. Al caffè. Al caffè con Paolo. Che sarei io. Continua a leggere “Un caffè per non farsi addormentare”

Il contrario dell’amore è… l’irrazionalità?

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di Paolo Pugni

Leggo, su un social, una di queste frasi melense che affascinano tanto quanto inquinano: “il cuore dell’uomo è naturalmente portato all’amore e non al suo contrario”. È un falso storico, è la ripresentazione del mito del buon selvaggio sotto altre spoglie. Non è vero. Ma piace e fa presa. Lo scrivo, twittando il mio sdegno, e mi risponde una brava persona che dice: non vale per tutti, solo per alcuni. Continua a leggere “Il contrario dell’amore è… l’irrazionalità?”

A che cosa servono i social

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di Paolo Pugni

Noto sempre più spesso che sui social media si discuta, con toni appassionati che talvolta diventano accessi fino all’esagerazione, di vicende d’attualità. Ad esempio in questi giorni si dibatte sul neonato delle “mamma dell’acido” sottrattole appena nato, senza neanche permettere un abbraccio materno. E noto che ci si accapiglia sulla vicenda. Continua a leggere “A che cosa servono i social”

La forza della compagnia

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di Paolo Pugni

Sai perché non prevarranno? Le porte degli inferi intendo. Perché c’è sempre una compagnia che non molla. Perde, cade, s’arruffa. Litiga anche. Ma non molla. E mica perché ha in sé la forza, anzi. Proprio perché è debole. Perché non confida in sé. Ed è così forte che tutto sa volgere al bene, non grazie a sé, ma grazie a Colui per il Quale agisce, con errori, sbandamenti, colpe, ruzzoloni. Sempre rialzata. Continua a leggere “La forza della compagnia”

Stai sempre su Facebook

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di Paolo Pugni

C’era una volta Pickwick, no non quello del Circolo, ma la prima volta che Baricco mise piede in TV, per raccontare il bello della lettura. Allora diceva cosa sensate, non era ancora famoso e non giocava a fare Patrick Jane, il bello the The Mentalist. Allora una sera tira fuori questa faccenda del giovane Holden (se cliccate la vedete anche) e di come avesse questa capacità di guardare oltre, di andare sempre “più in là” (un po’ come spiega che si debba fare il nostro Montale in Maestrale). Continua a leggere “Stai sempre su Facebook”

Abbattete la Principessa

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 di Paolo Pugni

E non se ne può proprio più, diciamolo, di questi articoli di Paola Belletti su LaCroce che ti rovesciano addosso i suoi dolori e le sue rabbie. Che questo suo scrivere chioccio graffia l’anima, te la scortica strato dopo strato, non ti lascia lì tranquillo al tramonto a guardare la tua vita che si sorregge a fatica in equilibrio. Non se ne può proprio più di questo grido continuo, come un acufene, straziato giorno dopo giorno in tutto ciò che ti avvolge. Perché non ti lascia riposare, non ti lascia ciondolare dentro la tua autocommiserazione, dentro quella voglia di startene tranquillo a fare la vittima, a sentirti così sensibile che nessuno si accorge di come ti stai portando addosso l’universo, tu solo, tu capace di farlo con generosità e silenzio e grande, grande magnanimità. Continua a leggere “Abbattete la Principessa”

Non so che l’amore

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di Paolo Pugni 

È successo di tutto. In questo ultimo anno dico. Le tragedie che ci hanno inseguito, rincorso, infine toccato, di striscio e poi in pieno, con la rapidità di chi ruba con destrezza.

Sono momenti in cui ti sembra di avere sopra tutto il dolore dell’universo, poi riesci a fuggire quest’ultimo primordiale egoismo e a dare dimensione all’angoscia che non passa e non muta, cambia solo lo scenario, lo sfondo e si fa senso e se riesci anche serenità. Continua a leggere “Non so che l’amore”

Cogito interruptus

Roma, la Fontana della Barcaccia devastata dai  tifosi del Fayenoord

di Paolo Pugni

Mi stupisce sempre quel darsi e non darsi, quel mezzo passo, quella finta della ragione che sembra un passo di danza, ma è solo un inciampo. Mi stupisce perché non riesco mai a decidermi se si tratta di fragilità o codardia, di manipolazione o effettiva incapacità di arrivare in fondo, per assenza di categorie e lucidità, di profondità e lungimiranza.

Che qui si gioca una partita importante della nostra società, il dovere di esaurire la verità tutta intera. Infatti come suggerisce Tolkien “la menzogna è la verità meno uno”, è quel darsi fin dove si vuole, è la citazione aspirata, tagliata al punto giusto, è “chi sono io per giudicare?” senza la premessa. È l’accadimento senza la causa. Continua a leggere “Cogito interruptus”

Everybody needs somebody to love

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di Paolo Pugni 

Love is love. Che non vuol dire nulla detto così, anzi sembra una vanità allo specchio. Peggio ancora un capriccio che guardandosi si illude di determinarsi. Onanismo dell’istinto. Però vuol dire molto. Eccome.

Che tutti hanno bisogno di amore. E di amare. Non si riesce a vivere senza.

E questa è una scoperta, perché ci parla di noi, se solo volessimo stare ad ascoltare questa tensione che porta fuori, che ci descrive come incapaci di sussistere da soli, che ci implica una relazione. Che non viviamo senza altri. Senza un Altro che ci ama.

Aut duo aut nemo. Lo dice lo psicologo Maurice Nédoncelle. Mica io. Continua a leggere “Everybody needs somebody to love”

S’è acceso un sorriso. Note a margine di un convegno

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di Paolo Pugni 

Ci sono frasi che ti restano appiccicate addosso. Perché ne senti il peso. Perché ti forgiano, anzi ti sderenano, ti sciancano con la loro verità. Non te le scrolli. Ritornano. Come gli acufeni che mi fanno buona compagnia insieme a quegli altri due guardaspalle, come si chiamano… ah sì, i miei amici Al e Xaimer.

Ma quelle frasi li sbaragliano sempre, si intrufolano, ti squillano dentro.

Prendi questa “Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri”. Continua a leggere “S’è acceso un sorriso. Note a margine di un convegno”

La confusione e l’imbroglio

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di Paolo Pugni

Più leggi le scritture, e libri di santi, più aumenta la confusione: e l’equilibrio tra carità e verità oscilla paurosamente come una barca nella tempesta. Un attimo è tutta dolcezza e perdono, quello dopo è fermezza quasi dura, annuncio ruvido, senza cedimenti.

Così non sai mai che strada scegliere, anche se sai bene che alla fine è sull’amore che sarai giudicato non sulle lezioni di catechismo. Non ci sarà una commissione d’esame con casi cavillosi e paragrafi, ma un abbraccio nel quale correre o dal quale, spaventato –il talento l’hai nascosto sotto terra- fuggire per piombare nella pece ardente della tua libertà.

Continua a leggere “La confusione e l’imbroglio”

La fede sospesa

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 di  Paolo Pugni

Si perde la fede così, come una foglia che cade in autunno: si piomba nel dilemma che produce disperazione. Un silenzio che rugge, un mormorio che assorda, un parlare al cuore che avvelena la ragione possono essere scorciatoie per deporre Dio ai piedi del nulla. Annacquare quel deposito che hai difeso per anni fino a svuotarne il senso, ridurlo a follia. Continua a leggere “La fede sospesa”