Il bicchiere mezzo pieno

di Costanza Miriano

Il giorno di Natale, poco prima della mezzanotte, quando ormai la maratona di regali e trigliceridi e baci stava volgendo al termine, mentre salivo le scale della casa dei miei per portare l’acqua della buona notte alle bambine, il mio cellulare ha squillato ed è apparsa la scritta Paraguay. Era il nostro regalo di Natale. La voce di Padre Aldo Trento ha attraversato l’Oceano per riportare il nostro cuore al centro della bellezza della festa.

Il tuo cuore deve essere pieno di Cristo – diceva la voce dall’altra parte del mondo in accento ispanoveneto – anzi deve essere come un bicchiere che trabocca. Se non trabocca vuol dire che non è pieno, e se non è pieno significa che c’è uno spazio vuoto. Uno spazio che inevitabilmente finirà essere riempito da qualcosa. Se non hai il cuore pieno finisci per amare qualcos’altro, qualcun altro. E tradisci la tua vocazione.

E così ancora una volta il caro padre Aldo ha ricordato la sua incredibile, meravigliosa storia, di quando in obbedienza a don Giussani ha lasciato il suo paese, il suo continente, per mettere un Oceano tra sé e una donna che stava occupando uno spazio del suo cuore. Ma all’inizio è stata solo sofferenza, solo obbedienza a don Giussani, solo dolore e solitudine infeconda. Insonnia e dolore. Ci sono voluti dieci anni perché la ferita smettesse di sanguinare, perché quel vuoto lancinante venisse riempito da Cristo, e perché alla fine quel dolore diventasse davvero fecondo. Una fecondità che dopo gli anni del dolore e della solitudine ha prodotto ospedale, casa famiglia, casa per anziani, casa per i malati di Aids. Migliaia di persone soccorse, curate, guarite o almeno accompagnate alla morte con amore e in grazia.

Ma tutto è stato possibile solo perché quella ferita è stata sanata dall’amore di Dio, quel vuoto lasciato da una donna riempito di un altro pieno. Altrimenti, dice padre Aldo, da soli non ci è possibile amare i poveri: sono difficili, pieni di difetti, non sono amabili naturalmente. È solo Cristo che può fare questo miracolo, può darci di amarli.

Va bene, dunque, che nelle chiese ci venga ricordato che è necessario amare i poveri, ma non si può dimenticare chi è il solo che lo rende possibile. Invece, come diceva sempre don Giussani, la Chiesa oggi si vergogna di Cristo. Non sempre si ricorda di annunciarlo, magari per un malinteso senso di delicatezza, per paura di offendere le sensibilità dei lontani, ma è una incredibile presunzione pensare di riuscire da soli ad amare qualcuno che puzza, che è egoista, maleducato, o anche solo diverso o noioso. È difficile persino amare chi profuma, chi abbiamo scelto o chi conosciamo da sempre. Certe volte è persino difficile amare i figli (sennò perché il Signore ci promette “ricondurrò il cuore dei padri verso i figli”?). E soprattutto, chi dà meno di Cristo non sta dando niente, e noi stiamo togliendo qualcosa ai fratelli a cui non diciamo chi può riempire il loro cuore. Abbiamo il diritto di togliere loro questo?

33 pensieri su “Il bicchiere mezzo pieno

  1. Da Roit Silvano

    Il racconto di cui sopra e’ come “il sacrificio di Abramo”,
    dove si capisce che il frutto
    e’ meno importante della pianta .

    I grandi amori e le grandi ragioni di vita come
    la sposa, i figli, gli amici, e tutte le cose belle e buone che ci sono
    hanno tutte meno valore di Chi ce li dona.

    Nella logica della fede e della provvidenza,
    non si perde mai nulla, se non per molto di piu’.

    Quello che noi chiamiamo sacrificio o rinuncia
    in fin dei conti non e’ altro che un salto di qualita’
    nella comprensione della reata’ e dell’amore di Dio.

  2. francesco

    non potremmo limitarci a far diventare ricchi i poveri?
    e a lavare chi puzza?
    ed educare chi è cafone?

    la tragedia dei cristiani è che vogliono strafare

  3. Barbara

    Bravo Padre Aldo! La Chiesa, il Suo capo in primis, parlano molto dei poveri da amare ma poco di Chi ti dà la forza di farlo. È facile essere il Papa amato dai non credenti se parli tanto di problemi del mondo e poco di Dio. Mio padre, non credente, ama Papa Francesco perché nei suoi discorsi parla poco di Dio. Peccato che da quando ama questo Papa continua a non andare in Chiesa come faceva prima ma con cuore più leggero perché Dio è misericordioso.
    Dirò di più, ha ricominciato a bere e ubriacarsi, rovinando definitivamente famiglia e vicini, memore di un Cristo che ha trasformato l’acqua in vino… (non di un Cristo morto e risorto per noi). Che il Papa ci parli di Dio con franchezza, non solo durante le omelie nella Messa mattutina a Santa Marta. Ci ricordi a gran voce, anche quando parla da Piazza San Pietro a milioni di persone che, come dice Padre Aldo, il nostro cuore “deve essere pieno di Cristo, anzi, un bicchiere che trabocca”. Chiediamo tanto, lo so, ma solo questo.

    1. Papa o non Papa, resta a noi la difficoltà e l’incapacità di amare un padre che non è come vorremmo, e proprio per questa incapacità chiedere a Cristo la forza di amare, come ha amato Lui, incondizionatamente con misericordia e nella verità, coloro che ci sono scomodi, che puzzano (come un padre alcolizzato) coloro che ci uccidono tutti i giorni, che distruggono famiglia e vicini.

      Sta a noi avere quella misura traboccante di Spirito Santo (e non di altro) che riempie noi e basta anche per dissetare e attirare vicini e lontani, amando nella dimensione della Croce.
      Arrivando ad intercedere come Santo Stefano e Cristo prima di lui, persino per i propri carnefici.

      Costanza conclude lamentando (a ragione) che troppo spesso sembra la Chiesa si vergogni di Cristo, ma la Chiesa siamo tutti noi, è Padre Aldo Trento che certo non si preoccupa venga a lui detto dalla chiesa pavida cosa fare o non fare.
      Lui sa cosa fare, perché ascolta la voce di Dio nel suo cuore, nell’intimo rapporto che di certo ha con Cristo… e questo nessun Cristiano che si dica tale, oggi come oggi, può aspettare semplicemente che gli venga ricordato qua e là o dove ci piacerebbe ascoltarlo.

      Ci è stato ricordato qui nella figura di Padre Aldo, ci è stato ricordato nella bellissima lettera a Gesù Bambino
      https://costanzamiriano.com/2017/12/24/caro-gesu-bambino/
      sarà il caso di iniziare a mettere in pratica quanto ci viene suggerito, perché come sempre è facile amare i negretti dell’Africa da qui, più difficile amare i nostri figli, nostro padre, nostra madre, nostra moglie e nostro marito per primi …e la lista poi si può allungare a piacere.

      1. Come è vero Bariom….grazie e buona notte ..vorrei scrivere molte delle mie esperienza…ma scrivo male la lingua italiana….ma ti posso dire una cosa in italiano.. che il 2018 sia solo amore per la tua vita….il resto passa…e velocemente ma veramente veloce….Voliamoci bene..sorridiamoci…..Ciao a te e a tutti…

      2. Beatrice

        @Bariom

        La responsabilità dei propri peccati è sempre personale, tuttavia i pastori hanno eccome un ruolo importante nell’indirizzare o meno alla salvezza le anime. Non è un caso che Gesù quando è venuto a trovarci se l’è presa soprattutto con le guide spirituali dell’epoca perché non assolvevano il compito che era stato loro affidato da Dio. Insomma se un cieco finisce in un burrone è colpa sua, ma la responsabilità è anche del cieco che l’ha guidato dritto dritto nella fossa. Ecco perché San Giovanni Bosco diceva così: “un prete o in paradiso o in inferno non va mai solo: vanno sempre con lui un gran numero di anime, o salvate col suo santo ministero e col suo buon esempio, o perdute con la sua negligenza nell’adempimento dei propri doveri e col suo cattivo esempio”. In parole povere: alla larga dai preti che durante la messa ammettono candidamente di non voler recitare il credo per mancanza di fede!

    2. Beatrice

      @Barbara

      Innanzitutto bel nome! Ti chiami come la ragazza di mio fratello, che è atea ma una brava persona. Io capisco quello che provi. Una volta ero a messa con i miei genitori da un prete santo, uno di quelli che credono veramente in quello che predicano, e durante l’omelia questo sacerdote si è messo a dire delle cose che c’entravano tantissimo con la mia vita, sono arci-convinta del fatto che fosse ispirato dallo Spirito Santo perché mi disse esattamente quello che avevo bisogno di sentirmi dire. Era come se Dio volesse farmi sapere che conosceva alla perfezione tutto il dolore che avevo dentro, perché quel prete stava descrivendo il mio stato d’animo per filo e per segno. In mezzo a tanta incomprensione e indifferenza patite in famiglia finalmente avevo trovato qualcuno a cui importava di me, a cui importava di quello che stavo soffrendo e che voleva farmi sentire la sua vicinanza. E quando il prete a un certo punto è partito in quarta a fare una ramanzina durissima ai familiari e agli amici che si mettevano a giudicare un proprio caro in una situazione difficile invece di dargli tutto l’amore di cui aveva bisogno, beh mi ricordo che ero lì che guardavo i miei genitori seduti accanto a me e pensavo “grazie Signore, speriamo che abbiano capito, ho tanto bisogno che capiscano perché non ce la faccio più a lottare per ritrovare un po’ di serenità mentre sono costretta a preoccuparmi anche di non disturbare quanti mi circondano e non tollerano di avere a che fare con situazioni spiacevoli”. Soprattutto con mio padre ho sempre avuto un rapporto conflittuale. Sarà anche il suo essere un uomo a impedirgli in alcuni casi di empatizzare con chi ha di fronte, è che a volte, quando già stai male di tuo, riesce a farti stare anche peggio, ti fa sentire debole, inadeguata, come se tutto quello che provi e tutto quello che va male nella tua vita fosse solo e sempre colpa tua. Io non volevo che Dio facesse soffrire mio padre o che lo punisse per quello che mi aveva fatto passare, volevo solo che facesse come ha fatto quel prete, volevo solo che gli dicesse: “ma che cavolo stai facendo? È tua figlia! Ma non vedi come soffre? Ma non vedi che ha solo bisogno del tuo amore e non dei tuoi giudizi impietosi? Io non ti ho creato per questo, non ti ho creato perché facessi soffrire in quel modo tutte le persone che ami! Tu sei meglio di così! Ma non vedi che oltre a rovinare la vita delle persone che ami stai rovinando anche la tua? Cambia prima che sia troppo tardi! Non sei solo, Io ti darò tutto l’aiuto necessario per farlo, ma ho bisogno del tuo sì!”

      E questo alla fine è un po’ quello che ha fatto Gesù quando è andato a dire ai farisei qualcosa del tipo: “ma che cavolo state facendo? Non vedete che state mandando in rovina le pecore che vi ho affidato? Smettetela di pensare sempre e solo al successo mondano, a occupare i primi posti nelle sinagoghe, a far vedere quanto siete e bravi e pii per essere ammirati da tutti! Io non vi ho dato l’autorità religiosa per ottenere onori e prestigio nella società, io vi ho dato quelle posizioni di potere perché foste al servizio delle mie pecore e della loro salvezza! Smettetela di abusare del ruolo che avete, abbiate a cuore solo il bene delle pecore e non il vostro!”

      I pastori tanto ansiosi di essere amati dal mondo che parlano ossessivamente di una misericordia senza necessità di conversione non si rendono conto che, oltre a far sentire i carnefici giustificati nei loro crimini, lasciano le vittime sole nel loro dolore, un dolore che viene quindi ulteriormente amplificato dall’indifferenza di cui si è testimoni.

      Poi volevo dirti un’ultima cosa: ti ho parlato del rapporto difficile che ho sempre avuto con mio padre, ma sono sicura che è niente rispetto a quello che hai dovuto affrontare tu. Ricordati però che, pur con tutti i limiti del mondo, rimarrà sempre tuo padre. Quando leggevo qui in questo blog i commenti di alcuni che criticavano chi criticava il Papa, sostenendo che non si può parlar male del proprio padre, né contestarlo né fare qualcosa di diverso da quello che dice, io pensavo “ma che stanno dicendo? Ma hanno avuto tutti padri esemplari evidentemente!”. Io che non ho avuto un padre perfetto so che criticare, contestare e disubbidire al proprio padre in certi casi è doveroso, lo richiede la coscienza rettamente formata e l’amore per la Verità, ma proprio perché non ho avuto un padre perfetto so che nel criticarlo, contestarlo e disubbidirlo non smetto neanche per un istante di amarlo, perché continua ad essere mio padre anche quando non si comporta come tale. Per questo ti dico: nonostante tutto il male che ti fa, chiedi a Gesù la forza di continuare ad amare tuo padre, aggrappati ai momenti più belli trascorsi con lui (io ne ho tanti, perché ci tengo a sottolineare che mio padre non è un mostro, ha fatto anche tante cose buone per me). So che alcune persone sembrano proprio impossibili da amare, ma si dà il caso che Gesù sia uno particolarmente abile nel realizzare cose impossibili!

  4. Pier Giorgio Marini

    Ero presente quando al Meeting, alla fine di un incontro in cui padre Aldo aveva narrato le sue vicissitudini, incontrò di nuovo , dopo anni, quella donna che ne frattempo , anche lei, aveva riempito di Cristo quel vuoto.

  5. Thelonious

    Meraviglioso ! Sia quanto testimoniato da padre Aldo sia la condivisione che tu, Costanza, stai facendo su questo blog. Grazie !

  6. stella

    Beh piu’leggo queste testimonianze e piu’mi sento piccola piccola ,incapace di fare cio’.Ogni giorno e’una lotta…con me stessa .Percependo tutto il bene che vorrei fare ma facendo i conti col male che invece riesco benissimo a fare.Da tanto tempo mi interrogo sulla mia incapacita’di amare gli altri come si dovrebbero amare.Io che conosco benissimo l’amore ,mi viene difficile estenderlo a tutti ,che dico difficile,impossibile.E allora dico a me stessa :”ma io rispetto la dignita’di tutti gli uomini,non farei mai un torto a nessuno,non odio,non porto rancore,cerco di aiutare chi posso eppure…questo non e’ancora amore e dico sempre a me stessa:”se riuscissi ad amare tutti come amo Emanuele(il mio bimbo speciale)avrei l’aureola!!!
    Ma questa e’un’altra storia…

  7. Grazie padre Aldo……

    ..a tutto è stato possibile solo perché quella ferita è stata sanata dall’amore di Dio, quel vuoto lasciato da una donna riempito di un altro pieno. Altrimenti, dice padre Aldo, da soli non ci è possibile amare i poveri: sono difficili, pieni di difetti, non sono amabili naturalmente. È solo Cristo che può fare questo miracolo, può darci di amarli…….Verissimo grazie…

  8. alessandra

    papa francesco mette accenti dove per tanto tempo sono mancate parole, nn si può essere sempre perfettamente centrati equidistanti e parlare a tutti , si eccede, si manca, ma si serve
    la causa di Dio anche con particolari,eccedenze, mancanze e differenze. La bellezza si cela nelle intenzoni.
    Siate più buoni meno diffidenti.

    1. Anche questo è vero……cerco di comprendere ogni cosa di questo mondo, anche della chiesa di oggi…..ma credo che un giorno quando sarò d’avanti a Dio….nulla chiederò di quelle domanda in sospeso…..mi sarà tutto chiaro…..notte cari amici….

  9. Esdra

    Pensavo ai migranti, ai presepi con Gesù nero, ai preti arcobaleno, ai diritti umani ai diritti degli animali e vegetali. Ad un certo punto ricordo : Gesù, pieno di Spirito Santo, andò nel deserto per essere tentato dal Diavolo. Lo condusse su di un monte altissimo donde si vedevano tutti i regni della terra. Tutto questo io ti darò se prostrandoti mi adorerai. Bene, oltre al fatto che Gesù riserva l’adorazione solo a Dio, mi chiedevo, chissà come sarebbe andata la storia se il Re dei re fosse venuto a governare tutti i popoli, finalmente un re onnipotente, infinitamente giusto, misericordioso, un nuovo paradiso terrestre per tutti. Invece no continuamente rifiuta di compiere la palingenesi politica. Si nasconde perché volevano farlo re. Confessa a Caifa di essere il re, ma quando ciò provoca lo scandalo e la condanna… Giusto Dio ci ha lasciato liberi, non ha imposto il suo regno sebbene fosse il nostro vero bene, ci ha lasciato la Via, la Verità e la Vita, e la libertà di sbagliare di scontrarci. Veramente non c’è nulla di più lontano dal Cristianesimo, della teocrazia, sia giudaica, sia islamica. Per questo non sopporto il tentativo di piegare il Vangelo alla causa dei poveri dei clandestini e dei Rojnghia. Se a parole si vuol dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio, occorre favorire che la città degli uomini sia illuminata e corroborata dalla città di Dio che in essa cresce e si innerva, non che chi ha il compito di farci guardare al Cielo ci fornisca istruzioni dettagliate su come vivere sulla terra. Sarebbe limitare il Cristianesimo ad un ambito storico e culturale

        1. Luigi

          “Io ho capito benissimo, e sono anche d’accordo.”

          E io mi firmo per terzo. Sarei anche stato il primo, ma ovviamente col brutto tempo l’adsl smette di funzionare…

          “Sarebbe invece il caso di spiegare frasi senza senso come “mettere accenti dove sono mancate parole””

          È l’ennesima riprova che la grande vittoria del ’68, di cui si annunciano già i festeggiamenti per il cinquantesimo anniversario, fu costituita dalla morte della logica classica.
          Si mettono accenti dove non ci sono parole, tegole dove non ci sono muri – perché i muri vanno abbattuti, è noto – e si aprono i recinti delle pecore per far entrare i lupi.

          Ciao.
          Luigi

      1. Io ho capito benissimo, e sono anche d’accordo.

        Pure io. Sarebbe invece il caso di spiegare frasi senza senso come “mettere accenti dove sono mancate parole”.

  10. Grazie Costanza per questa ennesima testimonianza molto positiva e mezzopiena.
    Ti portiamo sempre nei nostri incontri, nelle scuole, nelle aziende e nelle comunità e i tuoi libri sono una grandissima fonte di ispirazione e motivazione per tutti noi del movimento Mezzopieno.org.

  11. nat

    La Chiesa ha abbandonato l’umanità quando ha avuto vergogna di Cristo- diceva don Giussani nella sua ultima intervista.
    Eppure annunciare apertamente Cristo è spesso visto nella Chiesa di oggi come proselitismo.

  12. Grazie Costanza…ti voglio bene…..che l’anno 2018 sia bello bellissimo a te alla tua famiglia, e al mondo intero…..solo l’Amore vince la morte……anche se siamo debole e tentato ..ma Cristo Gesù è più forte della nostra fragilità…..coraggio amici…….sorridiamoci….. anche nelle provo, insomma in tutto….ciao amici …è tardi buona notte a tutti vuoi ….

  13. Giovanna biddittu

    Grazie Costanza , bellissimooooo. L’amore che trabocca è il segreto che è proprio della Santa Trinità perché l’amore Di Dio è cosi! Trabocca ….. non ha fine e non è contenibile. 😍

  14. Difficile, difficile, difficile! Io sento il vuoto di ciò che mi manca (essenzialmente una famiglia). Come si fa a non desiderare la felicità su questa terra, dove pure siamo di passaggio? E’ vero che Satana è considerato “il principe di questo mondo”, ma non è normale desiderare ciò che vi è di bello quaggiù? Qual’è l’equilibrio? Ovviamente so che ognuno trova il proprio equilibrio nella vocazione, la mia è nata anche da un volo Ryanair cancellato per nebbia che mi ha tolto un’opportunità di carriera. E’ difficile vivere con un piede che porta la croce su questa terra e l’altro che nel disegno imperscrutabile di Dio, si apre a ciò che non vorremmo, o almeno a ciò che non appare come il nostro “piano A”. Un caro saluto a tutti i frequentatori di questa pagina.

    1. E’ tutto lì il segreto… Far si che il nostro “piano A” coincida con il “piano A” (come Amore) di Nostro Padre 😉

      Lì il segreto, lì anche la nostra fatica.

    1. 😀 😀 😀

      I “piani B” di solito sono i nostri… Diciamo che il Padreterno è molto elastico e talvolta ci viene dietro 😉

      Ma il Suo per noi rimane sempre il “piano A” (che per noi coincide con il fare la Sua Volontà)

      1. Vale

        Ah,ecco.siccome sento spesso citare gli uomini di buona volontà,in realtà sono gli uomini della Buona Volontà la Volontà Buona. Ke è solo quella divina.
        Perché di gente ke ci ha messo la buona volontà a fare anche cose nn proprio belle,ne ho visti abbastanza.
        Bye

I commenti sono chiusi.