La donna-cosa

miriam

di Miriam Mafai LaRepubblica 7 marzo 1997

“LA SCIENZA non obbedisce a nessuna autorità” ha scritto recentemente uno scienziato. E ancora: “per lo scienziato l’ uomo è un pezzo della sua ricerca. Allo scienziato più sensibile l’ uomo appare una cosa fragile e delicata ma sempre una cosa, tra le cose della sua indagine…”. E’ dunque una cosa, sia pure fragile e delicata, la donna nel cui ventre sono stati impiantati due embrioni di due coppie diverse.
ALLA scadenza dei nove mesi darà alla luce due bambini con un patrimonio genetico diverso e tuttavia tra loro gemelli per essere cresciuti nello stesso utero, essere nutriti dallo stesso organismo e con lo stesso sangue, aver sentito battere lo stesso cuore di quella cosa che tuttavia non era esattamente una cosa ma una donna con i suoi pensieri le sue emozioni le sue tenerezze. Quindi in qualche misura anche lei una madre dal punto di vista biologico ed emotivo.
Dare il proprio utero in affitto è pratica da tempo diffusa in America che ha dato luogo anche a complesse controversie sul piano giuridico. Il caso italiano, il primo di cui si abbia conoscenza, non segnala dunque un progresso dal punto di vista tecnico o scientifico ma rappresenta solo l’ applicazione di una tecnica già largamente altrove sperimentata. Ma ci dice, e la cosa non è senza significato, che anche noi stiamo entrando nel grande circuito della mercificazione della gravidanza con tutti i cambiamenti giuridici, etici e psicologici che da questo possono derivare. Avremo tra breve anche noi come in America degli album tra cui scegliere le nostre incubatrici umane. Chi di noi non vorrà portare in grembo il suo bambino potrà, pagando, depositare il suo embrione altrove e tornare a riprenderlo dopo nove mesi. Si rompe così definitivamente un legame naturale, unico, nutrito di sangue e di sogni tra la madre e quello che una volta si chiamava “il frutto del ventre tuo”. Mi è difficile esprimere su tutto questo una opinione. Sento tuttavia, come ebbe a dire una volta il Premio Nobel Rita Levi Montalcini, che non tutto ciò che è possibile allo scienziato può essere considerato lecito. Da tempo e invano il problema di stabilire regole e limiti agli esperimenti in tema di fecondazione è stato sollevato in Parlamento, ma si è preferito, non sto a ricordare perché, ignorare questa esigenza. Nel far west della riproduzione assistita e della sperimentazione scientifica quindi finora tutto era permesso perché nulla era vietato. Il successo recentissimo della clonazione su animali, anticamera della possibilità di clonare embrioni umani, è suonato come un drammatico campanello d’ allarme per le autorità di tutto il mondo. Le due ordinanze firmate mercoledì dal ministro Bindi che hanno vietato gli esperimenti di clonazione, il commercio di materiale genetico, la compravendita di gameti, muovono nella direzione giusta. Il caso di cui stiamo parlando ci dice soltanto che purtroppo siamo in ritardo. Una regolamentazione della materia viene richiesta anche da una parte non trascurabile degli scienziati e dei medici italiani. Gli scienziati che per dirla con il presidente Clinton non vogliono “arrogarsi il diritto di giocare a Dio” devono essere richiamati al senso del limite e alla responsabilità. Sarebbe un fallimento della coscienza laica se questo richiamo venisse solo dalla Chiesa cattolica. Anche il pensiero laico ha qualcosa da dire e con forza in materia di etica.

 

71 pensieri su “La donna-cosa

  1. M.Cristina

    la schiavitù della donna in nome della libertà della donna…ma non la stessa…

      1. Giusi

        Forse qualcosa c’è

        Voglio la mamma
        2 h ·

        Splendido esordio in terra sarda per VLM. A Ploaghe abbiamo fatto le dieci di sera iniziando alle 19 e potevamo fare mezzanotte. Un confronto a più voci tra docenti universitari, cittadini, sacerdoti, esponenti del protestantesimo valdese, tanti rappresentanti delle istituzioni tra cui il consigliere regionale più votato della Sardegna, tutti convocati da un drappello di consiglieri comunali guidati da Pasquale Demurtas provenienti dal Pd e ora “in freddo” con il partito di Renzi proprio per le posizioni esplicite sui temi essenziali del nascere, dell’amare, del morire. Hanno preso la parola tante mamme e questa è la notizia più bella. Volevamo una mamma e ne stiamo trovando migliaia sul nostro cammino.

    1. angelina

      Cara Giusi, la tua domanda è anche la mia. Dov’è questo pensiero laico che rivendica qualcosa da dire in materia di etica? Con forza, dice.

      “E’ dunque una cosa, sia pure fragile e delicata, la donna nel cui ventre sono stati impiantati due embrioni di due coppie diverse.”
      “..anche noi stiamo entrando nel grande circuito della mercificazione della gravidanza con tutti i cambiamenti giuridici, etici e psicologici che da questo possono derivare. Avremo tra breve anche noi come in America degli album tra cui scegliere le nostre incubatrici umane.” Questione di business, dunque, lo si capiva già nel 1997.
      E non una parola sull’imperialismo americano? 😉 Qualcosa così … “Gli ingredienti essenziali del nuovo imperialismo culturale sono la fusione della commercialità-sessualità-conservatorismo, ognuno di questi presentati come espressioni idealizzate delle necessità private, un’autorealizzazione individuale.” Dio è morto, il marxismo pure.

      “Sarebbe un fallimento della coscienza laica se questo richiamo venisse solo dalla Chiesa cattolica. Anche il pensiero laico ha qualcosa da dire e con forza in materia di etica.”
      Ecco, questa frase, l’ho letta e mi sono chiesta se non fosse una stravaganza, un piccolo peccato di senilità della Mafai (che poi, fu fiera oppositrice della L. 40 http://web.tiscali.it/marco.paniccia/speciale_fec_a.html). Ripeto la domanda: dov’è questo pensiero laico in materia di etica?

      1. Alessandro

        Pensiero “laico”? Etica “laica”? Forse conviene riascoltare quanto diceva Ratzinger nel 2005 a Subiaco:

        “Nell’epoca dell’illuminismo si è tentato di intendere e definire le norme morali essenziali dicendo che esse sarebbero valide etsi Deus non daretur, anche nel caso che Dio non esistesse.
        Nella contrapposizione delle confessioni e nella crisi incombente dell’immagine di Dio, si tentò di tenere i valori essenziali della morale fuori dalle contraddizioni e di cercare per loro un’evidenza che li rendesse indipendenti dalle molteplici divisioni e incertezze delle varie filosofie e confessioni. Così si vollero assicurare le basi della convivenza e, più in generale, le basi dell’umanità. A quell’epoca sembrò possibile, in quanto le grandi convinzioni di fondo create dal cristianesimo in gran parte resistevano e sembravano innegabili.

        Ma non è più così. La ricerca di una tale rassicurante certezza, che potesse rimanere incontestata al di là di tutte le differenze, è fallita. Neppure lo sforzo, davvero grandioso, di Kant è stato in grado di creare la necessaria certezza condivisa. Kant aveva negato che Dio possa essere conoscibile nell’ambito della pura ragione, ma nello stesso tempo aveva rappresentato Dio, la libertà e l’immortalità come postulati della ragione pratica, senza la quale, coerentemente, per lui non era possibile alcun agire morale. La situazione odierna del mondo non ci fa forse pensare di nuovo che egli possa aver ragione?

        Vorrei dirlo con altre parole: il tentativo, portato all’estremo, di plasmare le cose umane facendo completamente a meno di Dio ci conduce sempre di più sull’orlo dell’abisso, verso l’accantonamento totale dell’uomo. Dovremmo, allora, capovolgere l’assioma degli illuministi e dire: anche chi non riesce a trovare la via dell’accettazione di Dio dovrebbe comunque cercare di vivere e indirizzare la sua vita veluti si Deus daretur, come se Dio ci fosse. Questo è il consiglio che già Pascal dava agli amici non credenti; è il consiglio che vorremmo dare anche oggi ai nostri amici che non credono.”

        La dico a modo mio e con accenti miei (si licet parva…): per riprovare legalizzazione dell’aborto, fecondazione artificiale, maternità surrogate, matrimonio gay e ogni altra deriva dell’odierno baldanzoso e disperato individualismo libertino occorrerebbe un ritorno alla legge morale naturale, quella che l’intelletto può conoscere anche senza beneficiare dell’apporto della Rivelazione cristiana. Ma l’intelletto che ravvisa la legge morale naturale è il medesimo che scopre l’esistenza di Dio: il retto esercizio dell’intelletto sbocca infatti all’evidenza sia della legge morale naturale (nemica mortale dell’individualismo libertino dilagante) sia dell’esistenza di Dio.

        Poiché
        1) un’etica “laica” (nel senso di “non imperniata sull’accettazione di una Rivelazione religiosa”) contrapposta all’individualismo libertino può essere solo quella che si nutre della legge morale naturale
        2) siffatta etica “laica”, governata dall’adesione alla legge morale naturale, è abbracciata da un intelletto che si esercita rettamente, e che, rettamente esercitandosi, non può che approdare al riconoscimento dell’esistenza di Dio (o quantomeno a tenere in seria considerazione la possibilità della Trascendenza divina): sicché siffatta etica non può affatto essere un’etica atea

        si conclude che non può esistere etica che si contrapponga a detto individualismo libertino (e alle sue calamitose conseguenze) e che sia propriamente atea.

            1. angelina

              Caro Alessandro, grazie. Ricordo bene questo discorso, proprio alla vigilia dell’elezione di papa Benedetto. Lo ricordo perché è fondamentale, e fonte di “scoraggiamento” se posso dire così.
              “La ricerca di una tale rassicurante certezza, che potesse rimanere incontestata al di là di tutte le differenze, è fallita.” Ratzinger non fa altro che prendere atto nel 2005 di quello che Mafai nel 1997 poteva ancora permettersi di esprimere in forma ipotetica: “Sarebbe un fallimento della coscienza laica se questo richiamo venisse solo dalla Chiesa cattolica. Anche il pensiero laico ha qualcosa da dire e con forza in materia di etica.” Il pensiero laico, la coscienza laica non ce l’ha fatta: ha fallito. E ne paghiamo le conseguenza nella vita civile ancor prima che nella politica.
              La questione del relativismo non è roba da astrazione intellettuale, è un problema di prassi quotidiana: siamo alla paralisi delle scelte, delle strategie che guardino al futuro, alla frammentazione di qualunque senso comunitario, e in definitiva all’impossibilità del riconoscimento di una politica possibile. Se “etica laica” è una specie di ossimoro, la parola “dialogo” perde significato, un confronto pluralistico di valori non ha più senso, l’unica logica è l’interesse del più forte.
              Naturalmente, la speranza di un credente si fonda anche su qualcosa che va oltre, ma intanto la situazione della nostra comune casa sembra pesantemente compromessa dalla mancanza di una “ragion pratica”.

              Ah, naturalmente “noi” non ci scoraggiamo! 🙂

              1. Angelina.

                …non per nulla lo stesso Ratzinger (d’altra parte almeno un po’ di filosofia l’avrà studiatoa anche lui!) mette
                in luce la impossibilità per Kant di arrivare a una fondazione “pratica” senza Dio della sua Ragion pratica.
                D’altra parte il pensiero si è sempre trovato di fronte al problema del relativismo senza mai poterlo risolvere
                perchè non è risolvibile. Oggi sarebbe più corretto dire che non esiste il Relativismo, ma i problemi relativi alle situazioni geo-storico-politiche e la buona volontà (quando c’è) di risolverli, senza poter fare affidamento (escludendo voi) su principi assoluti.

                1. angelina

                  Non mi pare che Ratzinger abbia detto ciò che gli attribuisci, ma lasciamo stare.
                  Non sono d’accordo sul fatto che il pensiero si sia sempre trovato di fronte al problema del relativismo: fino al secolo scorso, anche se c’era gente che viveva di fatto senza credere né praticare forme religiose, non era abolita una certa concezione di “religiosità” (diciamo quantomeno quel diritto naturale che tu detesti). Il relativismo è questione recente. Insomma, dagli assolutismi alla democrazia la regola del vivere comune non aveva mai messo in discussione definitiva il bene e il male: oggi neanche interessa più stabilire qualche criterio valido per molti, si va avanti a forza di rivendicazioni. Le tue situazioni geo-storiche-politiche non si risolvono con le buone intenzioni (alle quali peraltro non credo). Assoluti o no, i principi servono a dar fondamento, lo dice la parola stessa. Nessun principio, nessuna costruzione.

                    1. angelina

                      ” ..nelle decisioni di un politico democratico, la domanda su che cosa ora corrisponda alla legge della verità, che cosa sia veramente giusto e possa diventare legge non è altrettanto evidente. Ciò che in riferimento alle fondamentali questioni antropologiche sia la cosa giusta e possa diventare diritto vigente, oggi non è affatto evidente di per sé. Alla questione come si possa riconoscere ciò che veramente è giusto e servire così la giustizia nella legislazione, non è mai stato facile trovare la risposta e oggi, nell’abbondanza delle nostre conoscenze e delle nostre capacità, tale questione è diventata ancora molto più difficile.”
                      Copio dalla citazione di Alessandro. Che cosa è bene, che cosa è male, nella società? Non mi sembri il tipo da idolatrare la maggioranza, sei troppo individualista: mi spieghi su che cosa fonderesti tu le leggi? Se domani la tua etica positiva dicesse per legge che si può rubare senza andare in galera, sarebbe corretto? Tu, ruberesti?

                      E che verrebbe a significare “fare il meglio possibile”? Meglio è comparativo di bene: se non sai cosa è il bene, come puoi perseguire il meglio possibile? Meglio di che? Di un dito in un occhio?
                      Se ti va di discutere, cerca di tirar fuori qualcosa di “meglio”.

  2. chiara

    Io vorrei mi si spiegasse perché gli stessi che si riempiono la bocca di “naturale” e “biologico” come se la natura fosse il nuovo dio, vogliono, per legge, negare quanto di più naturale ci sia: siamo tutti nati da un uomo e da una donna.

    1. Sara

      Cara Chiara, è perché l’ideologia è prepotente e irrazionale. L’inganno è basato anche su questo, perciò bisogna mantenere viva la capacità di ragionare secondo logica e mantenendo il contatto con la realtà.

  3. Ma come si potrà fare in modo che a nessuno venga nemmeno in mente di (uso questa espressione orrenda)
    di affittare un utero? Per legge? Per scomunica? Per illuminazione? Per conversione? Per le chiacchiere di Adinolfi?
    Per le foto denuncia (uso questa epressione orrenda) degli uteri in affitto? Per la forza della perghiera? Come si fa a cambiare il cervello delle persone’ E chi ci autorizza a cambiarlo?

    1. Giusi

      Come si fa ad impedire che a nessuno venga in mente di rubare? Verrà sempre in mente a qualcuno. Ma almeno c’è una legge che lo vieta!

    2. A Eugenio Corti (che aveva lottato allo spasimo per il referendum contro il divorzio) fu chiesto di farlo anche per il referendum del 1981 contro l’aborto. «Avevo posto una sola condizione per battermi: tappezzare l’Italia di manifesti che mostrassero le foto raccapriccianti di che cosa succede a un feto abortito. Per convincere la gente che l’aborto è sbagliato, bisogna mostrare alla gente che cos’è l’aborto. Mi risposero che questo era impossibile, e che sarebbero stati usati messaggi positivi e foto di bambini sorridenti. Capii in quel momento che la battaglia era persa in partenza e mi ritirai in buon ordine. E così fu.» (http://www.eugeniocorti.net/?cat=14)

  4. Alvise, ma che domanda del piffero…

    Ma come si potrà fare in modo che a nessuno venga nemmeno in mente di (uso questa espressione orrenda)
    di … ammazzare la suocera? !! (chiedo perdono a tutte le suocere…)

    Allora lasciamo che la legge lo consenta e via così….
    Fai partire la materia grigia per favore.

    1. Cmq Alvise, la conversione, non il cervello, ma i pensieri delle persone, li cambia… eccome.
      E basterebbero mooolte meno leggi 😉

  5. fortebraccio

    dove? qui si consuma questo mercimonio? Non mi pare…
    Altri paesi, altre teste.
    [il che non vuol dire che non inorridisca all’idea, sia chiaro. Diciamo che mi compiaccio di vivere qui, ecco]

    1. Giusi

      Hai presente le leggi contro la pedofilia? Valgono pure se un italiano va a fare il porco (e qui ci vuole!) all’estero. Chiaro che andrebbero a comprare uteri da povere donne di paesi poveri ma se c’è una legge che lo impedisce ai cittadini italiani è reato comunque! E sarebbe bene che ci fosse!

      1. Aleph

        Giusi, purtroppo già ora si è trovato in Italia il modo di aggirare la legge. In alcuni paesi, dove la cosiddetta “maternità surrogata” è legale, è possibile avere un certificato di nascita in cui il nome della madre in affitto non compare proprio, come se non fosse mai esistita (se ha portato in grembo bambini che non hanno un legame genetico con lei). Per cui, una donna italiana può commissionare un figlio, ad esempio, negli Stati Uniti e poi tornarsene in Italia con un neonato e con un regolare certificato di nascita che dice che il bambino è suo figlio. E nessuno può farci niente. Non so dove si arriverà con questa follia senza freni… 🙁

    2. admin

      caro Fortebraccio
      questo articolo non è stato pubblicato oggi a caso: entro la fine della prossima settimana infatti la Consulta potrebbe spianare la strada all’eterologa in Italia, naturalmente ancora una volta con un colpo di mano e al di fuori del doveroso dibattito parlamentare.

    1. Giusi

      Certo perchè il dono si accetta, il diritto ti fa arbitro della vita o della morte di un essere indifeso e questo è mostruoso!

  6. 61angeloextralarge

    Angelina, Giusi, Ale, Mario, Viviana, Vale: smack! 😀
    Alvise: lascia gì! 😉

  7. …l’etica non può essere che etica positiva, e cioè basata sui comandamenti di una qualche divinità.
    Se le genti sono immorali vuole dire che questi comandamenti che si basano sulla divinità per loro non
    hanno efficacia. Come in pratica si è sempre assistito e si assiate alla inosservanza dei comandamenti (da parte di alcuni).
    Ora, questi alcuni sentivano (e sentono) dentro di sé la presenza di questi comandamenti e non ne tengono conto,
    o questi alcuni non sentono questa presenza e si regolano secondo arbitrio. Ma questo forse vorrebbe dire che non esiste una legge naturale, (dentro di noi) che ci fa agire secondo il bene? Perché se esitesse questa legge naturale, se davvero fosse presente, come sarebbe possibile che uno si regolasse di contro? Ma, si è detto, le genti sono anchje libere di fare il male eccetra…Per questo (siccome si vide che genti si regolavano secondo arbitrio e siccome questo arbitrio era dannoso) sono state necessarie le leggi e che si facessero rispettare. Non sono regolati per legge gli atti che non possono rientrare (o almeno sembra) nell’ambito della legge (come per esempio i (cosiddetti) atti impure che invece ricadono nell’ambito dei principi della morale (per esempio) cattolica. Ogni legge, in ogni modo, è sucettibile di cambiamento ( secondo la legge) o di abrogazione. Per quanto riguarda (mi si perdoni) gli uteri in affitto, da noi sono probiti per legge.
    Se verrà una legge che consentirà di affittare uteri chi li vorrà affittare li affitterà senza violare la legge.
    Ovviamente coloro che non volessero assolutamente affittarli (o che fosse per un principio morale o che altro)
    non saranno obbligati per forza a affittarli. In questo modo saranno salvi sia coloro che aspettano questa legge sia quelli che che di questa legge non vorranno servirsi.. In ogni caso saranno sempre gameti maschili e femminili che da ultimo daranno vita a un nuovo essere (cosiddetto). Tutte le strade riportano alla natura. E poi cosa è questa smania per la natura naturale?

    1. Baldo

      filosofiazzero

      “Ma, si è detto, le genti sono anchje libere di fare il male eccetra. Per questo (siccome si vide che genti si regolavano secondo arbitrio e siccome questo arbitrio era dannoso) sono state necessarie le leggi e che si facessero rispettare”

      Il male? Il bene? Ma chi o cosa è la misura del bene e del male? Che pensiero superato!
      E dov’è la giustizia che regge le leggi? 🙂

    2. Alessandro

      “Ovviamente coloro che non volessero assolutamente affittarli (o che fosse per un principio morale o che altro)
      non saranno obbligati per forza a affittarli. In questo modo saranno salvi sia coloro che aspettano questa legge sia quelli che che di questa legge non vorranno servirsi”

      E allora, tutto bene così? Ma nemmeno per idea! Il problema non sta nel fatto che la legge non obblighi Tizio ad “affittare” l’utero, il problema è che legalizzando l’ “affitto” si violano diritti umani fondamentali, primo fra tutti quello di un essere umano di venire al mondo da un padre e da una madre, che sono i suoi genitori, non da un genitore surrogato pagato per esserlo.

      Comunque è inutile parlare di queste cose con chi si inchina a ogni legge positiva senza domandarsi se questa legge sia giusta o no. Per chi non ha altro argomento che “la legge è giusta perché è stata emanata in modo proceduralmente corretto”, risulterà giusta qualsiasi scempiaggine approvata con la debita maggioranza da una assemblea legislativa insediatasi in modo formalmente irreprensibile.

      E qui torna d’attualità Ratzinger:

      “In gran parte della materia da regolare giuridicamente, quello della maggioranza può essere un criterio sufficiente. Ma è evidente che nelle questioni fondamentali del diritto, nelle quali è in gioco la dignità dell’uomo e dell’umanità, il principio maggioritario non basta: nel processo di formazione del diritto, ogni persona che ha responsabilità deve cercare lei stessa i criteri del proprio orientamento…

      I combattenti della resistenza hanno agito contro il regime nazista e contro altri regimi totalitari, rendendo così un servizio al diritto e all’intera umanità. Per queste persone era evidente in modo incontestabile che il diritto vigente, in realtà, era ingiustizia. Ma nelle decisioni di un politico democratico, la domanda su che cosa ora corrisponda alla legge della verità, che cosa sia veramente giusto e possa diventare legge non è altrettanto evidente. Ciò che in riferimento alle fondamentali questioni antropologiche sia la cosa giusta e possa diventare diritto vigente, oggi non è affatto evidente di per sé. Alla questione come si possa riconoscere ciò che veramente è giusto e servire così la giustizia nella legislazione, non è mai stato facile trovare la risposta e oggi, nell’abbondanza delle nostre conoscenze e delle nostre capacità, tale questione è diventata ancora molto più difficile.

      L’idea del diritto naturale è considerata oggi una dottrina cattolica piuttosto singolare, su cui non varrebbe la pena discutere al di fuori dell’ambito cattolico, così che quasi ci si vergogna di menzionarne anche soltanto il termine.

      Sulla base della convinzione circa l’esistenza di un Dio creatore sono state sviluppate l’idea dei diritti umani, l’idea dell’uguaglianza di tutti gli uomini davanti alla legge, la conoscenza dell’inviolabilità della dignità umana in ogni singola persona e la consapevolezza della responsabilità degli uomini per il loro agire. Queste conoscenze della ragione costituiscono la nostra memoria culturale. Ignorarla o considerarla come mero passato sarebbe un’amputazione della nostra cultura nel suo insieme e la priverebbe della sua interezza. La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra Gerusalemme, Atene e Roma – dall’incontro tra la fede in Dio di Israele, la ragione filosofica dei Greci e il pensiero giuridico di Roma. Questo triplice incontro forma l’intima identità dell’Europa. Nella consapevolezza della responsabilità dell’uomo davanti a Dio e nel riconoscimento della dignità inviolabile dell’uomo, di ogni uomo, questo incontro ha fissato dei criteri del diritto, difendere i quali è nostro compito in questo momento storico.”

      http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2011/september/documents/hf_ben-xvi_spe_20110922_reichstag-berlin_it.html

    1. Baldo

      No no… le leggi o cadono dal cielo (ma tu lo escludi) o qualcuno le fa. Ma chi le fa e come le fa?
      Ci dovrà essere un principio di giustizia. Non è escluso che la legge positiva (posita= posta da qualcuno) possa avere un principio di giustizia nella forza di chicchesia (che sia la maggioranza o il tiranno), ma un principio di giustizia ci vuole.
      Ma allora è la forza il principio che regge le tue leggi, caro Alvise!
      Come anche le leggi di Hitler o di Pol Pot o di certe moderne democrazie nelle quali si è imposto il pensiero unico.

  8. ….lo ammetto, non mi viene in mente nient’altro, non mi riesce obiettare nulla, ecco. O forse è impossibile obiettare
    qualcosa alle vostre argomentazioni. C’è il bene e il male. Santa Beretta Molla e Hitler..

      1. Rosa a

        Scusa ma allora perché’ hai firmato l’appello per Merian? Quello stato sta applicando la legge che ha come fondamento il Corano e la cosa e’ estremamente pericolosa. Inoltre, tenendo conto che sia la libertà religiosa come la libertà di pensiero deve essere sempre garantita, in Italia quali sarebbero le vie da percorrere perché questo Stato si reggesse sulle leggi di Dio?

        1. Giusi

          Risposta alla prima domanda: non ti pare ci sia qualche differenza tra il Corano e il Vangelo? Alla seconda: solo eventualmente quelle democratiche.

          1. Rosanna

            Purtroppo risponderebbero così anche i musulmani . Non credi? Io ho firmato la petizione per Merian così come firmerei per qualsiasi persona fosse sottoposta a un tale sopruso da qualsiasi parte religiosa arrivasse.

  9. ….Giusy.

    …la stessa differenza che c’è tra il Vangelo e il Corano.
    (o non dicevate che la democrazia è il diavolo travestito da democrazia?)

    1. Giusi

      Intendevo dire che l’unico modo (teorico) perchè si governasse secondo le leggi di Dio sarebbe che un partito cattolico (non adulto) vincesse le elezioni con maggioranza assoluta. In quale altro modo se no?

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