Il male che c’è

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di Costanza Miriano  

-Ehi! Dove vai con un top luccicante, tutta sola, di sera? Senza neanche un figlio per mano, un passeggino?

-Veramente è un pezzo che non vado in giro con il passeggino. E sono sola perché siamo in partenza per il mare domattina presto, i ragazzi dormono… il top luccicante, be’ quello è perché dentro di me abita una signora cafona che aggiunge sempre uno strato brilluccicoso, un accessorio di troppo, uno strass grosso come un’oliva. Ha accoppato quella voce da sciura che le diceva di vestirsi,  andare allo specchio e togliere qualcosa, quella piccola cosa di troppo, cacchiate tipo less is more. Less is less. Quanto all’essere qui in realtà è perché torno adesso dalle Sentinelle in piedi.

-Le Sentinelle di che?

Si sa che la sintesi non è il mio dono principale (e neanche la sobrietà, se è per questo) ma la faccia fatta dai miei interlocutori mi ha indotta a cercare di spiegare brevemente – quanto può durare al massimo la conversazione media di strada con amici (purtroppo) non molto frequentati? – la manifestazione contro la legge Scalfarotto alla quale avevo appena preso parte. È stato un esperimento interessante, è strano parlare con persone colte e intelligenti, e informate, ma non esattamente addentro la questione, come è normale che sia per chi non è particolarmente militante. La prima reazione è sempre “ma che t’hanno fatto i gay?”.

Bisogna armarsi di pazienza, sperare che anche l‘interlocutore ne abbia, tirare su le maniche della camicia – anche se si indossa un top – e spiegare svariate cosette. Precisare intanto che non si predilige la parola gay, che vuol dire contento, e che quindi è subdolamente allusiva a una presunta maggiore allegria delle persone omosessuali. Chiarire poi che non si ha assolutamente niente contro di loro. Puntualizzare che sì, certo, si è sentito il Papa che diceva chi sono io per giudicare. Annuire diffusamente nel breve intermezzo sulla simpatia di Papa Francesco. Infilare astutamente la precisazione che la frase del Papa simpatico – glissare sulla questione che anche i suoi predecessori lo erano, e uno lo è ancora – andava avanti con una precisa e pesantissima accusa sulle lobby omosessuali totalmente trascurata dai mezzi di informazione, perché il giornalista collettivo non ha una grande personalità e si muove in branco per essere sicuro di non sbagliare e di non prendere troppe iniziative che poi magari tocca pensare.10487481_811205965590545_3997242593241766743_n

Passare poi all’azione, e chiarire che se io non ce l’ho con Scalfarotto, evidentemente è lui che ce l’ha con me, perché mentre io non voglio togliergli né la parola né la libertà di fare quello che vuole nella sua vita privata, la legge che porta il suo nome al contrario vuole istituire il reato di opinione, ciò che soprattutto per un giornalista non è una gran bella cosa. Esemplificare all’interlocutore perplesso alcune delle espressioni che le lobby omosessuali vorrebbero perseguibili penalmente, e dico penalmente. Cose molto aggressive tipo “un bambino per crescere in modo sano e armonioso ha bisogno di un padre e di una madre”. Spiegare che al limite qualcuno può anche non essere d’accordo, ma certo nessuno potrà impedirmi di dire che la penso così, prevedendo per me addirittura il carcere. Ribadire che nessuno riuscirà a costringermi, neanche con la minaccia di una denuncia, a usare l’espressione “maternità di sostegno” invece che per esempio “utero in affitto”. Spiegare che le parole sono importanti, e che impormi di dire “maternità di sostegno” serve a far dimenticare che dietro ogni tenero pupetto neonato consegnato tra le braccia di una coppia omosessuale c’è la sofferenza di una madre che viene pagata per tenere in pancia un bambino che al momento del parto non le verrà neanche appoggiato sul seno, la violenza fatta a un bambino che a un certo punto, in un secondo, dall’istante del parto non sentirà più il battito del cuore sotto al quale è vissuto per nove mesi, e dal quale in modo confuso e profondissimo credeva che sarebbe stato protetto, un bambino che non berrà il latte della sua mamma, non potrà toccare il suo seno giocandoci (a volte fino alle elementari) e annusandolo. Per non parlare delle svariate altre combinazioni possibili in molte parti del mondo, tipo ovuli e spermatozoi donati – leggi venduti – e bambini condannati all’angoscia di non sapere chi fossero i nonni, come si siano conosciuti, quale era il piatto preferito del nonno, la lingua della nonna, senza sentirsi raccontare mille volte di quella volta che lo zio cadde dall’albero.

Di solito l’interlocutore medio sul tema ha solo una vaga e diffusa opinione tipo “che male c’è se gli omosessuali hanno figli”, ma se appena provi a spiegare che male c’è, quanto male, letteralmente, quanto dolore, è facile che alcune certezze vengano incrinate. La maggior parte della gente la pensa come noi, se appena si smaschera quanto costa il giochino del bebè alla coppia omosessuale. La maggior parte della gente è contro le adozioni agli omosessuali, perché tutti siamo nati da un padre e da una madre, per quanto limitati e sbagliati e criticabili, ma anche criticarli è un diritto che viene tolto a chi non avrà un modello maschile e uno femminile in casa. E la totalità della gente o quasi, credo, è contro la possibilità del carcere per chi esprime un’opinione.

Il problema è che bisognerebbe fermarsi a parlare con tutti, uno per uno, e rivoltare luoghi comuni, pilastri del politicamente corretto, smascherare le bugie e tirare fuori il coraggio di pensare con la propria testa senza paura di offendere. Bisognerebbe fare una specie di lavoro porta a porta con tutti quelli che incontriamo, parlare con il coraggio di dire le cose più semplici ed evidenti. Tipo che i bambini vogliono il babbo e la mamma.

 

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149 pensieri su “Il male che c’è

  1. Alvaro

    Saro cattivo nel porre questa domanda, forse si o forse no, ma Scalfarotto non e’ gay?
    E allora di che cosa ci stiamo stupendo, semplicemente: Cicero pro domo sua.
    E per averne vantaggi sotto tutti i punti di vista, elettorale in particolar modo ma anche in altri, vista la potenza economica delle lobby gay, la loro potenza mediatica e la troppa accondiscendenza o buonismo e ognuno lo chiami come piu’ gli piace da parte del popolo “politicamente corretto.
    Alvaro.
    P.S. Non crediate che io sia venuto per portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace ma spada, e molti, troppi, cattolici si sono dimenticati di queste parole.

  2. matrignadicenerentola

    solo di recente, raccontando cose ai nipotini e rivangando avvenimenti di nascita e vita quotidiana con i miei figli, ho fatto veramente caso a quanto sia importante per loro (figli, anche grandi, e nipoti, anche piccolissimi) sapere di uscire da un percorso di generazioni, con ogni antenato che è una persona vera, che ha avuto quel problema con i denti, che era severo coi nipotini ben più di nonno Italo…
    grazie Costanza, soprattutto… per lo zio che cadde dall’albero

  3. Giancarlo

    Bentornati a Costanza ed Admin.

    Posso dare personale testimonianza del fatto che, se con infinita pazienza ti fermi a parlare con le persone ed a spiegare l’ovvio, l’iniziale sorriso di compatimento frammisto a disprezzo lascia il posto, ben presto, a due occhi smarriti ed una voce balbettante. Basta fare una semplice domanda: “Quale legame logico esiste tra una relazione omosessuale ed un bambino? Quale vicinanza, quale comunanza o affinità è possibile vedere? Quale nesso logico porterebbe a mettere nello stesso insieme due concetti così estranei come una relazione omosessuale ed un figlio?”.

    Essere omosessuali è una scelta che contraddice profondamente il desiderio di essere genitori. Niente è più estraneo dell’omosessualità ad una famiglia.

    1. Elisa

      Essere omosessuali non è una scelta, questo dovrebbe essere ben chiaro. Che poi le famiglie omogenitoriali debbano esistere o no io non lo so. Non sono pervasa da tutte le vostre certezze….

      1. Giancarlo

        @ Elisa

        Non è una scelta adottare comportamenti omosessuali? E cos’è allora, tu lo sai? Quello che io so per certo, mia cara Elisa, è che l’unico modo di capire se una persona “è omosessuale” è osservare il suo comportamento. Nessuna analisi sul suo corpo potrà darci prova della sua omosessualità. Questo è quanto. Ora, se l’omosessualità, per quanto ci è dato di capire, si risolve nell’essere semplicemente un comportamento, per quale ragione non dovrebbe essere una scelta? Sarà una scelta più o meno libera, più o meno consapevole, ma una scelta. Che può essere modificata, tra l’altro. E dunque?

        Sulle “famiglie omogenitoriali”, nessuno può decidere se esistono o meno. L’esistenza è una categoria che Dio ha riservato per sé; noi, al massimo, possiamo prendere atto di una cosa che esiste. Non possiamo decidere se esiste o meno. Dunque, sulle “famiglie omogenitoriali”, cosa possiamo dire? Direi semplicemente che la parola “omogenitoriale” è una contraddizione in termini. L’omosessualità è estranea, aliena, irraggiungibilmente distante dalla parola “genitori”. Pretendere di adottare o di “fare” un figlio all’interno di una coppia omosessuale sa di falso, di posticcio, di caricaturale. L’idea che due uomini prendano in braccio un “figlio” a me fa vomitare. Primo, perché UN FIGLIO HA DIRITTO A STARE CON I SUOI GENITORI o, perlomeno, con due persone capaci di generarlo sul piano dell’identità psicologica; secondo perché una coppia omosessuale NON HA NESSUN DIRITTO AD “AVERE” (COMPRARE!) FIGLI; terzo, perché i figli dovrebbero stare lontani dagli omosessuali (non perché gli omosessuali siano brutti e cattivi, ma perché hanno un grosso problema irrisolto, che rischia di danneggiare anche “eventuali figli”.

        Elisa, non si tratta di “avere certezze” irragionevoli. Si tratta semplicemente di PRENDERE ATTO DELLA REALTA’. L’omosessualità è la cosa più estranea che possiamo immaginare rispetto alle parole “figli” “genitori” “famiglia”. Fattene una ragione. Impara da noi cattolici.

        1. elisa

          Wow…. Che botta! Innanzi tutto non si permetta di dire cosa io debba imparare e poi, mi dispiace per lei, ma anche io sono cattolica. Eh già. Eppure non sono nessuno per imbracciare la spada e dire chi ha diritto più o meno di me di fare cosa. Dire che l’omosessualità è un atteggiamento (perché non si vede, non ci sono tratti fisici che lo distinguano), è quanto meno una posizione discutibile, ma non sono qui per difendere nessuno né è un mio interesse.
          Ritengo anche io che la questione dell’omogenitorialità sia spinosa e preoccupante, ma ciò che mi spaventa è leggere questo suo senso di disprezzo e questo suo senso di superiorità verso altre persone, esattamente uguali a lei.

          1. Giancarlo

            Innanzi tutto… non potremmo darci del tu? E’ più facile. Poi, ho creduto che tu non fossi cattolica perché hai sottolineato il fatto che “Non sono pervasa da tutte le vostre certezze…”; ho creduto quindi che tu volessi rimarcare una differente appartenenza.

            Comunque, che tu sia cattolica o meno, non cambia la realtà delle cose. L’omosessualità è CERTAMENTE un comportamento facilmente identificabile. Se poi questo comportamento sia indotto dal corredo cromosomico, oppure n o, questo non lo sappiamo. Sappiamo che sono state condotte innumerevoli ricerche in questa direzione, che, però, non hanno mai dato alcun esito. Comunque, anche nel caso in cui fosse possibile stabilire con sicurezza che il comportamento omosessuale può essere favorito da un particolare assetto cromosomico, anche in quel caso non potremmo parlare di comportamento obbligato. L’essere umano è libero sempre, può anche scegliere di andare contro ai suoi istinti, quindi , anche nel caso dell’omosessualità, si deve parlare di scelta, non di identità. Gli omosessuali non sono omosessuali, ma ha scelgono comportamenti omosessuali. All’identità della persona appartiene il sesso, maschio o femmina, non il comportamento sessuale, che, invece, appartiene all’ambito del libero arbitrio.

            Io, Elisa, non disprezzo nessuno, perché siamo tutti figli amatissimi di Dio. Io disprezzo profondamente atti, scelte, comportamenti che sono oggettivamente di una violenza inaudita, come quello di privare volontariamente un neonato del padre o della madre.

            1. Elisa

              Opinioni rispettabili che non riesco a condividere appieno però. Non riesco a disprezzare il mio prossimo, men che meno perché ha “scelto ” uno stile di vita diverso dal mio. Io non ho proprio memoria di un Dio che ci dice di disprezzare il prossimo. Anzi, se il mio prossimo sbaglia è con l’amore e non certo con il disprezzo che devo “aiutarlo”.

              1. Giancarlo

                Elisa, ho già detto: io non disprezzo nessuno, io disprezzo atti che sono ferocemente anti-umani, come quello di affidare ub bambino ad una coppia omosessuale. Non credi che il tuo rispetto dovrebbe essere, anzitutto, a difesa dei bambini?

          2. Alessandro

            Elisa, non può coerentemente essere cattolica e dire che non sa se “le famiglie omogenitoriali debbano esistere o no”.
            Non può essere cattolica e mettersi contro il Magistero cattolico. Il cattolicesimo non è la religione-fai-da-te, dove ognuno aderisce o no a quel che gli pare.

            1. Sara

              E non è che siamo “pervasi” dalle certezze: è che, se siamo cattolici, le nostre certezze vengono proprio dal Magistero!

            2. Elisa

              Essere cattolici vuol dire solamente essere contro il matrimonio e la cultura gay in generale? Beh scusate ma mi sembra davvero molto riduttivo.

              1. Giancarlo

                Essere cattolici vuol dire amare Dio e difendere l’uomo. L’ideologia gender è uno dei peggiori nemici dell’uomo. Occorre difendere l’uomo da questi attacchi satanici.

              2. Alessandro

                Elisa

                Non ho detto affatto che essere cattolici “vuol dire solamente essere contro il matrimonio e la cultura gay in generale”.
                Ho detto che un cattolico, se è coerente, non può rinunciare a contrastare l’omosessualismo (quella che tu chiami la “cultura gay”, con le relative rivendicazioni legislative). Il cattolico cristianamente contrasta l’omosessualismo e cristianamente ama la persona omosessuale (vedi Catechismo 2357-59).
                Altrimenti, si scambia fallacemente il cattolicesimo per una religione fai-da-te, come dicevo.

        2. Hendioke

          E il carattere collerico se non è una scelta cos’è? Quello che io so è che l’unico modo per capire se una persone è collerica è osservare il suo comportamento. Nessuna analisi del sul suo corpo potrà darci prova della sua collericità.

          E l’eterosessualità se non è una scelta cos’è? Quello che io so è che l’unico modo per capire se una persone è eterosessuale è osservare il suo comportamento. Nessuna analisi del sul suo corpo potrà darci prova della sua eterosessualità.

          E l’essere claustrofobici se non è una scelta cos’è? Quello che io so è che l’unico modo per capire se una persone è claustrofobica è osservare il suo comportamento. Nessuna analisi del sul suo corpo potrà darci prova della sua claustrofobicità.

          E l’essere depressi se non è una scelta cos’è? Quello che io so è che l’unico modo per capire se una persone è depressa è osservare il suo comportamento. Nessuna analisi del sul suo corpo potrà darci prova della sua depressione.

          E l’avere in simpatia più i gatti dei cani se non è una scelta cos’è? Quello che io so è che l’unico modo per capire se una persone preferisce i gatti è osservare il suo comportamento. Nessuna analisi del sul suo corpo potrà darci prova della sua preferenza per i gatti.

          Ecc. ecc.

          Mi sembra un po’ riduttivo dare di scelta una definizione (negativa, nel senso costruita per sottrazione) così ampia da poterla estendere a praticamente tutto, perché finisce col diventare una parola vuota che non definisce più niente.

          Capisco che questa operazione logicamente debole ti porta al risultato di poter dire che se l’omosessualità è una scelta (inconscia, non libera ma scelta) allora può essere cambiata (mentre il termine caratteristica non presuppone questa possibilità) ma ti stai mettendo in gioco logico pericoloso perché, portando avanti il tuo pensiero, dobbiamo giungere alla conclusione che anche l’eterosessualità è una scelta che può cambiare.

          Certo, potresti ben rispondermi che se entrambe sono scelte una (l’eterosessualità) è utile al proseguo della specie l’altra (l’omosessualità) no il che qualificherebbe la prima come la scelta giusta e l’altra come la scelta sbagliata. Dopo di che uno potrebbe risponderti che stiamo galoppando verso i 10 miliardi di individui e che una società futura potrebbe, invece, trovare molto interesse nell’appoggiarsi alla tua definizione di scelta per convertire alla non riproduttività parte della popolazione umana

      2. Max

        Pensa che stai rischiando di non poter più dire quello che hai detto perché un giorno potrebbero metterti in carcere per le tue opinioni o per le tue incertezze. A meno che non le terrai per te o le dirai a bassa, bassa voce…
        le sentinelle stanno “lottando” anche per le tue incertezze e la tua libertà di gridare pacayamente a chi ti sta accanto, chiedendo aiuto a capire, o forse solo per dire ci sono anch’io e non la penso come voi, ma ci sono e penso.

        1. Elisa

          Io davvero ho i miei dubbi, soprattutto in Italia, che una persona possa essere messa in galera perché esprime una sua opinione.

  4. chiarafrassinetti

    Buongiorno Costanza!  Grazie per questo articolo, spero mi aiuti a trovare le parole per affrontare l’ argomento con gli amici disinformati. Mi sono trovata in difficoltà quando ci sono state le sentinelle nella mia città perché con chiunque ne parlassi inseriva il disco: meglio una famiglia omosessuale serena di tante famiglie etero che non vanno d’ accordo….essere una famiglia Omo ( per me famiglia è altra cosa, ahimè come sono retrograda oscurantista bigotta…)  ormai è un marchio di garanzia, una certezza di armonia felicità, modernità.  Francamente mi sono un po scoraggiata, mi sembra di combattere contro i mulini a vento… Continuerò a mostrare con orgoglio la mia antiquata famiglia etero con cinque figli..da un solo marito! E mi raccomando all’ Agnello che mi dia forza di testimoniare con gioia. Un abbraccio. 

    Inviato da Samsung Mobile.

  5. Bentornati! Ammetto che un po’ mi siete mancati (e credo non solo a me)!

    Quello che scrive Costanza ci è successo pari pari quando è uscita quella ormai famosa foto dei due papà gay che stringono al petto il bambino appena nato, cosa che invece spetterebbe alla madre che lo ha appena partorito. Anche spiegando che mia figlia neonata, durante il suo primo mese di vita, si calmava solo ed esclusivamente sentendo il suono del MIO cuore -non di suo padre, di suo zio, di sua nonna, perché abbiamo provato, voleva il MIO- non si riesce a far capire l’immensa violenza che è lo strappare un bambino appena nato alla mamma che lo ha portato. C’è sempre quel sottofondo di “che male c’è”.

    1. Elisa

      La mamma che l’ha partorito ha però scelto di farlo ed è anche stata pagata (tanto) per farlo. A me il “povera mamma” risulta davvero incomprensibile, non è stata obbligata da nessuno! Ciò che mi viene da dire è…. Povero bimbo.

      1. Hai ragione, infatti se noti io parlo del bimbo. Ti assicuro che alla fine di un parto, specie se molto lungo e terribilmente doloroso, una donna può anche accorgersi a mala pena di avere in braccio suo figlio. È il bimbo che, sicuramente, ci soffre.

        1. Elisa

          Il bimbo ci soffre, esattamente come i bambini che non vengono riconosciuti ed abbandonati.

  6. Simonetta

    Bentornati a tutti.
    Mi mancava il giudizio chiaro, netto sulla questione e la voglia di mettersi in gioco con la propria testa con l’invito a fare altrettanto …. liberamente!

  7. credo che questo sia solo il primo passo per sfondare nella pretesa dell’eugenetica su larga scala, per strappare la procreazione alla famiglia in nome dell’organizzazione perfetta.
    è importante parlare con le persone, è un buon strumento per ridestare la coscienza assopita dal pietismo.

  8. 61angeloextralarge

    Bentornati! Mi siete mancati, anche se ultimamente commentavo poco. Smack! 😀
    La ditta di surgelati ha accorciato lo spot pubblicitario, forse a seguito delle mail di protesta e dei commenti su facebook? Ha tolto la frase “serena” della madre che accetta come nulla fosse, il fatto che il figlio abbia un compagno? Spero di sì e spero che sia un primo passo in attesa di togliere tutto lo spot. In realtà i surgelati che desiderano sono i nostri cervelli.

    1. elisa

      Capisco la resistenza verso le famiglie omogenitoriali, ma se due persone omosessuali vivono assieme, a lei che cosa toglie? Davvero non mi spiego il disturbo ed il fastidio che possa darle una pubblicità. Grazie!

      1. Sara

        Il fatto che tu non te lo spieghi, non significa che non sia reale e giustificato. Domandi cosa toglie ad altri il fatto che due omosessuali vivano assieme, domandi che male possa fare una banale pubblicità. E’ come domandare che male vuoi che faccia il male, è come domandare che ci importa se, ferma restando la nostra pace, altri vivono nella tribolazione, è come domandare che ci interessa, a noi che stiamo bene, se c’è chi un po’ più in là sta male. Be’, se come dici sei cattolica, conosci anche la risposta.

        1. Elisa

          E allora mi spieghi perché se ci si preoccupa della sofferenza altrui c’è così tanta acredime nei confronti degli omosessuali e non compassione?

          1. Velenia

            Compassione? Attenta Elisa già usare questo termine non è gay friendly ed è discriminatorio verso la comunità LGTB parlare di compassione presuppone una diversità e un disagio, pensare che ci possano essere diversità e disagio nell’essere gay è già essere omofobo, è proprio questo tipo di opinioni che il ddl Scalfarotto intende sanzionare.

          2. Sara

            Elisa, se ti riferisci a ciò di cui stiamo parlando qui, nei confronti degli omosessuali, non c’è acredine, a meno che tu non voglia chiamare acredine il fatto di riconoscere che l’omosessualità (bada bene, NON l’omosessuale) non va bene e non è affatto naturale. Ad ogni modo, anche ci fosse acredine, non per questo si può concludere con: “a lei che cosa toglie?”: l’acredine non si combatte certo con il via libera al male!

  9. Missionari dell’ovvio. Dobbiamo farci tutti missionari dell’ovvio, araldi del buonsenso, custodi del quotidiano. Noi, che sotto sotto sognavamo una santità eroica, conquistata per specchiate virtù ed altissimi meriti, dobbiamo invece rassegnarci a chiedere al Signore di donarci tutta la santa pazienza necessaria per questo compito oscuro e senza gloria terrena, armati solo di costanza (e di Costanza). Nella consapevolezza che quanto è ragionevole è incardinato nella ragione e la ragione è strumento eletto della Fede.

    1. Sara

      Bentornati a Costanza, ad Admin e a tutti gli amici e fratelli del blog!
      Sì, Franz, è vero: bisogna essere missionari dell’ovvio e custodi della realtà, ed è una cosa bellissima che questo compito non preveda ricompensa in termini di gloria terrena! Sempre a Gesù dobbiamo guardare e per la Sua gloria operare sempre. Grazie delle vostre parole e riflessioni (di tutti) che mi aiutano a imparare a vivere così – o quanto meno a tentare – e brava a Costanza che ci ricorda il male che c’è (e ce n’è eccome!), invitandoci ancora a non farci contagiare dal diffuso alibi del “che male c’è?”!

  10. Claudio B

    Però la risposta canonica a “less is more” è “less is bore” (noia). Questioni tra architetti, in origine …

    1. Personalmente, preferisco il mirianesco “less is less”. Per un principio di evidenza. E lo dico da architetto …

  11. Maccabeo

    Oggettivamente, il cosiddetto utero in affitto, associato alla possibilità dell’adozione da parte di coppie omosessuali non ha che due frutti: l’arricchimento di medici e addetti vari, e la diffusione esponenziale del vizio, non più riconosciuto come tale, e non solo insegnato come buono nelle scuole; perché ad esso verrano letteralmente “formati” i figli di queste persone. E non è difficile nemmeno pensare ad un’istigazione alla pedofilia, perché queste persone non hanno legami di sangue, e la pedofilia segue all’omosessualità in modo molto lineare.
    Nessuno giudica gli omosessuali perché sono così, ma tutti dobbiamo giudicare questa Società che non insegna loro a perseguire il bene, scritto in modo così evidente nella loro natura. Invece di aiutarli a vincere se stessi, come ogni uomo deve fare, li sta guidando verso l’autodistruzione.

    1. Cartesianamentedubito

      Ora, va bene tutto e la libertà di espressione è sacrosanta ma dire che l’omosessualità è legata alla pedofilia non è un’opinione, è una calunnia e questo sì che è un reato.

      1. Maccabeo

        Mi scusi, sarebbe reato se dicessi “tutti gli omosessuali sono pedofili”, oppure, ancor peggio facessi nome e cognome. Ho soltanto detto, in sintesi che un abuso del proprio corpo, sconnesso completamente dalla sua oggettività, porta a ovvie conseguenze peggiori, fra cui la pedofilia. Se quest’ultima può considerarsi termine di un’autolesionismo psicofisico non significa che a questo termine ci si debba per forza arrivare.
        Ma affidare bambini a persone poco capaci di autocontrollo, con non so quanto senso del pudore, e soprattutto quasi senza limiti nell’uso del sesso, probabilmente significherà una bella spinta verso l’ampliamento di questi limiti, che hanno già infranto da tempo la soglia della ragionevolezza.
        Io mi rendo conto che per chi non è abituato a un certo modo di pensare affacciarsi su un blog come questo è un po’ come lanciarsi col bungee jumping. Allora consiglio di leggere con attenzione, di annotarsi i nodi delle questioni, e cercare di approfondire. La verità cattolica è la verità dell’uomo, che lo libera e ne massimizza tutte le facoltà. E’ la felicità già in terra che si deve augurare ad ogni uomo. Io ho conosciuto delle persone omosessuali, cattoliche, che si sono impegnate a vivere la loro fede. Quindi se scrivo certe cose è anche alla luce di quello che queste persone mi hanno detto, nonché della lotta che hanno dovuto sostenere. Ma la vita dell’uomo non è tutta una lotta? Come possiamo acquietarci nel clima leggero e superficiale di oggi, nel quale stanno proliferando quelli che sono gli abomini dell’uomo di ogni tempo? E’ vero che bisogna sapersi accettare, ma bisogna ancor più sapersi superare, altrimenti il Signore non avrebbe insegnato che “il Regno dei Cieli soffre violenza e i violenti lo conquistano” (Mt 11, 12).

        1. valeria

          La sua morale cattolica (decisamente sessuofobica) non può decisamente essere un metro di giudizio valido. Non siamo in una teocrazia, se ne faccia una ragione. Sul parallelo omosessualità/pedofilia non mi esprimo nemmeno.

          1. Maccabeo

            Mi spiace Valeria, una tale reazione. Il mio metro di giudizio è semplicemente la realtà. C’è un’evidenza, che può cogliere chi si lascia ammaestrare dall’unico vero insegnante di filosofia, cioè di una sapienza che dovrebbe insegnare a vivere bene, virtuosamente: il senso comune. Che questo, poi, conduca al riconoscimento dell’esistenza di un Creatore, che cioè ha fatto in modo che ogni cosa sia, e sia in un certo modo e definitivamente tale, non è l’oggetto della discussione. Ci stiamo soffermando sulla prima parte, ripeto: il senso comune. Noi possiamo fare mille discussioni, che le posso assicurare potranno anche non aver mai fine. Una sola cosa resta: la realtà. E questa dice maschio e femmina. E’ lei a doversene fare una ragione. Posso anche accettare che non creda in Dio, il cui riconoscimento non è immediato, ma richiede un minimo di capacità d’astrazione. Ma il riconoscimento della realtà è intuitivo, immediato, e segna il limite fra la sanità di mente e la follia. Ora non si offenda, non dico che è folle, ma soltanto che si sta mettendo su quella pista. Nietzsche insegna.
            Come pure vizio chiama altro vizio, e quindi l’omosessualità porta facilmente alla pedofilia. Io mi rendo conto che oggi, vivendo la maggior parte delle persone il libero sesso, fuori dal matrimonio, si è perso il senso della misura e quindi non si riesce più a comprendere perché ogni persona, aldilà delle tendenze sessuali, non possa fare quello che vuole. Non si riesce più a comprendere il valore dell’oggettività della virtù, che rende felici di una felicità che sorpassa il mero piacere. E questo lo pensava pure Aristotele, che non era cattolico né ebreo, ma onesto intellettualmente e anzitutto con se stesso, oltre che, ovviamente, un genio. Le ripeto: vizio chiama vizio.

            Grazie a Sara

            1. “Il vizio chiama altro vizio”, come il peccato chiama altro peccato e il peccato genera la morte. Del’anima, dello spirito, della coscienza e quella ontologica (termine che Alvise ama tanto…).

              E in tal senso dovremo domandarci come oggi, anche solo prendendo spunto dai fatti di cronaca recentissimi (600 i sospettati arrestati nella sola Gran Bretagna), questo fenomeno sia in continua diffusione.
              Si potrebbe affermare che nei secoli, magari in modo più nascosto, questo tremento vizio sia sempre esistito, ma la domanda è appunto sull’oggi… un tempo che dovrebbe essere tanto “avanti”, tanto “rispettoso”, tanto “civile”….

              Sarà bene domandarselo anche esulando da una visione che collega omosessualità-pedofilia (non che il collegamento non esista), perché le persone, di stato sociale, cultura, età, ecc. sono veramente di “ogni tipo”.
              Come è giusto ricordasi che nella stragrande maggiornaza dei casi, è un fenomeno che riguarda il genere maschile… 🙁

            2. Il fatto che lei accosti il pensiero comune e gli “insegnamenti” di Nietszche mi fa per lo meno dubitare della conoscenza che ha di questo autore. Il vizio nell’omosessualità è un punto di vista (il suo), che per fortuna è ormai molto lontano dal “senso comune” di cui parla, tanto che la discriminazione in base all’oriento sessuale sta per essere vietata dalla legge (come lo è già la discriminazione per il colore della pelle o per la religione), cosa che trovo in sè giusta.
              Omosessualità vuol dire amare e voler passare la vita con una persona dello stesso sesso e nulla di più, può essere una caratteristica innata o acquisita, ciò non toglie che non ci sia nulla di male in questo, ( a meno di non buttarla sulla morale religiosa, che come è ovvio non può decidere sulla vita dei cittadini).
              La pedofilia è tutta altra cosa: una condizione che, se non contenuta, porta allo stupro di un bambino, una tragedia che va fermata e impedita con ogni mezzo (dove l’omosessualità porta generalmente al costituirsi di un rapporto, di una coppia e possibilmente alla felicità di 2 persone). Non vedo nessuno collegamento logico tra le due cose, e “vizio chiama vizio” di certo non lo è, dato che non è accettabile la definizione di vizio nè per l’omosessualità nè per la pedofilia.
              Tutto ciò con buona pace di Aristotele, che per la cronaca viveva in un tempo in cui misoginia e pederastia pedagogica erano assolutamente normali, per cui non mi affiderei troppo alle sue convinzioni etiche.

  12. Giacomo

    … bisogna pregare tanto, tanto, tanto.
    Miserere mei
    Mi è venuto un pensiero: Dio ci dona per l’eternità quello che abbiamo voluto in terra, che sia fidisperazione o felicità, senza toglierci la libertà di scelta.
    grazie di tutto

  13. A.A.

    Ciao a tutti,
    senza alcun tipo di polemica sulla questione non capisco una cosa: perchè il bambino cresciuto da una coppia omossessuale non dovrebbe sapere” chi fossero i nonni, come si siano conosciuti, quale era il piatto preferito del nonno, la lingua della nonna, senza sentirsi raccontare mille volte di quella volta che lo zio cadde dall’albero”, le persone omosessuali non hanno una famiglia? crescono sotto il cavolo?
    Se il ragionamento fosse quello (ma ribadisco non l’ho proprio compreso) che non saprà nulla della sua famiglia diciamo “naturale” non sarebbe esattamente lo stesso destino di un bambino adottato da una coppia eterosessuale?

    1. Davide

      Almeno una differenza c’è. Il bambino adottato è rimasto orfano per una sventura, quello della coppia omosessuale è stato reso (parzialmente) orfano tramite il deliberato ricorso alla procreazione medicalmente assistita.

  14. vale

    “….i gay( e ha ragione Isotta a rifiutare il termine) vogliono figli con l’utero in affitto….vogliono inserirsi a pieno titolo nel politicamente corretto,vogliono essere dalla parte dei benpenssanti e della polizia( e la galera a chi non si allinea)…vogliono reprimere la libertà di opinione,con la legge scalfarotto,….va bene ,abbiamo capito, la strategia è cambiata: non più libertà sessuale ma “normalizzazione”, la parola d’ordine non è più ” son diverso e ne son fiero”, ma “non sono diverso e se tu lo affermi ti denuncio”.
    ma cosa ha a che fare tutto questo col liberalismo? o forse si confonde essere liberale con essere liberal, e dunque aggiornati,progressisti , ben collocati nel coro….”

    da:eugenia roccella Il Foglio di oggi mart.15 luglio pag.4 “gli strani “liberali “da arcigay che cogliono il ritorno dei reati d’opinione”

  15. Anna

    Grazie mille, Costanza. Almeno mi sento meno sola ad affrontare certi argomenti. Poi, spessissimo, appena spieghi le insidie insite in un decreto che crea il reato d’opinione, alcuni si rendono conto del reale problema, in molti dicono: “ma figurati”. Ma nessuno sembra favorevole all’omogenitorialità.

  16. Cartesianamentedubito

    Interessante e molto illuminante ma ahimè discriminatorio. Perchè mi sembra che qui si parli sempre di gay e mai di una categoria che si trova a essere discriminata nella discriminazione: le lesbiche. Io non sono gay ma lesbica (quella L della sigla LGBT che appunto sta per Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transessuali) quindi non tento in alcun modo di convincere la gente con messaggi subliminali che sono più felice di loro ma che semplicemente trovo la mia felicità nel condividere la mia vita con un’altra donna, almeno con gli stessi alti e bassi delle persone eterosessuali. In quanto donna, nonostante la mia omosessualità, sono anche dotata di apparato riproduttivo (e anche la mia potenziale compagna, salvo problemi medici ma non fasciamoci la testa prima che sia rotta) per cui potremmo avere figli senza ricorrere all’utero in affitto. Non costringeremo né obbligheremo nessuno a portare in grembo un bambino e neanche glielo toglieremo ( sembra una delle vostre maggiori paure) non appena lo avrà partorito. Questo ci salva – me, la mia futura compagna e tutte le donne lesbiche – da questo anatema? Dato che sarà almeno biologicamente figlio di una delle due, il fatto di avere garantita almeno metà della genealogia e di racconti sulla cucina di nonna e della volta che lo zio cadde dall’albero basterà a garantirgli una crescita felice? Considerando ovviamente che nei secoli di bambini nati da padre ignoto ce ne sono stati a bizzeffe e che molte coppie etero sterili ricorrono alla fecondazione assistita (quindi diciamocelo, il padre che lo cresce non è il suo vero padre) e tutti sti figli son venuti su tutto sommato anche bene.

    1. Alessandro

      “Dato che sarà almeno biologicamente figlio di una delle due, il fatto di avere garantita almeno metà della genealogia e di racconti sulla cucina di nonna e della volta che lo zio cadde dall’albero basterà a garantirgli una crescita felice?”

      No, non garantirà un bel niente. Per maggiori informazioni:

      http://www.uccronline.it/tag/figli-omosessuali/

      1. Sara

        Infatti, non garantirà un bel niente. E poi, che si fa? Si gioca al ribasso? “Almeno metà della genealogia”… che tristezza!…

    2. Mario Polizzi

      Ciao Cartesianamentedubito,
      io sono gay (si, gay, omosessuale felice di esserlo) e penso che nessuno stato possa impedire ai propri cittadini di procreare come meglio credono, ma penso anche che generare un figlio privandolo, intenzionalmente, del padre o della madre, sia moralmente deprecabile. Certo, come dici tu, nei secoli di bambini nati da padre ignoto ce ne sono stati a bizzeffe…ma è questa la condizione ideale che io vorrei regalare a mio figlio ? Da sempre accade che i bambini nascano senza un padre o una madre….ma questa è una condizione auspicabile? Non è forse sempre fonte di una qualche forma di disagio? E perchè dovresti desiderare questo per tuo figlio, la creatura che dovresti amare sopra ogni cosa?
      Detto questo mi domando:
      Perchè qui si parla del decreto Scalfarotto come dello strumento introduttore del reato di opinione ? In quale modo il decreto diverge dalla Legge Mancino (più restrittiva del decreto Scalfarotto ed intesa a punire le discriminazioni e le offese razziali e religiose)? Quanta gente è andata in carcere in Italia per aver espresso il proprio dissenso rispetto ai precetti della religione musulmana? Per aver detto “la poligamia è sbagliata” ? Non c’è forse una profonda differenza tra il dissenso e le offese, le ingiurie ? Tra l’esprimere la propria opinione sul matrimonio omosessuale, persino su convinzioni religiose, ed offendere la gente ? Tra il dire “l’omosessualità è peccato secondo la mia religione” e “l’omosessualità è una perversione” ?
      Secondo me si che c’è differenza ! E’ quella differenza che corre tra un confronto civile e rispettoso e quella l’offendere altri esseri umani che la pensano diversamente da noi. Ed il giudizio su cosa sia offesa e cosa opinione corre sullo stesso filo che distingue la discriminazione razziale o religiosa e il dissenso critico rispetto ai precetti di un credo o una battuta scherzosa su una minoranza etnica. Se volete sostenere che il decreto Scalfarotto esponga gli italiani a chissà quale intrusione nella libertà di opinione, non credete che la Legge Mancino limiti la libertà di opinione di quegli italiani che vogliono, ad esempio, sostenere che i preti sono tutti dei malati di mente ?
      Infine……nell’articolo di Costanza, parlando della Legge Scalfarotto si insiste sulla fecondazione assistita/uteri in affitto….Io non vedo, sinceramente, come queste due cose siano in relazione. A parte il fatto che oggi per la stragrande maggioranza sono gli eterosessuali a ricorrere agli “uteri in affitto” (e quindi perchè parlarne sempre in riferimento agli omosessuali), se la fecondazione assistita è illegale (e secondo me dovrebbe esserlo), lo è per tutti, etero o omosessuali…..dove sta il legame con la Legge Scalfarotto ? Se non lo è, allora perchè dovrebbe esserlo solo per gli omosessuali ?
      Grazie.

      1. Roberto

        Bentornata Costanza! Bentornato Admin!

        @Mario Polizzi: premetto che io sono convinto che la legge Mancino già in quanto tale sia una legge pericolosa e la abrogherei volentieri. Premetto anche che se qualcuno desiderasse sostenere che i preti sono tutti malati di mente, non vedo perché una legge dovrebbe vietarglielo. Il problema non sarebbe tanto quello, quanto volere, partendo da questa premessa falsa, rinchiuderli in un manicomio per “rieducarli”.
        Come sarebbe inaccettabile, se qualcuno sostenesse che “gli omosessuali sono tutti matti”, di volerli costringere, analogamente, a essere “rieducati”.
        Attenzione, perché questa prima differenza può sembrare sottile ma è fondamentale. Voglio farti notare che, per noi cattolici, la tendenza omosessuale è in sé un “disordine”. Non è un peccato finché non diviene atto, ma è l’indice di un disordine della persona, della psiche; come tale giudichiamo quanto tendenza. Ora, questa affermazione è “omofoba”? E’ fedele al Magistero cattolico, comunque.
        Ti faccio notare che la differenza che tu poni è sottile e già io ne sento minacciata la mia libertà d’espressione: io non potrei dire (per fare un esempio) che “Dio esiste secondo la mia religione”. Io dico che “Dio esiste, ed è cattolico.” Così, non mi limito a dire che “il rapporto omosessuale è un peccato secondo la mia religione.” ma che “l’omosessualità è un grave disordine, non consente il raggiungimento della vera felicità, è una condizione che, a volte, può essere curata, e laddove venga riconosciuta ufficialmente dalla società come un diverso modo di essere, è per la società una minaccia in quanto introduce nella struttura sociale stessa un principio di grave disordine.”
        E questo a prescindere dalla mia appartenenza religiosa.
        Ciò non ti deve piacere, ovvio, ma non ti devi sentire autorizzato (se del caso) a usare il manganello della legge per vietarmi di esprimermi in tal senso.

        Inoltre, non bisogna essere ingenui: uno strumento di legge non è MAI neutrale. Innanzi tutto, siamo di fronte a una fattispecie, la “omofobia” che in sé non ha senso, perché non è definitoria, e davanti al quale la nostra fantasiosa magistratura potrà scatenarsi.
        Aggiungo, che determinate lobby ben finanziate e molto decise sono pronte a utilizzare questo strumento: ciò che conta intanto è la minaccia di venire denunciati, finendo in un tritacarne giudiziario del quale non si vede l’uscita.
        Lo stratagemma è finalizzato a silenziare una chiara posizione, fa parte di una manovra più ampia.

        Lascio un paio di link tanto per approfondire:

        http://www.lanuovabq.it/it/articoli-gay-un-arresto-a-londra-per-avere-letto-san-paolo-6832.htm

        http://www.lanuovabq.it/it/articoli-inghilterrasan-paolofuorilegge-7245.htm

        1. Hendioke

          Il punto è che la legge Scalfarotto non mira a punire chi esprime l’opinione che l’omosessualità sai un disordine della psiche che se accettata in una società introduce un pericoloso principio di disordine in questa ma chi istiga, partendo da questa opinione, a saccagnare di botte gli elementi disordinati o a offendere queste persone in quanto tali (ovverosia avere un atteggiamento ostile e aggressivo con una persona non perché questa in sé considerata sia sgradevole e a noi antipatica ma per una sua caratteristica).

          Davvero, non capisco il timore di reato di opinione che aleggia sulle leggi Scalfarotto e Mancino (che, lo vorrei ricordare anch’io, non hanno mai mandato in galera nessuno per le semplici opinioni espresse).

          E con riguardo alla non neutralità della legge. Queste due leggi si basano sul principio che non si può discriminare attivamente una persona per sue caratteristiche e convinzioni isolatamente considerate: principio acquisito con difficoltà nel corso di un secolo dove eravamo partiti convinti che bastasse avere la pelle un attimo scura per meritarsi d’essere discriminati a norma di legge e sfavoriti rispetto agli altri cittadini quindi non mi sembra proprio un principio in sé sbagliato. Detto questo io mi sarei limitato a parlare di discriminazione legata all’orientamento sessuale della vittima e non di omofobia per un semplice motivo di praticità (inutile citare un sottoinsieme se la legge già considera l’insieme)

          1. Roberto

            @Sara: ciao e grazie!

            @Hendioke: e allora è una legge che non serve a nulla, salvo che mi si voglia far credere che leggi che puniscono questi crimini e questi criminali non esistono già; cosa non vera.

            Queste, spiacente, sono fandonie: la legge è pensata e voluta per intimorire con la minaccia di denuncia, risarcimenti e/o galera chi non si adegua a un certo pensiero unico. Vedasi i link che ho lasciato sopra. Io non me ne faccio nulla delle assicurazioni di chicchessia che mi vuol venire a dire come questa legge sarà o non sarà usata: una volta che sarà approvata, sarà usata esattamente allo scopo che noi denunciamo.

            1. Hendioke

              La legge è stata voluta per rendere chiaro a tutti che un fenomeno che nel nostro Paese è rimasto spesso sottotraccia esiste ed è grave, per dare una risposta di sostegno morale da parte dello Stato (prima che giuridico) a chi si è ritrovato corcato di mazzate solo perché omosessuale.

              Detto questo, se davvero credi che servirà per metterti in galera assieme a chiunque non sia a favore del matrimonio e delle famiglie gay vedremo. Scommetto di no e spero (e scommetto lo speri anche tu) e confido di aver ragione. Intanto buona fortuna nei vostri sforzi per la sua non approvazione

              1. Sara

                “per dare una risposta di sostegno morale da parte dello Stato (prima che giuridico) a chi si è ritrovato corcato di mazzate solo perché omosessuale”.

                Questo lo Stato lo fa già, punendo qualunque tipo di aggressione e violenza, indipendentemente dall’orientamento sessuale dell’aggredito. Perciò, se la legge in questione avesse questo scopo, sarebbe del tutto inutile e superflua, come più volte affermato. Evidentemente, c’è dell’altro.

              2. Roberto

                Una legge repressiva di un comportamento di contenuto positivo non deve occuparsi di “rendere chiaro un fenomeno” o di “dare una risposta di sostegno morale”, perché si fa moralistica. Ciò che scrivi è anzitutto senza senso in prospettiva di fattispecie di legge. E, lo ribadisco, qui mi sa che si fa apposta a fraintendere continuando a ripetere: “… se davvero credi che servirà per metterti in galera … “. Come ho già scritto (ammesso che si volesse fare lo sforzo di leggere ciò che scrive il proprio interlocutore): lo scopo della legge è di suscitare uno stato di timore di venire puniti da una legge la cui fattispecie è incerta, oltre che illiberale, così da imbavagliare il dibattito e spuntare l’approvazione di quelli che vengono falsamente definiti “nuovi diritti” senza trovare opposizione.

                Noto anche che i link che ho lasciato, che parlano di fatti accaduti e non di tesi personali che lasciano il tempo che trovano, sono stati pure attentamente ignorati. Perché non ne sono stupito?

                1. Hendioke

                  I tuoi link sono stati ignorati perché attengono a un fatto accaduto a Londra. Nel Regno Unito c’è una concezione della legge molto diversa dalla nostra, lì si fanno leggi per applicarle non per mandare segnali come invece avviene qui.

                  Quella che vi propongo è una interpretazione dei fatti che, secondo me, spiega il perché di questa superflua legge senza tirare in ballo intenti repressivi e intimidatori orditi per favore il disegno del “pensiero unico”, teoria affascinante che rende troppa grazia all’intelligenza dei nostri legislatori.

                  Dice bene Roberto che le leggi non dovrebbero occuparsi di dare risposte morale ma, purtroppo, spesso il messaggio morale diviene preminente nell’elaborazione della legge, soprattutto nel nostro Paese. E’ il caso della legge Scalfarotto ma è anche il caso dei matrimoni omosessuali. La nostra legislazione (e la nostra Costituzione) non danno all’istituto giuridico del matrimonio il compito di unire un uomo e una donna, parla semplicemente di coniugi e dei loro diritti e doveri. Le differenze fra moglie e marito, i riferimenti a una coppia formata da padre e madre entrano in gioco solo in relazione ad aspetti della vita insieme e in relazione al rapporto genitori-figli, ergo non c’è motivo giuridico per non estendere il matrimonio agli omosessuali (che rimarrebbero comunque non considerati dalle norme relative ai rapporti genitori-figli, quindi non otterrebbero tutti quei diritti che per il nostro ordinamento richiedono la presenza di un padre e una madre) eppure la via che si sta scegliendo in questo Paese è di creare un istituto apposta, le unioni civili, che è ridondante rispetto al matrimonio. Perché? Per passare il messaggio morale che si vogliono riconoscere i diritti e i doveri delle coppie omosessuali che vogliono passare la vita insieme ma non si vuole riconoscere a queste unioni la dignità che la morale sociale (e non la legge) associa al concetto di matrimonio.

                  Purtroppo il nostro è un Paese dalle molte leggi che in realtà sono proclami inutili

                  1. Roberto

                    Scusa, ma ti rendi conto dell’assurdità delle tue argomentazioni? “Nel Regno Unito c’è una concezione della legge molto diversa dalla nostra, lì si fanno leggi per applicarle non per mandare segnali come invece avviene qui.” Prego? Quindi il problema all’improvviso non è più una legge che viene usata per reprimere la libertà d’espressione, ma il fatto che (tu) hai deciso che in Italia non verrebbe usata in tal senso? E, di grazia, da dov’è che ti arriverebbe questa scienza infusa?

                    Se proprio vogliamo abbandonarci un attimo ai luoghi comuni (con un fondo di verità) potrei rispondere che l’Italia è il posto dove la legge si applica coi nemici e si interpreta con gli amici, in puro stile rivoluzionario.

                    Ma abbi pazienza, a discutere con chi mi presenta tali “argomenti”, mi scappa la poesia della polemica, perciò per quanto mi riguarda ti saluto, senza neanche ricordarti la sentenza della Corte Costituzionale che ha chiarito in modo inoppugnabile cosa si deve intendere per “matrimonio” nella nostra costituzione.

                    1. Hendioke

                      Non scaldiamoci suvvia. Tu sei contrario a questa legge, e anch’io sono contrario a questa legge. Tu temi verrà usata per reprimere il diritto ‘opinione di chi non si allinea al pensiero unico (e mi porti un esempio inglese) io credo sarà l’ennesima legge foggiata per dare più un segnale moralistico che per reprimere chicchesia. Sono due idee differente che non si basano su molto più che un convincimento (non riesco proprio a trovare in un episodio inglese la prova che accadrà lo stesso qui, mi spiace, mentalità troppo diverse nei due differenti Paesi), vedremo chi avrà avuto ragione sperando nel mentre che ci ripensino.

                      Ti ho poi citato le unioni civili dovrà andrà probabilmente a parare l’iter per riconoscere alle coppie omosessuali i diritti/doveri di una coppia coniugata come esempio delle nostre leggi colpite dal moralismo e credo che il mio “non c’è motivo giuridico per non estendere il matrimonio agli omosessuali” deve averti spinto a pensare ch’io ritenga estensibile il matrimonio agli omosessuali già subito, senza bisogno di intervento legislativo. Ebbene non è così (e sì che parlavo di una futura legge, credevo di essere chiaro) e la sentenza della Corte Costituzionale, se è quella n. 138/2010 cui stai pensando, la pensa allo stesso modo.

                      Non è una sentenza che ha dichiarato cosa si debba intendere per matrimonio nella nostra Costituzione in modo così inoppugnabile, in verità. Anzi, poiché nella nostra Costituzione ci si limita a indicare la famiglia come “società naturale fondata sul matrimonio” che di certo ha solo il riconoscimento della famiglia come fenomeno pregiuridico (tradotto: la famiglia esiste che il diritto la riconosca o meno) per arrivare a dire che per famiglia fondata sul matrimonio si debba intendere solo quella eterosessuale è dovuta ricorrere ai riferimenti al marito e alla moglie e al padre e alla madre contenuti nel codice civile, e poiché la Corte Costituzionale, giustamente, non può interpretare la Costituzione alla luce di una legge di rango inferiore è andata a pescare nei lavori della Costituente, asserendo che non avendo i Padri Costituenti (nel 1947) affrontato il problema del matrimonio omosessuale allora avessero accettato l’idea di matrimonio e famiglia come delineati dal codice civile (precedente alla Costituzione essendo del 1942).

                      Si tratta, però, di una interpretazione sul filo della formalità, con cui la Corte Costituzionale si è rifiutata, come è giusto, di aderire a una posizione che nel silenzio del legislatore l’avrebbe costretta a creare una nuova norma, ma ha ben ribadito due volte che la materia è nelle mani del Legislatore.

                      Se il Parlamento domani, con una legge, estendesse il matrimonio e modificasse gli articoli degli istituti legati (così da chiare, ad esempio, che all’adozione possono accedere solo coniugi eterosessuali), la Corte avrebbe ben poco da dire.

        2. Mario Polizzi

          Roberto,

          non si tratta di voler “rieducare”. Si tratta di esprimere le proprie opinioni e la propria fede nel rispetto degli altri.

          Se l’omofobia, come dici tu, non è “definitoria”, non lo è nemmeno il razzismo, nè tanto meno la discriminazione su basi religiose o di nazionalità. Se la vostra preoccupazione è la salvaguardia del vostro libero pensiero non dovreste preoccuparvi allo stesso modo della legge Mancino (già in vigore) ? Inutile dire “premetto che io sono convinto che la legge Mancino sia una legge pericolosa”, non ho letto un solo intervento a riguardo, mentre ne ho letti svariati contro la proposta Scalfarotto (che non è nemmeno legge, non ancora). Mi sembra evidente che l’ogetto del contendere sia sentirsi liberi di insultare gli omosessuali.

          Le affermazioni che hai fatto sull’omosessualità (“è un grave disordine”, “non consente il raggiungimento della vera felicità”, “ è per la società una minaccia…un principio di grave disordine.”) sono affermazioni che non hanno nessun riscontro scientifico ma derivano semplicemente da una fede religiosa. Ora, tu potrai anche credere che la tua religione è l’unica, e che la tua vita debba rigorosamente seguirne i precetti. Ma fortunatamente viviamo in un paese laico, dove ognuno è libero di professare la propria religione “nel rispetto degli altri”. E’ su questo concetto di rispetto che si incentra il decreto Scalfarotto (così come del resto la legeg Mancino).

          Un conto è quindi esprimere il proprio dissenso da qualcosa che non si condivide, per motivi di credo religioso (e questo non ha nulla a che vedere con l’ogetto del contendere del decreto Scalfarotto). Un conto è offendere, insultare, disprezzare ciò che non si condivide.

          Un conto è dire “l’omosessualità è un peccato”.
          Un conto è dire “l’omosessualitàè una perversione”

          1. Roberto

            Io ti ho fatto una domanda precisa, e che non era retorica: le affermazioni che ho esposto sono o non sono “omofobe”? Poiché, a tuo dire, la parola di neo-lingua orwelliana “omofobia” è definitoria, non farai fatica a rispondermi e spiegarmi quali sono i parametri che permettono di capirlo.

            Che la condizione di omosessualità non sia naturale, che il “sesso omosessuale” sia un’invenzione senza riscontri biologici né tanto meno genetici o psichici, nonostante tutti gli sforzi per dimostrare il contrario, è molto più scientifico della pretesa contraria.
            Le tue parole, che pretendono di forzare gli argomenti che ti si oppongono in una sfera meramente religiosa per poi invocare la “laicità” e il rispetto secondo la legge Mancino/Scalfarotto per poterli così neutralizzare e implicitamente sottendere che da essi io non abbia il diritto di proporli per dare ordine alla società alla quale appartengo, dimostra in modo lampante come la legge alla quale ci opponiamo abbia proprio lo scopo di ledere i nostri diritti politici. Perciò, ti ringrazio della indiretta conferma.

            PS: che tu non abbia letto commenti critici alla legge Mancino così com’è a me, in tutta franchezza, non importa proprio un bel niente. Per quanto mi riguarda, li feci tempo addietro proprio su questo blog e se ci tieni puoi andarteli a cercare. Rilevo comunque che nelle tue argomentazioni c’è soprattutto la volontà di processare il tuo interlocutore: “”Mi sembra evidente che l’ogetto del contendere sia sentirsi liberi di insultare gli omosessuali.”” “”sono affermazioni che non hanno nessun riscontro scientifico ma derivano semplicemente da una fede religiosa.”” (perché evidentemente lo sai tu quali sono le ragioni che mi portano a sostenere una determinata tesi) “”Se la vostra preoccupazione è la salvaguardia del vostro libero pensiero non dovreste preoccuparvi allo stesso modo della legge Mancino (già in vigore) “” (decidi tu di cosa debbo o non debbo occuparmi io?).

    3. Dunque vediamo:

      – Sono felice di aver scelto di condividere con un altra donna. ecc. ecc. – che male c’è?
      – Essendo dotata di apparato riproduttivo posso generare… opps manca l’altra componente, per cui o ricorro ad un “donatore di pene” (non quelle del cuore), pur con un grosso sforzo essendo i miei “gusti” di natura sessuale ben diversi (che male c’è?), o ricorro all’inseminazione artificiale (di un masturbatore a pagamento), tanto tutto quello che scienza e tecnica fanno, si può fare – che male c’è?
      – Anche la mia “potenziale compagna” è dotata dello stesso apparato, quindi nel desiderio di avere prole (che in una coppia etero corrisponde ad un padre-marito che desidera una condivisa paternità ed una corrispondente madre-moglie che desidera una condivisa maternità) quale delle due maternità o desideri della medesima, avrà la meglio?
      Beh, decideremo assieme (magari una delle due non ci pensa “manco pa’a capa”), faremo dei test, faremo a turno, tireremo a sorte… che male c’è?
      – Avremo garantita almeno metà delle genealogia… alla crescita equilibrata (da secoli è così…) necessiterebbe anche una figura paterna? Non è detto, chi l’ha detto… figli di padre ignoto o orfani ce ne è a milioni, quindi se “omettiamo” il padre sin da subito – che male c’è? e dimentichiamo pure per un attimo che per chi è cresciuto senza padre o madrem, non è che sia stata proprio una passeggiata… (qualcuno qui – Mario – ha già fatto una corretta obiezione, mi spingo ad una provocatoria iperbole: tantissima gente cresce bene anche con un arto o due o… quindi azzoppiamola sta creatura – che male c’è?)

  17. vale

    p.s. in quanto alla libertà di opinione, oserei dire di parola-scritta e parlata- almeno i giornalisti sono ancora più uguali degli altri : per tutti noi non giornalisti il senato ha inasprito la pena per chi fa il “giornalista” abusivamente( !) ( fino a due anni di galera e da diecimila a cinquantamila euro di multa più la confisca delle attrezzature utilizzate.- a suo tempo fu condannato Pannella per aver pubblicato risorgimento liberale firmandolo come direttore senza essere un giornalista professionista) quindi senza aver il “patentino”.
    insomma, la via italiota alla libertà di opinione.
    bella roba.
    una legge fascista del 1925 lo creò, l’ordine-indovinate perché?- e fu ripreso con poche modifiche da una legge del 1963.
    Nato con lo scopo di controllare la stampa, il sindacato dei giornalisti ha deciso di mantenerlo anche dopo la caduta del regime, e ancora oggi lo difende a spada tratta.

    siamo l’unico paese democratico dove esiste una roba del genere,se non ricordo male.

    dichiarazione universale diritti dell’uomo ONU 1948
    Articolo 19
    Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il
    diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare,
    ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza
    riguardo a frontiere.

    1. vale…

      ….ma c’è anche chi pensa (o che dice di pensare) (giuristi di prim’ordine!) che la iscrizione all’Ordine serva per la tutela sindacale eccetra…

  18. …davvero qualcuno pensa (seriamente) che chi affermasse “che un bambino per crescere in modo sano e armonioso ha bisogno di un padre e di una madre” potrebbe rischiare anche il carcere?

    1. Davvero pensi (seriamente) che a tempo debito e a determinata legge approvata, nessuno si beccherebbe una denuncia? (!)

      Quanto al carcere, io non confido molto sulla seguente, illuminata decisione dei giudici…

  19. Loretta

    Purtroppo mi pare che le persone si cambino opinione con i ragionamenti: anche se questi sono di una logica semplice e lineare! Mi sembra che le persone agiscano per lo più in base a emozioni e sentimenti: così mi sto un po’ scoraggiando a cercare di spiegare e di far chiarezza!

  20. Mi capita Ramente di condividere il pensiero che diffondi, ma su tutto quanto hai scritto in questo articolo hai tutto il mio appoggio , per quanto inutile possa sembrare.

  21. ivana

    Cara Costanza, il tuo articolo è bellissimo, come lo sono sempre le tue considerazioni, per la sua chiarezza di argomentazioni. Mi permetto, però, una noticina: quel bambino che tocca il seno della mamma, giocandoci e annusandolo, ne potrà trarre beneficio nei primi due anni di vita, ma poi mi lascia molto perplessa …

  22. Alvaro

    Capisco benissimo che ognuno parli a vantaggio della propria posizione o della ideologia per la quale parteggia ma io mi domando e domando: perche’ i miei due figli facevano riferimento a me per certi argomenti e alla loro madre per certi altri? Non voglio, ne mi piace, parlare del perche’ e per quale motivo ci sono in natura gay, lesbiche e trans ma uno cosa la voglio dire e domandare ancora: potra’ mai una madre fare le veci di un padre e un padre fare le veci di una madre, pur con tutta la buona volonta’ che ci possono mettere, nei riguardi di un figlio o di una figlia?
    Alvaro.
    P.S. Se si continua di questo passo mi aspetto che un giorno o l’altro, in un paese dai mille problemi irrisolti, dalla disoccupazione che cresce sempre piu’, dalla poverta’ che ormai conosce quasi il 25% degli italiani, qualche fenomeno fra i nostri “politicanti”, tutti compresi ovvero il nuovo che avanza e il vecchio che non arretra, presentera’ una legge pro persone “etero” per difenderle dagli attacchi giornalieri che vengono loro portati da associazioni un po di tutti i tipi, media, ecc.ecc. Povera Italia nostra.

  23. V.

    Costanza, Appena letto il tuo pezzo mi sono imbattuto in questo articolo
    http://www.corriere.it/esteri/14_luglio_15/ritrova-famiglia-miss-rapita-venduta-un-paio-orecchini-144ea2fe-0c0a-11e4-b3f9-bc051e012a1f.shtml
    Quello che dici è semplice da capire se si usa una parola.
    Chi viene preso a sua madre (e/o suo padre) per essere consegnato ad altri è stato RAPITO.
    RAPITO perché non si riuscivano a fare figli, o per altri mille perché, non cambia la sostanza. RAPITO
    se una persona non ha il diritto di essere protetta dal RAPIMENTO solo perché è troppo piccola per capirlo e rivolgersi ad un giudice…

  24. Alessandra

    Buongiorno Costanza e buongiorno a tutti. Sono capitato su questo articolo per caso ma vorrei condividere la mia esperienza e chiedere delle opinioni. Vi spiego: sono una giovane, beh non così giovane (30), omosessuale. Poiché non mi sono rivelata se non ad una cerchia dei più intimi vi prego di perdonarmi se userò uno pseudonimo per motivi di privacy. Comunque dicevo: sono donna, sono trentenne e anche io ho fatto una ‘scelta’ e cioè quella di essere cattolica. Ah si, sono anche omosessuale 🙂 ora, non è che avessi cattivi genitori, storie traumatiche o chissà che gusto per l’esotico. Ad un certo punto mi sono accorta che a me proprio gli uomini non piacevano.
    Mi sono rivolta al mio parroco che mi ha indirizzato presso una struttura dove ho frequentato per un periodo degli incontri atti a guidarmi in un percorso di comprensione e correzione della mia situazione ma non è stato utilissimo. Con gli anni ho imparato a tenermi per me la cosa e frequentare chi mi pare purchè fuori da ufficialità ma mi sento in colpa comunque è se bene chieda spesso alla vergine di illuminare la mia strada e aiutarmi a diventare magari un giorno madre come le altre donne, con un uomo intendo, come ho sempre immaginato da piccola.
    Anche io come molti di voi ho sempre pensato che i figli dovevano stare nella sacralitâ del matrimonio ed io, vicino a questa sacralità, ci sono arrivata una volta. E si, qualche anno fa stavo per sposarmi con un uomo che mi avrebbe dato figli ed avrebbe appagato il bisogno mio, dei parenti e della comumitá di essere “normali” ma poi? Avrei potuto sopportare l’imfelicitá per anni? Non so cosa pensare, come ogni donna vorrei avere anche io il mio bambino un giorno ma non vorrei neanche sacrificare la mia felicitá o scaricare, Dio non voglia, su di lui la mia frustrazione.
    D’altra parte il desiderio di maternità é forte ed a volte penso che potrei trovarmi un ragazzo gentile, sposarlo ed adattarmi alla mia condizione, facendo la volontá del Signore… Non sarò mica la prima…
    Voi che dite?

    1. Ciao Alessandra.

      Io penso che chiedendo a Dio (come fai certamente) intensamente, insistentemente, di mostrarti la giusta strada e intendo la giusta strada per te, al di là di quella a te certamente nota, dei comportamenti e degli atteggiamenti sia fisici che spirituali. ChiedendoGli di mostrarti la Sua Volontà sulla tua Vita, che corrisponde alla tua piena felicità e realizzazione (di questo si tratta quando si parla di “fare la Volontà di Dio”), offrendo a Cristo tutte le tue tribilazioni, sofferenze, dubbi e combattimenti, con le tensioni che senti dentro di te, rialzandoti sempre anche se dovessi cadere, penso che avrai risposte che ti meraviglieranno, ti sorprenderanno, non ti lasceranno MAI delusa.

      Non è detto che corrisponda alla Volontà di Dio, sposarti un ragazzo gentile, ecc. ecc…. magari Dio saprà portare a frutto il tuo desiderio di maternità in modo sorprendente e inaspettatto. Perché Dio ha una gran fantasia! 😉

      A volta è necessario fare il vuoto completo dentro di noi, dei nostri pensieri e delle nostre aspettattive (pur buone e sante) per fare spazio allo Spirito Santo.
      Pensa alla Vergine Maria a cui ti affidi… cosa aveva in mente per la Sua vita? A quanto sappiamo cose piuttosto diverse da quelle che Dio aveva in serbo per Lei… eppure, anche nel suo “come è possibile questo?”, si è fatta docile, umile e non ha opposto alcuna resistenza. Aperta ad una “Novità” che poteve sconvolgerle la vita sino a metterla fisicamente a repentaglio (e parliamo di lapidazione…).

      Coraggio Alessandra, confida in Dio, chiedi a Lui anche un “aiuto terreno”: un buon confessore, un padre spirituale, un cammino nella Chiesa.
      Se Lui permette questo combattimento in te (quarda che di quelli contro la nostra natura e contro il peccato nessuno è escluso, tanto meno il sottoscritto), è per un bene maggiore, perché tu possa dare Gloria a Lui, perché tu possa arrivare a testimoniare che Lui è il Signore… là dove tu avevi un limite che pareva invalicabile, Lui che è un Dio potente (onnipotente) è intervenuto e ha fatto meraviglie!

      Ti assicuro un pensiero per te oggi nelle mie preghiere.

    2. Lucia

      Ho sbagliato, volevo pubblicare il mio post come risposta al tuo, invece risulta essere un altro semplice commento, quindi lo trovi in fondo alla lista.
      Un saluto!

  25. Lucia

    Ciao Alessandra,
    mi sento molto vicina alla tua situazione, mi pare che viviamo proprio la stessa cosa, io solo ho qualche anno di meno. Non so se Bariom si ricorda di me, ci eravamo scritti qualche volta ma a me il Cammino proprio non va giù (ahhah non prendertela Bariom ;-))
    Sarà pessimismo, sarà sconforto…ma a me pare che tutte ‘ste preghiere lascino un po’ il tempo che trovino. Almeno: per me. Mi hanno raccontato la storiella dell’orso, che poi è quella cristiana, Dio ti ama, Dio ti protegge, Dio ti fa capire la strada…sulle prime due non ho dubbi, sulla terza ne ho abbastanza, ma specialmente: la promessa cristiana NON è una promessa di felicità. Al massimo è una promessa di serenità…nel senso che Lui ha detto: prendi la tua croce e seguimi. Io la mia croce ce l’ho eccome (ma ci tengo a precisare che non è l’omosessualità; è il fatto che io viva male l’omosessualità. Perché c’è chi la vive bene, e allora la vita non è per tutti un dramma, affermare questo sarebbe demagogia). Sempre più penso che verosimilmente morirò così: lesbica e infelice 🙂 ma almeno spero Lui mi dia qualche riconoscimento alla fine altrimenti…bella fregatura!
    Quindi Alessandra non sentirti sola…anzi, mi ha fatto proprio piacere averti letta…se ti va, possiamo confrontarci!
    Un abbraccio!

    1. @Lucia io mi ricordo benissimo 😉 e credo che l’ultimo a scrivere all’altra sia stato io, poi non ho avuto più riscontri…

      Mi spiace sentire che ancora ti dibatti nei tuoi dubbi e nel tuo sconforto.
      La “promessa cristiana” NON è promessa di felicità… forse hai ragione, forse bisogna dare un precisata a questo termine sperequato e a volte sovrastimato.
      Serenità certamente (e ti pare poco…?). Felicità poi per me è sentirmi amato, sentirmi “protetto”, sostenuto… e mentire se dicessi che tutto questo non è vero. Soprattutto dicessi non sia stato vero quando mi sono dovuto confrontare seriamente con la croce, con la sofferenza, con la morte…

      Io non credo di essere “speciale”, credo questa esperienza sia per tutti… non è così per te? Ne sono addolorato…
      Il perché e i per come, non sono in grado di conoscerli (nel tua caso).

      Un abbraccio ( e non essere così pessimista 😉 )

    2. Alessandro

      Lucia,
      non ti conosco, quindi è difficile dirti una parola che non suoni impertinente e fuori luogo.
      Ti inviterei fraternamente a non assuefarti al pensiero che “Dio ti ama” ma “la promessa cristiana NON è una promessa di felicità”.
      Ti raccomanderei fraternamente di tenere sempre presente il disegno eterno che Dio ha ideato e scelto su di te, e che S. Paolo ci ha così illustrato:

      “Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo.
      In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità,
      predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà” (Ef 1, 3-4).

      Così commenta il cardinale Giacomo Biffi (predicando gli esercizi spirituali a Giovanni Paolo II nel 1989):

      “Dio ci ha scelti. Nessun pensiero è più inebriante di questo… è più forte di ogni ragione di amarezza e di scoraggiamento che possa incupire la nostra giornata. Esso ci colloca – ci deve collocare – in uno stato di gratitudine assoluta.
      Grazie a te, Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che mi hai voluto e mi hai chiamato ad esistere.
      Grazie a te, che sei andato a prendermi nell’infinita folla delle creature possibili e mi hai preferito. Perché non so; non c’è perché che non sia il mistero del tuo amore.
      Mi hai scelto non solo ad esistere, ma anche a essere santo e immacolato, cioè intimo e somigliante a te per quale che è possibile; mi hai scelto a essere tuo figlio “adottivo”, cioè figlio “soprannumerario” (rispetto al tuo Unigenito) ma vero; mi hai scelto ad avere la lode come compito primario ed essenziale dell’esistenza: “perché noi fossimo a lode della sua gloria” (Ef 1,12).
      Questa è la felicità, e il rendermene conto vuol dire vivere già in un’esultanza non insidiabile, anche se ancora mi tocca camminare in mezzo alle tristezze della terra,,,
      Sono tutti motivi intangibili di fiducia, di gioia, di riconoscenza che ci sono donati dalla Rivelazione: non possono e non devono mai scomparire dall’orizzonte della nostra coscienza”.

      Un abbraccio!

      1. Sottoscrivo Alessandro 😉

        E aggiungerei, nel prosequio degli Efesini:

        “Possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo l’efficacia della sua forza che egli manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli”

        1. Perché quando sottoscrivo io sempre qualcheduno fa notare (criticamente) che ho sottoscritto e quando sottoscrivete voi invece va sempre bene?

          (non lo sono anche queste geniali parole di S. Paolo le parole di un matto?) (foss’anche , per dire, ispirato)

          1. …che sei n’vidioso?

            Per il resto, fossero anche d’un matto, vorrei per me questa pazzia!
            Che ce n’è troppe di aberranti, deleterie, omicide, tristissime, diaboliche, inutili, ridicole pazzie a questo mondo… questa la scelgo e la faccio mia ( a Dio piacendo 😉 )

    3. Sara

      Cara Lucia, forza, non ti arrendere ché attraversare il deserto è un passaggio necessario, anche se duro.
      Continua a cercare, perché Dio si fa trovare da chi lo cerca sinceramente! Non cedere allo sconforto e all’illusione che il fatto di vivere male l’omosessualità ti impedisca di essere felice. Sono sicura che vivere male l’omosessualità sia una benedizione, proprio la benedizione che ti ha fatto intraprendere un cammino di avvicinamento a Lui che ti disseterà; chi la vive bene, non vivrà il dramma che vivi tu, ma non arriverà neanche alla Sorgente a cui tu finalmente ti disseterai. Io continuerò a pregare per te, perché per esperienza so che le preghiere non lasciano mai il tempo che trovano, neanche quando apparentemente sembrano cadere nel vuoto. Sursum corda!

  26. ….,,,,matti di Dio, quale cosa più totalmente appagante (ma bisogna essere proprio matti, davvero, però, non un po’ matti e un po’ meno, a seconda i casi, o fuori o dentro!). Condivido (nel senso che sono d’accordo con te, anche io malato di mente, ma in altro modo.(io maniaco depressivo, cosiddetto).Ragione per cui non sono invidioso, pur restando (forzatamente) nella mia cacca quotidiana!

    1. Forzatamente ma per tua precisa scelta… nessuno ti obbliga a restare nellla tua “cacca quotidiana”!
      Su, fai una cosa veramente da folle… abbraccia un’altra pazzia!! 😉

      Sai bene a quale pazzia mi riferisco… ma qui scatta la ragione, la tua ragione, che ti dice che no, quella è proprio pazzia, ma pazzia da stupidi, da allocchi, da scarimantici-religios-superstiziosi (o quel che ti pare…), quindi il “malato di mente” fa un’analisi sulla sua malattia e decide – lucidamente (per quanto il suo limite mentale gli consenta) – di tenersi la SUA follia… e la cacca relativa. 😐

  27. Se mi è concesso vorrei dire anche io qualche parola, spero di conforto e consiglio, ad Alessandra e Lucia. Mi associo anzitutto a quello che hanno scritto gli altri e alle intenzioni di preghiere.
    Mi domando, quindi, quale vita matrimoniale sia perfetta, o quale vita sia senza croci, sebbene ce ne siano più grandi e più piccole.
    Voglio soffermarmi, però, su un aspetto molto pratico: molte persone non vogliono vivere castamente la fase prematrimoniale perché hanno paura che magari non gli piacerà farlo con lui o con lei, e che quindi si rovineranno la vita.
    Non credo affatto sia la stessa cosa dell’avere una tendenza omosessuale, ma fa comunque riflettere. E cioè sul fatto che la vita matrimoniale è anzitutto una scelta, ed è questa scelta fondamentale a far luce e a dar forza per perseverare nel cammino intrapreso.
    Io credo che si debba pregare, e molto, e soprattutto obbedire al padre spirituale, perché un discernimento possa aver fine. Ma l’obbedienza è anche alle circostanze, nelle quali possiamo includere i nostri talenti, le nostre inclinazioni e passioni. Fra i cattolici ci sono omosessuali che si sono sposati in chiesa e altri che hanno scelto di vivere come single (non è perseguibile la scelta della vita religiosa, perché sarebbe un po’ torturarsi vivere giorno e notte con persone dello stesso sesso, vedendo raramente quelle del sesso che non ci piace; sarebbe come mettere un uomo in un convento di suore).
    Se dentro di voi sentite prevalere il desiderio della maternità, un sacerdote illuminato potrà aiutarvi a capire se siete in grado di gravarvi del fardello della vita matrimoniale. Perché quest’aspetto del matrimonio si considera poco: si, ci sono i figli che sono una gioia, c’è la famiglia, la condivisione, ma c’è il fardello di essere responsabili davanti a Dio dell’altro, di doverne sopportare i difetti, e purtroppo anche le pugnalate e le ingratitudini, errori ecc.. aiutandolo sempre.
    La dimensione sessuale, che pure è importante, è parziale e non primaria. Perché un’autentica vita interiore deve condurre, attraverso il mezzo del sacramento del matrimonio, ad esser in grado di andare avanti anche senza il bisogno degli altri, perché abbiamo Dio. Proprio come scrisse san Tommaso Moro prima di morire, nelle sue memorie: non aveva ormai più bisogno del sostegno degli altri; cioè, era pronto per morire. Voleva soltanto Dio (eccerto che il martire non s’improvvisa). Lui che aveva sempre amato e onorato l’amicizia, e che, dopo 6 anni trascorsi a vivere con i monaci per comprendere quale fosse la sua vita, aveva optato per la vita matrimoniale perché sentiva il bisogno di una donna (anche se – scrisse – “non s’inginocchio mai davanti a loro”, cioè non peccò mai, non ebbe mai rapporti fuori dal matrimonio).
    E san Tommaso Moro lamentò anche di non aver sposato (lo fece due volte) una donna per la quale nutriva una profonda passione, e con la quale avrebbe avuto la profonda intimità desiderata, come sarebbe invece successo se avesse conosciuto una donna come sua figlia Margaret. Scelse di sposarsi e scelse fra le donne che la Provvidenza gli offriva. Può sembrare forse poco umano perché poco passionale, ma a mio parere molto sano. Parliamo di una grande mente e di un grande cuore. San Tommaso, infatti, permise ai suoi generi, prima di sposarsi, di vedere le figlie mentre dormivano, seminude, perché, affermava, lo sposo dev’essere contento della sposa.
    Cioè, riconosceva un’ideale di vita matrimoniale, e ha fatto si che la sua vita fosse il più vicino possibile a quest’ideale, ma ha saputo fare anche i conti con la realtà.
    Io spero d’esser stato in qualche modo d’aiuto, conscio anch’io però che nulla potrò fare di meglio del ricordarmi di voi nelle preghiere.

    1. Concordo con te Maccabeo 😉

      La vita Matrimoniale è fondamentalmente. una delle strade che Dio ha disposto e ppreparato, per arrivare ad una maggior conoscenza e intimità con Lui. Questo anche attraverso l’intinità – anche fisica – con la moglie o il marito all’interno del Matrimonio.
      Come giustamente ricordi, la sfera della sessualità, non è che una parte del tutto e non è neppure l’essenziale o la parte fondamentale – come il mondo continua a proclamare e a “spacciare” per vero (vedi la tipica frase di “alta” filosofia: “se non funziona a letto…”).

      Per altro il Matrimonio in sé non risolve e non esaurisce il “combattimento” e la “vigilanza” che ogni Uomo e Donna deve avere sulle sue pulsioni – sui desideri fisici e del cuore.
      Come può accadere che nella vita di una coppia, l’aspetto della sessualità venga completamente a mancare – temporaneamente o definitivamente – non per chiusura all’altro di uno dei coniugi (che sarebbe grave omissione e colpa in casi estremi) – ma per motivi incedentali. In questo caso, come mi capita spesso di dire a amici quando si parla di fedeltà, annessi e connessi, se mia moglie, mettiamo per malattia, fosse impossibilitata ad avere rapporti sessuali, forse sarei giustificato a “cercare altrove”? O aiutato da Dio e dalla Sua Grazia, sono chiamato ad amarla in modo NON meno “completo” (anzi direi in modo anche più “disinteressato” e avvalorato dal sacrificio di sè).

      Non sono poi i consacrati o chi a diverso titolo fa voto (tra gli altri) di castità, la testimonianza che “Dio basta”? (lasciamo perdere per favore chi peccando viene meno alla promessa – vale per i consacrati come per gli sposati).

      Tutto questo per dire che oggi si fa ruotare tutto e troppo attorno alla sfera sessuale della natura dell’Uomo e che da questa, quale che sia l’inidrizzo alle scelte di ognuno (lecite o illecite che siano), sembra UNICAMENTE dipendere la sua realizzazione e “felicità”.

      Questa è pura utopia o illusione, quando non spudorata menzogna e se guardiamo con occhio limpido e cuore sincero alla vita di ognuno di noi e a ciò che nel mondo accade, anche esulando da qualunque visione fideistica, non possiamo non riconoscere quanto sia vero.

      1. “Tutto questo per dire che oggi si fa ruotare tutto e troppo attorno alla sfera sessuale della natura dell’Uomo”

        …per voi, di sicuro, è una vera ossessione!

        1. Guarda Alvise, io ( e PIANTALA con ‘sto voi!) non ho proprio nessuna ossessione in tal senso… anzi ero molto più ossessionato “prima”….

          Ah già che a te ‘sti di scorsi di “prima e dopo” risultano sgraditi… (povero Alvise…).

  28. Deborah

    Ho letto il pezzo e molti dei commenti. Sono una ragazza etero, mi considero cattolica, sono cresciuta in una famiglia cattolica e sono seconda di 7 figli, mi sto per laureare in Giurisprudenza credo perciò di avere un’idea molto chiara di cosa sia una famiglia per me, per la società e per i principi cui sono stata educata.
    Per me la Famiglia è una cellula della società, è il terreno in cui cresciamo, è l’affetto e l’insieme dei principi secondo cui veniamo educati, è il primo e più importante nucleo sociale in cui sviluppiamo la nostra personalità. E di seguito esprimo la mia opinione:
    Dire che essere omosessuali è una scelta è ridicolo, ci sono parti del nostro modo di essere che non decidiamo noi di sviluppare, gli omosessuali sono sempre esistiti (un po’ di ripasso di cultura greca e latina potrebbe chiarirvi le idee sul punto); esistono addirittura nel mondo animale! E lì dove la trovate la scelta? Un pinguino può scegliere di essere in un modo piuttosto che in un altro?
    Non è qualcosa che si sceglie, è qualcosa che si è. Se potessero scegliere non avrebbero forse scelto tutti la via più facile e socialmente accettata?
    E dire che è una scelta che come corollario si porta dietro l’estromissione da qualsiasi modello di famiglia è aberrante e infondato. Gli omosessuali nascono in un nucleo famigliare, sono nati da un padre ed una madre, non sono alieni caduti dal cielo. Sono persone normalissime con genitori, nonni, zii, una storia alle spalle e sviluppano relazioni sociali con i membri della famiglia del proprio partner come farei io… È un incontro di famiglie, si sviluppano relazioni sociali, si crea una nuova famiglia, esattamente come accade per gli etero.
    Siete voi a condannare gli omosessuali ad essere outsider, siete voi che li private del diritto di impegnarsi solennemente al sostegno morale e materiale di coloro che amano e creare un nucleo famigliare riconosciuto giuridicamente.
    Ogni volta che sento fare discorsi sul tema da altri cattolici mi stupisco sempre di più: dov’è l’amore per i fratelli? Dov’è la protezione del diverso? Dov’è la tutela di chi è debole? Dov’è l’ascolto delle parole di un Papa che finalmente dice “Chi sono io per giudicarli?” e che condanna invece i mafiosi, quelli che qualcosa di male l’hanno fatta e la fanno, e che tanti non hanno avuto il coraggio di giudicare.

    Rispetto il diritto di esprimere la propria opinione, e il vostro modo di farlo come sentinelle silenti è da ammirare, ma se io scendessi in piazza con decine di altre persone in silenzio contro la famiglia etero fondata sul matrimonio mi prenderebbero per pazza. Giustamente. E non credo tutelereste la mia libertà di farlo. Ebbene non ho visto manifestazioni di omosessuali o altri che sostengono i loro diritti contro il vostro modello di famiglia.
    Io non disprezzo alcun modello di famiglia: coppie etero, omosessuali, coppie di fatto, con figli, senza figli, genitori single con figli. Il modello in cui sono nata e cresciuta, e il modello che probabilmente sarà quello su cui fonderò la mia famiglia, sarà quello matrimoniale. Non vado però a dire in giro che è l’unico modello giusto, che è l’unico modello valido. Perché ho visto nella mia esperienza di vita che non è così, che il mondo è vario e non per questo c’è una famiglia più giusta di un’altra.
    Sul sito delle sentinelle dite di rappresentare persone di ogni orientamento sessuale, ma mi domando: chi si farebbe rappresentare da persone che gli negano il diritto a costruirsi una famiglia, a sposarsi ed impegnarsi moralmente con un altro essere umano? Che gli negano quel diritto che assicurano invece a sé stessi?

    Il pezzo è fortemente incentrato sul rapporto madre-figlio, io ho avuto l’onore di vederlo costituirsi molte volte, l’ho sperimentato in prima persona e rivisto innumerevoli volte tra mia madre e i miei fratelli più piccoli e per i miei numerosi cugini con le loro madri…
    Capisco di quale “magia” si parli. E capisco perfettamente l’importanza di tanti aspetti quali l’allattamento e il contatto del bambino con la madre (mia madre è forte sostenitrice delle campagne per l’allattamento al seno). Vi faccio a questo punto però una domanda: immaginate una coppia omosessuale di ragazze, immaginate che una delle due partorisca un figlio suo, in qualsiasi modo il concepimento sia avvenuto: avrebbe quel contatto, quel rapporto speciale, quel rapporto biologico. Lo approvereste? Le permettereste (nella vostra opinione, legalmente ovviamente può) di crescere il suo bambino? Ed ora immaginate una ragazza sola che sia rimasta incinta, con o senza il suo consenso, non ha forse il diritto di crescere il suo bambino?
    O ancora immaginate una coppia etero sterile che adotti un bambino, non sono in grado di procreare naturalmente, ma adottano un bambino… Diventano giuridicamente e socialmente genitori, manca tutto l’aspetto del rapporto madre-figlio su cui è incentrato il vostro discorso. Lo accettate o no? Accettate o no che esista questo modello di famiglia?

    I vostri discorsi sono fortemente ideologici e connessi alle vostre personali paure e convinzioni e cercate di nasconderne la natura ideologica suscitando sentimenti di tenerezza per un bambino che secondo voi non avrà mai una vera famiglia. Vi dimenticate di dire che al di là dell’allattamento (che molte donne comunque non praticano) e del rapporto fisico con la madre naturale del primo periodo, tutto il resto, che è la parte davvero importante e faticosa per il genitore, sarebbe esattamente identico. Pensate che una nonna non considererebbe quello suo nipote solo perché non lo è biologicamente o perché la sua famiglia è formata da due papà? Che non lo prenderebbe sulle ginocchia e non gli racconterebbe di quella volta che lo zio è caduto da un albero? O che non avrebbe una famiglia alle spalle fatta di relazioni e somiglianze? Molte somiglianze, anche fisiche, pensate alle espressioni facciali, al modo di parlare… Si acquisiscono crescendo nella propria famiglia. Mi è capitato di sentir dire come battuta da un estraneo ad un padre adottivo “Beh di certo non puoi dire a tua moglie che non è figlio tuo! Siete due gocce d’acqua!”. Ovviamente non era biologicamente figlio suo, ma lo era di fatto, lo era ogni giorno più di quella madre a cui era stato tolto.
    Oltretutto farei notare che gli ultimi eventi di cronaca dovrebbero aver chiarito che non ci sono certezze assolute sulle proprie origini: scambi in culla, relazioni extraconiugali, non sono fatti estranei alla realtà né di oggi né del passato. Credete che un bambino che non sia cresciuto per caso, o per sventura dalla sua famiglia biologica soffra per questo? Spesso è successo e nessuno se n’é neppure accorto… Neanche i genitori.

    Andando più a fondo sull’argomento delle adozioni e dell’ “utero in affitto”, visto che questo è il termine che preferite: concordo sull’aspetto del pagamento della madre. Tecnicamente (il mio animo da giurista mi impone la precisazione) non è una vendita, non si possono vendere esseri umani in nessuno stato occidentale, la donna si impegna a portare a termine la gravidanza e seguire le norme di comportamento che una donna in gravidanza dovrebbe seguire per tutelare lo sviluppo del bambino (che può essere suo o meno, perché gli ovuli sono spesso donati da terzi). Ma che venga pagata non piace neanche a me, ci sono paesi (mi pare l’Inghilterra) in cui una delle condizioni perché questa procedura sia legale è che non ci sia passaggio di denaro. Sospetto però che il pagamento non sia il punto che vi disturba, anzi immagino già i commenti: dà via il suo bambino (anche se magari non è suo) come se niente fosse, come un paio di scarpe vecchie.
    Vorrei peraltro che rifletteste su come alcuni fenomeni affini abbiano creato poco o nessun scalpore in passato: è il caso delle balie, i bambini venivano affidati ad altre donne anche per periodi prolungati di tempo e quel tipo di contatto (allattamento, affetto fisico e calore) venivano da altre donne che venivano pagate per questo, non dalla propria… O figli provenienti da famiglie economicamente o socialmente svantaggiate o molto numerose affidati anche in tenera età a zie sole o sorelle che non potevano avere figli propri.
    Ultimo commento: mi è capitato di sentire dei prelati parlare dello stesso tema di questi due padri che hanno adottato un bambino come di vendita. Mi ha fatto un certo effetto la rabbia e lo sdegno con cui si sono scagliati contro questo esempio dei due padri immortalati con il bambino. Mi ha colpito perché leggevo di recente del grave scandalo che ha colpito negli ultimi anni diversi istituti di suore operanti nella prima metà e oltre del 1900 in Irlanda. Istituti nei quali esisteva un vero e proprio sistema di compravendita di minori: gli istituti ospitavano giovani ragazze madri, molte minorenni, le assistevano al parto. Dopodiché per “esprimere la loro gratitudine” queste ragazze dovevano lavorare gratuitamente e duramente per l’istituto alcuni anni, con il permesso di vedere i propri figli due ore al giorno. I loro figli venivano dati in adozione senza il loro consenso e spesso dietro cospicue donazioni a favore di questi istituti benefici. Non solo, sono state scoperte finora fosse comuni in cui venivano gettati i corpi dei bambini, al momento si contano le ossa di più di 800 bambini morti di stenti o malattie in questi istituti, la cui morte non era stata registrata ufficialmente. Più diversi corpi di giovani madri, anche quattordicenni. Si parla di un sistema che ha coinvolto migliaia di bambini e giovani madri.
    Mi direte che le cose in passato erano diverse e che la Chiesa non si può assumere la responsabilità di tutto quello che è successo. Però credo non possa neanche dopo mezzo secolo gridare allo scandalo per una situazione che non sfiora neanche l’orrore e la dimensione di quanto quei resti ritrovati ricordano. Sono convinta che vendere bambini (ci vedo una vera e propria vendita dissimulata), o se preferite “darli in adozione dietro donazione” contro la volontà delle loro madri (per giunta minori) non fosse perfettamente legale e umanamente accettabile neanche negli anni ’50.

    Cercate di essere obiettivi e capire dove sta l’orrore e dove sta solo qualcosa che è diverso dal vostro modello di perfezione o presunta tale.

    Voglio riprendere il discorso sul legame madre-figlio (perché escludiate il padre dal quadro non lo capisco, ma lasciamo stare…) : non sono madre ma come ho detto ho visto tante volte quel legame unico che si crea con la madre dalla nascita in poi, è qualcosa di straordinario e non lo nego ma credo che come in tutti i rapporti sia molto più importante ciò che si costruisce nel tempo, giorno dopo giorno. Io non mi ricordo di quel momento con mia madre, so che c’è stato ma non lo ricordo. Conosco invece chi non lo ha potuto provare: perché tenuto in ospedale per mesi perché nato fortemente prematuro e con qualche problema, perché adottato, perché orfano. Un bambino felice e un futuro adulto sereno non è un bambino che abbia necessariamente avuto quel contatto, esempio lampante: mia madre e i suoi fratelli non sono stati allattati al seno e non sono mai stati presi in braccio se piangevano quando erano molto piccoli, o accolti nel lettone dei genitori se avevano paura la notte quando avevano pochi anni. Hanno tutti avuto comunque un’infanzia felice e serena e sono ottime persone ed ottimi genitori. Quello di cui parliamo è un fortunato surplus di intimità col proprio genitore che neppure nascere con la propria madre naturale accanto garantisce. Un bambino felice è un bambino che riceve amore e sostegno incondizionato mentre cresce, lungo il suo percorso di vita, non necessariamente quello che ha avuto quel contatto.
    Nascere in una famiglia tradizionale ti avvantaggia solo ed unicamente su un punto: le possibili discriminazioni che potrai subire. Discriminazioni che subiscono bambini ogni giorno: perché i genitori sono separati, perché non hanno un papà, perché non hanno una mamma, e per altre mille ragioni… Come società dovremmo insegnare ai nostri bambini a non discriminare ciò che è diverso da noi. Non si sceglie dove e come nascere, e ancor meno cosa ci accadrà. Un bambino che nasce col massimo potenziale (con un papà una madre e quel surplus di contatto) potrebbe per sventura ritrovarsi più solo e triste di bambini nati in famiglie più “scombinate”.

    Trascurate poi un dettaglio: quel bambino adottato dalla coppia omosessuale canadese “incriminata” non sarebbe mai nato così com’è con una madre naturale. Non c’era questa opzione per lui come per tanti bambini che per sfortuna o per caso si trovano ad essere dati in adozione. Questo non significa che non dovevano nascere o che non lasciamo genitori single, vedovi o coppie adottive a crescerli.

    Ma questa come “interlocutore medio” è solo la mia “vaga e confusa opinione”.

    Ho scritto di getto ma spero che il mio messaggio resti comprensibile.

    1. Roberto

      @Deborah. Non ho letto fino alla fine il tuo commento, ma credo di averne afferrato bene il succo. Ti invito perciò, fraternamente, da cattolico a cattolico, intanto a ripassare per bene il CCC per poter comprendere come la tua posizione sia incompatibile con la nostra Fede.

      Ti lascio poi un po’ di link random dai quali, se ne avrai voglia, potrai partire per approfondire la questione. E’ ovvio che mica mi aspetto che te li legga tutti; così avrai una più ampia gamma di scelta:

      http://www.totustuus.it/modules.php?name=News&file=print&sid=3021

      http://www.totustuus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=3996

      http://www.rassegnastampa-totustuus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=5670

      http://www.rassegnastampa-totustuus.it/modules.php?name=News&file=print&sid=1785

      http://www.rassegnastampa-totustuus.it/modules.php?name=News&file=print&sid=422

      1. vale

        come dicevo– il pacchetto completo non piace a tutti.
        ed ognuno- in nome del sempre valido ognunismo- si fa il cattolicesimo che più gli aggrada.
        finirà che avremo più cattolicesimi che sette protestanti o luterane….

    2. Alessandro

      Deborah, ti consideri cattolica? Ti sbagli. La tua visione della famiglia e dell’omosessualità è incompatibile con il Magistero della Chiesa Cattolica (basta dare un’occhiata anche rapida al Catechismo). Ripeto quanto ho scritto in altro commento: il cattolicesimo non è la religione del fai-da-te, dove ognuno accetta o rifiuta quel che gli pare.

      1. vale

        però,anche sul catechismo, se ne potrebbe parlare….

        Punito dal suo vescovo per essere un sacerdote Cattolico

        don Thomas Ladner, il sacerdote austriaco sospeso dall’insegnamento per aver parlato ai suoi alunni di inferno e Purgatorio.

        La “colpa” del reverendo non sarebbe solo quella d’aver parlato in classe dei Novissimi e della famiglia con un linguaggio giudicato dalla Diocesi «retorico» e «non più attuale», «inadatto ai bambini ed al loro stato di vita». No, l’altra “grave” colpa di don Thomas, cooperatore peraltro presso la locale parrocchia, sarebbe quella di voler vivere sul serio la propria vocazione, al punto da portare abitualmente la talare. Comportamenti evidentemente sgraditi in Diocesi. Ma perché?

        Il Vescovo, mons. Scheuer, nella Conferenza Episcopale austriaca, è responsabile dei settori Caritas e Pax Christi. Di quest’ultima è addirittura Presidente nazionale. E Pax Christi, in Austria, predica l’ambientalismo, il pacifismo, l’antimilitarismo, l’antinuclearismo, l’egualitarismo, l’ecumenismo, il conciliarismo – con annessi «segni dei tempi» -. Tutti gli “ismi” ideologicamente possibili, insomma. Ma non solo. Basta uno sguardo al sito di Pax Christi Österreich, per cogliere come e quanto punti sullo spirito di Assisi, sull’emancipazione delle donne e sulla teologia femminista. Il Vescovo di Innsbruck è a capo di tutto questo.

        http://www.corrispondenzaromana.it/notizie-brevi/punito-dal-suo-vescovo-per-essere-un-sacerdote-cattolico/

      1. Roberto

        Alessandro! 🙂

        Alvise, non fare il furbo: la tua posizione è incompatibile, ho scritto.

    3. Giancarlo

      @Deborah

      Purtroppo per te, mia cara Deborah, l’unico modo di capire se una persona è omosessuale è quello di osservarne il comportamento. A tutt’oggi, con tutte le tecniche diagnostiche che abbiamo a disposizione, l’unico modo di identificare un omosessuale è guardare con chi va a letto. E’ un fatto, mi spiace per te. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che niente, nel nostro corpo, stabilisce qual’è il nostro orientamento sessuale.

      NESSUNO E’ OMOSESSUALE. NESSUNO E’ DIVERSO. Tutti siamo o maschi, o femmine. La grande maggioranza delle persone adotta comportamenti eterosessuali, altri comportamenti omosessuali, altri ancora comportamenti bisessuali; poi ci sono quelli che preferiscono gli animali; altri ancora preferiscono i cadaveri; per alcune persone, l’elemento essenziale è la violenza; poi ci sono i feticisti; i sadici; i masochisti; i guardoni; i coprofili; i pedofili: gli esibizionisti; i travestiti… e, probabilmente, altri ancora.

      Vorresti sostenere che ci sono persone che nascono coprofile? O pedofile? Oppure necrofile? Ridicolo, non ti pare? Come ridicolo è sostenere che una persona nasce omosessuale, oppure eterosessuale.

      TUTTI NASCIAMO MASCHI O FEMMINE. Tutto il resto è fantasia, più o meno sana, più o meno patologica. Ma FANTASIA.

    4. MeM

      Ma poi perchè bisogna per forza fare paragoni con la natura e tirare fuori i pinguini gay? In natura ci sono anche, tra i vari esempi possibili, le mantidi che si cibano del maschio… ma mica per questo vuol dire che per qualcuno che “è nato così” è naturale uccidere il partner.

      Poi che esistano gli scambi di culla e le relazioni extraconiugali non implica che sia normale non conoscere le proprie origini, semmai sono eventi che sgomentano ciascuno di noi proprio perchè ciascuno sa quanto valore abbia il conoscere con chiarezza la storia dalla quale è nato.

      I figli sono poi esseri umani e non merci da assemblare a piacimento dell’acquirente (lo sperma di quello che è avvocato e il guadagno ce l’ha nel sangue, l’ovulo dell’altra che ha una lunga storia di occhi azzurri e nella pancia di quella donna robusta e dal bacino largo che lo farà uscire fuori con tutti quei bei rotolini di grasso che fanno tanto neonato florido).

      Non è scioccante che un bambino possa essere rimpallato tra 2 genitori “biologici” (che comunque devono per forza essere uomo e donna) 1 madre gestazionale e 2 genitori che lo cresceranno, come si può pensare che tutta questa confusione possa generare serenità senza reclamare un alta dose di sofferenza?

    5. Sara

      L’unica cosa sottoscrivibile di tutta ‘sta rampogna è l’iniziale “mi considero cattolica”, che infatti è evidentemente solo un’inesatta autoconsiderazione…

    6. @Deborah, aggiungo agli altri commenti che non posso che condividere, un altro aspetto del “problema” del sostenere posizioni come la tua, sempre con l’intento NON di colpevolizzarti, ma di invitarti a riflettere.

      L’altro aspetto dicevo, è che posizioni come la tua, portano chi sta “fuori della Chiesa” a pensare che all’interno della Chiesa stessa, possano esistere posizioni di “destra” piuttosto che di “sinistra”, progressiste piuttosto che conservatrici (per non dire retrograde), “aperte” piuttosto che “chiuse” da preconcetti, posizioni “accettabili” (per il mondo) piuttosto che inaccettabili.
      (Pur lasciando per un momento da parte il fatto che, certe posizioni espresse e vissute, rischiano di porci più o meno consapevolmente comunque “fuori” dalla Chiesa – quanto meno dal Suo Magistero)

      Questo NON corrisponde a Verità, perché la Chiesa ha UN SOLO pensiero, UNA SOLA VERITA’, quella mossa dallo Spirito e che è “immagine” (nel senso più ampio del termine) di Gesù Cristo.
      Vero è che non esiste un solo unico pensiero “monolitico”, ma questo solo in relazione ai Carismi che Dio concede alla Sua Chiesa perché si presenti al mondo come indivisa, Santa e Immacolata.

      Se quindi hai amore per la Chiesa e per Cristo (cosa di cui non posso dubitare), sappi che professare, sostenere e “propagandare” idee come quelle che hai espresso, non procura alcun bene e non fa un buon servizio né alla Chiesa, né a Cristo (e quindi agli Uomini), anzi esattamente l’opposto.

      1. Alessandro

        Giusto Bariom. Altrimenti si finisce, anche tra cattolici, per rappresentarsi la Chiesa come un partito politico agitato da correnti in lotta per conquistarne la supremazia. In una prospettiva del genere, la corrente B sarebbe pienamente legittimata ad auspicare che la propria opinione abbia la meglio sull’opinione della corrente A (e viceversa), perché qui ci si muove nel campo delle opinioni. La Chiesa invece vive di verità inalterabili e intang.ibili, che tali rimangono pur nel loro impastarsi con la contingenza storica. Pretendere di trattare come opinione opinabile un contenuto infallibile del Magistero equivale a fraintendere completamente la Chiesa, concependola come sottomessa storicisticamente alla volubili ondeggiamenti di opinioni e preferenze di noi peccatori insipienti che apparteniamo alla Chiesa ma non possiamo disporne come una nostra proprietà.

        1. Esattamente…. 😉

          Ciò vale per tutti, nessuno escluso. Credo capiti ad ognuno di noi, magari di fronte ad un accadimento che non ci aveva mai coinvolto direttamente o spinti a riflessione, di avere un pensiero istintivo che vorrebbe anche essere di “segno positivo”, ma che deve essere sempre verificato e riportato al Pensiero della Chiesa (Magistero, Tradizione, Patristica , Dottrina e persino a volte Diritto Canonico).
          Il “riportato” non sia inteso solo come fatto “automatico” o sterile formalismo, ma come approfondimento, “masticazione” e alimento, che ci porterà ad un arricchimento interiore e ad una conseguente crescita nella Fede “certa”.

          Questo chiaramente si ci sta a cuore la Comunione Ecclesiale e in ultima analisi (non ultima per importanza certo) la Comunione in e con Cristo.

      2. Giancarlo

        Fosse solo Deborah il problema… la verità è che il pesce puzza dalla testa (come al solito):

        http://www.corrispondenzaromana.it/morale-cattolica-stravolta-e-riscritta-dal-vescovo-di-treviri/

        Il vescovo di Treviri, dopo aver detto una montagna di sciocchezze nei più vari ambiti della morale cattolica, in relazione alle coppie omosessuali propone di riconoscerle per quello che pretenderebbero di essere, abbandonando l’idea di considerare l’omosessualità contro-natura.

        …Non possiamo poi stupirci di Deborah. I fedeli che, come lei, sostengono la liceità e la bontà delle relazioni omosessuali, devono essere corrette, naturalmente. Ma chi si preoccupa di correggere i nostri pastori?

        1. Alessandro

          Quanto al vescovo di Treviri:

          il cattolico tenga presente che “i vescovi, presi a uno a uno non godono della prerogativa dell’infallibilità… L’infallibilità promessa alla Chiesa risiede nel corpo episcopale quando esercita il supremo magistero col successore di Pietro” (Lumen Gentium, 25)

          Quindi le considerazioni del vescovo di Treviri, non essendo esposte in comunione col corpo episcopale nell’esercizio del supremo magistero col successore di Pietro, non possono essere affatto ritenute infallibili, e pertanto non vincolano in alcun modo chicchessia all’assenso di Fede.

  29. Mi sa tanto dell’asino che dice al bue cornuto… comunque per quanto mi riguarda, devi inquadrare nel contesto di omosessuali che si sforzano di vivere cattolicamente, che mi sono sforzato di aiutare (magari non ci sono riuscito ma la buona intenzione c’è stata). Quindi, è inevitabile si ponga l’accento sulla questione sessuale

  30. angelina

    Più i giorni passano e più la storia dell’orfanotrofio di Tuam assume particolari ben diversi da quelli che aveva all’inizio, troppi di essi sono stati frutto di esagerazioni, particolari gonfiati con cinismo, conclusioni affrettate senza responsabilità. E pure l’AP, tra i primi a battere la notizia, ora è costretta a fare dietrofront, offrendo un’immagine più sobria di quanto sarebbe accaduto in quella casa gestita da suore.

    «L’AP senza dubbio ha ingannato migliaia di lettori – lettori che probabilmente non noteranno la poco pubblicizzata correzione – facendo credere che un gruppo di suore irlandesi si è comportata come mostri»

    «Non facciamo errori: la casa per bambini di Tuam era un posto orribile, con terribili condizioni che riflettono l’opinione ignorantemente scarsa sui figli illegittimi che aveva il mondo cosiddetto civilizzato dell’inizio del XX secolo. Tuttavia, ciò che è accaduto non era il riflesso della dottrina cattolica, che invece si prendeva cura delle vite. E, in particolare, nel trattare la natura umana della vicenda, i racconti sarebbe dovuto essere più accurati e attenti».

    http://www.tempi.it/e-gli-800-bambini-gettati-dalle-suore-nella-fossa-comune-ora-anche-lassociated-press-dice-abbiamo-sbagliato#.U8g6YPl_uGU

    Giusto per non sommare errori e disinformazione.

  31. ALLA PORTA DEL PARDISO

    – Nome?
    – Costanza Miriano.
    -Opere di carità cristiana compiute?
    – Mi sono sempre battuta a viso aperto a favore del fatto -c’è anche nella Bibbia- che maschio e femmina siamo stati creati. Gli omosessuali ontologicamente non esistono. Quante sentinelle ho fatto nella mia vita!
    – Che altro a suo favore?
    – Ho avuto quattro figli e di tutti ho pulito la nutella dai tappeti e dal divano….
    – E lei, nome?
    – Mi chiamarono ADMIN nel mondo vivo, fui sempre molto fiero,brusco e schivo.
    Sempre contario a chi contrario fui E a chi non si facesse i cazzi sui…
    Avanti un altro!

    1. Ma “avanti un altro… entrate!”? O “avanti un altro… tornate un’altra volta? Perché la prima è quella che conta… 😉

      Certo che da miscredente, sei crudele… li vuoi morti entrambi e contemporaneamente! 😐

      1. …entrate, ovviamente, entrate, c’è posto per tutti!
        (solo, magari, bisognerebbe che uno fosse libero, (ammesso che sia mai stato libero) anche di scegliere di non dover passare l’eternità nella stucchevole contemplazione di Dio e annessi e connessi)

        1. E liberi siamo inffatti…
          Libero tu di scegliere la rutilante, tremenda, angosciante, disperata, (e resto “leggero”) contemplazione del signore degl’inferi 😉 🙁

    2. Thelonious

      ci fai anche una pièce con lo stesso argomento in cui il protagonista sei tu?

      Thelonious

  32. LIRReverendo

    Io sposterei l’asse della questione. Se due L hanno l’organo riproduttivo sano, in caso di figli naturali, si deve intendere avuti prima o dopo l”unione”?
    Sempre LIRReverendo

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