Spiacere a tutti per non mentire a nessuno

Dal libro “Le chiavi pesanti” di Domenico Agasso, S.Paolo 1979 – pag.123 – 129

Venticinque giorni dopo scoppiò la vera bomba: fu pubblicata l’enciclica Humanae vitae, con la data del 25 luglio 1968. Una delle più brevi, 31 capitoletti, riassunti ancor più brevemente, in tre sole parole, dagli immediati commenti: «No alla pillola». Cioè “no” a sistemi anticoncezionali usati già in tutto il mondo, con grandioso impulso all’industria farmaceutica, e ormai familiari a molti cattolici. Di più: la “pillola” era penetrata anche nei confessionali, nei consigli o nei consensi dei sacerdoti a un gran numero di fedeli. Dal papa, naturalmente, nessuno si attendeva via libera a ogni forma di impedimento alle nascite.

Ma molti pensavano che, magari con circonlocuzioni sapienti, egli avrebbe aperto un qualche varco, tenendo conto dei molti problemi che veramente angustiavano quantità di sinceri cattolici, decisi a vivere insieme l’amore coniugale e quello di Dio; e quasi scandalizzati al pensiero che la Chiesa potesse metterli l’uno contro l’altro. Invece, Paolo VI fu chiaro e rigoroso:

«È assolutamente da escludere, come via lecita per la regolazione delle nascite, l’interruzione diretta del processo generativo già iniziato, e soprattutto l’aborto direttamente voluto e procurato, anche se per ragioni terapeutiche. È parimenti da escludere la sterilizzazione diretta, sia perpetua che temporanea, tanto dell’uomo che della donna. È altresì esclusa ogni azione che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali si proponga, come scopo o come mezzo, di rendere impossibile la procreazione».

Paolo VI considerava leciti altri mezzi, come quello basato sul calcolo dei periodi infecondi, poiché in quel caso «i coniugi usufruiscono legittimamente di una disposizione naturale». D’altro canto, per lui la questione non era chiusa lì, potendo gli scienziati «dare un grande contributo al bene del matrimonio e della famiglia e alla pace delle coscienze se, unendo i loro studi, cercheranno di chiarire più a fondo le diverse condizioni che favoriscono una onesta regolazione della procreazione umana». Queste non erano parole di Paolo VI, ma del Concilio, che il Papa riportava. Quanto ai problemi dei Paesi in via di sviluppo circa la demografia, essi non si possono risolvere con «metodi e mezzi che sono indegni dell’uomo e che trovano la loro spiegazione soltanto in una concezione materialistica dell’uomo stesso e della sua vita.

La vera soluzione si trova soltanto nello sviluppo economico e nel progresso sociale, che promuovono e rispettano i veri valori umani». E quest’altra citazione era ripresa testualmente da Giovanni XXIII, nella Mater et Magistra. Il problema delle nascite ha tali dimensioni e tanti aspetti da preoccupare – in materia di limitazione – anche il non cattolico e il non credente. Anche ad essi si rivolgeva Paolo VI. (L’enciclica, come le precedenti, era pure indirizzata «a tutti gli uomini di buona volontà»). Attenzione, diceva il Papa, a non fornire straordinari e scandalosi alibi, o scappatoie per eludere il problema dello sviluppo e della giustizia: «Altra è la via mediante la quale i pubblici poteri possono e devono contribuire alla soluzione del problema demografico: ed è la via di una provvida politica familiare, di una saggia educazione dei popoli, rispettosa della legge morale e della libertà dei cittadini […]

Né si potrebbe senza grave ingiustizia rendere la divina Provvidenza responsabile di ciò che dipendesse invece da minore saggezza di governo, da un senso insufficiente di giustizia sociale, da egoistico accaparramento o ancora da biasimevole indolenza nell’affrontare gli sforzi e i sacrifici necessari per assicurare l’elevazione del livello di vita di un popolo e di tutti i suoi figli». Connesso a questo, il problema della libertà, minacciata di confisca. Qualsiasi governo può imporre la regolazione artificiale delle nascite – cioè proibire a dei genitori di avere quanti figli desiderano – come misura indispensabile al benessere. Se si ammette che una famiglia possa e debba ricorrere a questi mezzi per risolvere i problemi di casa, ne deriva che il potere civile potrà fare altrettanto; e applicare lo stesso criterio, obbligatorio, per risolvere i problemi della collettività. «In tal modo», continuava Paolo VI, «gli uomini, volendo evitare le difficoltà individuali, familiari o sociali che s’incontrano nell’osservanza della legge divina, arriverebbero a lasciare in balia dell’intervento delle autorità pubbliche il settore più riservato e personale dell’intimità coniugale». L’enciclica non intimava «crescete e moltiplicatevi», non imponeva di fare più figli. Però avvertiva: può accadere che altri vi comandi di farne di meno; che le dimensioni della vostra famiglia vengano stabilite non già da voi, ma dal governo, dall’autorità, da estranei. O anche, indirettamente, da forze più indebite ancora.

Molti popoli, infatti, sono finiti in povertà perché derubati a lungo dei loro beni: ma ancora oggi si sentono rimproverare la fecondità come unica cagione della loro miseria; magari da chi li ha derubati. Piuttosto che trattarli meglio negli scambi commerciali, vi è chi preferisce plaudire alla sterilizzazione, regalare anticoncezionali, ferme restando le tariffe e le soperchierie mercantili. Naturalmente Paolo VI già sapeva che l’avrebbero attaccato da tutte le parti. Anzi, lo scrisse già nell’enciclica: «Si può prevedere che questo insegnamento non sarà forse accolto facilmente da tutti: troppe sono le voci – amplificate dai moderni mezzi di propaganda – che contrastano con la voce della Chiesa». Infatti, il rumore fu enorme, e vastissime le critiche. Anche in campo cattolico. Anzi, a cominciare da esso. Preti, teologi, isolati e a gruppi, dichiararono apertamente che non avrebbero tenuto alcun conto della Humanae vitae: anzi, avrebbero consigliato ai fedeli di fare altrettanto, enciclica o no. Vescovi e cardinali di grande autorità dichiaravano che sarebbe stato oltremodo difficile convincere i fedeli. Altri cardinali e vescovi – la maggioranza – tacevano. Un brutto silenzio, così lontano dalle ondate di telegrammi “filiali” dopo le altre encicliche. E del resto molti vescovi temevano le furie di certi loro preti o, forse di più ancora, l’amara delusione dei fedeli.

Che cosa dire? il cardinale olandese Alfrink, con la sua intatta lealtà, fece questo commento: «L’enciclica è una dichiarazione autorevole, anche se non infallibile. Ritengo che occorra formare una coscienza individuale per affrontare decisioni in materia di moralità». Infatti, l’enciclica non è un pronunciamento ex cathedra valevole per sempre; è legata al tempo. Ma c’erano preti che addirittura negavano al papa il diritto di parlare – infallibilmente o no – sulla questione. Arrivavano lettere infuocate negli episcopi, con firme di preti. Metà del clero della diocesi di Washington respinse il documento.

Furono sondate anche le suore cattoliche degli Stati Uniti, e si annunciò questo risultato: il 57 per cento considerava necessario il controllo delle nascite. «Le parole del Papa ci hanno crocifissi», scrivevano teologi e sessuologi cattolici francesi. Altri lo accusavano di pauroso balzo all’indietro, verso una sessuofobia inaccettabile. O di preparare catastrofi demografiche in un futuro non lontano. O di aver creato un nuovo caso Galilei. Alla Borsa di New York, bordate di accuse all’enciclica, che subito dopo la pubblicazione aveva bloccato il felice andamento dei titoli dell’industria produttrice della pillola.

Poi i titoli risalirono; il consumo non diminuiva. Se ne concluse che l’enciclica aveva lasciato le cose come prima, e che al Papa non si dava retta. Paolo VI diede allora l’impressione di un uomo isolato, deluso. Le critiche, l’ostilità, le aveva previste. Si era anche immedesimato nei problemi delle coppie cattoliche: e tutto avrebbe voluto, meno che presentare ai fedeli un cristianesimo dei divieti, paralizzante. Conosceva la fede di molti preti contrari all’enciclica. Poteva anche dar ragione a chi si sentiva “crocifisso” dal suo rigore. Ma nello stesso tempo era ben certo che null’altro poteva dare ai fedeli, se non questa risposta faticosa; questa spinta a rinunce e insieme anche a ricerche.

Dopo la Populorum progressio, era impossibile non scrivere la Humanae vitae: già in quella prima enciclica aveva detto che lo sviluppo di tutti, e quindi la pace, costano. Non ci si arriva con accordi e trattati agevoli, ma con sacrifici, abbandonando per l’appunto le comodità e le sicurezze attraenti, ma provvisorie. Un altro esodo: dall’Egitto con il suo cibo abbondante ma a prezzo di schiavitù, alle marce nel deserto, verso una sudata Terra Promessa. Gli uomini e i cristiani li aveva forse amareggiati con quel “no”. Ma non li aveva illusi. Questo sarebbe stato il peccato enorme: illuderli, mimetizzare la durezza della ricerca e della conquista, camuffare la croce. E sentire, ora, che tutto il mondo era costernato per le sue parole, che i cattolici quasi si vergognavano della Humanae vitae in faccia ai fratelli separati, in faccia a tutti… Possibile che non capissero? Tutti vogliono fare un mondo diverso e migliore; e pretendono che sia questo uomo occidentale e sazio a costruirlo. Non sanno che solo un “altro uomo” sarà capace di creare con immensa fatica un “altro mondo”? Questa era la verità ai suoi occhi, e lui l’aveva soltanto detta a voce alta… Tuttavia, se le critiche furono vastissime e vivaci, a Paolo VI pervenivano anche segnali differenti. Non tanto dalla gerarchia; almeno, non da tutta. Piuttosto da gruppi e da individui, ecclesiastici e laici, studiosi, coppie di coniugi. Niente di clamoroso. Né di fazioso: Paolo VI non voleva essere un Pio IX circondato da nostalgici del Papa – re dopo gli errori e i disastri delle resistenze temporalistiche, e non lo fu. Dimesse, isolate, quasi sempre trascurate dai grandi mezzi di comunicazione, arrivavano certe voci attese, di cui è un esempio questa testimonianza di un gruppo di cattolici francesi: «Provenienti da ambiente modesto, anche se la situazione di alcuni è poi migliorata, noi sappiamo che cosa significa privarsi, rinunciare, per crescere dei figli. Privarsi del superfluo e anche del necessario, così come la necessaria disciplina sessuale: queste sono croci che il cristiano deve portare. O forse oggi si cerca di far credere alle masse che l’ideale è permettere tutto, e non lottare mai?». Voci qua e là, tuttavia, ancora isolate. E dall’altra parte c’era il vasto coro.

Prima col Credo e poi con la Humanae vitae sembrava che Paolo VI avesse creato il vuoto intorno a sé e alla Chiesa, annullato il Concilio, riportato l’orologio indietro di un secolo, mentre lasciando un po’ dire da una parte e lasciando fare un po’ dall’altra, l’avrebbero promosso condottiero del progresso. Invece, eccolo ridotto a fare l’inventario quotidiano degli attacchi e delle proteste; nessun capo di Stato gli scriveva più congratulandosi. Fedeli perplessi arrivavano in basilica per l’udienza. E lui doveva incominciare la paziente spiegazione dei suoi due gesti, confidarsi sull’enciclica: «Il sentimento della nostra responsabilità […] ci ha fatto non poco soffrire spiritualmente», O confessare i momenti di tentazione: «Quante volte abbiamo trepidato davanti al dilemma di una facile condiscendenza alle opinioni correnti, ovvero d’una sentenza male sopportata dall’odierna società, o che fosse troppo grave per la vita coniugale!». Proprio in quei mesi cominciarono i suggerimenti di dimissioni, occhieggianti qua e là in “dichiarazioni attribuite”, in scritti di ecclesiastici non nominati. Si andava ad analizzare il suo discorso di Fumone su Celestino V per piluccarvi presagi, per cercare analogie tra Giovanni Battista Montini e Pietro del Morrone: prigionieri entrambi di forze superiori, si diceva, a rischio di farsene schiacciare; prigioniero poi Paolo VI della Curia, di questo o di quel prelato, proprio come Celestino. E allora… Il “prigioniero Paolo” non era stato mai così libero come in quei giorni amari.

Non fu mai così totalmente papa, né così maestro, come in quella scelta: spiacere a tutti per non mentire a nessuno. Oggi la pensano così anche uomini che non gli furono vicini: le disapprovazioni, le incertezze, i pochi consensi, le visite rarefatte, i fedeli interdetti, i coperti inviti ad andarsene: quella è stata la sua ora più bella, Paolo VI non fu mai così grande.

48 pensieri su “Spiacere a tutti per non mentire a nessuno

  1. Barbara

    Ho letto con rammarico il dibattito che è seguito a “Rileggere Humanae Vitae alla luce di Amoris Laetitia”. Mi permetto di intervenire con una semplice osservazione solo ora, dopo questo articolo che con una analisi circostanziata e ben ponderata rende giustizia, a distanza di anni, al cosiddetto “papa triste” che amò così tanto la Chiesa da non tradire la Vera Fede e noi che siamo venuti molto dopo di Lui.
    Nell’attuale dibattito sulla HV, mi stupisce che proprio all’interno della Chiesa non si tenga conto che sarà presto santo colui che scrisse (e soffrì) per l’Humanae Vitae!
    Il miracolo che farà santo Paolo VI e’ la più eloquente dimostrazione dell’attualità e autenticità del suo messaggio!
    La madre della bimba miracolata ha pregato proprio Paolo VI in virtù dell’ Humanae Vitae.. O vogliamo mettere in dubbio anche questo?

    Barbara

    1. Nell’attuale dibattito sulla HV, mi stupisce che proprio all’interno della Chiesa non si tenga conto che sarà presto santo colui che scrisse (e soffrì) per l’Humanae Vitae!

      Flora Gualdani, nel pezzo riportato da Costanza qualche giorno fa, scriveva:

      La sofferenza più grande è vedere la Chiesa cattolica che proclama santo un gigante come Giovanni Paolo II e poco dopo inizia a demolirne l’insegnamento.

      Come ho già scritto ieri, questo è uno schema già inaugurato e che ora viene ripetuto. In una Chiesa dove tutto è diventato mediatico, la santificazione di Paolo VI è la distrazione perfetta per sostenere che tutto è in continuità all’apparenza, mentre la sostanza è svuotata e ribaltata. Quindi non c’è da stupirsene. C’è da esserne amareggiati, da soffrirne, ma non da stupirsene.

  2. Paolo VI non mai cosi grande.

    Grande perché parlava come Dio Ha parlato, la verità non vene accettato da molti prelati e via via…. ..una vera piaga per l’umanità,un inganno, rifiutare H.V….che è un immenso dono per vivere in pace con la nostra coscienza, ….Dono infiniti.
    Grazie.

  3. Maria elena

    Ci amò, fummo i suoi più grandi sostenitori, non per legge , ma per grazia. Perché l’obbedienza da sola salva. I preti ci guardavano come E.T, anche un po’ fuori del comune, ma la Parola annunciata guariva. (Lo ricordo bene durante le preparazioni al matrimonio, o nelle catechesi) Non siamo degni di nessun merito per questo, i meriti e la gloria a Dio, che ci ha accolti.
    Figlia del cammino neocatecumenale.

    1. @ Maria elena…

      Concordo anch’io che tutto è grazia….sono anch’io del cammino neocatecumenale, dal 1992 ed è li che ho compreso molte cose, che allora non sapevo bene, e ringrazio per questa grazia…il Signore ha provveduto per la mia conversione, e ho ricevuto molto attraverso la Sua Parola.da masticare ogni momento….Ciao e buona serata.

  4. Da Roit Silvano

    I Santi hanno tutti dovuto lottare molto
    contro l’incomprensione
    nel loro tentativo di vivere il Vangelo sul serio.

    E questo perche’ il Vangelo ti chiama
    a prendere le distanze dai valori mondani.

    Anche in tutta la Sacra Scrittura
    la solitudine,
    l’incomprensione del mondo circostante
    e la sofferenza,
    assieme alla forza della fede vera,
    sono le caratteristiche dei Profeti
    che annunciano la Parola di Dio.

    La terra da buttare e’ molta
    ma i dimanti da tenere sono pochissimi.

    Sono pochi quelli che capiscono il valore delle perle inestimabili?
    Oppure sono pochi quelli disposti a vendere tutto
    per comprare il campo in cui e’ nascosto un grande tesoro?

  5. exdemocristianononpentito

    Scusatemi, signori. So già che mi salterete tutti addosso e che l’admin sarà scontento, ma devo dirlo: è possibile che non si parli d’altro che di contraccezione e di omosessualità?!
    Peccati e virtù di cui parlare ce ne sono tanti, non potremmo proprio cambiare discorso di tanto in tanto?
    Scusatemi e cercate di rispondermi con calma.

      1. Mi sembra giusto parlarne e come,… ti apra la mente e il cuore, per comprendere da che parte siamo, per convertirsi, è un esame di coscienza, al meno io vedo cosi….
        Grazie Costanza e buona giornata.

      2. Trolley

        Si, ho letto quel blog: se ne parla in termini (pure con toni) decisamente sopra le righe. Alcune cose sono condivisibili, altre decisamente meno. Ho letto che la Signora Costanza e’ stata invitata a portare un contributo. Potrebbe essere una cosa positiva.

    1. Guendalina D'Alba

      Gentile EXDEMO,
      mi trovi assolutamente concorde… da alcun tempo vado, infatti, facendo una riflessione: il blog propone diversi articoli e diverse testimonianze… a cui seguono i commenti… ma mentre per qualsivoglia argomento i commenti sono in numero assai limitato e, pacati…quando di parla di morale sessuale cattolica in genere… i numeri dei commenti schizzano a dismisura come, spesso, anche i toni…
      Un commentatore, alcuni giorni or sono (cito a memoria) faceva presente che l’attenzione dei cattolici sui comportamenti peccaminosi (o, comunque, ritenuti tali dai cattolici) in materia sessuale è sempre stata più puntigliosa e pignola che per altri ambiti della vita umana…
      Un commentatore del blog mi disse (a proposito di una mia risposta), alcuni giorni fa: “La lingua batte dove il dente duole”…forse questa considerazione non vale solo per me…
      Comunque anche io mi unisco a EXDEMO e chiedo: Possiamo cambiare discorso?
      Saluti, Guendalina

        1. Guendalina D'Alba

          Si… mi pare un buon consiglio… seguirò sicuramente… Buona continuazione. Saluti, Guendalina.

          1. admin @CostanzaMBlog

            Il 20 gennaio è stato pubblicato un post con la segnalazione e il link per vedere uno speciale (realizzato da me in Paraguay) su padre Aldo Trento. Nello speciale si parlava delle opere della fondazione di padre Aldo in particolare, di poveri, di senza tetto,di bambini delle favelas, di bambine-madri violentate, della clinica per malati terminali, della fattoria dei malati di aids. Si parlava di giustizia sociale, di anni ’70, di Potere Operaio di don Giussani, dell’amore che un prete può provare per una donna. Ce n’era di che parlare, guardare 15 minuti di speciale e commentare. Invece quel post ha avuto 1 (uno) commento.
            Saluti

            1. vale

              veramente io me lo sono visto in tv.me lo son perso sul blog. anche se è iniziato con un po’ di ritardo ,se non ricordo male.
              e nel poco spazio -televisivo- che avete avuto è stato fatta una panoramica molto completa della persona e della sua missione.
              spero che padre Aldo tenga ancora botta visto i suoi problemi fisici. anche perché mi pare una delle poche realtà che faccia veramente della carità nella verità in quei posti.
              forse,nel contesto del blog, commentare una vita intera spesa -dopo l’indicazione di don giussani-per gli altri e per la chiesa sarebbe stato eccessivamente lungo.
              cmq un bel lavoro.
              chapeau

            2. Eragon

              @admin
              Ah..allora convengo che meriti restare sul presente argomento.

              Per venire allo specifico del video non visto, posso solo dire perché non l’ho visto io: non guardo praticamente mai la tv, per scelta.
              E per scelta non guardo assolutamente mai i canali (più) comunisti.

      1. giovi

        Gentile Guendalina, immagino sarà lettrice anche di altri blog di “cattolici” ( le virgolette sono d’obbligo per chi sostiene il contrario di quanto sostenuto dalla chiesa cattolica negli ultimi duemila anni , su tutto ) che vedono le cose da un punto di vista molto differente da questo blog.
        Ebbene, in questi blog ci cattolici molto adult che hanno come riferimento l’Onu o lo Stato, non si parla che di omosessualità, il quel caso sdoganandone ed esaltandone massicciamente la pratica, e anche lì molti lettori si lamentano di questa ossessione, pur commentando 1000 a 1 tali articoli, piuttosto che quelli che parlano della condizione femminile, dell’ecologia, di educazione civica, di politica dalla parte degli ultimi, di varie melense poesie “mistiche”, di spiritualismo fine a se stesso, come usa in quei blog.
        Anche tu, Guendalina, mi pare sei intervenuta solo su questi argomenti di morale sessuale.
        E lo stesso affollamento si riscontra nei giornali e in tv: io non me lo so spiegare fino in fondo, ma una spiegazione convincente e definitiva del perché ci sia questo accanimento ( cui Costanza risponde semplicemente , nemmeno in pari misura ) ci sarà senz’altro.

      2. Gigliola

        Forse perchè San Paolo (1 Cor 6,18) scrive “Fuggite la fornicazione. Qualunque peccato faccia l’uomo è fuori del corpo; ma il fornicatore commette un peccato rispetto al proprio corpo”?

  6. roberto

    da curare sono i preti: alcuni saltano il Credo durante la messa annunciando che non ci hanno mai creduto, altri quando pregano la Madonna durante la messa saltano il termine Vergine.Uno è libero ma questa libertà li dovrebbe far recedere dal loro servizio sacerdotale.Senza contare che idee hanno sul matrimonio su l’aborto,unioni civili ecc.Nei seminari cosa insegnano?Nei commenti al vangelo nessuno parla o pochissimi dei problemi antropologici che travagliano l’uomo su questi nessuno parla della medicina che il vangelo porta per guarirli.

  7. Trolley

    Paolo VI considerava leciti altri mezzi, come quello basato sul calcolo dei periodi infecondi, poiché in quel caso «i coniugi usufruiscono legittimamente di una disposizione naturale»

    Navigando in rete, ho trovato un articolo interessante di cui presento un sunto utile per una riflessione:

    Fatta la legge trovato l’inganno. E qui ad essere ingannato è il buon Dio: non vuole che faccia l’amore senza procreare? Gli secca un po’? E va bene, vuol dire che farò l’amore solo nei periodi infecondi…
    Rendendosi conto della contraddizione, Paolo VI, pensa, pensa, e trovò la falsa soluzione: “In realtà, tra i due casi [ricorso ai periodi infecondi, e ricorso ai contraccettivi] esiste una differenza essenziale: nel primo caso i coniugi usufruiscono legittimamente di una disposizione naturale; nell’altro caso essi impediscono lo svolgimento dei processi naturali”.
    Ma certo, gli sposi, ricorrendo ai contraccettivi, non assecondano la natura.

    1. Thelonious

      @Trolley: mi spiace ma quell’articolo che posti è sbagliato. Tra i metodi naturali e i metodi contraccettivi c’è un abisso e quella di Paolo VI non è affatto una “falsa soluzione”.
      Certamente c’è la possibilità che ANCHE i metodi naturali siano vissuti con una mentalità contraccettiva, e inffatti la questione è capire la centralità dell’educazione della persona, e non un fatto meramente meccanico.

  8. piu’ passa il tempo piu’ s’ingigantisce la figura del gia’ grande Papa Paolo VI (prossimo Santo) e dei suoi insegnamenti. Ho letto questo lungo articolo un po’ velocemente e mi pare che non venga citato esplicitamente il parere dell’autorevole apposita “commissione di studio” che “depistava” il Papa, il quale fu assai coraggioso e umile nell’ascoltare piu’ la sua coscienza e lo Spirito Santo che i suoi sapienti suggeritori mondani..

  9. Trolley

    @exdemo…
    La mia posizione e’ nota: io sono favorevole a certe aperture ai gay ma, sia chiaro, non sono per nulla favorevole al matrimonio omosessuale: ritengo soltanto che sia giusto che una coppia che viva un rapporto con discrezione, morigeratezza e fedelta’ abbia alcuni diritti e che possa accedere ai sacramenti. Detto questo mi sembra giusto che se ne parli, considerato che su altro blog “catto-progressista “(che non cito), la questione e’ trattata in termini talmente inconsueti da lasciar perplesso anche chi non ha pregiudizi di sorta ed e’ disponibile a qualche apertura con buon senso.

    1. anto

      Ah, quel rigidissimo blog con un regolamento minuzioso ai limiti del paranoico, in cui non si può dire quello e non si può dire quell’altro , con una censura feroce di chi si discosti di un millimetro dal politicamente corretto , quel blog che ha pubblicato uno scritto in cui si racconta ed esalta un immaginario amore carnale tra due suore lesbiche ?
      Costanza, tienti lontana da gente simile: si può solo pregare, in certi casi.

  10. Simone

    “Sparlare” di altro invece che parlare di “In principio … Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò”, no, non è possibile, ora più che mai: dobbiamo ricominciare da capo, ri-evangelizzarci, ritornare ad aprire il libro che forse abbiamo chiuso credendolo superato da altre nostre scritture. E’ evidente che l’uomo non ha superato se stesso …

  11. Aldo

    Lottiamo, facciamo tutto quanto è nelle nostre possibilità, ma facciamo attenzione a non perdere mai la Pace.

    Questi possono scatenarsi, scodare, irridere, distruggere.
    Sono arrivati probabilmente all’attentato supremo e il loro fine è chiaro per chi lo vuole vedere.
    Certo, possono fare tanti danni.
    Ma non prevarranno. Questo è certo: NON prevarranno.

  12. Giacomo

    “La Chiesa attraversa una crisi terribile. Ma la crisi è la sua condizione esistenziale. Dio vuole così. La Chiesa era in crisi già quando Giovanni scriveva l’Apocalisse. Ma quando al mondo fosse rimasto anche un solo cristiano, la Chiesa vivrebbe con lui. Vede, la nostra è l’età del degrado. È come tirare con l’arco. La freccia deve tendersi all’indietro per schizzare in avanti. Ecco, noi oggi siamo compressi all’indietro. Ma siamo alla vigilia di grandi cambiamenti. Il prossimo secolo sarà l’era della nuova evangelizzazione, e la luce tornerà a illuminare la Chiesa. Ma i miei occhi non faranno in tempo a vederla” ( jean Guitton , Teologo, amico di Papa Paolo VI )

  13. giovi

    Cara Costanza, quel video era finito nella pila delle cose, pur belle, da affrontare prima o poi. Questa è stata l’occasione per vederlo e, presa ancora dalla commozione, non posso che ringraziarti.
    A volte , come anche altri tuoi lettori, tendo a deprimermi per come sono trattati i valori non negoziabili ( sono antica, lo so ! ), piuttosto che quando sento dalla viva voce di un sacerdote che è contento perché ci sono state tante unioni civili, ma andare al fondo della vocazione cristiana, come accade incontrando persone come padre Aldo, risolleva il mio sguardo.
    Ancora grazie.

  14. Un commentatore, alcuni giorni or sono (cito a memoria) faceva presente che l’attenzione dei cattolici sui comportamenti peccaminosi (o, comunque, ritenuti tali dai cattolici) in materia sessuale è sempre stata più puntigliosa e pignola che per altri ambiti della vita umana…

    Dunque, a parte che venir qua e chiedere ai padroni di casa di parlare d’altro (mentre è semplicissimo ignorare le discussioni che non interessano) è come essere invitati a cena a casa di qualcuno e contestare i piatti che vengono serviti, pretendendo che ne vengano preparati altri, come se si fosse in pizzeria (dove peraltro si paga il conto)… è anche strano che questa richiesta venga fatta contemporaneamente da un paio di commentatori, guarda caso un paio di giorni dopo che questo blog si è evidenziato, insieme ad altri, nel contrastare, almeno per il momento, un’iniziativa oscena ed eretica come quella di Torino. Uno magari potrebbe pensare male e mettere questa cosa in relazione con quei “consigli” giuridici che sono arrivati pochi giorni fa: questo blog dà fastidio a molti, e si prova in vari modi a contrastarlo.

    Comunque, faccio presente che a Fatima la Madonna spiegò ai tre pastorelli, dopo la visione delle anime all’Inferno, che “i peccati che portano più anime all’Inferno sono i peccati di carne”; e sappiamo che Suor Lucia poi fece sapere al card. Caffarra che lo scontro finale con Satana sarebbe stato sulla famiglia. Lo sconcio che si vede nella società e nella Chiesa, tutto volto a sporcare la castità, sia essa in senso stretto o quella sponsale, per non parlare del genocidio di bambini causato dall’aborto, vero e proprio contro-sacramento di Satana, aborto che dei peccati sessuali è strettamente figlio, sono tutte cose perfettamente coerenti con quell’avviso di Maria. Quindi è chiaro che i problemi sono molti, i temi sono vari, ma la priorità sta lì. Inoltre Costanza è autrice di libri, in particolare sul matrimonio; è stata tra i leader dei Family Day ed è ragionevole che qui ci siano molti commentatori del popolo dei Family Day: è del tutto naturale che ci sia una sensibilità specifica su questi temi. O no?

    Ora, a me piacerebbe che Exdc, Guendalina e Trolley avessero la cortesia e la correttezza di rispondere a questa obiezione: se siete cattolici e credete nelle mariofanie, vorrei sapere per quale motivo voi ritenete di saperne di più. Se non ci credete, e non siete cattolici, gradirei (e sono certo di parlare non solo per me) che lo faceste presente in modo chiaro, almeno così ci regoliamo. Come dice anto sopra, si può solo pregare, in certi casi.

    1. Non per nulla Maria a Fatima ha fatto l’affermazione che hai riportato…

      Romani 7

      14 Sappiamo infatti che la legge è spirituale, mentre io sono di carne, venduto come schiavo del peccato. 15 Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto. 16 Ora, se faccio quello che non voglio, io riconosco che la legge è buona; 17 quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. 18 Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c’è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; 19 infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. 20 Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. 21 Io trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. 22 Infatti acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, 23 ma nelle mie membra vedo un’altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. 24 Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? 25 Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque, con la mente, servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del peccato.

      “Uccidendo”, alienando, negando l’Uomo la sua parte spirituale, cosa resta?
      E’ chiaro che il domino della carne a scapito dello spirito, non ha risvolti solo nella sfera sessuale, ma questo lato dell’umanità ha a che fare più di altri con istinti primordiali ed è per così dire “alla portata di tutti” e tanti può portare all’inganno.

    2. Guendalina D'Alba

      Se la sig.ra Miriano mi offre ancora un po’ di spazio… solo per rispondere, per educazione, a chi direttamente mi interpella:
      non credo alle mariofanie… né a quelle riconosciute dalla Chiesa, né, tanto meno, a quelle che ancora neppure la Chiesa ha riconosciuto. In ciò, tra tante mie domande e dubbi, devo dire che so di essere perfettamente in linea con il Magistero, che mai ha definito le apparizioni mariane come dogma di fede e in ciò confortata anche dagli scritti di Papa benedetto XVI, quando era ancora Prefetto per la Congregazione della Fede e si trovò a commentare la divulgazione del terzo mistero di Fatima.
      Secondariamente… so di essere in casa d’altri… pensavo di amici e, come amici, di poter suggerire… SOLTANTO SUGGERIRE… nuovi spunti di conversazione…consapevole che ci troviamo su un blog che, sicuramente, ha un’attenzione particolare ai temi della famiglia…ecco, pensavo che una casa (una famiglia) ha tante camere… non solo la camera da letto matrimoniale… e in ogni camera si svolge un pezzo di vita familiare… solo questo… ma che sono un’ospite mi è ben chiaro… tanto che la mia decisione di non occupare più spazio o tempo alla padrona di casa ed agli altri suoi ospiti nasce proprio dalle regole di buona educazione e di rispetto che i miei genitori mi hanno insegnato da usare in casa d’altri.
      Infine, l’ultima domanda: “sei cattolica?” Anche a me non piacciono le religioni fai da te… quindi, oggi, ti rispondo… no… non voglio usurpare un titolo che oggi non mi appartiene… ma se penso di continuare a seguirvi… anche se a non commentare… forse… come ho già detto in passato… sento la nostalgia delle mie radici cristiane… forse… a un certo punto… il figlio maggiore e divenuto figliuol prodigo… ma il futuro è nelle mani del Signore, giusto?
      Basta… ora ho veramente abusato della pazienza della Sig.ra Miriano e di tutti voi… quindi non mi rimane che salutarvi veramente con stima… anche se le idee spesso son molto diverse…buona continuazione a tutti, saluti, Guendalina.

      1. Alex

        si, ci sono passato anche io. Per mettere Dio al primo posto occorre mettere tutto il resto al secondo..ergo fare una specie di salto nel buio. Io ad un certo punto mi sono chiesto: ma ci credi o no nel Dio creatore, ti fidi di lui? Io risposi di no, che non mi fidavo di lui, che non ero disposto a rinunciare al mio mondo per lui.
        Oggi dopo anni mi chiedo perchè ci misi tanto ad arrendermi all’amore di Dio. Quegli anni lontano dal suo amore sono stati anni persi, anni di disperazione e sconforto. Davvero Dio non ti toglie nulla di quello che davvero serve..tutto ciò che bramavo da ateo era ciò che il diavolo mi faceva amare. Un po come la droga del tossicodipendente.
        Oggi credo in Dio e nulla si frappone tra me e lui, certo che quello che Dio ci invita a mettere da parte è quello che davvero è il veleno di cui moriremmo. Oggi mi fido di Dio, so che posso contare su di lui al 1000%
        In parole povere (citando Giovanni Paolo II, mio bersaglio n° 1 ai tempi dell’ateismo): aprite..spalancate le porte a Cristo!
        ; )

        Ps. prove dell’esistenza di Dio la scienza ce ne da in continuazione(gli stessi miracoli sono verificati e confermati dalla scienza, come a Lourdes ad esempio), inoltre la stragrande maggioranza dei più grandi scienziati (specie quelli più grandi) erano e sono credenti. Dio davvero esiste. Chi non crede non ha scuse..lo fa per fede, non per prove razionali (“poca scienza allonatana da Dio, tanta scienza riavvicina a lui”..diceva Pasteur, padre della microbiologia)
        Dio esiste e non mente. Vale quindi la pena dedicargli tutto il tempo che vale. Ovvero la nostra esistenza, nulla di meno.

        Pace e bene, buona vita.

        1. Alex. Dalle sue parole Guendalina non mi sembra un’atea… Più che altro non riconosce la Chiesa. Anch’io “fui protestante” 😂 ovvero praticamente credevo a tutto quello che diceva la Chiesa eccetto che per qualche dottrina protestante (scelta da me medesima o meglio dalla propaganda ateista che me l’aveva propinata), credevo “spiritualmente” al Papa (correggendo alcune sue affermazioni in senso protestante), credevo ai dogmi (non sapendo che erano dogmi)… MA non credevo alla Chiesa cioè non credevo all’ente-organismo che aveva conservato e trasmesso per 2000 anni tutto ciò a cui avevo deciso di credere o di non credere (a seconda dell’argomento).
          Penso che il mio caso sia abbastanza tipico e diffuso. Mentre gli atei sono meno diffusi…

          1. @Guendalina
            In ciò, tra tante mie domande e dubbi, devo dire che so di essere perfettamente in linea con il Magistero, che mai ha definito le apparizioni mariane come dogma di fede e in ciò confortata anche dagli scritti di Papa benedetto XVI, quando era ancora Prefetto per la Congregazione della Fede e si trovò a commentare la divulgazione del terzo mistero di Fatima.

            No, Guendalina, tu non sei in perfetta linea con il Magistero. Mi rendo conto che l’errore che hai appena sostenuto, purtroppo, è frutto anche dell’insegnamento di molti preti. Ma non è così. Il Magistero distingue tra Rivelazione pubblica e rivelazioni private per sottolineare varie differenze fondamentali: p.es. che la prima è conclusa, e quindi ci è stato detto tutto quello che c’era da dire di definitivo, ed è inerrante; le seconde, dunque, non possono rivelare cose nuove (tanto meno contraddittorie), ma sono utili per comprendere questioni importanti relative al tempo che viviamo. Dice Ratzinger (che tu hai citato molto parzialmente) a proposito:

            Un tale messaggio può essere un valido aiuto per comprendere e vivere meglio il Vangelo nell’ora attuale; perciò non lo si deve trascurare.

            Se la Chiesa pronuncia il suo “constat del supernaturalitate”, essa ingaggia l’autorità del Papa, seppur in modo non infallibile (oltretutto, non si crede solo per “dogma”). Ratzinger dice che i fedeli possono anche non crederci, ma non a capocchia: devono farlo per “valide ragioni” e con la “dovuta modestia”. Nel momento in cui il messaggio mariano (qui parlo dell’attacco alla famiglia) è abbondantemente confermato dai fatti, include profezie storiche che si sono già in parte verificate, è preso in seria considerazione da papi, come GPII e BXVI che ci hanno evidentemente modellato sopra parte del proprio Magistero, e da altre figure di spicco nella Chiesa, come il citato card. Caffarra, ma qui la lista sarebbe lunghissima e include santi come Madre Teresa di Calcutta, non vedo né le “valide ragioni” né la “dovuta modestia”; per questo io parlo di presunzione.

            Alcuni contenuti di queste rivelazioni possono non essere perfettamente chiari neanche dopo la proclamazione dell’autenticità della mariofania: è questo, per esempio, il caso del Terzo Segreto (al netto di un comportamento poco chiaro di molti nella Chiesa); questa però è una valutazione che può essere fatta sui singoli argomenti della rivelazione e non su tutta (come ho appena detto, sulle parti dove il messaggio è chiaro e verificato dai fatti). È certamente errato “attaccarsi” ad una rivelazione privata per fare previsioni puntuali su eventi che dovrebbero verificarsi in futuro; a questo proposito dice ancora Ratzinger:

            In ogni tempo è dato alla Chiesa il carisma della profezia, che deve essere esaminato, ma che
            anche non può essere disprezzato. Al riguardo occorre tener presente che la profezia nel
            senso della Bibbia non significa predire il futuro, ma spiegare la volontà di Dio per il presente e
            quindi mostrare la retta via verso il futuro.

            Ma se qualcuno pensa che siano cose antiche e superate, si sbaglia di grosso:

            In questo senso si può collegare il carisma della profezia con la categoria dei “segni del tempo”, che è stata rimessa in luce dal Vaticano II: “… Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?” (Lc 12, 56). Per “segni del tempo” in questa parola di Gesù si deve intendere il suo proprio cammino, egli stesso. Interpretare i segni del tempo alla luce della fede significa riconoscere la presenza di Cristo in ogni tempo. Nelle rivelazioni private
            riconosciute dalla Chiesa si tratta di questo: aiutarci a comprendere i segni del tempo ed a
            trovare per essi la giusta risposta nella fede
            .

            Senza contare che molte devozioni fondamentali nella Chiesa, come quella al Sacro Cuore, originano da rivelazioni private.

            Le citazioni di Ratzinger sono prese da qui:

            http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/22012.html

            non voglio usurpare un titolo che oggi non mi appartiene… ma se penso di continuare a seguirvi… anche se a non commentare… forse… come ho già detto in passato… sento la nostalgia delle mie radici cristiane… forse… a un certo punto… il figlio maggiore e divenuto figliuol prodigo… ma il futuro è nelle mani del Signore, giusto?

            Su questo ti ringrazio vivamente per la franchezza, che non sempre vedo qui. La mia domanda non era un giudizio o una chiusura (anzi, non posso che augurarmi che la tua attrazione di ritorno prosegua): è una domanda di chiarezza. Chiarezza che è necessaria perché molti si presentano con affermazioni apodittiche, presentandosi come cattolici e contraddicendo esplicitamente quello che è invece cattolico e che altri difendono.

            Penso che il […] caso sia abbastanza tipico e diffuso.
            Credo che ci sia passata la maggioranza delle persone, me incluso; spesso semplicemente perché non abbiamo avuto un’istruzione sufficiente (perlomeno in certe parti) da chi ce la doveva dare (non solo sui contenuti, ma anche sul metodo con cui valutarli) e poi siamo tutti vittime del bombardamento mediatico.

    3. exdemocristianononpentito

      Ma Fabrizio non portare tutto alle estreme conseguenze, io non pensavo a tutte le implicazioni che hai detto. Io facevo semplicemente una questione di “quantum” di misura. Tutto qua. Se le maiofanie ci dicono che il peccato della carne è quello che porta più anime all’inferno, va bene, parliamone di più. Però mi sembra che si sia andati oltre: che i relativi rhead debbabo essere la maggioranza, OK, ma che debbano essere l’80 – 85 %, mi sembra troppo! E’ il mio senso delle proporzioni che si ribella ad un eccesso. Un po più della metà del totale (il 60 % ad es.) andava bene, ma 3 su 4 thread, mi sembrano veramente troppi.
      Prego ancora l’admin di scusarmi.

  15. Concludo in questo topic una questione in corso con l’utente Digital. Credo che sia utile anche come approfondimento di HV per tutti.
    Digital, relativamente ad alcune affermazioni di Flora Gualdani, ad un certo punto della nostra discussione, scriveva:
    “@ Francesca
    Vedo proprio che non ci capiamo!
    Qua non è in discussione il fatto che le 2 coppie dei 2 casi limite debbano astenersi (al fine di non rischiare una nuova gravidanza) ma il fatto di cosa proporre alle 2 coppie nel caso in cui non vogliano o non siano in grado di vivere quel determinato periodo (cioè fino alla menopausa) in continenza. Ed è proprio il caso delle 2 coppie di cui si sta discutendo.
    Allora, due sono le scelte: 1) chiusura alla vita; 2) apertura alla vita. Il Magistero della Chiesa dice che deve sempre prevalere l’apertura alla vita anche a rischio di una nuova gravidanza che potrebbe comportare la morte della donna.
    Pertanto, qualora la coppia decidesse per la seconda opzione (apertura alla vita) allora i loro atti sessuali sarebbero comunque moralmente leciti perché aperti alla vita e non come dici erroneamente tu peccaminosi! Infatti, per essere tali devono essere chiusi alla vita, cioè, fini a se stessi.

    Ho già dato la mia risposta approfondita sul perché Digital abbia mal interpretato ciò che insegna la Chiesa Cattolica (e di conseguenza abbia mal compreso i casi-limite citati nella lettera della sig. Gualdani).

    Qui aggiungo un’altra puntualizzazione, in particolare per rispondere alla sua (errata) concezione condensata nella frase:
    “Il Magistero della Chiesa dice che deve sempre prevalere l’apertura alla vita anche a rischio di una nuova gravidanza che potrebbe comportare la morte della donna”

    Ecco, diciamo che con tale frase Digital mette insieme un bel po’ di errori di interpretazione riguardo al Magistero… e siccome pare che oggi sia cattolici che anticattolici compiano lo stesso errore interpretativo, riporto qui una fonte sicura che ci indica la retta dottrina cattolica.

    Nel precedente post avevo indicato perché la Chiesa indichi l’astensione dai rapporti coniugali come via da seguire nei casi di forte pericolo per la vita della donna (che poi è pericolo anche per il feto) … Rimanere incinta in tali casi è una sfida a Dio (un disprezzo della vita umana), come giustamente afferma la sig.ra Gualdani.

    Qui di seguito riporto una spiegazione “a ritroso” , cioè partendo dalla distinzione tra aborto diretto e aborto indiretto.
    Per la Chiesa e per Humanae Vitae, quello che viene denominato “aborto indiretto” attuato per salvare la vita alla donna è consentito. Nel senso che non costituisce peccato – fermo restando che in quasi tutti i casi (eccetto rare eccezioni) è possibile salvare sia madre che bambino, e la Chiesa indica come via maestra proprio il salvataggio di entrambi anche se ciò dovesse causare alcuni problemi di salute o all’uno o all’altra. (ma appunto qualche problema di salute si può tollerare per poter salvare entrambe le vite. Ricordiamo che per i cristiani la vita è sacra, ed è per questo che combattiamo l’eutanasia).

    Detto questo, ecco la posizione della Chiesa Cattolica:

    https://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=1463

    Copioincollo dal link:

    1. la Chiesa, anche nel n. 14 dell’enciclica Humanae vitae, proibisce sempre l’aborto diretto, e cioè l’interruzione volontaria del processo generativo.
    Vi sono però azioni che estuano in un aborto, ma non si tratta precisamente di un aborto diretto.
    Mi spiego riferendomi proprio al caso di Santa Gianna Beretta Molla.

    2. Le era stato individuato un tumore all’utero.
    La soluzione più ovvia poteva essere quella di asportare l’utero e tollerare l’aborto che ne seguiva.
    L’aborto non sarebbe stato direttamente voluto, ma sarebbe stato solo tollerato.
    Ciò che si sarebbe perseguito, sarebbe stato solo l’eliminazione del tumore. Era infatti l’utero che era malato, non il bambino.
    Purtroppo, concomitantemente alla rimozione del tumore, sarebbe morto anche il bambino.
    Questo effetto abortivo in un’azione di suo buona e doverosa e che mira principalmente ad altro, viene classificato come un aborto indiretto.

    3. Sull’aborto indiretto la Chiesa già dai tempi di Pio XII aveva espresso chiaramente la propria dottrina: “Di proposito abbiamo sempre usato l’espressione “attentato diretto” alla vita di una persona innocente, “uccisione diretta”, perché se, per esempio, la conservazione della vita della futura madre, indipendentemente dall’essere incinta, richiedesse con urgenza un’operazione chirurgica o un’altra terapia che avrebbe, come conseguenza secondaria, in nessun modo voluta o perseguita, ma inevitabile, la morte del feto, un tale atto non potrebbe più essere qualificato come un attentato diretto ad una vita innocente. In queste condizioni, l’operazione può essere lecita, come sarebbero leciti interventi medici similari, purché si tratti di un bene di elevato valore, quale la vita, e che non sia possibile rimandare l’operazione a dopo la nascita del bambino, né far ricorso ad altro rimedio efficace” (26.XI.1951).

    4. L’eroismo di Gianna Beretta Molla è consistito nel fatto di rinunciare al proprio diritto a favore del bambino che doveva nascere.
    Gianna Beretta Molla avrebbe potuto dire: tirate via tutto. E non avrebbe commesso alcun peccato.
    Disse invece: salvate la vita del bambino!
    Come saprai, anche altre mamme, trovatesi nella medesima situazione di Gianna Beretta Molla, hanno preferito portare avanti la gravidanza nella speranza di salvare almeno la vita del bambino. Sono state chiamate “mamme coraggio”.

    —————————–

    Attenzione. Da notare.
    Quando Padre Bellon scrive “il proprio diritto” intende “diritto religioso cristiano cattolico”, non certo diritto stabilito dalla Stato civile.

    Spero di aver contribuito a fare un po’ di chiarezza…
    C’è infatti spesso un misunderstanding sulla frase di HV che si riferisce a “ragioni terapeutiche” in relazione all’aborto diretto volontario, cioè molti fraintendono ed estendono il significato all’aborto indiretto dovuto ad intenzionali azioni terapeutiche. In pratica: si può essere benissimo a conoscenza che una azione terapeutica probabilmente determinerà un aborto (indiretto) ma non per questo si incorre in un peccato.
    Gli atti eroici sono scelte, attuate in determinate circostanze, e sono pure scelte molto ammirevoli e molto ispiranti per tutti, ma non sono un obbligo per i cattolici, e neanche costituiscono l’unica via di santità per una madre.
    (allo stesso modo per una ragazza violentata, non è che l’unica via sia quella di Maria Goretti, e infatti noi non affermiamo che per non commettere peccato bisogna farsi ammazzare dal violentatore. Però riconosciamo il grande valore e la santità specifica di Maria Goretti, come quella di Gianna Beretta Molla).

  16. Giuseppe 79

    Buongiorno,
    Volevo esprimere il mio pensiero al riguardo dei metodi naturali e alle critiche che negli ultimi tempi imperversano.
    Bene io e mia moglie cerchiamo un figlio e siamo sposati da oltre 6 anni…più di un anno fa ci siamo ritrovati un un centro per la fertilità per eseguire degli esami. Ignari di tutto, abbiamo fatto gli esami, al primo colloquio ci siamo sentiti dire “perfetto va tutto bene, perfetti per la fecondazione assistita ” come per dire non sei malato ma ti do lo stesso le medicine e ancora per finire ” vuol dire che se non volete farla non avete l’urgenza per
    Cui sarà meglio che fate spazio ad altri “. Ecco secondi loro, noi un figlio non lo desideravamo, non lo volevamo “abbastanza”non era urgente, loro “che potevano tutto e noi rifiutavamo.”?E inutile dirvi il dolore che ci hanno causato queste parole…ma gli uomini di Dio non hanno tardato ad arrivare ecco una dottoressa e un’amica insegnanti di metodi naturali, ecco come l’approccio alla nuova vita, alla ricerca dell’amore, al dono completo verso l’altro è cambiato radicalmente. Ecco Una dottoressa che si è anzitutto preoccupata della
    Salute di mia moglie, dell’attenzione alla Donna andando alla radice dei problemi non agirarli.
    Bene ad oggi questa nuova vita non è ancora arrivata , ma il dono ricevuto da questo cammino è immenso e spero un giorno di testimoniare con tutta l’anima, la verità e la forza dell’humane vitae.
    Grazie alla Signora Costanza per il suo prezioso impegno e per essere testimone coraggiosa.
    Giuseppe

  17. Klaus B

    Non c’entra nulla e mi scuso. Ma ho letto lo strepitoso articolo di Costanza Miriano sulla Verità di oggi sulla scuola e da insegnante non posso attendere per dichiararmi d’accordo al 100%. Ce ne fossero di più di giornalisti che scrivono di scuola con tanta passione e conoscenza dei fatti sarebbe una gran bella cosa. In attesa di riprendere la discussione quando sarà pubblicato sul blog, le mie più sentite felicitazioni all’Autrice.

    1. Lo pubblichiamo stasera. Mi dispiace che il giornale abbia titolato che gli stranieri sono un guaio. io volevo dire che bisogna accoglierli con dei mezzi ragionevoli, non solo a parole.

  18. Klaus B

    La Verità è un bel giornale, soprattutto al sabato e alla domenica quando pubblica sempre storie di persone che vale la pena conoscere, come oggi Nello Frazzetto, ad esempio. Ma indulge troppo ai titoli estremistici e a sensazione. Il che del resto è un male purtroppo comune.

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