Africa, un amico racconta

di Costanza Miriano

Sai qual è il principale problema dell’Africa?

Il mio amico appena tornato da un lungo viaggio mi interroga, ma io sono preparata. Ho già pronta la lezione sullo sfruttamento delle risorse da parte dell’uomo bianco, la so, non l’ho capita bene ma la so dire. Ma prima che possa partire si risponde da solo. “E’ la stregoneria”.

E parte a raccontarmi una realtà incredibile, un mondo primitivo in cui se grandina forte e il raccolto è distrutto lo stregone sgozza un pollo, ne osserva il sangue e in base a quello decide quale donna andrà punita. Perché, si sa, è sempre colpa di una donna. Se c’è un uomo che odi con tutto il cuore, auguragli di rinascere donna in Africa, mi dice (non odio nessuno così tanto, e non credo nella reincarnazione, ma certo uno stage da donna africana per due mesi a qualcuno lo auspicherei, quasi quasi). La donna individuata come responsabile verrà cacciata dal villaggio, bandita, oppure a volte messa viva nell’acqua bollente o buttata nel fiume coi coccodrilli (se sopravvive era innocente). In certi casi, se la colpa della grandinata o di qualsiasi altro evento negativo verrà attribuita con certezza a lei – secondo una cultura per cui nulla succede per motivi naturali o spiegabili scientificamente – verrà uccisa e le verrà mangiato il cuore.

Le donne peraltro sono le uniche a lavorare, lì. Le vedi al mattino con un figlio legato davanti, uno al fianco, la cesta sulla testa che vanno nei campi. Per gli uomini in molte culture dell’Africa meridionale è un disonore lavorare, ed è impossibile per loro da adulti imparare il rispetto delle donne. Appena non dipendono più dalla mamma, smettono di seguirla al lavoro e se ne stanno fermi al villaggio.

Ovviamente questa non è una ricerca scientifica, ma è il racconto di un amico, che ha visto segmenti di una realtà e me la racconta. Nessuna pretesa di oggettività, ma un’esperienza toccata con mano. Non stiamo parlando di immigrazione, di flussi, di rifugiati, niente di tutto questo, perché non so come la pensi politicamente e non voglio litigarci. So solo che è andato lì a portare aiuti, e racconta quello che ha visto.

Di una cosa però è certissimo. I missionari danno davvero la vita per gli africani. Vivono con loro, come loro, fanno la stessa fatica e subiscono le stesse privazioni degli abitanti del posto, e l’ultima cosa che fanno è mettere una croce al collo agli africani. Però gli oratori sono stracolmi di persone, le messe durano tre ore e la gente li segue, perché parlano di Cristo con la loro vita. Questi missionari hanno dato un incarico al mio amico: aiutateci a non far partire la gente da qui, aiutateci a educarli. Insegniamo agli uomini che lavorare, insegniamo a combattere le credenze della stregoneria. Mandateci materiale edile e soldi, costruiamo delle scuole. Mandateci aiuti, intelligenze, soldi, persone.

Il mio amico ha incontrato tante persone che lavorano lì, e non so neanche se vada a messa la domenica, ma mi ha detto chiaramente: se vuoi mandare qualcosa, manda ai missionari non ad altre organizzazioni, perché a differenza di queste loro non sprecano un centesimo, non tengono niente per sé, fanno fruttare tutto, al massimo, perché loro lì danno la vita davvero. Ha visto arcivescovi zappare la terra, preti dormire tra gli insetti, suore consumarsi fino all’ultimo respiro. Il fatto è che se non lo fai per Cristo non riesci a farlo, non in quel modo, come serve.

Ecco, questo è solo un racconto, non ha pretesa di assoluto, non è un trattato di geopolitica, non è una proposta di soluzione. E’ una fotografia. Sicuramente altri ne avranno scattate altre, il continente è grande e le realtà sono tante. Comunque questa è vera di sicuro, e volevo condividerla.

Aggiungo quello che ho letto: minori affidati a donne che non sono le loro veri madri e che poi spariranno una volta sistemate le cose in Europa, e centinaia di donne che saranno invece dirottate a fare le prostitute, ognuna delle quale vale 60 mila euro d’incasso per la mafia stessa. Solo mettendone 100.000 nel “mercato del lavoro” in Italia la mafia nigeriana muove un giro di affari di 600 milioni di euro all’anno.

A questo si somma quello che perde l’Africa: risorse giovani. Leggo di ghanesi che hanno venduto il taxi o le proprie piccole mandrie per venire in Europa e ritrovarsi su una strada a elemosinare o a guadagnare 3 euro all’ora se gli va bene, trattati come bestie, e che non riescono neanche a mettere ovviamente da parte un capitale come era nei loro progetti. E anche se desiderano tornare non lo faranno mai per la vergogna perché non saprebbero cosa dire al villaggio, non saprebbero come giustificare quei soldi spesi per arrivare in Europa, anzi alimentano altre partenze facendosi selfie su facebook fingendo che tutto vada bene per non dire la verità, per vergogna. Risultato: altri giovani (diciottenni, non scolarizzati) cercano di venire qui perché pensano che sia facile arricchirsi. ”

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leggi anche “Bisogna scoraggiare gli africani a emigrare, ecco perché…”

 

12 pensieri su “Africa, un amico racconta

  1. … stregoneria… Ovviamente questa non è una ricerca scientifica, ma è il racconto di un amico, che ha visto segmenti di una realtà e me la racconta.

    Non è solo il racconto del tuo amico; qui c’è un vecchio articolo di Padre Gheddo, che citava altri missionari:

    https://www.tempi.it/il-sottosviluppo-dell-africa-nera-ha-cause-precise-che-l-occidente-materialista-non-riesce-a-capire

    1) La religione animista, che tiene l’africano, anche istruito e modernizzato nel livello di vita, prigioniero di superstizioni venefiche, malocchio, tabù, timore di vendette, culto degli spiriti con violenze e crudeltà inaudite anche sull’uomo.

    Di rilevante anche questo passaggio di un discorso di BXVI – si potrebbe quasi dire che fu una specie di “Ratisbona” africana – che riscosse l’approvazione dei vescovi locali:


    ll 21 marzo 2009, in Angola Benedetto XVI ha detto ai vescovi angolani: «Tanti dei vostri concittadini vivono nella paura degli spiriti, dei poteri nefasti da cui si credono minacciati; disorientati, arrivano al punto di condannare bambini di strada e anche i più anziani, perché – dicono – sono stregoni».
    […]
    I vescovi africani hanno ringraziato il Papa di aver toccato questo tema.
    […]
    «Il dato di fondo – continua De Franceschi – è questo: il paganesimo non conosce Dio e il perdono di Dio.

    E sin qui siamo sull’analisi di cattolici, e potremmo essere accusati di voler portare l’acqua al nostro mulino. Ma io sono sicuro di aver letto parole simili, pochi anni fa, da parte di un nuoto scrittore africano, laico e non credo cristiano; purtroppo non riesco a ricordarne il nome (ho cercato un po’, senza esito).

  2. admin @CostanzaMBlog

    Fred Kuwornu, regista italiano di origini ghanesi, ci spiega come funziona la tratta per venire in Italia e che cosa comporta.

    “Si è mai chiesto perché, a parità di condizioni di povertà e credenza che l’Europa sia una bengodi, quelli che arrivano da Mozambico, Angola, Kenya sono pochissimi, o quelli che arrivano dal Ghana (il Ghana che è il mio Paese d’origine ha un PIL del 7% e una situazione di assenza di guerre e persecuzioni) provano a venire? Perché esiste una cosa chiamata Mafia Nigeriana che pubblicizza nei villaggi che per 300 euro in 4 settimane è possibile venire in Italia e da lì se vogliono andare in altri Paesi Europei. Salvo poi fregarli appena salgono su un furgone aumentandogli all’improvviso la fee di altri 1000$, la quale aumenta di nuovo quando arrivano in Libia, dove gliene chiedono altri 1000$ per la traversata finale. Il tutto non in 4 settimane come promettono, ma con un tempo di attesa medio di un anno.

    In tutto questo ci aggiungo minori che vengono affidati a donne che non sono le loro veri madri e che poi spariranno una volta sistemate le cose in Europa e di centinaia di donne che saranno invece dirottare a fare le prostitute, ognuna delle quale vale 60mila euro d’incasso per la mafia stessa. Solo trafficandone 100.000 verso l’Italia la mafia nigeriana muove un giro di affari di 600 milioni di euro all’anno.

    A questo si somma quello che perde l’Africa: risorse giovani. Ho conosciuto ghanesi che hanno venduto il taxi o le proprie piccole mandrie per venire in Europa e ritrovarsi su una strada a elemosinare o a guadagnare 3 euro all’ora se gli va bene, trattati come bestie, e che non riescono neanche a mettere ovviamente da parte un capitale come era nei loro progetti. E anche se desiderano tornare non lo faranno mai per la vergogna perché non saprebbero cosa dire al villaggio, non saprebbero come giustificare quei soldi spesi per arrivare in Europa, anzi alimentano altre partenze facendosi selfies su facebook che tutto va bene per non dire la verità, per vergogna, e qguindi altri giovani (diciottenni, non scolarizzati) cercano di venire qui perché pensano che sia facile arricchirsi. “

  3. Francesco Paolo Vatti

    Noi Europei dobbiamo imparare ancora moltissimo sulla realtà degli africani. Abbiamo una gran convinzione di sapere tutto, ma non è proprio così. In Africa sono stato solo in Marocco e in Sud Africa, due Paesi che non si possono definire africani altro che per la geografia. Eppure, in Sud Africa, persino i bianchi hanno qualcosa di diverso da noi nella mentalità (per esempio, nel senso del tempo…).

  4. Chissà, se il Signore lo vuole, col permesso di mia moglie e quando le figlie saranno maggiorenni, chissà, se anche io potrò andare a morire per Cristo in missione, in Terra Santa o in Africa.

  5. La verita’ e’che le verita’ sono almeno due:quella ufficiale e quella reale. La prima e’ figlia dell’ideologia, ma non puo’ essere messa in discussione. La cosa strana e’ che oggi una buona parte della chiesa gerarchica sembra considerarla autentica, benche’ abbia la possibilità’ di informarsi correttamente attraverso i suoi missionari, quelli veri e non quelli che fanno qualche capatina in Africa e poi ci propinano le loro convinzioni. Anch’io avevo notato i che l’immigrazione africana proviene prevalentemente dai paesi dell’Africa occidentale, potenzialmente ricchi, ma dominati da una mala vita feroce e spietata. Aiutare questa immigrazione selvaggia significa solo arricchire i malavitosi, esporre a pericoli immensi gli sciagurati che si affidano loro e condannarla poi, una volta giunta in Italia, ad una vita di sfruttamento e di miseria, che crea anche enormi problemi di ordine pubblico. Ma le anime belle che detestano i cattolici normali hanno l’impagabile soddisfazione di farci la morale e di sentirsi immensamente superiori dal punto di vista etico.

  6. Perché esiste una cosa chiamata Mafia Nigeriana ….invece di dare opportunità di vivere nei lori paese….
    Grazie troppo ci sarebbe da dire, e vediamo i risultati, posso dire da sempre…

  7. Fabio

    Se può essere d’aiuto, posso testimoniare quanto visto e vissuto in diverse esperienze in villaggi dell’altipiano della Tanzania dal 2002 al 2012 alloggiando presso una parrocchia. (circa 3/4 settimane all’anno).
    Confermo che, le uniche persone che “non sprecano un centesimo, non tengono niente per sé, fanno fruttare tutto, al massimo, perché loro lì danno la vita davvero” sono i missionari.
    Chi lavora per le famose organizzazioni (ad es. Unhcr, Unicef, Amref) ha normalmente uffici o abitazioni di un certo livello, auto fuoristrada dell’ultimo tipo … gode (immagino) di regolare stipendio.
    Una volta a Dar es Salaam entrai in casa di una donna italiana che lavorava per un’organizzazione internazionale, e rimasi impressionato dal lusso che c’era. In casa c’era marmo ovunque, ricordo un televisore così grande che non avevo mai visto neanche da noi in Italia.
    I figli andavano ai corsi di tennis …
    I missionari nelle parrocchie vivono della carità delle persone che si manifesta nella raccolta di generi alimentari durante l’offertorio della Messa, oppure del raccolto di qualche campo od orto che i loro predecessori hanno organizzato.
    Già diverso è l’approccio del clero locale. Certo, non vale per tutti, ma qualche esempio poco edificante l’ho visto.
    Per quanto riguarda la stregoneria so che il tessuto sociale ne è impregnato. Ovviamente non sono riuscito ad entrare così in profondità, ma da un sacerdote locale mi è stato raccontato che in occasione delle elezioni, il sindaco in carica, su indicazione di uno stregone, aveva organizzato il sacrificio di un giovane uomo (attirato in zona isolata da una fanciulla) per essere rieletto.
    Negli anni della mia esperienza, ho capito quanto sia importante investire nell’istruzione per permettere ai giovani di avere una mentalitá diversa, che si distacchi da tante false idee figlie di una cultura fatta di superstizione e stregoneria.
    Il “lavoro” dei sacerdoti (e delle suore) nel portare la parola di Cristo è assolutamente fondamentale.
    Basterebbe visitare un cimitero per rendersi conto di quanti sacerdoti e suore sono morti (spesso in età giovanissima) solo per aiutare questi nostri fratelli a vivere una prospettiva di vita nuova in Cristo.
    Anche quanto scritto riguardo alle donne è fondamentalmente vero.
    Mi fermo qui però, perchè credo di aver già annoiato a sufficienza!

  8. Tutte le testimonianze qui raccolte e le considerazioni sopra esposte dimostrano quale grado di cecita’ ideologica ottenebra le menti di buona parte della gerarchia, Si costruisce così un mondo virtuale che pero’’ guida e ispira valutazioni morali e pastorali e crea un clima irrespirabile in cui chi dissente o fa obiezioni viene tacciato di essere insensibile alla carità cristiana. Una mutazione cosi’radicale lascia sgomenti, se la fede non ci rendesse certi che si tratta di una prova che serve a temprarla e a rinsaldarla.

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