Ragionare di emigrazioni oltre l’emotività

di Costanza Miriano

Qualche tempo fa una persona, che peraltro stimo davvero e che mi è molto, molto simpatica, mi ha espresso il suo rammarico perché ho dato alla Chiesa (“istituzionale” ha detto lui) dei soldi – una bella cifra – che avevo raccolto (e c’era anche la sua donazione).

“Non è che verranno usati per i migranti?” – mi ha chiesto. “Lo sai che siamo circondati da famiglie del posto che sono quasi alla fame, e nella Milano da bere, non chissà dove? Una ne abbiamo accolta in casa, ma siamo esasperati da questa situazione, e non sappiamo più da che parte girarci”.

Prima che qualcuno possa inveire contro di lui vorrei ricordare che il mio amico, a differenza di tanti che pontificano sui “migranti” (di qui in poi immigrati, perché le parole sono importanti) si è rimboccato le maniche e ha aperto le porte di casa a una necessità concreta, al suo prossimo – letteralmente, cioè alla persona più vicina che aveva – che nella fattispecie era una persona italiana con problemi economici. Vorrei dire al mio amico che capisco il suo smarrimento verso una sorta di esasperazione di alcuni temi e di silenziamento di altri. Vorrei ricordargli che a volte dipende anche dal mondo della comunicazione che continua ad alzare o abbassare la levetta del volume al Papa a seconda di quanto serva a una narrazione tutta politica e pochissimo spirituale (spesso tg e giornali decretano che “non c’è pezzo” sul Papa, e sono magari le volte in cui fa le catechesi più belle, almeno secondo la mia sensibilità, ma meno notiziabili).

Sul dare i soldi alla Chiesa vorrei tornare poi, ma prima di tutto non si può tacere il fatto che la questione dell’immigrazione continua a essere usata in modo se va bene emotivo, sennò strumentale, usando le vicende degli immigrati in modo personalistico, per scambi di accuse, per propaganda, per bandiera. E devo dire che a volte anche qualche sacerdote che ha sostituito l’ideologia alla fede, a un rapporto vivo col Signore, sembra un operatore sociale, e aumenta lo smarrimento, a volte il dolore, nei fedeli.

Come mettersi con intelligenza – sommo dono di Dio, obbligatorio usarla – davanti a tale questione? Siamo di fronte a un fenomeno di proporzioni mondiali, e con qualche ingerenza molto potente, con molte violenze e sfruttatori e veri e propri criminali. Non si può affrontare in modo sentimentale. Non regge dunque la narrazione corrente “persone povere che raccolgono i loro averi nel fagottino e vengono a cercare lavoro qui dove noi a causa della nostra cattiveria non glielo diamo”; come non regge l’equazione “se apriamo i porti tutto si avvia a una soluzione, se li chiudiamo la gente muore in mare”, come mostrano i dati che dicono che con i porti chiusi le vittime sono oggettivamente di meno (sebbene anche sui dati incrociati tra morti e traversate tentate ci sia una certa imprecisione). Certo, dal nostro punto di vista di cristiani non regge neppure il “chiudiamo i porti e il problema non ci riguarda”, ma questa è una questione personale che non può coinvolgere scelte politiche. Cioè, lo Stato deve tutelare se stesso, i cristiani invece la propria vita la perdono per Cristo, ma sono due piani completamente diversi: lo Stato non può per legge obbligare alla carità, che se non nasce da un incontro personale che ti sfonda il cuore diventa ideologia (qualcosa del genere hanno provato a fare i regimi comunisti, e sappiamo come è finita). Il mio amico dà la sua casa in nome di Cristo, non perché espropriato dei suoi diritti, ed è tutto diverso.

Io non so quale sia la soluzione a livello globale, e concedo il beneficio della buona fede – fino a prova contraria – a tutti quelli che provano a occuparsene, a questo come ai precedenti governi. Ma le cose non sono sempre raccontate in modo trasparente (gli accordi firmati dall’Italia sui porti aperti in cambio di flessibilità da parte dell’Ue, per esempio, non sono stati esplicitati, mi pare) e soprattutto non sono facili da gestire. Ci sono di mezzo interessi e catene di sfruttamento, maltrattamenti indicibili a cui nessuno dovrebbe essere sottoposto, tanto meno per andare a cercare un lavoro (che non c’è). So però che ogni volta che si prova a spezzare il circolo dell’emotività si prendono botte da tutte le parti.

Quando Famiglia Cristiana, nell’agosto scorso, fece la famigerata copertina Vade retro Salvini, io scrissi un post in cui raccontavo che il mio padre spirituale una volta mi aveva proibito di accogliere in casa un ragazzo molto problematico – e violento – perché avevo i miei quattro bambini da custodire; lo dicevo per spiegare che ci vuole intelligenza nella carità e una gerarchizzazione delle priorità. Non avrei fatto la madre se avessi fatto la missionaria. Va bene l’ho detto in modo un po’ colorito, ma mi sono presa una rappresaglia dalla san Paolo, che inizialmente ha scelto di non distribuire più i miei libri, ma che tuttora perdura, sebbene con uno “sconto della pena” (i miei libri sono in vendita, ma non più esposti in bella vista da quel momento, come invece era da anni).

Con lo stesso spirito, e per amore verso il Papa, ho cercato di ragionare invitando alla calma anche quando venne mostrata a Francesco la vignetta col bambino morto con la pagella cucita nella giacca, vignetta che era diventata lo sfondo della campagna del PD noi siamo diversi. Ho ricordato, come altri, che quella storia, indiscutibilmente straziante, risaliva però al 2015, quando al governo c’era il PD, e quindi il noi siamo diversi suonava a dir poco stonato. Stonatissimo poi tirare dentro il Papa in questa vicenda, senza dargli tutte le informazioni del caso. Anche lì apriti cielo: tu stai con Salvini, tu attacchi Renzi. È evidente che dire che un bambino “muore a causa di un porto aperto” sarà anche una frase iperbolica, ma è chiarissimo che si riferisce all’effetto di una certa politica, non di un comportamento personale. Perché non si può mai ragionare sui fatti – i morti in realtà aumentano, o diminuiscono? Come si può tamponare una situazione lontana senza andare oltre i limiti di criticità locali? Come lo si può fare senza logiche di appartenenza o di accuse personali?

Io semplicemente, da cristiana e da giornalista che cerca di farsi un’opinione, e anche di formarla – è il mio lavoro – vorrei rompere certi cortocircuiti mediatici, le mode dell’informazione (ma è mai possibile che Saviano mentre Notre Dame è consumata dal fuoco dice che il dramma invece sono i morti in mare? Non si può dire che sono drammi entrambi? E se scatta il benaltrismo, allora che diciamo dei venti cristiani uccisi ogni giorno, ogni giorno, nel mondo, con 245 milioni di cristiani perseguitati adesso, oggi?)

Ogni tanto l’informazione prende delle onde, non del tutto casuali, che sarebbe nostro dovere spezzare, mettendo dentro i fatti. Il problema è che se si va per onde emotive non si ferma la marea, anche grazie a una certa pigrizia intellettuale della mia categoria. Di una emotività non suffragata dai fatti, per fare un esempio, si è in grandissima parte alimentata la campagna sui cosiddetti diritti civili, incentrata – secondo la vulgata – sui diritti che fino a quel momento erano stati negati alle persone omosessuali, “discriminate e brutalizzate” – non a caso negli Usa tutta la battaglia è nata creando a tavolino la campagna mediatica dell’omofobia, per nulla suffragata dai dati attuali. La verità, ho cercato di dirlo quasi urlando anche qualche sera fa a Povera patria, è che tutti i diritti i conviventi già li avevano, indipendentemente dal sesso, compresa la possibilità di andare a farsi visita in ospedale, in carcere o di godere del programma di protezione per i pentiti. Poiché non si poteva vincere la battaglia tenendola sul piano dei diritti, si è spostata la cosa sul piano sentimentale. Quando andavo in tv a parlarne e in risposta mi facevano vedere due uomini che si baciavano, e la conduttrice diceva “poverini, glielo vuoi negare?”, come fare a riportare la discussione su un piano elementare di comprensione della realtà? Conoscete qualcuno in Italia (non in Oman) che vuole negare a due uomini di baciarsi? Tutti i diritti riconosciuti con le unioni civili già c’erano, tranne l’adozione e la reversibilità della pensione, che infatti non ci sono ancora (vorrei anche ricordare, per esempio, ai miei colleghi che le due donne della marina militare qualche settimana fa non si sono “sposate” come è stato ripetuto a pappagallo in articoli e servizi, ma  si sono unite civilmente, perché in Italia il matrimonio egualitario non c’è; ancora una volta, le parole sono importanti). In realtà sappiamo tutti che per le persone con attrazione verso lo stesso sesso la posta in gioco è il piano del simbolico e della percezione culturale.

Allo stesso modo quando si parla di immigrazione in gioco non c’è il benessere delle persone ma una visione del mondo.

Per questo a volte capisco il disagio che provano tanti buoni e generosi cristiani nel vedere la convergenza tra impegno per chi è in difficoltà (e tantissimi cristiani si spendono davvero per il prossimo, ma tanto), e ideologia di un nuovo umanesimo ateo – spesso ecologista –  totalmente privo di dimensione trascendentale.

Questo però non ci deve riguardare, per fortuna a noi è chiesto molto di meno, ma anche molto di più: amare e basta, amare la Chiesa che è più che madre, amare il Papa che ci porta a Cristo e ne è il Vicario. Amarlo perché è Lui che ce lo ha chiesto. Amarlo anche quando viene usato politicamente. È la nostra obbedienza che rende buona la nostra appartenenza alla Chiesa anche quando ci sembra che ci sia confusione (molta indotta da altri), anche quando non capiamo, anche quando sacerdoti e vescovi ci fanno soffrire, così come in santa Rita l’obbedienza alla superiora che le diceva di annaffiare il bastone rendeva buono il suo gesto. Infatti dal bastone sono spuntate le rose. Dalla nostra obbedienza la vita eterna (che è molto di più della giustizia sociale).

 

49 pensieri su “Ragionare di emigrazioni oltre l’emotività

  1. Chiara Bellani

    Bene, cara Costanza, grazie, tutto così vero, a tal punto che l’emotivita’ isterica e rancorosa di cui parli ti sta già annoverando tra le prossime vittime: ho appena letto la notizia che sei sulla “lista nera ” di un noto politico italiano sedicente cattolico che vuole farla pagare a te (come ad altri), andando per avvocati, per le critiche ricevute, nel tuo caso proprio su queste tematiche …
    Non sa il poveretto che dietro di te c’è un popolo agguerrito che “si ricorderà”….

    1. Costanza Miriano

      Grazie mille, carissima. Sono tranquilla perché so che non ho fatto niente, e perché ho amici molto in alto. Ma molto molto molto più in alto di lui 🙂

      1. Giorgia

        Grazie Costanza per tutto quello che fai!
        E… davvero hai un popolo di amici. Tanti anche qui in basso, che non smettono di ricordarti quotidianamente agli Amici che stanno molto molto in alto.
        Sull’ipersensibilità da snowflake generation di certi politici sedicenti cattolici è inutile sprecare commenti, specialmente durante la Settimana Santa.
        Buon Triduo e, fin d’ora, buona Pasqua.

      2. Maria Clemenza Berti

        Cara Costanza ti vogliamo tanto bene e siamo sicuri che tutto il Paradiso ma proprio tutto ( una moltitudine immensa) sia dalla tua parte e ti aiuti in questa battaglia per la libertà di esprimere ragionamenti logici e non ideologici.

      3. Ulderico

        “Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri…”.

        Vangelo di qualche giorno fa.
        Se veramente l’impeto immigrazionista fosse mosso da vero amore per i poveri, nessuno avrebbe da obiettare.
        Invece solo una sparuta minoranza è ispirata da amore disinteressato.
        Per tutti gli altri vale il detto Evangelico: “non perché gli importasse dei poveri”, ma per ragioni ideologiche, politiche, economiche.
        Nulla è più profetico del Vangelo!

        1. Veronica

          Grazie Costanza , delle sue analisi , delle sue riflessioni , ne abbiamo tanto bisogno

      4. PINO ha postato il link come commento all’articolo precedente, per comodità lo riporto qui:

        http://www.imolaoggi.it/2019/04/17/renzi-annuncia-una-serie-di-querele-dal-ministro-trenta-a-pelu-e-travaglio/

        Ti sei presa un’altra medaglia, Costanza (peccato che, a parte forse Vissani – ripeto forse – sei in pessima compagnia. 😉

        Comunque cercate di capirlo, Renzi: sta rapidamente tornando ad essere un signor nessuno, e ogni iniziativa è buona per cercar di rimanere sulla cresta dell’onda. In questo caso attaccandosi a querelare persone che, simpatiche o antipatiche, sono quasi tutte più popolari di lui. Costanza di sicuro.

      5. Non ne sapevo nulla. Incuriosito, ho fatto una ricerca in rete, ed e’ uscito che “al punto 4” della lista renziana figura Costanza Miriano “per aver sostenuto che i bambini morti in mare sono morti per colpa di un porto aperto da Renzi”.
        Ora, a me sfugge quando, dove, e come sia stata esternata quella frase, ossia se si sia trattato di un’opinione generica oppure se si riferiva ad una fattispecie specifica. Esiste sostanziale differenza. Sarebbe curioso che Costanza esplicitasse quella situazione che ha irritato l’ex-premier.

      6. Silvia

        Non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono.“ — Papa Giovanni Paolo

    2. Alberto

      Uno splendido intervento della madre badessa. Soprattutto per il giovedì santo e il triduo pasquale…

      1. Marco

        Articolo molto lucido ed equilibrato. Purtroppo, al di là del tema dell’immigrazione e dei porti chiusi, vedo una società sempre più attenta a soddisfare i propri bisogni egoistici piuttosto che ad accogliere l’altro (questo vale anche per l’aborto).

    3. Claudia

      Grazie Costanza della chiarezza e semplicità. Le cose semplici, come le frasi di Gesù, si ricordano e aiutano davanti alle complicate fandonie dei media e di chi ha un’agenda diversa da quella di Dio. Mi stampo il tuo scritto e me lo rileggo tutte le volte che mi sento un verme perché non ho risposte alle molteplici domande che nascono quando leggo i giornali. Non è una soluzione ideologica e predigerita al problema in se stesso, ma è una soluzione a come ci poniamo di fronte al problema. Fondamentale per risolverlo. Fondamentale per ricordarsi che gli occhi vanno puntati su Cristo. Nel momento in cui si guarda altrove, si affonda. Fondamentale per crescere il Cristo dentro di noi.
      Grazie. Continua così, per favore. Questo blog e la mia ancora di salvezza.

      1. alberto

        Con tutto il rispetto per la madre badessa, forse il Vangelo e l’insegnamento della Chiesa vengono prima…Non crede, cara Claudia?

    4. Mcarolina Canepa

      Cara Costanza, ma tu te le vai a cercare le croci? Condivido tutto quello che scrivi! Buona Pasqua di Resurrezione!

    5. Elisabetta

      Cara Costanza,
      non ci impressiona un politico così fallito da dover utilizzare il querelo-tutti per fare audience.
      Siccome siamo consapevoli in tanti, tantissimi, della tua fatica quotidiana dell’essere la lucerna sopra il moggio in quest’epoca di nebbie fitte, se davvero Renzi darà seguito a questa ridicola presa di posizione, ti chiedo di aprire un conto su cui i tuoi amici possano mandarti i quattrini necessari ad avere il miglior sostegno legale possibile.

      1. Costanza Miriano

        Se ci sarà bisogno so che posso contare su tanti di voi, come è successo altre volte, quando mi è bastato un segnale per scatenare il paradiso, tanto da non sapere dove mettere i soldi, e più dicevo che non servivano, più ne arrivavano! (ovviamente non nelle mie tasche, ma ai poveri; ecco, mi dispiacerebbe toglierli ai poveri per darli al vuoto, per una questione da nulla come questa…). Grazie cara amica a te e a tutti quelli che so che ci sono!

  2. vale

    Ragionare di emigrazioni oltre l’emotività

    visto anche chi è stata scelta per scrivere le meditazioni della via crucis -e le anticipazioni che ho letto- temo si tratterà di un appello sistematico all’accoglienza indiscriminata con contorno di lacrima facile.per cui totalmente emotiva.

    un po’ come la greta per il clima.

    1. Alberto

      Suor Eugenia Bonetti

      Missionaria della Consolata, è stata per 24 anni in Kenya. Al ritorno comincia a lavorare in un Centro d’ascolto e accoglienza della Caritas di Torino, con donne immigrate, molte delle quali nigeriane, vittime di tratta. Dal 2000 è responsabile dell’Ufficio tratta dell’Unione superiori maggiori italiane (Usmi). Coordina una rete di 250 suore di 70 diverse congregazioni, che operano in più di cento case di accoglienza. Il presidente Ciampi l’ha nominata nel 2004 Commendatore della Repubblica italiana.
      Ha scritto con Anna Pozzi il libro “Schiave” (Edizioni San Paolo).

        1. Sìsì, questo era chiaro; avevo chiesto per sapere il nome ma la mia schermata non era aggiornata con i nuovi commenti 😉
          Grazie comunque.

  3. Simonetta

    Cara Costanza, il problema è che viviamo in uno Stato che non sa gestire questo problema e che non tutela i suoi cittadini. Nel mio quartiere i furti sono all’ordine del giorno. I miei genitori ben tre volte in due anni, quando da piccola dormivo in estate con le finestre aperte. Se poi trovo la vicina di casa o peggio il sacerdote che addirittura rimprovera i fedeli perché ce l’hanno con chi ruba, che, in fondo, ha diritto anche lui di sfamare la famiglia, capisci che chiunque va via di testa. Siamo ormai tutti toccati in prima persona, non se ne può più. La sera in paese è meglio non girare soli. Io da Cristiana non ho più nemmeno voglia di fare la carità. Ho sempre acquistato cibo e acqua se qualcuno mi chiedeva soldi, i vestitini smessi dei miei figli li porto al CAV. Le ultime due volte che osato fare la carità a due migranti mi hanno preso a pesci in faccia. Uno si è schifato perché non gli ho dato esattamente i 14,90 euro per il latte per suo figlio, l’altro, alla mia offerta di acquistare della frutta al mercatino anche per lui, pretendeva quella più cara, non la frutta di stagione che posso permettermi pure io. Mai più.
    Non sono d’accordo sul fatto che il Papa lo coinvolgano sempre e comunque: inizi a parlare chiaro e a puntualizzare, non a farsi tirare di qua e di là, a parlare di accoglienza, poi di prudenza, poi a farsi i selfie con le spillette…mah… come la pensa ancora io non l’ho capito.

  4. Nicoletta

    Un cristiano è chiamato a rispondere nelle diverse situazioni, alle facce in cui si imbatte. Oggi un migrante domani un concittadino. Già porre distinzioni di merito o politiche non ci rende buoni cristiani. Siamo figli di Dio tutti…è sentimentalismo questo? Perché è facile capire tra gli italiani bisognosi chi lo è veramente è chi simula? … la carità conforma i cuori … e la cultura, di seguito la politica. Le persone di cuore, quindi intelligenti nel senso pieno del termine non hanno bisogno di queste diatribe. Fanno…e lasciano fuori le discussioni sterili. E così facendo cambiano il mondo. Senza pronunciare troppo il nome di Dio, che senza carità appunto è nominarlo invano. Buona Pasqua sig.ra Miriano

    1. Francesco

      Applico un sano discernimento e do il mio 8×1000 a qualcun altro. Non voglio proprio che finisca agli invasori.

    2. giovi

      Sinceramente, Nicoletta, non si capisce con chi ce l’hai : non mi sembra che Costanza abbia detto nulla di ciò che le attribuisci.
      E poi, cambia il mondo portare i pacchi del banco alimentare, lo faccio pure io, ma un giudizio culturale , nel senso giussaniano del termine, in CL si è sempre dato, discutiamo su quello , senza dare troppe patenti di cristianità, perché non è caritatevole.

  5. Va detto che il nostro prossimo non e’ solo il vicino della porta accanto come alcuni intendono o vogliono intendere, ma puo’ dimorare anche ai nostri antipodi pur rimanendo tale: non v’e’ differenza. Va pero’ anche detto che, come non sia opportuno accogliere in casa personaggi turbolenti e problematici che possano alterare in modo significativo il buon menage familiare, cosi’ vale anche per tutti i fratelli (tutti gli uomini sono fratelli) che possono non fare bene, creando problematiche e destabilizzazione. Pure Gesu’ accoglieva molti ma non tutti, scegliendo personaggi che vivevano ed osservavano scrupolosamente regole ben definite e precise.

  6. blaspas59

    amare e basta, amare la Chiesa che è più che madre, amare il Papa che ci porta a Cristo e ne è il Vicario. Amarlo perché è Lui che ce lo ha chiesto. Amarlo anche quando viene usato politicamente. È la nostra obbedienza che rende buona la nostra appartenenza alla Chiesa

    Sempre che quel amare si intenda per agape è non . Se no cadiamo nel sentimentalismo che si vuole evitare. E per agape il Papa attuale forse è giusto seguirlo, anzi contrastarlo per farli vedere che viene usato politicamente. E forse chiedergli se veramente non si accorge.

  7. Stefano

    Cara Costanza,
    grazie per averci riportati a vedere la realtà, così come è. Cristo ha fatto questo: ci ha reso realisti e ha sempre combattuto ogni ideologia (anche religiosa) che si costruiva la realtà a sua misura. Per questo motivo è morto e risorto: per farci capire che la vita ha senso, è vera, calata nei fatti di ogni giorno. (e quindi richiede impegno e presenza da parte nostra), ma soprattutto che la nostra meta è l’Eternità. Buona Pasqua. Andiamo avanti insieme!

  8. Valeria Fusetti

    Ottimo articolo, e ottima analisi della situazione attua!e, a me sembra che la carità vada fatta “prima di tutto a quelli della tua casa”, e si’ mi sembra più facile capire se chi ti abita accanto ha veramente bisogno o no. E succede pure che abbiano meno tutele da parte dello Stato. I disabili ricevono la fantastica cifra di 290,00 euro al giorno… ! Nostro figlio è disabile e ogni giorno ringrazio il Signore che possiamo aiutarlo e quando mi prende l’ angoscia per il futuro penso che il Signore è il nostro Buon Pastore, ci indicherà Lui la via e il modo. Una vicina, sola, è rimasta disoccupata. Che fare ? Ci ha levato lei da ogni difficoltà chiedendomi se conoscevo qualcuno che avesse bisogno di un aiuto in casa. Ci siam fatti un po’ di conti e così ora ho un aiuto in casa, due volte alla settimana. Fortunatamente mi cucio da me gli indumenti di cui ho bisogno, e mio marito apprezza le camicie con colletti e polsi rifatti. In campagna possiamo arrangiarci con l’ orto, e tre galline sono sufficienti… ma mi chiedo come fa chi abita in città… ? Comunque domenica, uscendo dalla Messa, sono stata bloccata da una zingara, le ho dato l’ unica moneta che avevo e questa mi fa: e io cosa me ne faccio ? Mi dispiace ma ho fatto fatica a non dirle: me la ridai! Quando sento le sciocchezze in merito agli italiani che sono stati migranti mi viene in mente un cugino del mio papà, che emigrò in Inghilterra, a fare il minatore, e penso che ci sia rimasto perché c’ era lavoro. Non è stato mantenuto nemmeno un giorno. E mi sembra strano che Papa Francesco non sappia come stanno veramente le cose, in Africa ci sono preti, vescovi, suore africani che possono dargli tutte le informazioni di cui ha bisogno, anche in merito alla mafia nigeriana. Prego per le intenzioni del santo padre, e sono felice che la Chiesa abbia, per l’ edificazione e santificazione di ognuno, una ricchezza spirituale straordinaria, dalla Scrittura santa al Magistero, dai Concili alle Encicliche, da queste alle rivelazioni private agli scritti di grandi santi…per non parlare di almeno tre Catechismi: il Tridentino, quello di Pio X e quelloche di Giovanni Paolo II. Insomma anche se a volte si rimane perplessi, e si hanno dei dubbi, per affrontarli non c’ è che l’ imbarazzo della scelta.

    1. adriano

      Precisazione: i 290 euro sono mensili (anche mio figlio è disabile). Buona Pasqua e grazie a Costanza ed a tutti.

    2. adriano

      Mi pare che una mia prima segnalazione non sia stata approvata. Nel bel intervento di Valeria Fusetti c’è un refuso: ad un disabile non vengono dati dallo Stato 290,00 euro al giorno, ma al mese. Anch’io ho un figlio disabile…
      Rinnovo gli auguri di Buona Pasqua a tutti.

      1. Valeria Fusetti

        Grazie ad Adriano per la correzione e a Costanza per l’ articolo che, come sempre, è molto equilibrato ed offre spunti di riflessione interessanti. Buona Pasqua a tutti

  9. Paolo da Genova

    Bell’articolo. C’è comunque un conformismo spaventoso. A me è capitato di essere coinvolto in una discussione per e-mail sul tema immigrazione, in un gruppo di persone tutte “di Chiesa”, fra cui il parroco, in tutto una trentina di persone. Il mio intervento, ragionato, senza voler fare polemiche, dicendo sostanzialmente quanto dice Costanza, troncò di fatto la discussione pubblica, un po’ per stanchezza e un po’ per pigrizia, perché una risposta avrebbe richiesto un certo tempo (quanto ne avevo perso io scrivendo). Mi colpì però la risposta privata di una signora, che mi dava pienamente ragione, ma non osava dirlo di fronte a tutti.
    Poi c’è il caso di quel mio amico/parente/conoscente, anche lui “di Chiesa”, tutto pro-immigrati su internet, in modo quasi maniacale, ma improvvisamente silente e introvabile quando gli ho proposto di partecipare con me a un’iniziativa concreta di aiuto pro-immigrati.

  10. Beatrice

    L’obbedienza è una virtù se e solo se non ci porta a commettere peccati o a tradire la fede che diciamo di professare. Santa Rita ha fatto bene a obbedire alla superiora, perché non le è stato ordinato qualcosa di contrario alla volontà di Dio espressa attraverso i Suoi comandamenti. Altre Sante, però, ci insegnano con le loro vite che a volte è necessario praticare la santa disubbidienza, perché in nessun caso mai si è giustificati nel peccare contro la carità e contro la fede.

    A questo proposito mi ritorna in mente una scena a cui ho assistito il 6 luglio 2017 durante lo spettacolo “Belle donne” promosso dalla Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri di Roma (ero venuta a conoscenza dell’evento grazie a questo blog: https://costanzamiriano.com/2017/06/27/belle-donne/ ). Io sono di Milano ed ero andata a Roma tre giorni giusto per vedere quegli spettacoli, perché, da amante del teatro e delle storie di Santi, pensavo, a ragione, che ne sarebbe valsa la pena.

    Ecco, il 6 luglio era dedicato alla rappresentazione della vita di una Santa che amo molto: Giovanna D’Arco. Una scena mi colpì più di tutte: dopo che Giovanna era stata imprigionata, c’era la guardia che l’accusava dicendole più volte in maniera incalzante: “tu disubbidisci alla Chiesa, tu disubbidisci alla Chiesa”. A un certo punto l’attrice che interpretava la Santa si alzò in piedi e rispose con tono fiero: “io obbedisco alla Chiesa trionfante con a capo la Santissima Trinità, di fianco Maria Santissima e a seguire le infinite schiere di Santi al completo”. Tutto questo per dire che l’importante è obbedire sempre alla Chiesa trionfante, perché, se alcuni membri della Chiesa visibile se ne distaccano, non ci trascinino nel baratro insieme a loro.

    1. Fabio

      Vero Beatrice !!!.
      A S.Tommaso Moro , quando era prigioniero nella Torre di Londra, indicarono dalla finestra i vescovi inglesi che avevano firmato per il re (tradendo il Papa) cercando di installare in lui il dubbio , insistendo nella sua posizione, di voler rompere la comunione con i suoi vescovi.

      Egli non cadde nel tranello e rimase fedele alla sua coscienza e al Papa.
      Rispose che se la sua coscienza per grazia di Dio indicava a lui , in quel momento di confusione della chiesa inglese , dove era la verita’ , quella verita’ che gli altri non capivano o fingevano di non capire o avevano paura di riconoscere apertamente , lui aveva il
      dovere di seguirla.
      Anche per il bene di chi la stava tradendo.
      Perche’ sentiva di avere una responsabilita’ anche verso gli altri che in quel momento non capivano, vescovi compresi, di far in modo che un giorno capissero anche loro dove stava la verita’..
      E che percio’ , mentre lui doveva seguire la sua coscienza in quel momento , si augurava di ritrovare tutti quei vescovi con lui un giorno in Paradiso.

      E cosi’li ha fregati tutti in un colpo solo , vescovi traditori e accusatori. e non e’caduto nel tranello diabolico di giudicare i suoi fratelli, cosa che avrebbe annullato il valore cristiano del suo gesto, ma aderi’ alla verita’ cattolica come gli era stata insegnata ….e forse da quegli stessi vescovi, in precedenza nella sua vita …

      1. ROBERTO

        Fabio sono con te.Non so se hai letto un libro suo con questo titolo:Gesù al Getsemani( De tristitia Christi) edizioni Paoline.

  11. Fabio

    In fondo Don Abbondio era piu’apprezzabile di tanti che oggi mascherano la loro paura con l’ideologia.
    Don Abbondio era un fifone , aveva paura di Don Rodrigo, ma non ha mai detto che Don Rodrigo aveva ragione : aveva paura, ma non e’mai scaduto nell’ideologia.

  12. ROBERTO

    Ho fatto una riflessione non so se è giusta. Mi sembra più logico che un profugo arabo di religione mussulmana preferisca andare in un paese in cui sia rispettata la sua religione,le leggi le sue usanze.In un paese cristiano trova sicuramente molte difficoltà,sia di carattere religioso, usanze leggi ecc.Oggi i paesi arabi sono ricchissimi e dovrebbero essere più propensi ad aiutarli.

    1. Luigi

      Col piffero Roberto che li accolgono. Il tuo discorso non fa una piega, la logica sarebbe la tua. Ma vengono da noi, a parte i veri profughi di guerra che se ne stanno in maggioranza vicino ai luoghi di provenienza, perché l’islam ha il suo piano di invasione “pacifica” e lo sta attuando grazie al nostro folle contributo. E questo non lo dice un leghista, lo dicono gli esperti (inascoltati) come il gesuita Khalil Samir.

  13. Luigi

    Concordo in pieno con quanto hai scritto Costanza.
    Su un solo punto mi discosto: Papa Francesco è sovente “usato” dai media che evidenziano tra quello che lui ha detto ciò che a loro fa più comodo?
    In parte è vero, ma dopo la Via Crucis di ieri, che lui ha certamente voluto incentrata ossessivamente sugli immigrati per tutte le 14 stazioni non ha più alibi. E questo non è parlar male del Papa, è solo costatare un suo chiodo fisso: il povero immigrato da accogliere.
    Almeno questo prendiamone atto, non nascondiamolo dietro ai giornalisti.

  14. admin @CostanzaMBlog

    Ciao MenteLibera65 (anche se ti firmi Francesca), sai come se dice a Roma? Nun ce provà
    Saluti

  15. Kosmo

    se è la parabola del Buon Samaritano, risparmiatela, ché la conosciamo a memoria.
    Piuttosto tu studiati la parte in cui dice :”Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione. 34 Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. 35 Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.

  16. Carla

    Da tanto tempo ricevo le mail di Costanza, ma solo oggi sono entrata nel dibattito del blog: il tema tocca un mio ….”nervo scoperto”!
    La ragione – e anche il cuore, in un certo senso – mi trovano totalmente d’accordo con Costanza, soprattutto quando dice che lo Stato non può imporre la carità. Faccio un esempio: io e mio marito da anni serviamo i pasti in una una Mensa dei Poveri due domeniche al mese e prima, per anni, ho insegnato l’italiano agli immigrati. Portiamo anche il pacco ad una signora italiana indigente. Questo non per dire che siamo bravi….Oggi, mentre eravamo ai giardini pubblici di Milano per un picnic di Pasqua con figlie e nipotini, ad un immigrato senegalese che vendeva le solite varie cose (accendini, braccialettini, ecc.) ho offerto colomba e tè freddo: si è seduto a terra vicino a noi e abbiamo chiacchierato per un po’ (alla fine ho comprato un braccialetto che indosso anche ora). Tuttavia sono dell’idea che se questi poveretti arrivano da noi e non hanno casa, lavoro, famiglia alla fine devono per forza di cose rubare, spacciare e purtroppo anche, talvolta, stuprare…. Mi rendo conto che sto dicendo una cosa enorme e vi chiedo, se sbaglio, di correggermi!
    Oggi però su un altro blog “cattolico” leggo: “….dal più noto teologo beatificato da Benedetto XVI nella sua Birmingham, Henry Newman, disse: “Quanto alla coscienza, esistono due modalità per l’uomo nel seguirla. Nella prima la coscienza forma soltanto una specie di intuito verso ciò che è opportuno, una tendenza che ci raccomanda l’una o l’altra cosa. Nella seconda è l’eco della voce di Dio. Ora tutto dipende da questa differenza. La prima via non è quella della fede, la seconda lo è”.
    Qualcuno mi aiuta? Grazie a Costanza e a voi tutti! E buona Santa Pasqua!

  17. Carla

    Aggiungo che, se non sbaglio, i paesi più poveri sono devastati dalla divisione in tribù spesso in lotta tra loro e che molti governanti, a dispetto della miseria della popolazione, vivono in una ricchezza mostruosa. Sembra quindi impossibile aiutarli là dove vivono. Il problema è quindi senza soluzione?

  18. Alessandra Ambesi

    Invito a leggere a proposito degli emigranti i libri e gli ultimi articoli scritti dall’illuminato Cardinale Sarah. Cordiali saluti Alessandra Ambesi

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