Everybody needs somebody to love

7a

di Paolo Pugni 

Love is love. Che non vuol dire nulla detto così, anzi sembra una vanità allo specchio. Peggio ancora un capriccio che guardandosi si illude di determinarsi. Onanismo dell’istinto. Però vuol dire molto. Eccome.

Che tutti hanno bisogno di amore. E di amare. Non si riesce a vivere senza.

E questa è una scoperta, perché ci parla di noi, se solo volessimo stare ad ascoltare questa tensione che porta fuori, che ci descrive come incapaci di sussistere da soli, che ci implica una relazione. Che non viviamo senza altri. Senza un Altro che ci ama.

Aut duo aut nemo. Lo dice lo psicologo Maurice Nédoncelle. Mica io.

Così c’ho pensato a questa roba qui e la metto insieme al fatto che da qualche parte secoli fa qualcuno ha sganciato questa roba qui dalla realtà, dalla natura intesa non come un bucolico giardino di ruscelli e palme, di prati rasati e ordinati, di spiagge levigate e mari caldi e calmi, che quello non esiste davvero in natura ma l’hanno plasmato gli uomini, che la natura è lotta e sangue e disordine entropico crescente e crudeltà e tante altre cose tranne Versailles, ma natura nel senso di essenza delle cose, di finalità, di ordine intrinseco. Perché tutto ha un ordine ed un fine.

Ora qualche cosa tempo fa l’ha sganciato (e come non pensare alla bestia dell’apocalisse alla quale è stata tolta pro tempore la catena?) e da allora s’è spalancata la gabbia e tutto diventa lecito –salvo poi fare le marce perché ci si rende conto che forse proprio tutto no, non può, ma non so più chi e dove mettere il limite- e quindi anche la ricerca di amore.

E siccome essere amati significa essere approvati ecco che si chiede prima, si pretende poi, che tutti siano d’accordo con noi sulle nostre scelte perché non possiamo credere –ne moriremmo dato che abbiamo perso la coscienza e sepolta l’umiltà- che ciò che facciamo, che la nostra vita, sia un errore.

E non vogliamo essere un errore, non vogliamo che ciò che vogliamo,  anzi che desideriamo (e c’è differenza), sia male. Noi vogliamo il bene e siccome non vogliamo cambiare ciò che vogliamo, diciamo che il male è bene. Questo facciamo.

Così c’è chi vuole sposare il gatto, chi il padre, chi il frullatore perché li ama proprio, e quindi lo vuole per sempre –curioso questo desiderio di “per sempre” che dura quanto un contratto di Osvaldo o Balotelli- e lo vuole in pubblico perché pretende l’approvazione coram populo. Perché diciamo che siamo individualisti, soggettivisti, che non ci frega nulla degli altri poi però vogliamo il matrimonio in chiesa, una qualunque. Chissà perché.

E tutto diventa un diritto. Così che ha ragione Annarosa quando dice che bisognerebbe combattere per convincere Bruxelle a istituire il #dirittoalconiuge per quelli che proprio single non vogliono morire (e a giudicare da Facebook sono molti di più di quello che millantano)

Sì davvero allora: questo fatto non rivela un bisogno radicale, essenziale di ognuno di noi: vogliamo essere amati e approvati da tutti, solo che nel momento in cui s’è perso il metro dell’approvazione e abbiamo barattato la pietra angolare, quella che misura e spiega, con l’essere noi stessi dei, pretendiamo anche che questa approvazione sia a misura dei nostri capricci, quali che siano.

E questo è naufragare in un mare in tempesta. E non è dolce per nulla.

 

p.s. curioso poi che tutti vogliano il matrimonio salvo poi affermare che è la tomba dell’amore.

 

5 pensieri su “Everybody needs somebody to love

  1. paolopancio

    E’ una questione di scommesse,
    ” se si abbandona Dio tutto è lecito” dice il fedele,
    “tutto è lecito tranne quel che è proibito dalla legge positiva” sostiene il perfido relativista,
    purtroppo per il fedele fin dai tempi remoti di Adamo ed Eva violare le Leggi Morali è facilissimo mentre allora, oggi e presumibilmente anche domani sarà difficile, molto, violare le leggi dell’Elettromagnetismo: per questo il fedele è tanto interessato alla Legge positiva, perchè sa che Legge Morale o Naturale o Divina è deboluccia, assai, e dunque è meglio che sia lo Stato, che ha le spalle solide, a difendere la morale Naturale; per questo io scommetterei sempre sulla vittoria del relativista.

    1. Anonimo69

      Le osservazioni di paolopancio fanno riflettere. In particolare mi richiamano alla mente una battuta di Nietzsche: ” Tutto quello che noi giudichiamo immorale, in qualche tempo o in qualche luogo, è stato morale”. A69

      1. Anonimo69

        Solo su punto dissento parzialmente da paolopancio: lo Stato, in generale, ha le spalle solide ma NON tutti gli Stati, di fatto, hanno le spalle solide (sul nostro non ci scommetterei troppo…). A69

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