Bret Easton Ellis vs femministe

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“Queste piagnucolose narcisiste utilizzano l’altissimo tono morale tipico dei social justice warriors, sempre fuori scala rispetto alle cose per cui si offendono. E si stanno trasformando in piccole naziste del linguaggio, con le loro regole di indignazione prefabbricata, invocando la censura ogni volta che qualcuno scrive, o dice, qualcosa che non aderisce completamente alla loro visione dell’universo”.

“Questa sinistra liberal che si auto-proclama femminista è diventata così iper-sensibile da essere ormai entrata in una fase culturale di autoritarismo. È qualcosa di così regressivo e lugubre da assomigliare terribilmente a un film di fantascienza distopica, ambientato in un mondo in cui è permesso un solo modo per esprimersi, in un clima di castrazione collettiva che avvolge tutta la società”.

Bret Easton Ellis

56 pensieri su “Bret Easton Ellis vs femministe

  1. Luigi

    “Poi, però, è arrivato Rousseau: sono arrivati i poeti, i buonisti, i giusnaturalisti, i filantropi, gli scrittori noiosi e falliti (alzi la mano chi è riuscito a leggersi tutta la Nouvelle Éloise), i rivoluzionari da salotto, gli scontenti, i rancorosi, gl’ipocondriaci, i vegetariani, i deisti, gli enciclopedisti, i patiti del Buon Selvaggio; non gente del popolo, ma philosophes da strapazzo, savants da quattro soldi, avvocati falliti, giornalisti sanguinari, tuttologi a un tanto il chilo: tutta la genia partorita dall’illuminismo, la più rozza, la più insulsa, la più infantile di tutte le “avanguardie” culturali che avrebbero poi infestato, parassitato e vampirizzato, succedendosi l’una all’altra, la cultura e la società europee nei due secoli successivi, e che non hanno ancora finito di depositare a riva, con le loro onde fangose, tutti i detriti e le immondizie dei loro sogni vendicativi, delle loro utopie sconclusionate, delle loro aspettative infrante, delle loro ambizioni calpestate dalla storia”
    (da Francesco Lamendola, “L’odissea del rancore”, 27 gennaio 2017)

    Ciao.
    Luigi

    1. Ovviamente il magico Scudo di Virtù della Premiata Ditta Flora-Fauna&Serena (dissotterrato dalla discarica dove lo avevano buttato gli ispiratori del Nuovo Corso Disney) 😉

      1. exdemocristianononpentito

        Leggendo le parole di Luigi e quelle di molti altri frequentatori del blog_ mi rendo conto che in tutti gli anni di militanza in un partito cattolico, che cercava sempre la mediazione e faceva di tutto per evitare lo scontro con il mondo laico e socialista, HO SBAGLIATO TUTTO! Ho capito infatti che gran parte del mondo cattolico,qui ben rappresentato, ritiene INEVITABILE lo scontro (anche fisico e militare) con il mondo laico o laicista, e ci si prepara tranquillamente, senza alcuna remora.
        Non entro nel discorso delle cause e delle responsabilità, parlo SOLO degli effetti e degli sviluppi futuri della situazione, e con profondo dolore osservo che, molti cattolici danno ormai per scontato che si deve arrivare prima o poi allo scontro armato per difendere i valori della Fede (i valori non negoziabili) e bisogna francamente e onestamente prepararsi a tale sciagura. Allora ho veramente sbagliato tutto e combattuto una battaglia inutile e insensata……quanti anni ho perso! senza che nessun prete (fra i molti che conoscevo) mi avesse mai detto di abbandonare la militanza politica…….. Ora posso veramente definirmi ex democristiano pentito!

        1. Alessandro

          “quanti anni ho perso! senza che nessun prete (fra i molti che conoscevo) mi avesse mai detto di abbandonare la militanza politica”

          Colpa sua, che si è fidato di preti eterodossi che non le hanno mai spiegato una cosa semplicissima da capire: in politica, il cattolico non può negoziare sui principi non negoziabili.

          Con chi ritiene di negoziare sui non negoziabili ci si scontrerà inevitabilmente, proprio perché si è cattolici – cioè anche, e imprescindibilmente anche, promotori autentici di ciò che non è negoziabile – e ci si scontrerà in modi compatibili con il proprio essere cattolico: è del tutto ovvio perciò che, nel confronto politico talora asperrimo con “laici e laicisti”, un cattolico non è chiamato a scendere in armi contro costoro – come lei invece suggerisce con retorica mistificatrice e stucca -, tanto più che è di un’evidenza solare il fatto che oggidì proprio i cattolici non mondanamente omologati si trovano non già a infliggere intimidazioni e soperchierie, ma a riceverne, talvolta anche fisiche.

          Le suggerisco di rileggere almeno questo documento della Congregazione per la Dottrina della Fede:

          “In questo contesto, è necessario aggiungere che la coscienza cristiana ben formata NON permette a nessuno di favorire con il proprio voto l’attuazione di un programma politico o di una singola legge in cui i contenuti fondamentali della fede e della morale siano sovvertiti dalla presentazione di proposte alternative o contrarie a tali contenuti. Poiché la fede costituisce come un’unità inscindibile, non è logico l’isolamento di uno solo dei suoi contenuti a scapito della totalità della dottrina cattolica. L’impegno politico per un aspetto isolato della dottrina sociale della Chiesa non è sufficiente ad esaurire la responsabilità per il bene comune. Né il cattolico può pensare di delegare ad altri l’impegno che gli proviene dal vangelo di Gesù Cristo perché la verità sull’uomo e sul mondo possa essere annunciata e raggiunta.

          Quando l’azione politica viene a confrontarsi con principi morali che NON ammettono deroghe, eccezioni o compromesso alcuno, allora l’impegno dei cattolici si fa più evidente e carico di responsabilità. Dinanzi a queste esigenze etiche fondamentali e irrinunciabili, infatti, i credenti devono sapere che è in gioco l’essenza dell’ordine morale, che riguarda il bene integrale della persona.

          E’ questo il caso delle leggi civili in materia di aborto e di eutanasia (da non confondersi con la rinuncia all’accanimento terapeutico, la quale è, anche moralmente, legittima), che devono tutelare il diritto primario alla vita a partire dal suo concepimento fino al suo termine naturale. Allo stesso modo occorre ribadire il dovere di rispettare e proteggere i diritti dell’embrione umano.
          Analogamente, devono essere salvaguardate la tutela e la promozione della famiglia, fondata sul matrimonio monogamico tra persone di sesso diverso e protetta nella sua unità e stabilità, a fronte delle moderne leggi sul divorzio: ad essa non possono essere giuridicamente equiparate in alcun modo altre forme di convivenza, né queste possono ricevere in quanto tali un riconoscimento legale.
          Così pure la garanzia della libertà di educazione ai genitori per i propri figli è un diritto inalienabile, riconosciuto tra l’altro nelle Dichiarazioni internazionali dei diritti umani. Alla stessa stregua, si deve pensare alla tutela sociale dei minori e alla liberazione delle vittime dalle moderne forme di schiavitù (si pensi ad esempio, alla droga e allo sfruttamento della prostituzione). Non può essere esente da questo elenco il diritto alla libertà religiosa e lo sviluppo per un’economia che sia al servizio della persona e del bene comune, nel rispetto della giustizia sociale, del principio di solidarietà umana e di quello di sussidiarietà, secondo il quale «i diritti delle persone, delle famiglie e dei gruppi, e il loro esercizio devono essere riconosciuti».
          Come non vedere, infine, in questa esemplificazione il grande tema della pace. Una visione irenica e ideologica tende, a volte, a secolarizzare il valore della pace mentre, in altri casi, si cede a un sommario giudizio etico dimenticando la complessità delle ragioni in questione. La pace è sempre «frutto della giustizia ed effetto della carità»; esige il rifiuto radicale e assoluto della violenza e del terrorismo e richiede un impegno costante e vigile da parte di chi ha la responsabilità politica.

          Di fronte a queste problematiche, se è lecito pensare all’utilizzo di una pluralità di metodologie, che rispecchiano sensibilità e culture differenti, NESSUN fedele tuttavia può appellarsi al principio del pluralismo e dell’autonomia dei laici in politica, favorendo soluzioni che compromettano o che attenuino la salvaguardia delle esigenze etiche fondamentali per il bene comune della società.
          Non si tratta di per sé di «valori confessionali», poiché tali esigenze etiche sono radicate nell’essere umano e appartengono alla legge morale naturale. Esse non esigono in chi le difende la professione di fede cristiana, anche se la dottrina della Chiesa le conferma e le tutela sempre e dovunque come servizio disinteressato alla verità sull’uomo e al bene comune delle società civili. D’altronde, non si può negare che la politica debba anche riferirsi a principi che sono dotati di valore ASSOLUTO proprio perché sono al servizio della dignità della persona e del vero progresso umano.

          Con il suo intervento in questo ambito, il Magistero della Chiesa non vuole esercitare un potere politico né eliminare la libertà d’opinione dei cattolici su questioni contingenti. Esso intende invece — come è suo proprio compito — istruire e illuminare la coscienza dei fedeli, soprattutto di quanti si dedicano all’impegno nella vita politica, perché il loro agire sia sempre al servizio della promozione integrale della persona e del bene comune.
          L’insegnamento sociale della Chiesa non è un’intromissione nel governo dei singoli Paesi. Pone certamente un dovere morale di coerenza per i fedeli laici, interiore alla loro coscienza, che è unica e unitaria. «Nella loro esistenza non possono esserci due vite parallele: da una parte, la vita cosiddetta “spirituale”, con i suoi valori e con le sue esigenze; e dall’altra, la vita cosiddetta “secolare”, ossia la vita di famiglia, di lavoro, dei rapporti sociali, dell’impegno politico e della cultura. Il tralcio, radicato nella vite che è Cristo, porta i suoi frutti in ogni settore dell’attività e dell’esistenza. Infatti, tutti i vari campi della vita laicale rientrano nel disegno di Dio, che li vuole come “luogo storico” del rivelarsi e del realizzarsi dell’amore di Gesù Cristo a gloria del Padre e a servizio dei fratelli. Ogni attività, ogni situazione, ogni impegno concreto — come, ad esempio, la competenza e la solidarietà nel lavoro, l’amore e la dedizione nella famiglia e nell’educazione dei figli, il servizio sociale e politico, la proposta della verità nell’ambito della cultura — sono occasioni provvidenziali per un “continuo esercizio della fede, della speranza e della carità”».[GIOVANNI PAOLO II, Esort. Apost. Christifideles laici, n. 59] …

          Coloro che in nome del rispetto della coscienza individuale volessero vedere nel dovere morale dei cristiani di essere coerenti con la propria coscienza un segno per squalificarli politicamente, negando loro la legittimità di agire in politica coerentemente alle proprie convinzioni riguardanti il bene comune, incorrerebbero in una forma di intollerante laicismo.
          In questa prospettiva, infatti, si vuole negare non solo ogni rilevanza politica e culturale della fede cristiana, ma perfino la stessa possibilità di un’etica naturale. Se così fosse, si aprirebbe la strada ad un’anarchia morale che non potrebbe mai identificarsi con nessuna forma di legittimo pluralismo. La sopraffazione del più forte sul debole sarebbe la conseguenza ovvia di questa impostazione. La marginalizzazione del Cristianesimo, d’altronde, non potrebbe giovare al futuro progettuale di una società e alla concordia tra i popoli, ed anzi insidierebbe gli stessi fondamenti spirituali e culturali della civiltà.”

          (Congregazione per la Dottrina della Fede, “Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica”, 24 novembre 2002, nn. 4, 5 e 6)

          http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20021124_politica_it.html

          1. Alessandro

            Comunque non tema, exdemocristianoecc., poiché i preti eterodossi, al pari dei sessantottini, hanno fatto carriera e sotto il pontificato attuale trionfano.
            Uno addirittura è diventato nientemeno che rettore (pure magnifico) della Pontificia Università Lateranense e afferma quanto segue:

            “Negli stessi anni vivevano a Santa Clara due personaggi molto diversi, Che Guevara e Vandor, con percorsi molto diversi e ideali differenti ma entrambi preoccupati del bene della comunità civile. È una bella coincidenza e un richiamo opportuno alla collaborazione e al dialogo che dobbiamo continuare, al di là di quello che ci separa. Vale molto di più quello che ci unisce”.

            https://it.zenit.org/articles/cuba-santa-sede-in-vista-accordo-tra-lateranense-e-universita-dellavana/

            Quindi, caro exdemocristianopentito, continui pure ad accordarsi paciosamente con laicisti, atei, nichilisti, abortisti, mangiapreti di ogni risma. In alto loco ormai usa così, chi è lei per fare diversamente e ascoltare il Magistero della Chiesa?

              1. Alessandro

                Grazie, Lalla 😉 anche se avrei preferito che il mondo non andasse alla rovescia e quindi non ci toccasse assistere a questi spettacoli penosi e francamente un po’ (tanto) disgustosi…

                1. Lalla

                  Certo, ma in una situazione che ci deprime, apprezzo la tua pazienza nel rispondere sempre e daccapo con serietà e fondamento. Sono semi gettati. È una forma di carità e speranza, bisogna riconoscertelo.

                  1. Fabrizio Giudici

                    Certo, ma in una situazione che ci deprime, apprezzo la tua pazienza nel rispondere sempre e daccapo con serietà e fondamento. Sono semi gettati. È una forma di carità e speranza, bisogna riconoscertelo.

                    Io è un po’ che non commento i post di Alessandro, ma il mio apprezzamento è scontato ogni volta 🙂 Veramente c’è da ammirare la sua pazienza.

                    Comunque, tornando alla Teologia della Liberazione, ecco quello che ha dichiarato Francesco pochi giorni fa:

                    http://internacional.elpais.com/internacional/2017/01/21/actualidad/1485022162_846725.html

                    P. ¿No cree que después del intento fallido de la teología de la liberación, la Iglesia ha perdido muchas posiciones en beneficio de otras confesiones e incluso sectas? ¿A qué se debe?

                    R. La teología de la liberación fue una cosa positiva en América Latina. Fue condenada por el Vaticano la parte que optó por el análisis marxista de la realidad. El cardenal Ratzinger hizo dos instrucciones cuando era perfecto de la Doctrina de la Fe. Una muy clara sobre el análisis marxista de la realidad. Y la segunda retomando aspectos positivos. La teología de la liberación tuvo aspectos positivos y también tuvo desviaciones, sobre todo en la parte del análisis marxista de la realidad.

                    Mio tentativo di traduzione (traballante), con grassetto mio:

                    D. Non crede che dopo il fallito tentativo della teologia della liberazione, la Chiesa ha perso molte posizioni a beneficio di altre confessioni, incluso sette? A cosa si deve?

                    R. La teologia della liberazione è stata una cosa positiva in America Latina. Fu condannata dal Vaticano la parte che scelse un metodo di analisi marxista della realtà. Il cardinale Ratzinger fece due dichiarazioni quando era prefetto della CDF. Una molto chiara circa l’analisi marxista della realtà. E la seconda riprendendo alcuni aspetti positivi. La teologia della liberazione ha avuto aspetti positivi e aveva anche deviazioni, soprattutto nella parte dell’analisi marxista della realtà.

                    Per quanto capisco, e commentato da altri giornali, i due documenti citati di Ratzinger dovrebbero essere “Libertatis nuntius” e “Libertatis conscientia”. Il secondo, dove Ratzinger riprenderebbe alcuni aspetti positivi della TdL, è riportato qui:

                    http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19860322_freedom-liberation_sp.html

                    Non trovo una traduzione in italiano sul sito della Santa Sede, ma ce n’è una qui:

                    http://www.europaoggi.it/content/view/420/171/

                    A una lettura veloce non trovo NIENTE che possa giustificare l’affermazione di Francesco secondo cui Ratzinger in questo secondo documento riprenderebbe aspetti positivi della TdL. Detto francamente: mi sembra l’ennesima falsità profferita da Bergoglio. Fa il paio con la citazione travisata della Familiaris Consortio nella Amoris Laetitia.

                    Quello che leggo nel documento è il valore della liberazione alla luce della teologia cattolica tradizionale. Nel documento c’è infatti un riferimento ad “una teologia della libertà e della liberazione”, però il minuscolo ed il contesto fanno capire che non si tratta certo della TdL, ma del vero significato della libertà e della liberazione secondo il cattolicesimo. D’altronde nella TdL, se si toglie il metodo d’analisi marxista, non rimangono altri contenuti originali. È nota l’opposizione _totale_, sia di BXVI che di GPII, alla TdL, espressa chiaramente più volte anche dopo la pubblicazione di questi due documenti e la pubblica reprimenda di prelati eretici che invece oggi bazzicano assiduamente la Santa Sede invitati da Francesco e si vantano anche di aver scritto pezzi della Laudato Sì.

                    Come tutte le falsità insinuatesi nella Chiesa, la TdL ha provocato disastri evidenti nella Chiesa sudamericana: Francesco non ha risposto alla parte della domanda che faceva riferimento al salasso di fedeli che la Chiesa Cattolica ha subìto a vantaggio di altre confessioni, anche sotto la sua guida in Argentina, e recentemente confermata in Brasile da un’indagine statistica (crollo dal 60% al 50% in pochi anni). Ricordo che il segretario della Conferenza Episcopale locale ha commentato che se ne frega, che non è importante, l’unica cosa importante è che la gente segua buoni princìpi e rispetti la legge. Ecco le vere conseguenze della TdL.

                  2. Alessandro

                    Lalla e Fabrizio, grazie davvero, non fatemi montare la testa 😉 , faccio quel che posso, con tutti i miei limiti e i miei peccati…

                    1. giovi

                      Caro Alessandro , a proposito di teologia della liberazione, vorrei chiedere a te a chiunque se la senta di parlarne, un commento a questa lettera, autografa in originale, a don Carron, da parte del Papa:
                      “Reverendo Don Julián,
                      ringrazio lei e l’intera Fraternità di Comunione e Liberazione per la offerta, raccolta durante i pellegrinaggi, che generosamente avete voluto inviarmi per le Opere della Carità.
                      Mi fa bene al cuore e mi consola tanto sapere che da più di duecento Santuari mariani in Italia e nel mondo, tante persone hanno intrapreso il cammino della misericordia nello spirito della condivisione con i bisognosi. I poveri infatti ci rammentano l’essenziale della vita cristiana. Sant’Agostino insegna: «Ci sono alcuni che più facilmente distribuiscono tutti i loro beni ai poveri, piuttosto che loro stessi divenire poveri in Dio». Questa povertà è necessaria perché descrive ciò che abbiamo nel cuore veramente: il bisogno di Lui. Perciò andiamo dai poveri, non perché sappiamo già che il povero è Gesù, ma per tornare a scoprire che quel povero è Gesù. Sant’Ignazio di Loyola a sua volta soggiunge che: «la povertà è madre e muro. La povertà genera, è madre, genera vita spirituale, vita di santità, vita apostolica. Ed è muro, difende. Quanti disastri ecclesiali sono cominciati per mancanza di povertà».
                      In un mondo lacerato dalla logica del profitto che produce nuove povertà e genera la cultura dello scarto, non desisto dall’invocare la grazia di una Chiesa povera e per i poveri. Non è un programma liberale, ma un programma radicale perché significa un ritorno alle radici. Il riandare alle origini non è ripiegamento sul passato ma è forza per un inizio coraggioso rivolto al domani. È la rivoluzione della tenerezza e dell’amore. Per questo chiedo anche a voi di unire gli intenti verso questo obiettivo. Vi auguro di lavorare con serenità e con frutto, e di testimoniare con coraggio l’autenticità della vita cristiana.
                      A tutti e a ciascuno invio di cuore la benedizione del Signore.
                      Per favore non dimenticate di continuare a pregare per me.
                      Francesco”
                      Don Carron ci ripete e stra-ripete da settimane che dobbiamo scoprire la ricchezza profondissima di questa lettera, di come sia fondamentale per noi di cl : mi aiutate, io non ne vengo a capo, salvo solo la frase di Sant’Agostino, che però mi sembra messa lì a casaccio, dato il contesto.

                    2. Alessandro

                      @giovi

                      Non sono di Comunione e Liberazione. Non appartengo ad alcun “movimento”.
                      Constato che molti cattolici, appartenenti o non appartenenti a CL o ad altro movimento ecclesiale, si trovano in grave disagio nei confronti di papa Francesco.
                      Se ti è capitato di leggermi su questo blog (l’unico nel quale commento), conosci il mio di disagio e quali ne sono le ragioni.
                      Personalmente, avverto l’annebbiamento e l’estenuzione del Magistero autentico della Chiesa, e quindi sento fortissima l’esigenza personale, nella confusione crescente, di non perderlo di vista, di scoprirlo e di riscoprirlo, di aderirvi senza renitenze.
                      Pur non essendo un “giussanologo”, penso che don Giussani desiderasse cattolici che fossero autentici e appassionati figli della Chiesa, cioè gioiosamente fedeli al Magistero autentico, senza mutilazioni soggettivistiche né cedimenti a logiche mondane e mode culturali arrembanti.

                      Riporto qui qualche brano – che certo un “ciellino” conosce a memoria, ma può essere di giovamento a tutti – della omelia del cardinal Ratzinger alle esequie di don Giussani:

                      “Questa centralità di Cristo nella sua vita gli ha dato anche il dono del discernimento, di decifrare in modo giusto i segni dei tempi in un tempo difficile, pieno di tentazioni e di errori, come sappiamo.

                      Pensiamo agli anni ’68 e seguenti: un primo gruppo dei suoi era andato in Brasile e qui si trovò a confronto con la povertà estrema, con la miseria. Che cosa fare? Come rispondere? E la tentazione fu grande di dire: adesso dobbiamo, per il momento, prescindere da Cristo, prescindere da Dio, perché ci sono urgenze più pressanti; dobbiamo prima cominciare a cambiare le strutture, le cose esterne, dobbiamo prima migliorare la terra, poi possiamo ritrovare anche il cielo.
                      Era la tentazione grande di quel momento di trasformare il cristianesimo in un moralismo, il moralismo in una politica, di sostituire il credere con il fare. Perché, che cosa comporta il credere? Si può dire: in questo momento dobbiamo fare qualcosa. E tuttavia, di questo passo, sostituendo la fede col moralismo, il credere con il fare, si cade nei particolarismi, si perdono soprattutto i criteri e gli orientamenti, e alla fine non si costruisce, ma si divide…

                      Monsignor Giussani, con la sua fede imperterrita e immancabile, ha saputo, che, anche in questa situazione, Cristo e l’incontro con Lui rimane centrale, perché chi non dà Dio, dà troppo poco e chi non dà Dio, chi non fa trovare Dio nel volto di Cristo, non costruisce, ma distrugge, perché fa perdere l’azione umana in dogmatismi ideologici e falsi.”

                      http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20050224_homily-giussani_it.html

                    3. giovi

                      Ti ringrazio, Alessandro, molto interessante quello che citi ( in effetti, lo ricordavo ! ), ma intendevo , alla luce del carisma di don Giussani ( che conosci e individui benissimo ), cosa vorrà dire l’esortazione di Carron a meditare e farsi sorprendere da questa lettera che a me sembra piuttosto insulsa ? Non ho trovato un mezzo commento da nessuna parte , anche nei nostri incontri non si riesce a parlarne nel merito, ma si dice di dare tempo al tempo per far venir fuori questa ricchezza che non colgo in nessun modo, pur confermandosi ogni volta l’invito martellante nel considerare questa lettera del Papa come un evento straordinario per noi. Boh !

        2. Fabrizio Giudici

          “, ritiene INEVITABILE lo scontro (anche fisico e militare) con il mondo laico o laicista, e ci si prepara tranquillamente, senza alcuna remora.”

          Purtroppo non è tanto una questione di “ritenere”, quanto una semplice constatazione dei fatti. Quando ci hanno imposto, e noi democristianamente abbiamo accettato, che la Chiesa era solo una delle tante voci con pari dignità, ci hanno garantito che c’erano delle regole che sarebbero state rispettate. Quindi abbiamo pensato che avremmo potuto democraticamente far comunque valere la nostra voce. Invece, come si può chiaramente vedere, le regole non vengono più rispettate. Qui non c’è solo una guerra mondiale a pezzi, ma si vedono i prodromi di una guerra civile a pezzi. Gli USA, che sono sempre stati i campioni delle regole in democrazia, ci mostrano che se per caso vince un candidato contrario allo status quo, è lecito bombardarlo in tutti i modi ancora prima che si sia insediato.

          E la guerra civile è arrivata nella Chiesa, e il primo che calpesta ogni forma di regola è il Papa. Quale altro segno dovremmo avere per capire che abbiamo sbagliato tutto?

          1. Beatrice

            @Senm_webmrs

            Da bambina la bella addormentata era il mio cartone Disney preferito! Ero innamorata persa del principe Filippo, un uomo disposto a tutto per amore della sua donna, che incarna alla perfezione il motto “sposala e muori per lei”! Filippo si scontra con il padre difendendo il suo amore per Aurora quando pensa che lei sia un’umile contadinella, è disposto a sposarla nonostante la differenza di classe sociale invece di provare a sedurla e dileguarsi subito dopo, ma la cosa più importante di tutte è che è veramente pronto a perdere la vita pur di salvare la sua amata e questo lo porta ad ingaggiare una battaglia contro un nemico molto più potente di lui, la strega Malefica tramutata in drago, che riesce a sconfiggere grazie alla magia bianca delle fate con cui vengono potenziati lo scudo di virtù e la spada di verità. Non sai quanto ho odiato il film live action Maleficent per come hanno storpiato tutta la storia originale, trasformando il mio Filippo in un adolescente impacciato che sembrava il quarto Jonas Brothers, talmente inutile ai fini della trama che non solo non uccide nessun drago ma non riesce manco a risvegliare Aurora con un semplicissimo bacio!

        3. Luigi

          “Allora ho veramente sbagliato tutto e combattuto una battaglia inutile e insensata……quanti anni ho perso!”

          Sì, è così.
          Del resto qualcuno osservò opportunamente come, in calce alla legge che istituzionalizzava il genocidio in Italia (194/78), non figurasse una sola firma non cattolica…
          Meno male che te ne sei accorto. Ora puoi rimediare.

          Non è, però, che io ritenga inevitabile lo scontro con il mondo laicista (non laico, perché lo sono anch’io, non essendo chierico). Quel mondo ha infatti sempre la possibilità di ritornare all’ovile.
          Ma, in ogni caso, estote parati!

          Ciao.
          Luigi

          1. exdemocristianononpentito

            Dunque caro Luigi, secondo te, fino a quando l’avversario non è tornato all’ovile, lo scontro non può cessare? Non ci possono essere armisitizi? Quindi tu non avresti fatto le paci di Augusta, di Westfalia, l’editto di Nantes, le patenti di grazia a i valdesi? Ma avresti continuato a combattere fino a quando fosse rimasto un solo soldato in piedi?

            A me i preti (modernisti finchè si vuole) hanno insegnato che se gli “altri” non accettano la parola di Cristo, dopo aver constatato che non si è ascoltati niente da fare, bisogna andarsene e “scuotere la polvere dai propri calzari”. Si sono dunque sbagliati? Bisogna invece insistere con le buone o con le cattive fino a quando i non cattolici non rientrino all’ovile?

            Quindi abbiamo sbagliato ad ammettere, in Costitizione, la libertà di religione e di propaganda religiosa? E perchè non ci avete “STOPPATI” e non avete seguito il consiglio di Ottaviani che voleva uno stato “franchista>” per l’Italia del dopoguerra? Considerando che allora c’era Pio XII, non un papa modernista…………

            Se noi sbagliavamo, perchè la Chiesa non ci ha fermato? Considerando che abbiamo cominciato a sbagliare PRIMA del CVII…………………

            Ho diritto a delle risposte sui CASI CONCRETI! Io ho lottato (e parecchio) per un partito che bene o male si diceva cattolico!

            1. Luigi

              “Dunque caro Luigi, secondo te, fino a quando l’avversario non è tornato all’ovile, lo scontro non può cessare?”

              Questo è il vostro errore: ragionare sul “secondo me” e sul “secondo te”. Come se la realtà e l’oggettività non esistessero, non contassero.
              A parte che il “secondo me” veniva segnato come errore dalla mia professoressa di Italiano già in prima media, non conta nulla il proprio soggettivo guardarsi l’ombelico.
              La dottrina cattolica, piaccia o meno, è quella. Vita militia est.
              Per altro lo “scontro” non deve essere per forza “fisico-materiale”, come sembri pensare tu.

              Sulla libertà di religione, come sopra.
              Essa è stata infallibilmente condannata, per lo meno al riguardo del “foro esterno”. Chiunque voglia dirsi cattolico sa perciò cosa si debba pensare in merito. Ma vedo che perfino certi non cattolici, come l’attuale presidente USA, sembrano avere le idee più chiare di molti “cattolici”.

              Quanto infine allo “stopparvi”, chiedi troppo alla mia modesta persona. Non ero ancora nato.

              Però so benissimo, nonostante tutta la retorica della scuola bolognese, quale fosse il progetto di Pio XII (e non solo del cardinale Ottaviani, come adombri tu; cardinale che comunque era il prefetto del San’Uffizio. Mica paglia…). Conoscerai, immagino, il pensiero di Pio XII sul Concordato del 1953 con l’aborrita, almeno da te, Spagna “franchista”.
              La Chiesa ha chiaramente cercato di fermarvi.
              Voi, però, avete proseguito imperterriti per la vostra strada, quella indicata dalla schiera dei priori: di Barbiana, di Bose, etc. Errare humanum est, sed perseverare…

              È noto infatti che la DC preferì accordarsi coi comunisti piuttosto che coi cattolici di altri partiti, come esplicitamente desiderato da Pio XII (da qui anche la sua avversione per il ripugnante De Gasperi, che ora qualcuno vorrebbe santo!). Invece avete preferito accordarvi coi compagni obbedienti al verbo di Mosca, piuttosto che col MSI di Michelini, invece orientato sul Verbo di Cristo.

              I fatti di Genova, nel 1960, sono esemplari al riguardo. Il ministro dell’Interno, come dal 1946 alla fine della I Repubblica, era allora democristiano.
              La DC porta perciò la responsabilità prima di aver definitivamente consegnato l’Italia alla sovversione anticattolica.
              L’aborto, il divorzio, il consociativismo non furono poi altro che conseguenze di quel “peccato originale”.

              Ciao.
              Luigi

              P.S.: mi domandi “Bisogna invece insistere con le buone o con le cattive fino a quando i non cattolici non rientrino all’ovile?”
              Rispondo con una citazione: “Quando c’è il minimo dubbio, non ci sono dubbi. È la prima cosa che t’insegnano.”

        4. @exdemocristianononpentito

          Concordo con Fabrizio quando dice che non si tratta certo di andare a cercare una battaglia, ma semplicemente di stare alla realtà. Ci si accorgerà che è la battaglia a cercare noi. Ti allego questo scambio tra i personaggi del “Signore degli Anelli”, che esprime letterariamente molto bene questo concetto.

          “GANDALF: Questo è solo un assaggio del terrore che Saruman scatenerà. Sarà sempre più spietato perchè ora è spinto dalla paura di Sauron. Monta a cavallo e affrontalo. Allontanalo dalle donne e dai bambini. Devi combattere!

          ARAGORN: Hai duemila bravi soldati che vanno a nord mentre parliamo. Éomer ti è fedele. I suoi uomini torneranno e combatteranno per il loro Re.

          THÉODEN: Saranno a trecento leghe da qui, ormai. Éomer non può più aiutarci. Lo so cosa vuoi da me, ma non arrecherò ulteriore morte al mio popolo. Non rischierò una guerra aperta.

          ARAGORN: La guerra aperta incombe, che tu la rischi o no.”

          1. E ci metterei anche:

            FRODO: Vorrei tanto che tutto questo non fosse capitato durante la mia vita.

            GANDALF: Lo vorrei anch’io, e lo vorrebbe chiunque si trovasse a dover vivere in simili tempi. Ma su questo non siamo noi a decidere. Tutto quello che dobbiamo decidere è come disporre del tempo che ci è concesso.

            1. Luigi

              A questo punto non posso astenermi dal riportare un’altra famosa frase di Gandalf:

              “Non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo; il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo, al fine di lasciare a coloro che verranno dopo terra sana e pulita da coltivare”

              Il male va sradicato. Più chiaro di così…

              Ciao.
              Luigi

              P.S.: avrei una curiosità “bibliofila”, gentile Viviana. Non è che, nel recente passato, hai scritto di cavalieri selvaggi, saghe disneyane e vecchi film di fantapolitica? 😀

  2. Pupi

    Sono insopportabili: coniano parole atroci come ‘personagge’ o her-story (history è sessista). Impongono di togliere l’articolo femminile davanti al cognome, dicono direttora e studenta. Almeno si potrebbero arrestare per reato di offesa linguistica (e buon senso)?

  3. exdemocristianononpentito

    Eh, no caro amici. Se non si accetta un modus vivendi che perlomeno consenta ai cattolici il diritto di NON abortire e non divorziare, ma si vuole per forza (contro ,la maggioranza del paese) riaffermare anche per chi cattolico non è le leggi a tutela dei valori NON negoziabili di Fede, l’alternativa è lo scontro anche militare (la vandea, la cristiada messicana, la guerra civile di Spagna: lo provano).
    Ma per scendere dalla teoria alla pratica (così le cose si capiscono per davvero) COSA avremmo dvouto fare noi democristiani OLTRE a votar contro aborto e divorzio e a sostenere i relativi referendum? Cos’altro avremmo dovuto fare, che non abbiamo fatto?
    E poi, abbiamo sbagliato a fare il “centro sinistra”? E con quale maggioranza si governava questo sfortunato paese?
    Il nuovo concordato del 84 era sbagliato? Ma se la Chiesa lo accettava, che avremmo dovuto fare noi? Metterci di mezzo?
    Tanta gente che parla di quello che dovrebbe esser l’impegno politico di un cattolico, poi si guarda bene dal dare indicazioni afferenti al caso preciso: “in quel frangente, con quelle persone avresti dovuto questo e questo”.

    Come dice don Abbondio al cadinal Fedrigo (e in merito a tale affermazione Federigo non replica): Gli è perchè le ho viste io quelle facce, le ho udite io quelle parole, Vossignoria parla bene, ma bisognerebbe trovarsi “nel punto”. ,

    1. admin @CostanzaMBlog

      Perché il nichilismo di Ellis dovrebbe essere in contrasto con l’insofferenza verso il femminismo e il politicamente corretto?

      1. In contrasto? (tutt’altro)! Il nihilismo di Ellis (che Dio lo benedica) è insofferente di tutto!
        E dentro a esso si perdono le insofferenze verso una cosa o un’altra.
        Sarebbe come citare Lutero (da parte cattolica) per dolersi del non cattolicesimo
        della Chiesa di oggi!

        1. admin @CostanzaMBlog

          Il problema qual’è, che lui è insofferente a tutto e io invece no? Se lui con le sue capacità letteraria riesce a rendere più efficace la fallacia e il paradosso di idee che suscitano anche la mia insofferenza, prendo in prestito le sue parole e punto.
          Sinceramente non capisco, io non ho bisogno di aderire all’intera filosofia di Ellis per convenire e fare mie alcune sue dichiarazioni.

          1. Costanza:

            …ma ë l’intera filosofia di Ellis che regge tutto. Senza di che tutto cade.
            Per quanto sia intelligente e letteraria, la polemica resta sempre campata in aria,
            un puro esercizio retorico, seppur sopraffino! Te aderisci pure, quando e a chi ti fa comodo! Punto!

  4. Fabrizio Giudici

    @exdemocristianononpentito

    Dalle sue ultime risposte mi pare che lei non solo abbia perso il contatto con la realtà religiosa, ma pure con quella laica. Partiamo dalla seconda.

    Se non si accetta un modus vivendi che perlomeno consenta ai cattolici il diritto di NON abortire e non divorziare…

    Non è questo il mondo in cui stiamo vivendo. Stiamo vivendo in un mondo in cui, a breve, un ginecologo cattolico non potra fare obiezione di coscienza (in Europa già ci sono stati i primi licenziamenti-pilota); uno psicologo cattolico non potrà parlare di terapie per persone con tendenze omosessuali; ma negli USA obamiani, che sono “più avanti”, già sono stati condannati pasticcieri e fotografi per non aver fornito servizi professionali a “matrimoni” omosessuali. Questo per non parlare dei bambini, che si vorrebbe costringere a subire le “lezioni” dei pervertiti.

    Perché, e qui veniamo al primo punto, Gesù ci ha detto che non ci sono compromessi possibili con il male. È un piano inclinato; il male pian piano si mangia tutto. Il momento in cui non veniamo toccati nei nostri comportamenti, e il male sembra accontentarsi di agire fuori da casa nostra, dura poco; è come una posizione intermedia del pendolo, che però poi prosegue nel suo moto. Ed è un castigo perché comunque non si può far finta di niente quando vengono uccisi milioni di bambini e noi ce ne disinteressiamo solo perché lo fanno gli altri. Cristo ci chiederà conto di tutti quegli aborti che non abbiamo voluto impedire; ma le conseguenze ci saranno anche per la società che si è macchiata di quella colpa. Lei cita il passo evangelico “scuotere la polvere dai propri calzari”, ma vediamo di prenderlo per intero:

    Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città.

    Siccome Galantino non ci inganna, sappiamo bene quale fu la sorte di Sodoma e Gomorra. Applichiamo un minimo di logica: il cristianesimo è partito da un manipolo di persone, non esiste da sempre. Se i cristiani si fossero accontentati della sola pratica personale, sarebbe rimasto una setta minoritaria. Non è quello che ci ha chiesto Cristo. Noi stiamo tradendo quello che hanno fatto i nostri antenati quando hanno evangelizzato il mondo. Le cose non vanno imposte con la violenza, certo; ma non c’è una scelta dicotomica tra imporre e lasciarsi imporre le cose.

    In altre parti le Scritture dicono che, se un manipolo di cristiani si trova in quel paese dove è fallita la predicazione, è meglio che faccia le valigie e sgomberi per non subire la stessa sorte degli altri abitanti. Ma qui ora stiamo parlando del nostro paese, che partiva da una situazione maggioritaria ancora nel dopoguerra: l’abbiamo lentamente dilapidata. Sempre in tema di citazioni evangeliche, avevamo dei talenti e li abbiamo sprecati. Cosa dice il Vangelo a proposito di quei servi che non mettono a frutto il capitale loro assegnato?

    E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.

    Voi democristiani avete praticato il voto di scambio, certo non a livello di reato, ma nella pratica: facciamo quello che ci dicono i vescovi, in cambio prendiamo i voti che loro ci garantiscono. Si chiama clericalismo. Se c’è una cosa che doveva essere chiara dopo il CVII, ma pare che non l’abbia capita quasi nessuno, è che essere cattolici non vuol dire fare quello che dicono i preti, ma prendersi in prima persona le responsabilità.

    Certo, la Chiesa gerarchica ha una grandissima responsabilità negli ultimi decenni: la responsabilità più grande, perché è lei la maestra. I papi precedenti tenevano il timone saldo, ma l’ammutinamento già covava. Tuttavia, le responsabilità sono sempre personali. Cristo ci ha detto che seguirlo sarebbe stato portare una croce, non timbrare documenti. Viviamo tempi difficili, più del normale? Certo. Ma riprendo la citazione di senm_webmrs:

    Vorrei tanto che tutto questo non fosse capitato durante la mia vita. – Lo vorrei anch’io, e lo vorrebbe chiunque si trovasse a dover vivere in simili tempi. Ma su questo non siamo noi a decidere. Tutto quello che dobbiamo decidere è come disporre del tempo che ci è concesso.

    Riprendo e sottolineo un mio commento precedente: stiamo vivendo i prodromi di una guerra civile a pezzi, distribuita. Nonostante i compromessi e il “dialogo”, il risultato è che il bipolarismo si è trasformato in uno scontro da due modi di vedere il mondo totalmente opposti e inconciliabili. Guardi che non è “colpa” dei cattolici: Trump e Le Pen senior, tanto per fare due esempi, non sono cattolici, nel senso che il loro programma non è basato sulla dottrina sociale della Chiesa cattolica. Piacciono a molti cattolici perché non c’è altra scelta; ma sono votati da un sacco di altra gente, che non è cattolica, ma è stufa. Non essendo cattolica, forse ha anche delle brutte idee per la testa, ma non gliele abbiamo messe in testa noi: la gente reagisce ad una politica innaturale ormai insopportabile (e qui non parlo solo di omosessuali, quello è solo la punta dell’iceberg).

    Dunque non solo la pacificazione fatta a scapito della legge divina non sarebbe stata cattolicamente tollerabile; ma quella politica di compromesso non ha portato nessuna pacificazione, semmai invece sta inasprendo le posizioni estreme (leggo or ora sui giornali che alle primarie francesi ha vinto il candidato di estrema sinistra): è la classica eterogenesi dei fini, che vien sempre fuori quando l’uomo cerca soluzioni da solo. È una legge di natura. E anche in questo caso eravamo stati avvertiti:

    E quando si dirà: «Pace e sicurezza», allora d’improvviso li colpirà la rovina.

    Che Dio ce ne scampi, se non è ancora troppo tardi.

    1. exdemocristianononpentito

      Prima di tutto, caro Fabrizio, io non ho più a che fare con i recenti sviluppi politici, perchè non mi occupo più di politica (vado MALVOLENTIERISSIMAMENTE a votare). In secondo luogo ha continuato a parlare dei massimi sistemi senza rispondermi sui casi concreti: che avremmo dovuto fare IN CONCRETO, ad esempio, nei 3 momenti cruciali che ho citato (aborto, divorzio, centrosinistra) e che non avremmo fatto?
      Il passo dei calzari deve essere interpretato in senso generale, ossia nel senso che quando arriva il punto che l’interlocutore NON ne vuole assolutamente sapere del messaggio cristiano, un cristiano, non può “insistere all’infinito”! Insomma: arriva o non arriva il momento in cui il cristiano possa dire: tizio rifuta il vangelo, io c’ho provato, ORA se ne vada per il suo destino?! Quando viene il punto in cui il cristiano è autorizzato a “scuotere la polvere dai suoi calzari”? O non viene mai? E quel passo è un pleonasmo?.

      La società ha cominciato a scristianizzarsi da 2 secoli e più e non era in nostro potere fermare l’ulteriore scristinizzazione. Quello che rifiuta la parola di Cristo può essere un pagano ma può essere benissimo un apostata.
      Potè una chiesa sicuramente non modernista fermare il diffondersi delle idee illuministe, la Rivoluzione francese, i risorgimenti, la laicizzazione degli stati? No. Bisognava rendersi conto che quanto si era formato da Costantino in poi si era “SFORMATO”, che l’occidente come era diventato cristiano, aveva cessato di esserlo.
      Noi, della DC abbiamo cercato di gestire questo processo nel modo più indolore e più lento possibile, non era in nostro potere far sì che gli italiani “restassero” cattolici. Questa mi parrebbe più una responsabilità diretta della Chiesa, se del caso……………….
      Cristiani lo si è giorno per giorno: il fatto che venissimo da secoli di cattolicesimo non garantiva nulla per il futuro. Qunato viene guadagnato può essere perduto: non ci sono rendite di posizione.
      Cristo ha dato un compito: evangelizzate tutte le genti, ma non ha garantito che tutte le genti si sarebbero lasciate evangelizzare, anzi l’Apocalisse ci profetizza che, negli ultimi giorni, i non convertiti saranno moltissimi.

      Ma infine, se Ottaviani consigliava di non appoggiare la DC, ma favorire la creazione di una stato franchista, perchè Pio XII (papa sicuramente non modernista) non ha seguito il suo consiglio? Tanto più che fin dai primi anni 50, la tendenza alla moderazione ed al compromesso (e c’erano “penne” come quella di Guareschi che stigmatizzavano la cosa e già alludevano ad un possibile connubio con i socialisti) già emergeva? Perchè Papa Pacelli ha continuato ad appoggiare la democrazia cristiana se già c’erano sintomi per dubitare della sua affidabilità?

      1. Luigi

        “Ma infine, se Ottaviani consigliava di non appoggiare la DC, ma favorire la creazione di una stato franchista, perchè Pio XII (papa sicuramente non modernista) non ha seguito il suo consiglio?”

        Come già osservato sopra, questo non risponde a verità.
        La posizione di Pio XII fu chiarissima. La DC fece però un’altra scelta.

        Ciao.
        Luigi

  5. Fabrizio Giudici

    che avremmo dovuto fare IN CONCRETO, ad esempio, nei 3 momenti cruciali che ho citato (aborto, divorzio, centrosinistra) e che non avremmo fatto?

    La DC si oppose ad aborto e divorzio, quindi non contesto tanto quello che fece prima dei referendum; contesto primariamente quello che fece dopo, ovvero l’atteggiamento disfattista che lei stesso cita: “rendere il processo il più lento ed il più indolore possibile”. In altre parole: un avvelenamento, lento per minimizzare gli effetti collaterali, ma alla fine il veleno porta inevitabilmente alla morte. L’avvelenato, oltretutto, in questo modo non è messo nelle condizioni di rendersi conto di quello che sta succedendo, o se ne rende conto solo troppo tardi. Quindi, due volte male.

    Perché è vero che a volte le sconfitte ci fanno tornare indietro, ma continuando a combattere si può riguadagnare il terreno. Dopo la Rivoluzione Francese ci fu una restaurazione, dopo altre rivoluzioni e restaurazioni; anche l’URSS è caduta, nonostante parte dell’atteggiamento democristiano fosse di darla per scontata e assuesse di doverci trattare (questa fu colpa grave anche di Paolo VI). E anche l’epoca miserabile in cui stiamo vivendo finirà.

    La dimostrazione pratica che è possibile continuare a combattere e che non è una strategia perdente sono gli USA: anche lì l’aborto fu approvato negli stessi anni, ma il GOP ha resistito alla tentazione di considerarlo una battaglia di retroguardia. Tant’è che molti politici continuano ad essere esplicitamente contrari, fanno della propria opposizione un punto fondamentale della campagna elettorale e vengono pure eletti in base a quello. È sotto gli occhi di tutti in questi giorni. In Italia, invece, come conseguenza dell’atteggiamento democristianesco non c’è più nessun partito che abbia questo coraggio (salvo il PdF di Adinolfi): neanche quelli di destra, come Lega e FdI.

    È vero che l’Apocalisse dice che la Chiesa chiuderà la Storia con una sconfitta terrena, ma non mi pare che siamo prossimi al Giudizio Universale. E lo Spirito Santo, a mezzo di san Giovanni, ce l’ha detto perché siamo pronti ad affrontare le crisi, non perché ci arrendiamo subito. Quindi dobbiamo continuare a combattere perché la Parola di Dio arrivi ai quattro angoli della terra.

    Nelle sue parole trovo quel pessimismo metafisico ben descritto nella leggenda del Grande Inquisitore di Dostoevskij (che, sono sempre più pronto a scommettere, sta anche alla base di questo papato).

    Ma infine, se Ottaviani consigliava di non appoggiare la DC, ma favorire la creazione di una stato franchista, perchè Pio XII (papa sicuramente non modernista) non ha seguito il suo consiglio?

    Vedo che Luigi ha già postato varie risposte a riguardo, da cui si evidenzia quale fu la vera, giusta scelta di Pio XII e la grave responsabilità di De Gasperi et al. nel farla fallire. (*) Purtroppo dopo Pio XII arrivarono i catto-comunisti arrembanti che si impossessarono anche del Concilio. Si noti che tra gli artefici del fallimento dell’operazione Sturzo ci fu quell’infame Dossetti, divenuto poi icona democristiana; e purtroppo lo stesso Montini, la cui più grave responsabilità fu proprio l’aver dato per scontato che con i comunisti bisognava andare a patti: il che poi ci portò al compromesso storico. Eppure eravamo a soli dieci/quindici anni dalla caduta del comunismo, grazie anche ad un Papa veramente provvidenziale. Una visione del mondo totalmente distorta.

    Alla fine degli anni ’50 la DC si era già scavata la fossa sotto i piedi, un vero e proprio suicidio; e insieme a lei anche del nostro paese.

    PS Il rapporto tra Chiesa e franchismo ad un certo punto fu un altro esempio di clericalismo. La Chiesa non deve mai appoggiarsi totalmente ad un sistema di potere, perché s’impigrisce, crede che il potere sostenga l’evangelizzazione, mentre invece ne sostiene solo la facciata. Nel frattempo il verme scava sotto traccia. Tant’è che, dopo la morte di Franco, la società spagnola era già marcia. Ma, come s’è già detto, l’idea di Pio XII era ben diversa.

    (*) Chissà come mai all’epoca era lecito per un cattolico opporsi politicamente ad un Papa, mentre oggi no…

    1. ola

      “PS Il rapporto tra Chiesa e franchismo ad un certo punto fu un altro esempio di clericalismo. La Chiesa non deve mai appoggiarsi totalmente ad un sistema di potere, perché s’impigrisce, crede che il potere sostenga l’evangelizzazione, mentre invece ne sostiene solo la facciata. Nel frattempo il verme scava sotto traccia. Tant’è che, dopo la morte di Franco, la società spagnola era già marcia. Ma, come s’è già detto, l’idea di Pio XII era ben diversa.”

      Condivido tutto l’intervento e in particolare questa citazione. Personalmente, ma da non testimone diretto potrei sicuramente sbagliarmi – bisognerebbe sicuramente esserci stati in quegli anni per poter giudicare obiettivamente – non la vedo cosi’facile far digerire l’idea di uno stato franchista a una popolazione appena uscita dal fascismo e dalla guerra. Probabilmente si sarebbe dovuto agire prima e fare di tutto per tenersi la monarchia quando ancora si poteva.

      1. exdemocristianononpentito

        A Luigi,

        carissimo, mi dispiace, ma conosco il sito “bastabugie” e non ha mai convinto (mette insieme tanto materiale senza dimostrare gli asserti di base: fa tanto fumo ma poco arrosto). Se Pio XII e Ottaviani si erano accorti che la DC, ammettendo la liberà religiosa in Costituzione, non facendo l’accordo con Michelini ecc., non era orientata “verso il verbp di Cristo”, non ci si doveva limitare a una letterina sulla “Civiltà Cattolica” e a negare un’udienza privata.
        UNa volta considerato che la DC faceva “orecchie da mercante” alle letterine, la strada sarebbe stata quella di togliere l’appoggio elettorale alla DC. Cosa facile allora, dato che anche il tesseramento del partito, in qugli anni, avveniva tramite le parrocchie, e i parroci erano de facto i grandi elettori democristiani.
        Ma forse nemmeno Pio XII, dopo gli orrori della guerra (vicinissimi, allora, nel tempo) se la sentiva di affrontare il pericolo di una guerra civile a cuor leggero, per questo imbroccò si una “direzione” ma non premette l’accelleratore.
        In pratica se la Chiesa voleva davvero i fascisti al governo doveva orientare il voto cattolico verso di loro, e, poteva farlo.
        Se si crede che un movimento epocale come la “scristianizzazione” della società, cominciato 2 secoli prima, che nè Pio VI, nè Gregorio XVI, nè Pio IX, nè Leone XIII, nè Pio X, avevano potuto impedire, potesse essere fermato con l’alleanza di uno che si chiama “Arturo Michelini”, liberi di crederlo………………………..
        Ammesso e non concesso, poi, che i poteri forti (industria e finanza) e i partiti laici alleati, avrebbero permesso una svolta così destabilizzante per l’ordine pubblico……………………
        E’ vergognoso poi definire un grande statista come De Gasperi, “ripugnante”, che ha posto le premesse perchè l’Italia uscisse dall’isolamento, ottenesse ampi aiuti, e si sviluppasse economicamente e che è morto invocando il nome di Gesù…………..
        “Rispondo con una citazione: “Quando c’è il minimo dubbio, non ci sono dubbi. È la prima cosa che t’insegnano.” E che vuol dire? Non mi sembra una citazione di un grande aforista……………………

        A Fabrizio

        meno male ammette che il nostro dovere l’avevamo fatto prima dei referendum. Poi avremmo dovuto non demordere, dice? Ma la sconfitta nei 2 referendum non fu di misura: fu schiacciante, e subentrò lo scoramento…….
        D’altra parte una Chiesa su posizioni “integraliste” a “premere e premere” non c’era. Poi bisogna considerare che irritare ed esasperare più di tanto gli alleati laici poteva essere controproducente.
        C’era sempre il pericolo, infatti che si creasse un partito socialdemocratico, in grado di alternarsi al governo con la DC (Craxi ci è andato vicino a quat’obiettivo).
        E in caso di governo laico, moderato ma senza una forte presenza sedicente cattolica, le cose sarebbero andate anche peggio per la Chiesa: ricoridamoci che i laici hanno sempre voluto l’abolizione dell’obiezione di coscienza per i medici e gli infermieri,specializzatisi in ostericia e ginecologia DOPO il referendum………………
        Al peggio non c’è mai fine………..attenzione!
        Inoltre forse non ci saremmo impegnati come partito, ma il Movimento per la Vita e l’associazionismo cattolico hanno potuto continuare la battaglia antiabortista.
        Dopo la Rivoluzione c’è stata la restaurazione: vero, ma è durata poco e le acquisizioni della Rivoluzione sono rimaste.e nemmeno nel programma della Le Pen c’è il superamento della tradizionale laicità e neutralità religiosa dello stato francese.
        Non siate così sicuri che i repblicani americani vogliano abolire l’IVG (del divorzio non se ne parla nemmeno……), io credo che, più semplicemente, vogliano porre l’aborto a carico degli “interessati” e non dello stato. Non credo che faranno molto di più (a parte qualche slogan).

        In conclusione, Signori, quello che ho capito io è che le radici cristiane della società occidentale, hanno cominciato ad inaridirsi dal 700 ed oggi, e sono ormai (a livello generale) seccate. NOn c’è più l’Orbe Cristiano, ma per ragioni pià profonde e lontane nel tempo che il CVII.
        La Cristianità deve ricominciare la sua opera dall’epoca in cui era una minoranza religiosa. Il Cristianesimo, come minoranza, deve riportare la luce nel Vangelo, nel mondo: in un mondo, che come ha detto il cardinale Sarah, vive come se Dio non esistesse.

        1. Alessandro

          Sì, è il solito troll cattonichilista, Vincent o Miles o CP o come altrimenti si fa chiamare qui dentro, che profonde ossessivamente a getto continuo tonnellate di corbellerie qui come in altri blog.

          1. Bri

            @alessandro @fabriziogiudici
            Non mi pare Vincent (tra l’altro super impegnato altrove)
            Stili diversi (nessun link esterno, nessuna ripresa delle parole cui sta rispondendo, post più corti, risposta a due persone in un solo post)

            Sul suo essere troll, non saprei, però mi pare ingeneroso liquidarlo così
            Anche perchè ho appena rimpinguato la scorta di popcorn

        2. Luigi

          Non conosco il sito “bastabugie”.
          Infatti sottolineavo che l’articolo era tratto da “Il Timone”; per giunta, aggiungo, firmato da un professore già vicepresidente del CNR.

          Per il resto, sono abituato a maskirovka e dintorni.
          Tu hai sostenuto una tesi completamente falsa, inutile – uno volta smascherata – che cerchi di rivoltare l’omelette.

          Quanto a de Gasperi, ognuno ha il suo concetto di vergogna.
          Certo a Pio XII non piaceva.

          A me pare vergognoso – e pusillanime – starsene chiusi in una biblioteca vaticana durante una guerra mondiale, mandare in galera Giovannino Guareschi e vendere come schiavi i minatori italiani.
          Dei 136 italiani caduti a Marcinelle, 53 appartenevano alla mia gente. Trovi davvero lungo, se pensi di difendere De Gasperi con me.

          Ma dimenticavo, oltre a esser stato democristiano non ti sei nemmeno pentito.

          Luigi.

          P.S.: certo che la citazione non è di un grande aforista. De Niro basta e avanza.

  6. exdemocristianononpentito

    Prma di rispondere a Luigi, vorrei ringraziare l’admin per la pazienza dimostrata e rassicurarlo che dopo questo post, mi tacerò sull’argomento. Se Luigi se la sente di contnuare (senza intermediari) la disputa privatamente io sono a sua disposizione. (“perledispute@yahoo.it”).

    1) Io non rivoltato omelette, ho riportato fatti e circostanze e argomentato punto per punto quello che dicevo. Mentre te te e il De Mattei (non hai nemmeno rilevato che l’articolo di Bustabugie e quello del Timone erano la stessa cosa………………….) non avete fatto altro che mettere carne al fuoco senza dimostrare alcuna conseguenzialità. A me è bastato riportare i fatti e cioè che se Pio XII e la curia avessero voluto davverto sconfessare la DC, perchè non soddisfatti dalla sua politica, c’erano i mezzi e il tempo (dal 47-8 al 58), che sarebbero stati usati dopo aver visto che letterine e visite negate lasciavano il tempo che trovavano. Ho fatto inoltre notare delle probabili difficoltà che sarebbero sorte nell’attuazione di un tale ipotetico “sganciamento” dalla DC, tali senz’altro da far meditare un uomo pensoso come Pacelli;

    2) in una biblioteca, De Gapseri ci si era rinchiuso perchè perseguitato dai fascisti, mentre il, suo posto era in parlamento dove era stato regolarmente eletto;

    3) sul processo Guareschi, molto è stato scritto, io credo però che l’ultima parola sia stata detta da Mimmo Franzinelli nel suo bel libro: “Bombardate Roma! Guareschi contro De Gasperi: uno scandalo nella storia repubblicana, con perizia grafologica di Nicole Ciccolo”, Mondadori 2014, Li si può trovare della buona documentazione. Da esso si evince che Guareschi era in buona fede (per colpa di un falsario peraltro fuggito in sudamerica),ma anche che De Gasperi ci fu trascinato in quella vicenda. In quel libro c’è una periczia grafologica fatta con mezzi, che nel 1954, erano fantascienza;

    4) l’emigrazione non l’ha certo provocata De Gasperi: c’era prima di lui ed è continuata dopo di lui: da sempre dai paesi poveri la gente emigra! Ed emigra verso paesi ricchi, eil Belgio era fra questi: non credo che, non facendo alcun accordo con il governo belga, gli emigranti avrebbero avuto davanti a loro destinazioni molto migliori (“dove andavi, andavi a quell’epoca….mmmm…………..). Gli italiani hanno cessato di emigrare quando è arrivato il boom economico che, in parte, è anche merito di De Gasperi;

    5) l’articolo riportato sulle circostanze del referendum dell’81 è di Alfredo Mantovano, un uomo un po’ parte e più che altro prova quello che dice con articoli di giornali, poi ci sono troppi “se” (se non fossero mancati, se fossero stati presenti , ecc.) ma tant’è: il fatto che ti sfugge è che nella DC si avvertiva la sconfitta, che fu infatti schiacciante (talchè non sarebbe statta evitata nemmeno con un impegno titanico) ed è umano che in situazioni di quel genere la gente sia esitante, piena di dubbi. Basti pensare, per fare un parallelo, che per fare il Concilio di trento si aspettarono, nonostante appelli su apelli da più parti, oltre 20 anni ,…….(e si persero anni preziosi). Comunque la colpa di essere stati esistanti, dubbiosi e pessimisti te la posso concedere.

    Però è’ inutile, caro Luigi, cercare giustiticazioni: nel 1981 la società si era ormai secolarizzata, si poteva combattere la buona battaglia ma non vincerla! Ma, cosa importante, riuscimmo, con la mediazione, a portare a casa l’obiezione di coscienza per tutti i medici e gli infermieri ed a bloccare il referendum radicale: è poco, non basta, ma esasperando tutte le alri parti poltiche non avremmo ottenuto nemmeno quello………….insomma: “nemo ad impossibilia tenetur”

    1. Luigi

      Rispondo solo su Guareschi; per il resto, come è noto Dio riconoscerà i suoi.

      Dopo la condanna in primo grado, Guareschi rifiutò di presentare appello e prese la strada del carcere (non poteva più godere della condizionale, per la precedente condanna in merito alla satira su Luigi Einaudi).

      De Gasperi venne interpellato, affinché si interessasse per un gesto di clemenza.

      La sua risposta, lapidaria, fu che se lui aveva sopportato le galere austriache, lo scrittore di Fontanelle avrebbe ben potuto sopportare quelle italiane. Dimenticando che quest’ultimo si era già fatto 18 mesi in un lager nazista, per non venir meno a un giuramento di fedeltà; nel mentre che De Gasperi, invece, archiviava libri e scriveva lettere.

      Giovannino Guareschi uscirà distrutto nel corpo da quei diciotto mesi di galera.

      Questo lo spessore della DC e dei suoi “uomini”.

      Ciao.
      Luigi

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