Il Vangelo è davvero una mappa del tesoro

di Costanza Miriano

Una delle cose per cui mi manca più il carissimo padre Emidio sono i cazziatoni che mi faceva. Con una libertà, un affetto, una saggezza: da vero padre. A forza di sgridarmi, piano piano mi ha fatto capire alcune cose. E altre le sto capendo adesso, a distanza. Altre ancora, forse, non le capirò mai.

Una delle cose su cui più mi ha fatto cambiare atteggiamento è il modo in cui porsi quando qualcuno fa qualcosa di male (o che, almeno, tu avverti come male nei tuoi confronti). Ci sono tre regole, mi diceva: non parlare male di chi ti fa soffrire; non rispondere al male con il male; aspetta, ti capiterà senz’altro un’occasione per fare qualcosa di buono a chi ti ha fatto soffrire, e la relazione si sanerà. “E te lo dico – mi sembra ancora di sentire la sua voce – non perché devi esse bbona. Tu sei uguale agli altri. Te lo dico perché ti conviene. San Francesco diceva che se rispondi al male con il male ti prendi il male dell’altro come se fosse il tuo tesoro prezioso. Sei tu a scontare su di te, prendendoti la rabbia, il peccato dell’altro. Tu invece benedicilo. Lascia che il Signore prenda le tue parti. Affida a lui la tua causa”.

La prima volta che me lo ha detto ho pensato che forse alla fin fine anche lui potesse sbagliare qualche volta. Cioè, il principio è giusto, ed è tutto molto bello. Ma io ho troppo ragione. Ho faticato moltissimo ad ascoltarlo, nel senso proprio di stare lì davanti senza sbroccare. Continuavo a ripetere: ma io ho ragione. “Ma a che tte serve, ave’ ragione?” Sì ma io ho ragione (e qui di solito mi mandava a lumache).

Poi qualche volta ho provato. Non sempre. Non tutto. Qualche sparlatina mi sfuggiva (mi sfugge). Qualche mormorio, spesso e volentieri. Però qualche volta, poco poco, un pezzettino, sono riuscita a obbedire.

E, vi assicuro, è incredibile i miracoli che avvengono. Se tu non ti difendi da solo, il Signore agisce per te, come un leone. Vorrei poter raccontare ma dovrei scrivere parole che accusano qualcuno, però vi prego, credetemi, è una cosa miracolosa.

Il Vangelo è davvero, come diceva Emidio, una mappa del tesoro, ma in quanto tale va rispettata al centimetro se vuoi trovare il tesoro (e su questo sto cercando di scrivere un libro). Bene, se fai come dice la parola di Dio, se la prendi per quello che è realmente, cioè Pa-ro-la di Di-o, se provi a eseguirla (per esempio: a chi ti prende il mantello tu dai anche la tunica) poi davvero Dio interviene nella tua vita, sta con te, prende lui le tue parti. Non è che arriva il premio nascosto: il premio è lui stesso, è la familiarità con lui. È avere Dio come uno di famiglia. Che quando serve prende davvero, concretamente, visibilmente le tue parti. Non come una magia, ma proprio perché è così, semplicemente. Lui sta con te.

Raccontavo appena sabato a don Antonello Iapicca uno di questi casi in cui l’ho sperimentato, e lui mi ha ricordato di rileggere il salmo 37: “Affida al Signore la tua via: confida in lui ed egli agirà. Sta in silenzio davanti al Signore e spera in lui, non irritarti per l’uomo che trama insidie”.

E questo vale anche quando ti giochi qualcosa di grosso, per non rispondere al male col male: decidi di non far causa per i soldi, decidi di non vedere che un fratello ti sta fregando l’eredità, il collega la scrivania (racconto tutti casi in cui esploratori di questa mappa hanno deciso di seguirla, e ha funzionato: visto coi miei occhi). Dio prenderà le tue parti e “farà brillare come luce la tua giustizia, il tuo diritto come il mezzogiorno”.

Anche io l’ho sperimentato, è vero. Solo che vederlo da sola, a volte è difficile, e molto più decidere di fidarsi. Come sempre, quando fatico a fare qualcosa, ci scrivo su un libro. Magari spiegandolo lo capisco.

30 pensieri su “Il Vangelo è davvero una mappa del tesoro

  1. Valeria Maria Monica

    Però mi piacerebbe tanto sentire qualche esempio, da te o dai lettori.
    Per me questo traguardo è fantascienza… 😕
    Parlare bene della collega protetta che mi ha devastato il lavoro? Non ce la posso fare. Aiutatemi a vedere che può essere possibile.

    1. Francesco Mastropierro

      Cara Valeria,
      la mia via mi dice che, in effetti, non è facile farne esperienza.
      Il piano “spirituale” è oramai apertamente deriso ed osteggiato a favore di un pagmatismo esistenziale che predilige il “risultato” in temini di efficenza ed efficacia e chi crede si sente un pesce fuor d’acqua.
      Per me la speranza cristiana è un bene che mi arriverà, ma non so quando e come.
      Alcune risposte mi sono arrivate dopo decine di anni nei quali ho sofferto molto senza capire come Dio agisse nella mia vita.
      Ma non mi è bastato affidarmi, ho dovuto anche “rinascere” prendendo in mano le redini della mia persona e ricostruire la mia personalità sul modello di Gesù (Cristificazione).
      Ho voluto mettere alla prova la mia conoscenza della chiesa e soprattutto la mia relazione personale con Dio, fino a farlo divenire mio Signore e mia guida.
      Quando la mia vita è centrata (Corpo, Emozioni, Mente, Spirito) su Cristo in effetti provo una sensazione di pace e di forza che mi permette di affrontare le difficoltà con “leggerezza”.

    2. Emanuele

      Queste cose non le facciamo da soli, con la nostra buona volontà, è il Signore Gesù Cristo che opera in noi, Lui fa si che vinca l’umiltà e non l’orgoglio…. bisogna rinascere dall’Alto….

  2. E’ incredibile come questo articolo, qui, oggi, parli direttamente a me. Ora me lo stampo e me lo appendo a portata di occhi! Grazie, attenderò con ansia il nuovo libro!

  3. Davide

    Carissima Valeria, io non credo che l’obiettivo sia parlare bene della collega che ti ha devastato il lavoro, ma intanto evitare di parlarne male!
    E nel frattempo, un po’ alla volta, pregare Dio in favore di lei: all’inizio hai presente quando Fonzie in Happy Days (lo so, questo esempio rivela inequivocabilmente la mia età!!!) doveva dire che aveva sbagliato?… e diceva “Ho SB…” e non riusciva ad andare oltre?!!! Ecco, a me è capitato questo, di non riuscire proprio a pregare, all’inizio, per chi mi aveva fatto del male… ma piano piano, per Grazia di Dio, ci si riesce! Ed il risultato è che Dio stesso agisce sul tuo cuore, e ti consente, ad esempio, di guardare la tua collega con occhi amorevoli, quando la incontri, nonostante quello che ti ha fatto…

    1. Valentina Carissimi

      Grazie di cuore Costanza!La tua riflessione è piena di una verità e di una umanità commovente!
      Come non mai oggi, per il momento che stiamo vivendo, spero che queste parole preziose non siano lasciate al vento, ma bisognerebbe meditarle, farle nostre, per cercare di riportare unità e fratellanza li dove si è persa, disgregata. Siamo pieni di ferite, paure, e ci stiamo allontanando l’uno dall’altro, molto spesso con rancore e sentimenti negativi fino ad arrivare all’ odio.
      Ma non è questo che desideriamo, il nostro cuore ha un bisogno disperato di guarire dalle sofferenze, ha un bisogno disperato dell’altro che è di fronte a noi. E cosa ci può aiutare?Come facciamo a guarire, a tornare uniti e liberi?
      Solo l’amore. Solo l’amore libera, solo l’amore unisce e lenisce. Dobbiamo volerci bene oggi più che mai.
      Preghiamo perché avvenga questo, solo Dio ci può aiutare a ritrovare tra di noi l’armonia e la fratellanza perduta.
      Lui è l’ Amore, e con lui ogni cosa è possibile!

  4. Lara Gallina

    Tutto assolutamente vero. Ho fatto l’esperienza di non parlare male della persona che mi ha fatto del male e anche, grazie a Dio e con un lungo percorso, di fare per lei delle cose buone (senza che sapesse che provenivano da me ovviamente!). E’ stata un’esperienza molto bella, che mi ha reso libera e molto felice. Il Vangelo è davvero verità, libertà e vita!
    Lara

  5. Maria Rita

    È vero, è proprio così e per esperienza personale quando mi è capitato, non per mia volontà ma perché mi è passato di mente, di soprassedere, allora ho spianato la via alla provvidenza che ha sistemato tutto per benino. Invece quando non ho mollato, non c’è so’ stata, allora mi sono sfracellata.

    1. Simonetta

      Se è un collega di lavoro, o comunque una persona con cui sei costretta ad avere a che fare tutti i giorni, è dura. Sicuramente la preghiera aiuta molto a sopportare e a vedere le cose in modo distaccato. Se è qualcuno che non sei costretta a frequentare, bè, io taglio i ponti. Magari la preghiera, il tempo, la sbollitura della rabbia, un’occasione in cui rivedi quella persona e nel frattempo sei più bendisposta può aiutare. Proprio ieri mio padre diceva che sì, il grano e la zizzania crescono insieme, ma anche che il cristiano non è masochista.

  6. manuelabarone

    Bel messaggio: “a che serve aver ragione” ? Quando ci viene fatto un torto… (a nostro giudizio, o anche obbiettivamente ) interviene un senso di intitolamento “alla ragione” che va a nutrire quella fame di prevalenza che c’è in noi uomini semplici…. Ma Gesù che vede e sa tutto ci chiede di affidarci in tutto e per tutto…. Se preghi per chi ti ha fatto un torto….. è difficile che poi anche tu cadi nella trappola del farne uno pure tu…….che nulla ti ottiene, meno che mai “aver ragione “ per rivalsa. Buon consiglio, grazie, l’ho sperimentato anch’io. Il nostro è un Padre che non si scorda ne del male e ne del bene. Gesù è il nostro avvocato, e può molto di più. Provateci…. A perdere…. Si vince!!!

  7. Veruska

    Vero!!!!! Bellissime parole, le condivido subito👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻 Grazie😀

  8. Chiara

    Grazie Costanza per la bellissima riflessione che condivido e, per esperienza, confermo in pieno.
    Confermo anche la “fatica” e la pazienza che dobbiamo esercitare per stare veramente NEL Vangelo. Nel mio cammino riscontro che proprio nel momento della maggiore fatica, il Signore ci sta insegnando qualcosa con forza e ci sta dando la grazia per fare quel “salto”. Dobbiamo restare aggrappati a Lui.
    Buon cammino!

  9. Roberta

    Il buon caro amico/Padre/fratello Emidio.
    Che bello rileggerlo nelle parole degli altri e in te Cara Costanza.
    Quando ci diceva: non prenderti il virus!
    Ci diceva proprio questo.
    Abbiamo bisogno di risentire la sua voce nelle parole degli altri ed ora che non é piu “visibilmente” tra noi, ricordare degli insegnamenti, ci aiuta molto.
    Grazie Costanza
    Grazie Emidio caro

  10. Grazie Costanza per questa riflessione.
    Sapere perdonare il torto ricevuto, rende liberi.
    Gesù dice amate i vostri nemici,…. non è facile, ma con Gesù e Maria tutto è possibile per grazia.
    Ave Maria.

  11. Valeria Maria Monica

    Grazie a chi mi ha risposto e grazie a Costanza… Me lo devo attaccare in fronte, ‘sto insegnamento… 😕
    È dura.
    Ma, come ha splendidamente detto uma di voi, o ci si riesce, o “ci si sfracella”, contro questo peccato.

  12. Maddalena

    Cara Costanza è vero quello che dici, poiché l’ho sperimentato anche io ed il risultato è che Dio lo senti come uno di famiglia! Grazie per questa bella condivisione

  13. Caterina

    Non dimentichiamoci però di tante guerre sostenute dai cristiani per difendersi dal male: una a caso quella di Lepanto! A me capita al lavoro di dover difendermi dalla cattiveria e dalla malalingua di alcune colleghe. Difendersi è un male? Trovo ingiusto che venga buttato del fango sul mio lavoro e sulla mia persona dalla loro invidia. Sbaglio? Ammetto anche che ho molto da imparare nel cammino del perdono e dell’offerta con la preghiera del male ricevuto. Caterina

    1. Simonetta

      Mio padre ha tirato in ballo la battaglia di Lepanto, proprio per dire che dobbiamo difenderci, non essere masochisti. È come il non giudicare e la correzione fraterna e l’umiltà in senso cristiano, non certo nel farsi calpestare. Del resto proprio Gesù nel Vangelo Mt 18, 15-20 lo dice bene. Chiarirsi è bene, magari si acquista un fratello, altrimenti, quando si è tentato di tutto, sia per te come un pagano o un pubblicano.

  14. Marisa

    Cara Costanza,
    padre Emidio era un uomo di Dio, uno di quelli che quando lo incontri, capisci di aver fatto bingo, e non solo perchè ti fa sentire figlia, amata, accolta. Gli ho parlato una volta sola, ricordi? Eppure che luce! Ho provato un grandissimo dispiacere per la sua scomparsa (avevo già deciso di tornare a trovarlo, ce lo eravamo detti). Fidate… mi aveva detto. Ora ogni tanto gli parlo in italo-veronese, intercedi!

    1. Io non ho conosciuto Padre Emidio ma sento che è stato ed è un padre spirituale illuminato. Perché Costanza non scrivi un libro riportando i suoi insegnamenti per la tua vita, che sicuramente sono buoni anche per la nostra? Sarebbe un grande dono…

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  16. giovi

    Bellissimo post! Ma voglio porre un mio caso personale: come non “parlare male” di chi ti calunnia? Nel senso che a me capita di patire calunnie da tanti anni, da parte di un parente stretto che, probabilmente per problemi psicologici suoi, non mi vuole bene (eufemismo), dunque sparge zizzania in famiglia ed è riuscito a convincere anche altri, pochi, familiari, che mi evitano come la peste e da cui devo subire piccole o meno piccole vessazioni. Ecco, in questo caso, sento di dovermi difendere: finora ho subito, sono stata zitta, anche perché mi vergognavo a mettere in piazza, perché la famiglia è grande e conosciuta, queste miserie, ma alla fine non rischio di passare per quella che non sono, danneggiando magari anche i miei figli? E qui mi fermo, per non dire troppo, magari aggiungo che d’altra parte ho la maggior parte delle persone di famiglia che mi stimano e mi apprezzano e tanti amici che mi vogliono proprio bene.

  17. Lucia

    Sono più che d ‘ accordo Costanza, anche io l ho sperimentato: se non mi difendo, se non parlo male della persona che mi ha fatto del male, il Signore mi difende e nel modo giusto!

  18. Tomas

    L’argomento è serio,molto serio! Anche Gesù ha avuto reazioni diverse di fronte alle ingiustizie subite o palesi. Ha rimproverato, accusato, risposto a tono ai suoi interlocutori ( farisei, dottori della legge, erodiani, mercanti del tempio, anche discepoli.
    Alla fine si,ha taciuto e pregato per i suoi carnefici , rimettendo tutto al Padre. Che sia un punto di arrivo per tutti?

  19. Davide Zanelli

    Cara Costanza, quello che è capitato a te con padre Emidio mi fa ripensare ad un colloquio che feci con Flora Gualdani. Quella volta, sfogandomi, le confidavo un’umiliazione che avevo subìto da persone vicine e che aveva ferito il mio orgoglio. Le spiegavo tutte le mie ragioni. Rispose disarmandomi con queste poche parole: “…ricordati sempre che ogni umiliazione accettata e offerta a Gesù, è un balzo verso il Paradiso!”. Flora mi dette così una delle sue lezioni. Lei esperta di cielo e di salto in lungo, io goffo come un tacchino.
    C’è un proverbio che dice: “chi pecora si fa, il lupo se la mangia”. È la logica del mondo che ci suggerisce di reagire con forza all’offesa. Gesù invece ci dice: “vi mando come pecore in mezzo ai lupi”. Vuol dire che se rimarremo pecore, il Buon Pastore non tarderà e ci proteggerà. Lo spiega bene San Giovanni Crisostomo: “finché saremo agnelli, vinceremo e, anche se saremo circondati da numerosi lupi, riusciremo a superarli. Ma se diventeremo lupi, saremo sconfitti, perché saremo privi dell’aiuto del pastore. Egli non pasce lupi, ma agnelli. Per questo se ne andrà e ti lascerà solo, perché gli impedisci di manifestare la sua potenza” (Omelia 33).
    È vero che la prepotenza e l’arroganza vengono sconfitte dalla mansuetudine e dalla pazienza. Non avviene nell’immediato ma avviene, e non è merito nostro.

    1. Vale

      Avviene mica tanto,
      I tempi di Dio non sono quelli degli uomini.
      E per molti l’aiuto arriva un pochino tardi. Per i tempi degli uomini.

  20. ola

    Lepanto e i rimproveri di Gesu’ai farisei e ai mercanti del tempio non sono in contraddizione con questo bellissimo articolo, perche’in quel caso e’in ballo la vita/onore/beni/etc. di qualcun altro, di cui noi non abbiamo il diritto di disporre, per es. se qualcuno cerca di far passare la legge sull’eutanasia noi non possiamo “porgere l’altra guancia” ma dobbiamo dire chiaramente che l’eutanasia e’sbagliata.

    Se invece l’ingiustizia riguarda solamente noi sta appunto a noi – e qui entra in gioco il discorso di Padre Emidio per come la vedo io – la decisione di quanto perfetti vogliamo essere, qualche tempo fa su questo blog era stato portato ad esempio il comportamento di Guareschi in prigione ingiustamente.

  21. Maria Chiara

    Cara Costanza:grazie. Per la “COMUNIONE” che costruisci,mattone su mattone. Ti chiedo di non smettere mai.

  22. Le esperienze concretissime di male o ingiustizie ricevute (talvolta solo supposte tali), segnano la netta linea di demarcazione tra noi (me per primo) e l’ “essere cristiani”.

    La precisa distanza tra noi (me per primo) e Colui che diciamo e certamente anche ci impegniamo, a seguire ma addirittura ad amare: Nostro Signore Gesù Cristo.

    Come ha agito Lui rispetto il Male e l’Ingiustizia?
    Eh già ma Lui era Lui, Lui era Dio, Lui era Santo e via a sciorinare le differenze tra Lui e noi, che è certo che esistono, ma allora che differenza c’è tra un pagano e noi? Solo il fatto che preghiamo? Che “andiamo a Messa”?
    Se amiamo solo coloro che ci amano che differenza c’è?

    D’altronde è Gesù che parla così in Matteo:
    «Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.»

    E non è che la mette lì come una opzione “fate i buoni se potete”…

    E’ un discorso assimilabile ai Comandamenti, almeno per coloro che seriamente si mettono alla sequela, ma è anche “la mappa del tesoro” di cui parla Costanza.
    Quale tesoro? Il tesoro delle BEATITUDINI (guarda caso il capitolo è quello), la Beatitudine di essere Figli di Dio, di essere in perfetta Comunione con Lui, di avere lo sguardo di Cristo sul mondo, le cose del mondo, gli Uomini e Donne del mondo.

    Il tesoro è scoprire che né spada, né offese, né ingiustizie, né fatica, né insulti, né fame e neppure la morte potranno separarci dall’Amore di Dio.

    Cristo ha posto un argine al Male del mondo (anche se a noi non sembra) e l’argine sono le sue braccia aperte sulla Croce, le braccia del supplizio, quelle aperte della Misericordia (Padre perdona loro…). Oppure il nostro covare risentimento anche senza passare a sfogarlo perché “siamo buoni cristiani”, il nostro “volere giustizia”, oltre ad essere profonda ipocrisia, ci tirerà a fondo verso l’abisso!

    “Ma io non ce la faccio!”
    Certo che non ce la facciamo, perché il sacrificio (sacrum facere) E’ DI CRISTO! E’ Lui, il suo Spirito che deve venire ad abitare ed agire in noi… non ci cibiamo forse del Suo Santissimo Corpo?

    Due cose troppo spesso dimentichiamo (io per primo):
    Cristo ci ha amati per primo quando eravamo, quando siamo, suoi NEMICI!
    Ce la fa “pagare”, ci maledice o intercede per noi presso il Padre? Ma abbiamo coscienza del nostro porci come nemici? Nemici della Sua Parola, perché la smentiamo. Nemici del Suo Amore perché impediamo che arrivi al nostro Prossimo (proprio quello che ci fa del male).

    Seconda cosa, perché Dio permette quell’ingiustizia, quel male contro di noi? Si, la permette… leggiamoci Giobbe.
    Forse proprio perché noi sperimentiamo quanto siamo piccoli, fragili, inetti, incapaci e peccatori.
    Nulla possiamo se non imploriamo Lui, se non chiediamo a Lui il Suo Spirito, se non arriviamo a dire a credere che quell’ingiustizia, quel male è buono per noi, è la strada per la nostra conversione, è la CROCE! Cos’è il Cristiano senza la Croce??

    E’ infine, la possibilità di sperimentare la Resurrezione, la Sua Potenza, la Sua Giustizia che non è quella di far annientare i nostri “nemici”, ma di portarli a Lui e noi essere strumento della Sua Grazia.

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