12 pensieri su “In difesa di Babbo Natale

  1. Famiglia Maragliano Paolo Maura Anna Marta Giovanni Benedetta

    ” … avrà ancora più problemi chi tifava Gesù Bambino, perché non potrà certo dire che non era vero. Avrà scomodato Dio in fasce rendendolo complice di una delusione? Non mi piace. …” (Emanuele Fant)
    Non avrà alcun problema se spiegherà ai figli che, come è stato Dio a dare loro la vita – fisica e spirituale – e ha voluto per far questo la collaborazione dei genitori, così i regali sono un piccolo segno del Dono che è Lui, e anche quelli e con questo significato, li ha portati Lui attraverso i genitori. (I quali sono sempre, o dovrebbero esserlo sempre, interpreti e collaboratori della Sua volontà, nelle piccole come nella grandi cose).
    Famiglia Maragliano Paolo Maura Anna Marta Giovanni e Benedetta Genova

  2. anonimo69

    Non ho posto mente alla questione di cui all’articolo qui sopra riportato, e, quindi non saprei che dire, se non il mio rispetto per l’opinione ivi espressa. Colgo l’occasione pero per segnalare un problemino sull’altro thread “Insieme vegliamo, insieme resistiamo, insieme testimoniamo”, infatti, se si clicca su “lascia un commento” appare l’articolo ma NON il “rispondi”. E’ un peccato perchè l’articolo mi interessava. A69

  3. erika

    Io ai miei tre piccoli bimbi racconto la vera storia di san nicola e la tradizione del regalo natalizio legato a questo santo.quando cresceranno diro loro che i genitori fanno i regali ai bimbi per natale come ricordo di quanto fece san nicola .

  4. Angelo

    Si può credere serenamente in Dio e nella Sua opera senza per questo dover distruggere i sogni, le fiabe, l’immaginazione che Dio stesso ci ha donato perchè la utilizzassimo per il nostro piacere. Tutto ciò che possiamo fare, lo possiamo nel bene come nel male: sta a noi dare il giusto spazio per i nostri figli e per noi stessi alla fantasia, che è prerogativa del genere umano. Conserviamo come tesoro inestinguibile i simboli pulsanti che la natura ci offre, i messaggi divini eternamente nuovi, la semplicità, le sfere e le forme che provengono dai giardini della memoria e dalle aspettative di un futuro che dobbiamo ancora scrivere, in cui l’anima si ristora per un momento ed assapora di nuovo, mentre altre battaglie per la dignità e per la vita ci coinvolgono, quel dolce sapore che ci fa riscoprire l’infanzia innocente in noi. Allora, viviamo veramente, quando sappiamo che l’infanzia è una condizione e non soltanto un’età. E forse, perfino, questa condizione ci aiuta a pregustare il Paradiso.

  5. Se proprio devo essere sincera, ai nostri figli non abbiamo mai parlato di Babbo Natale che conoscono più che altro per “l’ossessione” che sembrano averne i parenti non credenti che purtroppo avendo perso il vero significato del Natale si sono morbosamente attaccati a quello che propone questa società.

    A mia figlia (e al piccolino) ho sempre parlato della venuta del Signore, del fare memoria e celebrare nel nostro oggi la sua Venuta … e i regali non li ho mai messi in relazione con Gesù, nel senso che da noi non è Gesù che porta i doni ma siamo noi che avendo ricevuto il Dono per eccellenza, ci scambiamo doni a nostra volta. E ci tengo a dire che mia figlia che oggi ha 8 anni, è cresciuta serenamente senza alcun trauma …

  6. Da noi (zona nord d’Italia – Brescia) è una Santa che porta i doni: Santa Lucia. Un bellissimo sogno per tutti i bambini (e non solo). Babbo natale (con la n minuscola…) non esiste e non ne sentiamo la mancanza.
    Anche se alcune famiglie moderne… stanno facendo nascere il babbo al posto del Bambinello. E’ comunque con la nostra testimonianza quotidiana che potremo far conoscere il Cristo ai nostri figli e farlo amare come Dono.
    Il babbo ci può anche stare, ma il 26 dicembre è già morto e sepolto. Gesù vive e vive per sempre. Questo conta. E conta soprattutto se lo testimoniamo agli altri, con una vita di Luce e non di tenebre.
    Buon Natale a tutti voi.

    1. Thelonious

      Se una famiglia vive cristianamente e cristianamente educa i figli non ha il problema di Babbo Natale (né della Befana).
      Personalmente non vedo nulla di male a lasciar credere, finché i bimbi sono piccoli, che sia Babbo Natale a portare i doni. Lo scopriranno da soli che è una favola, e starà a noi adulti a spiegare, invece, che Cristo è una realtà storica.

      Babbo Natale non esclude che sia insegnato il vero significato del Natale.
      Ubi fides ibi libertas.

      1. Resta però una occasione preziosa per riportare molti concetti che i nostri figli ritorveranno poi in una fede adulta (o quanto meno da adulti) a ciò che sta alla fonte di ogni Dono, Gioia, Festa che i piccoli possono vivere.
        Quindi giacché ad un certo punto della crescita dei piccoli, di Natale e tutti gli “annessi e connessi” si dovrà parlare, perché riferirsi ad una mera favola?

        Vero che altre favole conosceranno e si potranno loro raccontatre, ma non sono così “ricorrenti” e ricche di segni concreti come quella che si racconta (o non si racconta) loro nel periodo natalizio.

  7. A Siena (testimonianza di una che fu bambina nel primo decennio del Novecento) si lasciava: acqua e erba sul davanzale la vigilia del 6 dicembre per l’asinello di san Nicola dalla barba bianca; acqua sul davanzale la vigilia del 13 dicembre, per bagnarcisi gli occhi la mattina, dopo il passaggio di santa Lucia (e davanti alla chiesa di S. Lucia c’era e c’è ancora la fiera dei giocattoli per i bambini); acqua e erba sul davanzale di nuovo per l’asino di san Giuseppe la notte della vigilia; i regali di Natale potevano venir fuori da una scarpa messa davanti alla mangiatoia del presepio, quindi portati da Gesù Bambino ma c’era anche una personificazione dell’erogatore di doni natalizi, e si chiamava Ceppo http://www.treccani.it/vocabolario/ceppo/ (accezione d). Insomma direi che l’una cosa non esclude l’altra.

    1. Sara

      Quando ero piccola io, infatti, a Babbo Natale lasciavamo un bicchierino di liquore (era feddo e doveva star fuori tutta la notte!) e dei biscotti ed era il mio babbo che aveva il compito/onore di offrirglieli, mentre per la Befana dei biscotti e del latte. E non dimenticavamo il ciuchino della Befana (eh, sì, da me la befana passava aiutata da un tenerissimo ciuchino!), per il quale lasciavamo un piattino di insalata e dell’acqua. Per me sono ricordi preziosi e tenerissimi (soprattutto la sorpresa e la gioia di vedere che quelle cose erano state mangiate, talvolta del tutto, talvolta in parte) che mi scaldano ancora il cuore e che non hanno impedito che io fossi contemporaneamente educata alla fede e al vero significato del Natale: anzi, oserei dire che, per me che ero una bambina, l’hanno confermato e arricchito attraverso la magia delle favole.
      Concordo con il post e con il commento di Thelonious (16 dicembre 2014 alle 16:41). W Babbo Natale!

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