Stai sempre su Facebook

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di Paolo Pugni

C’era una volta Pickwick, no non quello del Circolo, ma la prima volta che Baricco mise piede in TV, per raccontare il bello della lettura. Allora diceva cosa sensate, non era ancora famoso e non giocava a fare Patrick Jane, il bello the The Mentalist. Allora una sera tira fuori questa faccenda del giovane Holden (se cliccate la vedete anche) e di come avesse questa capacità di guardare oltre, di andare sempre “più in là” (un po’ come spiega che si debba fare il nostro Montale in Maestrale).

Beh è per questo che sto su Facebook. Perché questo sguardo qui ce l’hanno in tanti, solo che invece di chiamarli Holden mi piace dipingerli come mistici, vale a dire coloro che dentro la banalità del quotidiano sanno leggere la realtà in trasparenza, il filo che invece che addipanarsi, ti porta fuori, ti porta in alto, ti spalanca.

È un talento che, ad esempio, ha Andrea Giovanoli, ma non solo: perché se lui è stato incaricato di questo compito, un po’ il dono di fermarci e vedere attraverso, capire il messaggio che Dio ci sta mandando il quel momento ce l’abbiamo tutti. Prendi Susy, che l’altro giorno ti tira fuori una di quelle cose che ti fanno rabbrividire e piangere, ti scuotono e accarezzano, ti conducono a sentirti sporco e abbracciato al tempo stesso.

Ecco, queste sono chicche che non ti puoi perdere, perché questo è il senso della comunità, e grazie a Facebook se n’è creata una così forte e profonda che non stava dentro i più rosei sogni di papà Zuck.

C’è chi sta sul social per combattere a spada tratta contro avversari che, a volte diventano nemici, al punto che sorge il dubbio che la verità abbia scordato la carità.

C’è chi sta lì per ribattere colpo su colpo, logica su logica. E li ammiro che ci mettono il sangue, mica solo la faccia, ci mettono il petto e rimangono feriti, a volte così in profondità da meditare l’abbandono. È umano.

No, io non ci sto per questo. Ci sto per lavoro, è vero, ma anche perché credo che anche il sussurro della brezza possa smuovere come l’urgano impetuoso. E ci sto per ascoltare, per chiedere e donare preghiere, per essere edificato da chi oggi ha visto “più in là” e me l’ha detto. E per sentirmi fratello tra fratelli senza confini geografici, che quelli la velocità della vita li restringe sempre più fino a farti correre il rischio di implodere.

 

17 pensieri su “Stai sempre su Facebook

  1. Come sempre tutto cio che ci circonda sono aiuti vivi, strumenti sociali, mezzi a nostra disposizione da essere impiegati per far crescere il nostro essere spirituale e le nostre esperienze nella realta’ in cui viviamo. A noi servircene bene e non diventino diverse forme di Vanita’ prive di senso e fine. Cordiali saluti, Paul

    1. paolopugni

      privato per privato “e lo vedi che è reciproco?” ovviamente absit injuria citationis… 😉

      1. paolopugni

        la frase originale è absit inuria verbis (quindi l’errore era uno solo…)
        “La locuzione latina absit iniuria verbis (lett. “sia lontana l’ingiuria dalle parole”) è una versione alterata di una frase di Tito Livio, che risulta originariamente absit invidia verbo, cioè “sia lontana l’ostilità dalla (mia) parola” (Ab Urbe condita, IX, 19, 15).
        Il senso, in realtà, non muta di molto. In entrambi i casi, si sottolinea che il pensiero di chi parla esprime (o vorrebbe esprimere) un concetto obiettivo, non fraintendibile o interpretabile da chi ascolta, e soprattutto non offensivo nei suoi confronti. Ovvero, un’espressione attenuativa con la quale, normalmente, si accompagnano dichiarazioni che potrebbero apparire offensive, ma dette con franchezza e per amore di verità, o per riferire un giudizio dato da altri.
        A volte si riscontra anche la forma Absit iniuria verbo (con il termine verbum al singolare). La frase è traducibile anche come “non vi sia offesa nelle parole”, e in italiano corrisponde a espressioni come “sia detto senza offesa” o “senza voler offendere nessuno”.”
        Il mio era un gioco di parole, dotto concedo, per mettere insieme Verdone (Viaggi di nozze) e TitoLivio…

        1. Vanni

          Sì, la frase latina è molto conosciuta, ma io mi riferivo al fatto che nella “tua” legittima versione non hai tenuto conto del fatto che il verbo abesse regge l’ablativo, se c’è il complemento di allontanamento; dunque, semmai, “absit iniuria citatione” (o citationibus, al plurale).

          Secondo, ma è veniale, hai scritto “injuria”, alla spagnola, ma poi ti sei corretto da solo (e può darsi che talvolta si scriva anche colla i lunga). Facciamo un errore e mezzo.

          (La pignoleria è qui, ovviamente, un divertissement da collegare al simpatico testo tratto dal blog di Cammilleri. Condivido, nella sostanza, il tuo intervento).

  2. Rev. mi chiedo nella mia ignoranza’ da dove prende vita di citare in latino certe frasi? Non penso che sia una idea da poco di mettere la stessa frase latina in altre lingue magari cinese o spagnola, o indiana …ci sono cosi’ tanti altri miliardi di persone che parlano lingue diverse…a meno che la risposta sia solo per popolazione neo latina italiana..Ridiamoci sopra e buon divertimento a tutti aspettando che con il tempo si ritorni alle teche egiziane dei gereoglifici come lingua universale sull’inizio delle faccine internet…, bye,bye, Paul

  3. Vanni

    Tanto per alleggerire.

    “In questo momento sto cercando di farmi degli amici al di fuori di Facebook applicando gli stessi principi. Così, ogni giorno scendo in strada e racconto ai passanti che cosa ho mangiato, come mi sento, che cosa ho fatto ieri, quel che sto pensando di fare, do loro le foto di mia moglie, mia figlia, il cane, di me mentre curo il giardino, in piscina… Ascolto le conversazioni della gente e dico loro “mi piace!”. E funziona: ho già tre persone che mi seguono: due poliziotti e uno psichiatra.” (Dal blog di Rino Cammilleri).

    P.S. Siamo in periodo di esami, due errori su tre parole sono un po’ troppi.

      1. …per sapere (se uno fosse un pedante come webmsr)
        se “absit iniuria citationis”. sia grammaticalmente corretto (noi che pedanti non siamo)
        aspettiamo la consulenza della pedante suddetta.

  4. Mari

    Internet ti apre il mondo, hai tutto ciò che vuoi ,puoi viaggiare,conoscere altre realtà,ampliare conoscenze,condividere il tuo sentire con altri fratelli ..se usato bene il mezzo è straordinario…se usato bene .
    Talvolta mi sconvolge l’aggressione verbale e la violenza di certi messaggi….spesso gratuiti ,contro persone che esprimono solo un pensiero …veri e propri insulti …

    1. Del resto questo capita con tutti gli attrezzi, strumenti, mezzi, dal primo che ci è stato dato di serie (la mano) a tutti quelli che abbiamo inventato da noi.

  5. E’sempre impressionante constatare quanto sanno i filologhi e mi perdo nella loro erudizione. Poi mi chiedo ma questa gente vive allo stesso tempo in scienza e tecnologia del mio mondo 2015 o io sono sfasato di milenni per farmi un senso di tanta ricerca: sempre ottima e comandabile, ma che al tempo stesso non proietta la nazione a vivere aggiornata per il mondo in cui si trova a vivere il suo tempo. Storia di tempi e fantasia di realta’?…,ma…? Confuso o mi confondete: comunque sia e’ sempre rilassante vedere lo scibile (che parolone) della mente umana e i suoi interessi intellettuali. Cordiali saluti, Paul

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