#HumanaeVitae vissuta. Parte settima

 

Arrivano altre traduzioni del nostro appello sull’Humanae Vitae: il tedesco(qui per scaricarlo in pdf) e lo slovacco (qui per scaricarlo in pdf in testo unico Slovacco, sloveno e rumeno). Adesso i fedeli di mezzo mondo sono stati invitati a dire cosa ha significato mettere Dio al cuore della loro affettività e sessualità. Certo, il nostro blog è piccolo piccolo, e non arriverà troppo lontano, ma noi un seme lo abbiamo messo, ed è commovente averlo fatto con voce corale, e con il lavoro di tanti volontari che si sono offerti spontaneamente.

Continuano insieme anche le testimonianze delle persone che hanno provato a vivere la sessualità secondo la visione che la Chiesa propone. Credo che al di là delle polemicucce interne, delle fazioni, delle divisioni in progressisti e conservatori che non hanno nulla a che vedere con Cristo, la potenza di queste voci, che non polemizzano ma solo testimoniano una bellezza, è la risposta migliore alle sottigliezze teologiche, ai distinguo e ai goffi tentativi di certa parte della Chiesa di andare dietro al mondo. Lasciamo che sia il mondo, invece, a seguire questi uomini e donne temerari e ribelli!

 

Mi chiamo Angela, ho quasi 43 anni e da 11 sposata con Gabriele. Abbiamo cinque figli e due nel cielo. Il Signore ci ha ricolmato dei suoi beni e delle sue grazie, davvero noi possiamo dire che la promessa del Signore supera sempre la sua fama. Intanto ci ha mandato angeli ad annunciarci il vangelo quando proprio eravamo lontani e perduti. Soli, seppure in vite di serie A, io col mio lavoro ben pagato e le amicizie e le storie e tante cose da potermi comprare per riempirmi la vita; mio marito, musicista con una carriera promettente e un discreto viavai affettivo… soli. E infelici. L’annuncio del Vangelo ci ha fatti passare dalla schiavitù alla libertà, dalla morte alla vita. Quando ci siamo incontrati, innamorati e poi sposati, ci siamo detti: il Signore non ci ha dato fregature, non ci deluderà adesso. Così ci siamo aperti subito alla vita, figlio dopo figlio, fino al terzo. Insieme ai figli sono arrivate le grazie, tantissime, ma anche le difficoltà, le crisi e le incomprensioni. Il demonio, che esiste, anche se non tutti, persino nella chiesa, ne parlano, ci attendeva, come leone ruggente alla porta, pronto a divorarci. Soprattutto me, affaticata dalle gestazioni, dai parti, dagli altri figli da accudire, senza aiuti, senza asili nido, senza nonni a tutto servizio. Ci siamo chiusi alla vita e tutto è diventato un inferno; eravamo una perfetta azienda di gestione bambini, ma non ci capivamo più, soprattutto non capivamo più cosa Dio volesse da noi, con tutti questi figli… Ma, grazie a Dio, non ci siamo scoraggiati, siamo andati dal medico giusto: la Chiesa, che senza paura  e senza giudicare le nostre fragilità e i nostri peccati ci ha accolti come fa una madre con i suoi figli; attraverso i presbiteri, ma soprattutto i catechisti, che nel cammino di fede sono garanti per noi davanti a Dio, abbiamo ricevuto parole di vita eterna. Ci hanno predicato la bellezza dell’Humanae Vitae e noi abbiamo creduto che quella parola profetica di Paolo VI era per noi parola viva. Io stavo lasciando mio marito, i figli, la casa, tutto. Proprio in quel momento, ho scoperto di aspettare il nostro quarto figlio. Un miracolo. Il figlio che Dio ci mandava proprio mentre io pensavo che il mio matrimonio fosse morto; un bambino è stata l’ultima parola del Signore, quando io avevo già messo la parola fine. Nostro figlio si chiama Paolo e ogni volta che lo vedo, vedo il miracolo che Dio ha compiuto in me e la sua immensa misericordia.

Annunciamo questo senza paura, le coppie hanno bisogno di questa bellezza. Io ho avuto bisogno di questa bellezza e grazie a Dio ho trovato persone che non hanno avuto paura di annunciarmela.

Coraggio!
Angela

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Carissimi e rispettabili

Humberto Miguel Yanez
Don Maurizio Chiodi
vi scriviamo unendoci a una moltitudine di fedeli laici che hanno a cuore L’Humanae Vita e il suo prezioso messaggio proprio come noi.

Anche noi siamo tra coloro poveri e desiderosi di una vita vera e abbiamo scoperto nel nostro cammino prima di fidanzati e poi di sposi che l’acqua della vita viene solo da un rapporto vero con Gesù che invade ogni aspetto della vita. Nessun ambito ne rimane fuori, questo significa che non gli si è consegnato tutto.

Noi, Michele e Elena gli abbiamo consegnato tutto, con molti errori, fin dal fidanzamento scegliendo la via proposta dalla Chiesa nella castità. Con tanta fatica, molte rinunce e tanti accorgimenti per aiutarci a non peccare.Ci siamo sposati giovani sette anni fa carichi di entusiasmo e certi dell’amore di Dio. Ci chiedevamo spesso come avremo gestito le gravidanze e l’arrivo dei figli ed ignari di cosa significasse ci dicevamo che non avremo messo limiti.
Ed invece l’arrivo del primo figlio e il licenziamento di Elena dieci giorni dopo la scoperta di essere incinta ci posero in una situazione nuova imprevista e difficile. Michele stava per finire gli studi, Elena avrebbe avuto la maternità ma giusto per pochi mesi.

Ci siamo fidati e siamo andati a cercare chi potesse insegnarci i metodi naturali perché una volta nato davvero il primo figlio e viste le circostanze era responsabile dilazionarle.
Be nell’imparare i metodi abbiamo scoperto ancora di più come fosse bello unirsi, conoscersi nelle rispettive differenze, rispettare i tempi biologici dell’altro non solo nei giorni dell’attesa ma anche nell’atto uditivo in se.

Che meraviglia che ha creato il signore, solo chi usa i metodi può lodare la creazione perchè la vive tutta fino in fondo e ne diventa conpartecipe.
E così a soli 5 mesi di vita del primo figlio abbiamo deciso che gioiosamente ne avremo desiderato un altro. Prima ancora che tutto accadesse studio e lavoro sono evoluti e anche le nostre scelte di come gestire la famiglia.

Eravamo così contenti delle scelte fatte che non ci siamo accorti che in questa gioia si infiltrava per distruggerla il maligno.
Distratti dal nostro egoismo, dalla vana gloria abbiamo lasciato crescere un drago che ad un certo punto ha minato le fondamenta, i tre pilastri del matrimonio.
Alla nascita della terza figlia eravamo sull’orlo del baratro.
Uno di noi due davvero prendeva a picconate tutto il bene regalato, tutte le grazie donate e smantellava pezzo per pezzo tutti i pilastri del matrimonio, fino ad arrivare a mettere in discussione proprio l’apertura alla vita.
Eravamo in un momento davvero duro per la nostra coppia, il più brutto che abbiamo finora vissuto. Sembrava davvero che tutto concorresse a farci mollare e l’attacco davvero più duro è stato proprio sull’apertura alla vita.
Davvero pochi seppero aiutare chi di noi chiese aiuto e un solo e coraggioso sacerdote invitò ad avere e fede e non mollare. Disse che la grazia su insistenza si sarebbe manifestata.
“Chiedi lo spirito Santo di illuminarti. Chiedilo, Chiedilo, Chiedilo!!!! ”

All’apice della lotta una sola cosa ha prevalso contro il drago: l’obbedienza alla Chiesa.
” Io non so perchè, non so spiegarti ma so che questa è la cosa giusta. So che non è la strada giusta usare pillole , preservativi o altre vie fai da te…So che la chiesa non ci inganna.
Ora non sono capace di dirti per filo e per segno perchè ma so, lo vedo in tanti altri ora e nel passato che funziona.
Ha funzionato per altri, se ci stiamo funzionerà anche per noi. Non posso costringerti so che le attese sono dure, vuoi uscire e fare cose matte entrambi siamo liberi di farlo . Chiedo fin d’ora la grazia di volerti tanto bene da amarti anche dentro le tue follie. Mi hanno amato così non posso che amarti così. Se tu non vuoi rimanere aperti alla vita, io voglio. Non posso costringerti in nessun modo posso solo restare fedele io.”

Non è stato facile per nessuno .

Davvero crediamo che l’inferno si sia scatenato a questa dichiarazione semplice ma granitica e come sempre dopo la tempesta inspiegabilmente è arrivata la calma.
Davvero nel momento giusto lo spirito si è fatto prossimo largamente, in maniera smisurata.
Davvero a quel punto il Dio dell’abbondanza è stato abbondante di grazie di perdono.

Ognuno di noi due ha saputo tornare sui propri passi riaccogliere l’altro, rigiocarsi. C’è voluto tempo per ricostruire, per avere il coraggio di perdonarsi e uccidere definitivamente il drago che ciclicamente rialzava la testa.

Siamo finalmente diventati grandi non abbiamo più paura della fatica, dei nostri errori, abbiamo accettato che la via con Gesù, alla sua sequela ha la croce, quotidiana, nelle piccole cose come nelle grandi.
All’apice di questo cammino dove i metodi naturali ci hanno accompagnato e custodito è risorto il desiderio di un figlio. Credevamo di conoscere ormai tutto e invece Dio ci ha sorpreso di nuovo e ci ha ridonato una nuova Pentecoste.
Il Dio Dell’abbondanza invece che un figlio ce ne ha donati due e alla loro nascita è stato per noi palese cosa volesse dirci.

Con questi due figli adesso non c’è più nessuno che deve tenere e reggere per il bene della coppia, servono le braccia di entrambi, ora siete di nuovo davvero insieme; alla pari .
Da adesso si va avanti un tempo nuovo vi aspetta. Il drago è morto cose nuove vi attendono.
Ora insieme davvero, entrambi risorti.

Nulla di tutto questo sarebbe stato possibile se non avessimo tenuto fede all’apertura alla vita richiesta nel matrimonio cristiano. E’ vero la strada è in salita , a volte è davvero dura, ma è la verità. Non c’è un’altra possibilità per giungere al paradiso. Fuori dai metodi si pecca mortalmente. Non ci sono vie alternative, o Con Gesù ( e c’è anche il calvario e la croce) o senza Gesù.
L’humanae vitae in tutto questo è stata una scoperta e un balsamo che ci ha aiutato e condotto.
Non si regge in un matrimonio senza Gesù e senza l’apertura alla vita. Chi usa contraccettivi se non arriva a distruggere il matrimonio; comunque lo svuota di significato e ne abbiamo già abbastanza di sposi che con sguardi spenti e discorsi cinici dicono che il matrimonio non è la più bella vocazione a cui Dio li ha chiamati.

Lasciate stare l’humanae Vitae o meglio insegnatela davvero nei corsi pre matrimoniali dove i metodi naturali, se va bene vengono relegati all’ultimo incontro.
Partiamo a preparare gli sposi spiegando proprio i metodi naturali con gioia e coraggio consapevoli di un patrimonio enorme che loda e compartecipa alla creazione.
Solo chi sta in obbedienza scala le vette delle virtù al contrario si cresce nei vizi.

Con rispetto
e assicurandovi preghiere
Michele e Elena Gregorio, Benedetta, Maria Marta, Massimo ed Emanuele che lodano insieme con noi le meraviglie che Dio ha fatto, perchè grande è il suo Amore.

***

Humanae vitae mi ha salvato la vita, in tutti i sensi.

In primis io non sarei mai stata concepita e men che meno partorita perché quando sono venuta al mondo avevo una sorella di 3 anni e mezzo e uno di 15 mesi, due genitori giovani, 28 e 29 anni, e possibilità economiche basse. I miei genitori non si sono basati su calcoli matematici per avere o meno figli e non perché fossero degli incoscienti o dei pazzi ma perché alla base delle loro vite e del loro matrimonio c’era Gesù Cristo, la roccia, non la sabbia, e ne il vento né la tempesta avrebbero potuto far crollare tutto questo.
È così è stato, dopo di me hanno avuto altri tre figli e non ci è mai mancato niente di niente.
Il secondo motivo per cui posso dire con certezza che l’amore per la vita mi abbia salvata è il fatto che che durante il mio ultimo anno di scuola superiore a 19 anni sono rimasta incinta di un ragazzo con cui uscivo da meno di un anno, non di certo per apertura alla vita, per disattenzione direi.
Lui casualmente, ma di casuale non c’è niente, proveniente da una famiglia non praticante da pochi giorni aveva iniziato ad avvicinarsi alla chiesa.
Tutti, apparte la mia famiglia, mi dissero di abortire compresi il mio ragazzo e la sua famiglia.
Il signore in quel momento è entrato con potenza nella nostra vita indicandoci la strada da seguire, abbiamo accolto la vita che ci era stata affidata e ci siamo affidati a nostra volta al signore, totalmente, perché non avevamo gli strumenti per portare avanti quello che ci stava succedendo con le nostre forze.
Così il signore permise che lui entrasse a far parte della chiesa e che io iniziassi veramente a esserne parte viva, non una semplice spettatrice.
Continuammo a vivere separati durante e dopo la gravidanza fino a che, dopo un lungo percorso, molte riflessioni e molte preghiere, decidemmo di sposarci. La piccola aveva 10 mesi e finalmente eravamo una vera e propria famiglia.
Il signore ha di nuovo agito con potenza nella nostra vita dandoci la grazia di rimanere aperti alla vita nonostante la nostra situazione di precarietà economica, concepimmo subito una nuova bambina e tra quattro mesi circa nascerà e mai, mai la nostra vita è stata più felice di adesso, nonostante le difficoltà, la fatica, la paura, i dubbi. Perché abbiamo come garante della nostra vita Gesù Cristo, non i soldi, il figlio di Dio che è morto e risorto per noi è per i nostri peccati regalandoci la vita eterna e la reale possibilità di viverla oggi, con lui, sulla terra, se solo gli diamo la possibilità di entrare nelle nostre vite, senza mettergli freni o bloccarlo su binari da noi prestabiliti.
Ringrazio il cielo ogni giorno per avermi messo in una famiglia cristiana e avermi mostrato la verità, che è completamente rivoluzionaria e va contro a tutte le schiavitu del mondo, che ti lascia libero e che se sai accoglierla ti renderà felice senza misure.

Abbiamo 41 e 44 anni e 5 figli. Il percorso di vita, essendoci sposati molto giovani, non è stato sempre semplice in relazione al tema della procreazione: il voler vivere una vita da sposi cristiani si è spesso scontrato con la nostra debolezza e con le nostre chiusure.

Ma la Chiesa si è presa cura di noi parlandoci di un Dio che i nostri limiti, i nostri peccati e le nostre contraddizioni le ha prese su di sé, al contempo mostrandoci sempre la verità, non come un fardello da portare, bensì come una bellezza da desiderare. In questo percorso ho avuto modo di leggere più e più volte l’enciclica H.V., con il desiderio sincero di comprendere, di “entrare dentro” a quelle parole semplici eppure alte. La lettura, la preghiera, il percorso di fede, la cura della Chiesa, hanno fatto sì che io e mio marito potessimo riconoscerci in quelle parole di Paolo VI, trovarci un po’ della nostra esperienza e soprattutto del nostro desiderio di un amore che non sia niente al di sotto del totale, semplicemente perché è questo il modo di amare di Dio e il matrimonio è specchio di questo amore.

Siamo stati fortunati, o meglio, Dio è stato molto buono con noi, innanzitutto avendo una grandissima misericordia delle nostre debolezze, che non ci hanno scandalizzato facendoci sentire non all’altezza, ma ci hanno soprattutto dato modo di conoscere il nostro cuore e la necessità grande di vivere una formazione cristiana; e soprattutto non avendo mai fatto scadere la bellezza della verità dell’amore al nostro livello umano, “basso”, che forse ci avrebbe messo a tacere la coscienza, ma non ci avrebbe mai consentito di fare quel passo che porta oltre noi stessi, che ci trascende, permettendoci di incontrare Dio e di gustare la verità totalizzante dell’Amore che si coinvolge con il nostro amore rendendolo sempre nuovo.

Grazie,

Manuela G

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rispondo all’invito di Costanza Miriano di scrivere due parole sulla HV, che a quanto pare ora si vuol “rivedere”. In effetti, avevo già letto qualcosa a riguardo su Avvenire qualche mese fa, e mi era entrata tanta tristezza nel cuore!
A dir la verità, non credevo di avere molto da dire sull’argomento HV, nel senso che non ho vissuto niente di “sconvolgente” a riguardo, ma racconterò la storia di come l’ho conosciuta e vissuta. Ho 38 anni e sono sposata da 7.

Tutto iniziò al corso fidanzati tenuto alla parrocchia di piazzale Brescia a Milano, che frequentammo nel 2010. La moglie di una delle coppie guida, una donna giovane credo insegnante di metodi naturali (tra l’altro mi piacerebbe mettermi in contatto con lei ma non ne ricordo il nome!), ci aveva parlato del metodo Billings. Io non lo conoscevo (ripensandoci adesso, mi sembra strano che a sei mesi dal matrimonio io, pur volendo seguire la dottrina della Chiesa, non avessi mai pensato di informarmi sui metodi naturali) ma ho afferrato un paio di nozioni e da lì ho iniziato a monitorare i miei cicli… il che mi è riuscito subito facile e mi ha dato grandi soddisfazioni!

Per quanto riguarda l’HV allo stesso corso fidanzati ci venne dato dal parroco che lo teneva il libretto dell’enciclica. Io la lessi in poco tempo; è molto breve e chiara e la riconobbi ragionevole.
Una volta sposati, usammo per un certo periodo i metodi naturali per non avere figli; non ci sentivamo ancora pronti. In ogni caso funzionarono bene! Poi dopo circa un anno decidemmo che poteva essere il momento e, dopo un primo aborto spontaneo, concepimmo con facilità i nostri due bimbi, abbastanza vicini tra loro per età.

Quando il secondo bimbo aveva circa un anno e mezzo io, che non avevo mai imparato bene il metodo Billings perché all’inizio mi erano bastate le nozioni apprese al corso, a un certo punto fui sorpresa dall’avere i “sintomi” tipici del metodo Billings piuttosto offuscati; non mi era più così chiaro quando avveniva l’ovulazione. Andai avanti un po’ “a spanne” per qualche mese, poi prevedibilmente rimasi incinta. Questo fu un po’ uno shock per noi, che non ne eravamo contenti; per me che mi ritenevo responsabile per la mia leggerezza… Ma al tempo stesso ero lieta che il Signore avesse voluto donarci un altro bimbo! Purtroppo dopo pochissime settimane di gravidanza il nostro bimbo “imprevisto” finì in cielo insieme al primo che avevamo perso.

Da allora iniziai a studiare e a seguire il metodo sintotermico che aggiungendo l’osservazione della temperatura mi dà più sicurezza. Ma non mi interessa dire che un metodo è migliore di un altro; so benissimo che anche con il metodo Billings imparato bene si può avere la stessa sicurezza. Quello che mi importa è vivere il mio matrimonio e la mia famiglia nel modo che Dio ha pensato, che poi è quello che la Chiesa ci ha mostrato nella HV.

Dopo un annetto dall’ultimo aborto abbiamo iniziato a cercare un altro bimbo. Se Dio vuole, diventeremo di nuovo genitori. In ogni caso, qualunque cosa dovesse accadere, io sono in pace con la mia fertilità e con il mio essere donna e moglie. Non so se potrei dire lo stesso se usassi la contraccezione. Sinceramente non lo so perché non l’ho mai provata, ma non mi attira per nulla. E’ così bello donarsi l’uno all’altra senza nulla di artificiale che si frappone tra la nostra unione e il possibile dono della vita. Io non so dire perché, ma non ce la farei a vivere il matrimonio in un altro modo.

Probabilmente con la contraccezione non avremmo avuto l’angioletto che, dapprima poco desiderato ma poi molto amato, veglia su di noi da un annetto. Ma per me tutto fa parte della mia storia, del mio percorso di moglie e mamma e non rimpiango niente.

E.

 

4 pensieri su “#HumanaeVitae vissuta. Parte settima

    1. @ Michele…..che Dio vi protegga e Benedica sempre insieme alla vostra famiglia…

      Dico questo a tutte le famiglie che vivono secondo Dio e non hanno paura, perché Dio ci ama…..
      Ciao a tutti.

      1. Laura

        Grazie Marierose!!!
        Che Dio protegga e benedica te e tutte queste bellissime famiglie. Testimoni di un grande amore

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