Limiti d’età

di Costanza Miriano

Se di una quercia indovini l’età contando i cerchi, per una donna bisogna contare i minuti che servono a rendersi presentabile in costume dal momento in cui si sveglia. Che poi bisogna vedere di che periodo dell’anno stiamo parlando.

Se parliamo di una mattina di gennaio, al momento bikini servono, a una quarantasettenne media, duecentocinquantanovemiladuecento minuti, cioè sei mesi. Perché è ben noto che prima di metterti in costume devi metterti in costume, cioè prendere sole e aria e acqua, ma al riparo da occhi che non siano quelli di una delle sei sette amiche che ti perdonano tutto, quelle che ti hanno visto in sala parto o comunque subito dopo, con la ritenzione idrica e i capillari e quelle increspature sulla coscia che negherò fino alla morte di avere mai avuto.

Dopo un po’ di sole, bagni strategici, aria aperta, squat e nuoto, lui ti può raggiungere al mare. Infatti andrebbe prevista una settimana di pre-mare tipo cure termali, pagata dall’Inps, che, va da sé, dovrebbe fornire anche un servizio babysitting per il marito e i figli (con baby sitter rigorosamente racchie e che non capiscano niente di calcio, visto che pare che in questi giorni tutti gli uomini incollati alla tv per i Mondiali si stiano innamorando dell’arbitra carina che sta su Mediaset, compendio di ogni sogno maschile: gnocca, ma che contemporaneamente ti spiega che non si può concedere il vantaggio su un fallo da espulsione. Sennò tu vai a renderti presentabile al mare, solo che al ritorno lui è scappato con lei a vedere Var dalla mattina alla sera).

Il dramma è che i fronti aperti sembrano aumentare sempre di più: lì tonifichi, lì spunta una grinza (il punto verità è quello del sopraginocchio); ti metti un top all’americana e pensi che tutto sommato, dai, le braccia reggono, quando una figlia arriva, ti agguanta il tricipite dicendolo che lo trova adorabile, così fluffy, come uno slime; vuoi leggere le istruzioni delle mitiche calze spray (che soccorrono meravigliosamente prima del premare) ma ti accorgi che sono scritte piccolissime e ti servono gli occhiali da vecchio (non da vecchia, perché sono di mio marito, io vedo benissimo), eppure l’anno scorso erano più grandi, non queste così sadiche. Quindi non sei tu che sei invecchiata, evidentemente. Sono loro che ce l’hanno con te. Non parliamo poi del metabolismo: io me lo ricordo, ci sono stati anni in cui mangiavo tre etti di pasta a cena e non riuscivo a mettere su un etto. Adesso mi basta passare davanti allo scaffale della pasta al supermercato per gonfiarmi.

Niente in confronto a come ti senti quando quella simpatica bionda di mezza età ti viene incontro in libreria e ti racconta di quando aspettavamo insieme i figli fuori in cortile, ma non è possibile perché lei è di mezza età, non possiamo avere figli coetanei, e ti chiede come sta il tuo, e tu non sai di quale figlio parlare perché non sai dove collocarla. È la mamma di un maschio? Di una femmina? Su* figli* stava in classe con un tuo maschio o con le piccole? Perché sa tutte quelle cose di quando lavoravi a Rai International? Mentre invii in missione Ersilia, la tua segretaria interiore – una signora grassa e con le vene varicose che non ha mai voglia di alzarsi a frugare nello schedario della memoria, e ti costringe a sostenere conversazioni sul nulla in attesa che lei torni ciabattando al suo posto con il fascicolo che ti serve – parli diffusamente del caldo, in attesa di scoprire che la bionda è tua coetanea, ed è la mamma di Edoardo (la mia segretaria è lenta ma poi li ritrova tutti, i fascicoli), che nel 2002 è venuta alla festa di Tommi a casa e ti ha regalato i fumetti dell’Uomo Ragno. Ersilia ti informa che le devi chiedere come è andata la maturità di suo figlio e come sta la sorellina piccola, la quale aveva la crosta lattea ma immagino le sia passata, anche se non sono pronta a pensare che possa essere  quella bellissima valchiria che ha accanto, perché ha più seno e più mascara di me, e perché io in questo esatto istante indosso una maglietta che ho comprato quell’anno, quando lei doveva ancora assaggiare l’omogeneizzato alla pera.

Se qualcuno adesso mi vuol fare una bella orazione su quanto sia nobile invecchiare serenamente, senza provare a scimmiottare un tempo che non c’è più, né profondere in questa attività di puntellamento dell’irreparabile sempre maggiori energie, sappia che lo stimo molto, ma io continuo a credere che la vecchiaia non sia una bella cosa, tanto è vero che è entrata a romperci le scatole dopo il peccato originale, insieme al parto con dolore, al lavoro con sudore, e alla morte. È vero che uno invecchiando si avvicina all’incontro con Dio – ammesso che ci passiamo, dalla porta stretta – ma io preferirei senz’altro arrivarci tonica e senza pancia, con tanti neuroni funzionanti e una segretaria interiore più sveglia della mia Ersilia.

Però, c’è un però. Obbedire è meglio. Quello che avviene nella nostra vita, se accolto in obbedienza, è sicuramente per noi, per la nostra conversione, come tutto ciò che Dio permette.

Sperimentare il limite è una grazia, se serve a farci alzare lo sguardo, e a consegnare il cuore sempre di più. Credo anche che invecchiamo come abbiamo vissuto, per cui io ho fretta di convertirmi prima che sia troppo tardi. Prima che le tre s della vecchiaia, le tre grandi paure, la salute, la solitudine, i soldi, diventino troppo importanti. Ogni tanto si incontra qualcuno che ci è riuscito. Qualche vecchio consegnato, abbandonato. Qualcuno che “non si cinge più le vesti da solo”, ma lo fa non con rassegnazione, bensì con animo lieve, come chi ha lasciato tanti fardelli e può obbedire perché ha un cuore spogliato di sé.

E poi, diciamolo, ci sarà un punto in cui una è sollevata dal non doversi più sottoporre alla prova bikini. C’è chi ci arriva prima, chi dopo: qualche giorno fa in un negozio ho visto una ultrasessantenne, molto ultra – effettivamente magra e ben tenuta per la sua età – che continuava a provare costumi con spacchi sui fianchi che manco Baywatch. Ai danni di una commessa costretta a sentirla parlare delle sue vacanze in Sardegna con le amiche. Ecco, se succede così anche a me, per favore, sparatemi.

34 pensieri su “Limiti d’età

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  2. lucia1332

    …nonna, perché hai quelle righette di fianco agli occhi? ( Samuele, 4 anni…)

  3. Maria elena

    Mi sono commossa. Davvero eh! Ieri guardavo le mie gambe e dicevo che la forza di gravità dopo gli anta è irresistibile, ma che io dentro non mi sento decadente…
    da un pezzo non porto più scolli all’anericana, ormai quando penso all’America, Penso ai miei due amici sacerdoti che mi sostengono a distanza…. grazie Costanza!

  4. pietro

    la vecchiaia é una malattia ed il fatto che siamo qui a parlarne lo dimostra …

  5. Mia moglie (lei 46, io 48), e dico sul serio, mi piace ancora tantissimo.
    L’uomo, il maschio (il marito và 🙂 ) , comprende benissimo, come dire, la decadenza – per carità, ovvio, è tutta colpa della gravità ! – della donna, della propria metà…quindi, tranquille : ciò che veramente è insopportabile è il PH acido del tono della comunicazione (la spesa, il frigo vuoto, il soggiorno in disordine, ho da stirare l’Everest, ecc.), degli sguardi, dell’atmosfera in generale. Abbiate pietà ! NO alla maestrine, NO alle “mammine” !
    Per amor di Dio e di vostro marito : dopo i 40, siate dolci, dolcissime….. e tutto andrà sempre bene ! 😉

  6. Elena Chiodaroli

    Ok le rughe ma come si fa a 50 anni pesare 115 kg per i medicinali che prendi dal 1999 x una malattia cronica e cercare di arrivare a pesare almeno 80 kg?

  7. A 48 anni,il mio cruccio e’ sentirmi mancare le forze rispetto soprattutto all’ultima delle mie figlie che ha 8 anni. Per quanto riguarda il mio fisico da sollevatrice di polemiche non faccio grandi rimostranze al tempo che passa perché mi accorgo che tutta la consapevolezza della mia femminilita’ viene dalla convivenza con la Chiesa. A 99 anni,percio’, saro’ una gnocca ipergalattica.

  8. Fefe

    Recentemente leggevo le istruzioni su come essere femminste 4.0, su uno di quei giornalacci. L’intervistata era una donna sicuramente di ottima volontà, diventata famosa per un documentario sull’acqua calda, cioè sulle scosciate in tv che abbasserebbero l’asticella della dignità femminile. Ebbene, pur con tanti giri di parole, pare aver cambiato idea, visto che parlava dei tanti possibili modi (oltre la minigonna) per essere “sexy”. Che, correggetemi se sbaglio, già solo dall’etimologia vuol dire “ispirare lussuria” (agli uomini), quindi porsi a priori come oggetto. E concludeva i mille modi citando non so quale attempata star, molto anta, pure quasi -ento, apparsa a non so quale evento con scollatura e spacco vetiginosi. Oltre alla solita tristezza del caso, ho provato sgomento, altro che sollievo: quella per apparire in quel modo evidentemente alla sua veneranda età sta ancora appresso a fiete, palestre e creme snellenti. Ma neanche a 80 anni posso mettermi un caftano e rilassarmi? La bugia peggiore è che dicono di falò “per te stessa”, allora si che sei una Donna Emancipata. Ma come diceva un mio amico, magari non molto raffinato, alle colleghe che si scandalizzavano quando guardava loro nella scollatura “embè, ti vesti così per fartele guardare, mica perché hai caldo alle sise”.

    1. Francesco Paolo Vatti

      E’ sempre stata fonte di curiosità, fin dalle minigonne al liceo. Ricordo una ragazza che metteva la minigonna e si lamentava se noi ragazzi le guardavamo le gambe. La mia risposta era che tutto quello che è esposto è esposto per essere guardato. Lei protestava, ma non ho mai capito perché, se non voleva che guardassimo, non si coprisse…

      1. Fefe

        È un terreno minato (oltre che forse OT, mea culpa). Perché neanche le io-sono-mia secondo me hanno capito bene il senso di vestirsi “sexy”. Mi par di capire che venga interpretato come una libertà illimitata e fine a se stessa: io mi vesto come mi pare e nessuno mi deve guardare. Se ribatti rischi pure di essere accusato di giustificare le molestie e le violenze, nessuno capisce che ciò che preme non è accusare le molestate ma casomai evitarne di nuove. E comunque la modestia , da poco scoperta, mi ha aperto nuovi orizzonti, soprattutto per quanto riguarda il business che gira intorno all’apparire. Che me ne faccio di glutei di ferro se poi non li vede nessuno? Certo l’articolo parla di costume da bagno, e c’è poco da fare. Anche il più castigato scopre più di quanto la maggior parte di noi potrebbe permettersi di mostrare il 6 gennaio… infatti comprendo certe alzate di scudi in difesa del burkini.

  9. Mario

    Uno che non ha conosciuto i problemi della vecchia è Gesù poiché poveretto è stato ucciso giovane cioè a 33 anni. Oggi io vado per i 71 e a 66 doppiai Gesù in età e forse se arrivo a 99 avrò partita vinta contro di lui per 3-1. Gesù cresceva in sapienza eta’ e grazia. Va da se che in sapienza e grazia mi arrendo. Ma la vera caratteristica è un’altra. Un tipo di sofferenze che Gesù NON HA VISSUTO sono quelle connesse all’età e quindi by San Paolo posso affermare che completo in me quello che manca ai patimenti di Cristo.
    Costanza ti voglio bene ❤️

  10. Fefe

    Ma poi che ne sa il mio vicino di ombrellone di com’ero 5 mesi fa? Per quel che ne sa potrebbe anche essere che pesavo 20 kg in più ed ero ancora più flaccida e bianchiccia. Ne qual caso adesso sarei una specie di top Model. Un po’ di sano relativismo ogni tanto fa bene!

  11. Giulia Mata

    ”ONORA LA TUA PELLE”, lessi un giorno dal cartellone di una pubblicità appesa in farmacia.
    È un comandamento quello di essere sempre lisce e curate.
    Non solo non va di moda obbedire alla vecchiaia ma anzi bisogna, ed è un obbligo sociale imprescindibile, contrastare i segni dell’invecchiamento. È un dovere! Il dente che diventa grigio o il capello bianco in bella vista non sono socialmente accettati. Il solco della ruga è più brutto della scollatura nella stessa donna di 50’anni.
    Essere gnocche sempre è un dovere punto. Ma, un dovere che costa caro. Perché dopo una certa età, lo stress che sono in grado di dare le sedute plurime e ravvicinate dai vari parrucchieri-estetiste-palestre-centri di abbronzatura diventano sempre più insostenibili. Tolgono una marea di tempo e di soldi!
    Si può dire che è tutta una questione di tempo ed economica? Tempo sottratto al riposo innanzitutto.
    Ma c’è da farlo, che scherzi?
    Vestire con capi non comperati al mercato (almeno non tutti), avere un repertorio di creme viso e corpo non nocive per non diventare ancora più raggrinzite, risolvere il problema dei peli, tenersi in forma in inverno senza ammalarsi di polmonite, coprire i capelli bianchi e avere un taglio sempre curato possibilmente non da prima comunione, più gli extra per le varie occasioni (matrimoni-cerimonie-anniversari), quanto costa e quanto tempo ci vuole?
    La fregatura mi pare evidente.
    Eppure c’è chi ottempera questo comandamento. Anzi, ci hanno fatto pure i film sopra come Sex and the city dove a 40’anni sei ancora sul mercato e puoi fare tutto.
    Ma ciò è sostenibile? Non sarà la solita fregatura del mondo? Con una vita sempre piu frenetica, un lavoro che pare che oggi uno se lo debba prendere come un voto, imprevisti come febbri e malattie, riunioni e i corsi a cui una madre decente dovrebbe andare come il primo soccorso pediatrico o per l’educazione in fase pre adolescenziale…., eppure quello che conta è come ti presenti.

    Tant’è che io faccio difficoltà a individuare l’età delle persone perché non si capisce veramente.
    Io che ho 34 anni a volte mi vedo come una di 15 anni che deve ancora scoprire cosa sia la manicure accanto ad una delle tante 50’enni con addominali scolpiti, riccioli d’oro balayage e tacchi alti.
    E poi giù con i consigli su tutto: alimentazione, non alimentazione, attività fisica, centro spa, cosa bere, quanto bere, da chi andare…..
    Ognuno fa come vuole percarità, fatto sta che sono tutti molto impegnati in questo pensiero fisso: ”come mi presento?”
    È ovvio che ci si deve sforzare di essere in salute, in ordine, tenere sotto controllo il peso e curate a proprio gusto. In una parola custodirsi, ma con sobrietà secondo me.

    Ma quello che nessuno dice è un altro dovere. Ed è quello che la preghiera quotidiana rende davvero belli, dolci e allegri perché cambia il cuore e spazza via le preoccupazioni. È riposo dell’anima a cui anche il corpo partecipa. Una bellezza che spande profumo intorno e abbassa il ph acido della maestrina che è in me, ho notato. Quindi cambia tutto.
    Sembra un consiglio per gli acquisti pure questo e inveve la preghiera è veramente l’unico dovere per ognuno, proprio un ”ufficio”. La ricerca del Regno di Dio. Il sigillo di Dio da mettere sul cuore, sul braccio.. Ecco perché si chiama ”ufficio delle letture”. Perchè deve essere un ufficio.
    Si risparmia un sacco di stress, pensieri inutili e soldi! La gioia è tanta, la bellezza ancora di piu e la famiglia è assai felice. Il marito non ne parliamo. Purtroppo questo non lo dice veramente quasi più nessuno.

  12. Eugenio

    Io esco dal coro e dico viva le minigonne!!!
    Donne, usatele.
    Uomini, guardate… e lodate il Signore per aver creato tanta bellezza

      1. Eugenio

        Non capisco perchè: Adamo ed Eva sono stati creati nudi e non se ne vergognavano, prima di mangiare la mela… Manzoni direbbe “omnia munda mundis”

        1. Manzoni non avrebbe sproloquiato fuori luogo, perché sapeva bene – come dovrebbero sapere tutti – che quel “prima di mangiare la mela” fa tutta la differenza. Adamo ed Eva non sarebbero stati cacciati dall’Eden verso la valle di lacrime in cui si trova tutta l’umanità, Cristo non si sarebbe incarnato per patire in croce e redimere i peccati degli uomini (i teologi discutono se si sarebbe incarnato comunque per la maggior gloria di Dio, ma è tutt’altra discussione) e non sarebbero necessari i sacramenti.

          In compenso Cristo ha detto papale papale “Io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.”. Certamente guardare una donna in minigonna non è ancora desiderarla, e di per sé può essere una innocente ammirazione della bellezza, ma è l’inizio del percorso. Quando nella Confessione il prete ci impartisce l’assoluzione, questa è valida a condizione che ci siamo pentiti di quel che abbiamo fatto, abbiamo espresso il fermo proposito di non cadere più e di “fuggire le occasioni prossime di peccato”. Siccome le tentazioni abbondano, anche perché viviamo in una società ipersessualizzata, è opportuno distogliere la mente subito, prima che vada troppo oltre.

  13. Sei forte Costanza…ho riso di buon cuore…..
    io vado per le 68 anni, da l’età di 60 anni non nego che il mio corpo è cambiato, è nella norma..
    Ero una sportiva agonistica, dei chili in più non ne avevo, ma con l’età qualche chili è normale, visto che il metabolismo cambio……tutto nella norma, e va bene cosi.
    L’importante è accettare.
    Mi vesto dignitosamente, odio la volgarità nel vestire,..
    Ciao a tutti voi.

  14. Buongiorno,
    OT.
    Gentile Staff, dal giorno 10 luglio c’è un mio commento in attesa di moderazione nel precedente articolo (Don Borghello).
    Ho visto che poco fa avete chiuso i commenti, mentre il mio post rimane in moderazione. Quindi ho pensato che forse non l’avete visto.
    Se invece l’avete visto potreste cortesemente comunicarmi (anche in privato) ciò che eventualmente non era gradito nelle mie affermazioni…
    Se volete, se vi sembra il caso.
    Grazie. Saluti.

    1. Neppure io (da una quindicina). E ciò risolve tutta una serie di problemi.

      “Perché non la dannazione eterna, ma un poco di pancetta è oggi l’incubo delle maggioranze?” (Vittorio Messori)

  15. Giulia

    Troppo divertente e vero, Costanza!
    Hai ragione, Elena. Non è facile perdere peso per bellezza, figurati quando il peso è alterato a causa della malattia e delle cure. Troppe volte il nostro sguardo è cinicamente critico sui difetti fisici degli altri. “Quanto un uomo vale davanti a Dio, tanto vale e nulla più”, diceva san Francesco. Ed è san Paolo che illumina la massima dei latini, con “tutto è puro per i puri, ma per quelli che sono corrotti e senza fede, nulla è puro…”. I limiti più pericolosi non sono quelli imposti dall’età, ma dalla mancanza di fede in Dio.

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