Sei Padre?

illustrazione Emanuele Fucecchi

di Emanuele Fant 

Ho letto questo titolone: “La Chiesa di Svezia smetterà di riferirsi a Dio al maschile: -Non ha genere-”.

L’assunto è semplice: se il Creatore è infinito, sfugge alle nostre classificazioni terrene, quindi è pure gender-free (se volete altri scoop: Dio non ha neppure la barba, né l’abito bianco, né il volto di Morgan Freeman).

Dio è senza dubbio impossibile da classificare, ma resta il fatto che noi guardiamo a Lui solo tramite gli occhiali stretti della nostra intuizione limitata. Quindi, o ci rassegniamo a lasciarlo distante, nel cielo; o lo costringiamo ad indossare il vestito insufficiente di alcuni parametri umani che ci danno indicazioni per conoscerlo.

Perché le Sacre Scritture hanno sempre chiamato Dio con la parola che identifica il genitore maschile? È stato solo un miope obbligo culturale, o c’è di più?

Per capirlo, sarebbe necessario ricostruire qual è il ruolo ancestrale del padre, al netto degli stereotipi e delle mode sociali. Gli psicanalisti spiegano che, in una famiglia sana, il papà ha la funzione di mettere un freno al desiderio di fusione tra la mamma e il suo bambino. È la famosa dinamica edipica, alla quale tante volte si sente accennare: il genitore maschio è un “terzo incomodo” che taglia una volta per tutte il cordone, indicando un obiettivo oltre, un desiderio che superi la semplice autoconservazione. Solo grazie a questo trauma salutare, il ragazzo potrà intuire di avere un proprio, singolare, destino.

Se Freud aveva ragione, dobbiamo ricordarci che Dio è un nome maschile ogni volta che rifiutiamo la nostra alterità di creature, aspirando ad una fusione impossibile. L’uomo che dà l’assalto al cielo per arrivare alla celeste stanza dei bottoni, è destinato a sfracellarsi, a fallire, perché ha abdicato al ruolo che gli è proprio: quello di creatura. Dio è papà perché non può accettare la fusione coi suoi figli. Il taglio è soltanto all’apparenza crudele, è un gesto d’amore: l’unico che ci permette di inseguire la nostra vera vocazione.

fonte: Credere

 

 

36 pensieri su “Sei Padre?

  1. Procopio

    Di recente, qualcuno ha riaffermato che Dio e’ anche madre.
    Comunque, Don Fabio Rosini, in uno dei suoi interventi, ha spiegato che il termine padre ha una radice in comune con il termine recinto. E’ colui che dona il limite, che insegna a morire, mentre la madre accoglie la vita. Non a caso c’e’ un best seller che ha come titolo: “Sposala e muori per lei.”
    Ovviamente in un mondo libertario e liberista, questi concetti sono un po’, come dire, antitetici.

  2. É inutile fare tante circonvoluzioni teoretiche-psicologiche… Come ha chiamato Cristo, Dio? Come ci ha insegnato a chiamarlo e pregarlo?! Il resto è semina del Nemico!

    1. @Bariom
      Non solo non c’era il registratore, ma in aramaico neanche l’asterisco. Oggi, con le nuove scoperte, potremmo finalmente dire “*adre nostr*, che sei nei cieli”.

      Ovviamente hai ragione.

      @Procopio Di recente, qualcuno ha riaffermato che Dio e’ anche madre.

      In realtà non è una cosa recente; è la strumentalizzazione femminista di questo concetto ad essere recente. Nelle Scritture ci sono alcuni passaggi metaforici che affiancano Dio alla maternità e il CCC 239 dice:

      239 Chiamando Dio con il nome di “Padre”, il linguaggio della fede mette in luce soprattutto due aspetti: che Dio è origine primaria di tutto e autorità trascendente, e che, al tempo stesso, è bontà e sollecitudine d’amore per tutti i suoi figli. Questa tenerezza paterna di Dio può anche essere espressa con l’immagine della maternità, [Cf ⇒ Is 66,13; 239 ⇒ Sal 131,2 ] che indica ancor meglio l’immanenza di Dio, l’intimità tra Dio e la sua creatura. Il linguaggio della fede si rifà così all’esperienza umana dei genitori che, in certo qual modo, sono per l’uomo i primi rappresentanti di Dio. Tale esperienza, però, mostra anche che i genitori umani possono sbagliare e sfigurare il volto della paternità e della maternità. Conviene perciò ricordare che Dio trascende la distinzione umana dei sessi. Egli non è né uomo né donna, egli è Dio. Trascende pertanto la paternità e la maternità umane, [Cf ⇒ Sal 27,10 ] pur essendone l’origine e il modello: [Cf ⇒ Ef 3,14; ⇒ Is 49,15 ] nessuno è padre quanto Dio.

      Come si vede, non è teologicamente sbagliato affermare che Dio ha aspetti materni e che “Dio trascende la distinzione umana dei sessi”. Qualche santa ha ragionato sul concetto (mi pare sicuramente Santa Ildegarda, ma ora non trovo i riferimenti). Qualche Papa recente ha commentato sull’argomento; GPI per esempio, in modo totalmente imprudente, concludendo il discorso con:

      [Dio] È papà; più ancora è madre.

      Dico totalmente imprudente non perché penso avesse idee strane, ma perché evidentemente non si rendeva conto della pericolosità di certe affermazioni non proprorzionate nella prospettiva che avremmo vissuto in pochi decenni.

      Ratzinger, prefetto della CDF, così disse – grassetto mio – in intervista a Messori (è sostanzialmente quello che ha scritto sopra Bariom):

      “Questo [affermare anche la natura materna di Dio] è corretto se ci poniamo da un punto di vista puramente filosofico, astratto. Ma il cristianesimo non è una speculazione filosofica, non è una costruzione della nostra mente. Il cristianesimo non è “nostro”, è la Rivelazione di Dio, è un messaggio che ci è stato consegnato e che non abbiamo il diritto di ricostruire a piacimento. Dunque, non siamo autorizzati a trasformare il Padre nostro in una Madre nostra: il simbolismo usato da Gesù è irreversibile, è fondato sulla stessa relazione uomo-Dio che è venuto a rivelarci. Ancor meno ci è lecito sostituire Cristo con un’altra figura. Ma ciò che il femminismo radicale – talvolta anche quello che dice di richiamarsi al cristianesimo – non è disposto ad accettare è proprio questo: il carattere esemplare, universale, immodificabile della relazione tra Cristo e il Padre”.

      E infatti CCC 240 prosegue:

      240 Gesù ha rivelato che Dio è “Padre” in un senso inaudito: non lo è soltanto in quanto Creatore; egli è eternamente Padre in relazione al Figlio suo Unigenito, il quale non è eternamente Figlio se non in relazione al Padre suo: “Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare” (⇒ Mt 11,27).

      In sintesi, si potrebbe dire che il problema è un certo modo di commentare “poetico”, troppo slegato dai fondamenti dottrinali. Purtroppo è un modo di commentare che va sempre più di moda.

      1. sweety

        sono molto d’accordo con tutto. E qui, mi pare, si torna al concetto di pastorale & magistero. Mi spiego, e qui mi rifaccio alla “misericordia” dei lettori nel senso che magari suono imprudente come GPI ma spero di non essere fraintesa. L’idea che davvero deve entrare nella nostra anima è che Dio è genitore. E qui non ho ASSOLUTAMENTE l’intenzione di avallare alcuna stupida teoria gender come quella della Chiesa svedese. Dico solo che è importante capire che Dio è amore genitoriale: cioè un amore a prescindere, che non si può recidere, che è da sempre e per sempre. Alcune persone – penso a coloro che hanno un rapporto travagliato col padre, che sono state abusate – possono essere aiutati nel loro rapporto con Dio a rifarsi al loro rapporto con la madre, se è l’unica forma di affetto genitoriale che hanno conosciuto. Pastoralmente può aiutare per ricostruire il rapporto con Dio in alcuni casi, penso; ma questo “aiuto” non può arrivare a negare la connotazione chiarissima paterna di Dio. Non so se mi spiego: mi pare come un’occasione mancata. Spero di essere chiara abbastanza per non essere tacciata di femminismo estremo che certo è l’ultimo mio pensiero 🙂

        1. @sweety

          Non sei imprudente. Anche per un semplice motivo: la “maternità” di Dio è un concetto di cui si può benissimo discutere, visto che è citato dal CCC, senza necessariamente “genderizzare”; e tra fedeli che discutono colloquialmente non è necessaria sempre la strettissima correttezza formale.

          Ben diverso è un Papa che conclude con quella frase, in pubblico, registrato audio/video e ovviamente subito rilanciato dai media.

      2. @Fabrizio, hai fatto benissimo a riportare quanto hai riportato e tanto ci sarebbe da riportare sul tema “Dio come Madre”…

        Ovviamente il mio stringato peretorio commento, è volto alle storture “genderizzanti” del nostro tempo e a ribadire che se Dio Padre attraverso Suo Figlio, ci ha dato una precisa e mi pare inconfutabile indicazione lessicale, è per una precisa Ratio Divina ed è sommamente buono che ci si attenga a questo insegnamento (si protrebbero scrivere altrettante parole a spiegazione della validità ontologica e propedeutica di tale insegnamento).

        E’ sempre sorpendente in negativo come la teologia di certuni, che dovrebbero essere i “sapienti”, invece di illuminare la sapienza degli umili, dei semplici e dei piccoli, vada nella direzione opposta o si prostri alle “mode” del mondo.

      3. Procopio

        Avevo scritto, non a caso, “riaffermato”. Comunque, buona serie di citazioni che erano state gia’ eviscerate dopo l’originale commento di Giovanni Paolo I. Avrei inserito anche il testo di Benedetto XVI in Gesu’ di Nazareth riguardo a Dio Padre, ma non ho il libro con me.
        Nella mia citazione a braccio di Don F. Rosini, ovviamente la sua caratterizzazione della madre non e’ aliena a Dio. Tuttavia, nel contesto umano, il padre e’ origine (non siamo dei bastardi), giustizia, protezione. Dio e’ Carita’ del nuovo testamento ma e’ anche Giustizia del Vecchio.
        Fare aut-aut e’ un piano inclinato verso l’eresia.
        Nel commento precedente, ovviamente, non c’e’ desiderio di far psicologia spicciola ma solo evidenziare alcune caratterizzazioni tipiche della figura paterna per gli uomini e alcune considerazioni sul perche’ Gesu’ l’abbia definito Padre da parte di una persona come Rosini, che non parla mai in maniera banale.

        In tutto questo, per far contenti tutti i luterani cattolici, si potrebbe riscrivere la preghiera che Gesu’ ci ha insegnato:
        “Genitore 1 e 2 nostro che sei nei cieli…”. Penso che all’Universita’ Luteranense di Roma magari ci hanno gia’ pensato.

  3. elisa casagrande

    Quando avevo vent’anni (forse anche un paio di più) nel bel mezzo di una deriva femminista, ho chiesto a un sacerdote (gesuita) se, secondo lui, il termine Dio-Padre non fosse assai maschilista.
    Mi ha risposto che dentro alla Chiesa ci sono tre correnti:
    1 si, è maschilista e così rimane…
    2 (corrente orientaleggiante) infondo lo Spirito Santo possiamo vederlo come volto femminile di Dio ecc
    3 (quella che lui preferiva) il padre viene dopo la madre (esempio: quasi sempre un uomo sa di essere padre dopo che la sua donna gli ha detto di aspettare un bambino), per cui dicendo Dio Padre intendiamo anche Madre e l’assunto inverso non sarebbe possibile.

  4. Roberto Battestini

    Credo che come al solito la chiesa svedese smonta tipo Ikea la figura paterna, la relazione tra Dio e il padre terreno è alla base della conoscenza di sé e del rapporto con Dio, la vita e la morte, solo un pazzo potrebbe mettere in discussione questa realtà.

  5. 61angeloextralarge

    Sono cresciuta spiritualmente sentendomi dire, da sacerdoti santi, che Dio è Padre e Madre. Sto parlando di quasi 20 anni fa… e più. Nella mia infinita ignoranza (a quei tempi ancora più infinita), non me ne sono mai preoccupata né scandalizzata… e il gender maneggione ancora non c’era.
    Sinceramente la cosa mi ha sempre fatto piacere, anzi mi ha fatto sentire ancora più amata da Lui. Infatti mi rivolgo a Lui… non a Lei. Per me è Padre, Papà, Abbà. Sapere che ha in Lui la tenerezza della Madre? Mi manda in brodo di giuggiole! Poi, la Madre è Maria… ma non è un dio, è creatura… eccelsa, meravigliosa… ma non un dio.

  6. vale

    Ho letto questo titolone: “La Chiesa di Svezia smetterà di riferirsi a Dio al maschile: -Non ha genere-”.

    https://www.riscossacristiana.it/padre-nostro-di-elia/

    A nuova religione, nuovo culto e nuove preghiere: se non altro, in questo sono molto coerenti. Per modificare la fede, bisognava inventare nuovi modi di rivolgersi e di rendere onore alla divinità (che in questo caso, essendo una proiezione dell’uomo, non esige da lui alcun ossequio – concezione obsoleta e strasuperata – ma desidera soltanto una sua infantile felicità in questa vita; d’altronde, ce n’è forse un’altra?!?).

  7. Trolley

    Il Deuteronomio dice che Dio sia puro spirito e che nessuno l’abbia mai visto; dunque ci e’ senz’altro padre e madre. Nell’ incarnazione, facendosi uomo, ed il termine “uomo” (maschile) comprende la natura maschia e femminile, ha pero’ assunto una natura umana di sesso maschile e non femminile, ed il termine Gesu’ richiede l’articolo determinativo maschile e non altro e cosi’ l’entita’ celeste che chiamiamo Dio; pertanto, voler usare violenza alla lingua in uso che necessariamente classifica e distingue tutte le cose visibili e invisibili e’ solo una pretestuosita’ e un non senso tipico della gnosi luterana.

  8. @ Fabrizio Giudici

    Gesù ha rivelato che Dio è “Padre” in un senso inaudito: non lo è soltanto in quanto Creatore; egli è eternamente Padre in relazione al Figlio suo Unigenito, il quale non è eternamente Figlio se non in relazione al Padre suo: “Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare” (⇒ Mt 11,27)…concordo….

    Maria è creatura la piena di grazia. La scelta tra tutte le donne…Madre dei popoli..
    .sulla Croce Gesù disse a San Giovanni ecco tua Madre, e a Maria ecco tuo figlio ….

    Non solo ma la preghiera di Gesù è sempre rivolto al Padre…..cosi come noi ci rivolgiamo al Padre con la preghiera Padre Nostro…e a Maria AVE ..piena di grazia…

    Oggi molti cercano le complicazione….n’importe quoi…..

    1. vale

      @francesco

      non so. ma se continua così, anche l?italia rischia di fare quella fine:

      http://www.lanuovabq.it/it/mancuso-co-quanti-bravi-cattolici-celebrano-leresia

      In Provincia di Biella va in scena il Festival dell’eresia. Ci sono anche molti cattolici à la page e della rottura: dall’ex prete Franco Barbero a Vito Mancuso, cui non fa problema andare a parlare nelle parrocchie. E don Ciotti fa il testimonial: “Siate eretici”. Obiettivo? Combattere la dottrina con l’eresia. Che una volta veniva vista come la peste, per evitare la dannazione eterna. Oggi invece è eretta a sistema, celebrata e finanziata coi soldi pubblici.

        1. vale

          @f.giudici

          e chissà che verrà fuori dalla nuova enciclica ( articolo di oggi su “la verità”)

  9. Silvia

    Quando ero bambina, in un libretto di pensieri che mi regalarono, lessi: “Dio è un papà che ama come una mamma”.
    Non ricordo a chi fosse attribuita la frase, ma ricordo che mi piacque subito molto.
    Alla mia mente di bambina rendeva perfettamente chiaro, quanto bene Dio mi volesse.
    Un Amore, capace di esprimere insieme, la forza e il senso di protezione di un papà, e la tenerezza e la dolcezza di una mamma.
    É una frase che ho ripetuto ai miei figli e che trovo appropriata ancora oggi.

    Sempre sul tema condivido con voi questa preghiera di Trilussa.
    Trovo che sia molto bella e ….in tema.

    IO E DIO

    Ve vojo riccontà ‘na storia strana.
    Che m’è successa propio l’artra settimana

    Camminavo pe’ r vialone davanti alla chiesa der paese
    Quanno ‘na strana voja d’entrà me prese

    ​Sia chiaro non so mai stato un cristiano praticante
    Se c’era un matrimonio, se vedevamo al ristorante

    ​Ma me so sentito come se quarcuno,
    Me dicesse: “dai entra, nu’ c’è nessuno”

    Un misto de voja e paura m’aveva preso
    Ma ‘na vorta dentro, restai sorpreso

    La chiesa era vota, nun c’era nessuno
    La voce che ho sentito era la mia, no de quarcuno

    C’erano quattro panche e un vecchio crocifisso de nostro Signore
    “Guarda te se a chiamamme è stato er Creatore”

    Me gonfiai er petto e da sbruffone gridai: “ So passato pè un saluto”
    Quanno na voce me rispose: ”mo sei entrato, nu fa lo scemo mettete seduto!”

    Pensai: mo me giro e vado via,
    Quanno quarcuno me rispose: “Nu te ne ‘nnà. Resta … famme compagnia”.

    “Famo n’altra vorta , poi mi moje chi la sente: è tardi sarà già tutto apparecchiato”.
    “Avvicinate nu fa lo scemo, ‘o so che nu sei sposato.

    Me sentivo troppo strano, io che nun avevo mai pregato
    Me sentivo pregà dar Signore der creato

    “Signore dateme na prova, devo da crede
    Che sete veramente Iddio che tutto vede”

    “Voi na prova ? Questo nu te basta? Te sei mi fijo
    E io sto qua inchiodato pe er bene che te vojo!”

    “Me viè da piagne, me sento de scusamme.
    Signore ve prego perdonate le mie mancanze

    A sapello che c’eravate pe davero …
    Venivo più spesso, ve accennevo quarche cero”.

    “Ahahahahhaha ma te pensi che io sto solo qua dentro?
    Io so sempre stato co te, nella gioia e nel tormento.

    Te ricordi quanno eri piccolino
    Io pe te ero Gesù bambino

    Prima de coricatte la sera
    Me dedicavi sempre na preghiera

    Era semplice quella che po’ fa er core de un bambino,
    Me facevi piagne e con le mie lacrime te bagnavo er cuscino

    Poi anni de silenzio… te s’è indurito er core
    Proprio verso de me, che t’ho fatto co tanto amore.

    Te gridavo fijo mio sto qua,
    Arza l’occhi guarda tuo papà!

    Ma te niente… guardavi pe tera
    E te ostinavi a famme la guera.

    Poi quanno tu padre stava male
    E te già pensavi ar funerale

    Sul letto de morte… nelle ultime ore
    T’è scappata na preghiera… “Te affido ar core der Creatore”.

    Ecco perché t’ho chiamato,
    Pe ditte quanto me sei mancato.

    Ho cominciato a piagne dalla gioia e dar dolore…
    Ho scoperto de esse amato dar Signore…

    ​Questa è na storiella che nun ’ha niente da insegnà,
    ​Solo che in cielo c’è un Dio che piagne se lo chiami papà!

    1. admin @CostanzaMBlog

      La poesia però non è di Trilussa ma di Piero Infante:

      “Anni fa mentre ero in discernimento vocazionale scrissi una poesia in romanesco dal titolo: “Io e Dio”
      E’ rimasta per anni sul mio blog, ma ora è diventata virale in tutta Italia tramite i social a nome di Trilussa. Accostamento bellissimo, ma senza nulla togliere al poeta romano è mia. Ho scritto un articolo per Cattonerd dove spiego la cosa, ma molti ancora la postano a nome Trilussa.
      Ho fatto un video dove la recito, anche se non sono un attore e sono balbuziente,ma non è uscito malaccio. Sarebbe così gentile da aiutarmi, magari postandola sulla sua pagina?

      Qui il video:

      https://www.facebook.com/infantepiero/videos/2091452684419905/

      http://www.cristianamente.org/poesie1.html

      1. Beatrice

        @Marierose

        Ti rispondo qui, perché nell’altro post sono stati chiusi i commenti. Volevo solo dirti che mi dispiace per quello che sta vivendo tua sorella e tu con lei. Vi ricorderò nelle mie preghiere.
        Un abbraccio forte,
        Beatrice

  10. exdemocristianononpentito

    Beh…..da un punto di vista squisitamente filosofico, il Creatore delle galassie, in quanto essere puramente spirituale, non è, proprio in quanto essere spirituale, definibile come Padre o Madre (l’energia che è l’entità che intuitivamente, per noi, potrebbe assomigliare di più allo “spirito” è forse definibile come mascho o femmina?).
    Ma il problema, relativo alla natura di un essere ineffabile come Dio, non può essere risolto su base filosofica o razionale, anche perchè un’idea precisa di quello che vuol dire “essere puro spirito” non possiamo averla, per cui è molto più semplice e lineare risolvere quel problema, sulla base delle Scritture e della Tradizione: esse ci dicono che dobbiamo relazionarci a Lui come ad un padre, e noi atteniamoci a tali insegnamenti, senza porci altri problemi.
    Vivere da cristiani (ammesso e non concesso che ci si riesca) comporta già notevoli questioni da risolvere e prove da affrontare, per mettersi ad andare a cercare quelle non ci vengonom richeiste. .

  11. Dalla conferenza di un amico, terapeuta dell’infanzia cristiano:

    Finalmente quindi stiamo ritrovando per effetto di una organizzazione, di una decostruzione anticristiana una forma arcaica di paganesimo, vale a dire la matrilinearità. Ci sono degli uomini di passaggio, possiamo vedere un figlio maschio passare di là ma i maschi sono di troppo; la mascolinità, la funzione paterna è atrofizzata.
    Queste figure parentali, paterna e materna, sono necessarie alla nostra costruzione: la madre lo porta, assicura le cure del bambino, e il padre alleva il bambino. Ma parliamo ormai di un altro momento della storia, perché ai nostri giorni il padre sta davanti alla tv, davanti a un bicchiere di birra con altri amici e alla fine la madre fa tutto: va al lavoro, va a prendere il bambino a scuola, se ne occupa, ne ha cura, è lei che gli parla, che gli fa i discorsi, che forma il suo immaginario e il padre non è più là.
    La sua funzione simbolica, quella che andava ad innestarsi sul ruolo naturale che aveva avuto, effimero, per la nascita del bambino, ma che non è destinata a essere effimera sul piano educativo, si rivela un ruolo disertato: perché lo adempia, bisogna che l’abbia appreso, che abbia avuto lui stesso un padre che l’abbia fatto davanti a lui.

  12. C’è solo una cosa che mi viene in mente, anzi mi urla in mente: CRISTO ci mostra il Padre. Stop. La verità, con la v minuscola perchè la penso io, è che l’obiettivo è Gesù Cristo. Eliminata l’Eucarestia, eliminata la Beata Vergine Maria (qualcuno può rispondere al quesito non così difficile tutto sommato: “A chi sono fedeli i Francescani e le Francescane dell’Immacolata?”), chi si eliminerà, alla fine, il vero obiettivo, per una religione mondiale buona per tutti gli usi ?

    1. Un mio amico è entrato nei Francescani dell’immacolata nel 2012, prego per lui e per questo stupendo ordine religioso che ha fatto un mondo di bene. Sono certo che Dio non l’abbandonerà come non ha abbandonato Padre Pio.
      Sono certo che la Chiesa ritroverà un giorno non lontano il suo “soffio” e che le chiese con i Tabernacoli nascosti saranno solo un ricordo.

      http://coscienzamaschile.com

  13. Silvia

    Sono contenta che la bellissima poesia abbia avuto ancor più visibilità, ma mi scuso con il vero autore, Piero Infante, e approfitto per complimentarmi.
    Sono un’ insegnante (anche se di matematica) di una scuola cattolica e troveró sicuramente l’occasione per leggerla ai miei alunni.
    Me l’aveva inviata ieri una coppia di amici e ho dato per buono che l’autore fosse attendibile.

  14. Dio non ha genere per cui penso che sia giusto non attribuire alcuna natura sessuale: se spirito e`, tale rimanga. Speriamo che anche la Chiesa italiana ne mutui l’esempio.

  15. pietro frisone

    La risposta perentoria (e allora?) di Bariom mi pare grandiosa in quanto ci riporta al fondamento della fede (il Verbo fatto carne) e ci ricorda di star in guardia dal Maligno

I commenti sono chiusi.