Come può la Chiesa chiedere fedeltà al peccato?

di Costanza Miriano

Caro don Gian Luca Carrega,  mi dispiace molto che lei abbia ricevuto in un anno un solo invito a un matrimonio (non si dice “tradizionale” come scrive la Stampa: è l’unico matrimonio possibile, quello senza aggettivi, quello sacramentale, quello fra un uomo e una donna) e ben tre unioni civili, che lei definisce gay, e che invece si chiamano omosessuali, perché gay è una parola supina all’ideologia omosessualista. I gay infatti non sono affatto più contenti della media delle persone.

Mi dispiace molto per lei, ma si faccia due domande. Forse lei non è abbastanza credibile, come sacerdote. Forse non profuma di Cristo, forse nessuno attraverso di lei segue la proposta di fede della Chiesa perché lei non fa evangelizzazione per inseguimento, come vuole il Papa. Forse attrae solo un determinato tipo di persone perché lei gliela manda per il verso loro: cioè dice loro che va bene così, che va bene quello che stanno vivendo, che nella vita è tutto uguale purché si stia bene. Che non c’è bene e male assoluto. Discerniamo. Non è questo il compito di un pastore, di un sacerdote. Il suo compito sarebbe quello di annunciare la Verità di ogni uomo, che è Cristo.

Adesso si mette a fare anche dei corsi per invitare queste persone alla fedeltà di coppia omosessuale. Cioè lei invita ad essere fedeli al peccato. Un intento diabolico, direi. Un uomo che cerca di essere casto, un omosessuale che cerca Dio, come dice il Papa, se ogni tanto cade – anche in rapporti occasionali – se si pente e si confessa può accedere all’eucaristia. Uno che ha come programma di vita quello di peccare tutti i giorni finché morte non lo separi, no.

Siamo d’accordo che – in generale – la fedeltà sarebbe meglio della promiscuità. Ma siamo sul piano dei valori. Per insegnare questo bastano i corsi di affettività della buona scuola, basta la Fedeli, bastano la buona educazione, il buon senso, il moralismo. Me li può insegnare anche un ateo, anche un buddista, se è per questo. Lei invece è un sacerdote della Chiesa Cattolica, lei deve testimoniare l’incontro con Cristo e renderlo possibile anche a noi, suo popolo. Lei ha la responsabilità di tramandare ai nostri figli il deposito della fede, quella per cui sono morti gli apostoli e i martiri in duemila anni. Non è roba sua. Non si può permettere di farne strame. Non può entrare come una volpe nel pollaio.

Se vuole veramente il bene di queste persone li inviti a fare percorsi come quelli di Courage, che proprio a Torino ha già salvato tante persone, o Luca Di Tolve, non dica loro di rimanere dove stanno perché per far quello non serve il sangue versato da Cristo per loro.

Lei dice che non si è posto il problema delle camere, se singole o doppie, da dare ai partecipanti al suo corso, ma che essendo un convento probabilmente darete solo celle singole. Be’, la informo, se non lo sa, che invece tra due sposi veri l’unione sessuale è uno dei momenti più santi, voluto da Dio, talmente bello che a quell’unione è affidata la generazione di nuove creature, nuovi possibili figli di Dio. Agli sposi veri non solo si potrebbe, anzi si dovrebbe dare una stanza doppia. Lei, manco le basi, proprio.

Mi chiedo se il suo Vescovo, monsignor Cesare Nosiglia, lo sa. Lo sa che lei invita queste coppie ad avere rapporti sessuali stabili e continuativi e necessariamente sempre chiusi alla vita, contrari a tutto quello che Dio ha pensato nel suo disegno di amore per l’uomo? E se lo sa, perché non prende provvedimenti, il Vescovo? Lei sta invitando queste persone a vivere sempre più stabilmente nel loro peccato. Non so se i suoi studi di teologia l’hanno portata a vette troppo alte, tanto da farle dimenticare la prima lezione di catechismo. Il peccato originale è credere di sapere noi da soli cosa sia il bene e cosa sia il male. Per questo siamo nella Chiesa, per essere certi che quello in cui crediamo non sia un parto della nostra fantasia.

Lei dovrebbe prima capire e poi insegnare che il peccato è il nostro male, ci fa soffrire, ci fa sbagliare mira, ci fa rimanere nel nostro vomito, come diceva santa Caterina. E lei ha la responsabilità della felicità e della salvezza eterna di quelle anime. Lei ha studiato e persino insegna teologia, lei non può non sapere. O forse la pensa come il gesuita James Martin, che dice che il Catechismo istiga al suicidio. Non avete capito manco che la legge di Dio è per la felicità dell’uomo? Ma quanto può essere frustrante essere sacerdote, vivere la castità, pensando questo?

Lei dice di essere eterosessuale. Non so, ma anche questa parola è sbagliata. Nessuno può dire di sé né di essere omo né eterosessuale. Siamo persone e basta. E il disegno di Dio è che i suoi figli siano maschio e femmina. Basta. Se per delle ferite o per le misteriose vicende della vita qualcuno si allontana da questo piano, compiendo per questo atti intrinsecamente disordinati (CCC), un vero pastore non invita dei figli di Dio a rimanere nelle loro ferite, ma li aiuta a guarire.

Finché non cambia il Catechismo, lei deve obbedire. Oppure lasci il sacerdozio. Il Magistero della Chiesa non è roba sua e non può farne quello che vuole.

Pensa di riempire le chiese, così? Pensa di far salire l’audience? Non mi pare che stia funzionando.

Trovo insopportabile questo modo di cercare di cambiare la dottrina senza averne l’aria: abbia il coraggio di sollevare la questione, faccia cambiare il Catechismo, oppure fondi una sua chiesa. I Carregani. In bocca al lupo.

E da parte di un sacerdote missionario santo che sta dall’altra parte dell’Oceano, le devo recapitare questo messaggio. Lei è uno zitellone. Lei non è innamorato di Cristo. Il suo cuore non è pieno di Lui. È per questo che si cerca le amanti: la teologia, le sue idee, la fama, lo stare sui giornali, non so, non la conosco abbastanza. Il punto è che al centro del suo cuore non c’è Cristo. Riferisco il messaggio di una persona che per la fedeltà alla sua vocazione si è giocato la vita piangendo sangue, convinto che non è tutto uguale, che non va tutto bene, che c’è una legge a spiegarci come siamo fatti. Mi ha detto di dirle che prega per lei.

 

116 pensieri su “Come può la Chiesa chiedere fedeltà al peccato?

  1. Maria

    Standing ovation, Costanza. Mi hai fatto commuovere. C’è sempre più bisogno di persone disposte a combattere, e tu lo hai fatto con questa appassionata difesa della retta dottrina cattolica.
    Sei un esempio da seguire!

  2. Se vuole veramente il bene di queste persone li inviti a fare percorsi come quelli di Courage, che proprio a Torino ha già salvato tante persone, o Luca Di Tolve,

    Luca di Tolve è già stato sistemato preventivamente:

    Non sono – ci tiene a precisare don Carrega – corsi per redimere, per recuperare a una presunta sana normalità chi invece se ne sarebbe allontanato (dal Corriere)

    E per quanto riguarda il vescovo:

    Ma lui [don Carrega] agisce in nome e per conto della diocesi, è uno dei pochissimi con un incarico ufficiale di questo tipo in Italia. (dalla Stampa)

    Per quanto riguarda il resto della gerarchia, questo è il prete prescelto quest’anno per gli esercizi spirituali della Curia:

    https://www.corrispondenzaromana.it/papa-francesco-apre-le-porte-alla-teologia-queer/

    Papa Francesco apre le porte della Chiesa cattolica alla “teologia queer”? La domanda sorge spontanea dopo aver appreso che a guidare gli imminenti e oramai tradizionali esercizi spirituali di Ariccia rivolti allo stesso Papa Bergoglio e ai membri della Curia romana è stato chiamato il sacerdote-poeta portoghese José Tolentino de Mendonça, conosciuto per essere un fan di Suor Maria Teresa Forcades i Vila, una teologa nota per le sue posizioni “queer” che proprio in questi giorni si trova in Italia per presentare il suo libro “Siamo tutti diversi! Per una teologia Queer”
    […]
    Il pregio di Suor Forcades, sempre secondo Tolentino de Mendonça, sarebbe dunque quello di aver messo in evidenza l’importanza dell’etica della relazione libera da norme rigide e codificate: “Teresa Forcades i Vila ci ricorda la cosa essenziale: che Gesù di Nazareth non ha codificato né regolato. Gesù visse. Cioè, ha costruito un’etica della relazione; somatizzava la poetica del suo messaggio nella visibilità della sua carne; espose come premessa il proprio corpo”.

  3. claudia

    ho appena finito di leggere Matteo 18 e, di conseguenza, CCC2284-2287 (credo che sia uguale in USA e altrove, comunque sugli scandali nella comunità). sto seguendo un corso sul Vangelo di San Matteo (in Chiesa) e uno sull’Inferno di Dante (alla Universita). sono al canto XIX, quello dove stanno i papi a testa in giu in una infernale parodia della Pentecoste. durante il week end ho avuto un sacco di problemi con un saggio di un accademico americano che avvicina Dante ai Fraticelli (Francescani Spirituali del 1300, parzialmente considerati eretici). l’autore, cristiano protestante, dichiara all’improvviso nel saggio che le tendenze di Dante anticipano le proposte della Riforma. ho speso il week end a dimostrare a me stessa con altre letture che Dante ama la Chiesa almeno quanto la amo io, nonostante ci fossero corruzione e altri misfatti, e che non sta attaccandola come istituzione, ne` cercando di eliminarla, anche se le sue parole sono davvero di fuoco.
    ora leggendo il tuo blog credo di capire il punto del saggista e di Dante, che amava la Chiesa, ma che non poteva evitare di attaccare violentemente le scelte economiche e l’operato del papato corrotto. capisco anche le tue parole che sono di fuoco e bruciano. come accettare qualcosa che può davvero essere scandaloso e dannoso per la comunità`? dobbiamo buttare il Catechismo? ma allora che facciamo del capitolo 18 di Matteo? quelle sono parole di Gesù, mica le possiamo buttare! consiglio a tutti di leggerlo, se non lo ricordano. trovo interessante che Gesù, in Matteo, parla nello stesso capitolo di eliminare dalla comunità` chi può portare scandalo e nello stesso tempo dell’importanza di perdonare sempre. non credo che l’uno escluda l’altro. mi pare che tutt’e due vadano applicati insieme e con lo stesso fervore e mi pare che le tue parole lo provino. la tua preoccupazione non e` mossa da odio, ma da amore. una reazione severa, come dice il commento al mio Vangelo, ha sempre un fine pastorale: potrebbe salvare quell’anima che non vede, le anime di coloro che lo seguono nell’errore ed e` comunque operata nella SPERANZA che quell’anima persa si penta e riconcilii con la Chiesa. prego per don Carrega che Dio gli apra gli occhi e gli faccia ritrovare la strada perduta.
    grazie della tua chiarezza. non farti fermare da chi non capisce che ogni discepolo e` chiamato anche a cercare di recuperare chi si smarrisce. GOD BLESS YOU, come dicono qui 🙂
    (incredibile come cose che di solito non stanno insieme, Dante, Catechismo, Blogs, si raccolgono in un immagine precisa, quando si chiede l’aiuto di Dio)

  4. Benedetta

    Non ricordo dove nel Vangelo Gesù sia così censore, ne’ dove il CCC approvi il giudizio.
    Amo la Chiesa che mi accoglie con le sue colonne (anche fisiche a San Pietro) con un assassino (san Paolo) e un traditore (san Pietro).

    E se insegnare la bellezza della fedeltà fosse una strada per dire la Bellezza di Dio e camminare verso una conversione?
    Ho solo presente un Papa che dice “chi sono io per giudicare?” E se lo dice il Papa….. sono forse io migliore?

    Buon cammino a tutti, a chi fa più fatica e a chi ha la verità in tasca. Perché la dispensi con la dolcezza di Gesù e non con la rigidezza dei farisei.

    1. Grazie Costanza
      Eccezionale, nei contenuti e nel tono, perfettamente equilibrati. Ridà fiducia.
      Queste tristissime vicende sono gravi perché sono scandalo (penso ai miei figli, ma non solo) e perché creano ulteriore confusione.
      E chi non ricorda, rilegga.
      Buona settimana e buon lavoro.
      Paola
      P. S. Grazie anche a Claudia

    2. fra' Centanni

      Ecco qui, dove Gesù censura e condanna senza mezze misure chi da scandalo e chi si ostina nel male: dal Vangelo secondo Matteo, capitolo 18: “6Chi invece scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare. 7Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo”!
      E poi qui: “15Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 16se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. 17Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. 18In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo”.

      Vede, cara Benedetta, la fedeltà, in sé, è come la forza: non è né buona né cattiva. Bisogna valutare il fine al cui servizio viene messa la fedeltà. Essere fedeli in una relazione omoerotica è come essere fedeli al proprio spacciatore di riferimento. Non è ‘sta gran cosa, anzi, è proprio una boiata.

      1. @Fra’ devo riconoscere che oggi sei stato molto contenuto nei toni 😉
        magari lo sarò meno io, infatti quello di cui si parla non è solo un “boiata”…

        É un vero abominio! É proporre di legarsi in ETERNO al proprio peccato (perché la vita non termina con la nostra morte)!
        É scegliere Satana e le sue seduzioni al posto di Dio, sceglierlo come padre (Gv 8, 43-44)
        Giacché è Dio che dona la fedeltà agli Sposi vivendo la loro personale fedeltà a Cristo, chi può donare “fedeltà” ad una coppia omoerotica che rompe la personale fedeltà a Cristo con il peccato abbracciato in piena consapevolezza per una vita?
        É stolto se non diabolico pensare che un cammino che ha come obiettivo vivere nella fedeltà al proprio peccato, possa essere la PREMESSA per un qualunque cammino di conversione.
        Pentirsi e credere al Vangelo questa è l’unica premessa possibile!

        1. @ Bariom…..condivido….stare e rimanere nel peccato è la più grande tristezza…..comprendere le conseguenze del peccato,che fa stare male…..c’è solo una soluzione pentirsi e tornare a Cristo…
          Un cuore contriti Cristo Gesù non rifiuta mai.Ha dato la Sua Vita per tutti e per questo..
          Convertirsi e credere al Vangelo.
          Buona serata a te e a tutti voi…..
          (in questo momento leggo poco i vostri commenti ho problema agli occhi….passera…)

    3. Gian Piero

      @Benedetta
      La verita’nessuno l’ha in tasca.
      Pero’ noi cristiani crediamo che la Verita’esiste ed e’stata rivelata al mondo da Cristo, che e’Dio, e la verita rivelata da Cristo non e’relativa e non muta col mutare delle mode. Il Vangelo,dalla morte di San Giovanni Battista per testimoniare la verita’ fino allaproclamazione di Gesu’,davanti a Pilato “Io sono venuto al mondo per rendere testimonianza alla Verita’, ci mostra che il bene esiste ed esiste anche il suo contrario, il peccato. Esiste chi muore, da’la vita per testimoniare l a Verita’e il bene, ed esiste chi invece trova per se’stesso e per gli altri giustificazioni ed attenuanti per cpntinuare a vivere nel peccato.Giovanni Battista disse ad Erode che non gli era lecito fare quello che stava facendo con la moglie di suo fratello e mori’per questo.
      La Chiesa oggi deve testimoniare la Verita’e deve dire chiaramente a chi
      compie atti peccaminosi Non ti e’ lecito farlo. Lo puo’dire con dolcezza e rispetto ma deve dirlo, deve testimoniare che nel peccato non c’e’vero bene.Anche a costo del martirio.
      Fare corsi sulla fedelta’del rapporto omosessuale, vuol dire fare corsi sulla fedelta’al peccato. Gesu’ non accoglieva con “dolcezza”il peccato, com e dici tu, altrimenti non avrebbe preso a nerbate I mercanti del Tempio, e non avrebbe tante volte messo in guardia I discepoli dal seguire la mentalita’del mo n do.
      Gesu’non era uno sdolcinato sentimentale stile “compagnone”come lo.vogliono fare apparire oggi, ma un maestro di verita’.
      Percio’Benedetta, la tua dicotomia fra un Gesu’ dolce ed accogliente e uma Chiesa rigida e farisaica e’una falsa dicotomia:la Chiesa di Cristo e’testimone della Verita’in ogni tempo seguendo l’esempio di Gesu’.Nel nostro tempo in cui tanti seguono vie di menzogna e si dannano perche’nessuno dice loro chiaramente dove e’il bene, oggi piu’che mai c’e’bisogno di testimoni non di complici col male.
      La frase del papa Chi sono io per giudicare…non va intesa in senso relativistico, che la Chiesa non deve piu’discriminare fra bene e male.
      Del resto il.papa parla sempre di “discernimento”e il.discernimento e’un giudizio, si fa discernimento quando si deve decidere se scegliere una via piuttosto che un altra.

    4. Valeria Veschini

      Buongiorno,
      volevo solo ricordare che Gesù, quando è stato necessario, non è stato poi molto dolce…
      Chiama i farisei “sepolcri imbiancati”, fa una frusta di cordicelle per scacciare i venditori dal tempio e rovescia i banchi dei cambiavalute, dice “lo zelo per la tua casa mi divora”.
      Anche Giovanni Battista chiama i farisei e i sadducei “razza di vipere…”
      Quando è necessario (e direi che in questo caso è assolutamente indispensabile) si può e si deve essere duri.
      Grazie Costanza per la tua forza e il tuo coraggio. Io non so scrivere né tantomeno parlare come te, ma sono sempre d’accordo su tutto quello che scrivi e su come lo scrivi. Si percepisce benissimo che dietro questa durezza c’è un amore profondo per la Santa Madre Chiesa e per tutti i suoi figli, anche per quelli che si trovano in errore.
      Valeria

    5. Cara Benedetta, secondo me il Vangelo e il Catechismo tu non li leggi da molto, molto tempo….e questo è quanto. E non basta neanche leggerli : bastasse leggerli…..non ci sarebbe tutta questa confusione e la Chiesa sarebbe una sposa bella, dolce, fedele, premurosa, attenta, fresca…

      Che dire, non ho nulla da dire : mi viene solo da piangere, perchè non ho capito mai nulla, e proprio quando penso di aver capito, il Signore è sempre un passo avanti a me…ed è giusto così !

      Ti auguro la conversione del cuore, la conversione quotidiana e che il Signore metta la Sua mano e la Sua Fede su di te e sulla persona che hai scelto di amare.

      Il Signore ti dia pace ! 🙂

    6. Niko

      L’assassino è stato accecato e disarcionato, il traditore ha pianto lacrime amare, entrambi si sono pentiti e l’uno ha smesso di uccidere mentre l’altro ha smesso di tradire.

      Qui si pretende che il cammello passi per la cruna dell’ago!

    7. giovi

      Cara Benedetta, altri ti hanno risposto nel merito, ma voglio sottolineare che veramente non se ne può più di quelli che accusano gli altri di “avere la verità in tasca”, presentandosi con la loro personale,farisaica e rigidissima e indiscutibile e niente affatto dolce , verità in tasca!

    8. Gigliola

      Gesù era dolcissimo, ma, davanti ai mercanti del Tempio, ha usato la frusta… non dimentichiamocelo. E che cosa c’è di più ipocrita di chi fa parte della Chiesa ma poi ne sconfessa gli insegnamenti? E che cosa dice il CCC sull’omosessualità? E chi è CHIUNQUE per dire qualcosa di diverso dal CCC?

    9. @ Benedetta…..personalmente la prima volta che ho sentito dire dal Papa Bergoglio……..chi sono io per giudicare !!!…….era una lancia nel mio cuore…..Perché ?? spiego con le mie povere parole…..Un buon Papa che vuole il bene delle anime e la loro salvezza, deve dire qual ‘è il bene e qual’è il male parlarne al popolo chiaramente….
      Dio è misericordioso vero…ma non dimenticare che è giustizia……cambia tutto.

      1. Francesco Paolo Vatti

        Però il Papa aveva messo anche una premessa non proprio da poco, che viene spesso dimenticata: se cerca Dio. Dio lo si cerca anche astenendosi da rapporti di questo tipo.

    10. Valeria

      Paolo era un assassino e Pietro un traditore ma erano pentiti, ed è questo che fa la differenza, come insegna la parabola del figliol prodigo. Diversamente si è come Guida e i Vangeli non hanno paura di essere considerati dei farisei a giudicarlo.

    11. Alex

      @BENEDETTA

      Corinzi 9:11

      “Non sapete che gl’ingiusti non erediteranno il regno di Dio?
      Non v’illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né SODOMITI, 10 né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio.”

      E’ vero che i due apostoli sono stati peccatori , ma dimentichi che si sono pentiti amaramente e si sono per questo salvati. Gesù stesso appare a San Paolo e gli dice “perchè perseguiti la mia Chiesa?” Proprio in quel momento Gesù giudica Paolo per quello che è : un nemico di Dio. E lo invita a tornare al padre, a convertirsi.

      L’inferno esiste ed è eterno. Non dobbiamo giudicare ma indicare CHIARA la verità ed il bene.
      Cosa che i vertici della Chiesa da qualche anno si dimenticano di fare, pur di compiacere il mondo. Non a caso giornali tradizionalmente avversi alla Chiesa sono diventati l’organo ufficiale della Santa Sede..addirittura il Manifesto titolava “Parole Sante” quando Bergoglio lodava la legge sull’eutanasia(leggi “contro l’accanimento terapeutico” ma già di fatto la più libertaria legge del mondo in materia di eutanasia). E che dire della comunione ai divorziati, del sacerdozio femminile, della rivalutazione di Lutero (scomunicato fino a ieri, oggi accolto con tutti gli onori in Vaticano), sulle coppie gay benedette in chiesa, sulle grigliate di carne (porchetta) davanti all’altare , sui balli di gruppo (con suore cubiste) in chiesa, sul silenzio nei confronti del genocidio di cristiani in Siria, sulla persecuzione dei sacerdoti tradizionalisti (Don Minutella scomunicato, Ordine francescani dell’immacolata commissariati, Cavalieri di Malta commissariati,..). E ce ne sarebbero molte altre da dire..

    12. Dante Salme'

      Scusate, dove è scritto che San Paolo è un assassino? Forse perchè qualcuno congettura che avesse assistito alla lapidazione di Santo Stefano? Mi pare poco, se non sbaglio del tutto. San Paolo non ha mai avuto pietà per se stesso, e ci avrebbe detto tutto.

    13. Roberto

      Questa “dolcezza” di Gesù, sinceramente non capisco dove certi la vanno a trovare. I farisei Gesù li apostrofava in pubblico con espressioni quali “sepolcri imbiancati, che fuori risplendono e dentro sono marciume” e “razza di vipere”: se vi sembra un parlare “dolce”… E poi vorrei far notare che “non giudicare” non vuol dire “non correggere” o “non dire la verità” a chi sbaglia, anche con la “dolcezza” di Gesù… e uso proprio la parola “sbaglia”, perchè la verità nessuno ce l’ha in tasca, ma nel Vangelo c’è… o no?

  5. Bruno

    Carissima Costanza grazie non solo per le cose che dici ma per la passione con cui le dici. Grazie per il coraggio che infondi nei nostri cuori e la carica che metti alle nostre giornate per testimoniare con la vita che lo Sposo Gesù non è salito invano sulla croce! Grazie perché ci indichi la via per aprirsi all’azione dello Spirito Santo e giammai essere consenzienti a comportamenti, come questo da te citato, che sull’onda di un presunto progressismo genera una indecente controtestimonianza!

  6. Fabio

    È davvero incredibile come oramai certe Verità debbano esserci ricordate da persone laiche … addirittura ricordate a consacrati in Cristo.
    Grazie Costanza, bellissimo articolo, diretto al punto senza giri di parole. Un abbraccio!

  7. Marco

    Brava! Ho l’impressione che tutti questi personaggi (preti di nuovo corso in prima fila) stanno uscendo dalle loro tane pensando che nel clima attuale la passeranno liscia.

  8. @Benedetta
    Ora basta con i farisei!
    Penso che il 99% delle persone che dicono “chi sono io per giudicare” siano proprio quelle che danno dei “farisei” (senza sapere nemmeno chi sono) a chi invece tenta di seguire il Magistero della Chiesa Cattolica che è in vigore da 2000 anni.
    I farisei di oggi, a mio parere, sono quelli che mettono il fardello a chi cerca di seguire Gesù, cioè, come affermò Lui stesso davanti a Pilato, “la Verità”.
    Per questo concetto che oggi non va giù a tanti prelati e laici, vi prego di rileggere il capitolo sulla Professione di Fede del CCC (http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p1s1c2a2_it.htm), invece di inveire contro chi lo difende, proprio come fece quella parte dei farisei (quelli che avevano paura di perdere il potere e la fama) che discuteva con Gesù.
    Ma chi sono questi poveri farisei. Ai tempi di Gesù, c’era molta confusione e mancava un cosiddetto magistero religioso (che oggi noi cattolici invece abbiamo!!) ed ognuno interpretava le scritture in maniera sua, come più gli piaceva. I farisei sono coloro che hanno garantito la sopravvivenza delle Scritture anche in terra straniera, durante la diaspora. Erano dei laici che amavano la legge di Dio e che istituirono il culto della Parola nelle sinagoghe, o ancora, concetti come gli Angeli, Provvidenza… Gesù stesso “ammette” che i loro insegnamenti sono giusti (“fate e osservate tutte le cose che vi diranno”) ma che loro stessi si comportano diversamente da come insegnano (ipocrisia). E allora, se il comandamento mi dice “non commettere adulterio” è apprezzato da Gesù, perché gli ipocriti di oggi dovrebbero essere quelli che lo difendono e non lo commettono, tentando di spiegare agli altri la bellezza di non commetterlo?
    Vorrei inoltre ricordare che “tra i farisei c’era un uomo chiamato Nicodemo, uno dei capi dei Giudei”… bene proprio a lui Gesù affida una rivelazione incredibile: “in verità vi dico: se uno non nasce da acqua e da Spirito Santo non può entrare nel regno di Dio”. Nicodemo, da fariseo, credeva di ottenere la vita eterna per i propri meriti, ma Gesù gli ricorda che questo NON basta, c’è invece bisogno di un cambiamento radicale che può venire solo dall’Alto. E’ necessario rinascere dall’Alto, e come si fa? La Tradizione degli Apostoli ci fa questo dono attraverso i Sacramenti, la Liturgia, la Parola e la comunione con la Chiesa Cattolica ed i suoi bimillenari insegnamenti. Questi ultimi, così come i Sacramenti, non sono i fardelli o i pesi (le norme farisaiche), ma al contrario sono i doni dello Spirito che dobbiamo accogliere per rinascere dall’Alto. Se io da semplice uomo, quindi con le mie passioni ed i miei istinti, voglio entrare nel Regno di Dio non ce la posso fare: lo dice Gesù a Nicodemo!!
    San Giovanni Bosco, nella sua “Storia Sacra scritta per il popolo e i giovani”, afferma: “I farisei facevano consistere tutta la loro pietà nel portamento esterno, riputando lecita ogni sorta di nequizia, purché si facesse in segreto”. Allora chi sono gli ipocriti di oggi? Quelli che si proclamano Cattolici davanti a tutti (perfino sui giornali), mostrando un bel portamento esterno, ma reputano lecita ogni sorta di deviazione verso la legge morale (vedi omosessualità, eutanasia, aborto, contraccezione, divorzio…). Non quelli che vengono perseguitati (e giudicati) a causa della loro fedeltà alla Parola di Dio.
    E se proprio volete darmi della farisea senza nemmeno conoscermi (giudicandomi eccome!! Non nascondetevi più dietro alla ridicola frase del Papa) allora ne sono orgogliosa, come Paolo che si vanta di essere “ebreo da ebrei, secondo la Legge fariseo”, perché come Nicodemo e Giuseppe di Arimatea altro non cerco di amare il Cristo e la Sua Chiesa, con i suoi meravigliosi e liberanti insegnamenti.
    Per finire, ricordo anche che Gesù ha dissentito solo su alcune questioni dall’interpretazione farisaica della Legge (che invece in sè Lui condivideva appieno, essendo venuto non a toglierla ma a portarla a compimento), ma sulla maggioranza degli aspetti della sua dottrina è perfettamente d’accordo con i farisei e basterebbe leggere il Vangelo e la Mishnah per rendersene conto.
    Rileggete Mt 5,27-28 e ditemi se Gesù non ci chiede ancora di più rispetto a Mosè. Ma ci ha dato Sè stesso, ha emesso lo Spirito, per rendere il nostro giogo leggero. I farisei che hanno creduto in Lui dopo la crocifissione (e sono stati tanti!!) non hanno abolito la Legge, ma l’hanno vissuta in maniera ancora più radicale ed integrale, basti vedere la vita di Saulo e quella di Paolo…

    Pilato ha detto “chi sono io per giudicare” e si è lavato le mani per “piacere alla moltitudine”. Costanza invece ha deciso di non lavarsi le mani di fronte a chi flagella la Verità andando contro il Magistero dell Chiesa, “scandalizzando così tanti piccoli”.

    1. @ Elena …..io non sono brava a scrivere, ma ti ringrazio per quanto hai scritto, perché è verissimo.
      Chi sono io a giudicare ??….è un pugno nel l’anima…..è un si si o un no no…che è diverso…
      Grazie .

  9. Alessandro

    Inviterei l’arcivescovo di Torino mons. Nosiglia a rileggersi la “Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali”, pubblicata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1986:

    http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19861001_homosexual-persons_it.html

    Ne riporto qualche passaggio dei nn. da 12 a 17 (ma son convinto meriti una lettura o rilettura integrale, anzitutto da parte mia):

    “Le persone omosessuali sono chiamate come gli altri cristiani a vivere la castità. Se si dedicano con assiduità a comprendere la natura della chiamata personale di Dio nei loro confronti, esse saranno in grado di celebrare più fedelmente il sacramento della Penitenza, e di ricevere la grazia del Signore, in esso così generosamente offerta, per potersi convertire più pienamente alla sua sequela.

    È evidente, d’altra parte, che una chiara ed efficace trasmissione della dottrina della Chiesa a tutti i fedeli e alla società nel suo complesso dipende in larga misura dal corretto insegnamento e dalla fedeltà di chi esercita il ministero pastorale.
    I Vescovi hanno la responsabilità particolarmente grave di preoccuparsi che i loro collaboratori nel ministero, e soprattutto i sacerdoti, siano rettamente informati e personalmente ben disposti a comunicare a ognuno la dottrina della Chiesa nella sua integrità.

    La particolare sollecitudine e la buona volontà dimostrata da molti sacerdoti e religiosi nella cura pastorale per le persone omosessuali è ammirevole, e questa Congregazione spera che essa non diminuirà. Tali ministri zelanti devono nutrire la CERTEZZA che stanno seguendo fedelmente la volontà del Signore, allorché incoraggiano la persona omosessuale a condurre una vita casta, e ricordano la dignità incomparabile che Dio ha donato anche ad essa.

    Considerando quanto sopra, questa Congregazione desidera chiedere ai Vescovi di essere particolarmente vigilanti nei confronti di quei programmi che di fatto tentano di esercitare una pressione sulla Chiesa perché essa cambi la sua dottrina, anche se a parole talvolta si nega che sia così…

    Questa Congregazione incoraggia pertanto i Vescovi a promuovere, nella loro diocesi, una pastorale verso le persone omosessuali in PIENO ACCORDO con l’insegnamento della Chiesa. Nessun programma pastorale autentico potrà includere organizzazioni, nelle quali persone omosessuali si associno tra loro, senza che sia chiaramente stabilito che l’attività omosessuale è immorale.
    Un atteggiamento veramente pastorale comprenderà la necessità di evitare alle persone omosessuali le occasioni prossime di peccato.

    Vanno incoraggiati quei programmi in cui questi pericoli sono evitati.
    Ma occorre chiarire bene che ogni allontanamento dall’insegnamento della Chiesa, o il silenzio su di esso, nella preoccupazione di offrire una cura pastorale, NON è forma né di autentica attenzione né di valida pastorale.
    SOLO ciò che è VERO può ultimamente essere anche PASTORALE. Quando non si tiene presente la posizione della Chiesa si impedisce che uomini e donne omosessuali ricevano quella cura, di cui hanno bisogno e diritto.

    Un programma pastorale autentico aiuterà le persone omosessuali a tutti i livelli della loro vita spirituale, mediante i sacramenti e in particolare la frequente e sincera confessione sacramentale, mediante la preghiera, la testimonianza, il consiglio e l’aiuto individuale. In tal modo, l’intera comunità cristiana può giungere a riconoscere la sua vocazione ad assistere questi suoi fratelli e queste sue sorelle, evitando loro sia la delusione sia l’isolamento…

    Soprattutto i Vescovi non mancheranno di sollecitare la collaborazione di tutti i teologi cattolici, i quali, insegnando ciò che la Chiesa insegna e approfondendo con le loro riflessioni il significato autentico della sessualità umana e del matrimonio cristiano nel piano divino, nonché delle virtù che esso comporta, potranno così offrire un valido aiuto in questo campo specifico dell’attività pastorale.

    Particolare ATTENZIONE dovranno quindi avere i Vescovi nella scelta dei ministri incaricati di questo delicato compito, in modo che essi, per la loro fedeltà al Magistero e per il loro elevato grado di maturità spirituale e psicologica, possano essere di reale aiuto alle persone omosessuali, per il conseguimento del loro bene integrale. Tali ministri RESPINGERANNO le opinioni teologiche che sono contrarie all’insegnamento della Chiesa e che quindi non possono servire da direttive in campo pastorale.

    Inoltre sarà conveniente promuovere appropriati programmi di catechesi, fondati sulla verità riguardante la sessualità umana, nella sua relazione con la vita della famiglia, così come è insegnata dalla Chiesa. Tali programmi forniscono infatti un ottimo contesto, all’interno del quale può essere trattata anche la questione dell’omosessualità.

    Questa catechesi potrà aiutare anche quelle famiglie, in cui si trovano persone omosessuali, nell’affrontare un problema che le tocca così profondamente.

    Dovrà essere RITIRATO OGNI appoggio a QUALUNQUE organizzazione che cerchi di sovvertire l’insegnamento della Chiesa, che sia AMBIGUA nei suoi confronti, o che lo trascuri completamente.
    Un tale appoggio, o anche l’apparenza di esso, può dare origine a gravi fraintendimenti. Speciale attenzione dovrebbe essere rivolta alla pratica della programmazione di celebrazioni religiose e all’uso di edifici appartenenti alla Chiesa da parte di questi gruppi, compresa la possibilità di disporre delle scuole e degli istituti cattolici di studi superiori. A qualcuno tale permesso di far uso di una proprietà della Chiesa può sembrare solo un gesto di giustizia e di carità, ma in realtà esso è in contraddizione con gli scopi stessi per i quali queste istituzioni sono state fondate, e può essere fonte di malintesi e di SCANDALO.”

  10. alessandra

    ogni occasione è buona vero per ribadire la verità signor Giudici?
    anche lei come invita Costanza riempia l suo cuore di Gesu.
    in tanti mesi anni che seguo non ho mai letto un post suo che non fosse combattivo…
    ci si abitua alla guerra

    1. ogni occasione è buona vero per ribadire la verità signor Giudici?

      Lei fa ironia, ma questa ironia si ritorce contro di lei. Devo dedurre che ci sono occasioni per NON ribadire la verità? Si rilegga San Paolo, nel passo noto come “opportune ed importune”. O quello che ho riportato (viene in questo momento rilanciato anche da altri siti cattolici, come La Fede Quotidiana: http://www.lafedequotidiana.it/i-prossimi-esercizi-spirituali-vaticani-con-un-teologo-vicino-alle-posizioni-della-suora-pro-omosex/) è falso, e allora lo si dimostri; oppure è vero, e allora “oportet ut scandala eveniant” (altro passo evangelico). E poi, visto che è così battagliera, perché non scrive ai due siti che ho indicato per protestare?

      ci si abitua alla guerra
      È questo quello che lei non capisce: noi siamo in guerra. Lo siamo sin dall’epoca del peccato originale e lo saremo fino alla fine dei tempi. Anche questo è nelle Scritture. Negli ultimi tempi il livello dello scontro si è incredibilmente intensificato. Il problema sono quelli che, come lei, invece non capiscono che siamo in guerra. E precipiteremo nel baratro sempre di più finché ognuno non avrà capito che deve prendere il suo posto e combattere, nelle modalità che gli sono confacenti.

      riempia l suo cuore di Gesu.
      E chi è lei per giudicare che non sia già così (questa è una domanda, non è un’affermazione)? Ha il dono del discernimento delle coscienze (via Internet)? Potrebbe giudicare, e anzi dovrebbe giudicare, in funzione del comportamento esterno. Dunque, ritorno alla domanda: quello che ho riportato è falso?

  11. Quanto a don Gianluca Carrega e all’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia che dovrà pronunciarsi sulla balzana quando non eretica (almeno stando alle premesse riportate) proposta, sarebbe utile tornassero o rileggere i Discorsi di Sant’Agostino sui cattivi pastori (Disc. 46) o semplicemente Geremia 23.

    1 «Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo». Oracolo del Signore. 2 Perciò dice il Signore, Dio di Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: «Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io mi occuperò di voi e della malvagità delle vostre azioni. Oracolo del Signore.

    10 «Poiché il paese è pieno di adùlteri; a causa della maledizione tutto il paese è in lutto, si sono inariditi i pascoli della steppa.
    Il loro fine è il male e la loro forza è l’ingiustizia.
    11 Perfino il profeta, perfino il sacerdote sono empi, perfino nella mia casa ho trovato la loro malvagità. Oracolo del Signore.
    12 Perciò la loro strada sarà per essi come sentiero sdrucciolevole,
    saranno sospinti nelle tenebre e cadranno in esse, poiché io manderò su di essi la sventura, nell’anno del loro castigo. Oracolo del Signore.
    13 Tra i profeti di Samaria io ho visto cose stolte.
    Essi profetavano in nome di Baal e traviavano il mio popolo Israele.
    14 Ma tra i profeti di Gerusalemme ho visto cose nefande: commettono adultèri e praticano la menzogna, danno mano ai malfattori, sì che nessuno si converte dalla sua malvagità; per me sono tutti come Sòdoma e i suoi abitanti come Gomorra».
    15 Perciò dice il Signore degli eserciti contro i profeti:
    «Ecco farò loro ingoiare assenzio e bere acque avvelenate, perché dai profeti di Gerusalemme l’empietà si è sparsa su tutto il paese».
    16 Così dice il Signore degli eserciti: «Non ascoltate le parole dei profeti che profetizzano per voi; essi vi fanno credere cose vane, vi annunziano fantasie del loro cuore, non quanto viene dalla bocca del Signore.
    17 Essi dicono a coloro che disprezzano la parola del Signore:
    Voi avrete la pace!
    E a quanti seguono la caparbietà del loro cuore dicono: Non vi coglierà la sventura.
    18 Ma chi ha assistito al consiglio del Signore, chi l’ha visto e ha udito la sua parola? Chi ha ascoltato la sua parola e vi ha obbedito?
    19 Ecco la tempesta del Signore, il suo furore si scatena, una tempesta travolgente si abbatte sul capo dei malvagi.
    20 Non cesserà l’ira del Signore, finché non abbia compiuto e attuato
    i progetti del suo cuore.
    Alla fine dei giorni comprenderete tutto!
    21 Io non ho inviato questi profeti ed essi corrono; non ho parlato a loro
    ed essi profetizzano.
    22 Se hanno assistito al mio consiglio, facciano udire le mie parole al mio popolo e li distolgano dalla loro condotta perversa e dalla malvagità delle loro azioni.
    23 Sono io forse Dio solo da vicino – dice il Signore – e non anche Dio da lontano?
    24 Può forse nascondersi un uomo nei nascondigli senza che io lo veda?
    Non riempio io il cielo e la terra? Parola del Signore.
    25 Ho sentito quanto affermano i profeti che predicono in mio nome menzogne: Ho avuto un sogno, ho avuto un sogno.
    26 Fino a quando ci saranno nel mio popolo profeti che predicono la menzogna e profetizzano gli inganni del loro cuore?
    27 Essi credono di far dimenticare il mio nome al mio popolo con i loro sogni, che si raccontano l’un l’altro, come i loro padri dimenticarono il mio nome per Baal!

    Il mio timore è che questa Parola “antica”, faccia sorridere molti (e molti anche tra chi dovrebbe tra i primi ricordarla) perché purtroppo la si reputa Parola che è poco più che un racconto (simile alle favole) fatto solo di simbologie e “vaghi” insegnamenti morali, ma la realtà è che è una Parola profetica e di ammonimento, VERA per tutti e per ogni tempo.

    Il Tempo della Misericordia aperto da Cristo nella Storia, non potrà mitigare la Giustizia di Dio per chi della Misericordia si sarà fatto beffe o non ne avrà saputo approfittare, con il pentimento e la conversione.

  12. admin @CostanzaMBlog

    Per chi volesse sentire le parole di don Gian Luca Carrega direttamente dalla sua voce

  13. Davide Zanelli

    Cara Costanza,
    il tuo intervento appassionato mi ha commosso fino alle lacrime. Sì, anche io credo che alla fine ne va del sangue versato da Cristo per toglierci dal peccato.
    Essere cattolici non è obbligatorio. Ma non è neanche gratuito: non è che puoi dire, fare e disfare quello che ti pare. Se non erro lo affermò Giuliano Ferrara una decina d’anni fa a sostegno di Benedetto XVI.
    Come ha spiegato qualcuno, quando ci si avvicina all’eresia non c’è più tempo per la diplomazia. Così le tue parole, accanto a quelle di Flora, sono una roba incandescente. La gente ha sete di parole forti e chiare. Oggi più che mai c’è bisogno di una fede che ustiona. E che disturba le coscienze. Perché – ripete quell’ostetrica ottantenne – la via della tiepidezza politically correct è gettonata dalle logiche del mondo ma è altamente sconsigliata dalla Parola di Dio (Ap 3,16).
    La vostra voce fa parte di quel “nuovo femminismo” (Evangelium vitae n. 99) che si sta alzando in piedi. San Giovanni Paolo II diceva che siete voi donne “le sentinelle dell’invisibile”.
    Grazie

  14. Alessandro

    Mica solo don Carrega.

    Siamo al punto che un porporato, nientemeno, e nientemeno che presidente della Conferenza episcopale tedesca, tale cardinale Marx (nomen omen), afferma candidamente che le coppie omosessuali possono, sì, essere benedette dalla Chiesa (“non vedo problemi al riguardo”), ma che questa “benedizione” non può seguire regole (anche liturgiche) generali, valide per tutti, perché bisogna valutare caso per caso, individualmente, con grande sensilità pastorale, visto che la pastorale è fatta per (“accompagnare”) gli individui:

    https://onepeterfive.com/cardinal-marx-opens-the-door-to-blessing-homosexual-unions/

    1. @Alessandro
      D’altronde le posizioni dei vertici della Chiesa tedesca erano note da tempo: Kasper (il teologo “in ginocchio”) ne era il profeta. E oltretutto è un attacco a 360 gradi: Marx ha appena fatto un ulteriore passo anche in favore dell’aborto, ribaltando una questione tedesca decennale, su cui GPII si era pronunciato con reprimende dure. BXVI aveva ovviamente tenuto il punto. Era tanto tempo che aspettavano il momento della rivincita.

      Il card. Marx è nel C9, il gruppo di nove cardinali scelti per “riformare” la Chiesa.

      Tornando alla cronaca, c’è da attendersi che la questione omoeretica dilaghi in varie diocesi: se leggete gli articoli e risalite ai nomi di altri preti e organizzazioni coinvolte, salta fuori Progetto Gionata, che già l’anno scorso fece un “passettino” con una sedicente “veglia di preghiera” contro “l’omofobia” in varie parti d’Italia (in realtà auspicarono il “riconoscimento” religioso delle unioni omo). Cercate i riferimenti a padre Pino Piva SJ, già ampiamente sdoganato su Avvenire e altrove. La setta eretica si è preparata e radicata sul terreno da tempo.

      Anche Don Carrega, del resto, non salta fuori dal nulla: intanto l’anno scorso già parlò a sproposito in un funerale nell’occasione della “vedovanza” di un omosessuale (come al solito: piccoli passi, molto emozionalismo, niente ragione e dottrina; pochi reagiscono, e poi, saggiato il terreno e constatato che non c’è di fatto reazione, seguono altri passi…); e poi è docente di teologia a Torino. Ha evidentemente superato una selezione (da parte di chi?) e potete immaginarvi come ha “formato” i suoi allievi.

      http://www.diocesi.torino.it/site/wd-annuario-persone/don-gian-luca-carrega/

  15. cinzia

    Grazie Costanza per le tue parole! Io sono così stanca di tutti questi scandali nella Chiesa che non riesco a non essere arrabbiata….
    Sono così stanca di sentir parlare male della Chiesa, sono proprio gli uomini di Chiesa a distruggere la Chiesa dall’interno. Perché posso anche accettare che chi è fuori e non conosce possa dire cose false e sbagliate, ma non lo posso accettare da chi dovrebbe insegnarci la via….. E ormai siamo arrivati ad un punto di confusione tale che è sempre più difficile seguire la Verità….

  16. Francesco Paolo Vatti

    Mi ha colpito il tono più duro del solito: mi pare che abbia raggiunto l’esasperazione. E ne ha ben d’onde, direi! In altri messaggi, ha messo in luce la devirilizzazione della Chiesa, come se anch’Essa fosse entrata nel fenomeno che Claudio Risè chiama la società femminilizzata. Ci pensavo in questi giorni: più che madre, la Chiesa (intesa in questo caso come gerarchia) sembra che stia diventando quella che gli psicologi chiamano la grande madre. Grazie!

  17. Lalla

    Chi scriverà una lettera altrettanto accorata all’intera Conferenza episcopale tedesca?

    1. Lalla

      Scusate, Alessandro e Fabrizio, non vi avevo ancora letti. Consola, ma non troppo, vedere sensibilità simili sul tema.

      1. Lalla, repetita iuvant! Quindi, altro che scuse, semmai grazie. La consolazione è reciproca. La consolazione importante, comunque, è in Cristo. Per quanto riguarda la CE tedesca… iniziamo a entrare nell’ordine delle idee di affrontare possibili mosse simili della CEI. Ora è il caso di trarre insegnamento dai fatti già avvenuti e cercare di farsi prendere sempre meno di sorpresa, e magari ad un certo punto anche agire per primi. In Polonia, per esempio, per impedire potenziali errori della CE locale si è costituito un gruppo di laici “Polonia semper fidelis” che sta esortando preventivamente i propri pastori.

  18. Laura

    Gesù quando chiamò alla vocazione Santa Veronica Giuliani le disse: ” alla guerra”.
    E lei come una guerriera si armò di Fede e Croce e spese la sua vita per la Verità di Dio!!! È tempo di armarsi e con fede combattere contro queste eresie!!!!
    Grazie Costanza per la forza e il coraggio che metti in ogni tuo articolo. Questo in modo particolare!

    1. Efesini 6, 11-17

      «Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.
      Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove.
      State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace.
      Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio.»

  19. Zietto

    Basta con questa storia della verità in tasca… La Chiesa non è un distributore automatico di benedizioni e compiacenze. La verità per il cristiano ha tre nomi: Bibbia, Tradizione e Dottrina. Il resto è fuffa, non è della Chiesa. La misericordia così cara al Papa, di cui il ‘chi sono io per giudicare?’ fa parte, deve essere letta alla luce delle tre basi che e ho riportato, altrimenti non è della Chiesa Cattolica. Che misericordia è quella che non è illuminata dalla verità ma dalla menzogna? Non è misiricordia far credere a tali persone che la loro relazione è buona. Anzi, vuol dire far perseverare nell’errore e nel peccato.
    Un abbraccio a tutti

  20. Anna

    Grande articolo/lettera, pienamente condiviso, …occorre il coraggio di “rendere ragione della speranza che è in noi”e che la maggior parte del clero, soprattutto ai vertici ha tradito, sostituendolo con una falsa misericordia. …restiamo saldi!

  21. Sabino

    Non posso che ammirare il coraggio, la prontezza , l’infaticabilita e la genialità di Costanza a difesa dei fondamenti della fede, tanto più che il quadro generale non sembra per nulla confortante. Da La fede quotidiana ho appreso che il papa ha scelto come predicatore degli esercizi alla Curia il teologo e poeta portoghese Jose’ Tolentino de Menonca (con la cediglia alla c), autore di una prefazione molto elogiativa del libro “Siamo tutti diversi! Per una teologia queer”“ di suor Maria Forcades y Vil, favorevole, sin dal titolo all’amore omosessuale. Scrive il Tolentino “ che la storia dell’occidente forse sarebbe stata diversa se fosse stato adottato un modo simbolico di approccio al reale invece delle trionfali grammatiche che conosciamo” e conclude osservando che il merito della Forcades e’ “ di aver messo in evidenza l’importanza delle relazioni libere da norme rigide e codificate”.
    Ecco il capitale difetto di Costanza: pensare che la parola di Dio sia una cosa da prendere sul serio nel suo significato oggettivo ( la grammatica trionfale e le norme rigide e codificate) e non un vago invito ad un amore inafferrabile dai contenuti più vari e contraddittori.

  22. Luigi

    Grazie Costanza.
    Confesso che ultimamente faccio fatica a riconoscere la Chiesa dove sono cresciuto. La Chiesa che invitava tutti a conversione verso Cristo, oggi faccio fatica a vederla. Vedo la Barca di Pietro in una tremenda tempesta dove però il male peggiore lo stanno causando i marinai della stessa Barca. E ogni giorno aumentano. È come una defezione continua dallo spirito del Vangelo verso la mentalità del mondo. La cosa più triste è che se non la pensi come loro vieni tacciato di oscurantismo, di scarsa misericordia.
    Dove sono i Vescovi, i Cardinali che dovrebbero correggere questi fratelli che sbagliano e fanno sbagliare? Vedo che invece li si incoraggia in questa deriva che sta turbando molti cristiani e spesso sono loro a seminare veleno (penso ai Kasper, ai Marx etc.).
    Forse questo è un momento di purificazione, forse Dio ci sta privando anche di quelle certezze che poi certezze non erano. Forse è arrivato il momento di rendersi conto che la Chiesa ha bisogno di una vera riforma, a partire dai seminari, dai noviziati, dai corsi di preparazione al matrimonio (quello voluto da Cristo). Dobbiamo ritornare a mettere Cristo al centro. Forse abbiamo confidato troppo negli uomini di Chiesa e ora Lui ci ricorda di confidare prima in Lui e in sua Madre intensificando la preghiera.
    Ma che dura prova! Con questi scossoni è facile perder la Fede. Proprio ora sto capendo la traduzione corretta del Padre Nostro (che si vuole cambiare tranquillamente) come me lo ha spiegato un professore di greco: “..Non portarci nella prova, ma liberaci dal Male.” Nel senso della preghiera di Gesù nel Getsemani: “..allontana da me questo calice…”.
    Comunque grazie Costanza per la tua virilità e forza. In tutto questo buio vedere una novella Caterina da Siena ci fa bene.

    1. Luigi: “Dobbiamo ritornare a mettere Cristo al centro.

      Finché viene detto in senso metaforico, teorico, non funzionerà.
      Siccome Lui (Cristo Eucaristia) è qui, finché non si rispetta realmente il Suo Corpo non verrà rispettato né il Corpo mistico (Chiesa) né i singoli corpi fisici-reali delle persone: ed ecco tutte le “eresie” che intendono modificare la dottrina morale e che hanno campo facile.

      Quando scrivo queste cose so benissimo che vengono intese dai più come altrettanta “metafora”. E invece mi riferisco proprio alla concretezza di ciò che accade oggi nelle nostre chiese e in tanti gruppi. Mi ci sono voluti alcuni anni per comprendere non solo intellettualmente ma anche spiritualmente e fisicamente la relazione concreta tra le eresie (abusi concreti) che vengono introdotti nelle liturgie (quindi nel nostro culto alla maestà divina) e il resto delle eresie che poi trovano le porte e i cuori aperti a qualsiasi deviazione.
      Io stessa per molti anni sono stata vittima inconsapevole di questa situazione, ovvero: Lui c’era ma tutti si comportavano come se non ci fosse, e come se fosse nostra proprietà (pane e vino) da trattare a nostro piacimento, come in un rito pagano, o come una parte della Messa uguale alle altre parti, sempre modificabili, sempre SOTTOposte alla teologia di turno, e quasi mai obbediente alla Chiesa.
      Sono cresciuta in mezzo a queste cose, non potevo certo sapere dove stava il bene e il male, dove stava giusto e sbagliato… Non potevo saperlo perché era tutta una “poesia&teoria”, tutte belle parole, tutta vuotezza. Anche per questo mi allontanai dalla Chiesa: non trovavo che avesse niente da dirmi, o meglio, le persone che dicevano di essere “la Chiesa” non avevano niente da dirmi, nessuna Fede da trasmettere.
      E difatti la Chiesa non ha proprio niente da dire se prima non rispetta e non porta avanti la sua missione primaria: annunciare il Vangelo CON Lui presente accanto a noi. Come Capo però. Non come merendina. Il tesoro più prezioso della Chiesa, l’unico tesoro che abbiamo e per cui esistiamo è il Suo Corpo. Impegnatevi ad indagare come viene trattato nelle vostre parrocchie. Se non riceve il dovuto rispetto: fatelo presente al parroco o disertate la chiesa e cambiate parrocchia o segnalatelo al vescovo (come previsto dalle nostre norme).

      I documenti per capire di cosa sto parlando sono:
      1. Giovanni Paolo II Ecclesia de Eucharistia
      2. Redemptionis Sacramentum (fortemente voluta da GPII, emanata in seguito a Ecclesia de Eucharistia)
      3. Costituzione Sacrosantum Concilium (Concilio Vaticano II)
      4. Ordinamento generale del Messale Romano OGMR (per il rito romano).

      Qualsiasi cosa o modifica vi raccontino come “riforma del Vaticano II” e che invece va in contrasto con quei documenti: sono tutti attacchi al Corpo di Cristo. Reali.
      Non ci sono, non ci sono mai state e non ci possono essere eresie autorizzate dalla Chiesa in tal senso. La Chiesa continua a chiarirlo (inascoltata) da anni. Tutto è… silenziato.
      E nemmeno c’è interesse per questo nei dibattiti tra cattolici. (eccetto quelli eretici lefebvriani ma sono comunque eretici oltre che pazzoidi!).

      Ma chi è interessato e avverte una qualche verità in ciò che sto scrivendo, faccia attenzione a ciò che avviene negli ambienti che frequenta: qualsiasi “teoria eucaristica” (simbolica o fattuale liturgica) vi vogliano vendere fuori dal Magistero, sappiate che va contro la verità. Quindi contro di Lui. Quindi contro la Chiesa, per demolirla.
      L’attacco vero parte da lì. Non è una metafora. Ci sono cose sacre. La prima è il Suo Corpo. Lasciate dissacrare quello e … il resto non avrà più ostacoli ad entrare nella Chiesa.
      Chi vuole raccogliere il mio appello si impegni nella lettura di quei documenti che ho elencato, peraltro tutti disponibili gratis online.
      Siate come Maria, e come Giovanni, ai piedi della Croce.
      Siate come Tommaso che apre gli occhi e dice “Mio Signore e mio Dio”. Non siate tra quelli che Lo percuotono e lo sbeffeggiano.
      E non siate tra quelli che lo guardano percuotere senza dire niente.
      …..
      Se ancora il mio discorso vi appare teorico e senza nessuna relazione con ciò che sta avvenendo nella Chiesa sotto gli occhi di tutti, leggete degli estratti dalla prefazione di José Tolentino de Mendonça (il sacerdote-poeta citato in questi giorni) al libro di suor Teresa Forcades (la teologa “queer”) – mi sembra che già qualcuno (Fabrizio?) l’avesse evidenziato qui da qualche parte. Dice:

      “Forse la storia dell’Occidente sarebbe stata diversa se fosse stato adottato un modo simbolico, aperto e sensibile di approcciare il reale invece delle trionfali grammatiche univoche che conosciamo”.
      E ancora:
      “Teresa Forcades i Vila ci ricorda la cosa essenziale: che Gesù di Nazareth non ha codificato né regolato. Gesù visse. Cioè, ha costruito un’etica della relazione; somatizzava la poetica del suo messaggio nella visibilità della sua carne; espose come premessa il proprio corpo”.

      Come vedete, i “queer” sanno benissimo da dove prendere le mosse per certe “rivoluzioni”.
      Bene, spero di aver sensibilizzato qualcuno di voi ad informarsi su queste relazioni “sotterranee” che avvengono davanti ai nostri occhi nelle nostre chiese. Spero che comprenderete che l’arma della rivoluzione (quella voluta da Cristo nelle nostre vite, non quella “queer”) ce l’abbiamo tutti i giorni nelle nostre mani.

      1. @Francesca
        Perfetto.

        Solo un paio di precisazioni. Gli FSSPX, a.k.a. “lefevriani”, non sono né eretici, né probabilmente scismatici. Non sono eretici perché non contestano alcun dogma e verità di fede (non sono neanche più scomunicati). Non sono probabilmente scismatici perché riconoscono tutti i papi che si sono succeduti, sino all’attuale. Per correttezza, riporto che nello scorso ottobre il card. Burke – che è un eminente canonista – ha dichiarato invece che sono scismatici, ma francamente non ne comprendo il motivo. Certamente si può dire che il loro stato canonico non è regolare.

        Non hanno ragione su tutte le cose che dicono, ma hanno molte ragioni. Quando leggo domande – e mi fa piacere vederle finalmente – tipo “come non ci siamo accorti di tutto quello che stava accadendo”, be’, loro per esempio lo dicevano, lo dicevano da subito; mons. Lefebvre – al netto dei suoi probabili errori – aveva lucidamente previsto tutte le faglie su cui si sarebbero successivamente verificati i terremoti. Se altri vescovi, sessant’anni fa, lo avessero sostenuto, ci saremmo risparmiati molte cose: forse non ci sarebbe stata la separazione della FSSPX e forse si sarebbe tenuta la barca in rotta. Ma ora il tempo sta rendendo ad ognuno le ragioni che ha.

        Comunque, sulla questione liturgica, non ci sono solo loro. Ci sono varie realtà del mondo tradizionale, come la FSSP, eccetera, e dei semplici preti, incluso quelli che celebrano in VO, che – spesso tra vessazioni di tutti i tipi – le cose che dici le ripetono da anni. Lo sbandierato “spirito di profezia” c’era, ma stava da tutta un’altra parte.

        1. Sì, lo so che lo status dei lefebvriani è ‘discusso’, e per semplificare ho scritto “eretici” che non è il termine esatto. Forse “scismatici” sarebbe più vicino al vero… In sintesi, per me è abbastanza chiaro che sono ormai “fuori” e “separati” dalla Chiesa, dettaglio più dettaglio meno.
          Io non concordo con gli estremismi tradizionalisti né con i corrispettivi progressisti… Sono due lati della stessa medaglia.
          Concordo con molti appunti fatti da chi difende la Tradizione (come legame col nostro passato), come concordo con chi dice che noi continuiamo a “costruire” Tradizione, come sviluppo continuativo (senza rotture).
          E concordo con la Chiesa che mette sullo stesso piano NO e VO come due espressioni pienamente testimoni della nostra Fede.

          Quelli con cui non concordo (perché la nostra Chiesa NON concorda, checché ne dicano) sono coloro che stravolgono il NO in nome di teologie posticce, di presunte evangelizzazioni di lontani e quant’altro, ma che in definitiva sono tutti modi per piacere al mondo mettendo insieme delle carnevalate sincretistiche. Se piacciono a Gesù Cristo e alla Sua Chiesa non se lo chiedono mai.
          E la cosa più grave è che spesso non si rendono neanche conto di ciò di cui si fanno portatori…
          Perciò vorrei che sempre più cattolici potessero meditare su quei documenti cattolici basilari, oltre a rendersi conto di come praticamente ci supplicava Giovanni Paolo perché facessimo attenzione a quegli aspetti… E lui certe cose non le scriveva “in teoria” ma aveva ben presente il problema in piena esplosione quando lo ha scritto. Oggi dilagante.

          (Comunque anche tu devii un tantino col tuo anti papismo. A me piace Benedetto come Francesco. Uguale uguale. Non saprei quale scegliere. Grazie a Dio li abbiamo avuti entrambi. Giovanni Paolo era il “mio papa”, pure se allora ero “lontana”, tipo una protestante che però credeva al Papa. Al Papa ma non alla Chiesa , che ridere 😊.
          Ok. Torno seria:
          In tutti i papi io riesco a capire l’azione che stanno facendo: basta che fai attenzione e che non parti coi pregiudizi. Sono sicura che “nomine strane” ci fossero anche sotto Benedetto, ma sono sicura che non ti sei mai impegnato per criticarle… Quindi, vedi: è tutta questione di pregiudizio politico. Francesco sta facendo quello che è giusto fare per la Chiesa adesso. Stanne certo. Non guardare i dettagli. Guarda il centro).

          1. @Francesca
            Non sono anti-papista, perché se lo fossi sarei eretico. Semplicemente so bene che è possibile avere papi disastrosi, come è spiegato per esempio da Ratzinger. E il problema di questo papato non è puntuale: è proprio la visione d’insieme che è una catastrofe.

            Comunque, dall’inizio dell’anno pare che stiano saltando molti coperchi. Credo che il 2018 rivelerà molte cose, che finalmente saranno chiare a molti.

      2. fra' Centanni

        Cara Francesca, hai fatto centro.

        Quando entro in chiesa, la prima cosa da fare è andare subito, senza fermarsi a salutare nessuno, di fronte al tabernacolo e qui mettersi in ginocchio, piegare la testa e salutare il Signore. Io sono solito salutarLo così: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di me peccatore”.

        Durante la messa, poi, cerco di mettere particolare attenzione nel seguire la liturgia della Parola. L’attenzione, il rispetto e l’assoluto silenzio raggiungono il culmine durante la liturgia Eucaristica. Seguo la liturgia Eucaristica rigorosamente in ginocchio, a costo di inginocchiarmi per terra. Da quel momento, letteralmente, non stacco gli occhi dall’Ostia Santa divenuta il Corpo di N.S.G.C. .

        Ricevo sempre l’Ostia Santa direttamente nella bocca e sto pensando di chiedere al parroco di dare la possibilità di mettersi in ginocchio ai fedeli che lo desiderano, per ricevere la Comunione. Subito dopo è fondamentale chiudersi in preghiera: ADORAZIONE, RINGRAZIAMENTO, PROPIZIAZIONE, IMPETRAZIONE. A questi quattro fini dedico il maggior tempo possibile e comunque tutto il tempo che ho a disposizione fino alla benedizione finale. A questo proposito, credo che i sacerdoti dovrebbero concedere un tempo maggiore ai fedeli, dopo la Comunione; soprattutto, trovo veramente di massimo disturbo (per non dire peggio) l’abitudine a leggere gli avvisi riguardanti le varie attività che avranno luogo durante la settimana.

        Finita la messa, aspetto in piedi che il sacerdote lasci la chiesa; poi vado di nuovo di fronte al tabernacolo dove, di nuovo, saluto il Signore. Quindi esco senza dimenticare di inchinarmi di fronte all’altare dove si è rinnovato il Sacrificio Eucaristico.

        Sarebbe poi oltremodo importante fare Adorazione Eucaristica durante la settimana e fermarsi ogni tanto a salutare il Signore, nell’arco della giornata.

        Ci sarebbero poi tanti altri modi per riportare Gesù Eucarestia al centro della nostra vita, al centro della vita della Chiesa, per esempio le processioni Eucaristiche.

        P. S. Una domanda, Francesca, per quanto riguarda papa Francesco. Ti pare che insegni a noi fedeli a riportare al centro il Corpo di Cristo? Come mai non si inginocchia di fronte all’Ostia Santa?

        1. Le provocazioni da parte degli estremisti opposti agli estremisti dell’altra parte NON m’interessano. Sono entrambi farisaismi. A nessuno dei due schieramenti interessa un fico secco del Signore, ma solo ad indottrinare pecoroni con tradizioni di uomini che negano la Parola di Dio.
          È questo l’attacco interno alla Chiesa, molto peggiore di quello esterno.

          1. Non è un caso che i due gruppi protestanti, se interloquiscono senza nominare espressamente la liturgia, vanno d’amore e d’accordo.

            1. @Francesca
              In poche righe… che sbroccamento di cerchiobottismo, di spiritualismo (non sono sicuro se questa parola sia la più adatta), di giudizi temerari.

              Quali sarebbero i “due gruppi protestanti”?

              1. Quale cerchiobottismo o spiritualismo?
                I due gruppi protestanti non sono solo 2 nomi o 2 movimenti o altro: raggruppano diverse realtà, diverse “denominazioni” che sono fondamentalmente riassumibili in 2 posizioni: entrambe di stampo protestante. Numericamente oggi è molto più folto quello “progressista” e annessi.
                Ho elencato sopra appositamente i documenti cattolici ufficiali da leggere, così chiunque può leggere ciò che pensa la Chiesa Cattolica, e non ciò che pensa Francesca.

                Nessun “spiritualismo” da parte mia. Il Corpo del Signore non è un feticcio e non è nemmeno una merendina.
                Gli spiritualismi sono proprio quelli che fanno della Presenza Reale un qualcosa “d’altro”.
                In tal modo si ottiene lo stesso risultato: sfrattare Cristo o trattarlo come un idolo pagano, il ché è lo stesso.

                Chi si vanta di fare la Comunione “in bocca” (giudicando blasfemo chi la prende in mano secondo le norme liturgiche) è uguale a chi si vanta di tenere in mano il Signore per dieci minuti mentre sta seduto (giudicando magari fondamentalista chi si comunica in ginocchio).

                Come ciliegina (protestante quanto ignorante) sulla torta ci mancava solo l’accusa al Papa.

                Vediamo se riesco ad essere più chiara: dire alla gente che nel Novus Ordo è obbligatorio stare in ginocchio anche quando non è previsto starci è protestante tanto quanto dire alla gente che è obbligatorio stare in piedi alla consacrazione, e ordinare di non inginocchiarsi mai (perché solo i cattolici ignoranti si inginocchiano).
                Ritenere che un merletto fuori posto invalidi una celebrazione è protestante tanto quanto celebrare regolarmente al di fuori di una chiesa consacrata, su un tavolo posticcio e con la menorah come arredo liturgico obbligatorio posto sopra l'”altare”.
                Con il termine “protestante” io intendo “non cattolico”. Che tra questi gruppi ve ne siano anche di cattolici-autorizzati dalla Chiesa, certamente!, ma sono autorizzati come gruppo o associazione (o quello che vuoi) . Non sono autorizzati a compiere abusi liturgici.
                Potrei linkarti anche recenti richiami di vescovi (indirizzati a gruppi autorizzati che dopo l’autorizzazione fanno cose non autorizzate) ma poi viene fuori un casìno e mi si accusa di attaccare un gruppo in particolare. Di sicuro io ne conosco molto bene uno da molto vicino, ma non è certo l’unico che compie abusi.

                Come saprai, nel 2014, Francesco ha scomunicato un movimento progr che era arrivato al massimo degli abusi (e che fino ad allora era un gruppo ” cattolico”, appunto tendente al protestante. By the way: Francesco ha scomunicato tali progressisti senza problemi: predicavano sesso extramatrimoniale, varie altre cose, e i laici avevano cominciato a consacrare nel salotto di casa).

                Per vedere dove sta lo “spiritualismo” leggiti quei documenti di GPII, e se ti sembrerà uno spiritualista anche lui… Beh allora dovrò dirti di nuovo che hai problemi coi papi…

                Il punto qui non è né spiritualismo né formalismo di chi chiede rispetto. Qui si tratta di trasmissione della Fede. In primis questa avviene attraverso la Liturgia. Non attraverso catechesi teoriche. Quando viene attaccata la trasmissione della Fede nel suo centro, nel suo cuore che è il Corpo stesso di Gesù: si sta attaccando ed indebolendo la Chiesa. Salvo poi lamentarsi che dottrinalmente qualcuno devia.
                Se ci si permette (con qualsivoglia scusa “teologica” o “pastorale”) di mettere in discussione ciò che la Chiesa ordina come Sacramento di Unità (Eucaristia) … beh allora poi non ci si deve lamentare se altri discutono la dottrina cattolica su punti molto meno importanti.
                Il discorso “gay” è meno importante della buona liturgia fatta bene, col cuore, secondo le amorevoli disposizioni di Madre Chiesa?
                Risposta: .
                Se non si comprende perché, se non si comprende la relazione, se non si comprende che possiamo essere noi stessi ad indebolire la Chiesa… è ora di tornare ad approfondire la propria Fede, andando alle radici del cattolicesimo. Andando a mettersi davanti a Gesù a chiedere consiglio.

                1. P.s. Per essere ancora più chiara: io amo moltissimo la menorah e pure la hanukkiàh ma non fanno parte degli oggetti liturgici prescritti dalla Chiesa da accendere sopra l’altare durante la Messa. Quindi se m’imbatto in un gruppo che lo fa, lo evito, perché voglio obbedire a Madre Chiesa – anche se personalmente sono un’amante di qualsiasi oggetto ebraico (per ovvi motivi).

                  1. recenti richiami di vescovi

                    Penso di aver capito e quindi non è necessario approfondire su questo fronte. Siamo d’accordo. Anche su quello che hai scritto nella postilla nel secondo commento.

                    Quello su cui non siamo d’accordo è l’equiparare il fronte opposto alla stessa fenomenologia, solo di segno opposto (per questo parlavo di “cerchiobottismo”). Premesso che esistono ipocriti formalisti senza dubbio, dal tuo discorso pare che la gestualità sia semplicemente una questione di convenzioni, che possono essere definite arbitrariamente, basta che siano codificate, oppure che ognuno può scegliere più o meno soggettivamente, a seconda della sua sensibilità.

                    In realtà esiste una cosa ben precisa che si chiama linguaggio del corpo. Qui non ci si riferisce a gesti puramente convenzionali, come p.es. quelli dei giocatori di baseball o di beach volley, ma a comportamenti ben radicati nella struttura del nostro corpo e della nostra mente (e, conseguentemente, nella nostra cultura): per esempio, inginocchiarsi, stringersi la mano, digrignare i denti. Questi segni servono a marcare ed esplicitare la gerarchia tra esseri umani: infatti, ci si inginocchia davanti ad un re. Per evidente estensione, si dovrebbe far lo stesso davanti al Re dei re.

                    Questi gesti sono legati a doppio filo con gli stati d’animo: i secondi possono indurre i primi, ma anche viceversa; uno inginocchiato dinnanzi ad un altro uomo vede di esserne sovrastato, e quindi in stato di soggezione. Quando ho parlato di “spiritualismo” ho preavvertito che il termine poteva essere non corretto: non lo ripeto, ma specifico che indico la tendenza a trascurare la corporalità come parte integrante del nostro essere.

                    Oltre alla questione individuale, c’è il fatto che, siccome questi gesti derivano dalla nostra biologia, certi sono comprensibili agli uomini di tutto il mondo. Due esempi, di senso opposto, suggeriscono che inginocchiarsi dinnanzi al sacro vale molto più di mille parole, come testimonianza o controtestimonianza. Un vecchio commento su Papale Papale (purtroppo sparito, e quindi cerco di ricostruire) parlava dell’episodio di un gruppo di turisti induisti in visita ad una chiesa in Europa. Senza bisogno che nessuno lo spiegasse, né in grado di leggere i cartelli in una lingua che non conoscevano, avevano subito capito quale fosse la parte più sacra della chiesa, e quindi si erano adeguati nel loro comportamento, perché era quella dove i fedeli erano inginocchiati dinnanzi al Santissimo. Seduti o in piedi, non si sarebbe capito perché il resto della chiesa era pieno di gente in quelle posture. Io stesso posso raccontarti di un episodio simile: entrato in una chiesa, con vocazione turistica, e raggiunta la cappella del Santissimo, dentro c’erano tre persone che parlavano con voce relativamente alta, evidentemente del suo lato artistico. Mi misi davanti al Santissimo, esitando per qualche secondo prima di inginocchiarmi perché avevo due macchine fotografiche appese sulle spalle e dovevo coordinare i movimenti. In quei secondi, le altre persone continuarono a parlare con la stessa intensità. Quando poi mi inginocchiai, senza bisogno di dire niente, notai che iniziarono a bisbigliare. Tornando ai nostri turisti asiatici, se avessero viaggiato in un paese dove c’è ancora un re, o una regina, avrebbero notato che i sudditi gli si presentano dinnanzi almeno con un inchino (nei paesi non occidentali, oltretutto, queste forme sono sempre più marcate). Ma, anche senza re, un segno formale evidente lo facciamo sempre quando si incontra una personalità di rilievo. E davanti a Cristo no? Nota che chi riceve la comunione in piedi, secondo le regole, dovrebbe compiere almeno un gesto visibile di riverenza. Fin quando ho frequentato messe NO, ne ho visti veramente pochi, se non nessuno (e non sono mai andato, perlomeno negli ultimi anni, in chiese con preti che non celebrassero in modo almeno decente).

                    Il controesempio invece arriva da LifeSiteNews. Un cattolico americano scrisse come era arrivato a capire l’importanza dei gesti di riverenza. Da tempo discuteva con un amico di altra fede (credo TdG) di cattolicesimo, con l’idea di convertirlo, anche perché quello non rifiutava la discussione. Ad un certo punto lo invitò a partecipare ad una Messa per prendere visione di certe cose che lui aveva solo descritto. All’uscita fu gelato dai commenti dell’amico: che gli chiese come potesse pensare di convincerlo che nel pane eucaristico ci fosse la Presenza Reale di Dio se nessuno si inginocchiava al cospetto e se, al momento della Comunione, tutti procedevano frettolosamente e senza segni di riverenza esteriori.

                    Quindi, vedi, siamo d’accordo che sono i gesti a valere più di certe catechesi. Ma sono gesti che devono avere un senso, non improvvisato e puramente convenzionale. Trovo paradossale, a questo proposito, che nessuno ricordi i dettagli che qui segno in grassetto nella parabola del fariseo e del pubblicano:

                    Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore.

                    Nota che l’evangelista sente la necessità (evidentemente ispirata) di sottolineare la differenza di postura. Se del pubblicano non è detto che sta in ginocchio, ma il suo linguaggio del corpo è ben esplicito, del fariseo si specifica chiaramente che “sta in piedi”.

                    Tu hai poi parlato dei papi: ma guarda che GPII, nel momento in cui riprese certi abusi, se la prese più per chi impediva ai fedeli di prendere la Comunione in ginocchio che l’opposto; infatti sono noti molti resoconti di trucchi più o meno fantasiosi a riguardo. E non è una novità che BXVI, discretamente, lavorò intensamente per la comunione ricevuta in ginocchio:

                    http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1344719.html

                    Ti faccio peraltro notare che sulla questione abusi ci sarebbe molto da dire in un panorama caotico di norme, detti e non detti, indulti che sono diventati la norma, che si è creato negli ultimi decenni.

                    Quanto all’accusa al Papa, nel nostro ultimo scambio, non ho capito a cosa ti riferisci.

                    1. (no, sul Papa mi riferivo al post del tuo amico).


                      dal tuo discorso pare che la gestualità sia semplicemente una questione di convenzioni, che possono essere definite arbitrariamente, basta che siano codificate, oppure che ognuno può scegliere più o meno soggettivamente, a seconda della sua sensibilità.”

                      No, nell’uno né l’altro caso.
                      Intendevo quel papiro di cose che hai appena descritto tu (e molte altre in tale direzione. Ad esempio anche l’unione fisica col flusso vitale della Tradizione, t maiuscola, ereditata dalla cristianità precedente… che ha maturato un certo modo di “sentire” il gesto
                      … o penitenziale o adorante, secondo i casi, e gli interscambi oriente/occidente, ecc ecc ).

                      È solo che tu oltre ad avere pregiudizi qua e là su di me, magari hai anche letto male quello che avevo scritto – e zàc mi hai messo l’etichetta 😌

                      Il margine per la “sensibilità personale” comunque nella nostra liturgia c’è: in quelle parti “facoltative” che pur ci sono. (ad esempio appunto: in ginocchio o in piedi alla Comunione)

                      Riguardo la parte tradizionalista devi riconoscere che spesso NON considera ciò che tu hai appena spiegato ma si dà ad uno sterile formalismo.
                      Ora: ok linguaggio del corpo innanzitutto, ma sempre leggendo GPII e la Redemptionis si comprende bene che ci deve essere per i fedeli un cuore devoto, che ama ciò che fa. Non è un’obbedienza a regole codificate punto e basta…

                      Vabbè il discorso si farebbe lungo comunque in generale ci siamo capiti. (e nel post del tuo amico non ho letto niente di ciò che hai scritto adesso tu. Anzi. È stato proprio l’ultimo affondo sul Papa che mi ha dato la conferma di dove andava a parare).

                      Ultimo appunto: se uno era il vescovo diocesi di Lancaster, sì ci siamo capiti. Giusto per dirne uno che ha messo giù la faccenda (liturgica) con una ammirabile chiarezza.

                      Riguardo l’inginocchiamento in sè: negli ultimi decenni è stato il protagonista di tante conversioni di protestanti al cattolicesimo, conversioni che iniziavano nel vedere alcuni cattolici durante una Messa o un’adorazione eucaristica.

                2. fra' Centanni

                  Cara Francesca, mi spiace dover constatare questo tuo astio nei miei confronti, al punto di non degnarmi di una sola parola di risposta diretta a me. Eppure hai citato le mie parole rispondendo a Fabrizio: “Chi si vanta di fare la Comunione “in bocca” (giudicando blasfemo chi la prende in mano secondo le norme liturgiche) è uguale a chi si vanta di tenere in mano il Signore per dieci minuti mentre sta seduto (giudicando magari fondamentalista chi si comunica in ginocchio).

                  Come ciliegina (protestante quanto ignorante) sulla torta ci mancava solo l’accusa al Papa”.
                  E le hai pure qualificate sprezzantemente come le parole di un protestante. Poi, non contenta, mi hai dato pure dell’ignorante solo per aver posto una domanda: come mai papa Francesco non si inginocchia di fronte all’Ostia Santa? E’ solo una domanda, puoi provare a rispondermi se credi; ma perché darmi dell’ignorante?

                  Comunque, tanto per essere chiari, non giudico blasfemo chi riceve l’Ostia Santa in mano (anch’io lo facevo fino a non molto tempo fa); penso solo che dovrebbero mostrare maggior rispetto per il Signore. E non faccio parte della FSSXP, se è questo che pensi. Vado alla messa sempre in parrocchia, dove c’è del buono e del meno buono e sto sempre sottomesso alla Chiesa ed a papa Francesco. Anche se, sia ben chiaro, non lo ascolto quando parla di cose diverse da quelle della morale e della fede.

                  1. @fra, non pensi che sia blasfemo, ma in sostanza che porti meno rispetto di quanto fai tu…
                    (o che tu sia un passo avanti riguardo il “portar rispetto”).

                    Purtroppo è il dovizioso elenco delle cose che tu fai, che sembra dire “o si fa così” o a poco vale… probabilmente non era tua intenzione, ma credi così “suona”.

                    Buona giornata.

                    1. fra' Centanni

                      Veramente speravo in una risposta da parte di Francesca, magari come gesto di riconciliazione. Io sono dell’idea che ogni tanto è bene mettere una pietra sul passato e cercare di ricominciare. Si chiama perdono e vale anche verso se stessi. Serve per liberare il cuore dal risentimento e per potersi appellare alla misericordia di Dio, di cui tutti abbiamo bisogno. Comunque…

                      Veniamo a noi. Bariom, io credo che le mie mani non siano come quelle di un sacerdote. Quello che possono fare le mani di un sacerdote non possono farlo le mie. Che poi nostro Signore sia il nostro Re, è stato Lui a dirlo. Di fronte al Re ci si inginocchia ed io così faccio, così insegno a fare a tutti quelli che vogliono ascoltare. Se poi tu credi di poterti comportare, di fronte a Lui, come ti comporti con me… fai pure: secondo me sbagli. Non penso affatto di essere superiore a nessuno. Penso solo che tu non credi che Nostro Signore sia il Re.

                      Buona giornata anche a te, carissimo.

                    2. Caro fra’ Centanni, io non mi sono permesso di dire che sbagli, né ho detto (mi pare) che la mia deferenza nei confronti del Signore sia la stessa che ho di fronte a quella che potrei avere verso di te (anche se a ben vedere, come Fratello in Cristo, dovrei vederti superiore a me, ma confesso non arrivo a tanto, non per come sei tu, ma per limite mio…).

                      Perché arrivi pensandolo ad affermare che io NON credo che Nostro Signore sia Re??

                      In questo modo tu ti contradici quando affermi di non crederti superiore a nessuno, perchè di fatto ti stai ergendo a giudice, non di un mio comportamento – di cui non ho fatto alcuna menzione – ma addirittura di cosa “credo”.

                      E non è il saluto con “carissimo” che possa migliorare le cose.

                    3. fra' Centanni

                      @Bariom

                      “Perché arrivi pensandolo ad affermare che io NON credo che Nostro Signore sia Re”??

                      Se ho sbagliato a pensarlo mi fa piacere e ti chiedo scusa. Quindi anche tu, come si deve ad un Re, ti inginocchi di fronte all’Ostia Santa? Anche tu ti astieni dal toccare con le tue mani il Corpo di N.S.G.C.? Bene! Questo è quanto è dovuto al Nostro Re.

                      Ma allora perché mi rimproveri?

                    4. Sai, come Ministro Straordinario della Comunione Eucaristica sono per forza chiamato a toccare con le mie mani il Corpo di N.S.G.C.

                      Poi non mi vogio nascondere dietro un dito…. io non ho nessun problema a ricevere in Corpo di Nostro Signore Gesù Cristo nelle mie indegne mani, che pure sono rese degne dalla risposta all’invito e al sacrificio di Cristo, dal tremore e dall’amore del mio cuore (per quanto sia poca cosa), dall’essere in Grazia di Dio, dalla mia partecipazione alla Liturgia Eucaristica e dal fatto che la Chiesa NON vieta questo gesto.
                      (Peraltro come Ministro vedo che è il gesto del 99% dei fedeli… tutti indegni, tutti rifiutanti la regalità di Cristo? E i sacerdoti che accettano di amministrare così l’Eucarestia, tutti eretici, uomini dalla dubbia fede?)

                      Qualora la Chiesa stabilisse un divieto, sarei ligio a rispettare le indicazioni o il comando e a farli rispettare a mia volta come Ministro.

                      L’errore tuo (come di altri) è il giudicare il cuore o la fede di chi riceve l’Eucarestia dalla gestualità, che in questo caso – sottolineo in questo caso – non ha nulla di indecoroso, blasfemo o altro (checché tu ne pensi).

                      Quindi il mio rimprovero (che non definirei tale), non verteva su “cosa e come lo fai”, ma perché nell’esporlo, prendevi come ago della bilancia il tuo stesso agire e lo hai ribadito con questo tuo ultimo commento, dove la tua retorica domanda prevedeva una sola possibile risposta.

                    5. Luigi

                      “Veramente speravo in una risposta da parte di Francesca, magari come gesto di riconciliazione. Io sono dell’idea che ogni tanto è bene mettere una pietra sul passato e cercare di ricominciare. Si chiama perdono e vale anche verso se stessi”

                      Fra’,

                      il riconsiderare le proprie posizioni, l’ammettere eventualmente gli errori, il riconciliarsi con sè e con gli altri… sono tutte azioni che necessitano di due requisiti fondamentali: la sicurezza nelle proprie idee, di cui bisogna essere talmente certi da poterle abbandonare nello stesso istante in cui ci si accorga della loro infondatezza; e un minimo sindacale di empatia verso l’altro che, per dirla con Edith Stein, è via per l’empatia verso l’Altro.

                      Senza contare, poi, l’antico adagio per cui chi sa fa e chi non sa insegna.
                      Parlandone del tutto in generale, non si è mai vista in giro una simile scarsità di misericordia, come da quando essa è sulla bocca di tutti.
                      I fatti di Torino sono eloquenti, a tale riguardo.

                      Non ti adombrare, perciò; sempre che tu voglia accettare un consiglio non richiesto ma gratuito 😀
                      Bene ha fatto, più sotto, Bariom a metterla sull’ironico. Non c’è altro da fare.
                      Oltre a pregare, intendo. Ringraziando, per giunta, che ce ne venga concesso il destro.

                      Ciao.
                      Luigi

                    6. fra' Centanni

                      Caro Luigi, concordo su tutta la linea ed aggiungo: per un puro caso, proprio stamattina avevo pregato per Francesca. E lo farò ancora. Ma non perché sono buono, al contrario: perché sono cattivo ed ho spesso bisogno di disintossicare il mio cuore. Ciao.

  23. vera

    Grazie. Sottoscrivo.
    Anche perché con le premesse di questo don, l’intera morale sessuale predicata dalla Chiesa va a farsi benedire. E venga poi lui a farsi un’idea delle conseguenze esistenziali che so, in un centro di aiuto alla vita… dove si mettono insieme i cocci cercando col lumicino il bene tra vite devastate da tanta supposta libertà

  24. Pasquale Ciuffreda - Foggia

    Grande Costanza! Non sei una mosca bianca. Siamo molti, sicuramente molto più di quelli che come te si espongono nel rifiutare un vangelo diverso da quello primigenio annunciatoci; vangelo diverso che non trova traccia nella Scrittura, anzi quel “vangelo” è dalla Scrittura stigmatizzato come abbominio agli occhi del Signore. Costoro, i suoi propagandori (si, proprio così: propagandori) stanno svendendo la Chiesa di Gesù Cristo, stanno facendo saldi a destra e manca, con acrobazie teologiche di raffinati professoroni, modernisti e non, che puzzano di libroni, ma che la vita reale non conoscono, o meglio non sanno (sono ciechi e guide di ciechi?) il potere distruttivo del peccato, al punto che Dio si è dovuto peccato pe noi, per me, a fine di trarmi fuori da luogo dove i suddetti “costoro” stanno invece infognando i poveri adulteri, i poveri sodomiti, i poveri peccatori, mentendo loro allo scopo di acquisire nuova (o forse unica) clientela; sforzandosi di piacere ad ogni costo al mondo da cui sono sedotti, per riceverne l’applauso. Ebbene, essi – i costoro – per quanto è in loro potere, stanno distruggendo la Chiesa di Gesù Cristo (ma sempre ci sarà un resto che non piega il ginocchio davanti ai Baal) e stanno ingannando gli, a volte pure ignari, peccatori, ai quali essi non annunciano il Signore Gesù, crocifisso, morto e risorto, che guarisce e salva, ma la menzogna, forse perché essi stessi, che si comportano da nemici della croce di Cristo, non conoscono il potere salvifico della Verità (ne hanno forse, come di tutto il resto, una conoscenza libresca, accademica), che unicamente rende liberi dal peccato, dalle atroci sofferenze che esso procura.
    Per quanto sta in noi – Costanza! -, dal punto a cui siamo arrivati continuiamo ad avanzare sulla stessa linea. Linea che è sempre Lui: Gesù! Via, VERITA’ e Vita.
    Un caro saluto.
    Pasquale

  25. admin@CostanzaMBlog

    Dichiarazione dell’arcivescovo di Torino del 5 febbraio 2018

    Di seguito la dichiarazione dell’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, del 5 febbraio 2018 riguardo alla pastorale degli omosessuali e agli interventi apparsi negli ultimi giorni su alcuni media:

    «A proposito di alcuni interventi dei media circa l’impegno pastorale di don Gianluca Carrega, sacerdote della Diocesi di Torino incaricato per la pastorale degli omosessuali, è opportuno precisare alcuni punti.

    La Diocesi di Torino ha da diversi anni promosso un servizio pastorale di accompagnamento spirituale, biblico e di preghiera per persone omossessuali credenti che si incontrano con un sacerdote e riflettono insieme, a partire dalla Parola di Dio, sul loro stato di vita e le scelte in materia di sessualità.

    È questo un servizio che si è rivelato utile e apprezzato e che corrisponde a quanto l’esortazione apostolica “Amoris Laetitia” di Papa Francesco afferma e invita a compiere: “Desideriamo anzitutto ribadire che ogni persona indipendentemente dal proprio orientamento sessuale va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza. Nei confronti delle famiglie con figli omosessuali è necessario assicurare un rispettoso accompagnamento affinché coloro che manifestano una tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita” (n. 250).

    Questo è lo scopo del percorso spirituale di accompagnamento e discernimento proposto in Diocesi. Esso vuole dunque aiutare le persone omosessuali a comprendere e realizzare pienamente il progetto di Dio su ciascuno di loro. Ciò non significa approvare comportamenti o unioni omosessuali, che restano per la Chiesa scelte moralmente inaccettabili: perché tali scelte sono lontane dall’esprimere quel progetto di unità fra l’uomo e la donna espresso dalla volontà di Dio Creatore (Gen. 1-2) come donazione reciproca e feconda. Questo però non significa non prendersi cura dei credenti omosessuali e della loro domanda di fede.

    Per questo il percorso che la Diocesi ha intrapreso non intende in alcun modo legittimare le unioni civili o addirittura il matrimonio omosessuale su cui la “Amoris Laetitia” precisa chiaramente che “non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie neppure remote tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia” (n. 251).

    Alcune pubblicazioni hanno fornito, in questi giorni, interpretazioni diverse – spesso superficiali, a volte tendenziose – che rendono necessario chiarire le caratteristiche e i limiti del lavoro in questo ambito pastorale. Poiché si tratta di persone in ricerca, che vivono situazioni delicate e anche dolorose, è essenziale che anche l’informazione che viene pubblicata corrisponda alla verità e a una retta comprensione di quanto viene proposto, con spirito di profonda carità evangelica e in fedeltà all’insegnamento della Chiesa in materia.

    Per questo ritengo, insieme con don Gianluca Carrega di cui apprezzo l’operato, che sia opportuno sospendere l’iniziativa del ritiro, al fine di effettuare un adeguato discernimento.

    Mons. Cesare Nosiglia

    Arcivescovo di Torino»

    http://www.diocesi.torino.it/site/pastorale-degli-omosessuali-intervento-di-mons-nosiglia/

  26. Valeria

    Straordinaria Costanza!
    Esprimi proprio quello che ci gela il cuore, e che non riusciamo a trovare le parole per esprimere!
    Grazie di essere anche la nostra voce, con la tua lucidità, la tua passione per la verità, e il tuo straordinario coraggio.
    Anche da parte mia: standing ovation!!!

  27. Pasquale Ciuffreda - Foggia

    Di getto: Occhei per la sospensione, se sine die . In tal caso: bravo, Monsignore.!
    Per quanto riguarda l’amore e l’accoglienza ai peccatori di ogni fatta: a profusione nella Verità, la stessa che il Signore ha usato per me, che dista anni luce dal buonismo, che invece è distruttivo quanto il peccatto.

  28. Ci riproveranno di continuo, bisognerà vigilare. Preti etero che non mostrano la via: la qualifica di zitellone e cercatore di amanti la dice lunga, grazie a Dio ci ha pensato il sacerdote missionario.
    Non per nulla Maria da Medjugorje ma da ovunque esorta a pregare per i suoi figli prediletti, i sacerdoti, i nostri pastori, ché se cadono loro ci portano facilmente fuori strada.
    I peccatori vanno accolti affinché si possano convertire, non i quanto peccatori.

  29. Marco

    Cara Costanza, grazie del tuo intervento ma come vedi anche oggi continua il processo inarrestabile di cui ti parlavo citando “la finestra di Overton”…..questione di tempo. Sarebbe utile farsi, il prima possibile, le domande giuste per darsi risposte adeguate senza meravigliarsi di ciò che, in modo non casuale, sta succedendo sia attraverso le pagine di Avvenire che attraverso alcuni prelati….

  30. Sant’Agostino:
    Discorso 134 sulle parole del Vangelo di Giovanni 8, 31-34:
    ” SE SARETE RIMASTI FEDELI ALLA MIA PAROLA, SIETE DAVVERO MIEI DISCEPOLI ”
    Per cui, non le parole del Papa o di un “santo” o di un prete o di un uomo. Fedeli alla Parola di Dio! […] impariate a praticare il “non oltre quel che è scritto”; affinché non vi gonfiate d’orgoglio […] .” (I Corinzi 4:6)
    Un grazie di cuore, cara Costanza.
    Francesco

  31. Grazie Constanza ….brava difendiamo La Parola di Dio trasmessa fino a noi dagli Apostoli….La Parola di Dio è vita, e non altro… Annunciare la buona notizia…….Grazie di cuore.

  32. francesco galiano

    Che tritezza! un consacrato, docente di Sacra Scrittura che accarezza le voglie più che annunciare la verità che salva. Questa generazione ha diritto a conocere la verità di Cristo. Non si può privare una perona omoessuale di conoscere veramente la possibilità liberante della miericordia di Dio che non è mai scissa dalla verità. Coraggio Costanza.

  33. giovanna

    Cara Costanza,
    condivido in pieno e sei bravissima per il modo in cui lo scrivi; credo che quello che sta avvenendo nella Chiesa sia gravissimo e non riesco a capire come tutto sia avvenuto sotto i nostri occhi senza che ce ne accorgessimo. Ma perchè i sacerdoti non testimoniano più Cristo, non lo cercano più ? Ma come può parlare in quel modo don Carrega?

  34. Fabio

    Le dichiarazioni di Mons. Nosiglia son un bell’esempio di cerchiobottismo …… ‘riflettono sulle scelte in materia di sessualità ‘
    Sarebbe da chiedergli quali sono le opzioni tra cui scegliere e chi le stabilisce

  35. FabioG

    Ussignur … ho seguito la vicenda ma l’intervista ancora non l’avevo sentita. E’ DESOLANTE. Non ha detto UNA parola cristiana, travisa il senso della parola amore (che dovrebbe essere la base di ogni credente, a maggior ragione di ogni sacerdote)

  36. Giacomo

    Ammetto di non aver letto tutti i commenti,e mi scuso nel caso fossi ripetitivo, o ridondante. Il Cristiano è chiamato a giudicare, eccome no. Non le persone, certo, ma giudizi “di valore” è chiamato a darli, è chiamato a discriminare cosa sia bene e cosa sia male, a prendere decisamente e consapevolmente una chiara e netta posizione di pensiero e di azione. Le anime tiepide pare proprio che Cristo non le gradisca, mi pare di ricordare siano quelle che mentre saliva a Gerusalemme lo acclamavano, salvo poi disconoscerlo e condannarlo, qualche giorno dopo. Brava Costanza ! chiarezza di idee e volontà precisa. Questo è Cristiano, questo è un “pensiero Cattolico” per dirla con Papa Paolo VI .

  37. Carissima Costanza, grazie!
    Quando un sacerdote perde (rifiuta?) il senso della profezia cristiana, cade nel grottesco.
    Don Sebastiano

  38. Alessandra

    Grazie per questo articolo: un capolavoro di limpidezza che ci riapre alla Speranza nonostante i nostri pastori …e grazie per il conforto di questi commenti. Attraverso tutti voi:”il sale non ha ancora perso il suo sapore!”

  39. Carmelo Di Giorgio

    Gentile Sig.a Miriano, spero vorrà leggere anche questo commento in controtendenza, scritto dopo aver casualmente trovato su FB il link al suo post.

    Due brevi premesse. La prima: Don Gianluca Carrega è mio amico da decenni. Tra le innumerevoli esperienze fatte insieme, ha presieduto il mio matrimonio ed ha partecipato al battesimo dei miei figli. Penso di conoscerlo bene, anche se non mi sento per questo meno capace di esprimere un’opinione oggettiva su di lui ed il suo operato.
    Seconda premessa: sono di quelli che vive il dubbio come una sfida continua alla propria Fede. Non lo rigetto, anzi lo cerco per affrontarlo, e lo amo. L’idea di non essere necessariamente nel giusto mi rende umile e, spero, a tendere, migliore.

    Di certezze ne ho poche. Ma tra queste c’è Don Gianluca Carrega. Una persona che ha vissuto la sua vocazione con un amore, un coraggio ed un’onestà semplicemente incomprensibili ai più. Che ha sempre accolto con obbedienza amorosa le decisioni prese su di lui e le proposte più scomode, come quella di fare da accompagnatore spirituale per le persone omosessuali. Per natura schivo, ha preso in carico la responsabilità assegnatogli senza farsi alcuno sconto. Gesù accoglieva l’anelito spirituale dei pubblici peccatori? E così ha fatto lui, laddove gli omosessuali sono per molti cattolici odierni l’equivalente morale (no, sono peggio) di ciò che ai tempi erano prostitute e pubblicani.

    Fanno male i suoi attacchi sferzanti, Sig.a Miriano, condotti con colpevole ignoranza verso la persona e le sue reali e profonde motivazioni di Pastore. Un Pastore capace di amare fino alla morte la Chiesa ed il gregge assegnatogli.

    Purtroppo, l’impressione è che a lei non interessino affatto queste motivazioni. Se avesse ascoltato con attenzione la video intervista che lei stessa ha pubblicato, avrebbe colto dalle parole di Don Gianluca che l’intento pastorale non è quello dell’avallo, o anche solo dell’espressione di una qualche forma di giudizio verso gli omosessuali e le loro scelte.
    Don Gianluca non cerca audience o consenso (in questo contesto? Sarebbe pazzo. Le assicuro che non lo è). Semplicemente, prende sul serio l’invito del suo Vescovo ad aver cura di una determinata categoria di persone. Persone disprezzate dalla maggior parte dei fedeli, che nonostante questo trovano il coraggio di bussare umilmente alla porta della Chiesa perché no, non possono accettare l’idea che il Cielo non abbia alcuna compassione della loro sofferenza.

    Leggo dalle sue note personali che è madre di quattro figli, il che significa che lei conosce bene l’Amore e lo Spirito profondo che ad esso soggiace: il sacrificio, la rinuncia di sé, l’obbligo continuo a riscriversi. Le chiedo (e lo chiedo anche a me stesso, sinceramente): se uno dei nostri figli scoprisse la propria omosessualità e, dopo un inevitabile tempo di travaglio, decidesse di vivere “nel peccato” col proprio compagno/a, lo metteremmo per sempre fuori dalla porta? Io penso di no, perché siamo genitori e conosciamo la compassione. No, non lo lasceremmo fuori dalla porta a lungo, men che meno per l’eternità. Nemmeno se nostro figlio/a persistesse cocciutamente nella propria condizione di peccato.

    Ma se noi che siamo umani, peccatori, massimamente imperfetti, riusciamo ad immaginare per noi stessi la capacità di un amore simile… come possiamo pensare che Dio ci sia inferiore?!? Non le pare una bestemmia, l’idea stessa di un Dio succube delle proprie stesse leggi, incapace di superarle in nome dell’Amore verso l’uomo?!?

    E poi, quali leggi Sig.a Miriano, quelle stesse che per San Paolo non assoggettano i cristiani? Chi sta più in alto: il CCC o l’Amore indicato da Gesù nel più importante dei comandamenti?

    Non sono venuto qui per difendere il buon nome del mio amico. Se vuole, ha l’intelligenza ed i mezzi per farlo da solo. Sono qui perché mi è intollerabile l’idea che una cristiana come lei, sicuramente sincera, possa anche solo involontariamente disegnare Dio come un tiranno spietato. Tutto è il resto è un dettaglio… a mio umile parere, attaccarsi ai dettagli è, più che amore per Dio, terrore di Lui.

    Che Dio ci liberi dalla paura e ci aiuti a servirlo anche nel momento del dolore, come il mio amico Don Gianluca sta facendo in queste ore in cui è attaccato da troppi e subisce violenza, in silenzio.

    Carmelo Di Giorgio

    1. Adolfo

      “Chi sta più in alto: il CCC o l’Amore indicato da Gesù nel più importante dei comandamenti?”

      ***
      C’è un errore di fondo, perché il CCC e l’Amore vengono presentati come contrapposti, o comunque come se fossero in battaglia fra loro.

      In realtà proprio dal Comandamento dell’amore (amore verso Dio e verso il prossimo) nasce la fedeltà alla Legge di Dio.

      Non si può chiamare “amore” ciò che porta al peccato: si tratta solo di buonismo capzioso.

      Dire “… non possono accettare l’idea che il Cielo non abbia alcuna compassione della loro sofferenza” è fuorviante: il Cielo ha compassione di tutti, ma tutti siamo chiamati a percorrere la via diritta.

      Che “amore” ci sta in una predicazione che, in luogo di mostrare alle anime la via della Salvezza, le conduce al baratro?

    2. giovi

      Mi scusi, signor Carmelo, io qui sono l’ultima arrivata e la meno competente, ma mi sento di dirle in tutta sincerità che lei ha capito ben poco di quello che ha scritto Costanza, forse, e dico forse, un pochino di umiltà le farebbe cogliere tutto ciò che non ha colto e che, in sintesi estrema, penso sia soprattutto che le parole bruttissime , veramente pessime e inascoltabili, del suo amico sacerdote , che lei ribadisce con sicumera, affossano le persone omosessuali, altro che accoglierle.
      Le dico solo che se un mio figlio dovesse mostrare tendenze omosessuali gli vorrei ancora più bene di quanto gliene voglio, se possibile, come si vuole bene di più a un figlio più sofferente, ma mai e poi mai direi o farei qualsiasi cosa che possa gettarlo o mantenerlo nel baratro del peccato.
      Sì, io sono cattolica e credo che sostenere e incoraggiare una persona cara sulla strada del peccato sia una cosa abominevole.
      Ma, forse, lei non pecca e non ha bisogno di nessuno che la salvi.

    3. @Carmelo Di Giorgio

      Lei parla di “colpevole ignoranza” di Costanza Miriano. Il problema è che la colpevole ignoranza è la sua. Per vari motivi:

      1. Perché lei ama il dubbio. Il dubbio nella fede è inevitabile per via della nostra natura fallace. Ma non è nostro amico; in sé è male ed è un peccato; e non ci serve a comprendere meglio Dio. Se passando per il dubbio poi succede che capiamo meglio le cose, è perché Dio trae il bene anche dal male, così come permette che cadiamo in tentazione per essere messi alla prova. Così come certi santi sono caduti nella perdizione, erano ladri ed assassini, e l’incontro con il peccato e le sue conseguenze ha fatto capir loro che era necessario cambiare strada; ma l’esser stati ladri ed assassini non è certo un bene e non si ama quella condizione; né uno vorrebbe tornarci per comprendere meglio Dio!

      2. Per tutte le sue affermazioni su Dio “succube delle proprie stesse leggi”, eccetera, che sono cose che non si possono neanche leggere. La legge è parte di Dio, le due cose non sono separabili; così come l’amore è parte di Dio. Dunque legge e amore non possono essere separabili.

      Questo è quello che ha insegnato Cristo e ha trasmesso la Chiesa nel suo Magistero. Ci sono notevoli prove di quello che diciamo qui: stanno nelle Scritture, in tutti i documenti prodotti dalla Chiesa in duemila anni e nel Catechismo. Lei invece non ha nessuna prova di quello che sostiene. Come può essere così ingenuo o spavaldo da citare San Paolo a questo proposito: Non v’illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio.. L’amore di cui parla San Paolo include il rispetto della legge, perché Cristo stesso ha detto Se mi amate, osserverete i miei comandamenti;. Non dice: se osserverete i miei comandamenti, mi amerete: perché certamente non basta osservare la legge; ma dice che se lo amiamo, necessariamente seguiremo i suoi comandamenti. Non si può amare Dio se non si osservano i suoi comandamenti. Chi si riempie la bocca di Dio e non segue i suoi comandamenti è bigotto ed ipocrita e non si salverà: Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.

      Lei dice tutte queste sciocchezze (eresie note e denunciate da tempo) perché, evidentemente, gliele ha insegnate Don Carrega e magari altri, che a loro volta le hanno imparate dalla banda di eretici modernisti che da decenni è penetrata nella Chiesa con l’intenzione di sovvertirla. Ne consegue che lei ha idee errate su Dio, del suo amore e delle sue leggi; non solo è cieco e non si rende conto di essere su una strada gravemente fuorviata, ma pretende pure di insegnare questi errori agli altri.

      Quindi il suo ragionamento non ha nessun senso: è autoreferenziale. Lei difende Don Carrega perché si sente in sintonia con lui; ma si sente in sintonia con lui perché Don Carrega le ha insegnato cose sbagliate. Noi non siamo autoreferenziali e non dipendiamo da un guru, ma dalla Parola di Cristo che ci ha tramandato la Chiesa: duemila anni di apostoli, santi, papi, innestati su Cristo, che pesano sulla bilancia più di uno, dieci o cento guru che si inventano delle storielle.

      Voi giocate con le anime: le vostre, prima di tutto, e poi quelle degli altri.

    4. Lei sa caro Carmelo che ci sono Comunità di recupero che insegnano, invitano e aiutano i genitori di figli schiavi della droga a metterli alla porta?

      Credo sia superfluo spiegarne il motivo…

      Crede forse che i Genitori lo facciano con odio o che non sia un vero strazio per il loro cuore, che non sia fatto per amore.
      E sa quale amore? Quello che cerca di salvar loro la vita.

      Certo a lei sembrerà poco calzante il paragone,,, ne è così sicuro?
      Se dei genitori arrivano a simili azioni per salvare la vita fisica di un loro figlio, cosa non dovrebbero fare per salvare – per quanto nelle loro possibilità – il figlio che rischia la VITA ETERNA! O crede sia meglio una carezza in più, un consolante abbraccio, una accoglienza che alla fine solo dice: “non imposta, va bene così…”?

      Perché in discussione non è il “ti amo lo stesso”…

      Quindi io non so cosa farebbe Costanza, credo di aver capito cosa farebbe lei, ma so per certo cosa fare io, laddove uno dei miei figli, non accettasse il combattimento, non accettasse si farsi aiutare dallo Spirito Santo, non rimanesse nella Chiesa per farsi aiutare non a benedire la sua situazione, ma a prendere le armi per sconfiggere il Nemico, il SUO nemico e io sarei al suo fianco per aiutarlo sostenerlo e dare il mio sangue se fosse necessario.

      Ma se uno dei mei figli chiamerà bene il male, se deciderà di vivere coscientemente il suo peccato (quale esso sia) come fosse sua stabile e normale condizione di vità, si, non avrà più posto nella mia casa. E sa per quale altro valido motivo? Perché come genitore ho la responsabilità di tutto il resto della mia Famiglia e degli altri figli.

      Le davvero crede che il peccato non generi morte? E che non sia come veleno infettivo che può anche intaccare la vita altrui? Lei pensa che la nostra salute spirituale sia veramente così slegata e ininfluente rispetto la vita materiale o dei sentimenti o della realzioni?
      E’ questo che ha imparato (da chi)?
      Perché crede che nei primi secolo della Chiesa (che tanto avrebbero da insegnare), il peccato pubblico e reiterato conduceva il peccatore ad essere allontanato dalla Comunità considerandolo come lebbroso, sino a che non si fosse pentito e avvesse chiesto perdono?

      Si, mio figlio/a starebbe alla porta (con mio grande dolore offerto a Dio), cosi come i miei figli che ho sempre benedetto ogni sera dalla loro nascita, sanno che quando non ricevono la mia benedizione, stanno agendo contro ciò che ho insegnato loro e per il discernimento che Dio mi chiama ad avere e mi concede come padre, contro la Volontà di Dio.

      Il resto è ingannevole melassa, nelle quale come sabbie mobili sui può sprofondare sino a restarne soffocati.

    5. admin @CostanzaMBlog

      Caro Carmelo
      l’amicizia è una cosa bellissima ma qui stiamo parlndo di ortodossia, è un’altra cosa.
      Mi dica, non sarebbe stato bello se il tema del ritiro invece che la fedeltà fosse stato CASTITA’?

  40. Grazie Costanza…che Dio ti Benedica insieme alla tua famiglia….
    Essere veri e credere in Dio nella nostra storia di vita terrene …..è un dono grande da custodire sempre.
    Grazie

  41. Pietro

    E intanto pare che qualcuno stia lavorando a cambiare il canone 2358 del CCC che così riportava:

    “Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza”

    un link nascosto http://www.vatican.va/archive/ENG0015/_P85.HTM (in inglese ma potete usare il traduttore di google) invece riporta:

    “Il numero di uomini e donne che hanno tendenze omossessuali profondamente radicate non è trascurabile . Non scelgono la loro condizione omosessuale; per la maggior parte di loro è una prova”.

    1. Questa cosa ha un retroscena più complesso: quella versione fece effettivamente parte del CCC dal 1992 al 1997:

      http://www.30giorni.it/articoli_id_9737_l1.htm

      Dimostrazione di imprudenza di qualcuno, o di qualche “manina” che già operava venticinque anni fa? Non lo so. Comunque nel 1997 qualcuno corresse (grazie a Ratzinger e GPII suppongo) in modo da essere più aderente ai documenti del Magistero. Mi pare comunque che l’edizione del 1992 proseguiva come quella del 1997 negli articoli successivi, indicando la castità come unico mezzo per le persone con tendenze omosessuali.

      Può essere che quella pagina sia semplicemente un residuo della vecchia versione; oppure che qualcuno stia facendo il furbo. Stiamo ben attenti, perché questi cambiano scritture e Padre Nostro come se niente fosse, quindi figuriamoci se non sarebbero disposti a storpiare il CCC.

  42. @Francesca
    Riguardo la parte tradizionalista devi riconoscere che spesso NON considera ciò che tu hai appena spiegato ma si dà ad uno sterile formalismo.

    Sì, ma questo atteggiamento è criticato molto spesso proprio negli stessi blog tradizionalisti, dove il termine “pizzi e merletti” non viene lesinato.

    Non è un’obbedienza a regole codificate punto e basta…

    Dovrebbe essere lo stesso rapporto che c’è l’obbedienza alla Legge e la Carità. La prima è necessaria, ma non sufficiente. Ma più che una sequenza di passi (prima l’una, poi l’altra) dovrebbe essere un tutt’uno.

    in generale ci siamo capiti.
    Grossomodo sì, anche se rimangono alcune divergenze; comunque su questo argomento, anche perché è veramente marginale rispetto al topic, direi che per ora possiamo chiudere.

  43. @Fab. Sì, chiuso. Anche se non è affatto marginale rispetto al topic. Diciamo che lo è solitamente, nella nostra concezione molto protestantizzata della fede. E lo è perché comprendo che così appare nella visione dis-integrata che in genere il cosiddetto “cattolico medio” ha. Ed è giusto anche per rispettare il sito ospitante di Costanza.
    Ma, concludendo,
    …per me è abbastanza paradigmatico che ti venisse in mente il termine “spiritualismo” rispetto alle mie obiezioni (molto “fisiche”)… e che poi però finissi per dire che si tratta di argomento molto marginale.

    Non è marginale rispetto alla domanda-titolo “Come può la Chiesa chiedere fedeltà al peccato?”

    ——–
    “Nota che chi riceve la comunione in piedi, secondo le regole, dovrebbe compiere almeno un gesto visibile di riverenza. Fin quando ho frequentato messe NO, ne ho visti veramente pochi, se non nessuno “

    Oh 😂 ragazzo fortunato… Allora tu non hai visto ancora niente 😂😂

    Mi permetto umilmente di suggerire un leale e pacato confronto (in privato, privatissimo) – su come ci si dovrebbe comportare di fronte al Corpo del Signore Gesù – con una persona con la quale mi sembra tu sia in grado di comunicare bene: Bariom. Sempre se a lui sta bene, ovvio.
    Forse sarebbe di reciproca utilità, e un buon bagno di realtà per entrambi.

    ———-
    In definitiva, io intendevo comunicare (collegata al post di un utente sulla “centralità di Cristo” al quale rispondevo) che data la “corporeità” dell’argomento, dato il Sacramento dal quale sgorgano tutti i sacramenti (compresa la Chiesa), e data la teologia stessa dipendente dal Sacramento in Persona… che le deviazioni dottrinali in tutti gli altri ambiti cattolici sono semplicemente un giocoforza della deviazione in “ciò che facciamo” con l’Eucaristia. Si tratta di un programma di “indebolimento eucaristico” generalizzato e molto ben congegnato che invade molti gruppi / movimenti, perfino quelli che si ritengono più “retti e pii”.

    (la prova di quello che dico si vede nelle chiese protestanti a livello dottrinale. Negata l’Eucaristia: splash! migliaia di chiese e di correnti con le proprie teologie).

    Cmq chiuso. Ciao.
    Ciao a tutti 😊

    Non praevalebunt

    1. Oh la la… @Francesca fa da sensale per confronti privati privatissimi! 😀

      Con lo scopo di un “un buon bagno di realtà per entrambi” ( visto che probabilmente entrambi viviamo nel mondo dei puffi 😛 )

      Vedremo se dare seguito a questo “appuntamento al (quasi) buio”

      1. @Bariom
        Bene 😀
        Il “privato-privatissimo” era in ossequio a ciò che mi sembra (da che ti conosco) esserti gradito per affrontare i temi di cui sopra.

        Mondo dei puffi magari no… Qualche puffettino teologico intorno che confonde un po’ le acque magari sì 😀
        Non so bene quanti di questi puffettini stiano con Fabrizio e quanti con te. A voi scoprirlo.
        Portatevi le torce 😊😄

  44. Giacomo

    Quanto stride tutto questo con Gesù ? con Il Maestro ? Gesù è così bello, così infinitamente buono, così inesauribilmente dolce e mite, così umile e giusto, in misura così grande ubbidiente al Padre, che si ritirava, rifuggiva i discorsi ridondanti dell’uomo, rifuggiva il pensiero del mondo, per Amore dell’uomo. Qui sta la dimensione dell’amore di Gesù per l’uomo, Egli è cosi magnificamente eccelso, così totalmente sconfinato nella Sua inconcepibile profondissima armonia di perfettissimo Amore perpetuo, così compiutamente perfetto nella Sua incommensurabile e sublime eminenza, che ciò pensa e fa è la Luce per l’anima dell’uomo, Egli solo è la Salvezza in Eterno.
    Ed allora anziché gonfiare il petto inorgoglito per ciò che faccio, penso o scrivo, anziché rendere ragione delle mie idee, oltre ogni ragione, devo piegare le ginocchia ed abbassare la testa, devo rendere grazie al Signore, di respirare ancora un giorno in terra, devo guardare ed imitare ( pallidamente) la Sua perfetta umiltà e carità, e forse – ripeto forse – potrò osare umilmente di confidare e sperare, io che sono meno di niente – un giorno, di essere in Paradiso con Lui.

  45. ALBERTO

    Sono con te cara Costanza. Oggi la Chiesa ha bisogno di noi laici. “Anche i sacerdoti sono intorno ai tuoi altari e non sanno più cosa fare” recita un salmo. Dobbiamo aiutarli i nostri pastori perché, ahimè,molti vescovi, preti e religiosi stanno svendendo la Chiesa di Gesù.
    Il Signore ci accompagni e ci custodisca fedeli alla Parola del Signore e stretti a Pietro, il papa: “… le porte degli inferi non prevarranno su di essa”.
    Preghiamo per Il Papa e per noi stessi perché possiamo non crollare dinanzi ai dardi infuocati del maligno.

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