Contro i nulla-pensanti

di Mauro Zanon  per Il Foglio

Parigi. “Sabato scorso, il nostro presidente ha annunciato qualcosa di estremamente inquietante: l’introduzione del ‘reato di oltraggio sessista’. Quale sarà la prossima misura? La penalizzazione dello sguardo lubrico?”. Élisabeth Lévy, intellettuale e direttrice del magazine controcorrente Causeur, fatica a crederci. “O ci si renderà presto conto che è un’idiozia inapplicabile, annunciata soltanto per far piacere alle neofemministe, o la situazione diventa pericolosa. Macron ha detto che la Francia non deve più essere il paese dove le donne hanno paura. Ma chi vuole prendere in giro? Il governo ci sta dicendo che noi donne avevamo paura, ma non lo sapevamo, che vivevamo in un incubo, ma non eravamo al corrente. Tutto ciò è assurdo”.

Nei giorni in cui esce in libreria il suo ultimo libro, “Les rien-pensants” (Éditions du Cerf), una raccolta dei suoi editoriali ruvidi sullo sfondo del quinquennio di François Hollande, Élisabeth Lévy, nemico pubblico numero uno della gauche parigina, discute con il Foglio attorno al nuovo clima di polizia del pensiero (sessuale) che si sta diffondendo in Francia. “Il credo del neofemminismo è che le donne sono tutte vittime e che gli uomini sono tutti colpevoli. Le prime sono diventate una specie protetta in Francia, mentre i secondi sono sempre e comunque dei predatori, il cui desiderio va criminalizzato”, dice la direttrice di Causeur. Ogni domenica, assieme al filosofo e membro dell’Académie française, Alain Finkielkraut, cura una popolare rubrica radiofonica su Rcj, intitolata “L’esprit de l’escalier”. E questa domenica, il tema era appunto il nuovo piano contro le violenze sessuali e sessiste ai danni delle donne lanciato dal presidente Macron. “Dopo aver detto che la Francia è ‘malata di sessismo’, il capo dello stato ha osservato un minuto di silenzio in omaggio alle centoventitrè donne uccise lo scorso anno dai loro compagni, dichiarando di voler fare della parità tra i sessi ‘la grande causa del quinquennio’. Come ha detto bene Finkielkraut, per i quaranta uomini che sono stati uccisi dalle loro partner non ci sarà invece alcun minuto di raccoglimento. Probabilmente, pagano per i machisti”, dice la Lévy.

Prima che il premier Edouard Philippe intervenisse con una circolare che ne vieta l’utilizzo nei documenti ufficiali, la “scrittura inclusiva”, ossia la trasformazione della lingua francese in una forma neutra per mettere fine alla “tirannia del finale maschile”, è stata al cento del dibattito politico-mediatico a Parigi. Un dibattito “assurdo”, secondo la Lévy, su una proposta totalmente “delirante”. “Qualche anno fa, quando si è parlato per la prima volta di ‘scrittura inclusiva’, ci scherzavo sopra con i miei amici, perché mai mi sarei immaginata che questa follia potesse diventare il tema di un dibattito reale. Mi sbagliavo, evidentemente, perché oggi vediamo che il governo è costretto a dire ‘stop’ tramite la pubblicazione di una circolare sulla Gazzetta ufficiale. C’è un gruppuscolo di neofemministe che spinge per imporla ovunque, ritenendo che questo potrà ridurre le presunte diseguaglianze tra uomini e donne. Ma il 95 per cento dei francesi è ovviamente contro questa proposta folle”. E ancora: “L’idea che tutti i mali vengono dalla lingua e che cambiando la lingua si cambiano anche i sentimenti è la base del politicamente corretto. Ma anche la base dei totalitarismi. E questo è inquietante. Questa volontà di prendersela continuamente con la lingua è sospetta. Siamo di fronte a persone che non amano la libertà”.

Alle neofemministe che occupano oggi lo spazio mediatico-mondano francese, la direttrice di Causeur ha dedicato molti dei suoi articoli durante il quinquennio hollandiano. Articoli che troviamo per intero nella sua ultima opera, uscita a quindici anni di distanza da “Les maîtres censeurs” (Le Livre de Poche), pamphlet corrosivo contro il tribunale morale permanente, che processa gli insubordinati al pensiero unico. Ma chi sono i “rien-pensants”, i nulla-pensanti? “Sono quelli che hanno smesso di pensare, trincerati nelle loro certezze apodittiche, che preferiscono demonizzare invece di dibattere con chi non condivide la loro visione del mondo, che predicano la tolleranza ma sono intolleranti con chi è contrario all’immigrazione scriteriata, all’islamizzazione di interi quartieri, ai matrimoni omosessuali, all’utero in affitto. Sono quelli che Régis Debray ha chiamato ‘giornalisti episcopali’ e che continuano ad avere posizioni strategiche nel dibattito mediatico”, spiega la Lévy, prima di aggiungere: “Questo catechismo rappresenta un disonore per il paese dei Lumi e ha delle conseguenze disastrose. Invece di essere discusse attraverso il confronto tra varie posizioni, le questioni più urgenti vengono nascoste sotto il tappeto o trattate con degli slogan recitati come un salmo: l’immigrazione è un’opportunità per la Francia, l’islam è una religione di pace, di amore e di felicità, e la Pma (Procreazione medicalmente assistita, ndr) per tutti è un ineluttabile progresso. I problemi che inquietano i francesi non saranno risolti ripetendo fino all’usura cose che non esistono”.

Nel 2012, quando scrisse “La gauche contre le réel” (Fayard), la Lévy sollevò un polverone senza precedenti. Perché prese a schiaffi quella “sinistra divina” (Jean Baudrillard) che non sapeva più guardare in faccia la realtà, o peggio che si rifiutava di guardarla, credendosi ancora appartenente al “Campo del Bene” e detentrice del magistero morale della nazione. “Neofascista”, urlò il Nouvel Obs, a quindici anni dalla lista di proscrizione di Daniel Lindenberg, “Rappel à l’ordre. Enquête sur les nouveaux réactionnaires” (Éditions du Seuil), dove venivano indicati i nemici da abbattere, da imbavagliare, da isolare dal dibattito delle idee: i Finkielkraut, i Muray, i Bruckner, i Houellebecq, i Dantec, i Taguieff. E oggi? “La situazione, per fortuna, è un po’ cambiata. Io, Éric Zemmour e Alain Finkielkraut siamo più presenti nel dibattito mediatico. Ma non bisogna confondere visibilità ed egemonia, pluralità e pluralismo. Certo, la tecnologia ha permesso a ogni tipo di piattaforma mediatica, più o meno dissidente e più o meno coraggiosa economicamente, di esistere. Inoltre, nei grandi media, tutti i punti di vista hanno il loro spazio, anche se non è sempre una battaglia leale. Resta tuttavia il fatto che nei media ‘di sinistra’, e in particolare in televisione, le inquietudini cosiddette ‘identitarie’ sono prevalentemente viste con sospetto”.

Quando le chiediamo cosa ne pensa della recente querelle tra Mediapart, il sito di inchieste di Edwy Plenel, giornalista di riferimento della sinistra radicale, e Charlie Hebdo, che ha accusato il primo, solitamente rumoroso, di essere stato particolarmente silenzioso sull’affaire che sta coinvolgendo l’islamologo svizzero Tariq Ramadan, la Lévy ci risponde così: “Il mediapartisimo sta perdendo terreno e la sinistra islamofila non ha più il vento in poppa oggi. La crociata di Plenel per difendere il suo onore non ha mobilitato le folle. Cosa ci dice questo? Che c’è una frattura molto profonda nella gauche. Ci sono quelli che pensano che la nostra identità sia l’apertura e che dobbiamo pagare per i nostri crimini fino alla fine dei tempi. Questi sono gli aficionados della gauche di Plenel, ma anche di Jean-Luc Mélenchon. Ma c’è anche un’altra gauche, più patriottica e repubblicana, che non è devota all’ideologia multiculti e non è laica a geometria variabile”. E ancora: “In questo giorni, sta andando in scena il grande scontro tra queste due sinistre. Uno scontro acutizzato dalla questione dell’islam. La sinistra islamofila preferisce vedere le turpitudini dell’uomo bianco eterosessuale occidentale piuttosto che denunciare il dramma delle donne non musulmane nelle banlieue ‘halalizzate’ di Francia. Tuttavia, ho l’impressione che queste forze, che l’ex primo ministro, Manuel Valls, ha definito ‘islamogosciste’, stiano indietreggiando, non abbiano più il consenso che sembravano avere fino a poco tempo fa”.

Invece di “crisi dell’intellettuale” in Francia, tema a cui la stampa parigina ha dedicato numerose inchieste negli ultimi tempi, la direttrice di Causeur preferisce parlare di “crisi del pensiero”: “Abbiamo meno intellettuali rispetto al passato, e, dal mio punto di vista, ciò è particolarmente evidente a sinistra. Quando Libé e l’Obs fanno la lista dei nuovi pensatori che dovrebbero indicare la via della ragione tirano fuori dei sociologi sconosciuti o al massimo nomi come quello dell’economista Thomas Piketty. I grandi dibattiti che riflettono l’evoluzione del pensiero e delle idee sono scomparsi da un bel po’ di tempo dalle riviste cosiddette ‘di riferimento’. C’è invece una costante: a sinistra, ci sono ancora dei presunti intellettuali che considerano la formula ‘intellettuale di destra’ un ossimoro”.

 

fonte: IL FOGLIO 28/11/2017

48 pensieri su “Contro i nulla-pensanti

  1. Comunque è oggettivo che vi sia una tendenza al femminicidio e non all’androcidio: è un dato di fatto che gli uomini delinquano molto di più e a spese delle donne, questo è dovuto anche a una differenza biologica, al testosterone in eccesso e chissa` cos’altro. Le donne vengono sempre uccise per un loro comportamento non accettato dagli uomini, mentre questi, solitamente, vengono “freddati” dalle loro compagne per il loro comportamento vessatorio durato oltre il limite della sopportazione, quindi c’e` una sostanziale differenza, oppure no? Nel tentativo di tutelare dal “sesso forte” la parte oggettivamente piu’ debole, si rischia poi di scadere nel ridicolo e di non portare alcun contributo utile alla causa ma, viceversa, di prevaricare e oltraggiare quella parte degli uomini che mascolini sono ma non sessisti.

    1. PaulBratter

      è un dato di fatto che gli uomini delinquano molto di più, punto, non prevalentemente a danno delle donne.
      Era surreale il titolo di Repubblica qualche tempo fa:
      “Omicidi: una vittima su quattro è una donna!”, già ma questo vuol dire che tre vittime su quattro sono uomini, uccisi in maggioranza da altri uomini. E’ l’uomo la vittima preferita dell’uomo, non la donna (mentre nella civilissima Svezia si è arrivati alla parità di genere anche delle vittime, so’ conquiste….)

      1. Luigi

        Paul,

        come dicevano i Romani “il nome è un destino”. Anche Troll(ey) 😀

        Per il resto, ormai siamo alla teoria liberamente espressa (e accettata!) che gli uomini sono biologicamente inferiori; però facendo rientrare dalla finestra, con totale disprezzo della logica, l’assunto che le donne siano il sesso debole.

        Come recita l’articolo:

        “Il credo del neofemminismo è che le donne sono tutte vittime e che gli uomini sono tutti colpevoli. Le prime sono diventate una specie protetta in Francia, mentre i secondi sono sempre e comunque dei predatori, il cui desiderio va criminalizzato”

        Ma non è così solo in Francia, è così dappertutto.
        Gli uomini sono mostri assassini, che vanno rinchiusi in gabbia.
        Facendo finta di non vedere come siano bastati 50 anni di ginocrazia per annichilire la civiltà.

        Ciao.
        Luigi

        1. @ Luigi: Ho solo espresso un’opinione e non pretendo di possedere verita` assolute. Perche’ dunque insultare e non invece dissentire con toni urbani?

          1. Vale

            Allora non usare il termine oggettivo.se ne hai, porta dati.se no, di oggettivo c’è solo il ripetersi di banalità.

          2. Luigi

            Se ti ritieni insultato, manda i secondi 😛

            Noi ci siamo già incrociati, sulla Rete.
            Usavi un altro nomignolo, però.

  2. Io personalmente non credo a tutto quello che scrivono gli giornalisti….per forza devono fare notizia……ma quale notizia ????…..un blabla….alle fine non credo a quello che scrivono…prudenza……è sempre facile dire del male del’ altro…..ma se ci guardiamo con sincerità dentro noi stessi ??? no ha più vantaggio ?? credo di si…..basta e basta….sono stanca delle notizie senza senso……..Amiamo e basta ….che altro serve ????

  3. Mary

    Ma io spezzo una lancia a favore di Jean Michel Blanquer, neo ministro dell’istruzione.
    Ha detto chiaramente: la lingua francese non è sessista, è il nostro patrimonio e la smettano le femministe di volerla modificare introducendo il genere neutro (!).
    Ha detto altresì:
    – che a scuola non si deve usare il cellulare,
    – che vanno ripristinate le ore di greco e latino, perché l’Europa ha radici nella cultura classica,
    – che i bambini francesi devono fare un dettato a giorno perché non sanno più scrivere.
    Al momento, stimo quest’uomo.

    1. Francesco Paolo Vatti

      Fantastico! La riscoperta che si mastica coi denti, come avrebbe detto mia madre! Eppure, oggi, non è più così scontato….

  4. “Questo catechismo rappresenta un disonore per il paese dei Lumi
    ma, la Levy, dove ha vissuto finora ? questo sono i “lumi”, il partito del sole che sorge ad ovest … è dal 1789 che impestano il mondo e la Levy, leggendo tra le righe, pare comunque favorevole a libertè egalitè pereppepè …
    mah
    un saluto e buon anno
    Piero e famiglia

    1. pare comunque favorevole a libertè egalitè pereppepè

      Il problema, in Francia, è che non si schiodano da quei ceppi neanche a destra, e neanche all’estrema destra.

      1. Francesco Paolo Vatti

        Beh, prima sono francesi, poi di destra, di sinistra, cattolici, massoni, ecc….

    2. Luigi

      “è dal 1789 che impestano il mondo e la Levy, leggendo tra le righe, pare comunque favorevole a libertè egalitè pereppepè…”

      Come osservò qualcuno, tagliare la testa al Re di Francia equivalse a tagliarla a tutti i padri di famiglia francesi…

      1. Luigi

        Non si sa se siano più idiote le regole NBC (nucleare-biologico-chimico?) o questa frase di commento dell’articolo:

        Le misure avrebbero trovato d’accordo gli inquisitori della Chiesa cattolica che mandavano al rogo le “streghe” […]

        È ovvio che, alla fine, a pagare il conto più salato per questo delirio saranno proprio le donne.

        Ciao.
        Luigi

        1. Il commento è stupido, ma il riferimento è in qualche modo opportuno: quelli che si lamentano della mancanza di libertà a causa della Santa Inquisizione ora si trovano di fronte al loro mondo “libero”, in cui prima di dare una pacca sulla spalla ad una collega bisognerà farsi firmare un modulo di consenso.

          1. Certo che hanno un che di ipocrita dicotomia tutta questa serie di regole da “bon ton” e leggi, regolamenti dai pesanti risvolti, se consideriamo le spinte di una gran parte della società verso la pornografia, più o meno velata su qualunque tipo di media, nonché l’esaltazione del sesso libero in tutti le forme e maniere e in tutte le ibridazioni possibili.

            Mah…

            1. Luigi

              L’ipocrisia e la disonestà intellettuale ci sono tutte, sia chiaro.
              Ma non sono l’aspetto peggiore.

              Quando da un lato si alimenta oltre ogni limite la concupiscenza, e dall’altro si fa di tutto perché non possa essere soddisfatta, si generano profonde fessurazioni nella psiche dei singoli.
              Questo non solo nel campo sessuale, ovviamente.
              Esistono precise statistiche sull’aumento terrificante delle patologie mentali in tutto l’Occidente.

              Ciao.
              Luigi

  5. Antonio Spinola

    Tuttavia, ho l’impressione che queste forze, stiano indietreggiando, non abbiano più il consenso che sembravano avere fino a poco tempo fa

    Sarà…
    Il politicamente corretto è un’arma tremenda: fa sì che funzionari, insegnanti, giornalisti, sociologi, assistenti sociali e intellettuali, per ben figurare, o non essere denunciati e rischiare la carriera, mascherino le proprie convinzioni, inchinandosi e auto-censurandosi.

    E se è vero che, in parte, questo muro ideologico sta cadendo, sarà bene non illudersi perché, come sostiene Scruton, si tratta di una vittoria apparente:
    “Le cose ora sono cambiate, ma solo perché come sempre quando una battaglia è persa si può parlare liberamente di essa”.

  6. Mary

    Sono tutte campagne inventate e importate dai nostri soliti padroni (s)culturali angloamericani. Poniamo che i cosiddetti femminicidi siano 1000 in un anno (ma sono molti meno): un reato ogni 60000 abitanti che emergenza è? Quante persone muoiono per cancro da sigaretta ogni anno? Lo stato si preoccupa di questo come fa per le povere femmine o mette i distributori di sigarette davanti alle scuole? (La seconda che ho detto).
    L’opinione pubblica è bersagliata da campagne e notizie fatte per pilotare i cervelli e mettere odio fra categorie: il potere, sviando l’attenzione, agisce indisturbato per fare altre cosette (mandarci in pensione a 70 anni, tagliare un anno di scuola superiore, chiudere ospedali e tribunali). Sinceramente, li odio perché ci trattano da imbecilli ed è deprimente vedere come la gente ci casca.

      1. Vale

        Grazie x i dati.tanto x l’oggettivita.
        E ora sotto con l’altra boiata recente. Il gelicidio. Ke sarà mai?😁( x i critici del “ke” ricordo: sao ko Kelle terre….)

        1. Il “gelicidio”, nonostante le apparenze, non è una boiata. Si tratta di un fenomeno con caratteristiche specifiche, non è semplicemente che fa molto freddo e si forma il ghiaccio, e quindi merita un nome a parte; per quanto riguarda l’etimologia, è corretta in quanto è “gelo che cade” (la radice comune con “omicidio” è perché anche in quel caso c’è una caduta, pur in senso figurato).

          sao ko Kelle terre
          E usavano anche l’ “x”? :o)

          1. Vale

            Era una battuta quella sul gelicidio. La faccenda è lo spropositato uso ke se ne sta facendo.

          2. .. si gelicidio (nome esatto galaverna) è l’ultima boiata tipo “la montagna killer”; la montagna NON è mai killer, sono solo gli stupidi e le stupide che muoiono in montagna perchè convinti che è come farsi due vasche in Via XX Settembre o Galleria Mazzini (centro di Genova)
            un saluto
            Piero e famiglia

  7. Antonio Spinola

    L’iperfemminismo ha distrutto il cuore della civiltà cristiana e con esso quel legame di solidarietà tra i sessi che poneva il maschile non al di sopra ma al fianco del femminile e in difesa della sua inviolabilità, con ruoli e domini sociali diversi ma di pari dignità, in un’equilibrio di diritti e doveri da rispettare nella prospettiva di un bene comune.
    Certo, la vita non è mai stata facile, e la storia ci narra dei tanti problemi del rapporto uomo-donna del passato, l’architettura andava perfezionata, aggiustata ma non distrutta.

    1. Guendalina D'Alba

      Quando la bilancia pesava a favore dell’ipervirilità…pare non vi fossero problemi… oggi l’architettura andava aggiustata… cioè le donne dovevano trovare un giusto equilibrio… ma a me pare che ancora molta strada deve essere fatta, poiché, spesse volte, anche su questo blog ho letto le parole che esprimono un concetto di femminilità contenere (nel commento stesso) una valenza negativa e di spregio… mentre nelle donne vengono esaltati i pregi definiti “virili”…
      “come siano bastati 50 anni di GINOCRAZIA per annichilire la civiltà”… beh… non è che i 5000 anni precedenti di androcrazia siano stati un paradiso terrestre…
      Infine, solo un piccolo ricordo di saggezza antica…le mie nonne… mia madre e, ancor di più mio padre…(come dice lui, essendo uomo meglio capisce la mentalità maschile) hanno sempre detto a me, le mie sorelle, le mie cugine… di esser prudenti (la prudenza, virtù cardinale)… che gli uomini pensano solo ad “una cosa”… prudenza che si concretizza, ad esempio, nel non dare troppa confidenza ad amici o colleghi di lavoro… massimamente se son sposati… non frequentare ambienti che potrebbero farti passare per una donna di facili costumi…insomma una sana separazione dei sessi… perché l’uomo è cacciatore…
      Saluti, Guendalina.

  8. A proposito di oggettività… leggetevi questa lettera, pacata ed argomentata, e come risponde il giornalista italiano che meglio incarna banalità e politicamente corretto:

    http://italians.corriere.it/2018/01/05/lettera-145/

    Leggo e trasecolo. Lei scrive: “In realtà studi internazionali, condotti con tecniche di inchiesta scientificamente valide, dimostrano inequivocabilmente che il tasso di violenza domestica è identico per uomini e donne”. Posso dire che mi sembra una colossale sciocchezza? L’esperienza personale di tutti noi, e la cronaca sempre più drammatica, dimostrano invece che molti uomini – incapaci di accettare un abbandono o un rifiuto – diventano violenti.

    1. Luigi

      È un classico del non-pensiero: se i fatti sono contro l’ideologia, peggio per loro.
      Altrimenti detto, sotto la “leggendaria frezza candida” (cit.), il nulla.

      Il problema è che il razzismo androfobico, ancorché supportato da un ISTAT ormai in pieno crollo di attendibilità, ha conseguenze anche nella vita reale.
      Come questa, ad esempio:
      http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13270575/william-pezzullo-sfregiato-acido-ex-elena-perotti-rovinato-maschio-abbandonato-.html

      (E considerato come anche qui, nei giorni scorsi, sia stata ventilata la mancanza di empatia degli uomini, spero non sfugga quel “Non riesco a provare rancore verso Elena”)

      Ciao.
      Luigi

      1. Luigi

        “… ma su è Severgnini, uno dei più fervidi sostenitori che il sole sorge ad ovest”

        Bella la definizione 🙂

        Ma rimane il fatto che, da secoli a questa parte, deve essere imputato agli intellettuali il lavoro sporco, sporchissimo, di inquinamento delle coscienze che ha portato poi ai genocidi, agli stermini, alle dislocazioni di popoli, alla sovversione dell’ordine naturale…

        Come Victor Hugo fa dire intelligentemente e acutamente (nonostante il suo bonapartismo) al protagonista di “Novantatrè”, le rivoluzioni avvengono solo perché si consente ai propalatori d’odio di seminare i germi da cui poi originerà l’epidemia (lo metto in lingua corrente, perché nel libro il discorso suona come “tagliare la testa per tempo a qualcuno dei philosophes”).

        Solo per fare un esempio, i firmatari del famoso appello contro Luigi Calabresi non sono meno responsabili degli assassini materiali.
        Anzi.
        Eppure quanti di loro continuano a secernere i loro miasmi, la loro putredine – ancor più se deceduti – avvelenando quel poco, pochissimo, che ancora rimane di non guasto in Italia? Condendo per giunta il tutto con la pretesa folle della loro superiorità morale?

        Come del resto recitava la saggezza dei padri – i vituperati, odiati, sbeffeggiati padri – ne uccide più la penna che la spada…

        Ciao.
        Luigi

        1. @Luigi

          Ma, se non erro, Hugo era un ammiratore della rivoluzione francese. Forse questa frase è messa in bocca ad un qualche antagonista “cattivo”?

          1. Luigi

            Non erri, Zimisce, nel senso che quello è quanto si legge di solito su Hugo.
            Non so però quanto possa dirsi realmente ammiratore della Rivoluzione un simile esponente del Romanticismo, che per di pù accettò – seppur sotto Luigi Filippo – il titolo di Pari di Francia.

            Quale che fossero i suoi pensieri più reconditi, rimane che “Novantatré” è ben lontano da “I miserabili” anche per qualità letteraria (nel senso che è decisamente superiore).
            E il presunto antagonista, Lantenac, è tutt’altro che una macchietta o un personaggio “monodimensionale”, in stile villain cinematografico; anzi.
            Di lui, rimane memorabile il lungo monologo nell’ultimo libro, rivolto al nipote (passato invece alla causa rivoluzionaria); da lì estraggo il passo che citavo:

            “Quando si pensa che nulla di tutto questo sarebbe accaduto se si fosse impiccato Voltaire e messo in galera Rousseau! Ah! che flagello, gli intellettuali! […] C’era anche la rivolta delle investigazioni e dei ricorsi; e poi sono venuti quei messeri, i filosofi, si sono bruciati gli scritti invece di bruciare gli autori, ci si sono messe di mezzo le cabale della corte, e sono venuti tutti questi sciocchi, il Turgot, Quesnay, Malesherbes, i fisiocratici eccetera, ed è cominciato il pasticcio. Tutto è venuto dagli scribacchini e dai versaioli. L’enciclopedia! il Diderot! d’Alembert! […] Fino a quando ci saranno dei pedanti scribacchiatori, ci saranno dei furfanti che assassinano; fino a quando ci sarà inchiostro, ci saranno macchie, fino a quando la zampa dell’uomo terrà la penna d’oca le sciocchezze frivole genereranno le sciocchezze atroci. I libri originano i delitti.”

            Trovandomici in mezzo, non posso non riportare la frase conclusiva del suddetto monologo; parole che nessun cuore di reazionario può leggere, senza i brividi:

            “Uccidete i re, uccidete i nobili, uccidete i preti, abbattete, rovinate, massacrate, calpestate ogni cosa, mettete sotto il tallone dei vostri stivali le antiche massime, conculcate il trono, opprimete l’altare, schiacciate Dio e ballategli sopra. È affar vostro. Siete dei traditori e dei vili, incapaci di dedizione e di sacrificio. Ho detto. Fatemi ghigliottinare, adesso, signor visconte. Ho l’onore di essere il vostro umilissimo servo.”

            Buona Epifania!
            Luigi

  9. Cupo

    120 delitti l’anno. Per la droga quanti ne muoiono? Eppure la vogliono liberalizzare.

  10. Vale

    Ed intanto x un nulla pensante come il responsabile del teatro fiorentino ke approva il cambio di finale della Carmen, xké come si fa con la piaga del femminicidio bla bla bla, il consiglio di stato francese,contro il parere dei genitori, ne ammazza un’altra.in coma. 14 anni. Femminicidio anke questo, x le statistiche?

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