In Italia le famiglie sono lasciate troppo sole

di Costanza Miriano
La Commissione Affari Sociali  della Camera dei Deputati, mi ha invitata a un’audizione sul ddl del ministro Bonetti, il cosiddetto family Act.
Ecco cosa ho cercato di dire (in sette minuti…).

Fiscalità

Cosa ha spinto mia nonna, una donna colta e intelligente, preside e insegnante di francese, a fare il quinto figlio sotto le bombe della seconda guerra mondiale? Cosa ha spinto tutti i genitori delle generazioni passate? Pensare che fosse solo un problema di contraccezione è riduttivo e offensivo per il loro modo di stare al mondo. Era la certezza che fare figli fosse una cosa buona, non una minaccia. È quello che ancora oggi sperimentano tutti coloro che accolgono un figlio, se riescono a smontare tutti i messaggi contrari da cui vengono bombardati in ogni modo dal pensiero unico.

Sono infatti certa che prima ancora che economico il problema della nostra denatalità che ci sta portando all’estinzione sia culturale.

Siamo il paese che fa meno figli al mondo, ma non siamo il più povero: mi pare evidente che il problema alla radice non sia solo economico, ma anche culturale. La legge fa cultura. Bisogna cambiare mentalità e affermare con forza che la famiglia è un bene collettivo. Non sono solo fatti tuoi se fai un figlio: stai facendo un favore a tutti, stai mettendo al mondo un lavoratore che pagherà le pensioni, una persona che potrà rendere il mondo migliore.

La famiglia è il luogo migliore dove le persone possono crescere e formarsi, accompagnate dall’uomo e dalla donna che le hanno generate, e questa è la seconda cosa da affermare con forza. I figli sono un bene. La famiglia è un bene.

Nella cultura dominante – nei media e nell’intrattenimento – la famiglia viene invece invariabilmente raccontata come un luogo triste e di oppressione o nevrosi, salvo quella allargata o “irregolare” in vari modi, che allora magicamente viene ritratta come allegrissima. Mentre se ci liberiamo delle resistenze ideologiche e dell’avversione culturale per tutto ciò che ha un sapore vagamente “tradizionale”, dobbiamo riconoscere un dato di fatto incontrovertibile. I figli nascono dall’unione di un uomo e di una donna, e quando possono crescere insieme al loro padre e alla loro madre, in condizioni di satbilità affettiva ed economica, è un bene per tutti. E’ un fatto naturale, senza bisogno di scomodare le appartenenze, la destra o la sinistra, la fede.

E’ compito dello Stato affermare questo e cercare di favorire la famiglia su tutte le altre forme di aggregazione, non per un puntiglio ideologico, ma come fatto incontrovertibile da un punto di vista razionale. Tutti i bambini vogliono stare col padre e la madre, e crescono più sani, scolarizzati, capaci di rispettare le regole della convivenza civile.

In Italia le famiglie sono lasciate completamente da sole. In tutti i paesi europei in cui ho conoscenze dirette, le mie colleghe, mamme e spesso anche lavoratrici, mi testimoniano che il fatto che l’avere figli è una questione collettiva: non sono fatti tuoi, e quindi non ti devi arrangiare come meglio puoi, come sostanzialmente accade in Italia. Piccoli esempi concreti: in Germania indipendentemente dal reddito ti mandano le baby sitter a casa, nei paesi scandinavi il corredino, in Francia con quattro figli praticamente non paghi tasse, in Inghilterra i sussidi sono così corposi che le famiglie povere fanno figli per mantenersi, che è un’aberrazione, ma dà una misura di quanto i figli siano considerati, in Olanda se chiedi il part time per motivi familiari non è a discrezione del datore di lavoro, ne hai diritto punto e basta (quando ho raccontato che da noi è difficile ottenerlo mi hanno guardata come se parlassi dell’infibulazione delle bambine, come se venissi da un paese arretrato e incivile). Questo è quello che mi testimoniano le amiche in giro per l’Europa. In tutti i paesi, comunque, c’è una tassazione completamente diversa se hai figli o non li hai.

In Italia, no, se hai figli sono fatti tuoi. Le detrazioni fiscali oggi sono ridicole, basta che un figlio vada dal dentista, uno dal logopedista, uno faccia inglese – che non è un lusso ma una competenza necessaria nel mondo del lavoro – e le detrazioni annuali se ne sono andate in poco più di un mese. Per farli mangiare, vestire, comprare i libri, andare al museo te la devi vedere con la parte dello stipendio – circa la metà – che è sfuggita a una pressione fiscale altissima, come se quelli fossero lussi. Per non parlare della casa più grande, della macchina (noi abbiamo quattro figli e ci è servita una macchina da sette posti, usata, ovviamente impossibile per noi comprarla nuova, pur avendo due stipendi medi), dei costi di gestione familiare, baby sitter, consumi casalinghi, della possibilità di viaggiare, di fare corsi ed esperienze culturali che possano mettere tutti i ragazzi che mostrino  buona volontà nelle stesse condizioni, indipendentemente dal censo, rispetto al mondo del lavoro, e via dicendo.

Trovo profondamente ingiusto che tra me e una mia collega che ha scelto di non avere figli, alla quale i miei figli pagheranno la pensione, ci sia un dislivello di tenore di vita macroscopico.

Il punto è proprio questo, però: secondo me bisogna uscire dalla logica dell’assegno, o delle detrazioni legate a specifiche attività o spese, come se lo Stato mi facesse dei regali, ed entrare nella logica che la famiglia deve, ha un sacrosanto diritto ad avere una base di reddito del tutto intoccabile dalle tasse – credo si dica no tax area – perché non devono essere neppure sfiorati dalle tasse i soldi che mi servono per sfamare, vestire, curare e istruire i miei figli, ma anche riscaldarli, avere una casa di una misura adeguata, dare loro la possibilità di fare qualche vacanza, tutti i soldi che sono legati alle spese della normale gestione familiare. E questo deve valere per tutti, ricchi e poveri (i quali poi verranno sostenuti anche con un sostegno specifico per la povertà, ma quello è un altro tema).

Serve una rivoluzione copernicana. Non può esistere che lo Stato mi prenda metà dello stipendio che mi guadagno lavorando, e poi mi restituisca i soldi, una parte minima di quelli che spendo per i miei figli, come se mi facesse un regalo. Non ha alcun senso, è un furto. Bisogna mettere la famiglia come priorità, quei soldi sono dei miei figli, dei nostri figli, non possono essere un regalo che lo Stato ci fa a fronte di ricevute e dimostrazioni varie. Come faccio a dimostrare che mi serve una casa grande non perché voglio l’angolo palestra, ma perché ci devono dormire i miei figli?

Ripeto: si calcoli quanto costa un figlio al quale una famiglia possa garantire un regime di vita medio, dignitoso. Si moltiplichi per il numero dei figli. Ecco, quell’ammontare deve essere totalmente detassato. Il mio stipendio raddoppierebbe, eppure non sto ricevendo un regalo, sto  costruendo una civiltà migliore, sto allevando coloro che pagheranno le pensioni anche di chi non ha avuto figli, e sto anche assolvendo a un mio dovere previsto dalla Costituzione. Oggi invece le detrazioni per i figli sono ridicole, quasi offensive come importo, e non sarete all’oscuro del fatto che favoriscono i conviventi sugli sposati, i quali sommano i redditi e hanno quindi agevolazioni (tipo gli assegni familiari) molto inferiori. Allo stesso modo sono esentati dall’Imu due conviventi che abbiano due case, mentre due sposati non lo sono. Non è un mio problema, di casa ne ho una sola, ma trovo comunque ingiusto che i conviventi abbiano privilegi rispetto agli sposati, in molti campi, per esempio anche nelle graduatorie degli asili eccetera. Tutto questo sempre perché la famiglia è percepita non come una entità da favorirein tutti i modi, ma anzi quasi come un soggetto privilegiato da demolire.

Disabilità

Le tutele e gli aiuti sono pochi, e quei pochi sono sepolti sotto chili di carte bollate. Spesso i genitori, anche se colti e preparati, non sanno a cosa abbiano diritto, non per incompetenza, ma perché è difficile reperire informazioni, e trovarle che non siano discordanti. Superare i muri e gli ostacoli che a volte sembra quasi certi uffici si divertano a mettere, senza capire cosa possa significare per un genitore di un disabile e magari anche altri figli prendersi una mattina per andare per uffici,e  scoprire che è tutto vano perché manca un timbro. Lo trovo un fatto gravissimo, e anche facilmente ovviabile creando una figura che ne sopprima altre e che possa fungere da collegamento tra comune, inps, asl e via dicendo. Credo che il livello di una civiltà sia verificabile da come vengono trattati i più deboli.

Lavoro femminile

Quanto al resto, l’impianto della legge mi pare viziato da un pregiudizio di fondo: mi pare che venga completamente trascurata una grande fetta di donne che invece, per la mia esperienza diretta sul campo, è tutt’altro che minoritaria, e cioè le donne che vogliono essere libere di decidere se e come fare le madri, e non costrette a lavorare dal bisogno. La vita lavorativa di una donna è segnata dalle fasi, esattamente come quella biologica (perché la biologia esiste, mette dei limiti naturali alle nostre idee di vita), e il lavoro dovrebbe prevedere e integrare queste fasi differenti, permettendole di gestire la cura degli affetti.

Incontro (incontravo, prima del covid,e spero di riprendere presto a farlo) migliaia di donne ogni anno, facendo in media un viaggio a settimana in tutto il paese. La maggioranza delle donne che incontro desiderano essere più presenti a casa con i figli, e non sollevate dalle incombenze educative, soprattutto nella fascia di età 0-3 anni (bambini che nel ddl vengono definiti bisognosi di luoghi di aggregazione, mentre tutte le mamme e moltissimi studi testimoniano che prima dei due anni e mezzo, tre, i bambini hanno bisogno soprattutto della mamma, e non di socializzare). Sembrerà incredibile ai legislatori, ma stare con i bambini è bellissimo, è un privilegio e non un aggravio di cui liberarsi. Casomai bisogna aiutare le mamme sole perché a volte il carico è pesante, ma non mandandole al lavorare.

Forse chi mi conosce penserà che questa mia posizione derivi dalla mia formazione – a volte la mia fama di “cattolica oscurantista e bigotta” mi precede – ma io so con certezza che ci sono tantissime donne, a mio parere la maggioranza, che starebbero volentieri a casa coi bambini piccolissimi, se tutelate e garantite. Questa è stata anche la mia esperienza, da giovane giornalista Rai precaria, costretta dalla necessità economica ad accettare dei contratti di lavoro quando i miei figli avevano quattro mesi, e si nutrivano solo del mio latte. Se non avessi accettato non sapevo se avrei avuto un’altra offerta di lavoro, essendo precaria, e questa è una condizione comunissima visto che gli anni della fertilità femminile coincidono – per come è organizzato in Italia il mondo del lavoro – con gli anni del lavoro flessibile e precario (la fertilità femminile però si dimezza dopo i 35 anni).

Quanto sarebbe difficile dare a un giovane negli anni della sua formazione il posto di una neomamma, che potrebbe tirare la cinghia per qualche anno, se solo avesse la certezza di non perdere il posto? Oppure, permettere a una mamma di lavorare solo quattro ore, per assegnare il resto dell’orario a un giovane? Perché pensare solo alle mamme che vogliono lasciare figli piccolissimi e bisognosi di latte e cure materne? Perché non pensare anche a quelle che vogliono essere presenti con i propri figli? Il part time, se richiesto, innanzitutto dovrebbe essere dato obbligatoriamente e non a discrezione del datore di lavoro. L’asilo nido non è una scelta naturale, e di certo non è l’unica possibile.

La vera parità tra uomo e donna non si ottiene costringendo le donne a comportarsi come uomini, ma tenendo conto del fatto che a noi sta a cuore anche il lavoro di cura, e che la nostra presenza nel mondo del lavoro deve essere modulata con i tempi della vita: gli anni dei bambini piccoli non potranno essere intensi come i primissimi anni, quelli di formazione, o quelli in cui i figli poi cominciano a essere autonomi.

Per esempio, a una mamma che decidesse di stare a casa potrebbe essere trasferito per intero l’importo delle rette degli asili nido che il ddl prevede di erogare, visto che fa risparmiare lo Stato. Potrebbero essere riconosciuti ulteriori sgravi fiscali al padre dei bambini, oppure un assegno alle mamme che decidono di non pesare sulle strutture pubbliche per la cura dei figli, con un reddito di maternità.

Certo, quando il lavoro da conciliare è ben retribuito, gratificante, intellettualmente stimolante  molte donne desiderano essere aiutate a conciliarlo con la maternità (sebbene non tutte: molte mie colleghe giornaliste si sono prese periodi di anni interi a casa, quando erano garantite a tempo indeterminato). Le mamme abbienti, magari libere professioniste, hanno la possibilità di organizzarsi, non vanno in tilt se c’è una riunione a scuola o se il bambino ha la febbre. Ma davvero credete sinceramente, onestamente, che una donna preferisca fare, che so, la commessa, la barista, la donna delle pulizie, piuttosto che stare a casa ad allattare il suo bambino? E non voglio offendere questi lavori dignitosissimi, né sminuirli, ma è ovvio che le mamme li facciano per necessità, e che se potessero scegliere rimanderebbero di anni il loro rientro nel mondo del lavoro. Quindi per favore non diamo per scontato che per tutte le madri lasciare i figli ad altre persone sia la migliore delle opzioni. La politica a volte sembra non conoscere la realtà della gente comune, ma solo quella rappresentata sui media.

Libertà educativa

Sempre nell’ottica di valorizzare la famiglia bisogna sostenerla nelle sue scelte educative, e quindi prevedere un costo standard per l’educazione, da dare ai genitori che decidano di non far frequentare le scuole statali ai prorpi figli, sollevando le casse pubbliche da una spesa che deve esere restituita alla famiglia, perché possa pagare almeno in parte la retta delle scuole paritarie. L’educazione non è neutra, è figlia di una visione del mondo, e quella che oggi la scuola statale propone è per me molto discutibile, ideologicamente a senso unico. Trovo una forma di violenza imporla alle famiglie che non possano permettersi altro. In questo senso, trovo sconcertante la proposta di finanziare e rendere obbligatori sin dalla scuola elementare i corsi di indottrinamento sul gender previsti dal ddl Zan. La sessualità è un tema niente affatto neutro, e non può essere imposta a scuola senza informare i genitori, averne il consenso. La scuola non dovrebbe indottrinare, infilare nelle teste dei ragazzi contenuti ideologicamente connotati, ma insegnare un metodo di ragionamento, sulle orme dei giganti del pensiero che ci hanno preceduti, fra i quali non annovererei l’onorevole Zan.

Faccio inoltre presente che la visione proposta dal ddl è in totale contrasto con la religione cattolica, tutelata nel nostro paese dai patti Lateranensi, e non può essere imposta nelle scuole dello stesso Stato che ha firmato quei patti.

Proposta pratica

Infine una piccola proposta pratica a costo zero: i musei e le mostre dovrebbero essere tutti gratuiti, almeno per i figli a carico. Così i film, almeno quelli prodotti con i contributi pubblici. Si tratta di attività per le quali un accesso maggiore non comporta aggravi, anzi magari un indotto: ci sono musei ai quali una famiglia come la mia, con quattro figli, non può accedere ogni volta che vuole. Andare al Colosseo a noi sei costa 54 euro, 64 la Galleria Borghese. Non si può fare sempre, quindi finisce che non andiamo, non consumiamo al bar, non compriamo la guida o il catalogo. Fare entrare i figli a carico (anche maggiorenni) non costerebbe niente alle casse pubbliche, e sarebbe un segnale importante. Qualcosa per dire a una famiglia che se porta i figli a vedere arte e cultura sta facendo un’opera che ha un valore per la collettività.

Perché a Londra la National gallery è gratuita per tutti, il Louvre a Parigi per gli under 25?

Nella stessa direzione andrebbe il riservare dei posti gratuiti sui treni di Trenitalia, ovviamente negli orari e nei giorni in cui i treni viaggiano semivuoti, ai figli che viaggiano con un genitore. Anche questo sarebbe a costo zero. A causa dei costi dei biglietti è impossibile per una famiglia numerosa a reddito basso o medio basso sostenere un viaggio, eppure anche questo sarebbe un segnale importante, per permettere di conoscere la nostra ricchezza a tanti ragazzi che non la possono mai vedere.

100 pensieri su “In Italia le famiglie sono lasciate troppo sole

  1. Giorgio

    Standing ovation!
    Puoi dirci le tue impressioni?
    Interesse? Indifferenza? Parlavi arabo per loro?

        1. Francesco Paolo Vatti

          Avendo seguito per anni i dibattiti parlamentari, temo che l’indifferenza sia il normale modo di ascoltare le audizioni.

      1. Beppe

        @admin Costanza Miriano Blog
        all’Italia interessano solo le donne sterili, che pensino solo a lavorare e a consumare il più possibile per far crescere il PIL.
        Più le donne sono sterili, più il PIL cresce perché impegnano le loro energie e il loro tempo solo nel “lavoro” : questo è un fatto talmente ovvio, che è inutile scriverlo.
        Quindi, è buona norma che quando si parla in pubblico si ragioni solo di :
        1 – soldi,
        2 – posti di lavoro,
        3 – opportunità di carriera.
        L’esperienza insegna che cercare di impostare un ragionamento, guardando un metro oltre i punti 1,2,3 , è solo perdere tempo con gente che non è assolutamente in grado di risolvere alcun problema del tempo presente e che vive, come la famosa cicala, come se il futuro non esista.

        1. dariomanarayahooit

          Grazie Costanza. Mia moglie (francese) ed io (italiano) siamo tornati a vivere per qualche anno in Italia dopo 19 anni (e 3 bambini, più altri 7 purtroppo persi in gravidanza) all’estero tra Francia Germania e Inghilterra. Tutto quello che dici è VERISSIMO. E rendercene conto ci ha lasciato sbigottiti. Una sola domanda: perché??? Perché l’Italia che sulla carta e alle apparenze dovrebbe essere il Paese più cattolico, se non altro per tradizione e mentalità, di tutti gli altri, si è ridotto così? Voglio dire la laicissima Francia, la protestante Germania, la massonica Inghilterra hanno infinitamente meno chiese (e molto più vuote), meno preti, meno fedeli e molto meno rappresentati in parlamento. Eppure la famiglia, i figli, le mamme sono 1000 volte più sostenuti e tutelati che in Italia. Aiutatemi a trovare una risposta per cortesia. Grazie. Una preghiera i

          1. È semplice, perché il Demonio attacca la famiglia e la rende sterile, laddove ancora ci sarebbe potuta essere una culla per il Cristianesimo in un’Europa sempre più scristianizzata.

            1. dariomanarayahooit

              Certo il demonio attacca la roccaforte ma il demonio non è una bacchetta magica: sfrutta meccanismi perversi che esistono in questo caso in Italia più che altrove…e che sarebbe utile identificare. Grazie per la risposta

              1. Il Demonio sfrutta tutto e quando non ci sono “meccanismi perversi” fa in modo che si instaurino.

                La “bacchetta magica” non saprei come intenderla….

                1. Marco 29

                  Intervento condivisibile. Le detrazioni e i bonus per la famiglia sono del tutto insufficienti e, fondamentalmente, sono dei palliativi. Non mi sento ossessionato dal tema “fare più figli” in un mondo che oggi conta circa otto miliardi di esseri umani. Cento anni fa la popolazione mondiale era più o meno pari a due miliardi e il globo terrestre non è che sia diventato più grande, nel frattempo. Non sono convinto che detassando le famiglie si determini un cospicuo aumento della natalità, ma la famiglia è il pilastro della società e merita di essere maggiormente tutelata. Non siamo ancora abbastanza poveri per avere voglia di fare molti figli, ma continuando così, lo diventeremo presto.

          2. roberto

            Perché molti cattolici hanno votato per i partiti che sono contro la Chiesa Cattolica con l’assenso anche di alcuni vescovi e di molti preti.

          3. Lucia

            Non saprei, anch’ io me lo chiedo. Lei ha ragione, nelle altre Nazioni europee dove la fede cristiana è praticamente scomparsa, dove i preti sono una specie protetta e dove le chiese si trasformano in moschee e/o night club a centinaia all ‘ anno li I giovani continuano a sposarsi, ad avere anche 3 figli perché i governanti nonostante il loro essere anticristiani, lbgtq ed eutanasici ci tengono comunque a che i loro popoli non si estinguano. Da noi nulla di tutto questo. I nostri governanti, ma anche la gente comune non si pone proprio il problema. Avanzo delle ipotesi, da noi l ‘ amore per la famiglia si è trasformato nella necessità dei genitori di garantire ai “propri “figli il tutto e il di più. Ho detto propri perché da noi è venuto meno la dimensione sociale dei figli, i figli sono SOLO dei genitori e non della società, per cui oggi ormai ci si sposa alle soglie dei 40anni e il figlio rimane nella quasi totalità dei casi UNICO e da parte delle famiglie non si è mai richiesto più di tanto aiuti alla genitorialita perché i primi a non volerli sono i genitori che culturalmente vogliono essere i soli” padroni “dei loro figli, per cui se si sa di non poter garantire il massimo in termini sia economici che emotivi si rinuncia in partenza a mettere al mondo dei figli,decidendo a quel punto di rimanere per sempre figli. Buona serata

          1. Francesco Paolo Vatti

            Li abbiamo scelti fino a un certo punto… il sistema elettorale non consente di scegliere le persone e tutti i partiti hanno buoni e cattivi…

      2. Giulia

        Tutto verissimo e vissuto. Il tuo intervento diretto e soppesato dovrebbe illuminare i nostri “governanti”, per la gran parte poveri omuncoli privi di peso culturale e pieni di ignoranza della Storia . Governi che hanno ghettizzato e impoverito le famiglie in tutti i modi. Quello che viene perpetrato sulla pelle dei disabili, degli anziani soli e delle loro famiglie, poi, è indicibile. una umiliazione continuata, un ostacolo burocratico ad ogni passo. Basti fare una ricerca su internet sugli omicidi/suicidi di genitori anziani che sono talmente terrorizzati dall’idea che il loro figlio resti solo, da preferire la morte tutti insieme. Uno Stato tutto arcobaleno che venera i grandi “eroi” del diritto all’eutanasia, all’aborto selettivo per i disabili, alla contraccezione e alla pillola abortiva selvaggia, per tacere della follia LGBT con i tentativi Zan di indottrinare i piccoli per legge. Ecc ecc. Nelle scuole chi ha più di due figli già viene guardato con sospetto da parecchi anni, e il sospetto diventa malcelato disprezzo man mano che il numero dei figli aumenta… Infatti le scuole chiudono per la “desertificazione” data dalla natalità sottozero. Questo gli insegnanti dovrebbero arrivare a capirlo, che meno figli si fanno, meno insegnanti troveranno lavoro, visto che l’età pensionabile è allungata fino allo stremo dei docenti. Le prospettive ISTAT per l’anno in corso erano già nere… Possiamo solo pregare che il Signore voglia abbreviare questa prova diradare e tenebre. Che non ci trovi senza olio nella lampada.

    1. Angela

      Mi sono commossa. Sono una mamma felice di cinque figli, moglie di insegnante. Famiglia monoreddito che, senza i genitori che ci aiutano ad aggiustare la macchina se si rompe, non potrebbe nemmeno permettersi di accompagnarli, quei figli, a scuola. E sappiamo che c’è chi sta peggio. Niente sport per i miei figli, né vacanze. Se li porto al museo è perché a natale nonna mi regala 50 euro e non vengono tutti, solo due. Se vanno al cinema è quando lo fanno a 3 euro al mattino e sempre un paio ne restano a casa… Potrei continuare all’infinito. Sono stanca della politica miope. Sono stanca di essere trattata come una mangiapane a tradimento, una che ha fatto i figli perché lo stato li mantenga. Sono stanca della profonda iniquità della tassazione e anche di sentire fuffa politica senza rispetto per chi, come noi, sarà quello che si porterà sulle spalle tutto il peso del welfare, senza goderne di un solo beneficio. Vorrei lavorare, ma nessuno mi prende in considerazione, troppo adulta per contratti senza tutele, troppi figli per garantire affidabilità e dedizione totali al datore di lavoro. Vorrei per necessità, ché io a casa a vedere che faccia hanno le mie ragazze quando rientrano da scuola alle due ci sto benissimo. Questo, ecco, non c’è stipendio che lo possa compensare. Speriamo, cara Costanza, che oltre che miopi non siano anche sordi. Sopratutto l’onorevole Zan. 😅

    2. GIOVANNA

      non volevo rispondere volevo scrivere a Costanza , perdona …..ma Grazie a Costanza ! dal profondo del cuore ….parole che mi hanno riempito il cuore . sai io e Gianni abbiamo otto figli e facciamo una fatica immane! credendo fermamente però che se non ci ha aiutato il governo noi abbiamo visto che Dio ha provveduto a noi.

    1. Gianluca

      Concordo! Eccezionale!… anche davanti all’indifferenza… ma stupendo, sono con te (e credo siano in tantissimi!) Grazie! Un abbraccio!

  2. Federica

    Bravissima Costanza! Da moglie, mamma e lavoratrice, condivido tutto quello che hai sostenuto in questo discorso e ti ringrazio dal profondo del cuore per il tuo instancabile impegno. Dai voce a tante donne.

  3. Elisa Pelizzaro

    Costanza Grazie!
    Hai descritto perfettamente la situazione.
    Condivido ogni parola. Ti invidio la tua capacità di descrivere sempre così bene la realtà che vivono le famiglie! La cosa che mi ha divertito anche alla fine dell’articolo è l’esempio della National Gallery. Quando andai a Londra la prima volta (30 anni fa) mi colpì questa meravigliosa opportunità : potevo andare quando volevo ad ammirare , anche un intero pomeriggio, il quadro che mi interessava, “gratis “ e comodamente seduta sul “divano” come a casa …
    Ho spesso citato la National Gallery come museo “ideale” e mi domando sempre perché in Italia siamo così “scarsi” pur avendo il 70% delle opere d’arte nel mondo (se non ricordo male la %). Perché non “copiamo” le soluzioni che funzionano dagli altri Paesi? Perché siamo “scarsi” anche nella “cura” e sostegno della famiglia pilastro portante della società? Perché in Italia i governi hanno sempre ignorato o maltrattato la famiglia anche quando erano “i cattolici” a governare?

  4. Francesco

    condivido pienamente… questa distorta visione sui figli che c’è qui da noi è terrificante.. per davvero sembra un lusso la famiglia numerosa. Da padre di 5 pargoli, pur con due stipendi, mi ritrovo pienamente nelle difficoltà di come si è lasciati soli come famiglia… abbiamo giusto da poco affrontato il passo dell’acquisto di una casa più adeguata all’esigenza di 7 persone… e davvero ci si sente in ansia per ogni imprevisto sul fronte medico… o su altri versanti…

    1. Simonetta

      Ti farei un monumento, ti ho scoperta per le tue idee, che sono le mie! Ti voglio bene e prego per te, e che questa giusta battaglia possa essere vinta.

  5. Anche se adesso sono soltanto una nonna, grazie comunque.
    Ho fatto a suo tempo, esperienza diretta sul campo e…condivido tutto ciò che Costanza esprime e sostiene.
    Anche da nonna, sono ancora presente nella non facile vita della famiglia.
    Grazie. GRAZIE!

  6. Francesca

    Grazie Costanza. Ci hai dato voce, “faccia” e speranza. In questi sette minuti condensati di vita vissuta, ascoltata e condivisa.

    1. ola

      @Bariom Grazie per il link, medito come dici tu e nell’impossibilita’di dire qualcosa di buono, non dico proprio niente. 🤫

      1. C’è poco da dire @ola… cadono le braccia.

        Sempre più mi domando cosa si possa in coscienza votare oggi (escludendo ogni deriva sinistroide)!

        Io dico solo “me ne ricorderò”, semmai dovessi avere a che fare con chi sbandiera invece “difese di valori” di cui evidentemente si riempiono solo la bocca.

      2. Valeria Maria Monica

        Non sono d’accordo con Marcotullio sul voto zan.
        Sono convinta che se la Chiesa italiana si fosse mostrata compatta nella condanna, i partiti di centrodestra non si sarebbero lasciati scappare l’occasione di portarsi a casa consenso, gratitudine e voti del mondo cattolico.
        Ma la Chiesa italiana ha flirtato con il ddl zan in modo imbarazzante.
        Se devo prendermela con qualcuno, è con loro che me la prendo, non certo con la Meloni, che non ho votato, ma mi sa proprio che voterò al prossimo giro.
        Nel pdf ho creduto, ma dopo la sconfitta del 2017 ha scelto una linea di sottomissione alla CEI che gli ha fatto perdere ogni autonomia e credibilità.
        Peccato.
        Il pdf del 2017 avrei continuato a votarlo, e penso tuttora che il reddito di maternità sia stato il disegno di legge più geniale che abbia visto in tutta la mia vita.
        Altro che monopattini.
        Al tempo del covid, il reddito di maternità avrebbe salvato l’Italia.

        1. Tanto la colpa è sempre “della Chiesa”… ma a pigiare bottoni e fare presenza non c’era “la Chiesa” o almeno non c’era quella parte di Chiesa che dovrebbero essere anche certi politici … a sentir loro.

            1. Valeria Maria Monica

              Veramente, Bariom, la pagina di Breviarium che hai linkato contiene un articolo introduttivo DI Marcotullio, a cui segue una lunga e dettagliata analisi del voto a firma Gabriele Marconi.
              In particolare è di Marcotullio la seguente affermazione inziale: “il ddl zan è l’ultimo in ordine di tempo verso il quale la Chiesa abbia mostrato la sua contrarietà”.
              Questa affermazione a mio parere non corrisponde alla realtà. Mi sembra che la Chiesa abbia mostrato assai debolmente la sua contrarietà, con un comunicato ufficiale CEI purtroppo conpletamente delegittimato e vanificato: in modo attivo, da Avvenire, in modo passivo – omissivo, dalla quasi totalità dei vescovi, e in modo indiretto, ambiguo e folcloristico, da Francesco.
              Comunque è inutile che vi tedi ripetendo considerazioni che ho già scritto in altri post.
              Siccome c’eravamo tutti, ognuno sa cosa è successo.
              E io la Meloni la voterei tranquillamente anche se. non era in aula, a votare contro il ddl zan, perché comunque la stimo più degli altri, e il complesso delle sue posizioni POLITICHE lo condivido un bel po’ di più di quando condivida le posizioni di conte, di maio, zingaretti e compagnia: i politici del cuore del papa e della CEI. Che comunque, se erano in aula, c’erano per votare A FAVORE del ddl zan.

              1. Puoi votare chi ti pare, resta il fatto che davanti alla prospettiva che passasse un legge così sibillina e “pericolosa”, lei come tanti altri (e tanti senza valido motivo) NON era il aula… Il resto sono chiacchiere.

                Ti saluto.

                1. Valeria Maria Monica

                  “Il resto sono solo chiacchere”?
                  Beh, TUTTE spono chiacchere, qui: è lo spazio commenti di un post…
                  Non capisco perché i tuoi interventi avrebbero lo status di “spunti di meditazione” e i miei sarebbero solo “chiacchere”,
                  Sei tu che hai tirato fuori il tema politico, io ti sono solo venuta dietro, senza neanche entrare direttamente in contradditorio con te, ma col blog che avevi citato.

              2. Valeria Maria Monica

                Im realtà mi piacerebbe davvero poter tornare a votare per il pdf.
                Ma non mi posso più riconoscere in un pdf attaccato con le unghie e coi denti alle sottane del papa per rivendicare di essere l’unico partito votabile dai cattolici, mentre è evidente a tutti che la traduzione in politica delle idee del papa si collocherebbe molto più a sinistra di quanto la dottrina sociale dell Chiesa si sia mai spinta.

                1. Lucia

                  Cara Valeria Maria Monica concordo con te. Se Avvenire non avesse da almeno un paio di anni fatto un tifo da stadio neanche mascherato per i loro cari Conte che ricordo a tutti quelli che lo avessero dimenticato o lo ignorassero è il nipote del superiore del convento di San Giovanni ROTONDO, Vendola e Zan con il suo ddl e il Papa regalato la torta e scritto ai lbgtq che hanno girato il famoso documentario Lega e Fdi sarebbero stati più decisi e avrebbero sicuramente combattuto, ma dopo che Cei e Vaticano hanno scelto e non solo in Italia di schierarsi a favore della sinistra nichilista e lbgtq chi glielo faceva fare di passare come i nemici del Papa? Adinolfi e Marco tullio sono sicura che sono sinceramente prolife e profamily, infatti si prendono insulti sia sulla pag Fb che nel caso di Adinolfi anche in TV e giornali dai suoi colleghi politici e giornalisti, il fatto che loro affermano che solo stando accanto al Papa volta a volta in carica si è dalla parte giusta per via del famoso primato petrino, diversamente si è scismatici. Faccio presente che questo è anche il pensiero dei Cardinali Mueller, Sarah che pure non hanno mai fatto mancare critiche al Papa attuale. La verità è che i cattolici prolife e profamily sono ormai abbandonati a sé stessi e così i politici e i capi di stato come Trump, Duda, Orban che si erano fatti portavoce dei gruppi cattolici conservatori di cui ormai su Avvenire e Vatican news i fedeli perfetti (di sinistra) dimostrano il loro superiore disprezzo per essi e per i vescovi americani guidati da Burke e per quelli polacchi l ‘ emarginazione più totale, il silenziamento delle loro istanze e ovviamente la scomunica per Viganò e quanto meno la riduzione allo stato laicale di Schneider e Burke…… E adesso che il Papa si è complimentato con Biden io sono certa che i politici di destra di tutto il mondo ci penseranno non mille ma milioni di volte per votare qualche istanza”cattolica”. A proposito della Polonia le notizie che arrivavano da lì fino a pochi giorni fa erano sempre più gravi, l’ opposizione di sinistra sobillata da Soros e UE attraverso le violenze delle femministe e dai lbgtq stava per scalzare il Governo di destra che voleva mobilitare addirittura l ‘ esercito. Adesso non so che aria tiri ma non penso sia buona.

              3. roberto

                Quando ci sono valori fondamentali da salvare, gli uomini di questa Chiesa devono condannare e chiamare , continuamente, tutti credenti contro questa deriva della legge Zan come quando, tutti i santi giorni, si parla del dramma dei profughi. Si deve manifestare la medesima tensione. Ai preti pedofili ed omoerotici fa comodo questa legge.?

  7. Pingback: In Italia le famiglie sono lasciate troppo sole – l'ovvio e l'evidente

  8. Lucianella

    Cara Costanza sono 4 anni che come Popolo della Famiglia gridiamo questa realtà. Abbiamo raccolto le firme e consegnate in Parlamento per il Reddito di Maternità, ma niente. I nostri attuali politici che sbandierano slogan sulla Famiglia, di fatto non fanno nulla e questo ormai da anni. Se vogliamo veramente fare una rivoluzione possiamo farla nelle urne, solo così l’Italia potrà rinascere economicamente, culturalmente, socialmente e politicamente!!!
    Sono mamma di tre ragazzi e ho pagato il prezzo sulla mia pelle, svezzandoli in anticipo per riprendere dopo la maternità obbligatoria perché non potevo permettermi uno stipendio al 30%. Tutto quello che hai scritto l’ho vissuto e lo sottoscrivo per questo il mio impegno attivo x il PDF.

  9. Angela

    Cara Costanza grazie per esserti esposta pubblicamente. Tutto quello che hai detto l’ho sperimentato come mamma di sei figli e lavoratrice. Chissà se le tue parole sono state, per qualcuno di quelli che ti ascoltavano, come un piccolo seme.

  10. Antonietta

    Fa molto bene leggere quel che scrivi, ma fa molto male quell’ “indifferenza totale”. Questo è il vero male, la vera povertà. Grazie perché non hai comunque paura di affermare la verità.

  11. Caterina Aversa

    Ancora e sempre grazie!! Descrizione della realtà, anche questa volta, limpida e vera.
    Purtroppo sull’Italia, e soprattutto su di essa, vi è stesa la longa manus del Demonio. Ringrazio che ci siano persone come te, Costanza, che mi danno un po’ di speranza. Caterina da Milano

  12. Nicola62

    Grazie, leggendo questo tuo intervento ho rivissuto gli ultimi 30 anni della vita mia e della mia famiglia. La scelta di mia moglie di lasciare il lavoro per avere dei figli e dedicarsi a loro. Quella di mandarli a scuole paritarie fino al termine delle medie inferiori, (oltre purtroppo non ce lo siamo potuti permettere). Il non essere riusciti a dare a nostro figlio e nostra figlia la possibilità di un appartamento con una camera in più, (viviamo in 4 in 90 mq. e loro due condividono la camera da letto). La difficoltà crescente di arrivare a fine mese soprattutto dopo il passaggio all’Euro e la crisi economica che dal 2008 in poi non ci ha più abbandonato. Ho ripensato anche a mio padre che a metà degli anni 80 dopo essere andato in pensione era diventato un esperto di fiscalità sulla famiglia e andava nelle parrocchie a tenere incontri nei quali spiegava alla gente di come da sempre i governi avessero abbandonato le famiglie sotto questo aspetto. Solo la fede in Dio e l’esempio dei nostri genitori e dei nostri nonni ci hanno sempre sorretto e continueranno a farlo nel nostro cammino di genitori. Certo se una volta per tutte anche lo Stato si decidesse a fare qualcosa di concreto! Le cifre della denatalità sono sotto gli occhi di tutti e anno dopo anno fanno sempre più rabbrividire. Prego il Signore che apra il cuore di chi ci governa.

  13. Debora

    Grazie Costanza per queste parole che rispecchiano esattamente ciò che molti pensiamo e non riusciamo a esprimere come sai farlo solo tu. Non so se questo discorso porterà qualche frutto (spero di sì) pero trovo di un valore inestimabile che qualcuno con le tue capacità abbia il coraggio di dare voce alla verità. Grazie per non tirarti indietro ed avere il coraggio di seguire la tua chiamata sempre. Tutti noi abbiamo dei doni specifici per aiutarci nella missione a cui siamo chiamati e tu la stai portando avanti, non senza difficoltà sicuramente ma con decisione in tutto ciò che fai. Questo è un commento per incoraggiati nonostante le delusioni che sicuramente anche tu vivrai nella vita, come ogni essere vivente. In ogni opera di vita il demonio cercherà di intromettersi. Però come Mosè non si è arreso e Dio lo ha preceduto, sono sicura che anche con noi farà lo stesso.

  14. Buongiorno.
    Idee assolutamente corrette (io e mia moglie abbiamo 5 bambini piccoli, e sulla nostra pelle, ogni giorno, viviamo le difficoltà qua raccontate). Ripeto: le idee sono corrette ma manca un punto all’analisi: la famiglia in Italia non solo non interessa o è abbandonata. Magari fosse così, sarebbe meno dura. No, in Italia la famiglia, specie se cattolica (in senso pieno), è attivamente combattuta. La famiglia è il nemico da abbattere, e tutti i mezzi sono buoni: dal torchio fiscale, alla scuola che insegna valori contrari alla morale (per cui alla mattina il bambino sente delle cose che poi la sera i genitori devono contrastare), alle assurdità legislative (i sistemi antiabbandono… l’ennesima spesa in più). Finchè non ci faremo una ragione che è in atto una guerra contro la famiglia non ne usciamo. Inutile sperare qualcosa di buono dal nemico.

  15. Nicholas

    La Costituzione Italiana ci garantisce il diritto dell’educazione parentale.

    Le lezioni sull’amore impartite da Arcigay i miei figli non le ascolteranno mai e nessuno potrà impormi il contrario.

  16. vale

    come le dissi tempo fa lei rischia il gabbio per tali opinioni poco o per nulla politicamente corrette.

    cmq,l’importante, è che ci siano i soldi per queste benefiche e culturali iniziative (sperando che se il dl zan passa anche al senato, non preveda anche la galera per la satira ed in modo retroattivo )

    PASQUALE NAPOLITANO per il Giornale ( dal sito dagospia” di oggi )

    “… il dipartimento Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri stanzia 8mila e 900 euro per un’associazione, Movimento Identità Trans, che dovrà curare alcuni seminari nell’ambito del festival Internazionale Cinema Trans che si terrà a Bologna dal 19 al 29 novembre.

    scorrendo la pagina social del Movimento Identità Trans si scopre che si tratta di un’associazione che si batte per la difesa dei diritti delle sex worker. L’affidamento è stato firmato dai funzionari di Palazzo Chigi lo scorso 5 ottobre. Ma non è una novità. Nei giorni scorsi il Giornale ha scovato che tra le categorie destinate ai risarcimenti economici previsti nel secondo decreto Ristoro figurano sexy shop e agenzie di accompagnatrici.”

    prosit

  17. Francesco Paolo Vatti

    Complimenti per la sintesi perfetta!
    Alcune cose.
    La mascolinità prima e la femminilità poi sono diventate qualcosa di cui liberare la società. Così, parità viene oggi confuso con impossibilità di distinguere i due sessi, senza tenere conto delle particolarità di ciascuno dei due e dei propri punti di forza. Questo fa sì che nessuno di noi oggi venga usato per quello che sa fare (detto male, ma credo si capisca).
    Quello che lei ha detto sul vantaggio a non essere sposati, era detto benissimo anche in un film di D’Alatri (Casomai). Sono passati molti anni, tante cose sono cambiate, ma ci ritroviamo purtroppo sempre allo stesso punto, con l’aggravante di tanta propaganda contro la famiglia, di discredito della famiglia, da parte di Radicali, Soros e compagnia bella.
    Purtroppo, sui musei si è passati da un estremo all’altro. Quando ero ragazzo, c’erano musei bellissimi che costavano 100 lire e venivano svalutati. Oggi il più banale dei musei costa almeno 15 €. Una via di mezzo non guasterebbe. Ma, forse, si potrebbe risolvere il problema con tariffe famiglia….
    Grazie di tutto!

  18. Chiara

    Come sempre mai un pensiero alle famiglie adottive, compreso recentemente per quelle, già abbinate, che in questa situazione sono state bloccate in Italia e costrette ad attendere per un tempo infinito l’incontro con i figli che li aspettavano dall’altra parte del mondo, senza che lo Stato intervenisse in alcun modo in loro favore. E questo è solo un episodio tra i tanti che dimostrano il disinteresse generale della politica e della Chiesa verso il mondo dell’adozione.
    Cara Costanza, durante il lockdown hai avuto giuste parole di fuoco contro l’utero in affitto ma non una virgola per loro.
    Però siete sempre pronti, tu e gran parte del mondo cattolico, a ricordarvi dell’adozione quando si tratta di sbandierarla come argomento in contrapposizione alla fecondazione assistita.
    Al di fuori di questo uso strumentale, non vi interessa affatto appoggiare realmente chi fa questo percorso, non vi impegnate minimamente a comprendere e conoscere a fondo in cosa davvero consista questa scelta di vita soprattutto oggi e cosa comporti, con da un lato i paesi stranieri che circoscrivono sempre più l’insieme dei bambini adottabili a quelli con necessità speciali e dall’altro con i nostri tribunali che collocano nelle famiglie prevalentemente minori a rischio giuridico, costringendo chi vuole farsi una famiglia a vivere con il pensiero che il bambino accolto potrebbe venirgli presto portato via.
    Questo succede probabilmente anche perché ci sono poche famiglie disponibili all’affido (istituto differente in cui la temporaneità è il primo presupposto), ma d’altra parte se a chi può prendere in affido viene consigliato dal confessore di non “rovinare” gli altri figli naturali e perfetti con una presenza “guasta”…
    Sapete solo vagamente dire che “c’è molta burocrazia, bisognerebbe migliorare questo aspetto” (sicuramente, ma è veramente l’ultimo dei problemi) e lì vi fermate, come se lasciaste un like su un social, senza sostenere proposte reali, senza indignarvi, senza arrabbiarvi per chi si trova dentro.
    Avete una visione superficiale, proprio perché vi interessa fintanto c’è da dire “bravi” ai genitori adottivi, magari e soprattutto perché pensate (sbagliando) che abbiano preferito questo percorso alla PMA.
    Vedete l’adozione solo come un’opera di bene e non vi fermate a capire che per chi adotta questa visione è anche vagamente offensiva per il bambino.
    Ma d’altra parte chi si approccia all’adozione sa già bene che a chi ha la fortuna della salute riproduttiva è completamente disinteressato ai problemi di chi soffre della peggiore delle privazioni.

    1. giovi

      Sinceramente, Chiara, riscontro molta aggressività : l’ha fatta veramente fuori dal vaso !
      Forse dovresti specificare meglio con chi ce l’hai , non credo proprio che Costanza c’entri nulla con le tue recriminazioni, piuttosto inappropriate in questo contesto.
      Nel tuo intervento, nel modo che hai di vivere questa sofferenza ( che non è la peggiore, credimi) noto molta solitudine : credo che avere contatti con associazioni cattoliche i cui aderenti si sostengono a vicenda, alla luce della fede, in questo cammino dell’adozione e dell’affido, ti possa aiutare e sostenere, come capitato a me in passato ( affido) e come capita a molte mie care amiche.
      In particolare ti posso consigliare l’associazione “famiglie per l’accoglienza” : comincia dando un’occhiata sul web, troverai tanti spunti per affrontare più lucidamente e proficuamente le tue difficoltà, poi, certo, l’amicizia concreta è quella che fa svoltare.

      1. Chiara

        Gentile Signora, La ringrazio per la buona intenzione ma non vedo come Lei possa presumere e giudicare la mia situazione personale. Non Le rispondo nel particolare perché non mi sembra il caso di parlare della mia vita in uno spazio pubblico e con una persona sconosciuta.
        Non stiamo comunque parlando di me ma di un quinto delle coppie alla ricerca di un figlio. Persone che scoprono di avere problemi, elaborano il lutto del figlio biologico, e, se si trovano nelle giuste condizioni fisiche ed economiche, in alcuni casi intraprendono il percorso adottivo.
        La parte credente di queste coppie, che peraltro spesso vive un disastro anche nella fede, ha una forte necessità di essere motivata, accompagnata e inclusa nei discorsi e nella comprensione degli ambienti cattolici, dove la cura dello spirito dovrebbe essere primaria, sentendosi al contrario abbandonata.
        Santificate quando adottano (in modo spesso strumentale, superficiale e neanche da tutti, intendiamoci, c’è anche chi tra i credenti strizza l’occhio a certe destre che li vedono come ladri di bimbi o importatori di stranieri, per loro criminali per genetica), le coppie infertili e adottive sono per il resto invisibili. Non arricchiscono, magari per anni, le parrocchie di piccole nuove gioiose vite, anzi magari sono pure deprimenti e lamentose.
        Spesso subiscono domande inopportune e consigli superficiali da gente che poi liquida il tutto a suon di “non ci devi pensare” o “adotta”. Peccato che l’adozione non sia una sostituzione di persona o il tappo per un dolore, ma la scrittura una storia nuova e unica per la coppia e per un bambino.
        Sentono parlare di adozione in modo sbagliato, ignorante (un’ignoranza colpevole, perché sarebbe sufficiente informarsi con i mille canali a disposizione) o più spesso non ne sentono proprio parlare.
        Quante volte si sente parlare di infertilità e modi diversi di essere fecondi durante un’omelia, un incontro parrocchiale, una preghiera?
        A fronte di abbondanti “gruppi famiglia” presenti in ogni parrocchia, quanti gruppi di accompagnamento spirituale dedicati a coppie infertili, o anche semplicemente gruppi per trenta/quarantenni dove non si parli esclusivamente di prole esistono?
        Quando e in che modo se ne parla? Quanti hanno almeno un’infarinatura su adozione, procreazione assistita (capirà che non può succedere, come ad una cara amica, di trovarsi davanti un sacerdote che gliela sconsigliava, salvo poi chiederle di spiegargli nel dettaglio come funzionasse), problemi di fertilità? Quanto viene glorificata la fecondità naturale, senza chiedersi chi ci si trova davanti?
        Quante volte si sente il Papa o gli organi ecclesiali dedicare un pensiero agli sterili? Basta una ricerca su Vatican News o su Vatican.va. Provi Lei stessa a cercare “infertilità” o “sterilità” e poi “migranti” (considero giusto parlare di migranti, è solo per fare un paragone di frequenza con un argomento altrettanto importante).
        Lo stesso vale per le varie webzine cattoliche, fino ad arrivare ai blog dei catto-influencer come Costanza. Mi chiede cosa c’entri lei? Bè, ritengo chi ha un grande seguito e chi incentra la maggior parte dei suoi discorsi sulla famiglia abbia il dovere morale di spingere la massa a capire, approfondire, riflettere, rispettare, facendo così sentire queste coppie, che diverranno forse famiglie, meno emarginate
        Mi rimprovera che questo non sia il posto adatto alle mie recriminazioni, dunque facciamo così, provi a cercare su Google e mi trovi un articolo a firma di Costanza che parli di adozione, sotto cui possa lamentarmi del fatto che non ne parli abbastanza. L’ultima volta e mi pare l’ultima (sbaglierò) è stata un anno e mezzo fa, ma solo per esprimersi contro le trascrizioni di figli di coppie omosessuali. Esattamente un caso di uso strumentale del tema adozione di cui parlavo nel primo commento. Come si fa a parlare prevalentemente di famiglia e disinteressarsi dei fatti strazianti riguardanti famiglie in formazione bloccate dal lockdown?
        Fortunatamente le coppie adottive o desiderose di esserlo hanno grandi risorse, cavate via da una terra che era arida, forte volontà e una grande consapevolezza. Per cui sono anche in grado di fare a meno della cura e dell’attenzione di questo dorato mondo cattolico, troppo preso da altre cose. Peccato che poi si dica “che schifo, questo ateismo dilagante”…

  19. Fabio

    Sette minuti per tutto questo discorso??? Sembra quasi come i 25 lettori del Manzoni, o i 23 di Guareschi!
    Battuta a parte, grazie Costanza per quanto hai detto e ci hai fatto leggere qui.
    Io sono, mio malgrado, single, e sono d’accordo con quanto hai scritto sulla tassazione delle famiglie (ma anche spero che non pensino di aumentare le tasse ai single, visto che – a prescindere – in Italia siamo già al furto legalizzato).
    Grazie Costanza!
    Un abbraccio e … sursum corda!

  20. Emanuele

    Carissima Costanza,

    non scoraggiamoci (non è certo il suo caso!) per l’indifferenza palesata in Commissione. Sono semi che dobbiamo spargere con generosità, in ogni terreno, proprio come insegna il Seminatore evangelico. Ci sarà anche un terreno buono che darà frutti!

    E poi, sono convinto che sia essenziale alimentare la testimonianza (anche singola), di piccoli gruppi culturali, di preghiera, di ogni piccola realtà, di piccole associazioni, di piccole parrocchie, oratori, monasteri, scuole libere… perché è proprio così che è cresciuta, sin dai primi secoli, la tradizione culturale cristiana, dell’occidente. Sono proprio tutte queste realtà “intermedie” (di cui la famiglia è l’emblema) che garantiranno la tenuta e lo sviluppo delle nostre comunità, per il bene nostro ed anche di chi ci vorrebbe zittire.

  21. Natale

    L’hanno lasciata finire senza dirle che “su questo ti sentiremo un’altra volta”? Beh le è andata meglio che a S. Paolo. Non credevo vi fosse tanta magnanimità da quelle parti… 😜

  22. Bruna Lionetti

    Anche io ti ringrazio per la tua insurrezione pro-family: non è questo che dovrebbero fare tutte le famiglie?
    Perchè subire passivamente
    l’ indifferenza alla cura dell’ esistenza umana necessaria all’ esistenza della societá umana? Io non ho famiglia ma molte ne frequento e mi sale la rabbia nel vedere come le famiglie siano le principali mucche da mungere, dal mercato come dalla burocrazia!
    Eppure, mamme e papá senza di voi non ci sarebbe la vita che continua di generazione in generazione!
    Sí, la scienza continuerá i suoi esperimenti, e cosí i deliri dei gender e dei transumanisti ma Cristo non ha detto: Io ho vinto il mondo?
    E non intendeva anche questo tempo del mondo in cui stiamo vivendo?
    E noi come lo vinciamo?

  23. Beppe

    proprio in periodi come questo, dove la concordia e l’unità di intenti sono indispensabili alla convivenza e all’aiuto reciproco, spessissimo nelle famiglie regnano discordia e disordine.
    Una endemica mancanza di serietà e maturità, gabellata sotto la voce “mancanza di dialogo” (tra asini aggiungo io) che portano inevitabilmente a separazioni e divorzi.
    C’è stato un periodo di tempo, ormai remoto, in cui il matrimonio era considerato un impegno da prendersi sul serio : un contratto tra persone serie.
    Ancor prima di chiedere la carità, allo stato dei farlocchi, per il sostegno economico alle famiglie, è urgentissimo ritornare a concepire il matrimonio come una faccenda da prendersi maledettamente sul serio, e non come una specie di cabaret come è ridotto oggi.
    Qual’è il grado di maturità degli adulti moderni?
    Estremamente scarso, ed è dalla loro immaturità che derivano i guai della famiglia moderna.
    Incapacità a ragionare, nessuna volontà di studiare, avversione per il lavoro ben fatto, incapacità a spendere correttamente il denaro guadagnato … creano maschi e femmine che non diventano mai uomini e donne solide.
    Il punto è che se la stragrande maggioranza degli italiani sono fatti così … il governo schifa la minoranza che vuole vivere seriamente.
    I matrimoni in chiesa sembrano feste in costume, neanche divertenti, e quelli in comune paiono un allevamento di polli in batteria.
    Tra l’altro, detto incidentalmente, è chiaro che in queste condizioni dove la vita stessa sembra essere diventata una buffonata, dove non c’è niente di serio, è impossibile rimarcare una differenza tra il matrimonio eterosessuale e la convivenza omosessuale, perché se è una buffonata la prima ci può stare benissimo anche la seconda.
    Purtroppo dobbiamo cedere il passo all’amara constatazione che la via più lunga è anche quella più breve : ricominciare tutto da capo e con enormi dosi di pazienza e capacità di sopportazione, rifondare il matrimonio a partire dalla base.

  24. Lumpy

    Cara Costanza,

    forse l’ho già detto un’altra volta, quindi mi perdonerai se sono ripetitiva. Ho letto il tuo ultimo libro “Niente di quel che soffri andrà perduto” e ho trovato molto interessante un passaggio, che forse riterrai un semplice nesso di raccordo, ma che invece dice molto di più. Dici che tu negli ultimi anni hai preso a frequentare molto di più – e in maniera quasi esclusiva – persone che la pensano come te. Questo è assolutamente giusto e comprensibile, il punto, tuttavia, è che si rischia di perdere il polso della realtà. Io so che tu (in tempi pre covid) giri l’Italia in lungo e in largo e ogni settimana incontri centinaia di donne che affollano le tue conferenze e che sì, ti dicono che se potessero starebbero a casa almeno fino ai tre anni dei loro piccoli, se non di più. Allo stesso modo scommetto che sei semi-sommersa di mail da parte di donne che dicono la stessa cosa. Il problema è che le donne che vengono ai tuoi incontri e che ti scrivono, certamente la pensano come te, ma purtroppo non sono più la maggioranza. Per questo, secondo me è del tutto inutile, per non dire controproducente, continuare ad affermare che “la maggioranza” delle donne la pensa così. Perché – purtroppo – al di fuori di certi ambiti parrocchiali e di fede, non è più così. Fai un giro nelle palestre, tra le mamme che aspettano i bambini fuori dalle scuole materne, nei supermercati. La maggior parte delle donne, oggi, dopo il parto rivuole la propria vita, il tempo libero, il proprio corpo, la possibilità di spendere denaro per sé, la ricerca “di se stessa”. Non basta: dopo il parto la donna rivuole anche la propria libertà sentimentale, nella misura in cui se un domani, anche quando il bambino è ancora piccolissimo, ritenesse che il padre della sua creatura “non le fa più sentire le farfalle nello stomaco” ( e viceversa), la famiglia viene gettata alle ortiche come un abito passato di moda e avanti il prossimo. Continuare a dire che esiste una maggioranza di donne che si sentono strappare le viscere all’idea di lasciare i propri figli al nido e lo fanno solo per motivi economici, è contro la realtà che esiste fuori dalle parrocchie. Siamo in piena pandemia, abbiamo vissuto un primo lockdown in primavera e le voci di mamme e papà che si levavano a dire di aver goduto felicemente della compagnia dei loro bimbi piccoli sono state del tutto minoritarie. Mai nella storia mi pare si sia visto un così rumoroso coro di voci a sollevarsi per lamentarsi di essere costretti in casa (!) in compagnia dei propri stessi familiari (!), che dovrebbero essere fonte di gioia e ragione di vita, non orrendo inciampo. Una volta, per una famiglia stare molto tempo in casa in compagnia reciproca era la regola e uscire era l’eccezione. Oggi, due mesi di reclusione domestica sono stati tollerati a stento e ritenuti una sorta di terribile tortura e la prospettiva di ripiombare in questa realtà ha sollevato proteste enormi. Anche questo è in evidente segno del fatto che ormai le mura domestiche per le famiglie e per le coppie non sono più un nido, ma una specie di albergo, un residence se non proprio una gabbia da spezzare. Ho chiesto ai miei studenti se durante la quarantena precedente abbiano inaugurato dei riti con i loro genitori, se abbiano preso a fare insieme piccole attività o piccola condivisione (un lavoretto, cucinare insieme, un gioco in scatola, una serata film tutti insieme, una giornata in cui si guardavano le foto vecchie e si raccontavano storie) e la risposta è stata silenzio tombale.Anche perché circa la metà sono figli di divorziati.
    Dalle tue parole sembra che esista una maggioranza femminile tutt’oggi ancorata ai valori del materno e della cura domestica, ma purtroppo a me sembra di vedere intorno una maggioranza di donne che tutto questo non lo sente minimamente e credo che tutti questi valori siano ormai appannaggio praticamente solo di chi fa un percorso di fede. Per tutte le altre la maternità è un fatto della vita, un evento tra i tanti, peraltro un evento “sorvegliato speciale”, accusato da più parti di voler attentare all’indipendenza e al “benessere psichico” della donna. E questo vale per tutte, non solo per chi fa lavori gratificanti intellettualmente: anche l’operatrice ecologica non vuole stare a casa a guardare i figli o direttamente non li fa perché prima dei figli c’è il sacro diritto a divertirsi e a spendere il propri soldi per l’ultimo modello di iPhone. Se davvero le donne che dici tu fossero la maggioranza, allora il tasso di natalità non sarebbe così desolante e i figli nascerebbero, non verrebbero abortiti in quanto non c’è crisi economica, non c’è disoccupazione e non c’è timore che possa alla fine trattenere una donna (e una famiglia) che ardentemente desidera aprirsi alla vita dal farlo. Tutti ne conosciamo cospicui esempi. Il problema è che le donne hanno smesso di desiderare tutto questo e anche quando -dopo mille pensieri e contropensieri- faticosamente fanno un figlio, rivogliono comunque la vita di prima, dalla taglia dei pantaloni alla possibilità di trovare nuovi amori.

    1. edoardo malgarida

      Purtroppo questo commento rispecchia la realtà. Al di fuori del micro-mondo cattolico, quante famiglie con 3 o più bambini conoscete?

  25. Lumpy

    Aggiungo una cosa che ho dimenticato: in Italia le famiglie non sono lasciate sole. Lo sono le famiglie con tanti figli, sposate in chiesa, dove gli sposi sono fedeli gli uni verso gli altri e dove magari la moglie ha preferito stare a casa a dedicarsi con amore alla famiglia. Quelle non sono solo lasciate sole, ma derise, schernite, osteggiate. La casalinga è una sfigata, una parassita della società, una coniglia sfornafigli… e ancora chiedono soldi allo stato? Ma andasse a lavorare, quella fannullona! Vedi come le passa la fregola di sfornare marmocchi! e giù insulti. Non c’è alcuna simpatia per quel tipo di famiglia, solo valanghe di disprezzo. La casalinga non è una risorsa della società, ma un inutile attrezzo.

    La famiglia allargata, dove c’è mamma, il fidanzato di mamma, il figlio del fidanzato di mamma, la mamma del figlio del fidanzato di mamma e poi papà, il nuovo compagno di papà, i loro due bambini avuti dalla mamma surrogata ecc ecc, e dove naturalmente tutti lavorano, nessuno sta in casa, nessuno cucina perché ordiniamo tutto delivery, nessuno pulisce, i nonni sono o in crociera con i nuovi fidanzati, oppure vecchi in casa di riposo che nessuno cura e gli altri legami familiari sono del tutto rescissi, soprattutto se sono inutili e anziani, beh quella sì che è una famiglia che piace, che sarà aiutata.

    1. Lucia

      Cara Lumpy hai perfettamente ragione, la stragrande maggioranza delle donne è degli uomini vive ormai la casa e io direi i figli, anzi l ‘ unico figlio come una palla al piede. Lo dimostrano le proteste dei genitori affinché le scuole rimangano aperte o riaprano tra la rabbia e lo sconforto dei docenti che hanno avuto la conferma di essere considerati baby sitters gratis. E se teniamo presente che le donne 35-40enni sono così, figurarsi quelle più giovani cresciute a pane, reality e Fb. Costanza e Adinolfi che parla di reddito di maternità non hanno capito che a volersi occupare del figlio sono proprio le mamme, la famiglia come l ‘ abbiamo conosciuta noi NON esiste più, sarà forse per questo che ormai persino il Papa ormai riceve con tanto di torta e scrive commosso a genitori lgbtq e ignora le associazioni prolife e profamily di cui ormai su Avvenire, Vatican news non solo giornalisti e lettori si fanno risatine, che insultano con termini in cui il più tenero è “cattolici, antiquati” ma ormai si chiede ai vescovi di allontanarli dalle parrocchie e per quei vescovi che ancora le supportano, Burke, Schneider si chiede la retrocessione a semplice prete e l ‘ esilio in qualche oscuro convento, aspettando che negli Usa la nuova amministrazione imitata dalle altre Nazioni, comprese quelle latinoamericane li trascini in tribunale e li sbatta in prigione? Credo a questo punto che sia proprio così. I cattolici hanno perso la guerra, almeno in questo mondo. Buona giornata

      1. Catherine

        Lumpy, Lucia, purtroppo avete ragione… ma allora non deve neppure levarsi questa “voce che grida nel deserto”?…. no, va ancora fatta sentire, anche se in mezzo ad ascoltatori indifferenti, certo con la coscienza della realtà oggettiva, ma si deve pur dire la verità, anche e sopratutto quando nessuno la vuole sentire più, poi si condisce tutto ciò con la preghiera accorata al Signore, che salvi il suo popolo, tutto quanto il suo popolo: quello che lo ama e anche quello che si è dimenticato di Lui. con coraggio e fiducia, mi pare come fa Costanza

        1. Lucia

          Cara Catherine chi ha coraggio di esporsi è giusto che sia ” Voce che grida nel deserto” ma spero che sia consapevole appunto di essere in un deserto ancora più inospitale del Gobi. Ripeto ormai I cattolici hanno perso anche il sostegno della gerarchia per mille motivi, di cui quello “culturale è appunto solo uno tra i tanti. Che tempi ci è toccato vivere e siamo solo all ‘ inizio, credo che molti giovani non allineati con il pensiero unico stiano decidendo di non avere figli per risparmiare loro le umiliazioni, le sofferenze e magari la prigione che sono all’ orizzonte.

    2. Luigi

      Interventi interessanti, Lumpy. Di sicuro condivisibili.
      E però, anche fuori dalle parrocchie ci sono giovani donne che nonostante tutto stanno riprendendosi dalla sbornia femminista (per la verità, ce ne sono anche di sedicenti cattoliche che invece sono ancora in piena ciocca…).

      Non dico siano la maggioranza, certo che no; e nemmeno una minoranza numerosa. Ma ci sono, tanto che ne conosco perfino io. Si sposano invece di laurearsi e hanno il primo figlio a 25 anni o meno, invece di fare il master. Spesso sono silenziose, come del resto tanti uomini, perché ormai è autorizzata solo l’infernale cacofonia dei socials.

      Gli altri che ben descrivi, può sembrare crudele, ma ormai è inutile inseguirli.
      Tanto a brevissimo giro, chi non ha radici robustissime sarà spazzato via.

      Per ricordare come tutto iniziò, segnalo questo splendido articolo:
      https://www.aldomariavalli.it/2020/11/14/il-vaso-di-pandora-del-divorzio-cinquantanni-dopo/

      Ciao.
      Luigi

  26. Valeria Maria Monica

    Ho letto molti commenti interessanti e stimolanti. In particolare mi ha colpito l’interrogativo di mariomanara: come mai Francia, Inghilterra, Germania pur essendo scristianizzate più dell’Italia hanno un sistema di aiuti alle famiglie molto più significativo?
    Penso che qui non c’entri una scelta valoriale, ma una maggiore intelligenza politica.
    Infatti, per una nazione, l’incremento demografico NON è un fattore di impoverimento, come credono gli stupidi “malthusiani”, ma è un fattore di aumento della ricchezza. Più cresce la popolazione, più cresce il PIL.
    Le nazioni come l’Italia di oggi, che lasciano crollare il loro indice di incremento demografico sotto il tasso di sostituzione – in una spirale sempre più rapida, e, a un certo punto, irreversibile – sono nazioni senza alcun futuro, nazioni destinate a scomparire, e il loro territorio a essere occupato da altri popoli.
    È per questo che il reddito di maternità avrebbe portato così tanti benefici: avrebbe dato una frustata al PIL che non si sarebbe esaurita in una fiammata, ma avrebbe innestato un circolo virtuoso di incremento di consumi e quindi crescita economica, nello stesso tempo consolidando il tessuto sociale e aumentando la felicità individuale.
    Per non voler rendersene conto, penso che sia necessario un odio pregiudiziale e veramente demoniaco verso la famiglia, verso tutto il bene, individuale e sociale, morale e materiale, che la famiglia, come cellula naturale della società, offre all’individuo e alla collettività.

    1. Beppe

      Valeria Maria Monica,
      senza volere offendere, ma credo che tu abbia le idee molto confuse.
      .
      Primo : l’incremento e/o il rinnovo demografico lo puoi fare tranquillamente aprendo le frontiere ai migranti.
      Ti costa molto di meno agire così che finanziare la maternità delle italiane, dato che se fai un figlio adesso ti viene buono per lavorare tra 15 anni, mentre un extracomunitario è buono da subito, al netto di tutte le spese di crescita ed istruzione.
      Non è una questione di essere o non essere “malthusiani” : è solo che le mamme italiane sono fuori mercato, dal punto di vista economico.
      .
      Secondo : legare la maternità ad una questione economica, sostenendo che potrebbe agire come stimolo all’aumento infinito del PIL è una cosa becera, se ci pensi su un istante (oltre che, umanamente parlando, lasciare un profondo senso di amarezza).
      A che serve aumentare il PIL?
      Lo abbiamo sempre fatto e le cose, di anno in anno, sono andate sempre peggio : abbiamo creato una quantità impressionante di lavori farlocchi ed inutili (spesso persino dannosi), spreco di risorse, corruzione a tutti i livelli … e a sentire gli economisti l’aumento del PIL non è mai abbastanza.
      Ma che razza di pallone stanno gonfiando?
      Quale Torre di Babele stanno edificando?
      Questa società deve dimagrire non ingrassare, autodistruggendosi nel tentativo farlocco di conseguire di anno in anno la crescita cretina del PIL.
      La maternità può agire diminuendo il PIL : è questo il suo punto di forza!
      Allora, tornati ad una vita a dimensione umana, vedremmo veramente migliorare le cose in tutti i sensi, perché non serve avere a disposizione un enorme quantità di risorse finanziarie se poi dimostri di non essere capace di impegnarle in un progetto di civiltà che sia positivo.

      1. Valeria Maria Monica

        Beppe, penso che tu abbia assimilato docilmente un bel pacchetto di idee che adesso vanno tanto di moda nella sbarluccicosa neo Chiesa 2.0
        Mi sembra di sentir parlare Zuppi o il papa.
        Teoria della sostituzione pura: a che serve fare figli, che ci sono tanti poverelli sui barconi in arrivo belli e pronti per colmare il vostro vuoto demografico?
        Teoria della decrescita felice: il benessere dei popoli non è nella ricchezza ma nella miseria.
        E non parliamo del sentimentalismo dell’accusarmi di “cinismo” quando affermo che sostenere la maternità anziché i venditori di monopattini avrebbe causato un benefico incremento di lungo periodo sulla crescita economica!
        No, Beppe, non ho per niente le idee confuse. Semplicemente ho idee diverse dalle tue.

        1. Kosmo

          Semplicemente perchè è il solito patetico ML65, che mendica un po’ di attenzioni sui vari blog cattolici.

          1. Beppe

            ho 54 anni.
            Ho frequentato il catechismo dei vecchi preti anni ’70.
            Puntavano il dito accusatore verso il consumismo, verso le donne e gli uomini che si facevano la guerra tra di loro a chi aveva di più roba, a chi aveva più lavoro, carriera …
            La vecchia chiesa aveva torto?

            P.S. : Kosmo che cos’è un ML65?
            ho cercato su internet ML65 e sono venuti fuori : un portatile della Packard Bell, e un SUV Merceds Benz

        2. Beppe

          Valeria … io credo che tu abbia avuto un piccolo infortunio, dovuto a un momento di scarsa applicazione.
          Da parte mia tutto dimenticato.
          E’ servito soltanto per mettere il dito nella piaga … dove sta la coda del diavolo (il mito cretino della crescita economica infinita) … l’origine dei problemi veri delle famiglie monoreddito e del perché oggi non hanno più i soldini che servono per campare dignitosamente e la ragione per la quale la maternità delle italiane è schifata.
          Non esistono opinioni quando si parla di soldi e di maternità : esistono solo fatti.
          Fatti che devono essere capiti razionalmente e messi bene in riga come i birilli.

          1. Lucia

            Cara Maria Cristina condivido. In Italia anche chi ha 2 o 3 figli li cresce ognuno come fosse un figlio unico o meglio un erede al trono. Bisogna però dire che non sono mancati i casi in cui in una famiglia monoreddito o anche con 2 stipendi ma non ingenti con 3-4 figli i servizi sociali si sono mossi perché quei genitori non garantivano le il superfluo che gli altri genitori potevano dare al loro unico pargolo. Mi è capitato più volte di leggere lettere a giornali o di vedere servizi TV dove un genitore raccontava le difficoltà economiche enormi di una famiglia con reddito basso con 3 – 5 figli, i commenti erano :”Chi te lo ha fatto fare di mettere almondo tanti figli se sapevate che non li potevate mantenere? E qualcuno aggiungeva :Adesso pretendete che a mantenerli sia lo Stato?!?! E questo anche se i figli IN PIU erano nati quando magari la situazione economica era decisamente più florida. Ogni aspirante genitore inoltre sa benissimo che nel migliore dei casi dovrà mantenere ciascun figlio in casa fino ai 30 anni per mancanza di lavoro e che forse a 35 anni potrà convolare a sua volta a nozze (cosa che accadrà sempre di meno), ecco perché adesso tanti rinunciano in partenza ad avere figli. Considero l ‘ Italia un Paese ormai eutanasizzato. Anche se mi è capitato di leggere alcune recenti profezie in cui si dice che a partire dalla pandemia e negli anni a venire l’ Italia sarà praticamente distrutta tra la malcelata soddisfazioni delle Nazioni vicine ma poi noi emergeremo dal baratro mentre le altre Nazioni europee avranno da soffrire ancora a lungo dopo essersi illuse invano di averla fatta franca. Che dire? Spero tanto che siano vere ma io mi preparo mentalmente a una via crucis molto lunga. Buona giornata

  27. Maria Cristina

    Avendo dei parenti francesi da parte di mio marito , abitanti a Parigi , mi ha sempre stupito questo: mio marito ha avuto cinque tra fratelli e sorelle. Di questi , una ha avuto quattro figli , gli altri tre , tre figli a testa. Anche noi abbiamo tre figli.
    Ma in Francia e’ la norma. Quasi tutti i francesi che conosco hanno tre figli o di piu’
    Come mai? Semplice perche’ dai due figli in poi lo Stato Francese ha sempre dato degli assegni familiari alle famiglie, indipendentemente dal loro reddito.
    Fare tre figli, se ne avevi gia’ due , conveniva.
    Mi sono sempre chiesta ma perche’ in Italia non copiamo in questo la Francia?
    Poi mi sono venuti in mente il diverso modo di vivere la famiglia in Francia e in Italia: in Italia ogni figlio e’ trattato come fosse un figlio unico, e costa come un figlio unico. Le madri italiane sono mediamente molto piu’ accudenti , perfezioniste, tutto deve essere perfetto, il pargoletto e’ un piccolo principe a cui tutto e’ dovuto. Molto piu’ menefreghiste, scusate il termine ,o meno ansiose , mediamente, le madri francesi : niente cedimenti a capricci, niente assoggettamento degli adulti ai “ piccoli tiranni” , ognuno al suo posto, “les enfants” vanno educati e non devono interferire con la vita degli adulti. E così si vedono in Francia frequentemente famiglie di quattro o cinque figli ma non di cattolici ultra dediti alla famiglia, non di persone per scelta fuori dal modo di vivere comune,non di donne che “ tutto sacrificano “ alla prole , ma anzi magari di donne di successo mondano e poco casalinghe, non certo sacrificate e vittime.
    Diverso modo di vivere la famiglia , diverso modo di educare i figli, diverso rapporto madre-figlio ,diversa mentalita’ , ma i risultati , quanto a numeri, sono certo migliori in Francia.
    Secondo me la patologia del rapporto troppo stretto “figlio di mamma “, figlio unico iper-curato, influisce oggi sulla decrescita demografica in Italia.

      1. Lumpy

        in realtà non c’è contraddizione: nel film i due genitori vogliono costringere il figlio ultratrentenne e con un buon lavoro ad andare via di casa: da qui nascono tutta una serie di gag. In Italia quale madre-chiocchia sente con così tanta urgenza la necessità di mandare via di casa il figlio adulto, soprattutto se maschio?

  28. Valeria Maria Monica

    Riavvolgiamo un attimo il nastro, Beppe, tanto per “mettere in fila come birilli” i termini della discussione:
    in questo post, Costanza parlava di azioni politiche di sostegno alla maternità;
    ci sono stati diversi commenti sul tema della scristianizzazione della società italiana e la correlata svalutazione sociale della maternità (commenti con  cui sono completamente d’accordo).
    Un commentatore, però, ha aperto un tema diverso: si è chiesto come mai certi paesi europei, non certo più cristiani dell’Italia, come Francia, Germania e Inghilterra, hanno buone politiche fiscali e azioni positive di sostegno alla famiglia.
    Io ho espresso la opinione che il motivo sia che tali paesi, pur non avendo per l’istituto familiare una opzione valoriale, sono più accorti di quanto sia il governo italiano nel tenere conto del fatto che, in macroeconomia, il calo demografico è correlato a un impoverimento di un paese, non a un suo sviluppo economico.
    Realtà economica che non farò finta di avere intuito da sola, ma l’ho imparata (dopo pagine e pagine di dati) in un testo di Ettore Gotti Tedeschi.
    Siccome questo fenomeno è strettamente economico, come tale ci dovrebbero fare i conti anche dei governi ideologicamente lontani da una visione valoriale cristiana della famiglia.
    Quindi, il fatto che nessuno dei governi che hanno governato l’Italia negli ultimi vent’anni sia intervenuto seriamente sulle politiche familiari per invertire il trend del preoccupante – ora rovinoso- calo demografico, è, a mio parere, indice di un odio pregiudiziale verso la famiglia come cellula essenziale della società, per cui di fatto preferiscono portare la società allo sfascio piuttosto che sostenere l’istituto familiare.
    Questa spiegazione ovviamente non è un fatto dimostrabile, ma solo una mia illazione un po’ “complottista”.
    Ci possono essere state altre cause per la passività dei governi italiani sul tema, e una molto plausibile è la mancanza di senso del bene pubblico, di consapevolezza della responsabilità verso le generazioni future, e di taratura delle decisioni sull’esclusivo metro di breve periodo del riscontro elettorale. Qui il discorso va a saldarsi con la svalutazione del valore della maternità a livello sociale: se gli italiani premiano nelle urne proposte economicamente suicide come il reddito di cittadinanza e la quota cento, bisogna concludere che i partiti come il pdf e gli esponenti politici all’interno del centrodestra più sensibili alle politiche familiari non sono riusciti ad avere nessuna incisività sul tema, in quanto, presumo, considerati esponenti di una “lobby dei poveri”, e quindi bisogna concludere che, in linea generale, abbiamo effettivamente i governi che ci siamo meritati: i governi hanno fatto le scelte che la maggioranza dei cittadini italiani voleva (almeno in tema di politiche familiari).

    Questo era il contenuto del mio intervento, meglio dettagliato e depurato dalle frecciatine polemiche alla Chiesa.
    Onestamente lo trovo un percorso logico  assolutamente lineare e comprensibile. “Comprensibile” nel senso che è facile capire il percorso e la consequenzialità delle mia affermazioni, e quali sono i fatti e quali le mie opinioni e deduzioni. A quel punto, chi legge può essere d’accordo, o no.
    Tu non sei d’accordo, dici, secondo te i problemi delle famiglie derivano dal “mito cretino della crescita economica infinita”. Beh, ognuno di noi due ha le sue opinioni, e le ha esposte: io non ho convinto te, e tu non hai convinto me. A dir la verità ho trovato un po’ confusi i tuoi interventi proprio sotto il profilo logico e probatorio, nonostante TU accusi ME di scarsa razionalità e aderenza ai fatti.
    (Buffo, di solito è la mia iper-razionalità pignola che suscita reazioni di insofferenza in colleghi, amici e familiari :-D!)
    Comunque, discussione esaurita, amici come prima. Agli altri commentatori del blog la libertà di farsi la loro opinione.

    1. ola

      @Valeria Maria Monica

      Sono assolutamente d’accordo con te sulle politiche suicide, ma con buona pace di Gotti Tedeschi, l’assunto
      “il calo demografico è correlato a un impoverimento di un paese, non a un suo sviluppo economico.”
      e’evidentemente negato dalla realtà’, confronta per esempio https://it.wikipedia.org/wiki/Tasso_di_fecondità_totale con https://it.wikipedia.org/wiki/Stati_per_PIL_(nominale)_pro_capite

      (ma senza star a guardare il Burkina Faso, si pensi a quanti figli facevano i nostri nonni nell’immediato dopoguerra e quanti ne facciamo oggi).

      1. @ Ola
        Credo che Gotti Tedeschi faccia un discorso a lungo termine. È vero che finora avere 1 o 2 figli a famiglia ha permesso a tutti di aver un reddito pro-capite più alto. Con anche il danno collaterale di formare spesso degli adulti incapaci di confronto (i famosi snowflake). Ma a parte questo, così alla lunga genera un’economia viziata in cui sempre più ci si basa su prodotti di lusso per soddifare il settore della popolazione più anziano e più ricco, abbandonando le attività economiche di base. E poi d colpo si vede, ad esempio, quando servono delle semplici mascherine.
        Per cui ha senso che dei paesi che guardano un po’ più a lungo termine capiscano che questo trend va corretto. Anche egoisticamente, per paura che tra 20 anni nessuno riuscirà più a percepire una pensione, neanche lavorando fino ai 75 anni. Quindi, in fondo le loro politiche per la natalità fanno da contraltare a quelle che cominciano ad incoraggiare l’eutanasia.
        Non saprei perchè l’Italia e il Giappone (forse Spagna e Portogallo, non saprei) non riescono a scuotersi da questo sonno, e copiare almeno gli investimenti sulla natalità (nella speranza che qui almeno non si punti sull’eutanasia).

        1. ola

          @zimisce

          Ah ok, se Gotti Tedeschi sta esponendo una sua teoria su come si dovrebbero impostare le scelte economiche, allora non posso che dargli ragione.* Pensavo che stesse descrivendo un dato di fatto, quando e’evidente che il dato di fatto e’attualmente l’opposto.

          * Ci sarebbe poi un capitolo grande come l’oceano da aprire per considerare se sia implicitamente possibile avere un capitalismo senza consumismo, al momento non vedo esempi concreti ma essendo appunto nell’ambito delle teorie, e per di piu’come dici tu a lungo termine, e’forse inutile spaccarcisi troppo la testa.

          1. Lucia

            Gotti Tedeschi descrive la realtà che si è sviluppata negli ultimi 60 anni e non è il solo a dire che il tipo di capitalismo attuale è figlio di una visione che prima non esisteva e cioè che meno si è più si è ricchi. In realtà come egli stesso ha affermato in alcune interviste ciò si è potuto fare puntando e pompando sulla produzione di beni voluttuari. Il risultato è un ‘ aumento di benessere fondato sul telefonino ultimo modello, la vacanza quasi obbligatoria a Sharm El Sheik. Ma ovviamente questo ha determinato lo sviluppo disordinato e tra l’ altro non rispettoso dell ‘ ambiente che ha portato all’ affermazione e al trionfo di Cina, India e al declino di quelle nazioni di antico sviluppo che per assicurare beni voluttuari a masse enormi di europei hanno delocalizzato selvaggiamente in Paesi del terzo mondo con la conseguenza che adesso non abbiamo neanche mascherine, ventilatori da utilizzare in mezzo ad una pandemia e con la conseguenza che adesso gli europei sono disoccupati per definizione e fra poco saremo anche poveri per definizione a seguito della crisi economica post coronavirus. E adesso non varrà più neanche l ‘ illusione dell’ immigrazione. Qualche mese fa lessi di uno studio di un ‘ Università americana che ha confermato che l’ immigrazione massiccia negli Usa ha avvantaggiato certe aziende che sono state ben felici di avere manodopera a costo quasi 0 ma la popolazione nel suo complesso nelle aree dove l ” immigrazione è preponderante è stata danneggiata perché gli autoctoni hanno perso il lavoro a favore dei nuovi arrivati e hli uno è gli altri sopravvivono con gli aiuti statali perché lo stipendio dei migranti non è sufficiente e come hanno rivelato certe indagini in UK dopo dieci anni di permanenza la quasi totalità dei migranti anche se ha un lavoro, questo non basta a mantenere una famiglia e quindi sono necessari gli interventi statali. E questa povertà comporta come leggevo in quello studio insicurezza, crimini che hanno l ‘ effetto di aggravare la povertà perché chi può chiude le attività e scappa altrove. Un serpente che si morde la coda. Naturalmente Gotti Tedeschi per adesso è uno dei pochi che si espone, ma questo non significa che non abbia ragione, anzi.

            1. ola

              Sono d’accordo sui fenomeni che descrivi, ma questo non sposta di un millimetro la questione.
              Provo a formalizzarla in termini piu’rigorosi per cercare di non lasciar spazio a fraintendimenti.

              Proposizione A)
              “Esiste una correlazione diretta fra PIL pro capite e aumento demografico”.

              I dati attuali ci dicono che la proposizione A) e’falsa, perche’la proposizione e’al momento attuale – Novembre 2020 – chiaramente inversa, anche negli ultimi 60 anni.

              Se Gotti Tedeschi afferma che la proposizione A) e’vera, allora i dati gli danno torto, altrimenti se non lo afferma ho capito male io.

              Se invece Gotti Tedeschi sta parlando di uno sviluppo futuro, allora ovviamente dira’il futuro se Gotti Tedeschi ha ragione o no.

              Un altro punto:

              “[…] il tipo di capitalismo attuale è figlio di una visione che prima non esisteva e cioè che meno si è più si è ricchi.”

              Non ho nessun tipo di problema a crederci, ma mi manca il “gruppo di controllo”, cioe’un capitalismo (non attuale??) figlio di un’altro tipo di visione (tu lo chiami uno “sviluppo ordinato”) e che possibilmente non abbia preso la deriva che osserviamo in Occidente. Dove lo posso osservare? In Cina? In India? In Africa? Se invece e’una teoria, ci dira’il futuro – attraverso le scelte che dobbiamo fare oggi – se e’possibile.

                1. Lucia

                  Cara ola prova a cercare le interviste a Gotti Tedeschi e credo che molte delle domande che tu fai t t o erano risposta li se non vuoi leggere i suoi libri di economia. Mi dispiace non poterti dire quale università americana in pratica ha fatto lo studio che dicevo. Mi pare che ne diede notizia “Il Giornale”. Sullo stesso invece o su nuova bussola quotidiana che hanno dedicato articoli presi da quelli inglesi troverai conferma di quanto sia falso il teorema che i migranti possano risolvere il problema del declino demografico. Non sono brava con i link ma se fai una ricerca sono sicura che il troverai materiale di cui sopra. Sono discorsi complessi e ti faccio presente che già da ciò che si debba intendere per sviluppo economico e ancora di più del PIL incominciano le differenze di vedute. Buona serata

                  1. Lucia

                    Scusi ola intendevo dire che nelle interviste a Gotti Tedeschi troverai le risposte a molte delle tue domande. Se non ti basta o non ti fidi di un economista considerato da alcuni troppo conservatore cerca i riferimenti bibliografici dei suoi colleghi che la pensano come lui anche da posizioni intellettuali diverse perché ci sono anche se ovviamente non compaiono su “La Repubblica” o “Avvenire” degli ultimi 3-4 anni.

                2. Valeria Maria Monica

                  Ola, Gotti Tedeschi parla della realtà vera e attuale, e ha ragione.
                  Quando mi sono documentata bene sul tema, per fare i gazebo sul reddito di maternità, me ne sono resa conto anche io con sorpresa, perché senza accorgercene siamo un po’ tutti influenzati dalle teorie neo malthusiane secondo cui “meno siamo meglio stiamo”, secondo cui la sovrappopolazione esaurirà le risorse del pianeta eccetera…
                  In realtà leggendo le argomentazioni di Gotti Tedeschi in “La culla vuota della civiltà”, (ma anche Adinolfi in “O capiamo o moriamo”) mi sono resa conto che la loro visione è corretta, e ci è stata instillata una visione profondamente distorta della correlazione tra calo demografico e benessere economico.
                  Ci sono veramente tanti fattori complessi da valutare in economia. Ti ho segnalato due libri che straripano di dati e anche di link, ma non comincio neanche con te una gara di link, perché non credo che un copia e incolla di qualche url possa esentarci dalla fatica di farci un’idea personale su un argomento complesso. Se ti interessa, leggi questi due libri, e poi probabilmente intetpreterai le informazioni che trovi su internet con strumenti interpretativi diversi.
                  Io dopo avere letto questi due libri, mi sono resa conto che sì, tutto tornava, era evidente che avevano ragione.
                  Intuitivamente, basta pensare all’Italia del dopoguerra, e alla perfetta sincronia tra baby boom e boom economico.
                  L’idea che l’aumento demografico produca miseria – stampato nelle nostre teste dalla immagine di nidiate di bimbi africani denutriti e macilenti – è da riportare alla realtà.
                  Tutti argomenti interessanti di cui si parlerà tanto nei prossimi tempi, in occasione della Economy of Francesco.
                  Ormai la battaglia LGBT è vinta, il prossimo punto all’ordine del giorno è convincere i popoli che devono docilmente autodistruggersi. E purtroppo anche su questo Francesco è molto vicino alle idee Gretine (= di Greta) secondo cui gli esseri umani sono un pericolo per il pianeta.

  29. Francesca

    Grazie Costanza ! Verissimo quadro di quella che è la realtà in Italia per noi famiglie. Ho letto anche il tuo ultimo libro mi ha aiutato tantissimo!
    Come donna, moglie e mamma ti ringrazio per la voce che dai a tutti noi. Che Dio ti benedica!
    Grazie ancora

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