La demolizione del pensiero Occidentale

di Costanza Miriano

Pare che ci sia stata una “bufera social” – chissà perché si debba sempre esagerare, non bastava dire “qualche polemica”, qualche tweet, qualche titolo di giornale e soprattutto commenti frettolosi e superficiali – sul professor Barbero, reo di essersi chiesto “se non ci siano differenze strutturali fra uomo e donna che rendono a quest’ultima più difficile avere successo in certi campi. È possibile che in media, le donne manchino di quella aggressività, spavalderia e sicurezza di sé che aiutano ad affermarsi? Credo sia interessante rispondere a questa domanda. Non ci si deve scandalizzare per questa ipotesi, nella vita quotidiana si rimarcano spesso differenze fra i sessi”. Cioè, praticamente un’ovvietà, e per di più formulata come un’ipotesi. Ma no, non si può dire. Semplicemente non si può neppure ipotizzare che uomini e donne siano diversi.

Se ne avessi facoltà, comminerei a tutti coloro che si sono scandalizzati per le parole di Barbero la lettura, anzi lo studio a memoria di un libro che sto leggendo mentre praticamente faccio una ola da sola a ogni pagina. Sai quando leggi qualcosa che nessuno intorno a te dice con tanta autorevolezza, e pensavi di essere quasi solo al mondo ad affermare, e scopri che siete almeno in due, e ti viene una voglia di irrefrenabile di correre a comprare delle copie da regalare a tutti? Ecco, ogni tanto capitano questi miracoli. Il libro è Sex and the unreal city, la demolizione del pensiero occidentale, di Anthony M. Esolen, edito dal Timone.

È un ritratto a tinte fosche e appassionate della produzione (cosiddetta) culturale contemporanea, che mostra come sia fondata su un tenace, continuo, ostinato progetto di combattere la realtà, di cancellarla, di negare tutti i dati di natura, di imporre la dittatura dell’autodeterminazione, di ciò che sento, dell’opinione.

Avverto: non è una lettura semplice. Intanto perché è un po’ sconfortante, poi perché ricca di riferimenti alla cultura anglosassone, che, almeno io, non conosco così bene. Però è una lettura che va fatta, perché smonta con competenza i fragili, ridicoli pilastri della cancel culture. Qualcosa che l’autore conosce bene, venendo dal mondo accademico americano – quello per capirci dove non si studiano più né Omero né Eschilo perché “alimentano stereotipi” – e avendo per ciò stesso deciso di lasciarlo, per insegnare in un più onesto liceo dove non deve obbedire ai diktat in cambio della carriera. L’Homo Academicus Saecularis sinister è convinto che Omero, Platone, Aristotele, Cicerone, Virgilio, San Paolo e Sant’Agostino “a quanto pare sono inutili per lo sviluppo intellettuale. Tutti in qualche maniera siamo degli sciocchi: ci sono gli sciocchi che lo sanno e gli sciocchi che non sapendolo sono ancora più sciocchi dei primi. Le università sono in gran parte gestite da quest’ultima categoria”. Un problema che non riguarda solo le materie umanistiche, secondo Esolen. È vero, fino a certi limiti gli scienziati rimangono fedeli alle leggi della loro disciplina, ma solo perché la brutale realtà confuterebbe i loro errori o bugie (l’aereo, per dire, non volerebbe). Ma a volte anche gli ambiti scientifici si lasciano influenzare dalla “politica ciarlatana, la quale, in piedi sulla sua scatola di sapone, ondeggia a destra o a sinistra la sua grossa pancia, farneticando sulla fine del mondo, o sull’inizio di un mondo nuovo e più avanzato, o riguardo a entrambe le cose contemporaneamente. Abbiamo visto tale ciarlataneria manifestarsi nei modelli matematici riguardanti i cambiamenti climatici e nell’interpretazione dei loro dati” (ogni riferimento a recenti premi Nobel è puramente casuale, ndr).

L’ambito nel quale si concentrano particolarmente gli sforzi (a negare l’evidenza ci vuole un bell’impegno) di questa pseudocultura, generata come dice Esolen dalla “sinistra pubica”, è il tema della differenza sessuale. L’accanimento col quale oggi si vuole in modo isterico e affannoso cancellare tutto ciò che afferma la differenza fra uomo e donna deve davvero farci riflettere. Perché questa smania? Che c’è di male nel dire quello che è sotto gli occhi di tutti, e cioè che uomini e donne sono diversi, che hanno pari dignità ma caratteristiche peculiari non sovrapponibili, che sono fatti per funzionare insieme, per essere complementari?

L’affermazione di Barbero, per esempio, è semplicemente la rilevazione di una realtà. Le donne possono essere ottimi ingegneri, fisici e tutto il resto, che barba, mi annoio da sola a dirlo, trovo persino offensivo affermarlo. È ovvio. Ma le gerarchie nel mondo del lavoro non sono determinate solo dalle capacità intellettuali. Lo sappiamo tutti, ognuno che frequenti il mondo del lavoro deve per forza averlo sperimentato, che non sempre i migliori sono quelli che fanno più carriera. Le qualità non bastano, anzi a volte sono ininfluenti e in certi casi persino controproducenti. Molto spesso a fare carriera sono i mediocri, perché il sistema tende a proteggere sé stesso, e quindi sceglierà di mettere alla guida pedine che garantiscano il mantenimento dello status quo. Tra l’altro spesso le donne – Eva docet – sono ribelli e allergiche alla disciplina (il famoso teorema del gatto inglese, ma magari lo racconto un’altra volta). Per emergere nei sistemi di potere occorre determinazione e quasi sempre la voglia di avere il potere di prevalere sugli altri, che in alcuni casi si trasforma anche in prepotenza.

Di solito, e dico di solito, alle donne interessa di meno, perché raramente una donna riceve la propria identità prevalentemente dalla propria realizzazione professionale nella misura in cui questo succede per gli uomini. Ci sono, sì, donne che arrivano a posizioni apicali solo grazie alla competenza, riuscendo a imporre uno stile femminile nel loro ambiente di lavoro, ma sono casi isolati (una è una mia cara amica primario). Non stiamo discutendo dunque dell’indiscutibile, cioè del fatto che le donne sono brave, ma di quanto siamo costrette e disposte a pagare in termini di rinunce personali.

Io infatti uscirei dalla logica piagnucolosa e rivendicativa boldrinianmurgiana, e direi che secondo me poche donne arrivano al potere un po’ per i motivi ipotizzati da Barbero, un po’, io direi soprattutto, perché a moltissime donne non interessa il potere fine a sé stesso. A tante di noi piace lavorare bene, contribuire a migliorare la vita degli altri attraverso quello che sappiamo fare, ma non ce ne importa molto di prevalere sugli altri, non nella sfera professionale (poi mi spiego). Noi vogliamo avere tempo per le tantissime cose – persone, relazioni – che rendono la nostra vita felice e piena. Noi, banalmente, siamo madri se ci capita di ricevere questo enorme regalo  per i primi anni di vita dei bambini desideriamo esserci, essere presenti in una misura che non è quella dei padri (le madri allattano, i padri no, tanto per dirne una). Il punto è questo: lo desideriamo. Non è che siamo costrette dalla società cattiva e patriarcale a stare coi figli, a noi proprio interessa. Si continua a parlare solo di come rendere le donne più libere dalla maternità, mai di come rendere le lavoratrici più libere dal lavoro PER la maternità. Se arrivasse Draghi in persona da ogni giovane neomamma e le offrisse un’autista, un cuoco, una colf, una baby sitter, la mamma vorrebbe lo stesso stare col suo bambino (va bene, ammetto che qualcuno di questi aiuti io li avrei pure accettati volentieri, così magari avrei potuto ogni tanto dormire qualche ora, o fare una doccia senza fiondarmi fuori dal bagno grondante perché qualcuno aveva attaccato a piangere all’improvviso talmente disperato da farmi ipotizzare che un orso marsicano gli stesse ciancicando la testolina, e invece era solo caduto il coniglio Tetenno dal lettino).

Noi donne occidentali, e forse le italiane in particolare, siamo state condizionate da anni di propaganda, perché avvertissimo come un peso i figli, e purtroppo la cosa ha anche funzionato: sempre meno donne fanno figli. Ma quando li fanno, allora la natura fa il suo corso. Le madri desiderano accudire i loro figli. Non perché hanno letto la Bibbia o i libri cattofascisti, ma perché ogni singola cellula del loro corpo chiede questo. Si chiama natura. Si chiama realtà. I bambini vogliono la mamma, e hanno diritto ad averla. Se un bambino di pochi mesi piange perché la mamma lo lascia troppo presto, non è che sia stato plagiato da chissà quali letture. È semplicemente un dato di realtà, che forse andrebbe valutato. Il mondo del lavoro ha logiche e tempi e ritmi maschili che noi donne rifiutiamo, non perché siamo meno ambiziose degli uomini, ma perché lo siamo in modi diversi. Non vogliamo gli stessi diritti degli uomini, ne vogliamo altri. Io non voglio l’uguaglianza di genere, io voglio la differenza.

Tutt’altro discorso è da fare se parliamo di relazioni. Qui la donna altro che poco sicura e poco spavalda. Provate a toccare un figlio, o un uomo a una donna. La donna non è certo meno aggressiva dell’uomo, ma lo è in modi e per obiettivi diversi. In una prospettiva di fede si deve dire che l’uomo e la donna sono entrambi feriti dal peccato originale, e in egual quantità, ma diversa qualità. La donna vuole il potere nelle relazioni, e che lo eserciti in modo dimesso, manipolatorio, o in modo controllante, di solito ce l’ha. Questo se parliamo di donna naturale, di donna non riconciliata con Dio, non consegnata a Lui. Maria è la donna totalmente aperta alla relazione con Dio, e quindi accogliente, capace di generare vita, di custodirla, di fare spazio, di mettere in moto il bene con creatività e libertà straordinarie. Eva è la donna che vuole solo essere se stessa. In mezzo ci siamo noi, che faticosamente, facendo un lavoro su noi stesse, cerchiamo di passare dalla donna naturale, Eva, alla donna riconsegnata, Maria, e stiamo un po’ in mezzo al guado, chi più di qua chi più di là.

Eva esercita il suo potere nelle relazioni, altro che poco spavalda e poco sicura. La donna può essere capace di cattiveria esattamente come l’uomo, ma con una malizia e una sottigliezza che all’uomo manca (la donna ha sei radar nel cervello, l’uomo mezzo, e un po’ arrugginito). La donna fatica a stare in una relazione paritaria con l’uomo, e allora o cerca di controllarlo, o fa la bambina piccola, bisognosa di protezione, che è un modo di imporre la sua volontà. Sono entrambi modi di esercitare il controllo sull’uomo, e di solito Eva ci riesce alla grande. Le femministe sempre in video a parlare del potere sociale schiacciante degli uomini sulle donne – questo problema che è frequente come l’unicorno – sono proprio la dimostrazione che le donne non sono vittime. O meglio, esattamente come gli uomini, sono captivae, cioè prigioniere del peccato originale. O se vogliamo usare termini accettabili anche dai non credenti, donne e uomini sono segnati in modi diversi da quella radice di male che c’è nell’inconscio di ognuno di noi, e se capiamo che stiamo combattendo la stessa battaglia, contro lo stesso nemico, su due fronti diversi, forse possiamo uscire da questa logica, e magari tornare in questo strano esotico bizzarro luogo chiamato mondo reale.

 

18 pensieri su “La demolizione del pensiero Occidentale

  1. Luigi

    Complimenti per l’articolo che pienamente condivido. Ma ho la netta sensazione che questa dittatura del pensiero unico non abbia lunga vita. Che come tutte le cose umane cadrà da se. Sarà la storia stessa che ne farà giustizia nella speranza però che le forti contrapposizioni tra il pensiero occidentale e la presente dittatura del relativismo etico non sfocino in una violenza persecutoria per chi la pensa diversamente come è già avvenuto nella storia di questi ultimi tre secoli con gli uomini della rivoluzione francese, quella comunista e quella hitleriana.

    Luigi

  2. carla

    Bravissima, anche se sono ovvietà al giorno d’oggi ci vuol coraggio a dirle- Barbero docet

  3. Articolo da standing ovation, pieno di argomentazioni. Non sono d’accordo con Luigi di cui sopra. Il pensiero unico non cadrà molto facilmente e a breve. Su di esso si sono costruite intere carriere accademiche, imposte mode, scritto valanghe di pubblicazioni, eretti dibattiti pubblici volti a ridicolizzare i non allineati. Ricorda altre idee che nel passato si sono fatte ideologia, stato e poi storia, crollate poi dopo quasi un secolo, sempre e solo per la loro inconsistenza biologica. Insomma ce ne vorrà di tempo. Nel mentre, un plauso a chi si prende la briga di argomentare e andare contro i dogmi.

    1. Cara Costanza, io faccio la ola ogni volta che TU scrivi di queste cose…Dovendo studiare con mia figlia (ha un problema di disabilità visiva) quest’anno mi tocca il libro di storia di Barbero. Non ti racconto i contorcimenti (e siamo solo al medioevo…):l’ultima di oggi è che uno dei motivi delle crociate è stata la necessità di “incanalare la rabbia dei secondogeniti che non ereditavano niente” (i cavalieri che partivano per le crociate) e che la posizione della donna ne uscì sminuita perché i monaci riformatori cluniacensi vivevano le donne solo come tentazioni da cui fuggire…(letto il ritratto che Barbero fa di Santa Caterina da Siena? Praticamente non riesce a spiegarsela…).
      Insomma: il Prof Barbero, sommerso di informazioni, deve proprio sbatterci la faccia per essere costretto a dire la verità è, nonostante ciò, spesso non la “coglie”….
      Ciao!

  4. Simonetta

    Bravissima Costanza, 👏 👏 👏 pensa se Barbero fosse stato di destra! È difficile un rapporto paritario proprio perché siamo diversi. Ho pensato proprio a lui, non avendo ancora letto il tuo articolo, sabato mattina. Abbiamo avuto la riunione scolastica online per vedere quali genitori potevano candidarsi per fare i rappresentanti di classe. Tantissime mamme, qualche papà, ma proprio pochi. Forse addirittura un paio a candidarsi, il resto tutte mamme. Strano? Forse perché alle donne piace di più interessarsi della scuola dei figli? Magari il papà preferisce portarli a fare sport…
    Perché meravigliarsi se alle scuole primarie la maggior parte delle insegnanti è femmina? A mano a mano che si va avanti con l’età, aumentano gli insegnanti maschi. Forse perché le femmine si trovano più a loro agio? È una questione naturale (biologica, ormonale) o anche evolutiva? Era sicuramente più vantaggioso per la prole avere mamma vicino e papà a caccia, al lavoro fuori casa. Oggi non si va a caccia, ma resta il fatto che le donne che fanno figli devono comunque rinunciare a qualcosa pur di continuare a lavorare e a star dietro ai figli, almeno finché sono piccoli. E sono convinta anche io che rinuncerebbero a qualche ora di lavoro per la famiglia.

  5. Beppe

    opere come questa sono fuorvianti e confuse.
    Mettono assieme la scienza e il rapporto uomo-donna.
    Cosa centra quella con questo?
    .
    Il rapporto uomo-donna è degenerato quando si sono introdotte le leggi sul divorzio, la rivoluzione del diritto di famiglia, e l’aborto.
    Ossia quando adulti irresponsabili hanno fatto i cretini con il matrimonio e il sesso.
    C’è qualcosa che mi sfugge?
    .
    I cambiamenti sociali non sono stati il prodotto di una “cultura moderna che è avversa al passato e nega la verità scientifica”.
    Perché, sia chiaro una volta per tutte, oggi la gente non si occupa ne di cultura, ne di verità scientifica.
    Oggi la gente si occupa di soldi.
    E basta.
    Oggi la questione economica è l’elemento centrale della vita.
    Non avere capito questo significa avere una visione distorta della realtà.
    Nella società di oggi è benvenuto qualunque espediente possa far crescere l’economia.
    .
    Domanda : la negazione delle differenze tra i sessi serve a far girare i soldi, a creare posti di lavoro e generare opportunità di carriera?
    Si.
    Benissimo : ora io, individuo moderno, personalmente nego che esistano differenze tra i sessi.
    Perché non dovrei farlo se, anche solo il credere che esistano differenze tra i sessi, può rallentare la circolazione del denaro, diminuire i posti di lavoro e distruggere le opportunità di carriera?
    .
    Ecco la ragione del passaggio dalla “civiltà maschilista” (o come diavolo l’hanno chiamata), alla “società femminista di gente inclusa ed eguale”.
    La casalinga, come il marito responsabile, non pasticciava col denaro, era oculata nella gestione delle risorse famigliari, risparmiava per il futuro dei suoi figli … e tante altre cose ancora.
    Una impostazione mentale (maledettamente razionale) che frenava uno “sviluppo economico” che oggi possiamo considerare per quello che è : degno solo di essere considerato una patologia psichiatrica.
    Perché, come tale, passerà alla storia.
    .
    La questione economica è l’unica ragione vera per la quale le differenze sessuali, oggi, stanno sulle palle a tutti.
    E ci spiega anche perché c’è così poca opposizione a questa ventata di rinnovamento “etico” che finisce persino col definire l’aborto un “diritto umano” (a proposito : che significa?).
    La “cancel culture”, il #MeeToo, il movimento per l’emancipazione femminile, il gender, la lotta agli stereotipi, il relativismo etico … sono solo paraventi inventati dietro ai quali si nasconde l’incapacità ad ammettere che l’occidente si occupa di affari e basta.

    1. Gian Piero

      E’ proprio così : alla radice di tutti i movimenti di moda oggi che ci vengono dagli USA sta la foglia di fico : per non farsi vedere nudi i nostri progenitori Adamo ed Eva si coprirono con foglie di fico. I
      Le elite statunitensi debbono sempre avere una figlia di fico per coprire la loro nudita’ : il loro nudo essere che e’ fondato solo ed esclusivamente sul denaro . Nel dollaro hanno messo la frase fideista In God we trust. In realta’ Credono solo nel Dio denaro. Ma hanno bisogno di scuse: per fare le guerre ( sempre per motivi di denaro) scomodano concetti quali “esportazione della democrazia” “ guerra umanitaria “ ecc, e oggi per mandare avanti il business si sono inventati i gender, la lotta agli stereotipi, il metoo, la cancel culture ecc.
      Tutte foglie di fico. Ma noi non lasciamoci ingannare : non fingiamo come loro , non diventiamo ipocriti ! Non si possono servire due padroni , Dio e il Dio Denaro, e la nudita’ dell’ uomo dopo il peccato originale non puo’ essere mascherata da nulla .

    2. Ago86

      Il libro in sé non è fuorviante, perché si concentra nel denunciare l’irrealtà delle ideologie contemporanee e i danni che compiono affrontandole dalla visuale degli accademici e delle loro pseudo-argomentazioni. Che poi all’origine dell’invenzione e della propagazione mediatica di questi deliri ideologici ci siano questioni di soldi e di finanza non viene per nulla escluso dal libro.

      Quanto alla scienza e al rapporto uomo-donna, sono collegati perché le ideologie omosessualiste, femministe, transessualiste e quant’altro vogliono fondarsi su “studi scientifici” per dimostrare che non sono deliri ma che hanno più ragione della realtà che esperiamo continuamente con i nostri occhi.

    3. ola

      Gia’in tempi non sospetti si scriveva: «L’avidità del denaro è la radice di tutti i mali». 🙂

  6. Prov

    Il Prof. Barbero, è uno storico che abbina al rigore scientifico il disincanto nel valutare fatti che agli occhi degli accademici e studiosi suoi pari paiono questioni filosofiche e discorsi sui massimi sistemi e lui, invece, riduce a banali esperienze proprie di qualsiasi essere umano.
    Ad esempio potrebbe rispondere alla domanda “Perché il Tal Generale mosse le armate a destra invece che a sinistra?” con: “Perché poco prima aveva discusso con la moglie e non era più tanto lucido!”.
    Considerando la storia fatta di uomini e non di marziani, tutto diventa molto, molto più lineare e comprensibile. Gli uomini non cambiano, e restano uomini.
    Questo ha decretato il suo successo, soprattutto in ambito della “cultura” di sinistra che ne ha fatto un suo campione. Insieme al fatto che gesticola simpaticamente e ha un sorriso vispo e intelligente.
    Ma… Ma… questa volta qualcosa si è rotto.
    E tutto ciò è ancora più interessante se si pensa che solo pochi giorni prima – con una caduta di stile nella quale non avremmo mai pensato potesse così miseramente cadere – si era lanciato in ideologiche (e pertanto viziate dalla parzialità), nonché veementi, estreme considerazioni sulla Resistenza e i fatti degli ultimi mesi di guerra e quelli dei primi mesi di “pace”.
    Per un attimo ha raggiunto il vertice e certa parte politica credo, se avesse avuto solo qualche giorno in più, l’avrebbe proposto per la beatificazione!
    Invece se ne è uscito con le ingenue dichiarazioni sul pass obbligatorio. Lo storico (del passato) non ha colto lo spirito del presente, il quale tollera e pretende solo il politicamente corretto. Addirittura le ha ribadite (in questo ha dimostrato una coerenza che gli fa onore) piuttosto che ritrattarle, piagnucolando, come fanno (praticamente) tutti gli altri (che sono evidentemente pavidi).
    Morale… la vicenda è la prova del nove che in questa società (questo mondo, il cui principe noi conosciamo bene) non c’è più alcun posto per chi non si allinea al pensiero unico. Non c’è posto nemmeno per chi abbia dimostrato d’essere fedele e senza macchia per anni.
    Brutti tempi, questi. Siamo ben oltre la propedeutica “dittatura del relativismo. Che già costituiva un pericolo mortale – come volevasi dimostrare – per coloro che amano la Verità.

  7. nic

    Bellissimo articolo ma puntualizzo una cosa: ci sono purtroppo mamme che non sopportano di stare con i propri figli, e a distanza di un mese dalla nascita li parcheggiano mezza giornata al nido.

  8. Gli impieghi moderni (oltre che spesso inutili) sono neutri, ed è necessario un sesso neutro che vi si accordi. Anche il gender si inserisce in questo programma di abbassamento del quoziente eterosessuale. Come scrisse già Wyndham Lewis un secolo fa, le differenze sessuali e la procreazione saranno riservate a una minoranza (non necessariamente di migliori, come suggerisce anche l’articolo di Costanza), gli altri saranno schiavi epiceni e api operaie.
    L’educazione è neutra in un mondo di parti sostituibili e consumabili: la tecnologia non ha bisogno né di persone né di cervelli ma di “mani”, per la routine neutra e impersonale della produzione e della distribuzione.
    La competizione sessuale instaurata da questo modello, come affermò l’antropologa M. Mead, è il modo migliore per eliminare le differenze sessuali. Sarebbe un enorme passo avanti se questa forzatura della natura non la si chiamasse più “progresso”.
    Approfondimenti qui: https://www.coscienzamaschile.com/index.php/topic,2253.msg8711.html#msg8711

  9. Vale

    Libro letto.
    In fondo è la constatazione che la sindrome di,dunning-kruger ha pervaso i più alti livelli delle società e governi.
    Ne abbiamo preclari esempi anche in Italia.
    Che il ritorno al reale sia dietro l’angolo ne dubito.
    Potere,denaro e sesso non si mollano facilmente

  10. Mauro

    Come sempre bravissima Costanza…mi permetto una riflessione, frutto della mia esperienza di famiglia. Credo fermamente nella famiglia voluta da Dio e redenta da Gesù, dove cioè ci sono Padre e madre e credo fermamente che essa sia il fondamento della società stessa e perciò vedrei bene come primo punto della Costituzione..ma accettando anche il punto sul lavoro non capisco come non si sia mai valorizzato il ruolo della madre in casa, cioè la casalinga, h 24 impegnata nella educazione dei figli e nella cura della dimora familiare… con un reddito e comune pensione che fosse così di riconoscenza a un ruolo così decisivo per la famiglia stessa e la Comunità tutta……. Grazie

    1. Beppe

      ti illumino io.
      .
      Se fai un figlio oggi, questo viene buono per lavorare tra 15 anni.
      Se prendi un extracomunitario sbarcato 15 minuti fa a Lampedusa, non impieghi 15 anni insegnarli un lavoro.
      La manodopera extracomunitaria è la più conveniente, perché è disponibile al netto delle spese di crescita ed istruzione.
      E questo discorso vale anche per la manodopera di alto livello : è più conveniente assumere un ingegnere straniero già competente, piuttosto che formartelo in casa.
      Oppure pensa, ad esempio, alle società di calcio : quanti calciatori italiani giocano nel nostro campionato?
      .
      Questa è l’unica ragione per la quale da 30 anni a questa parte la maternità è contabilizzata dalle aziende e dallo Stato-Azienda come una malattia.
      Ed è anche la ragione per la quale il parlamento europeo ha dichiarato l’aborto un diritto umano : un aborto ti costa 3 euro e la donna è da subito disponibile per il lavoro.
      Una maternità ti costa un miliardo di volte un aborto … e la donna è ferma e inabile al lavoro.
      .
      La donna italiana è fuori mercato : non le verrà mai attribuito ne uno stipendio di maternità, ne una pensione da casalinga.

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