Cascina San Benedetto – Il richiamo del monastero

Carissima Costanza,

Pochi mesi fa hai ospitato sul tuo blog un’intervista a Rod Dreher in cui presentavo il progetto che da un paio d’anni porto avanti con mia moglie alcuni amici, cioè la creazione di un luogo di vita fraterna tra famiglie, ispirato alla vita monastica benedettina. Il tutto è meglio spiegato nel nostro Manifesto qui: www.cascinasanbenedetto.it.

L’effetto di quell’intervista è stato gigantesco. Diverse persone, dall’Italia e dagli Stati Uniti, ci hanno contattati per chiedere come poter partecipare al progetto. Molte famiglie da varie città italiane sono venute a trovarci a casa nostra, nella campagna brianzola a mezz’ora da Milano. Alcune di queste sono davvero interessate ad unirsi a noi per costruire insieme il “monastero di famiglie” che stiamo immaginando. Una famiglia americana ci ha detto di voler attendere la vendita della sua casa per poi valutare se trasferirsi in Italia e raggiungerci; ora la casa sta per essere venduta.

Abbiamo anche incontrato alcuni vescovi e cardinali. Alcuni preti sono venuti a celebrare la Santa Messa a casa nostra durante i raduni di questa strana comunità nascente. Per questa possibilità di avere la celebrazione eucaristica in casa, facendola diventare così una vera domus ecclesiae, siamo molto grati alla nostra parrocchia e al nostro Arcivescovo, che ci hanno appoggiati fin dall’inizio.

Tutto questo è bellissimo, ma non ci sembra abbastanza. Ci stiamo accorgendo che non può bastare la nostra buona volontà per tenere viva un’esperienza del genere. Organizzare un raduno domenicale con pranzo comunitario, Messa e Vespri è certamente bello, ma la vita quotidiana poi è diversa. Noi vorremmo invece che la preghiera liturgica comunitaria diventasse ciò che dà il ritmo alle nostre giornate ordinarie. Siamo famiglie giovani, con figli di pochi anni e lavori molto impegnativi: una cosa del genere non possiamo farla da soli.

Per questo stiamo seriamente prendendo in considerazione di vivere vicino ad una comunità monastica benedettina, e in particolare a quella dei monaci di Norcia – la città natale di san Benedetto – che si è dimostrata entusiasta di questa idea. Norcia è un posto remoto, distante dalle grandi città e ancora molto sofferente dopo il grande terremoto del 2016. La vita a Norcia sarebbe difficile da molti punti di vista, ma lì potremmo avere ogni giorno davanti agli occhi l’esempio di una comunità di persone che nella vita hanno deciso di fare una cosa sola: quaerere Deum. Potremmo partecipare quotidianamente alla preghiera liturgica dei monaci. Il contatto costante con un monastero vivo sarebbe il principale strumento di educazione alla fede tanto per noi quanto per i nostri figli.

Io, mia moglie e alcune altre famiglie pensiamo di doverci prendere un po’ di tempo, ma non troppo, per confrontare le due ipotesi, cioè se iniziare questa comunità di famiglie qui, vicino a Milano, o se farlo a Norcia.

Ecco alcune fotografie di quello che abbiamo vissuto poche settimane fa, prima a Norcia – dove recentemente abbiamo affittato una casa come campo base per alcuni periodi di prova –, poi a casa nostra in Brianza.

I monaci di Norcia stanno costruendo un nuovo monastero, in sostituzione a quello danneggiato dal terremoto. Ogni volta che torniamo a Norcia ci commuoviamo nel vedere le nuove parti del monastero che sono state costruite.

Vivere la liturgia con i nostri figli è una cosa bellissima. Più la celebrazione è solenne, più i bambini sono bravi: sono attratti dal canto gregoriano, dall’uso dell’incenso… ed è bellissimo quando, dopo la Messa, qualche monaco spiega loro il significato di quei segni, il fatto che in quei segni c’è Dio e la nostra ricerca di Lui.

La nostra casa si trova nella frazione di Legogne, un piccolo villaggio di montagna a 15 minuti di macchina dalle mura della città antica di Norcia. Ormai a Legogne vivono stabilmente meno di 10 persone… è un posto davvero stupendo e sarebbe meraviglioso farlo rivivere grazie alla presenza di un piccolo gruppo di famiglie e laici interessati ad una vita cristiana semplice, centrata sull’essenziale.

Appena ci siamo stabiliti a Legogne, gli abitanti del luogo ci hanno dato la chiave dell’antica chiesa di Santa Maria Assunta, in disuso da decenni. Potrebbe essere il posto in cui la comunità si incontra ogni giorno per pregare, al mattino e alla sera, quando non si scende al monastero.

Durante i giorni che abbiamo passato a Legogne, i monaci sono venuti a trovarci. Hanno visitato la chiesa e benedetto la nostra casa.

Pochi giorni dopo il nostro ritorno in Brianza, nel luogo che abbiamo iniziato a chiamare “Cascina San Benedetto”, a casa nostra c’è stato un raduno di amici: alcuni di loro erano venuti a trovarci a Norcia nei giorni precedenti, per gli altri questo ritrovo è stata l’occasione per sapere com’era andato il viaggio.

Abbiamo recitato l’Angelus, poi c’è stato il pranzo in compagnia, quindi un po’ di tempo dedicato alla Confessione e alla preparazione della Messa. Don Giorgio, il prete che era con noi quel giorno, ha usato la nostra camera matrimoniale come sacrestia in cui benedire i nuovi paramenti sacri, subito utilizzati per celebrare la Messa. Abbiamo accompagnato la celebrazione con dei canti gregoriani, non ancora belli come quelli dei monaci… ma in qualche modo bisognerà pur partire!

Il giorno dopo, alcuni di noi hanno fatto un pellegrinaggio-lampo a Loreto per pregare nella casa della Vergine Maria, affidarle il nostro cammino, chiederle di illuminare i nostri prossimi passi.

Questo è ciò che stiamo vivendo noi, piccolo gruppo di laici cattolici alla ricerca di una forma di vita maggiormente plasmata dalla preghiera e dall’esempio del monachesimo. Preghiamo di capire da qui a pochi mesi quale debba essere il luogo in cui iniziare più stabilmente un tentativo di vita di questo tipo. Vorrei chiedere a te e ai tuoi lettori, se potete, di unirvi a questa nostra preghiera.

In Cristo,  Giovanni

www.cascinasanbenedetto.it

 

5 pensieri su “Cascina San Benedetto – Il richiamo del monastero

  1. Sandra Ballini

    Mi pare una bellissima cosa. Solo che mi piacerebbe sapere se sono contemplate persone sole, vedove, vedovi anche di una certa età….mi sa di no, forse troppo ingombranti….

  2. Valeria Maria Monica

    Caro fratello Giovanni, ho pianto leggendo la tua lettera. Pianto di commozione per la bellezza del desiderio cge il Signore vi ha messo nel cuore e per il coraggio con cui vi siete messi alla sua sequela senza sapere dove vi condurrà. Dio vi benedica. Forse siete stati scelti per salvare un po’ della sfolgorante Bellezza della Chiesa.
    Pregherò per voi.

  3. Marie Rose Maciejasz

    Bellissimo , uniti in preghiere con gioia.
    Siete stupendi, è veramente una nobile iniziativa.

    Buon Natale.

    Credo che sia solo per giovane persone vero ??…..

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