“La sera quello che voglio fare è aprire la porta a mio marito”

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Leggo sul Foglio l‘articolo di Simonetta Sciandivasci sul libro di Cinzia Sasso, la moglie del sindaco di Milano Giuliano Pisapia  che ha smesso di fare la giornalista (di Rep) e si è messa a fare la moglie a tempo pieno. Prepara i vestiti al marito, il Negroni quando lui torna a casa. “La sera quello che voglio fare è aprire la porta a mio marito”. Ne sono molto felice. Anche io credo che se il lavoro impedisce di vivere bene la vita privata ogni donna preferisce in fondo al suo cuore gli affetti.

“Chiunque veda della sottomissione, in questo, non è capace di comprendere quanta libertà morale e di spirito esiste in questa capacità…” – chiosa la Sciandivasci.

Peccato che la sottomissione secondo san Paolo è esattamente questo: la massima libertà possibile per ogni donna. Solo che se lo dice una di sinistra va bene. Se lo dice una cattolica è denunciata per incitazione alla violenza sulle donne. (Comunque, ripeto, chiunque lo dica e per qualunque via ci arrivi, sono felice per lei. Non abbiamo mica l’esclusiva del buon senso, noi cristiani).

20 pensieri su ““La sera quello che voglio fare è aprire la porta a mio marito”

  1. Marco Stizioli

    A me un po’ mi dispiace che tu non capisca che un conto è la libera scelta di non lavorare per stare vicino al marito, un altro conto è dire – come fai tu – che TUTTE le donne sono portate e destinate a essere sottomesse.
    Le generalizzazioni sono sciocche, non trovi?

    1. admin @CostanzaMBlog

      Forse lo sciocco è lei che parla senza aver mai letto una pagina dei libri di Costanza.
      Ma basterebbe anche molto meno per commentare seriamente, ad esempio leggere questo blog alla pagina “La sottomissione” (sopra in alto a destra, una sorta di “riassuntino”).
      All’ottava riga è scritto:
      “Quando san Paolo dice alle donne di accettare di stare sotto, non pensa affatto che siano inferiori. Anzi, è al cristianesimo che dobbiamo la prima vera grande rivalutazione delle donne… La sottomissione di cui parla Paolo è un regalo, libero come ogni regalo, che sennò sarebbe una tassa. È un regalo di sé spontaneo, fatto per amore.

      Saluti.

  2. riccardo prando

    Faccio la figura del cattolico prevenuto se dico che la prefazione della Aspesi mi mette una pulce nell’orecchio?

  3. beppino

    Gli scritti di Paolo vanno letti soprattutto in termini teologici e le sue frasi vanno lette (e capite) nel contesto. In ogni caso i suoi scritti sono rivoluzionari allora (quando la cultura dominante presupponeva l’uomo prevalicante la donna…) ma anche adesso (dove alla base del rapporto la cultura dominante di oggi mette solo il prerequisito dell’uguaglianza ma senza fornire strumenti e possibilità necessari alla corrispondente pratica realizzazione, almeno nell’ottica della famiglia generazionale…). Col cristianesimo definitivamente si sancisce che donna e uomo hanno identico valore pur se la vita in comune deve necessariamente tener conto di differenze soprattutto funzionali. Una grande persona Paolo, forse anche prima di essere un grande santo.

  4. Rita

    Senza troppo “intellettualismo”: è nella natura dell’ umano, uomo o donna, quando si AMA si vuole il bene dell’altro, il suo benessere. Quindi …servire è amare con il massimo della libertà. Costanza ha ragione! Se lo dice una di sinistra è molto trendy, se lo dice una cristiana è una “poveretta”!
    Comunque il Buon Dio fa le cose al meglio….cosí per l’autrice, per chi la legge, c’è la possibilità di capire, vedere meglio il “servire e la sottomissione”
    Rita

  5. gianfranco Falcone

    Se nel matrimonio “sottomissione” significa accettazione di una gerarchia (parola di origine ecclesiastica!) e S. Paolo ne dà una motivazione teologica, il marito ne è il capo come Cristo lo è nella Chiesa, l’osservazione immediata è che a Dio evidentemente la gerarchia piace, e su di essa ha basato tutto l’universo, dalle schiere angeliche al più piccolo essere vivente, non solo per il buon funzionamento, ma perchè diversi sono i carismi, e per il realizzarsi del Regno c’è bisogno che ciascuno svolga il proprio compito, ognuno diverso da quello degli altri. PER ME LA GERARCHIA E’ UN PARTICOLARE ASPETTO DELLA DIVISIONE DEI COMPITI, che solo la cattiveria umana ha troppo spesso fatto degenerare in superbia e sopraffazione. Certo, gerarchia liberamente accettata, ma se non la si accetta…controsuperbia e guai garantiti. (a parte, spesso, il rischio del ridicolo). C’è um bellissimo passo nella “Storia di un’anima” di s. Teresa del B.G. che meglio di tanti ragionamenti lo fa capire: “…ed io compresi che tutti i fiori da Lui creati sono belli, che lo splendore della rosa ed il candore del giglio non rapiscono all’umile mammoletta il suo profumo, e nulla tolgono alla meravigliosa semplicità della pratolina. Compresi che se tutti i piccoli fiori volessero cambiarsi in rose la natura perderebbe il suo ornamento primaverile e i campi non sarebbero più smaltati di fiorellini”. Ognuno deve essere contento di assecondare e realizzare il progetto per cui Dio l’ha creato. Il compito della moglie non può essere uguale a quello del marito. Forse le donne non sanno quanto Dio possa esser innamorato del profumo della loro umiltà, della loro maternità, del loro spirito di servizio. Maria, modello nostro.

  6. admin @CostanzaMBlog

    sulla bacheca Facebook di Costanza è intervenuta la giornalista del Foglio autrice dell’articolo:

    Simonetta Sciandivasci – Cara Costanza, quello che San Paolo intende per “sottomissione” non è universale ed io ho scritto un articolo su un quotidiano, non una esegesi paolina. Il libro di Cinzia Sasso racconta come si può arrivare a scegliere e desiderare qualcosa che, invece, secondo il suo “Sposati e sii sottomessa”, una donna deve accettare di riconoscere e basta, essendole connaturato. Il suo libro era un manuale: nonostante questo, lo lessi e difesi, sebbene fossi solamente – come sono ancora – una modesta laica devota. E forse è per questa mia irrimediabile lacuna che stento a capire cosa ci sia di cattolico nel rivendicare un primato e mi domando come sia possibile che “una di sinistra” che con lei condivida alcune cose, non la affascini e interessi.

    Costanza risponde:

    Costanza Miriano – Mi interessa moltissimo, e ho detto, senza ironia, che sono contenta che a dire certe cose sia una come Cinzia Sasso. Credo che riconoscere la naturale tendenza femminile all’accoglienza del bisogno dell’altro non sia un’esclusiva cattolica (Luce Irigaray dice cose molto simili, e meglio di me), anche se poi nell’esperienza della fede si può vivere l’accoglienza come ricerca di Dio. Ma la fede si innesta sempre perfettamente sul naturale, che, essendo per noi creato da Dio, non contraddice mai l’esperienza di fede, ma anzi ne è compiuto. il tono polemico non era nei suoi confronti, la leggo spesso e spesso mi trovo d’accordo con lei. il tono polemico era con le critiche copiose che mi sono presa (incluse una denuncia e manifestazioni di piazza in Spagna, raccolte di firme in Francia) per aver scritto alle MIE amiche quello che per ME aveva funzionato. Non penso che ci sia una strada che ogni donna debba accettare e riconoscere, ma sono certa che c’è un carattere di fondo che ci accomuna e ci realizza tutte, la capacità di “non stancarci nel riparare la vita”, che poi ogni donna declina nel suo modo.

  7. Paola

    Sarô prevenuta, ma una di sinistra che accoglie il marito con il Negroni mi lascia perplessa. Ma sono, appunto, prevenuta, evviva la libertà.

  8. Noi

    Sono sposata da 31 anni e amo mio marito.
    …per me “Sottomissione “vuol dire sostenere il marito e la famiglia…
    Avevo voglia di ridurre il lavoro , a 50 anni, dopo aver lavorato tantissimo per piu di 30 anni e aver allevato 4 figli, ma per amore di mio marito ho mantenuto il lavoro a un alto ritmo.
    Lui era stressato dall’eccesso di responsabilità che gli avrebbe generato un calo di introito alla famiglia, era schiacciato dalla paura di sentirsi l’unico apporto economico valido della famiglia se avessi smesso di lavorare, e io, per amore, mi sono rimboccata le maniche, ho rinunciato alle mie sognate comodità e ho continuato a lavorare, anzi ho perfino accettato, daccordo con lui, una nuova consulenza impegnativa.
    Sottomissione non vuol dire stare a casa dal lavoro e fare le casalinghe, ma appoggiare e amare il proprio marito come è meglio per lui e per la famiglia.
    Sono felice di questa scelta e mio marito si è sentito amato e appoggiato,
    I nostri figli sono ragazzi centrati e realizzati, ….Mangiare cotolette precotte non è un problema!

    1. A.

      Condivido la tua esperienza anche se in una realtà molto diversa.
      Al momento il mio lavoro è l’unica fonte di reddito sicuro della famiglia (mio marito disoccupato da oltre due anni) e sono in attesa della quarta figlia. Eppure non posso pretendere da mio marito un completo scambio dei ruoli. Mi da una mano in casa e quando necessario con le bambine, ma più della metà del carico di lavoro “famigliare” resta mio (riunioni a scuola, catechismo, sport, bucato, spesa). Se ci penso solo razionalmente mi viene da dire che non è giusto, ma se questo permette di mantenere un certo equilibrio nei ruoli famigliari lo accetto serenamente (anche se con fatica…). Ma le cotolette precotte…. sono l’ultima spiaggia! Meglio un sano piatto di pasta e lenticchie che oltretutto meglio si addice alla situazione economica precaria della nostra famiglia!

      1. Luigi

        Ciao A.,

        avevi forse già scritto sulla tua situazione, tempo fa?
        Perché mi ricordo di una donna, sposa e madre, in una situazione simile alla tua e che avrebbe desiderato il quarto figlio… in ogni caso in bocca al lupo, davvero.

        Solo “razionalmente”, nemmeno Nostro Signore avrebbe accettato la Croce.
        Grazie al Cielo esiste l’amore.

        Di nuovo.
        Luigi

    1. Luigi

      Per la serie “a volte ritornano”, ecco a voi Desmond Tutu, a suo tempo scherano del noto terrorista Rolihlahla Dalibhunga.
      Siamo messi bene!

      Ciao.
      Luigi

  9. Anna

    Peccato che l’articolo di Repubblica si conclude scrivendo che, dato che ora è la moglie ad avere degli impegni legati alla presentazione del libro, e che il marito non è più sindaco, sarà lui ad accompagnarla, a seguirla, a condividerne la sorte. Perché l’essere consorti non può essere reciproco? L’articolo non dice che sia sempre la donna a doversi adattare, sottomettere, e a servire. Nel matrimonio, anche Cristiano, il servizio e’ reciproco. Altrimenti non può essere libero, se in assenza di servizio unilaterale della donna verso l’uomo i matrimoni sono destinati a fallire.
    ( io i libri di Costanza li ho letti, penso di averli tranquillamente capiti, e vi trovo varie generalizzazioni piuttosto impertinenti, accanto a spunti decisamente positivi, il che potrebbe rendere anche più difficile discernere…)

  10. Anzitutto mettiamo un ASTTRATTO, a lettere grandi, per evitare la costante ripetizione di essere preso per scrivere a persone invece che in generale.

    Signori e Signore impostate/impostiamo il matrimonio come volete/mo ma non riscopriamo la ruota dopo 5000 anni: pur avendo da sempre il perfetto manulae per qualsiasi matrimonio tradizionale o naturale datoci dalle Sacre Sritture atemporali nel loro Insegnamento dal Divino e valide anche oggi sotto tutti gli aspetti inerenti al matrimonio.

    E devo io dire queste osservazioni, ma non importa tanto nessuno mi capisce cosa intendo dire e non ho bevuto.

    Solo pensare che le Sacre Scritture siano carenti di Parola Viva ed Attuale e’ essere in posizione di eresia.

    Il Padre eterno difettoso di insegnamento verso le sue creature da quanto sentiamo e vediamo per cui le creature devo fare del loro meglio per in compromesso nel vivere moderno. (Intanto Satana si lecca le labbra).

    Mica male come razionalismo.

    Provvidenzialmente abbiamomo nel Papa Francesco la Voce che ci dice: Siamo fuori strada e sa quallo che dice o anche lo Spirito Santo entra in questione di non fare la sua parte.

    Ma qualcuno legge le Sacre Sritture per quello che ci dicono o siamo incollati ai giornali e alle telecomunicazioni o alla frenesia del vivere per non voler vedere che l’acqua calda ci e’ stata data millenni or sono.

    Cordiali saluti, Paul.

  11. sara

    evidentemente , se ha lasciato il lavoro è perché c’ha il maritino con un ottimo stipendio e quindi la condizione economica glielo permette…in genere le donne italiane in cerca di lavoro , hanno il problema opposto…in tanti colloqui di lavoro mi hanno chiesto se intendevo avere figli (cosa che per il momento non intendo avere )e poi il fatto che a una donna piace scodellare figli e accudire il marito , non vuol dire che piaccia a tutte!

  12. Gentile Signora Sara,

    astratto e non personale:

    solo catechesi Ufficiale della Chiesa Cattolica’ per altre credenza non applicable: “e poi il fatto che a una donna piace scodellare figli e accudire il marito , non vuol dire che piaccia a tutte!

    Dal punto di vista del Sacramento del Matrimonio Cristiano Cattolico Romano, con l’indissolubile Valore, Spiritualita’ e vita coniugale verso questa Libera scelta di Vocazione di vita, questa mentalita’ non riproduce l’aiuto,scopo, e finalita’ reciproca verso sposa e sposo che deve essere centrata alla santita’, secondo il loro stato di Vincolo matrimoniale, come Comandato dal Volere di Dio.

    In breve matrimoni interpretati come si voglia diventano un surrogato razionale del Contratto matrimoniale cristiano e della Grazia, Valore ed Aiuto impartiti agli sposi dal Divino Sacramento del Matrimonio.

    A questo Contratto Matrimoniale con tutte le sue implicazioni, secondo Una Santa Cattolica Apostolica Chiesa Romana, seguono tutte le responsabilita’ che gli sposi si assumono/impongono celebrando liberamente il loro matrimonio di fronte a Dio, come Testimonio Verace della loro volonta’ spirituale e reale,

    Con questa celebrazione entrano in effetto le condizioni del loro nuovo stato di : “una sola carne” …crescete e moltiplicatevi” dal giorno delle nozze fino alla morte di uno dei cogniugi.

    Come lei sa non ci risulta che Dio abbia dimenticato qualcosa nei Comandamenti, ne nella perfezione della Legge dataci dalla Dottrina di Gesu’ Cristo.

    Cordiali saluti, Paul

  13. Engy

    Anche se non credo alla “naturale tendenza femminile all’accoglienza del bisogno dell’altro” perchè è evidente, o almeno lo è per me, che questa tendenza c’è o non c’è e riguarda maschi e femmine, e anche se Costanza Miriano non mi risulta credibile, è molto vero che il giudizio di una parte di opinione pubblica è condizionato dal nome e cognome di chi scrive la stessa cosa.
    E’ vero che questa Sasso dice cose molto più soft, ma se le stesse cose più soft le avesse dette Miriano, sarebbe stata coperta dei soliti improperi.

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