I sessant’anni del trattato di Roma e le crepe del sogno europeo

di Davide Vairani

Sessant’anni dei Trattati di Roma quale inizio dell’unità europea: che cosa stiamo celebrando in questi giorni? Il ricordo di un evento lontano e sepolto nel tempo o la speranza che davvero si possa costruire un’Europa dei Popoli? L’attentato di matrice islamista a Londra non è che l’ultimo episodio in ordine cronologico che evidenzia le macroscopiche crepe del sogno europeo dei nostri padri fondatori.
Il linguaggio è un termometro fondamentale per cogliere ciò che la gente comune respira. Sovranismo, nazionalismo e populismo non a caso sono i termini che oggi più che mai leggiamo sui media e che in forme e con terminologie forse meno sofisticate si respira nei bar, nei mercati tra la le gente.

Marcello Veneziani in una intervista di qualche giorno fa’ provocava: “Ma non vi infastidisce questo coro assordante e monotono che ogni santo giorno, dappertutto – tv, radio, giornali, istituzioni, partiti e governi – vi dice sempre la stessa cosa contro il Gatto Mammone del Populismo? Attenti al populista, ripetono in coro ovunque, è xenofobo, è sessuofobo, è razzista, ci porta fuori dall’Europa, dal Mercato, dalla Modernità. Poi aggiungono che il populismo si fonda sulla paura quando invece è proprio sulla paura del populismo, sul terrore ideologico e mediatico quotidianamente propagato che si fonda l’Appello Permanente contro l’Orco populista, dall’Olanda alla Brexit, dagli Usa all’Ungheria, dalla Polonia alla Germania, dalla Francia all’Italia”.

Gli “ismi” in politica sono sempre contraddistinti da una connotazione negativa. Qualcuno si è preso anche la briga di contarli. Pare siano cinquantadue, come attesta un libro (“Gli ismi della politica”, a cura di Angelo D’Orsi, collana Norberto Bobbio, casa editrice Viella): da Anarchismo a Liberalismo, da Fascismo a Marxismo, da Comunismo a Terrorismo, da Fondamentalismo a Laicismo, da Antiamericanismo a Pacifismo, da Leghismo e Meridionalismo, da Berlusconismo a Renzismo.

Gli “ismi” presuppongono un’estremizzazione della parola da cui derivano in questo senso gli estremismi che sono sempre del tutto positivi o del tutto negativi. Il suffisso nasce con la civiltà greca ma è nell’ottocento che acquista il significato di astratto, di fazione o di sistema dottrinario: Naturalismo, Realismo, Idealismo. Nei novecento “ismo” indica la degenerazione di un qualcosa d’iniziale, una sua demonizzazione: Consumismo, Materialismo, Keynesismo. Il nostro secolo sembra essere iniziato con la stigmatizzazione di “ismi”: totalitarismi, dogmatismi, revisionismi. Gli “ismi”, come ha detto il filosofo Horkheimer appartenente al Pragmatismo, devono essere superati per giungere a una dimensione autentica della realtà che porta alla vera e unica comprensione. Comunque sia, gli “ismi” ci spiazzano, ci affascinano: perché (comunque la si pensi) non fanno altro che tradurre in parole un sentore comune, una sensazione diffusa, presunta o vera che sia. Traducono un dato sul quale non si può fare finta di niente o – peggio ancora – respingere insultando.

Il punto vero qual è? Che la politica non può permettersi oggi più che mai due estremi: banalizzarli, come fa una certa sinistra, oppure cavalcarli per ottenere più voti, come vediamo da più parti. Non è certamente con la retorica di richiamo a valori comuni che si risolve la questione: di che valori comuni stiamo parlando? Dei tecno-burocrati europei? Della moneta e delle banche che hanno mandato al tappeto milioni di persone e che sono state salvate da questa Unione Europea?

“Mai lo sforzo di capire, di ragionare sul malessere e sul perché mezza Europa, nonostante questo tam tam ossessivo, poi sceglie i populisti o per disprezzo della politica non va a votare – scrive sempre Veneziani-. Il problema da cui partire non è l’insorgenza di una patologia chiamata populismo, ma la malattia che origina e giustifica il suo espandersi: il fallimento delle democrazie non più rappresentative, il potere usurpato dalle oligarchie, il disagio sociale e civile per l’immigrazione massiccia e clandestina, la decrescita infelice del capitalismo, gli effetti di ritorno della globalizzazione, la retorica del politically correct”.
Sovranismo, nazionalismo e populismo. Se andiamo alla radice di questi termini in realtà scopriamo che non tutto è da buttare (anzi). Il sovranismo, dal francese souverainisme – secondo la definizione che ne dà la l’enciclopedia Larousse – è una dottrina politica che sostiene la preservazione o la ri-aquisizione della sovranità nazionale da parte di un popolo o di uno Stato, in contrapposizione alle istanze e alle politiche delle organizzazioni internazionali e sovra-nazionali. Oppure – possiamo leggere in un altro dizionario-: “Potere sovrano di una nazione o di una persona non soggetta ad altro potere nelle forme e nei limiti di un diritto riconosciuto: il principio della sovranità delle nazioni; diritti di sovranità; sovranità statale, nazionale”

Nazionalismo: “Dottrina che sostiene la priorità assoluta dell’idea di nazione o del principio di nazionalità in ogni campo. Politica che tende ad attuare tale dottrina”. Oppure: “ideologia o prassi ispirata all’esaltazione del concetto di nazione, che si risolve nell’autoritaria affermazione di valori che trascendono le esigenze della realtà politica e sociale dei paesi stranieri”. Populismo: atteggiamento o movimento politico tendente a esaltare il ruolo e i valori delle classi popolari; spreg. Atteggiamento demagogico volto ad assecondare le aspettative del popolo, indipendentemente da ogni valutazione del loro contenuto, della loro opportunità;
movimento rivoluzionario russo della fine del sec. XIX, che propugnava l’emancipazione delle classi contadine e dei servi della gleba attraverso la realizzazione di una sorta di socialismo rurale; in ambito artistico, raffigurazione idealizzata del popolo, presentato come modello etico positivo.

Il nazionalismo è stato la cornice ideologica di un assetto fondato sul darwinismo sociale all’interno degli Stati, e sul mercantilismo nei rapporti tra essi, in un quadro internazionale caratterizzato dalla crescente globalizzazione degli scambi di merci e capitali, che raggiunse il suo acme alla vigilia della prima guerra mondiale. La convinzione era che la concorrenza mercantile tra gli Stati e il darwinismo sociale costituissero una sorta di “stato di natura” delle cose, sostanzialmente non modificabile ma da sfruttare per mantenere, o portare al potere, una determinata classe sociale, come pure conservare o conquistare una maggiore potenza per la propria nazione. Anche a me non piace il neologismo”sovranismo”, a cui non corrisponde il significato semantico della parola “sovranità” quale potere del popolo nelle democrazie. “Mi si chiede – scrive C.S.Lewis -, cosa è la sovranità. Incredibile dictu et auditu,non mi sono mai posto la domanda. Ho studiato malamente Schmitt e Hobbes, ancora più malamente Kelsen, e sarebbe ora che studiassi forse anche Bodin e Rousseau. Ma al momento mi sono fatto questa idea. Il sovranista è colui che crede che un problema comune richieda un decisore comune di ultima istanza. Lo stato hobbesiano che  fa finire il bellum omnium contra omnes con il suo potere assoluto e indiscutibile, e il sovrano totale schmittiano che decide nello stato di eccezione sono esempi di sovranità. L’alternativa al sovranismo è un insieme di regole comuni, efficaci in quanto comunemente accettate. Il sovranista non può spiegare perché esistono degli stati, e perché esiste il diritto internazionale. Ma una volta accettato che esista il diritto internazionale, la necessità di avere un decisione comune si perde anche nel diritto domestico. Da cui l’inadeguatezza del giuspositivismo, una teoria del diritto che è sociologicamente rilevante solo nei casi in cui esista un sovrano hobbesiano, onnipotente e illimitato nella sua volontà. Ovunque lo stato non abbia un pieno controllo sociale o sia in concorrenza con altri stati vengono fuori delle norme giuridiche che sono estranee al sistema giuspositivista”.

L’osservazione di C.S. Lewis ci aiuta ad andare al fondo vero della questione. A questa Europa manca la consapevolezza della propria storia, delle proprie radici. Uso le parole del Cardinal Parolin in una recente intervista ad Andrea Tornelli (“Parolin: ‘Per rispondere ai populismi serve la buona politica’, su Vatican Insider di Andrea Tornelli, 22 Marzo 2017): “Queste radici sono la linfa vitale dell’Europa. Basti rileggere i discorsi che i protagonisti del 25 marzo 1957 tennero in Campidoglio, per scoprire come essi vedessero nel comune patrimonio cristiano un elemento fondamentale sul quale costruire la Comunità economica europea. Poi è subentrato un lento processo che ha cercato di relegare sempre più il cristianesimo all’ambito privato. È stato così necessario ricercare altri denominatori comuni, apparentemente più concreti, ma che hanno condotto a quel vuoto di valori cui accennavo prima, con gli esiti che abbiamo dinanzi agli occhi di società sempre più frammentate. In questo contesto ritengo che i cristiani siano chiamati a offrire con convinzione la loro testimonianza di vita. ‘L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri’, diceva Paolo VI. Dai cristiani non ci si aspetta che dicano cosa fare, ma che mostrino con la loro vita la via da percorrere”. Mi hanno colpito soprattutto queste ultime parole: dai cristiani non ci si aspetta che dicano cosa fare, ma che mostrino con la loro vita la via da percorrere.

Ecco perché allora c’è bisogno come l’aria che respiriamo di nuove forze politiche, di nuove aggregazioni sociali, laicali, capaci di ritornare alle origini di questa Europa per trarne con intelligente sapienza strade nuove da percorre. Nessuno oggi tra i liberali, i moderati, i cristiano-democratici, i social-democratici e le sinistre varie riesce a fare un passo oltre la diffusione della paura o la furbizia pre-elettorale di qualche mossa ruffiana (come è stato in Olanda contro i turchi) per recuperare credibilità e rubacchiare voti ai populisti. Perché nessuno è in grado di rilanciare in modo più rigoroso, più educato, più realistico o se preferite in modo meno grezzo, meno emozionale, meno improvvisato, una proposta politica fondata sulla sovranità nazionale e popolare, sulla riqualificazione della politica, sulla motivazione ideale delle passioni civili, sul primato del sociale sull’economico? Perché nessuna forza dell’establishment riesce in modo convincente a rappresentare l’amor patrio e il senso della comunità, la tradizione, l’identità e il destino dei popoli e a prendersi cura delle sue fasce più esacerbate e ferite, i giovani e gli anziani, lasciando che di queste cose si occupino solo i populisti? “Se l’onda populista è un fenomeno di pancia e di istinti, carente di cultura e di storia, priva di un criterio meritocratico per selezionare i suoi dirigenti – scrive ancora Veneziani -, mi dite qual è la forza antipopulista che si fondi sulla cultura e la storia e selezioni la sua classe dirigente per merito e qualità?”. L’unico modo per affrontare e sconfiggere il populismo non è demonizzarlo per escluderlo, ma è riprendere con dignità e competenza le istanze captate dai leader populisti e dai loro movimenti, rilanciando la Grande Politica e rispondendo al disagio dei cittadini. Il populismo crescerà fino a quando non ci sarà nessuno in grado di prenderne il posto in modo più affidabile ed efficace.

fonte: La Croce quotidiano

117 pensieri su “I sessant’anni del trattato di Roma e le crepe del sogno europeo

  1. Comunque gli “ismi” sono sentimenti difficili da creare che servono a riunire per una lotta comune per conquistare diritti, perciò vengono denigrati e scoraggiati o minimizzati da chi ha paura di perdere il potere

  2. Luigi

    Due modeste osservazioni.

    Prima di tutto, non metto in dubbio che i politici europei, il 25 marzo del ’57, avessere tenuto discorsi differenti da quelli poi sviluppati con l’azione nei decenni successivi.
    Il problema è che, nella costruzione del MEC/CEE/UE, i politici fondamentalmente hanno fatto solo da paravento.

    In seconda battuta, i “populisti” usano il linguaggio che la gente comprende. Non per nulla è lo stesso impiegato dagli “antipopulisti”.
    Insomma, Renzi non parla in modo differente da un Trump.
    Perciò, la domanda posta dall’autore:

    Perché nessuno è in grado di rilanciare in modo più rigoroso, più educato, più realistico o se preferite in modo meno grezzo, meno emozionale, meno improvvisato, una proposta politica fondata sulla sovranità nazionale e popolare, sulla riqualificazione della politica, sulla motivazione ideale delle passioni civili, sul primato del sociale sull’economico?

    ha una risposta semplicissima: ben pochi capirebbero.

    L’europeo medio vive, ormai, in funzione di quella protesi ai suoi arti superiori che è diventato lo smartphone.
    Non è più in grado di apprezzare le cose vive che crescono con pazienza.

    Ciao.
    Luigi

  3. vale

    Perché nessuna forza dell’establishment riesce in modo convincente a rappresentare l’amor patrio e il senso della comunità, la tradizione, l’identità e il destino dei popoli e a prendersi cura delle sue fasce più esacerbate e ferite, i giovani e gli anziani, lasciando che di queste cose si occupino solo i populisti?

    L’unico modo per affrontare e sconfiggere il populismo non è demonizzarlo per escluderlo, ma è riprendere con dignità e competenza le istanze captate dai leader populisti

    ecco. appunto. dignità e competenza che, purtroppo , nella casta di euro o neuro- burocrati, per non parlare dei politici sia in europa che in italia – con le dovute eccezioni – non c’è più. e non solo qui.

    “ascoltate le nonne, non gli esperti” dai subprime alla politica estera,accumulano soltanto disastri. ”

    usa today del 22-3 ripreso da “il foglio” del 27-3 ins.1

    …” è stato per gli esperti che abbiamo perso in vietnam e la guerra alla povertà, dove abbiamo speso triliardi ( di dollari,nota mia) e certamente non abbiamo vinto.

    in entrambi i casi, le asserzioni fiduciose da parte delle autorità altamente accreditate sono affondate sulla realtà, ad un costo drammatico di sangue e di soldi.

    per lo più il sangue ed i soldi di altre persone.

    se gli esperti vogliono recuperare un po’ di autorità,hanno bisogno di fare alcuni cambiamenti.

    in primo luogo,essi dovrebbero assicurarsi che essi sanno di cosa stanno parlando.

    ….”

  4. vale

    a proposito, per quelli di roma e dintorni:

    http://it.acton.org/la-minaccia-del-nazionalismo-economico-il-dibattito-nella-dottrina-sociale-della-chiesa

    LA MINACCIA DEL NAZIONALISMO ECONOMICO?
    IL DIBATTITO NELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA

    martedì, 28 marzo 2017
    17:00 – 19.30

    Pontificia Università Lateranense
    Aula Paolo VI
    Piazza San Giovanni in Laterano, 4
    00184 Roma MAPPA

    con la presentazione del libro

    Dottrina sociale cattolica ed economia di mercato

    Relatori:
    Prof. Philip Booth
    Professore di Finanza, Etica e Politica Pubblica
    St. Mary’s University, Londra

    Dott. Benjamin Harnwell
    Presidente e Fondatore
    Dignitatis Humanae Institute

    Prof. Carlo Lottieri
    Direttore, Dipartimento di Teoria Politica
    Istituto Bruno Leoni

    Rev Prof. Martin Schlag
    Direttore, Center for Markets, Culture and Ethics
    Pontificia Università della Santa Croce

    Dott. Aldo Maria Valli
    Vaticanista, RAI – TG1

    MAGGIORI INFORMAZIONI:
    Istituto Acton
    Tel. 06.688.92500
    Email : istitutoacton@acton.org (link sends e-mail)

    Ingresso Libero
    Traduzione Simultanea
    Copie del libro disponibili all’evento

  5. L’ Europa è molto diversa dagli Stati Uniti è formata da una moltitudine di popoli che hanno etnie, lingue,costumi, culture diverse. Vedi Danimarca – Grecia, Germania – Italia ecc. L’ unica cosa che abbiamo in comune ed è una cosa veramente grandiosa e il fatto che abbiamo tutti la stessa radice cristiana!
    Proviamo ad immaginare l’ Europa senza le sue cattedrali e le sue chiese, senza l’ arte e la musica sacra, senza le opere caritatevoli che si sono espanse in tutto il mondo, senza gli ospedali e le università che da quelle radici sono nate, e vediamo cosa resta!
    Ebbene i signori che hanno l’ ardire di parlare di Europa hanno rifiutato di citare, nello statuto dell’ unione europea, le comuni radici cristiane!
    L’ oligarchia radical-comunista ha preteso di cancellare l’ ispirazione cristiana da quella entità geografica che si chiama Europa, e quello che ne resta è un componente amorfa priva di identità e di ideali, preda del relativismo morale più assoluto, in mano agli egoismi nazionali di Germania e Francia.
    Quello che è peggio tale entità, privata della sua anima religiosa che l’ ha fatta divenire, in passato, un faro per l’ umanità, privata della sua spina dorsale è pronta a rinnegare duemila anni di civiltà e a chinare la testa dinanzi ai seguaci di Maometto (poligamia, pedofilia,soggezione del genere femminile, intolleranza religiosa, incitamento alla violenza, pretese di assoggettamento delle altrui religioni e di conquista progressiva dell’ Europa)!

  6. Procopio

    L’Europa e’ liberismo, anzi’ ordoliberismo tedesco. Profondamente antidemocratica si e’ coagulata alla nazione piu’ nazionalistica del mondo: La Germania. Bel pensare che ci vuole piu’ Europa quando dei signori e signore, che presto non verranno piu’ rieletti, propongono differenti velocita’ (che e’ un ossimoro). Non c’e’ spazio per la Cristianita’, perche’ il Cristo volge il suo sguardo all’ultimo (la Grecia) mentre la dottrina sociale della Chiesa e’ quanto di piu’ distante dall’Europa della “disoccupazione strutturale” (vedi Caritas in Veritate). Non c’e’ mai stata l’Europa delle nazioni, semplicemente perche’ l’Europa come entita’ politica non potra’ mai esistere. O meglio: a meno di far fare la fine degli indiani d’america agli autoctoni, non ci sara’ mai. Mai. Pero’ siate contenti: vi daranno i diritti civili di Eliogabalo (battuta di Tremonti): donne di notte, uomini di giorno. E viceversa.

    1. Luigi

      “Non c’e’ mai stata l’Europa delle nazioni”

      No, grazie al Cielo è esistita.
      E non poteva esistere che nel nome di Roma e dell’impero.

      Lo ricordava, anni or sono, il mai dimenticato cardinal Biffi.
      Facendo per altro inquietare tale Prodi Romano, di solito altrimenti pacioso:
      http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/11/30/biffi-prodi-eterno-duello-sulle-radici-dell.html

      Per dirla con Novalis, la Cristianità ovvero l’Europa!

      Ciao.
      Luigi

  7. MenteLibera65

    L’Europa Unita è il più ambizioso, complicato e coraggioso progetto politico della storia dell’umanità. Mai decine di nazioni e milioni di persone si sono uniti spontaneamente verso un progetto politico comune, senza che nessuno li obbligasse.
    Se poi si aggiunge che queste nazioni , in 2000 anni di storia, avevano prodotto decine di milioni di morti in guerre interne di tutti i tipi, il solo aver pensato alla possibilità di unirle ha del miracoloso, e non a caso il Papa benedice l’unione.
    Purtroppo questo progetto , portato avanti per troppo tempo con piglio burocratico e statalista, ha esposto il fianco a chi ha inteso identificare nell’Europa Unita la causa di mali nazionali atavici e mai risolti.
    Come giustificare altrimenti che i paesi bene organizzati hanno guadagnato con l’Europa, mentre quelli più disorganizzati (come l’Italia) sembrano aver perso ?
    Nessuno si rende conto che il più grande regalo che ci ha fatto l’Europa è stato la pace, mentre i nostri avi hanno vissuto più o meno sempre in guerra per 2000 anni, con decine di milioni di morti. Ma la storia è sconosciuta ai più, e i pochi che la conoscono la banalizzano.
    Il problema non sono i populismi , ma l’incapacità di affrontare il popolo avendo la spina dorsale di spiegare perchè alcune decisioni sono migliori di altre. Meglio allora interpretare le istanze popolari peggiori, quelle da bar, quelle che se portate alla estrema realizzazione nasconderebbero soltanto, nel tempo , guerre e divisioni e alla fine una caduta di benessere per tutti. Tutto questo in nome della vittoria alle elezioni di domani, senza pensare ai fallimenti del dopodomani.

    1. exdemocristianononpentito

      Cos’..in ordine sparso……riguardo ai relatori al convegno della Pontificia Università Lat/se, non saprei che dire, però ho visto che uno di essi (il prof. Lottieri) fa parte dell’Ist. Bruno Leoni, e come Procopio saprà meglio di me, quell’istituto è veramente un “alfiere” del neoliberismo in Italia e per quanto riguarda il relatore citato ho letto che è un estimatore del pensiero di Murray Rothbard, il promotore di quella spaventosa e obbrobriosa teoria economica detta “anarco-capitalismo” (la fase apicale del neoliberismo)..
      Permettetemi di dubitare della sincerità di uno, che ha qualche simpatia per mr. Rothbard, quando mi viene parlare di “dottrina sociale della Chiesa.
      Naturalmente mi riservo il beneficio dell’errore: ciascuno di voi può dimostrarmi che l’interesse del prof. Lottieri per l’anarco-capitaòismo è solo accademico e che il suo pensiero economico e politco non è assolutamente assimilabile a quella (con rispetto parlando) “teoria”. Potrei dunque sbagliarmi.
      L’amico Procopio che, come me paventa il neoliberismo (e, a maggior ragione, le sue estremizzazioni) forse potrà dire qualcosa di più in merito.
      L’Europa cristiana c’è effettivamente stata, ma come entità ideologica, religiosa, morale, NON come entità politica ed economica, se non durante il breve regno di teodiosio I, poi ha cominciato subito a disfarsi.
      L’impero romano che ha effettivamente realizzato l’unità europea era pagano.
      Il sacro romano impero era ben lungi da comprendere la maggior parte dell’Europa e, a parte, l’epoca di Carlo Magno, la sua unità politica fu più teorica che pratica.
      Parlo di unità poltica NON di unità religiosa, spirituale, morale e culturale…BENITESO! Quest’ultima c’è stata.

      1. vale

        era solo una segnalazione di un qualcosa di interessante.

        forse c’è Lottieri perchè in una presentazione decente un minimo di contraddittorio è utile? tant’è che si titola “dibattito”.

        se avessero voluto persone con lo stesso modo di pensare, forse, l’avrebbero chiamata claque sulla dottrina sociale della chiesa. sempre ammesso che tutti si intenda tale dottrina- nelle sue realizzazioni pratiche- nello stesso modo.

        idem sul neo liberismo. ammesso che s’intenda il termine in modo almeno simile. le estremizzazioni, è ovvio, sono,nelle faccende umane, sovente perniciose. il che non vuol dire che si debba dare sempre – democristianamente parlando – un colpo al cerchio ed uno alla botte per tutta la vita.

        inoltre che l’anarco -capitalismo sia il pensiero – ammesso che vi sia una univoca interpretazione del termine anarco-capitalismo- di rothbard è una interpretazione tua che non condivido.

        1. exdemocristianononpentito

          Condivido: il contraddittorio è sempre (di regola) utile.
          Riguardo all’anarco capitalismo e a rothbatd, la mia è l’interpretazione di wikipedia (non è molto ma è pur sempre qualcosa), la cui relativa voce rimanda espressamente al personaggio summenzionato.

          1. vale

            guarda su wikipedia, se non si ha un minimo di nozioni avendo almeno letto qualcosa della materia che cerchi, trovi tutto ed il contrario di tutto. almeno riguardo alla storia e politica ( includo nella politica l’economia).( io ne ho corretta una sulla battaglia di camerone, in messico 1863, poi ho lasciato perdere…)

            articoli interessanti ,per avere una idea di come si sviluppò subito dopo la grande crisi del 1907 quell’anarco-capitalismo negli stati uniti, anche si riferiscono alla 1 guerra mondiale, li trovi sul numero nuovo di “storia in rete”,per esempio:

            Red connection- trotsky e i suoi amici banchieri. di m.blondet. ( dovrebbe essere anche sul suo sito,l’articolo)

            o le teorie di e.mandell house ( tra i fondatori nel 1921 del council on foreign relations ( assieme a lippmann,noto intellò progressista del tempo in u.s.a. e finanziato da fondazione ford e dalla fondazione rockefeller) in :

            1917 mani u.s.a. sull’europa di e. mastrangelo

            e dietro,more solito, vi è sempre il solito dio denaro gestito da finti progressisti ( ma può anche essere che sia il vero volto del progressismo). da quelle élites insaziabili socialisteggianti-, quelle avanguardie che devono condurre il popolo bue alla felicità e che vogliono essere e restare al potere. ovunque.

            ma questo ,col capitalismo come teoria economica- ammesso che lo sia, una teoria, e non solo buonsenso applicato all’economia di tutti i giorni-,non c’entra un tubo.

            1. vale

              ti scrivo il link dell’articolo perché se alleghi qualcosa dal sito di blondet va in spam. come ricordava l’admin : ma va?

              vai sul suo sito e digita trotsky in : cerca. dovrebbe essere il primo articolo( del settembre 2016):

              Trotsky sapeva già tutto sull’Europa

              1. vale

                un assaggio e poi la chiudo :

                Leone Trotsky (Lev Davidovic Bronstejn) che era ancora Commissario del Popolo (ministro) alla Guerra, fondatore e capo dell’Armata Rossa, sterminatore delle armate bianche, numero 2 del PCUS dopo Lenin, pronunciò un Discorso sulle prospettive dell’evoluzione mondiale che un simpatico bibliofilo Nicolas Bonnal, ha ripescato dal dimenticatoio. Eccone uno stralcio:

                “Adesso il capitale americano comanda ai diplomatici; Si prepara a comandare ugualmente alle banche e ai trust europei, a tutta la borghesia europea. In una parola, vuol ridurre l’Europa capitalista ai minimi termini;

                A questo scopo, l’Europa sarà balcanizzata. “Già nelle tesi per il terzo congresso dell’Internazionale Comunista scrivevamo che l’Europa è balcanizzata. Questa balcanizzazione continua tuttora”.

                “La storia favorisce il capitalismo americano, proseguiva Trotsky. Per ogni rapina, le serve una parola d’ordine di emancipazione, In Europa, gli Stati Uniti domandano l’applicazione della politica delle ‘porte aperte’ […] la loro politica riveste sempre l’apparenza di pacifismo, a volte anche di fattore di emancipazione”.

                Non saranno le destre – preconizza ancora Trosky – ad aiutare gli americani nella balcanizzazione e subordinazione d’Europa; no, saranno le sinistre, i “progressisti”.

                1. exdemocristianononpentito

                  Veramente io però non parlavo della balcanizzazione dell’Europa e della subordinazione del capitalismo europeo a quello americano (una storia che peraltro non è che sia tanto lineare e priva di contraddizioni, anche se è un fatto innegabile a grandi linee). Ma il punto e’ questo:
                  1) che cosa si intende per anarco-capitalismo?
                  2) le teorie enunciate da rothbard c’entrano o non c’entrano con esso?
                  3) esiste una diversa teorizzazione dell’anarco- capitalismo? Non è dunque vero che il fine dell’an.cap. sia la riduzione dello stato ai minimi termini e la privatizzazione di ogni servizio?

                  Perche’ non vorrei che si SCAMBIASSE una teoria economica e i i principi (seppur aberranti) che la caratterizzano, CON quel generico spirito predatorio e sopraffattore, (e, la pratica che ne segue) che è sempre stata la cifra di tutte le classi capitalistiche dei paesi più forti e imperialisti e di cui hai forniti adeguati riscontri.
                  Secondo me prima bisognrebbe chiarire le cose sul piano teorico e definitorio.

                  1. vale

                    no. in rothbard è più simile,secondo me, allo stato come ultima istanza quando il privato – come nella sussidiarietà della dottrina soc. della chiesa- fallisce lo scopo o non può arrivare a realizzarlo

    2. Luigi

      “Nessuno si rende conto che il più grande regalo che ci ha fatto l’Europa è stato la pace”

      Dove si sterminano decine di milioni di nascituri con l’aborto, sostituendoli ad arte con decine di milioni di barbari, non si può parlare di pace.
      Laddove regna il disordine e la confusione fra male e bene, non esiste pace. Sant’Agostino insegna.

      Pace che, in ogni caso, non sarebbe certo dovuta all’Unione europea, ma alla perdita della libertà conseguente al secondo conflitto mondiale, con i popoli europei spartiti a Yalta e Potsdam alla stregua di animali.

      “Ma la storia è sconosciuta ai più, e i pochi che la conoscono la banalizzano”

      Su questo concordo! 😛

      Ciao.
      Luigi

      1. Navigare necesse est

        “Nessuno si rende conto che il più grande regalo che ci ha fatto l’Europa è stato la pace”

        Questa “narrativa” è molto in voga fra gli europeisti e fra coloro che essi sono riusciti a persuadere con la loro incessante propaganda (farcita di veti, divieti, censure e diffamazione), ma non risponde affatto alla realtà. Il volano della (relativa) pace in Europa è assai più composito, ma non v’è dubbio che l’Europa del MEC fosse assai più pacifica e serena di quella della UE e che il processo di “integrazione” spinta, quella che vorrebbe cancellare non solo la sovranità nazionale ma anche la voce democratica dei popoli, pur avendola a lungo, evidentemente in modo strumentale, alquanto esaltata. Del resto l’omogeneizzazione forzata dei popoli (a base di pop, reality shows, social media, prodotti made in China, senza dimenticare genderismo, ecologismo veganoide e pacifismo a buon mercato) ha avuto l’esito di produrre una generazione di giovani (e una generazione di ex-giovani) molto prossima al profilo dell’idiota trascendentale…

      2. MenteLibera65

        X Luigi
        1) Cosa ci entra l’Europa unita con le leggi sull’aborto , che esistono in tutto il mondo ? Quali prove ha che se non esistesse l’Unione Europea non ci sarebbero le leggi sull’aborto nelle singole nazioni ? La sua è solo una posizione ideologica e preconcetta.
        2) Lei limita la storia agli ultimi 100 anni, senza guardare all’indietro a 2.000 anni precedenti, secoli di conflitti di tutti i tipi. Lei pensa veramente il tedesco, il francese e l’inglese, che si sono ammazzati per secoli e soprattutto per tutto l’800 e parte del 900, sarebbero rimasti in pace per 70 anni se dal’interno di queste nazioni non fosse venuta una energia positiva di unione che avesse fatto scordare gli eventi della II guerra mondiale ? Vuole un esempio di unione che poi si è divisa ? Guardi la Jugoslavia, e quello che è successo quando si sono divisi! Eppure non era interesse di nessuno che finisse in genocidio, ma chi sa dell’uomo sa che la divisione è il germe primario del conflitto. O siamo insieme o, prima o poi, saremo contro.

        Più in generale è incomprensibile per quale motivo un cattolico dovrebbe essere un fautore della divisione invece che della unione (e infatti il Papa parla a favore dell’unione).
        Lei , come tanti, siete rimasti all’antico testamento ed alla torre di Babele, dimenticando di essere Cristiani, e cioè seguaci di Gesù Cristo, Dio delle abolizioni delle differenze di razza , nazione ed altro.
        Voi pensate che, insieme al Cielo e la Terra, Dio abbia creato l’Italia, la Francia, l’Argentina , e così via, senza rendervi conto che le nazioni sono soltanto una organizzazione terrena, che non ha senso se non è un aiuto per l’uomo, e può cambiare in base alle esigenze dell’uomo. Cattolico significa Universale.
        O forse pensa che la Terra potrebbe accogliere 30 o 40 miliardi di persone (come succederebbe se tutti applicassero le indicazioni della Chiesa a livello di apertura alla vita) senza riorganizzarsi a livello di governo mondiale delle risorse naturali (minerali, acqua, terreni coltivabili, etc etc) ?
        Come vede chi lavora per l’unione lavora nella vigna del Signore. Chi invece lavora per la divisione lavora col nemico. Veda lei da che parte stare.
        Se poi, come cattolici, non siamo in grado di trasmettere la nostra fede a chi ci sta intorno, magari invece di prendercela con chi cristiano non è, dovremmo fare un esame di coscienza su che tipo di idea trasmettiamo di Gesù Cristo, che è uno che si è lasciato uccidere in croce nudo ed innocente, e non è uno che è saluto su un trono d’oro vestito come un Re (come invece diamo l’idea che sia coi nostri atteggiamenti).
        La direzione del Cristiano è la croce, non la gloria terrena, e gli strumenti di vita sono quelli proposti da Cristo (prego leggere il discorso della montagna). Se non ci piacciono traiamone le conseguenze, così almeno saremo più sinceri verso noi stessi.

        1. Luigi

          Di fronte alla ridicola propaganda che vuole l’Unione europea portatrice di pace, io mi limito a osservare che non vi è nessuna pace, ma il più aberrante genocidio di Stato e la sostituzione voluta e programmata dei nostri figli con i barbari.
          Questo è un fatto.

          Come è un fatto, ricordato da Marcello Veneziani qualche giorno fa, che la UE è arrivata solo perché l’Europa ha perso la sua libertà dopo la Seconda Guerra Mondiale.

          Come è un fatto – il terzo – che la UE è innervata, a ogni livello e fin dalle origini, da una potente visione anticattolica.
          E a questa visione seguono azioni coerenti, le quali non possono essere altro che anticattoliche. Come infatti sono.

          Dopo di che, abbiamo smesso da tempo l’anello al naso e la sveglia al collo, per cui le veline del Minculpop non ci interessano.

          Ciao.
          Luigi

      3. Se si riuscisse a resistere alla mala abitudine di chiamare “Europa” quella che in realtà è “Unione europea” sarebbe già una buona cosa.

        1. Luigi

          Ma non è solo una mala abitudine, Viviana.

          È un equivoco scientemente voluto.
          La parodia è, infatti, il loro segno distintivo. Loro, come del loro padrone.

          La loro UE è quella che annichlisce la Grecia, che dell’Europa fu uno dei pilastri fondanti (*).

          La loro Ue è quella che sovverte ogni pur minimo resto della Religione, che dell’Europa fu l’elemento di unione per eccellenza.
          Salvo inventarsi, insieme al buon uomo Romano Prodi, che l’Europa non è mai stata unita, prima di loro.

          La loro UE è quella delle cerimonie sataniche, del genderismo, del dio quattrino e della pedofilia.
          In nome di astruse teorie di bilancio distruggono i popoli. Fanno un deserto e lo chiamano pace.
          E poi se la prendono pure, se non si crede alla loro propaganda.

          Ciao.
          Luigi

          (*) Dove sono le ONG sempre pronte a inventarsi il caso pietoso, se non europeo? Perché non stimolano la secrezione lacrimale parlando dei bambini greci che muoiono di stenti e malattie?
          Dove sono le erinni dei diritti della “donna”, che ricorrono alla Corte europea dei diritti dell’uomo se in Italia non viene garantito il diritto (SIC!!!) all’aborto? Perché non protestano in difesa di decine di migliaia di donne greche, costrette al meretricio per sopravvivere?

            1. Luigi

              Già! 🙂

              Come canta il bardo, “Lassù con sé ha portato d’Europa lo splendore / ma lo riporterà nel tempo dell’onore”.

              Per questo bisogna conservare la speranza e la memoria.
              La memoria di ciò che davvero fu Europa; perché viva la speranza che un giorno quanto è stato sarà di nuovo.
              Non durerà ancora molto, il dominio degli Schultz e delle Kasner.

              Nell’attesa, te la sei proprio meritata (se non la conosci già):
              https://www.youtube.com/watch?v=XOVP7ZLPQdE

              Ciao.
              Luigi

    3. Procopio

      E’ controfattuale. Il primo abbozzo di unione europea e’ avvenuta sotto coercizione degli USA che per stabilizzare l’Europa ha cercato di unire due nazioni, la Francia e la Germania che in meno di un secolo si erano fatte la guerra tre volte. I popoli non c’entrano nulla, in tutto questo.
      Anzi. Quanto ai popoli che spontaneamente si sono uniti: vogliamo ricordare che quando si sono fatti i referendum, questi hanno risposto negativamente?e vogliamo ricordare anche i popoli che non sono stati interpellati (come quello italiano)? e che dire delle commissioni europee che sono organi totalmente antidemocratici? Vogliamo ricordare che la pace in Europa e’ una pax americana cioe’ basata sui soldi degli USA che hanno sovvenzionato la NATO e la difesa dell’Europa?
      Quanto alle (vere) sciocchezzerie da bar che i paesi organizzati ci hanno guadagnato. Vogliamo ricordare che la superiorita’ tedesca e’ avvenuta a colpi di un’ inflazione mantenuta quasi a zero (quando si doveva tutti convergere al 2%) generata dalla deflazione salariale delle riforme Hartz? cioe’ un gioco sporco avvenuto senza coordinazione ai danni degli altri paesi membri, che hanno importato, alla fine, la disoccupazione tedesca. L’Europa si basa su degli interessi nazionali (tedeschi). Allora di quale Europa che va oltre le nazioni, parliamo? di quella del sognatore che sogna i sogni di altri sognatori?

    1. Vanni

      E dopo Cristiada leggetevi, a proposito di crepe europee, le riflessioni di un monaco benedettino su muri e ponti che comincia così:

      “È ormai un ritornello: “Non muri, ma ponti!”. Come slogan suona bene ed esprime con efficacia una sana reazione a istinti eccessivi di difesa che rischiano di mascherare egoismi e indifferenza. Ma la mia impressione è che passare  dai “muri” ai “ponti” sia voler evitare un eccesso cadendo in un altro.”

      http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/

  8. Antonio Spinola

    A proposito di “stati nazionali” e “confini”, nel dicembre scorso così si esprimeva su il Foglio Martin Mosebach:

    “Nell’One World non ci sono confini e dunque neppure vie di fuga quando esso cadrà in uno stato totalitario. Del resto, il mondo già si trova avviato sulla strada che porta a tale forma statuale, benché per ora riconosca ancora norme liberali. L’One World può esistere solo sottomettendo a sé la religione, e mettendone al suo posto una civile. Una religione di questo tipo cercherà sempre di relegare le religioni vere nel privato, mentre nello spazio pubblico dichiarerà il relativismo un dovere civico”. Finché vi sarà una pluralità di nazioni, “la chiesa potrà fare affidamento sul fatto che tra questi paesi ce ne saranno sempre alcuni in cui essa riceverà protezione

  9. roberto

    Dio Creatore ha ideato questa differenza di popoli e di nazioni tutte con la propria caratteristica.Non ha voluto una accozzaglia indifferente ma un tutto ordinato.Rompere questo ordine con l’invasione di altri popoli è contro la natura delle cose e contro Dio.

    1. Navigare necesse est

      Le differenze tra i popoli e l’identità nazionale sono analoghe alle differenze fra gli individui e all’identità individuale. Pensare di cancellarle in un frullato di omogeneità o anche solo di imbrigliarle in un catenaccio di cointeressenze omologanti è un’illusione. È, come dice Roberto, contro natura: una linea oggi in gran voga, ma inesorabilmente destinata al fallimento.
      Quello della “pace” è un pretesto venduto alle masse per fare loro digerire la globalizzazione, le cui finalità sono tutt’altre. Pretesto non privo di qualche efficacia, se c’è ancora chi è convinto che i sessant’anni di relativa pace goduti dall’Europa siano il frutto dell’Unione Europea.

      1. ola

        Ok sulle differenze e sul non scadere nell’omologazione, pero’non dimentichiamo che le migrazioni ci son sempre state nella storia dell’uomo. Il tutto sta ovviamente nella misura.

        1. Fabrizio Giudici

          Una cosa è una migrazione, altra è un’invasione (*); peggio ancora l’invasione fomentata, e ancor peggio il tentativo di legare le mani a chi vi si vuol opporre. Inoltre “l’integrazione” in Europa era il cristianesimo: potevano arrivare pure longobardi e normanni, ma poi diventavano cristiani. Oggi no: la cultura dominante pensa di integrarli tutti facendoli “progressisti”, e pure la Chiesa terrena si scaglia contro il “proselitismo”.

          (*) È da almeno cinquant’anni che gli arabi “moderni” sono perfettamente consapevoli di volerci invadere per via demografica; l’algerino Boumédiène fu il primo a dirlo esplicitamente, solo che i pol.corr. cattolici hanno sempre negato, arrampicandosi sugli specchi; ma oggi Erdogan l’ha detto, chiaro, tondo e ben documentato.

          1. ola

            “Una cosa è una migrazione, altra è un’invasione”
            Giusta distinzione, cosi’come l’osservazione che quello che osserviamo oggi in Europa presenta piu’i tratti della seconda che della prima. Tuttavia, una distinzione importante che va fatta.

            1. Navigare necesse est

              La “migrazione” in atto in Europa è un fenomeno pianificato e strumentale, anche se probabilmente sfuggito di mano. Un esperimento di ingegneria sociale finalizzato a sfigurare nel minore tempo possibile ciò che rimane delle identità tradizionali. Né meraviglia che la Chiesa, essa stessa minata nella sua identità tradizionale, se ne faccia corifea.

              Ma la “migrazione” in atto in Europa non è, contrariamente a quanto si vuole far credere, il frutto di un ineluttabile destino. In ciò che sta accadendo, compresa la capillarizzazione forzata del fenomeno “migratorio”, con la dislocazione delle boldriniane “risorse” nei più remoti angoli della provincia italiana, non c’è nulla di ineluttabile. La scommessa di chi promuove, copre o avalla quest’avventizio attacco patogeno è che la velocità di reazione dell’organismo sotto attacco non riesca a prevenire lo stadio finale e irreversibile della malattia.

              1. ola

                Nessun bisogno di usare migrazione fra virgolette, per me chiamiamo pure quello che stiamo vivendo invasione. Ma questo non rende per niente la distinzione superflua.

    2. Enrico Turomar

      Roberto,

      Genesi 11,1-9

      1 Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. 2 Emigrando dall’oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. 3 Si dissero l’un l’altro: «Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco». Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. 4 Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra». 5 Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. 6 Il Signore disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l’inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. 7 Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro». 8 Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. 9 Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra.

      1. MenteLibera65

        E quindi le nazioni le ha fondate Dio, e volutamente diverse per lingua in modo che gli uomini fossero divisi! Lei ha per caso la cartina aggiornata di come dovrebbero essere? Perchè allora dovremmo ricostruire la geografia politica secondo quello che era ai tempi della torre di Babele! Ma San Marino c’era ? E il sud tirolo dove era piazzato? E Gibilterra? E poi questo vizio di studiare tutti l’inglese! E’ una eresia!
        Il problema è che voi siete rimasti all’Antico Testamento, mentre dopo è venuto un certo Gesù Cristo.

        1. Enrico Turomar

          MenteLibera65,
          se hai letto la citazione della Genesi che ho postato, la divisione non è opera di Dio ma umana. Uno può pensare quello che vuole sulle migrazioni, ma lasciamo perdere i ‘Dio lo vuole’.
          Quanto all’invasione, qualcuno ha i dati effettivi europei? Io ho trovato quelli italiani di 1 anno fa e i musulmani sono solo un terzo degli invasori. D’altra parte è evidente che se i cristiani d’Oriente sono costretti ad andarsene dai loro Paesi lo faranno mantenendo la loro religione.

          1. MenteLIbera65

            X Enrico Turomar
            Ti cito : “se hai letto la citazione della Genesi che ho postato, la divisione non è opera di Dio ma umana”.
            Ho letto tutto e lo conosco da sempre. L’italiano si presta a molte interpretazioni, ma mi sembra fuor di dubbio che nel passo venga citato Dio che scende , confonde le lingue e disperde le persone. Ora come fai a dire che la divisione sia stata opera umana, mi sfugge un pò. Che poi altre divisioni siano opera umana, non ci piove, ma quel passo dice altro.

            1. Alfredo Bompiani

              C’è anche da aggiungere che in nessun modo l’Antico Testamento può essere letto letteralmente, altrimenti dovremmo credere che nell’At Dio abbia ordinato di persona innumerevoli stragi che ne farebbero un Pol Pot ante litteram, un altolocatissimo spietato dittatore.

              L’At va letto con molto, molto, molto “sale”.

  10. Fabrizio Giudici

    Mai decine di nazioni e milioni di persone si sono uniti spontaneamente verso un progetto politico comune, senza che nessuno li obbligasse.

    Ma quando mai? È una costruzione di elite che, appena hanno iniziato a chiedere veramente il consenso popolare, nel 2005, dopo aver elaborato la Costituzione Europea, hanno ricavato due netti “NO” in Francia e Olanda. Dopodiché hanno deciso di non procedere con le consultazioni popolari. Oltre all’indottrinamento positivo, oggi c’è anche la minaccia sulla leva economica, per cui l’ennesimo esperimento fallito degli “esperti”, l’euro, è la pistola puntata sulla tempia delle nazioni che volessero liberarsi dal giogo. Abbiamo anche il fucilato preso come esempio per gli altri, la Grecia.

    Vogliamo anche parlare del misero ruolo della Chiesa gerarchica in tutto questo discorso? Finiti i tempi di GPII e BXVI che insistevano chiaramente sui valori cristiani europei. Andatevi a leggere l’intervento di Francesco dell’altro giorno, davanti a tutti i capi di stato europee. Un piattume totale. Dio e Cristo mai nominati: zero. Un generico accenno nell’incipit alla Provvidenza. Un fugace passaggio “all’origine della civiltà europea si trova il cristianesimo”, che non dice niente. In compenso è ricorrente il riferimento ai Padri fondatori (maiuscolo), quasi fossero patriarchi della Bibbia. I “valori cristiani” sono in un minestrone di valori umani come “spirito di solidarietà”, “apertura agli altri”, eccetera. Niente di esplicito su aborto ed eutanasia, o rispetto della famiglia naturale. Ripetuto il mantra propagandistico del “più lungo tempo di pace”, che è un falso, perché come diceva Madre Teresa non può esserci pace con l’aborto di massa (qui ha già risposto Luigi). Invece viene citato un passaggio terra-terra di Paolo VI: “non c’è vera pace quando ci sono persone emarginate o costrette a vivere nella miseria. Non c’è pace laddove manca lavoro o la prospettiva di un salario dignitoso. Non c’è pace nelle periferie delle nostre città, nelle quali dilagano droga e violenza.”. D’altronde due giorni fa Francesco ha citato “il più grande dramma dalla fine della Seconda Guerra Mondiale”, e non è mica l’aborto: è la questione dei migranti. Da cui è ossessionato, e naturalmente ne ha infarcito il suo discorso.

    Un discorso così poteva leggerlo benissimo Gentiloni. Il presidente della CEI, il card. Bagnasco, che si è parimenti espresso sul tema, non è stato capace di fare di meglio.

  11. Cupo

    Non esiste Europa senza radici classiche e cristiane. Dobbiamo trasmettere ai giovani il greco e il latino.

    1. Navigare necesse est

      Non esiste Europa senza radici classiche e cristiane. Dobbiamo trasmettere ai giovani il greco e il latino.

      Sottoscrivo ogni parola.

  12. Il vescovo di Roma odia i muri ed ama i ponti! Così per non dispiacere nessuno non fa differenze tra culture e religioni,
    non parla dell’ aldilà per non offendere gli atei, parla il meno possibile di Cristo per non dispiacere gli islamici, dribbla sul matrimonio per non dispiacere ai divorziati risposati, sull’ aborto ed eutanasia cerca di essere il più sintetico possibile, figuriamoci quale interesse può avere per le radici cristiane d’ Europa!
    Non per nulla quando, simbolicamente, ha accolto ventidue rifugiati in Vaticano nessuno di loro era cristiano, erano tutti e ventidue mussulmani!

    1. Enrico Turomar

      cacioppogiuseppe,

      questa è una parte del discorso del Papa:

      ‘L’Europa ritrova speranza quando si apre al futuro. Quando si apre ai giovani, offrendo loro prospettive serie di educazione, reali possibilità di inserimento nel mondo del lavoro. Quando investe nella famiglia, che è la prima e fondamentale cellula della società. Quando rispetta la coscienza e gli ideali dei suoi cittadini. Quando garantisce la possibilità di fare figli, senza la paura di non poterli mantenere. Quando difende la vita in tutta la sua sacralità’

      Notevole il dribbling sul matrimonio e quello su eutanasia e aborto. Così notevole che non si vede.

        1. Se ti accontenti di queste frasi generiche e di circostanza e dimentichi le ” non battaglie” in cui la “chiesa di Francesco” si sta cimentando prendendo applausi da laicisti pannelliani e da islamici furboni accomodati pure!

        2. Fabrizio Giudici

          “Ah, vale anche per Fabrizio: anche lui questo pezzo non l’ha letto”

          È da quando sono qui che tu suoni come un disco rotto. Il pezzo l’ho letto e confermo tutto quello che ho scritto. Ti faccio la controanalisi frase per frase.

          ‘L’Europa ritrova speranza quando si apre al futuro. Quando si apre ai giovani, offrendo loro prospettive serie di educazione, reali possibilità di inserimento nel mondo del lavoro

          E qui siamo sul sindacalese, come ho scritto questo lo può benissimo dire Gentiloni.

          Quando investe nella famiglia, che è la prima e fondamentale cellula della società.

          Secondo l’Unione Europea anche gli omosessuali sono famiglia, e certamente sostengono che sia una fondamentale cellula della società.

          Quando rispetta la coscienza e gli ideali dei suoi cittadini.

          Gli “ideali” certo non sono un concetto cristiano. Sulla “coscienza”, la maggior parte della predicazione di Francesco – vedasi AL – è su un malinteso senso di coscienza soggettiva, quella che condivide anche Scalfari.

          Quando garantisce la possibilità di fare figli, senza la paura di non poterli mantenere.

          Anche una coppia etero/omo che usa l’utero in affitto rivendica la possibiltà di fare figli. La questione di “poterli mantenere” è roba sul piano economico.

          Quando difende la vita in tutta la sua sacralità’

          Tutti i papi del passato hanno sempre specificato senza ambiguità: dal concepimento alla fine naturale, usando i termini “aborto” ed “eutanasia” quando c’era da condannarli. “Sacralità” è un termine usato a vanvera anche dai politici.

          Tu prendidi in giro da solo, se ti fa piacere. Non prendere in giro gli altri.

          1. Quindi, se ad esempio Costanza parla di Famiglia e Figli, sappiamo immediatamente di che “tipo” di Famiglia parla e che i Figli non sono certo quelli acquistati qui o là… così come se ne parlasse Fabrizio.

            Ma, se ne parla il Santo Padre… omette, è ambiguo (??)…

            Così passiamo dall’analisi critica di ciò che viene detto, alla analisi critica di ciò che NON viene detto (niente male), ma sempre dipendente da chi dice cosa..

            Se poi il Papa parla di sacralità della Vita, non significa un bel nulla (cosa può mai significare il termine “sacro” dalla bocca di un Papa??).

            Insomma i discorsi del Santo padre dovrebbero essere redatti da Fabrizio ad esempio… magari passando da un affermazione di 5 parole e 5 secondi, al sunto (speriamo) dell’intero Catechismo.

            1. Fabrizio Giudici

              @Bariom

              Sì, e se ne accorge anche un fesso. Perché Costanza (et al.) oltre a parlare, ha agito in tutti i modi in cui ha potuto per contrastare l’idea cattiva di famiglia. Papa Francesco no: anzi ha nominato collaboratori ovunque, da Galantino a Cupich, che dicono e fanno il contrario. Tant’è che sin dal 2013 vari politici di tutto il mondo, sedicenti “cattolici”, hanno lavorato per legiferare male, e l’hanno fatto citando parole di Francesco. Nessuno ha potuto farlo se non attaccando contemporaneamente i leader del Family Day. Dalla tua frase esce un’idea totalmente distorta di cosa sia l’ufficio petrino.

              Per proseguire:

              @Digital “l’attuale Pontefice non solo identifica la soppressione di un feto alla stregua di un omicidio ma addirittura la paragona ad una vera e propria esecuzione di stampo mafioso”

              Ma se vogliamo c’è anche un’espressione più efficace: ha parlato di “sacrifici umani”. Cosa che verrebbe anche confermata da certe voci di legami tra Planned Parenthood e satanisti, qualora fossero vere.

              Peccato che poi ha fatto invitare dalla Pontificia Accademia delle Scienze una massa di scienziati onusiani, pure cialtroni perché non hanno mai azzeccato una previsione, che si sono detti compiaciuti di vedere che la Chiesa finalmente va sulle loro posizioni per quanto riguarda il controllo delle nascite. E il braccio destro di Bergoglio, mons. Sorondo, dice che c’è da discutere perché l’insegnamento della Chiesa sulla procreazione “non è chiaro”. Non parlo dell’altro fronte, quello di Paglia, perché Giuseppe l’ha già citato ampiamente.

              Mentre Francesco dice tutto e il contrario di tutto, per dare l’appiglio a qualche normalista di turno che si accontenta delle parole (da vero ipocrita), d’altro canto contribuisce attivamente a degradare la situazione, giorno per giorno.

              Bariom, tu quando fai queste uscite sei un bugiardo, senza fare tanti giri di parole. Non permetterti di dire “Fabrizio dice…” come se fosse una mia opinione isolata e campata per aria. Ci sono rendiconti, articoli, testimonianze da parte di una massa di testimoni e attivisti in prima persona nel campo pro-life, che militano e si espongono in prima persona e non rimangono solo dietro una tastiera a negare l’evidenza, per chissà quale sciocco motivo.

              1. Fabrizio Giudici

                E aggiungo una cosa. Tutti i leader cattolici impegnati in prima persona contro questo sfascio, pagano di prima persona. Costanza si è presa denunce in Spagna, Adinolfi aggressioni, in generale tutti si prendono l’ostilità dei media, quando non proprio contestazioni, anche violente, che impediscono di parlare in luogo pubblico. Benedetto XVI, da Papa, senza tutte le moine e le smorfie da piazza di Francesco, dava l’esempio mettendosi in concreto sullo stesso piano dei fedeli anche con questo, prendendosi sulla propria carne l’ostilità del mondo. E veniva cacciato dalle università.

                Quelle stesse università che hanno accolto Francesco con grande entusiasmo, perché ha rinunciato a parlar chiaro di Cristo e di cose fondamentali.

                1. MenteLIbera65

                  x Fabrizio Giudici
                  Titolo del tema : “I sessant’anni del trattato di Roma e le crepe del sogno europeo”
                  Svolgimento : “parliamo di aborto”
                  Ogni tema tu lo riporti sempre a questo argomento, come il mondo fosse solo questo. E ne parli come se il Papa si fosse pronunciato a favore dell’aborto!
                  Allora caro Fabrizio, invece di passare il tempo a riempire un blog, perchè insieme a tanti altri non fate una bella manifestazione, con tanto di sciopero della fame e picchettaggi, per abolire la legge sull’aborto , esattamente come altri hanno fatto per promuovere una legge per la sua legalizzazione ?
                  Hai paura di prendere le manganellate, di fare brutta figura, di sentirti pubblicamente preso in giro ? Gesù stesso è stato perseguitato, perchè tu ne hai paura? Hai paura di scoprire di essere minoranza ? Gesù era SOLO.
                  Cosa fai tu (Fabrizio Giudici) in concreto, per combattere questa piaga?
                  Te lo dico io cosa fai : NIENTE. Sai solo criticare il tuo Papa e la tua Chiesa, e riempire pagine di commenti cinici.

                  1. Luigi

                    “Ogni tema tu lo riporti sempre a questo argomento, come il mondo fosse solo questo”

                    Se si dimentica l’aborto, si dimentica tutto. Una volta che si accetta l’aborto, si accetta tutto.
                    Santa Teresa di Calcutta docet.

                    Per il resto, il tuo argomentare contro Fabrizio ricorda il famoso “sei solo chiacchere e distintivo!” 😀

                    Ciao.
                    Luigi

  13. A proposito di aborto, hai letto , Enrico, il panegirico di monsignor Paglia in ode di Pannella? Eppure si tratta di uno degli uomini più vicini al Papa, forse è stato rimosso? Oppure è stato obbligato ha ritrattare? Nulla di tutto questo! Ognuno commenti questi fatti come vuole!

  14. Digital

    Pur non condividendo le posizioni di Papa Francesco su molti temi devo riconoscere, per onestà intellettuale, che sull’aborto mi sorprese piacevolmente quando pronunciò le seguenti parole il 18 Febbraio 2016 a conclusione del suo viaggio in Messico: “L’aborto non è un male minore, è un crimine, è far fuori, è quello che fa la mafia”.
    Ebbene, l’attuale Pontefice non solo identifica la soppressione di un feto alla stregua di un omicidio ma addirittura la paragona ad una vera e propria esecuzione di stampo mafioso e chi la procura lo considera come un killer o un sicario le cui mani grondano di sangue innocente.

      1. Enrico Turomar

        Cacioppo,
        siete forti, tu e Fabrizio.
        Il Papa parla di aborto e famiglia ma le sue parole non contano, contano i fatti. Però se lui e mons. Paglia dicono cose infelici ecco che queste le sbandierate in ogni occasione, quelle contano.

        1. Fabrizio Giudici

          Il Papa parla di aborto e famiglia ma le sue parole non contano, contano i fatti. Però se lui e mons. Paglia dicono cose infelici ecco che queste le sbandierate in ogni occasione, quelle contano.

          No, guarda, se c’è uno forte sei tu. Stai dicendo che il Papa dice tutto e il suo contrario, e questo già ti va bene. Dov’è finita l’assistenza dello Spirito Santo, che hai più volte ricordato a sproposito? Pensi che gli suggerisca di dire tutto e il suo contrario?

          Invece, le sue azioni, quando nomina persone operative, vanno in una direzione ben precisa, ed è quella sbagliata. E pure questo ti va bene.

          Il post successivo a questo riporta un discorso di GPII. È lampante la differenza delle parole, perché era sempre coerente, nei limiti dell’umano, e non lanciava messaggi ambigui al livello di Francesco. E operativamente concedeva fiducia a persone che agivano coerentemente. Gli stessi che sono stati cacciati via, senza nessuna spiegazione, da Paglia.

  15. Enrico Turomar

    Fabrizio,
    ‘Stai dicendo che il Papa dice tutto e il suo contrario’

    ma assolutamente no. Ho scritto ‘dicono cose infelici’ perché Francesco si riferiva alle attività pro-Africa della Bonino e mons. Paglia era probabilmente influenzato dal legame che si era creato tra lui e Pannella, non riflettendo forse sul fatto che nel mondo cattolico ben altre erano le idee su queste due persone.

    ‘Invece, le sue azioni, quando nomina persone operative, vanno in una direzione ben precisa, ed è quella sbagliata’

    Sbagliata per te, forse. O per Magister. Ma ognuno ha diritto alle sue opinioni.

    ‘senza tutte le moine e le smorfie da piazza di Francesco’

    Questo fa il paio col paragone che è stato fatto in altro post tra Francesco e la Boldrini e nessuno o quasi che dica bau, admin compreso.

    ‘Il post successivo a questo riporta un discorso di GPII. È lampante la differenza delle parole’

    No, sta diventando lampante altro, spero di sbagliarmi.

  16. Pannella e Bonino hanno sulla coscienza una legge che ha provocato finora sei milioni di morti innocenti, quanti sono stati gli ebrei gasati da Hitler, e se ne vantavano come una vittorie più fulgide della loro vita! Non manchiamo di rispetto alla verità è alle vittime per favore!

    1. Luigi

      In realtà, caro Giuseppe, i morti provocati dal solo aborto chirurgico sono già circa sei milioni e mezzo (dati ufficiali, non sono mie elucubrazioni).
      Poi ci sono quelli effettuati tramite medicine.
      Poi quelli “clandestini”.

      Temo che non si sia troppo lontani dal vero, stimando gli aborti realizzati dal 1978 ad oggi in dieci milioni. Alcune migliaia di essi, per sua esplicita ammissione, da Emma Bonino (in tempi più civili la Santa Inquisizione avrebbe avuto moooolto da dire, su di lei… ma erano i tempi oscuri in cui il Vangelo ordinava gli Stati. Ora ci sono invece gli scritti di Kalergi e Spinelli).

      Ma queste sono cifre reali, non quelle inventate a suo tempo sulle vittime degli aborti clandestini.
      Per cui non interessano.

      “Questo fa il paio col paragone che è stato fatto in altro post tra Francesco e la Boldrini e nessuno o quasi che dica bau, admin compreso.”

      Non capirò mai questo tirare per la manica il responsabile del blog.
      È lui l’autorità, se si accetta si accetti anche il suo agire. Piaccia o meno, sia chiaro.
      Anche perché potrebbe semplicemente, come fanno tanti, inibire i commenti; con grande risparmio di tempo e fatica, immagino.

      Se proprio si vuole criticarne l’azione, lo si faccia in privato. Un minimo di stile, per favore.

      Ciao.
      Luigi

      1. Fabrizio Giudici

        @Luigi

        Bisogna aggiornarsi. L’università di Lovanio, “cattolica”, ha stigmatizzato un proprio docente che sostiene che l’aborto è un omicidio. La frase va contro i “valori” dell’università. La Conferenza Episcopale Belga è d’accordo con l’università:

        “Le parole di Stèphane Mercier mi sembrano caricaturali. La parola omicidio è troppo forte: presuppone una violenza, un atto commesso in piena coscienza, con un’intenzione, e questo non tiene conto della situazione delle persone spesso nella più grande angoscia”. Ha poi aggiunto che “formule del genere non aiutano la Chiesa, specialmente nel quadro dell’appello alla vita lanciato dal Papa”. Ha ammesso che il rispetto per la vita resta al centro della dottrina “ma il Papa chiama anche alla misericordia: dobbiamo mostrare comprensione, compassione”.

        È già abbastanza chiaramente un parlare truffaldino, ma se qualcuno avesse dubbi basta vedere i fatti che seguono: i vescovi belgi hanno anche preso le distanze dalla Marcia per la Vita.

        Come si vede, questa posizione menzognera è giustificata dalle “parole del Papa”. Bisognerebbe mandare Enrico e MenteLibera65 in Belgio (e non solo) a spiegare cosa dice “veramente” il Papa.

        Dopodiché uno potrebbe chiedersi: ma se il Papa non è d’accordo, perché lascia impunemente che si predichino falsità nel suo nome? Poche settimane fa la Gendarmeria Vaticana ha assicurato che avrebbe monitorato con attenzione l’uso che si fa dell’immagine del Papa, per evitare strumentalizzazioni. “Immagine”, come è stato spiegato dalla stessa Gendarmeria, non è solo la foto che compare sui manifesti come le pasquinate, ma in generale tutto ciò che riporta erroneamente al pensiero del Papa.

        La Gendarmeria, o l’Ufficio Stampa, tacciono. Se ne deduce che al Papa va benissimo così.

      2. Enrico Turomar

        Luigi,
        hai ragione, manco di stile a volte.
        Ma avrai notato che mi rivolgevo agli utenti del blog prima che all’amministratore. Tu mi rimproveri per la mia protesta ma su quelle due frasi non hai avuto niente da dire. Vuoi ripensarci o mantieni il tuo silenzio-assenso (che siano frasi corrette per dei cattolici, cioè)?

    2. MenteLIbera65

      Premetto che non ho alcuna intenzione di giustificare l’aborto o di approvarne la legge.
      Però questa modalità di giudizio sulle persone è piena di imprecisioni e di forzature, che diventano così assurde e surreali da non consentire poi di convoncere nessuno delle nostre posizioni.
      L’aborto è oggettivamene un omicidio.

      Però :

      1) NESSUNO OBBLIGA QUALCUNO AD ABORTIRE. Le donne che lo fanno se ne assumono la responsabilità (insieme magari ai loro compagni/mariti che le spingono, quando ci sono pure loro). Avere la possiblità di fare una cosa non significa esserne obbligati.

      2) Lei parla come se prima delle legge nessuna donna abortisse in modo clandestino, cosa che invece è attestata da numerosissimi studi e statistiche , fondate peraltro sulle presenza nei pronto soccorsi dei casi più gravi. Mettere la testa sotto la sabbia per non vedere un fenomeno è il miglior modo per sentirsi sempre dalla parte giusta. Veda quante vittime fa all’anno l’alcolismo, che pure è un fenomeno legale. Ci sono sei fenomeni sociali che vanno oltre le leggi, e accadono comunque anche se vietati (droga, prostituzione, aborto, alcool, gioco d’azzardo, etc etc). Non abbiamo idea se l’aborto legale abbia aumentato i numeri degli aborti effettivi, ma mettiamo pure che lo abbia fatto di certo i numeri non sono quelli da lei espressi, il che non toglie che l’aborto (anche uno solo) sia un omicidio, ma quando si parla di numeri bisogna essere precisi, perchè ogni forzatura fa perdere di efficacia le nostre motivazioni.

      3) Addebitare a chi a promosso una legge (pure una legge ingiusta, pure una legge ipocrita come quella italiana) l’aver provocato 6 milioni di morti come Hitler è quindi una falsificazione della realtà. Tra l’altro la legge prevedeva una serie di filtri che non sono stati applicati in modo completo. Nonostante tutto io conosco personalmente una donna che voleva abortire e che è stata convinta a non farlo dopo che ha fatto le varie visite legali, consultorio , ecografie , etc etc previste per l’aborto. Se non ci fosse stato l’aborto legale si sarebbe rivolta a qualche mammana e di sicuro invece di dissuderla l’avrebbero agevolata per non perdere il cliente. La legge permette quantomeno di entrare in contatto con le donne in questa condizione, facendole usicre dal segreto, e quindi avendo la possiblità di dissuaderle/convincere a non farlo.

      Il duo Pannella/Bonino non si è arricchito con la politica, come invece hanno fatto tutti i politici, e come fuorisciti da quel partito hanno fatto (Capezzone, Rutelli etc etc). Se alcune delle loro battaglie civili non sono condivisibili, hanno però dimostrato come sia possibile portare avanti una battaglia civile. Magari nella Chiesa ci fosse qualcuno con quella lucidità e quel coraggio di mettersi in gioco, pure facendo figure ridicole.
      Tra le battaglie condivisibili c’è certamente quella per l’abolizione della pena di morte (e chi è ancora favorevole alla stessa , può leggersi il CCC per capire che questa battaglia è condivisa dalla chiesa) e quella (da tutti dimenticata) per l’assegnazione dell’ 1% del PIL per combattere la fame del mondo, che vedeva Pannella in televisione con l’1% tatuato in fronte. Per questo e per tante altre battaglie civili la Chiesa riconosce a questi due un ruolo non totalmente negativo
      Soprattutto riconosce di essere stati due avversari onesti intellettualmente, cosa unica in un panorama politico italiano fatto solo di macchiavellismi.

      1. Fabrizio Giudici

        Mentelibera dovrebbe completare il nick: “mente libera dalla verità” o “mente libera dal buon senso”.

        Non abbiamo idea se l’aborto legale abbia aumentato i numeri degli aborti effettivi,

        Ne abbiamo idea benissimo, perché il numero degli aborti clandestini fu grandemente esagerato. Negli USA lo ha ammesso uno degli allora alfieri dell’aborto. C’è almeno un fattore 1000x in quello che è successo dopo.

        Non vado oltre, perché hai scritto veramente delle grandi cazzate… “Pannella non si è arricchito”, be’, neanche Hitler mi risulta. Ma non ha senso commentare queste considerazioni da quattro soldi.

        Prima di esprimere opinioni, è meglio informarsi e accendere il cervello.

        PS Admin, ci dev’essere un mio post in moderazione.

        1. Luigi

          “Ne abbiamo idea benissimo, perché il numero degli aborti clandestini fu grandemente esagerato”

          Non solo. Fu altrettanto e anche più esagerato il numero di donne che morivano in conseguenza di questi.
          Per la serie “l’onestà intellettuale” dell’infame duo Pannella&Bonino.

          Per il resto, che dire?
          L’aborto è un omicidio, però è giusto legalizzarlo.
          Se non stessimo parlando di un genocidio quale il mondo mai ha visto prima, ci sarebbe da sorridere su questo assunto alquanto contraddittorio.

          Ciao.
          Luigi

        2. MenteLIbera65

          Allora visto che il cervello non si accende , ti rendo noto che la legge sull’aborto non è stata creata dal duo Pannella/Bonino come privati cittandini ma è stata :

          – Approvata 22 maggio del 1978 dopo mesi di discussione nei due rami del parlamento, sia alla camera che al senato, in un parlamento eletto col sistema proporzionale , quindi rappresentativo di tutti gli italiani

          – Sottoposta ad referendum al quale ha partecipato il 74% della popolazione italiana, con il 32% di SI (favorevole allla abrogazione) ed 68% di NO ( favorevoli alla conferma della legge). Per la cronaca le persone che si sono recate alle urne per mettere una croce sul NO furono 21.505.323 (21 milioni e mezzo di persone fisiche che sono uscite di casa per andare a fare questo).

          Quindi invece di addossare la “colpa” a chi ha proposto la legge , cerchiamo di ripartirla anche sui 21.000.000 di italiani che hanno pensato bene di proteggerla e confermarla, unitamente alle centinaia di parlamentari eletti dal popolo (sovrano) che l’hanno inzialmente votata. Questa è la democrazia, che ti piaccia o meno, e vale quando approva l’aborto e quando fa eleggere Trump (non è democrazia solo quando fa le cose che piacciono a te).

          Quindi la personalizzazione di queste leggi è francamente patetica. Pannella è morto, la Bonino più o meno lo sarà tra un po, ma nessuno si prende la briga di proporre una nuova battaglia referendaria su questo argomento, cosciente (ma anche pauroso) del fatto che andrebbe incontro ad una disfatta.

          Nel frattempo ti segnalo che nella dimenticanza assoluta , prima di tutto la tua , la situazione è questa :

          1. Circa 24.000 persone muoiono ogni giorno per fame o cause ad essa correlate. I dati sono migliorati rispetto alle 35.000 persone di dieci anni fa o le 41.000 di venti anni fa. Tre quarti dei decessi interessano bambini al di sotto dei cinque anni d’età. Conti alla mano significa che dal 1978 (anno della legge sull’aborto) saranno pure stati fatti 6 milioni di aborti, ma sono anche morti 370 milioni di persone per fame (trecentosettantamilioni) .

          2 Nei paesi in via di sviluppo, 66 milioni di bambini in età scolare – 23 milioni nella sola Africa – frequentano le lezioni a stomaco vuoto.

          3 Il WFP calcola che ogni anno sono necessari 3,2 miliardi di dollari per raggiungere i 66 milioni di bambini in età scolare vittime della fame.

          3,2 miliardi di dollari (o euro tanto più o meno siamo ad un cambio alla pari) sono quelli che adesso servono all’italia per questa manovretta finanziaria, e molto di meno di quello che è stato speso per NON salvare l’Alitalia (o spese simili). Eppure non sento nessuno dire : Non salviamo queste cose, e salviamo almeno 10 o 20 milioni di bambini.

          Quindi dimmelo tu chi è Hitler :
          – Colui che pur potendo fare qualcosa per questi bambini, perde tempo a lanciare strali su quello che non può risolvere (aborto) , e poi se ne sta a braccia conserte
          – Oppure colui che agisce per salvare almeno una persona , almeno sensibilizzando l’opinione pubblica per raccogliere piu fondi , e agendo di persona ?

          “16 Un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: «Maestro, che devo fare di buono per avere la vita eterna?» 17 Gesù gli rispose: «Perché m’interroghi intorno a ciò che è buono? Uno solo è il buono. Ma se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». 18 «Quali?» gli chiese. E Gesù rispose: «Questi: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso. 19 Onora tuo padre e tua madre, e ama il tuo prossimo come te stesso». 20 E il giovane a lui: «Tutte queste cose le ho osservate; che mi manca ancora?» 21 Gesù gli disse: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi ciò che hai e dàllo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguimi». 22 Ma il giovane, udita questa parola, se ne andò rattristato, perché aveva molti beni”.

          1. Luigi

            Ti piacciono proprio, Pannella&Bonino.
            Contento te!

            Per il resto, rimarco ennesimamente la giustamente nota asserzione di santa Teresa di Calcutta: una volta permesso che una madre assassini il proprio figlio, si accetta qualsiasi altra cosa.

            L’aborto non è un problema, ma IL problema.
            La vistosa presenza della terza narice ti solleva però dal comprenderlo.

            Luigi

          2. Antonio Spinola

            Che strano modo di ragionare.
            Come non vedere l’abisso concettuale tra una piaga sociale e un diritto?
            L’aborto, come lo stupro o altri delitti, è una piaga sociale che non si riesce a estirpare, ma l’aborto eretto a “diritto umano” e l’abortismo come ideologia, rappresentano un’orrore per chiunque intenda difendere e promuovere la giustizia in questo mondo.
            Quanto ai numeri, non prendiamoci in giro: secondo l’OMS (2016) nel mondo si eseguono non meno di 56.000.000 di aborti ogni anno, mentre i bambini morti per altre cause evitabili (fame, malnutrizione, ecc) sono circa 6.000.000.

      2. Luigi

        “Ci sono sei fenomeni sociali che vanno oltre le leggi, e accadono comunque anche se vietati”

        Certo, come la mafia. O la corruzione.
        Legalizziamo la mafia? Legalizziamo la corruzione?

        (A margine, l’alcoolismo non è legale. Provate a guidare con percentuale di alcool oltre i limiti di legge, e poi vediamo. La dipendenza da alcool, inoltre, inibisce l’accesso a non poche professioni.
        È legale invece il consumo di sostanze alcooliche le quali, entro determinati limiti, hanno effetti benefici sull’organismo umano)

        “ma mettiamo pure che lo abbia fatto di certo i numeri non sono quelli da lei espressi”

        Come esplicitamente scritto, i numeri degli aborti “ufficiali” sono del Ministero della Sanità. Sottoponete a questa istituzione eventuali cifre differenti a voi note.

        Sulle varie “pillole del giorno dopo”, non sono riuscito a trovare dati. Ma si tratta di “semplici” medicinali, per cui temo sia alquanto difficile monitorarne l’uso (per l’ultima autorizzata, si legge comunque di centinaia di migliaia di prescrizioni nel giro di pochi mesi. Non so se mi spiego).
        Rimane perciò il fatto che esse siano ampiamente usate; come rimane il fatto che siano a tutti gli effetti abortive e non anticoncezionali, come invece si tenta di far credere.

        Unendo tutte queste considerazioni, e senza dimenticare che gli aborti clandestini non sono scomparsi, torno a concludere che almeno come ordine di grandezza il dato da me indicato è del tutto verosimile.
        Stiamo parlando di qualcosa come dieci milioni di morti in meno di 40 anni.
        Da un punto di vista sociale, non cambia nulla se i morti sono stati “solo” nove milioni e mezzo.

        Un genocidio. Un genocidio di Stato.
        Questa è la vostra pace.
        Ricorda alquanto la “pax soviethica”. Quando ci sono solo morti, in effetti nessuno si lamenta…

        Ciao.
        Luigi

        1. Excidium faciunt, legem appellant. E una cosa è “legge” ovviamente deve essere per ciò stesso anche “giusta”, sennò chi siamo noi che l’abbiamo fatta diventare “legge”?
          E dunque, dagli ad Antigone! Sia perseguitata! Sia scomunicata! Sia fatta tacere! (magari per sempre)
          http://www.lanuovabq.it/it/articoli-scopre-il-traffico-di-organi-e-viene-accusato-ecco-perche-19407.htm
          http://www.marcotosatti.com/2017/03/24/aborto-e-omicidio-dice-un-professore-luniversita-cattolica-di-lovanio-lo-mette-sotto-inchiesta/

          1. Luigi

            “E una cosa è “legge” ovviamente deve essere per ciò stesso anche “giusta””

            Infatti già a Roma era noto che “lex iniusta vel turpis non est lex”.
            Evidentemente ne abbiamo fatti, di passi indietro!

            L’episodio di Lovanio mi sembra fosse stato già ricordato da Fabrizio.
            Leggo, nell’articolo di Tosatti, queste parole agghiaccianti:

            “il diritto all’aborto è iscritto nel diritto belga e il testo di cui siamo venuti a conoscenza è in contraddizione con i valori sostenuti dall’università. Il fatto di veicolare posizioni contrarie a questi valori durante l’insegnamento è inaccettabile”

            Un po’ come sostenere, 75 anni or sono, che la discriminazione degli ebrei è inscritta nel diritto del III Reich, motivo per cui…
            E questa sarebbe un’università cattolica. Chissà le altre.

            Forse, nel 1914, i tedeschi avrebbero fatto meglio a bruciare anche quella, non solo la biblioteca della città belga.
            Ma da un paese costruito dai massoni, non ci si può aspettare altro.
            Ciao.
            Luigi

        2. MenteLIbera65

          Ho forse nominato la mafia e la corruzione ? La disonestà intellettuale che c’è nel tuo commento si giudica da sola , e gli altri lettori la giudicheranno.
          Ho nominato droga, prostituzione, aborto, alcool, gioco d’azzardo, (e forse altri). Tutte cose che esistono da quando esiste il mondo e che coinvolgono milioni e milioni di persone. Ti risulta che esista un solo paese al mondo che sia esente da droga, prostituzione, aborto, alcool, gioco d’azzardo, che siano legali o clandestine?
          Ti sembra che io abbia detto “legalizziamoli” ? Ho solo detto che queste sono attività sociali che NESSUNO è mai riuscito veramente a debellare, perchè tra l’altro possono essere fatte di nascosto senza coinvolgere nessun terzo.

          1. Luigi

            “La disonestà intellettuale che c’è nel tuo commento si giudica da sola , e gli altri lettori la giudicheranno.”

            Terribile! Il giudizio degli altri lettori!
            E un bel chissenegfrega, non ce lo vogliamo mettere?

            Baci e abbracci 😀

            Luigi

  17. Fabrizio Giudici

    E aggiorniamoci anche sull’eutanasia. Come ampiamente previsto, l’Avvenire tira la volata al governo anche su questo fronte.

    In un articolo pubblicato su Avvenire il 30 marzo, il Presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, Francesco D’Agostino, ritiene che la proposta di legge sul fine vita “non è in alcun modo finalizzata a introdurre in Italia una normativa che legalizzi l’eutanasia”. Chi ritiene il contrario leggerebbe il testo “in modo forzato”, analogamente a quanto farebbe un interprete “subdolo e malevolo”.

    Quale membro del Consiglio centrale dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani mi dissocio dalle considerazioni del Presidente, che dimostra a mio avviso di non aver compreso il testo della proposta di legge. Esso introdurrebbe, eccome, l’eutanasia nel nostro ordinamento. Lo argomenta bene l’appello del Centro Studi Livatino firmato da oltre 250 giuristi. Tra i profili critici delle riflessioni di D’Agostino, ne sottolineo tre.

    In primo luogo, la proposta di legge snatura la professione medica, conferendo al paziente un potere sulle determinazioni del medico: il testo della proposta infatti prevede il diritto del paziente di dettare “disposizioni” di trattamento, che il professionista sarebbe obbligato ad eseguire.

    In secondo luogo, il testo in discussione alla Camera prevede sì alcuni limiti alla volontà del paziente (la non contrarietà a norme legali, alla deontologia e alle buone prassi clinico-assistenziali). Ma questi limiti – a parte la loro genericità e dunque manipolabilità in sede giudiziale – sono contemplati unicamente per la richiesta positiva di applicazione di trattamenti sanitari. Al contrario, i limiti non operano con riguardo, in negativo, al “diritto” del paziente di rifiutare o interrompere le terapie e finanche l’idratazione e l’alimentazione artificiali (si v. gli artt. 1, comma 7, e 3, comma 4), queste ultime considerate tout court delle terapie. Con la conseguenza che il medico potrebbe essere costretto dal paziente ad atti eutanasici anche commissivi (per es. togliere una flebo contenente un antibiotico di rilievo vitale).

    In terzo luogo, l’articolo di D’Agostino tace su altri profili gravi del testo in discussione, come l’eutanasia di minori e incapaci, decidibile dai genitori e tutori, a meno che un medico non si opponga e il giudice dia ragione al medico (cfr. art. 2).

    Che proprio il Presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani si esprima in questo modo su punti così delicati, che ineriscono al diritto alla vita e al comandamento di non uccidere, non può che suscitare dolore e sconcerto.

    * Consigliere centrale dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani

    Presidente dell’Unione Giuristi Cattolici di Pavia

    1. fra' Centanni

      Per quanto riguarda il rifiuto delle terapie, questo è sempre moralmente lecito, non scherziamo. Non è neanche immaginabile obbligare qualcuno a curarsi.

      Completamente diverso e moralmente gravissimo il rifiuto dei sostegni vitali (idratazione, nutrizione e ventilazione).

      1. Enrico Turomar

        fra’ Centanni,
        se tra paziente (e familiari) e medico si instaura un’ alleanza terapeutica non c’è bisogno di leggi in materia. Se l’alleanza non si instaura ( a causa del medico o del paziente o di entrambi) non ci sono leggi in grado di rimediare, perché è impossibile prevedere tutte le possibili situazioni.
        D’Agostino avrebbe in teoria ragione a dire che le leggi vanno valutate per quel che dicono realmente e non per quel che potrebbero dire forzandone l’interpretazione, ma solo se vivessimo su Marte. Come ho detto sopra la legge è quasi inutile (e non è certo la priorità in Italia) e se qualcuno la vuole far approvare ad ogni costo è per poterla forzare (magari da un giudice compiacente) successivamente. Quando ci sono i radicali di mezzo è sempre così, cerchiamo di svegliarci.

        Avvenire ovviamente non tira la volata a nessuno, accanto all’articolo di D’Agostino c’è n’è un altro critico verso la legge e soprattutto c’è un bellissimo articolo del dott. Melazzini, malato di SLA e direttore dell’AIFA, da cui estraggo un brano:

        ‘Perché l’amore vero non uccide e non chiede di morire. È necessario aprire una concreta discussione su che cosa si stia facendo per evitare l’emarginazione delle persone con gravi patologie invalidanti e su quanto realmente, al momento attuale, si sta investendo nel percorso medico, di continuità assistenziale domiciliare e di cultura della salute e delle problematiche legate alle patologie disabilitanti e alla disabilità in senso lato, chiedendosi con molta sincerità se proprio dalla mancanza sempre più evidente di assistenza domiciliare qualificata, supporto adeguato alla famiglia, reti di servizi sociali e sanitari organizzati, solidarietà, coinvolgimento e sensibilità da parte dell’opinione pubblica scaturiscano quelle condizioni di sofferenza e di abbandono a causa delle quali alcuni malati chiedono di porre fine alla propria vita.’

        1. exdemocristianononpentito

          Beh…signori, adesso mi sembra che qua si cerchi di stabilire un collegamento necessario fra aborto e UE (ripeto: “mi sembra”: potrei sbagliarmi), però, la cosa non la ritengo, corretta, perchè l’aborto (e con legislazione anche più permissive) vi è anche in paesi non aderenti alla UE come Russia, Inghilterra, Svizzera.
          Inoltre, va detto (è spiacevole, ma va detto) anche in sudamerica le normative sull’aborto stanno diventando, qua e là, più lassiste. E’ dunque un fatto di tutto l’occidente.
          E, come ho detto, più volte, ciò è l’espressione, l’effetto, lo sviluppo logico della scristianizzazione, della secolarizzazione del mondo occidentale; del suo rifiuto del Cristianesimo, insomma.
          D’altronde un popolo ancora autenticamente cristiano avrebbe votato a favore dell’aborto con una percentuale del 70 % circa?!
          Un emulo di Giuliano l’Apostata (che, per inciso e per onesà intellettuale NON perseguitò i cristiani, ma si limitò a non favorirli, che è cosa diversa), potrebbe dire: “Caro Galileo, stavolta ho vinto io!”. E purtroppo avrebbe ragione: è ‘ doloroso dire che le radici cristiane d’Europa sono state recise.
          Un’ultima cosa: se gli amici Fabrizio, Luigi (ed altri) credono che la ri-cristianizzazione dell’occidente, sia un fatto solo di 2 o 3 decenni, sono fuori strada.
          Come, mi pare, è stato detto da qualcuno, in questo blog, la speranza per il cristianesimo è l’africa. Io ho qualche dubbio sulla “forza di trascinamento” dell’africa, in sè, però anch’io non vedo altre possibilità.

          1. Navigare necesse est

            qua si cerchi di stabilire un collegamento necessario fra aborto e UE

            non può esserci un nesso causale fra UE e aborto (se non nel fatto che l’UE è quel che con greve metafora si definisce “un aborto”), dato che le legislazioni nazionali favorevoli all’aborto sono state introdotte ben prima dell’istituzione dell’UE. C’è però una significativa relazione fra la mentalità all’origine di tali legislazioni e la mentalità alla guida (se non all’origine) dell’UE. E non è un caso che proprio in questi giorni sia giunto dall’UE un richiamo all’Italia, rea, secondo il regime eurocratico, di non garantire il diritto all’aborto.

            la speranza per il cristianesimo è l’africa

            che non solo ho ha forza di trascinamento, ma ha una pesantissima forza di inerzia. In un certo senso, inoltre, l’Africa è la nostra preistoria, un universo che brama l’Occidente, i suoi beni materiali (quelli che crede tali), il suo benessere (quel che ne rimane), ecc., non certo il suo retaggio di civiltà, che le è estraneo e cui imputa – ha imparato da una parte degli occidentali a imputare – la colpa della propria arretratezza endemica. Gli africani non risolveranno i nostri problemi di fede venendo qua, così come noi non abbiamo risolto i loro problemi sociali, economici e politici andandocene via. Per il Cristianesimo la salvezza non verrà dall’Africa. Né, anche se la speculazione avrebbe senza dubbio più fondamento, dall’Asia, dove il ritmo delle conversioni (più al protestantesimo che al cattolicesimo) è in alcuni paesi molto sostenuto.

  18. Fabrizio Giudici

    Il legame tra UE, ONU e aborto è presto detto: vero che nella maggior parte dei paesi occidentali le leggi che hanno aperto all’aborto hanno preceduto l’UE. Ma non l’hanno classificato tra i “diritti umani”, cosa che invece ora è nel programma esplicito di UE ed ONU. Le leggi che hanno aperto all’aborto lo consideravano come una cosa di emergenza. Clinton, quando era presidente, diceva che ambiva a far diventare l’aborto una cosa “rara”. È evidente che tutti mentivano (il caso dei Clinton, legato mani e piedi a Planned Parenthood che “ha bisogno” dell’aborto perché è il suo vero e proprio “core business”, è emblematico) e che si era messo il primo piede nel solito piano inclinato, nel senso che siccome il mondo è pieno di cattoliche “menti libere” che adeguano la propria morale alle consuetudini del mondo, sarebbe stato sufficiente – come è successo – far passare qualche anno per fare accettare lo status quo. Ma è anche vero che queste leggi non discriminavano chi vi si opponeva – da questo punto di vista, la scarsa opposizione è stata una grave colpa di molti cattolici (i democristianeggianti, tanto per intenderci). Oggi stiamo arrivando velocemente alla persecuzione di chi vi si oppone.

    Gli ultimi stadi di sfascio della famiglia, attraverso la promozione dell’omosessualità, stanno invece avvenendo chiaramente attraverso l’azione attiva dell’Unione Europea e dell’ONU, perché molti paesi – incluso noi – resistevano. Certo, c’è stato bisogno anche di Papa Francesco. Ma niente di tutto ciò potrebbe succedere se non ci fossero masse di cattolici compiacenti e/o fessi.

    1. Luigi

      E aggiungo, a quanto scritto da Fabrizio: cosa c’è, di difficile, da capire?
      Sono fatti, semplici fatti, messi in fila uno appresso l’altro, a far strame di una caterva di wishful thinkings propalati da media, intellettuali, attrici e politici.

      Si vantano i decenni di pace assicurati dal MEC/CEE/UE.
      Errore, perché questi decenni sono derivati dagli accordi – brutali a dir poco – fra le due potenze vincitrici del Secondo Conflitto Mondiale (USA e URSS). È un fatto, un altro, che questi accordi siano stati applicati sulla pelle dei popoli europei.

      Ma poi, anche astraendo da ciò, rimane un altro fatto grande come una casa: questa pace non esiste.
      Non esiste pace, in un continente dove milioni di bambini sono sterminati ogni anno dalle loro stesse madri con il beneplacito e l’aiuto degli Stati.

      Altrimenti era pace anche quella sovietica (non a caso dal lessico sovietico derivano tanti termini oggi ancora in voga: commissario, troika, etc.).

      Quale importanza ha, se all’origine tutto ciò non era previsto?
      Ora la UE accetta senza se e senza ma l’abominio del genocidio (salvo impartire lezioncine alla Russia).
      E anche questo è un fatto.

      Ciao.
      Luigi

      1. Navigare necesse est

        Sono molto d’accordo con Luigi circa l’orgine e la natura della “pax” europea.

    2. Navigare necesse est

      Il nesso, insomma, non è causale, ma c’è. E senza dubbio Bruxelles e dintorni costituiscono oggi in Europa la principale centrale di elaborazione, propagazione e imposizione del pacchetto ideologico e istituzionale contro la vita e contro la natura. Alla legalizzazione dell’aborto la Chiesa si oppose, all’epoca dello sciagurato referendum, con compattezza e combattività, diversamente da quanto sta oggi accadendo con la piaga di “genderismo” e dintorni. E osservando gli “orientamenti” (o meglio i disorientamenti) di molti seminari e molte parrocchie non è difficile capire perché…

      1. exdemocristianononpentito

        Beh, caro Fabrizo, alla persecuzione di chi non è d’accordo con l’aborto e il matrimonio gay non ci siamoancora arrivati: i siti cattolici e pro life come questo abbondano nel web e nessuno per ora li ha fatti tacere, e, l’obiezione di coscienza contro l’IVG per ora è pienamente operativa.
        Il sito del Narth ed altri ad esso collegati che sostengono le teorie riparative del fu nicolosi, sono ben vivi, e, se uno glielo chiede, forniscono il nome dello psicanalista nicolosiano più vicino alla residenza del richiedente (e non mi risulta che tali psicoterapeuti siano stati radiati dall’albo).
        Che ci siano polemiche, critiche e toni accesi è inevitabile, quanto c’è una certa libertà di parola e i temi sono “caldi”. Del resto mancavano polemiche, critiche e toni accesi, nel medioevo, quando l’orbe era cristiano?
        QUANDO arriveremo alla repressione, per via di legge, della propaganda pro-life e antigay NE RIPARLEREMO.

        Il fatto che la UE e l’ONU (a dire il vero io avevo parlato soltanto della UE, e poi….che orribile aggettivo “onusiani”!) abbiano classificato diversamente l’aborto, ha avuto, in effetti un certo peso, ma limitato, perchè, una volta che la si è ammessa, l’IVG, e che la gente si è abituata a considerarla un fatto normale, le classificazioni come quelle, arrivano, prima o poi, per “forza d’inerzia”.
        Hanno aggiunto la ciliegina alla torta, ma la torta c’era già.
        Sul’osservazione di navigareecc che la UE sia essa stessa un aborto…………mmmm…………obiettivamente………..,

        Poi vorrei segnalare il verificarsi, in questo blog, di un MIRACOLO: sono d’accordo con Luigi!. Ha ragione lui! La principale causa della pace nel continente europeo fu l’equilibrio fra le superpotenze.

        Infine, io vado oltre quello dice Fabrizio: non è che siano masse di cattolici compiacenti e fessi, il fatto è che si sono masse di cattolici talmente “anacquati” da non essere più tali (come ho argomentato in vari miei post precedenti).

        1. Infatti non è questione di dar del fesso a qualcuno (che a ben vedere ci potrebbero essere tanti fessi anche tra i saccenti e gli intelligenti) è proprio questione di non vivere con almeno un minimo di coerenza, ciò a cui si dice di credere o a cui si “appartiene”, magari solo per forma o per circostanza.

          In questo caso si potrebbe applicare il nuovo adattamento del “…solo chiacchiere e distintivo”, che noto piace come forma (anche quando se ne abusa senza alcun giustificazione).

          1. fra' Centanni

            La coerenza non c’entra niente. I cattolici annacquati sono coerenti alla falsa dottrina. Il discrimine è la dottrina, non la coerenza.

            1. Bah! Se i “cattolici annacquati” sono coerenti alla falsa dottrina, ci sarà per contro una coerenza alla vera Dottrina.

              Quindi per tua stessa affermazione, la coerenza c’entra.
              La Dottrina è la Dottrina, la coerenza alla stessa (e a ciò che si proclama e crede) diviene discriminante – ciò che determina una diversità di giudizio.

              Comunque pensala come ti pare … coerente con te stesso 😉

              1. fra' Centanni

                No, la diversità di giudizio (sull’aborto, ad esempio) è determinata dalla dottrina, la quale afferma con chiarezza che l’aborto è sempre un omicidio. La coerenza non c’entra niente. Io sono fermamente contrario all’aborto e sono pronto a combattere contro l’aborto. Ma se un giorno tornasse a casa incinta mia figlia quindicenne, potrebbe essere che la faccio abortire. Questo vuol dire che sono un cripto-abortista? No, sono solo un miserabile.

                La dottrina è il faro per tutti.. La coerenza è solo per uomini veri.

                P.S. Sia ben chiaro che se un giorno mia figlia tornasse a casa incinta non mi sognerei mai di farla abortire. Era solo per fare un esempio.

                1. exdemocristianononpentito

                  La dottrina poteva essere coerente quanto voleva, ma la gente ha cominciato ad allontanarsi da essa, perlomeno “di fatto”, da molto tempo prima del CVII.
                  Il faro può essere ben visibile, ma se i naviganti se ne fregano, c’è poco da fare.
                  Il suddetto concilio non fu altro che il tentativo di recuperare le masse che, di quella dottrina, gliene importava sempre meno.
                  Che poi, quel tentaivo, non solo sia fallito (cosa certa) ma abbia anche aggravato la situazione, è cosa di cui si può discutere.

                  1. Antonio Spinola

                    Si, è andata certamente così.
                    Di conseguenza, col senno di poi, noi tutti, e in primis i pastori, dovremmo trarre giudizio da questa lezione della storia, e smetterla di inseguire le masse in fuga dalla dottrina, con le stesse modalità fallimentari già ampiamente sperimentate.

                    1. I Documenti del CVII non furono tentativo di “recuperare le masse in fuga”, bensì un preciso esame delle situazioni che generavano quella “fuga”. Un discernimento profetico, tanto che a leggerli sono tutt’ora attuali. Contenevano anche le linee guida per una rinnovata Evangelizzazione in risposta alla allora e attuale situazione, che sono in gran parte rimaste lettera morta. Quindi se fallimento vi è stato, vi è stato in chi non ha saputo cogliere la chiara visione dei Tempi e agire con rinnovato slancio sulla base della secolare Tradizione.

  19. @Fra’ tu spesso capisci “roma per toma” però insisti come se chi avesse espresso il pensiero che critichi, non sapesse di cosa parla o che non sappia nel caso specifico che:
    La dottrina è il faro per tutti…

    Di fatti la Dottrina è il faro per il giudizio e il discernimento sulle “cose” (atti, avvenimenti, scelte, ecc. ecc.), ma la coerenza di cui parlavo è la “cartina di tornasole” su chi la Dottrina segue e applica nella vita e di conseguenza il giudizio su chi è “annacquato” (se non peggio) e chi no.

    La Dottrina, ad esempio (il tuo), ti fa luce sull’atteggiamento da tenere con tua figlia se tornasse a casa incinta, la coerenza (tua) alla dottrina parla della tua coerenza nell’essere fedele alla Dottrina stessa.
    Diversamente la Dottrina resterebbe “lettera morta”.
    Anzi nel caso tuo che ti dichiari osservante, qualora NON osservassi la Dottrina, metro di giudizio per il tuo comportamento non-coerente, colpevole e peccaminoso.

    Ma tu tira pur dritto nelle tue asserzioni senza fare il minimo sforzo di comprendere l’altrui pensiero… io da parte mia mi fermo qui.
    Buona Domenica.

  20. Fabrizio Giudici

    alla persecuzione di chi non è d’accordo con l’aborto e il matrimonio gay non ci siamo ancora arrivati: i siti cattolici e pro life come questo abbondano nel web e nessuno per ora li ha fatti tacere, e, l’obiezione di coscienza contro l’IVG per ora è pienamente operativa. QUANDO arriveremo alla repressione, per via di legge, della propaganda pro-life e antigay NE RIPARLEREMO.

    Veramente in alcuni paesi ci sono già arrivati: certi stati USA, e la Francia, tanto per fare due esempi. È poi assurdo dire “ne riparleremo” DOPO il danno: se ne deve parlare PRIMA, per evitare il danno.

    Quanto a questi commenti:

    il fatto è che si sono masse di cattolici talmente “anacquati” da non essere più tali

    In questo caso si potrebbe applicare il nuovo adattamento del “…solo chiacchiere e distintivo”, che noto piace come forma (anche quando se ne abusa senza alcun giustificazione).

    La coerenza non c’entra niente. I cattolici annacquati sono coerenti alla falsa dottrina. Il discrimine è la dottrina, non la coerenza.

    Il faro può essere ben visibile, ma se i naviganti se ne fregano, c’è poco da fare.

    vale questa sintetica frase da poco pronunciata dal card. Sarah ad un convegno:

    Si accusa l’Europa politica di abbandonare o di negare le sue radici cristiane. Ma la prima ad avere abbandonato le sue radici e il suo passato cristiano, è incontestabilmente la Chiesa cattolica postconciliare.

    È chiaro che gli uomini sono incoerenti, cattolici inclusi. Il faro della dottrina serve proprio per indicare la direzione ai naviganti, che spesso si disperdono. Per questo la Chiesa gerarchica ha una responsabilità chiara e grave, prima di tutto. Secondariamente ce l’hanno i cattolici che hanno una qualsiasi forma di visibilità, dalle più alte alle più basse, quando non difendono la Verità o fanno finta di niente nel non vedere i picconatori all’opera anche all’interno della Chiesa militante. E in questo contesto i termini “fessi” e “tutto chiacchiere e distintivo” hanno un valore ben preciso e ben definito.

  21. Antonio Spinola

    @Bariom
    La dottrina non è più un faro quando ogni fedeltà sembra costare troppo, e non siamo disposti a pagarne il prezzo. Quando cadiamo in quella prassi esistenziale dove l’ambizioso “desiderio” di eternità che è in noi ci sembra improbabile e viene sommerso da una discarica di “bisogni” facili da soddisfare, e soddisfare subito.

    L’assise conciliare in realtà non è riuscita a cogliere questa tendenza storica, concentrandosi sull'”evoluzione” dei costumi ha trascurato la crisi di “fedeltà” dell’uomo moderno, ha creduto più nella forza dell’attualizzazione del “messaggio” evangelico che nella forza del Vangelo stesso. Questo è l’errore di ogni “nuova evangelizzazione”.
    Detto questo, noi (io, in particolare) non siamo in grado di condannare in modo definitivo nulla e nessuno, siamo esseri giudicanti (per natura e per necessità) in quanto esseri morali, ma abbiamo limiti, carenze e difetti perciò i nostri giudizi sono sempre parziali e temporanei.

    1. exdemocristianononpentito

      Caro Fabrizio, sulla questione della legge francese sul divieto di propaganda antiabortista sul web, ti risponderò domani, perchè ci debbo pensare un pò.
      Non ho mai sentito di leggi analoghe in qualche stato americano, ma so, al contrario, di leggi che creano, di fatto, ostacoli all’IVG introdotte in vari stati. Poi, ricordiamoci sempre che negli USA avviene tutto ed il contrario di tutto: le legislazioni dei diversi stati, nella stessa materia, spesso sono in contrasto stridente fra loro.
      Quindi ciò che proviene dagli Stati Uniti non è quasi mai di segno univoco.

      La Chiesa cattolica post-conciliare NON è stata affatto la prima ad avere abbandonato le sue radici e il suo passato cristiano, perchè sono stati i popoli europei da moltissimi anni PRIMA del concilio ad essersi allontanati progressivamente da quelle radici e da quel passato.
      Come ha detto l’amico Spinola l’assise conciliare non ha compreso a fondo la CRISI DI FEDELTA’ della masse un tempo cattoliche. Crisi che però PREESISTEVA.

      Però io, da un lato li comprendo i padri conciliari, i quali vedendo la secolarizzazione deell’europa hanno creduto che dando ascolto ai “segni dei tempi” si potesse recuparare, almeno in parte, il terreno perduto.
      Oggi, vedendo che nonostante il CVII, l’Europa e l’occidente sono ancor più pagani e/o agnostici di fatto, possiamo dire che quel tentativo è fallito, ma allora non potevano saperlo, come il medico che tenta una cura innovativa e sperimentale non sa preventivamente se quella terapia riuscirà.

      E poi chi può dire che se la Chiesa avesse seguito una linea conservatrice, invocata, fra gli altri, da Siri e Ottaviani, avrebbe arrestato la scristianizzazione dell’uomo occidentale?
      Il fatto che una cura sia fallita non significa che una cura diversa riesca.
      Certo una Chiesa conservatrice avrebbe rafforzato la fede dei cattolici convinti e non annacquati, ma siamo sicuri che non avrebbe irritato ed allontanato ancora di più quei cattolici appunto “annacquati” (che negli anni 60 erano ormai la maggioranza di quello che ERA il popolo cristiano)? Per non parlare del mondo laico, con il quale sarebbe stato impossobile anche il dialogo.

      1. exdemocristianononpentito

        Ed aggiungo: “e conseguentemente sarebbe stato ancor più difficile il dialogo con l’Europa politica che aveva, ed ha, componenti laiche o laiciste”.

    2. In realtà il vero faro è e rimane Cristo, al di là di ogni dottrina.

      Il Suo incontrarsi con ogni singolo Uomo, il suo incontrarsi con l’Umanità tutta, anche attraverso un piccolo resto.

      D’altronde Dio ha incontrato l’Umanità con un Unico singolo Uomo: Suo Figlio Gesù Cristo.

      Non c’è errore in nessuna Evangelizzazione (vecchia o nuova che sia) se questa porta Cristo, annuncia Cristo, il suo Regno, la Sua vittoria sulla morte.

      Siamo essere giudicanti, anche, ma proprio per i nostri limiti parziali e temporanei, non siamo fatti per vivere di giudizi, né dai giudizi traiamo vita.
      Siamo fatti per amare e amare come Cristo ci ha amati.

      Tutto il resto passa.

      1. Fabrizio Giudici

        Non c’è errore in nessuna Evangelizzazione (vecchia o nuova che sia) se questa porta Cristo, annuncia Cristo, il suo Regno, la Sua vittoria sulla morte.

        Non basta questo criterio, perché bisogna vedere quale Cristo porta e annuncia e in che modo parla della Sua vittoria sulla morte. L’anticristo (minuscolo o maiuscolo), come ben insegna la tradizione anche iconica, non solo è il contrario di Cristo nella sostanza, ma è capace di apparire molto simile a Cristo nella forma, ad un’analisi superficiale. E sa “evangelizzare” molto bene; nel breve termine, è pure capace di attrarre masse di persone. Si rivela falso solo alla distanza.

        Anche parlare di amore per Cristo non basta: perché l’amore per Cristo deve avere conseguenze, e queste devono basarsi su considerazioni fondate.

        Quello che hai scritto potrebbe scriverlo pure un Luterano, eppure i Luterani hanno un’idea sbagliata di Cristo, e il loro amore per questa idea di Cristo, che non è Cristo, li porta ad agire in modo contrario alla Sua volontà.

        Questa semplificazione eccessiva, che alla fine porta ad una forma di religione in gran parte relativizzata in quanto trascura un certo numero di cose importanti ed oggettive, è proprio il grande difetto del post-Concilio.

        1. E di quale Annuncio io starei parlando?!

          E di “quale Cristo” starei parlando?! Sono forse io Luterano?!!

          O hai qualche dubbio? (certo da uno che a tuo dire ha un “atteggiamento pubblico, tutto chiacchiere e distintivo”, ci si può aspettare di tutto).

          “Anche parlare di amore per Cristo non basta…” ma guarda… non l’avrei mai detto. La prossima volta mi estenderò ad una trattato sulla Carità!
          (Anzi per non sbagliare ed essere subito ripreso da te a cui piace fare la “punta agli spilli”, riporterò fior di citazioni…)
          E se incontro un disperato per la strada, non gli parlo dell’Amore di Cristo per lui, ma gli metto in mano tutta la Santa Dottrina e gli dico: “studia ragazzo, studia!”.

          Poi naturalmente, chiosa finale tipica dei tuoi interventi, quella che accusa l’atteggiamento altrui (mio in particolare), di portare al disastro: “una forma di religione che bla, bla, bla…”

          Mah!

          San Paolo diceva: “Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso.”

          Poveretto non sapeva che diceva cose che avrebbe potuto dire un Luterano, (ma Lui lo si può perdonare, non aveva avuto il dono di vedere così in là nel tempo)…
          Oppure lo mettiamo tra la schiera dei “fessi”.

          Ti saluto intelligentone.

          1. Luigi

            Quando mai mi è saltato in mente di citare De Niro ne “Gli intoccabili”! 😀

            Ciao.
            Luigi

              1. Luigi

                “@Luigi, era la mia risposta a te rivolta?”

                No.
                Ma visto che, qualche giorno fa, avevo citato la famosa battuta e che da allora era stata più volte ripresa…

                Un tentativo ironico di smorzare i toni, il mio. Forse non è stato compreso.

                Ciao.
                Luigi

  22. Fabrizio Giudici

    di leggi che creano, di fatto, ostacoli all’IVG introdotte in vari stati.

    Sull’aborto (che chiamo aborto e non IVG) sì, ma p.es. sulla questione dei “matrimoni” gay ci sono in certi stati pericolose tendenze a chiudere la bocca ai dissenzienti; per non parlare poi della massa critica delle multinazionali che spingono insistentemente in tal senso. Ricordo che in Italia c’è il disegno di legge Scalfarotto, che in questo momento è congelato, ma potrebbe essere tirato fuori dal freezer subito dopo il prossimo round elettorale, se al governo andasse una forza politica favorevole.

    “sono stati i popoli europei da moltissimi anni PRIMA del concilio ad essersi allontanati progressivamente da quelle radici e da quel passato.”

    Questo è ovvio: le società, lasciate a sé, tendono certamente ad allontanarsi da Dio, non ad avvicinarsi; inoltre ci sono note forze che spingono in tal senso. Dal post-Concilio, però, pure la Chiesa militante ha iniziato ad allontanarsi. Ti ricordo che ho citato una frase del card. Sarah e non è certo estemporanea, essendoci abbondanti studi in tal senso.

    ma allora non potevano saperlo

    Il tuo ragionamento è da politico e filerebbe se quel Concilio fosse stato un congresso di politici. Ma era un Concilio e dovremmo ragionare su un altro piano. È che tutte le voci dissenzienti sono state trattate in modo arrogante come “profeti di sventura”; inoltre il Concilio è stato abilmente manipolato da un gruppo di modernisti. Ne abbiamo potuto vedere in piccolo una replica al Sinodo.

  23. Luigi

    “Questo è ovvio: le società, lasciate a sé, tendono certamente ad allontanarsi da Dio, non ad avvicinarsi; inoltre ci sono note forze che spingono in tal senso”

    Vero.
    Bisogna allora porre la domanda: quando le società europee sono state lasciate a sé stesse?
    Prima, o dopo il Concilio?

    La risposta è lapalissiana: dopo.

    Prima, potevano esserci errori, tentennamenti, lavorìo nell’ombra; ma fondamentalmente l’avversione di Santa Romana Chiesa verso l’anticattolicesimo era evidente, a ogni livello.
    Chi si metteva dall’altra parte, lo faceva in piena “scienza e coscienza”.

    In mezzo secolo o poco più, giusto per dire, c’erano stati il corpus leonino, la “Pascendi Dominici gregis”, la proclamazione del dogma della Regalità Sociale di Nostro Signore, la “Mit Brennender Sorge”, la scomunica per i comunisti… tutte azioni vaticane che, bene o male, avevano trovato collaborazione di una buona parte del clero.
    Infatti, negli anni Cinquanta, pur già con larghe infezioni una buona parte delle nazioni europee avevano ancora un largo sostrato cattolico.

    Per favore, non si finga: le chiese erano ancora frequentate, i seminari vedevano ancora numerosi studenti, la parola di un vescovo era per molti ancora pressoché legge.
    È con il “vento del Concilio” che si verifica il salto di paradigma.
    Le chiese si svuotano, i seminari chiudono, il clero diserta, il latino viene abbandonato, gli altari sono distrutti.

    Sono i santi Pontefici, uno dopo l’altro, a sottilineare questa evidenza. Da Paolo VI a Benedetto XVI, tutti hanno parole sgomente per quanto avvenuto dopo il Concilio.
    Nessuno che dica “già prima era così”. Ovvio, avrebbero detto il falso.

    Problema: nessuno, o quasi, dà loro retta. I non molti cattolici rimasti sono felici, in gran parte, di seguire le direttive che dopo il 1960 arrivano dalla maggioranza del clero di base.
    Il quale raccomanda profilattici, chitarre e bonghi, aborto, pauperismo e terzomondismo, impegno civile, libero “ammmorrre” e castronerie sesquipedali in quantità.

    Allora rimane un solo dubbio.

    Tutto questo, è imputabile esclusivamente alla cattiva e maligna interpretazione dei documenti conciliari?
    All’aver preso – consapevolmente o meno – fischi per fiaschi?
    O il fatto, ad esempio, che una “Nostra Aetate” abbia avuto fra gli estensori un Gregory Baum, sodomita e modernista, non ha magari avuto un qualche influsso, in tutto questo?
    Et pour cause, volendola dire coi mangiarane?

    Riflessioni in libertà, sia chiaro.
    Buona settimana a tutti.

    Luigi

    1. @Luigi.

      Insomma mettiamo il Documenti (tutti?) del CVII a quel famoso “indice” che sia già qui richiamato (anche con ragione)…

      E se “causa-effetto” non fossero legate dalla ferrea legge che noi imponiamo alle cose nel loro scorrere temporale?
      E se le ragioni profonde degli avvenimenti a noi sfuggono? Perché questa che pare tanto lapalissiana e il più semplice dei 2+2 fa 4, e talvolta l’inganno si nasconde anche in piena luce.

      Chi profetava un tempo sventure, mosso dallo Spirito, era forse causa delle sventure stesse?
      Ricordo al tempo in cui li lessi (Doc. CVII), trovai passaggi più che profetici nei Documenti del Concilio.

      Poi da: “Sono i santi Pontefici, uno dopo l’altro, a sottolineare….” sino a: “…e castronerie sesquipedali in quantità.”, non posso che essere d’accordo.

      Il dubbio a seguire è dubbio o deve essere preso come assoluta certezza?

      “Et pour cause, volendola dire coi mangiarane?”. No certo, perché semplicemente il “caso” non esiste!

      Per il resto, “riflessioni in libertà” anche le mie, sia chiaro (se ancora rimane la libertà di esprimerle).

      Buona settimana anche a te.

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