L’ignoranza di chi cita a sproposito “Sposati e sii sottomessa”

di Costanza Miriano

Siccome continuano a tirare in ballo la parola sottomissione, senza prendersi la briga non dico di leggere il mio libro, per carità (che? Vuoi leggere un libro prima di criticarlo?), ma neppure il passo biblico da cui è tratta la citazione, dimostrando ignoranza crassa e incapacità di ragionamento a livello da seconda media diciamo – è più o meno quando capisci l’importanza del contesto nell’approcciarti al testo – occorre fare qualche precisazione, che poi arrivano i primi Cirinnà e D’Urso di passaggio e mi citano a proposito della sottomissione completamente fuori luogo.

Allora, la parola è usata da san Paolo in una logica completamente opposta a quella del mondo, che legge tutto nell’ottica del dominio, del potere, e che per noi cristiani va capovolta completamente (d’altra parte il nostro Re sta in croce). Quindi la proposta di san Paolo è per i battezzati che intendano prendere sul serio la cosa, ciò che non mi sembra di poter dire delle varie Cirinnà and co. Che continuano a citarmi, ma questo lo sa solo Dio. Comunque, Quando san Paolo dice alle donne di accettare di stare sotto, non pensa affatto che siano inferiori. Anzi, è al cristianesimo che dobbiamo la prima vera grande rivalutazione delle donne… La sottomissione di cui parla Paolo è un regalo, libero come ogni regalo, che sennò sarebbe una tassa. È un regalo di sé spontaneo, fatto per amore.

Comunque, a chi interessa san Paolo e quello che a me sembra di aver capito della faccenda, può leggere un sacco di spiegazioni in merito. Poi c’è un aspetto eminentemente umano della faccenda, visto che la fede si innesta sempre su una sostanza umana con cui non contrasta, ovviamente, visto è stato Dio a pensarci e a disegnarci.

La donna ha una tentazione di controllo sull’uomo, e la sa esercitare benissimo se vuole: nelle relazioni il potere è della donna, checché ne dica la retorica vittimistica femminista. L’uomo può essere violento, ma la donna è, esattamente nella stessa misura, tentata dalla prevaricazione sull’uomo, solo che la esercita non con la violenza fisica e verbale dell’uomo ma in modo manipolatorio, magari suadente, utilizzando vari registri comunicativi, la bambina, la vittima etc. Quindi noi siamo chiamate a esercitare il nostro potere non in modo manipolatorio, per portare il nostro uomo (e i figli, e tutti quelli al cui affetto teniamo) a essere ciò che noi vogliamo, ma per portare quelli che ci sono affidati a essere sempre più se stessi. Per compiere la libertà dell’altro, non per tenerlo legato e “obbediente”. Altrimenti spesso il risultato è che l’uomo finisca per sopportare la donna che ha accanto, che non mi pare una grande idea di amore. L’uomo dal canto suo dovrà mettere la sua energia e la sua forza al servizio libero e scelto della sua donna, e della paternità, che non è un istinto per lui – quanto invece lo è la maternità per la donna – ma sempre una scelta e una decisione.

Tutta questa storia quindi non ha molto, anzi proprio niente a che fare con la divisione dei compiti pratici. Anche una donna che lavora, e che lo fa ad alto livello, può essere sottomessa se ascolta il marito, lo rispetta, tiene in gran conto le sue opinioni. Io invito le donne alla sottomissione, ma nel frattempo scrivo libri, faccio conferenze, lavoro alla Rai, e faccio mille altre cose poco bigotte e oscurantiste, tipo correre maratone senza velo, addirittura in pantaloncini corti (chissà perché se la prendono solo con i cattolici, e mai con certi imam che fanno corsi per insegnare come si picchiano le donne). Credo comunque che le donne si debbano riappropriare della loro vocazione all’accoglienza della vita, quella che viene dal loro essere morbide, capaci di ricucire i rapporti, di fare spazio, di intessere relazioni, di tirare fuori da tutti il meglio. Che mettano questo loro genio femminile in cima alle priorità. Non c’entra niente con il trovare un marito ricco da (fingere di ) sopportare in cambio di sicurezza economica. C’entra invece con la lealtà, la dedizione, la dolcezza.

Quanto ai ruoli e ai rapporti di forza tra i sessi devo a malincuore ammettere una cosa. Essere donna mi ha procurato solo vantaggi: da quelli spiccioli come il permettersi di ignorare se la mia auto possegga una ruota di scorta, ed eventualmente dove si nasconda, la subdola, al privilegio incommensurabile di ospitare e sentir muovere quattro bambini nella pancia, anche se, lo ammetto, nei momenti di farli uscire l’aspetto del privilegio non mi è sembrato il più evidente.

Non ho mai subito discriminazioni di genere. Al lavoro capita di non essere apprezzati e valorizzati, ma capita agli uomini e alle donne (molto più alle mamme). E la riuscita professionale è determinante per l’identità di un uomo. Conosco molti, moltissimi uomini demoralizzati, a volte depressi per come vanno le cose nel mondo del lavoro, per la prepotenza, la mancanza diffusa di meritocrazia e professionalità.

Per questo, lo confesso, non ho mai sentito il bisogno di nessuna rivendicazione di genere. Sono molto riconoscente per le libertà che le donne delle generazioni precedenti hanno conquistato per noi, ma proprio perché le ho ricevute, e ne godo con soddisfazione, non riesco a provare nessuna rabbia in merito. Penso invece, certo, con il cuore stretto alle donne di gran parte del nostro pianeta, provando molto sollievo per essere nata dalla parte fortunata del mondo.

Piuttosto, ammetto che delle difficoltà per le donne ci sono: essere mamma e lavorare è una fatica bestiale. Per la legge di non penetrabilità delle ore o si sarà carenti su un fronte, o lo si sarà sull’altro. Ma non è colpa della congiura maschile. E’ la natura: i figli li fanno le femmine della specie. Le quali, poi, se vorranno o dovranno anche lavorare, finiranno inevitabilmente per piegare calzini a mezzanotte; andranno alle conferenze stampa con un rigurgito latteo sul twin set; sbaglieranno l’orario dell’antibiotico; si sforzeranno con grande perizia di non addormentarsi sulla scrivania dopo una notte passata a raccogliere vomiti; si dimenticheranno merende dell’asilo e appuntamenti fondamentali con il nuovo capo.

Quelle che decidono di puntare tutto o quasi sul lavoro spesso ce la fanno ad emergere, anche se pagando un prezzo alto sul piano della vita personale.

Fare bene tutto non è possibile, e quando non arrivo non mi arrabbio con le congiure di cui sarei vittima, ma tendo piuttosto a pensare che essere donna sia comunque una meravigliosa ricchissima avventura.

La vera e seria e urgentissima battaglia da fare in un paese come il nostro decisamente volto all’estinzione non è dunque studiare come permettere alle madri di lavorare di più, ma come permettere alle lavoratrici di essere più madri, e casomai, se lo desiderano, anche come permettere loro, SE LO VOGLIONO, di non lavorare, almeno non secondo gli schemi del mondo del lavoro, che sono pensati per i maschi. Otto ore al giorno da quando inizi a quando vai in pensione, indipendentemente dalle età e dal numero dei figli o dallo stato di salute dei genitori anziani, è una cosa che solo degli uomini potevano pensare, e in cui le donne sono rimaste incastrate, ma senza aver potuto scegliere se e come lavorare. Vedi il bellissimo saggio “Why Women Still Can’t Have It All” (Perché le donne non possono ancora avere tutto), di Ann-Marie Slaughter, avvocato e analista politica ad altissimi livelli, che si è dimessa da un incarico del governo perché non riusciva più manco a portare i vestiti in lavanderia, non parliamo di andare a vedere le partite dei figli.

Che aspettiamo a ribellarci alla logica maschile che ci vuole fregare così tanto sulla vita personale in cambio di un piatto di lenticchie (certe donne rinunciano alla maternità, o si fermano a un figlio solo, per dei lavori molto ma molto meno gratificanti rispetto a quello a cui chiedono di rinunciare), che ci vuole convincere che rinunciare ai nostri figli, o a vederli crescere, sia una grandissima botta di fortuna, e non una perdita enorme e dolorosissima? Che aspettiamo a unirci, tutte, comprese le femministe, per dire che fare figli è la cosa più bella del mondo, anche se siamo consigliere personale del presidente Usa, e che vogliamo avere tempo per loro, anche se siamo intelligentissime e bravissime e tra una poppata e l’altra possiamo anche fare bazzecole come telefonare al presidente, perché quello lo può fare chiunque, mentre respirare l’alito di un bambino che si addormenta dopo avere bevuto il nostro latte è un privilegio enorme che nessuno deve poterci portare via, neanche per un mega stipendio, figuriamoci per quelli normali che manco bastano a pagare l’asilo per più di un bambino?

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51 pensieri su “L’ignoranza di chi cita a sproposito “Sposati e sii sottomessa”

  1. Grazie! E’ la prima parola che mi viene in mente dopo aver letto. Ho apprezzato molto il taglio delle riflessioni. Mi illumina molto su “L’assieme” che e’ molto meglio del “contro”.

    1. Lucia

      Cara Costanza le esprimo la mia solidarieta per gli attacchi ingiusti che ha subito.Vada avanti …

  2. Francesco

    Grazie Costanza ancora una volta per il coraggio di dire la verità. Ieri sera, sentendo la D’Urso, mi sono risuonate le parole di Gesù: ” Beati voi quando vi insulteranno e mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia…”, ma in questo caso c’è molta ignoranza.
    Un abbraccio in Cristo. Francesco.

  3. ROBERTO

    cara Costanza
    il nostro motto dal giorno che ci siamo sposati è, nel lontano ’68 :Fedeltà nella libertà.Ha funzionato benissimo
    Poi quando è caduto il velo e mi sono accorto della realtà, della verità del suo carattere,ho avuto un leggero disorientamento.poi ho capito e ho cominciato a valorizzare le sue capacità naturali e del suo carattere.Da qui è cominciato il vero amore.Il vero Amore è dato dalla verità.

    1. Elena

      Io ho letto il libro..tralasciando il mio orientamento politico e religioso..dopo i primi capitoli,mi è venuta voglia di sposarmi domani e fare 10 figli..e non mi sento una fallita senza obiettivi o senza dignità solo per questo,anzi.

  4. pietro

    “… respirare l’alito di un bambino che si addormenta dopo avere bevuto il nostro latte è un privilegio enorme che nessuno deve poterci portare via”:
    Poichè sono uomo non ho potuto godere di un simile privilegio (e a pensarlo mentre lo leggo mi si inumidiscono gli occhi, ma di certo è l’età …).
    Però godo tuttora di un altro privilegio: non ho mai assistito alle prestazioni della D’Urso (pur apprezzandone il fisico …).
    Grazie per le battaglie che combatti contro queste calunniatrici di professione

    1. Stefania

      Grazie cara Costanza per lo zelo che metti nel testimonare con coraggiio la tua cristianità.
      Anch’io sono una mamma di 5 figli e nonostante vari tentativi, ho dovuto rinunciare a lavorare. È stata una decisione sofferta presa insieme a mio marito per il bene della famiglia e, perché no? Anche per quello della mia salute.
      Sento di non aver perso nulla, anzi ho il privilegio di veder crescere i miei figli, la mia è una missione silenziosa, ma grande!!!

  5. Angelica

    “Respirare l’alito do un bambino che si addormenta dopo aver bevuto il nostro latte” *_* *_*

    Comunque, “piazza Miriano C.” come suona? Oppure “Corso Miriano Costanza”…

    È assurdo continuare a ribadire l’ovvio e dover questionare con chi non vuole usare la logica… Ancora una volta, grazie!!!

  6. Mario

    Concordo con la tua personale interpretazione che dai del passo di Paolo anche se a volte i testi di Paolo si riferiscono al contesto storico come, per esempio, quest’altro passo di Paolo: “Certa è quest’affermazione: se uno aspira all’incarico di vescovo, desidera un’attività lodevole. Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie” (1 Tt 3. 1,2). Per me invece è preminente l’indicazione data da Gesù, valida per tutti i tempi storici e che sottolinea una “preferibile” parità: “I due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne” (Mc 10. 7,8).

  7. Marco Signori

    Sono anch’io rimasto sorpreso della presunzione di queste “signore” del salotto satanico televisivo, dove il pensiero unico è il verbo e dove gli opinionisti immancabilmente gay, transgender o femministe inacidite e truccate da intellettuali fanno le loro prediche, di liquidare il libro e il messaggio della Miriano come il non plus ultra del maschilismo e di una presunta prevaricazione dell’uomo sulla donna fatta in nome del cristianesimo. In realtà a questi personaggi della televisione della famiglia e delle donne non importa un bel nulla e parlano di libertà della donna solo quando si tratta di approvare un divorzio o un aborto. La donna sarebbe solo libera di passare da un matrimonio all’altro senza tanti problemi e di infischiarsene dei figli che abortisce o che abbandona. Ciò che invece valorizza davvero la donna e la rende davvero protagonista della società è la concezione cristiana e il suo posto nell’ordine gerarchico dei valori cristiani nell’ambito della famiglia.

  8. Francesco Paolo Vatti

    Penso che queste femministe dure siano più maschiliste di molti uomini sciovinisti. Mi spiego: hanno stabilito che quanto fanno o hanno gli uomini sia il meglio e che bisogna fare come loro (noi). Ma questo è come dire: “noi valiamo meno!”, che è qualcosa che, da maschio, mi sono sempre rifiutato di pensare… Capirei le femministe se cercassero di far diventare noi uomini come loro, non cercando di scimmiottare gli uomini, spesso negli aspetti meno nobili, per giunta…
    Ho letto il libro e mi ha colpito il concetto di stare sotto come stare alla base. E’ vero, noi uomini non ne siamo capaci. Come diceva mia madre, siamo più insicuri e dobbiamo comparire sempre…. Trovo, invece, questa sottomissione come qualcosa di grande, di potente, in grado di ottenere e far ottenere grandi cose.
    D’altra parte, le varie D’Urso e Cirinnà si rassegnino: non sono le donne maschio che attirano gli uomini….

  9. Francesco Paolo Vatti

    Quello che più sfugge, poi, a questi maestri del pensiero laico (anticlericale) è che solo se si serve a qualcuno si può avere felicità. La gioia data dal comando, dall’apparire, dall’emergere, dall’avere dura veramente poco.
    L’uomo raggiunge questo esponendosi e combattendo per proteggere gli altri. La donna mettendosi al servizio silenzioso.
    Queste persone sono scontente e se la prendono con chi scontenta non è….

  10. Alda

    Costanza cara….ma la D’Urso cosa vuoi che ne sappia di S. Paolo e delle Letture?
    Parli arabo per lei e per il suo salotto👠👠

  11. Rino

    Costanza l’abbraccio più forte e fraterno che io possa esprimere te lo dono con la gioia più genuina perché… Te lo meriti.
    Per il resto ….è tutta polvere sollevata da Satana che si depositerà a terra rivelando quello che è… Puffia…speriamo presto .

  12. La sottomissione è volere il bene del uno e del altro,

    è cosi che Quando san Paolo dice alle donne di accettare di stare sotto, non pensa affatto che siano inferiori. Anzi, è al cristianesimo che dobbiamo la prima vera grande rivalutazione delle donne… La sottomissione di cui parla Paolo è un regalo, libero come ogni regalo, che sennò sarebbe una tassa. È un regalo di sé spontaneo, fatto per amore.

    Grazie Costanza avanti sempre…..

  13. giandreoli

    Grazie. Chi “non vuole tornare al medioevo” non vuol capire che in realtà “non vuole uscire dalla barbarie” in cui ci troviamo.

    1. Ulderico

      Le famiglie Cristiane dovrebbero, per iniziare, tenere spenta la tv che è il tramite del maligno per eccellenza.
      Nel momento stesso in cui si citano le note presentatrici, nel bene o nel male questo non ha rilevanza , la tv ha già vinto.
      Ci provo’ GPII a suggerire il digiuno televisivo almeno in tempo di Quaresima, aveva colpito la bestia al cuore e accadde un pandemonio…

  14. Creazionista

    Vorrei consigliare a chi non l’ha già letto il libro di Esther Vilar: The manipulated man. L’autrice disprezza profondamente le donne, esagera sicuramente, ma è comunque istruttiva da leggere, a volte divertente, odiata, malmenata e sputata dalle femministe. Famosa negli anni 70. Il 60% è condivisibile da tutti. Potrebbe essere un preambolo al pensiero di Costanza, che poi costruisce argutamente su solide basi bibliche.

  15. Giacomo

    L’offesa, la critica becera, la reprimenda gratuita, deve sempre essere valutata e pesata secondo la fonte da cui proviene; i soggetti citati: D’Urso ed accoliti sono prossimi allo zero, in quanto capacità di analisi oggettiva, sintesi e giudizio…già nelle situazioni banali, figuriamoci poi sulle cose serie. Il raglio dell’asino si perde nel vento, Avanti così scrollandosi la polvere dai calzari.

  16. MT

    Cara Costanza, inutile che aggiunga una parola di più a tutto quello che di bello,intelligente e vero è stato detto qui sopra su di te e la sottomissione… dico solo (e solo per sorridere un po’): ma quanto vomitavano i tuoi pargoli???!!! perché non manchi mai di dirlo… devono veramente averti messo a dura prova!!! 🙂 🙂 🙂
    Restando sul lato serio, no worries: la verità (senza neanche bisogno di maiuscola) li seppellirà. E sarà un nuovo corso della storia. Ciao!

  17. ROBERTO

    il pensiero unico è come il nazismo se non lo si combatte sul nascere, si diventa schiavi.Una volta assimilato ,il pensiero unico ti trasforma.Infatti i padri ed i figli non si ritrovano più non c’è più connessione.L’ovvio il reale diventano sconosciuti.Ontologicamente l’uomo e la donna ci sono da sempre,prima dello Stato,prima della Chiesa.Da loro inizia la vita.Cosa semplice ma ancora non compresa.

    1. Marco Signori

      Esatto: come dice Alessandro Gnocchi il vero scopo di chi manovra il pensiero unico è una femminilizzazione totale della società, del linguaggio e delle idee in nome dei diritti. Ma l’obiettivo più recondito e macchinato con astuzia diabolica è quello di separare l’uomo dalla donna in mondi incomunicanti così da realizzare una assoluta autonomia e una indipendenza antiumana di ciascuno dei due sessi. E naturalmente distruggere la famiglia come nella trasmissione della d’Urso ha chiaramente denunciato la Meloni.

    2. Dany

      Grazie Costanza! Come sempre sai esprimere quello che da sempre anch’io penso e ho dentro, ma non trovo le parole giuste per dire. Come lavoratrice e mamma di tanti figli mi sono sempre ritrovata nelle tue divertenti descrizioni che rivelano la fatica delle donne nel portare avanti casa, famiglia e lavoro, inevitabilmente in modo “imperfetto”.
      Da ex femminista riesco a vedere l’inganno in cui storicamente molte di noi sono cadute, quello cioè di ritenere la famiglia un impedimento alla realizzazione della donna e i figli un peso anziché una meravigliosa esperienza di crescita e maturazione personale, oltre che un dono di per sé. Per ” grazia ricevuta” sono diventata mamma e oggi credo che nessun incarico di lavoro, anche importante e prestigioso, non valga la rinuncia alla maternità, anche adottiva. Se dire questo vuol dire essere antiquate, allora io lo sono pienamente!

  18. beppe

    Per quanto mi riguarda la questione è molto semplice.
    Dal punto di vista maschile : quanto vale la donna moderna?
    Dovremmo chiedere la sottomissione di questo genere di donna?
    E per quale scopo?
    Il quesito più elementare non è se la donna moderna deve o non deve essere sottomessa, ma piuttosto : arrivati a questo punto che cosa diavolo può sottomettere all’uomo?
    Cosa può buttare sul piatto del rapporto uomo-donna?
    Cosa vale in quanto donna?
    Cosa le è rimasto di femminile?
    Serse ottenne la sottomissione di Ester, e le diede la metà della Persia e dell’Egitto, ma … per la miseria, quella era Ester!
    Ora immagino Serse di fronte alla D’Urso … e non so il perché, ma mi viene da ridere.
    Game Over.
    .
    Il terzo giorno, quando ebbe finito di pregare, Ester si tolse gli abiti servili e si rivestì di quelli sontuosi.
    Fattasi splendida, invocò quel Dio che su tutti veglia e tutti salva, e prese con sé due ancelle.
    Su di una si appoggiava con apparente mollezza, mentre l’altra la seguiva sollevando il manto di lei.
    Era rosea nel fiore della sua bellezza: il suo viso era lieto, come ispirato a benevolenza, ma il suo cuore era oppresso dalla paura.
    Attraversate tutte le porte, si fermò davanti al re.
    Egli stava seduto sul suo trono regale e rivestiva i suoi ornamenti ufficiali: era tutto splendente di oro e di pietre preziose e aveva un aspetto che incuteva paura.
    Alzato lo scettro d’oro, lo posò sul collo di lei, la baciò e le disse: «Parlami!».
    Gli disse: «Ti ho visto, signore, come un angelo di Dio e il mio cuore è rimasto sconvolto per timore della tua gloria: tu sei ammirevole, signore, e il tuo volto è pieno d’incanto».
    Mentre parlava, cadde svenuta; il re si turbò e tutti i suoi servi cercavano di rincuorarla.
    Allora il re le disse: «Che cosa vuoi, Ester, e qual è la tua richiesta? Fosse pure metà del mio regno, sarà tua».

  19. Io penso che sua madre si sbagliava di grosso: sono le donne a comparire sempre, a “stare sempre in messo come il prezzemolo”, come si dice dalle mie parti e son sempre state le più insicure (lo sono tuttora, basti pensare a quando debbono scegliere cosa indossare, alla scelta del lavoro, giusto per citar due cose fra tantissime altre). Saluti

    1. Francesco Paolo Vatti

      Oggi può essere così, in effetti. Ma ricordiamoci che maschile e femminile sono stati snaturati….

  20. Giacomo

    L’unica “finestra sul mondo”, che mi concedo è internet, ( pochi minuti al giorno per la verità) avendo abolito la TV da quasi tre anni, i quotidiani non so nemmeno cosa siano da molto più tempo, ed il viso della D’Urso lo ricordo vagamente, quello di tal Cirinnà mi era francamente sconosciuto, fino a qualche giorno fa, non ciò che professano, che non riesco a definire nemmeno come “mistero dell’iniquità”, termine troppo complesso che non si può attagliare a personaggi di questo spessore. Nel sito dell’UAAR, che sono gli atei agnostici razionalisti, il nome della Cirinnà, appare nell’elenco delle persone “famose” non credenti, una sorta di lista di benemeriti anti fede, anti cattolici anti ogni cosa, la lista è lunga. E’ evidentemente una paladina che ben rappresenta il pensiero unico (!) dilagante, ed ha il suo momento di notorietà, anche in seno ad una associazione -l’UAAR – che si prefigge fra i suoi scopi, riporto testualmente :

    È per questo motivo che l’Uaar vuol stare al fianco:

    delle donne che lottano per i propri diritti;

    della comunità e delle persone LGBTIQ che si battono per l’ottenimento degli stessi diritti delle persone e delle coppie eterosessuali;

    di chi quotidianamente difende la ricerca scientifica e il pensiero critico;

    dei genitori che vogliono educare i propri figli senza imposizioni identitarie e ideologiche, affinché essi possano scegliere a ragion veduta una volta adulti;

    dei giovani che vogliono coltivare liberamente i propri progetti di vita, esprimendo le proprie capacità senza subire influenze religiose;

    di coloro che hanno il coraggio di dichiararsi atei in paesi in cui, a farlo, si rischia persino la pena di morte.

    Pensiamo che si possa costruire, insieme, una società contraddistinta da un reale pluralismo e dal pacifico rispetto delle scelte e dei diritti individuali. Tuttavia, perché i diritti civili laici divengano legge occorre un’associazione fortemente rappresentativa. Finché la stragrande maggioranza dei politici avrà atteggiamenti clericali, di un’associazione come l’Uaar, che non si schiera con nessun partito e non fa sconti a nessuno, ci sarà sempre un gran bisogno.

    Finché anche un solo non credente sarà costretto a fingere di essere credente, l’Italia non potrà essere considerato un paese realmente libero, civile, laico e democratico.

    Ognuno può valutare quanto e come agiamo. Ma c’è ancora tanto, tantissimo da fare.

    …………: “reale pluralismo e pacifico rispetto delle scelte e dei diritti individuali” , proprio come fa la Cirinnà, Senatrice ( mi pare) della Repubblica. L’attacco indegno portato alla Miriano, e quindi all’Evento di Verona, meriterebbero una risposta adeguata, ma contro questa gente c’è poco da fare; piuttosto dovrebbero farsene una ragione dell’esistenza di qualche cosa che non riescono ad afferrare e comprendere e combattere vincendola; proprio come fece l’Imperatore Galerio Il 30 aprile del 311 promulgando a Serdica l’editto generale di tolleranza verso un popolo di fedeli a Cristo, che proprio non riusciva a piegare. Ecco se ne facciano una ragione, Cirinnà & C. Qualcuno nei commenti, non so se qui od in altro post, ha ricordato che sarebbe ora di fare della sana APOLOGIA, si sarebbe ora, che si faccia APOLOGIA della FEDE, ne abbiamo il diritto, il dovere, a questo oggi il Cattolico è chiamato, nel senso stretto del termine : DISCORSO IN DIFESA, DISCORSO DI FRONTE, è ciò di cui vi è necessità.

    1. Francesco Paolo Vatti

      Quando mai un non credente deve fingersi credente? Mi pare più probabile il contrario, almeno in Italia….

    2. Mario Grossi.

      Ottimo Giacomo, concordo su tutto e sottoscrivo. Mi viene da scrivere però che, se non si può attribuire a Cirinnà e Boldrini la partecipazione al mistero di iniquità – troppo si darebbe loro importanza, anche se non conviene sottovalutare la loro influenza – certo, chi sostanzia il catechon e ne fa parte sono quelli come te che testimoniano la verità e chi, come Costanza Miriano, ha ancora il coraggio ( quello vero) di esprimere la grandezza di certi valori e la presenza nel mondo della civiltà cristiana e cattolica.

  21. Michela

    Grazie, grazie, grazie.
    Stringere un bambino tra le braccia è davvero la cosa più bella del mondo, e mentre crescono i miei tre, penso sempre più a che grande regalo ho avuto! Grazie perché non ti stanchi di ripetere le cose più vere!

  22. Dany

    Grazie Costanza! Come sempre sai esprimere quello che da sempre anch’io penso e ho dentro, ma non trovo le parole giuste per dire. Come lavoratrice e mamma di tanti figli mi sono sempre ritrovata nelle tue divertenti descrizioni che rivelano la fatica delle donne nel portare avanti casa, famiglia e lavoro, inevitabilmente in modo “imperfetto”.
    Da ex femminista riesco a vedere l’inganno in cui storicamente molte di noi sono cadute, quello cioè di ritenere la famiglia un impedimento alla realizzazione della donna e i figli un peso anziché una meravigliosa esperienza di crescita e maturazione personale, oltre che un dono di per sé. Per ” grazia ricevuta” sono diventata mamma e oggi credo che nessun incarico di lavoro, anche importante e prestigioso, non valga la rinuncia alla maternità, anche adottiva. Se dire questo vuol dire essere antiquate, allora io lo sono pienamente!

  23. Lia

    Gentile Costanza, devi essere una persona molto buona oltre che caritatevole e misericordiosa. Io ti confesso che questi qui non li degnerei di alcuna risposta.

  24. giulia

    Ieri in tv la Mussolini ha gettato la vera maschera degli abortisti…anzi deigli assassini di bambini.
    Ha infatti detto :”L’ECOGRAFIA CI HA ROVINATO!”.
    Ecco la realtà: prima potevano dire balle senza essere sconfermati, poi con la PROVA che i piccoli esseri uccisi erano bambini non gli resta che dare la colpa al mezzo che ha permesso questa prova, perchè ciò che vogliono è che la donna sia LIBERA DI UCCIDERE se si sente impacciata da questo “fardello”!
    Ha poi continuato blaterando su ciò che vogliono le femministe dagli uomini, che non è la PARITA’ ma la SUPERIORITA’!
    Che pena

  25. SONIA

    Hai pienamente ragione!!Ringrazio il Signore per avermi dato tanta libertà nel sottomettermi alla mia famiglia!la vivo come una grazia!guardo i miei tre figli e invoco i tre in cielo concepiti e mai conosciuti e ringrazio lodo e benedico il Signore ogni giorno!Certo ho fatto e faccio rinunce ma ogni giorno sperimento questo grande senso di gratitudine ..vivo la mia vocazione di moglie e madre e sono serena(felice) se faccio la volontà del Padre.i veri bigotti mi sa che sono loro che si limitano a vedere le apparenze e non sanno andare in profondità

    1. Francesco Paolo Vatti

      Qualcuno ha letto cosa Parolin ha effettivamente detto? Ho cercato su internet, ma ho trovato solo frasi generiche come: “Giusta la sostanza sbagliato il metodo”. Orbene, volendo capire cosa ci fosse di sbagliato nel metodo, ho girellato per internet, senza trovare nulla. Qualcuno sa dirmi cosa Parolin trovi di sbagliato nel metodo?
      Grazie in anticipo!

  26. Emanuele

    Grazie Costanza… Di tutto. Dell’ottimo libro, degli articoli, della tua testimonianza.

  27. Paolo Emilio

    Ciao Costanza,
    ma che fai, dopo aver scelto un titolo provocatorio ti difendi da chi lo ha preso alla lettera?
    Per fortuna che la D’Urso non ha ancora visto Sposati e muori per lei … apriti cielo!!
    Subito dopo aver letto questo blog ho visto il video che mi ha girato un’amica dell’intervento della Meloni a Verona, quindi sono andato a vedere cosa esattamente avevano detto a Pomeriggio Cinque: a questo punto vorrei sapere se la Meloni ti ha visto a Verona e se, seguendo il caldo suggerimento della D’Urso, ti ha parlato ????
    Scherzi a parte, credo che potrebbe essere uno di quegli incontri benedetti dall’esito opposto a quello sperato (dalla D’Urso!), chissà che anche la Meloni non si converta ed inizi a difendere i bambini non nati e non solo le loro mamme (o magari si sposi !!!)!!
    Nei monasteri wifi che stanno nascendo ti suggerisco di coordinare almeno l’intercessione: alcuni nomi o situazioni per cui tutti i tuoi fan dovrebbero pregare, per esempio la D’Urso (oltre a Papa Francesco, naturalmente): sai che gioia se la D’Urso facesse la ‘fine’ di Paolo Brosio??
    Un forte abbraccio (admin permettendo!).

  28. Mario Grossi

    Chi ha letto il testo della Miriano sa bene che Sposati e sii sottomessa! corrisponde allo Sposala e muori per lei! Quindi il senso di impegno e sacrificio non deve essere concepito a senso unico, ma come reciproco. Il tutto però si svolge nell’ambito di una altissima cultura, civiltà ed educazione cristiane che oggi si vuole sostituire con
    i diritti basati su una falsa idea di libertà volta solo al soddisfacimento dei bassi istinti e del libertinaggio .

  29. Antonio Brescia

    Lo avranno pure letto e ne sarebbero restati esterrefatti se lo avessero fatto, in ogni caso la citazione a schiovere, sarebbe comunque stata fatta. Le nobildonne, a mio avviso, lanciavano l’osso a quella marea di popolo randagio, in attesa di un oggetto per scaricare le proprie fobie. Indipendentemente dal contenuto che sicuramente ignorano.

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