Quanto possiamo

veglia-per-la-pace-2013-12

di Emanuele Fant

Non è un film catastrofico, ma cronaca dell’altroieri: settembre 2013. I protagonisti sono reali. Il presidente americano, segnato dalla tensione, annuncia al mondo che ormai è inevitabile intervenire. L’orgoglioso leader della nazione rivale (la Siria) ribatte che non è un problema, che sono pronti a portarsi dietro l’intera coalizione, nei buchi senza uscita delle granate già affacciate agli oblò degli aeroplani. L’universo privo di confini attende un nuovo solletico nel suo pianeta centrale: la Terza guerra mondiale. L’essere umano trova che l’autodistruzione sia un’idea intelligente per farsi finalmente notare dai genitori. Il Padre non è convinto che siano tanto cattivi: Lui li ha visti bambini, e anche prima. La Madre suggerisce una soluzione.  

Sopra le armi reali, oltre la diplomazia, più in alto pure delle parole distensive, qualcuno rispolvera lo schema tattico fuori moda detto “digiuno e preghiera”: il Papa invita i conventi, le corsie degli ospedali, le sale parrocchiali a fare un coro silenzioso per inumidire le ceneri delle rispettive provocazioni. Nei giorni successivi i quotidiani raccontano con stupore della improvvisa virata del capo di stato aspirante dittatore, del ritiro dei contingenti da parte dei muscolosi americani, della sensazionale conclusione pacifica dopo l’irresistibile climax.

Nemmeno un giornale collega i fatti con il loro motore, quello che è accaduto davvero, a qualche metro dal suolo: una nutrita delegazione, per conto dell’umanità intera, ha forzato il cielo, ottenendo ancora fiducia in cambio di pane, acqua e alcune ore di veglia insieme.

Perché proprio oggi mi torna in mente la Siria? Non ricorre nessun anniversario. C’entra quel telegiornale che ho visto, con le forze del male che conquistano posizioni, issando bandiere che non provano nemmeno a dissimulare la propria essenza negativa con i colori. C’entra la mia paura, finché non capisco una volta per tutte cosa può la preghiera.

fonte: Credere

 

15 pensieri su “Quanto possiamo

  1. erika

    Mi fa piacere ricordare quel momento!!!
    Anche io ero in piazza per pregare per la pace!
    La preghiera è potente e qualcuno ci vuole fare perdere la fiducia nella Sua efficacia!

  2. Serena

    Bellissima riflessione, soprattutto la frase finale.
    Anche io ero lì con mio marito e un pancione di quasi 8 mesi proprio per rispondere a quell’appello… Facciamolo anche per la famiglia!
    Il 20 tutti a Roma per difendere i nostri figli!

  3. M.Cristina

    ….il 20 giugno è la giornata mondiale del rifugiato e ci sovrapporremo con un sacco di altre iniziative e manifestazioni, mannaggia…..

  4. Daniela

    E proprio di tante preghiere c’è bisogno ora come non mai per gli attacchi che stanno facendo alla famiglia!!! E non solo.. Mi unisco a Serena: il 20 giugno tutti in piazza a Roma per i nostri figli!!!!!!
    Costanza.. Perché non pubblicizzi l’evento sul tuo blog??? O mi sono persa qualcosa…

  5. Finalmente sembra che si stia facendo strada un po’ di buon senso, anche tra i credenti:

    ‘Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio?’. “Questa non è identità cristiana – sottolinea il Papa – L’ultima parola di Dio si chiama Gesù e niente di più”, perché “la Madonna non manda emissari”.

    1. Il povero Alvise, seminatore di zizzanielle di seconda mano (dopo Repubblica e i vari tiggì…).

      «Nell’omelia di ieri presso Casa “Santa Marta” papa Francesco è intervenuto sul rischio di annacquare l’identità cristiana, esprimendosi anche sul rapporto che i fedeli possono avere con le apparizioni della Madonna.
      Ha infatti avvertito che ci sono “quelli che sempre hanno bisogno di novità dell’identità cristiana” e hanno “dimenticato che sono stati scelti, unti” che “hanno la garanzia dello Spirito” e cercano: “‘Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio?’ Per esempio, no? E vivono di questo. Questa non è identità cristiana. L’ultima parola di Dio si chiama ‘Gesù’ e niente di più”.
      Questo è il passaggio più esplicito, in cui non si può non cogliere un rimando alle apparizioni della Regina della Pace a Medjugorje.
      Qualcuno ha letto in queste parole una presa di distanza dal “fenomeno Medjugorje”, ma non credo affatto sia così.
      Infatti, non si esprime sul fatto delle apparizioni, quanto sul rapporto che con esse hanno alcuni fedeli che, invece di accogliere i messaggi della Madonna come un dono del Cielo, si limitano a vana curiosità, ricercando chissà quali elementi di novità che possa soddisfare la loro “gola spirituale”, dimenticando che la divina rivelazione si è compiuta con la morte dell’ultimo apostolo e dunque non ci si può attendere nulla “in più” di quanto già rivelato in Gesù Cristo e da Gesù Cristo.» (https://diegomanetti.wordpress.com)

      1. Vanni

        Anche a me sembra che le parole del Papa si possano leggere così. Però, come spesso accade, ci vuole l’ermeneuta.

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