La questione sociale è diventata questione antropologica

Brevettare-gli-embrioni

Benedetto XVICaritas in veritate

[…] oggi occorre affermare che la questione sociale è diventata radicalmente questione antropologica, nel senso che essa implica il modo stesso non solo di concepire, ma anche di manipolare la vita, sempre più posta dalle biotecnologie nelle mani dell’uomo.

La fecondazione in vitro, la ricerca sugli embrioni, la possibilità della clonazione e dell’ibridazione umana nascono e sono promosse nell’attuale cultura del disincanto totale, che crede di aver svelato ogni mistero, perché si è ormai arrivati alla radice della vita. Qui l’assolutismo della tecnica trova la sua massima espressione. In tale tipo di cultura la coscienza è solo chiamata a prendere atto di una mera possibilità tecnica.

Non si possono tuttavia minimizzare gli scenari inquietanti per il futuro dell’uomo e i nuovi potenti strumenti che la « cultura della morte » ha a disposizione. Alla diffusa, tragica, piaga dell’aborto si potrebbe aggiungere in futuro, ma è già surrettiziamente in nuce, una sistematica pianificazione eugenetica delle nascite. Sul versante opposto, va facendosi strada una mens eutanasica, manifestazione non meno abusiva di dominio sulla vita, che in certe condizioni viene considerata non più degna di essere vissuta.

Dietro questi scenari stanno posizioni culturali negatrici della dignità umana. Queste pratiche, a loro volta, sono destinate ad alimentare una concezione materiale e meccanicistica della vita umana. Chi potrà misurare gli effetti negativi di una simile mentalità sullo sviluppo? Come ci si potrà stupire dell’indifferenza per le situazioni umane di degrado, se l’indifferenza caratterizza perfino il nostro atteggiamento verso ciò che è umano e ciò che non lo è? Stupisce la selettività arbitraria di quanto oggi viene proposto come degno di rispetto.

Pronti a scandalizzarsi per cose marginali, molti sembrano tollerare ingiustizie inaudite. Mentre i poveri del mondo bussano ancora alle porte dell’opulenza, il mondo ricco rischia di non sentire più quei colpi alla sua porta, per una coscienza ormai incapace di riconoscere l’umano. Dio svela l’uomo all’uomo; la ragione e la fede collaborano nel mostrargli il bene, solo che lo voglia vedere; la legge naturale, nella quale risplende la Ragione creatrice, indica la grandezza dell’uomo, ma anche la sua miseria quando egli disconosce il richiamo della verità morale.

9 pensieri su “La questione sociale è diventata questione antropologica

  1. Maria cristina

    Bisogna proprio che noi, prima di tutto, ci rimettiamo a leggere e lavorare su questi giudizi…c’è un gran lavoro personale e culturale da fare, senza il quale la politica va a rotoli….

  2. …la questione sociale è e è sempre stata questione antropologica (in quanto l’uomo uomo “sociale” etc.)
    Non mi sembra una grande scoperta.

  3. Antropologìa religiosa:

    “Oggetto della disciplina non sono le credenze religiose, bensì il tentativo di capire perché si crede in una data religione. Le risposte sono complesse e conducono direttamente al cuore del problema: se si può definire la religione e come comprendere una credenza religiosa. La difficoltà di trovare una definizione di religione deriva da una difficoltà di ordine generale che investe tutta l’a.: quella di trovare il giusto punto di equilibrio fra gli elementi di generalità, indispensabili per alimentare il discorso scientifico dell’a., e le specificità sociali e culturali, indispensabili per cogliere il senso dei fenomeni studiati”

    [Treccani]

    p.s. è solo una delle tante antropologìe che c’è oggi.

  4. In realtà siamo tutti da sempre naturalmente spinti a fare selezione genetica, prediligendo determinate caratteristiche nella scelta dei nostri compagni e trasmettendole alle generazioni future. Ora abbiamo solo trovato un modo di farlo più velocemente, non ne farei un dramma.

  5. Pierre

    Alla fine Francesco nella Laudato si’ dice la stessa cosa della “questione ambientale”.

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