Jean-Pier Delaume-Myard, omosessuale Francese contro i matrimoni gay

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L’Intervento di Jean-Pier Delaume-Myard, omosessuale Francese contro i matrimoni gay alla manifestazione di  Roma a piazze dei SS Apostoli dell’ 11 Gennaio 2014 organizzata da La Manif pour Tous ITALIA
Cari amici, buonasera a tutti!Purtroppo non  ho la fortuna di parlare la vostra bella lingua, quindi permettetemi di intervenire in francese Sono molto felice e onorato di essere qui  in Italia, in mezzo a voi, con La Manif pour Tous Italia.

Quello che ci riunisce tutti qui oggi è il valore fondamentale della Famiglia. Noi stessi formiamo una bella e grande famiglia che va ben aldilà dei nostri confini nazionali poiché la Famiglia è una e universale.

Che si parli di questo qui da voi in Italia, da noi in Francia, oppure in altri paesi europei o in tutto il mondo non importa . Infatti vorrei rivolgere un pensiero al mio amico Bobby che lotta come noi negli Stati Uniti contro le lobby gay perché non vogliamo che la donna sia considerata una merce, non vogliamo che i bambini siano volontariamente privati di un padre o di una madre, oppure di entrambi. Conosco un po’ l’Italia. Varie volte ho avuto l’occasione di venire e in circostanze sempre diverse.

La prima volta che sono venuto era nel 1981, dopo una grave malattia che mi ha stravolto durante la mia adolescenza. Per ringraziare il Signore di esserne uscito, mi sono recato a San Damiano là dove viveva ancora Mama Rosa che aveva incontrato la Vergine Maria. Poi ho avuto la fortuna di venire a Roma per partecipare a un’udienza privata con Papa Giovanni Paolo II. Ma ci sono state anche diverse altre occasioni di venire qui.

Il legame che mi unisce all’Italia è stato anche di tipo affettivo, infatti ho vissuto 8 anni con un amico italiano. Allora, nel mese di novembre 2012 in Francia, i media annunciarono che tutte le persone omosessuali erano a favore del matrimonio fra persone dello stesso sesso e che tutti gli omosessuali vorrebbero dei bambini. In realtà mi stavano rubando la mia voce, stavano rubando la nostra voce, di noi omosessuali che non avevamo chiesto niente di tutto ciò.

Perciò ho deciso di prendere carta e penna come un semplice cittadino e di scrivere sul sito di un noto settimanale francese: Le Nouvel Observateur. Quel articolo intitolato “Sono omosessuale, non gay: cessate questa confusione!” fa rapidamente il giro della rete con più di 110.000 visite. Nell’ articolo scrivo fra l’altro che: “non sono orgoglioso del mio orientamento omosessuale piú di quanto un etero non lo sia del suo.”

Vorrei ricordare in maniera chiara che “i gay si richiamano ad una cultura, ad uno stile di vita. Hanno bisogno che il loro macellaio, il loro panettiere, il loro venditore di giornali sia gay. Vogliono vivere con altri gay… Io, in quanto omosessuale e come individuo di una nazione, ho sempre fatto la scelta di alloggiare e di agire senza preoccuparmi dell’orientamento sessuale dei miei vicini o dei miei colleghi di lavoro. Proseguendo nell’articolo faccio una domanda importante: “Perché vogliono una legge a favore del matrimonio fra persone dello stesso sesso? Per le persone omosessuali o per la centinaia di gay che vivono nelle zone chic di Parigi?”

A seguito di questo abbiamo fondato un collettivo chiamato HomoVox, che riunisce centinaia e centinaia di omosessuali contro la legge sui matrimoni gay. Ho avuto la possibilità di dare una testimonianza video, e l’ho accettata ben volentieri. Dopo tanti articoli e testimonianze, mi sono ritrovato il 25 gennaio 2012 di fronte al Presidente della Repubblica francese.

Quando gli ho detto che la legge sui matrimoni gay era in realtà l’albero dietro al quale si nascondeva la foresta della maternità surrogata e della procreazione medicalmente assistita, lui mi ha risposto: “Non sono assolutamente favorevole a questo e mi esprimerò contro”.

In Francia abbiamo seri dubbi su questa questione. Sappiamo che in occasione della presentazione della prossima legge sulla famiglia, a marzo, dei deputati dell’attuale maggioranza depositeranno emendamenti a favore della Procreazione medicalmente assistita e della Maternità surrogata.

Come omosessuale e sin dall’inizio del mio impegno, non lavoro a favore di un partito politico e nemmeno a favore di una comunità, a me non piacce il comunitarismo. Combatto in coscienza e con tutte le mie forze affinché ogni bambino abbia un padre e una madre. Se io fossi eterosessuale, avrei perseguito lo stesso scopo, vale a dire quello della razionalità! Il mio impegno non ha niente a che vedere con il mio orientamento sessuale.

Mi sono impegnato perché se uno ha un minimo di compassione per gli esseri umani, certamente non si può accettare che un bambino rimanga senza punti di riferimento sociali.

Mi sono impegnato perché se fra vent’anni incontrassi un ragazzo o una ragazza, figlio di una copia dello stesso sesso, non voglio che mi rimproveri di averlo privato della possibilità di avere un padre e una madre, come ogni bambino, figlio di una coppia divorziata, una coppia di fatto o sposata.  Per tutti, si vuole un padre e una madre!

Mi sono impegnato perché il mio desiderio di aver dei figli non deve aver come conseguenza la venuta al mondo di un bambino senza l’affetto materno. Mi sono impegnato perché in quanto persona responsabile, non voglio un giorno dover rispondere a mio figlio che mi chiederà chi fosse sua madre, che la sua identità non è diversa dal numero di un assegno.In Francia La Manif Pour Tous è vittima di discriminazione quando non è oggetto di gravi violenze poliziesche o di pesanti condanne giudiziarie. Sto pensando a Nicola, un giovane di 23 anni fermato il 19 giugno 2013 per aver indossato una felpa de La Manif Pour Tous sugli Champs-Elysees e condannato a due mesi di carcere! Le Autorità del mio paese non hanno voluto sentire la voce di una petizione che aveva raccolto 700.000 firme!

In Francia la legge che apre il matrimonio alle coppie  dello stesso sesso è stata votata in fretta a mani alzate in seconda lettura al fine di preservare la pace sociale! In Francia le più alte autorità hanno dichiarato che eravamo 300.000 persone quando in realtà sono scesi in piazza più di 1 milione di cittadini!

Vorrei anche cogliere l’occasione per ringraziare da parte de La Manif Pour Tous uno dei vostri connazionali, Luca Volontè, già Presidente del PPE a Strasburgo. Grazie a uno di voi, cari amici Italiani, il comitato dei ministri del Consiglio dell’Europa ha chiesto in data 23 aprile 2013 una questione al Governo francese riguardo la gestione delle manifestazioni in favore della famiglia e ha insistentemente chiesto al Governo di dare spiegazioni. Cosa inedita nella patria dei diritti dell’uomo. Grazie Signor Luca Volontè.

Se domani in Francia o in Italia dovessero essere approvate la maternità surrogata oppure la procreazione assistita, purtroppo non saremo noi a pagarne le conseguenze. A pagarne il prezzo saranno prima di tutto i bambini stessi, privati del diritto legittimo alla filiazione diretta. Li priveremo del diritto ad aver un padre e una madre.

Ne pagheranno il prezzo gli omosessuali stessi, perchè sono queste leggi stesse che stanno creando omofobia, non chi scende in piazza. Oggi non abbiamo necessità d’indossare una gonna da sposa per aver gli stessi diritti.

Il desiderio ad aver un bambino è una realtà singolare e dolorosa. Io lo so. Ma noi omosessuali non chiediamo alla società un bricolage legislativo per cambiare la realtà. La politica del governo francese non ha altro scopo che uccidere la Famiglia. Il Governo famigliafobico, uccide la famiglia.

La Manif Pour Tous in Francia continua a chiedere l’abrogazione della legge che autorizza il matrimonio fra persone dello stesso sesso. Oltre la necessaria abrogazione di tale legge, proponiamo che venga riconosciuta la filiazione all’interno della famiglia. Un bambino non è ne merce di scambio,  ne carne da macello, è un essere umano che ha diritto a conoscere l’origine culturale, geografica, sociale e religiosa dei suoi genitori.

Riguardo le prossime elezioni europee, ricorderemo ai candidati l’importanza delle decisioni che saranno chiamati a prendere. I candidati dovrebbero firmare una carta dichiarando di proteggere la famiglia e di rispettare le persone.

Siete invitati a fare lo stesso in Italia perché siamo convinti che la famiglia è il posto migliore per crescere ed essere educati. Siamo convinti che la famiglia è la cellula base della società e che la famiglia assicura il futuro e il progresso del paese. Il 21 ottobre scorso ho pubblicato un libro intitolato  “OMOSESSUALE contro il matrimonio per “tutti”. Questa pubblicazione è censurata dai media sotto la pressione della LGBT.

Questa lobby mi accusa di essere un traditore perché non la penso ciome  i 2000 gay di Parigi. È un atteggiamento totalmente omofobico da parte loro. significa che un omosessuale non può ne pensare ne agire autonomamente.

Più grave ancora è il fatto che ho ricevuto minacce di morte sul web. Chi è omofobo, La Manif Pour Tous oppure loro?

Noi cittadini italiani o francesi, uomini e donne di ragione, che stiamo omosessuali o eterosessuali, proseguiremo il nostro cammino di uomini responsabili che vogliono lasciare dietro di sé un pianeta dove gli uomini con la U maiuscola non sono dei beni commerciali. La cosiddetta libertà, voluta da alcuni, non deve condannare l’uomo e la sua diversità. Il diritto alla differenza deve rimanere l’unica libertà dell’essere umano. La natura è l’unica a poter vigilare!

Perciò La Manif Pour Tous vi ringrazia per aver creato La Manif Pour Tous Italia. Vi ringrazio di cuore per avermi accolto in maniera così calorosa.

Grazie a tutti voi, ci rivedremo presto in occasione di una grande manifestazione europea. Non rinunceremo mai!

fonte: lamanifpourtous.it

35 pensieri su “Jean-Pier Delaume-Myard, omosessuale Francese contro i matrimoni gay

  1. Giusi

    Ho trovato sulla pagina facebook di un giovane padre per miracolo (tutti gli “esperti” avevano detto che era impossibile ma lui si è affidato a Dio e ha una bella bambina) questo bellissimo decalogo e poichè ritengo e non è un’opinione personale (basta ad es. leggere il libro di Luca Di Tolve) che l’omosessualità sia legata anche e soprattutto all’assenza e alla crisi della figura maschile e in particolare paterna trovo che sia in tema.

    UN DECALOGO PER IL PAPA’

    1- Il primo dovere di un padre verso i suoi figli è amare la madre. La famiglia è un sistema che si regge sull’amore. Non quello presupposto, ma quello reale, effettivo. Senza amore è impossibile sostenere a lungo le sollecitazioni della vita familiare. Non si può fare i genitori “per dovere”. E l’educazione è sempre un “gioco di squadra”. Nella coppia, come con i figli che crescono, un accordo profondo, un’intima unione danno piacere e promuovono la crescita, perché rappresentano una base sicura. Un papà può proteggere la mamma dandole in “cambio”, il tempo di riprendersi, di riposare e ritrovare un po’ di spazio per sé.

    2- Il padre deve soprattutto esserci. Una presenza che significa “voi siete il primo interesse della mia vita”. Affermano le statistiche che, in media, un papà trascorre meno di cinque minuti al giorno in modo autenticamente educativo con i propri figli. Esistono ricerche che hanno riscontrato un nesso tra l’assenza del padre e lo scarso profitto scolastico, il basso quoziente di intelligenza, la delinquenza e l’aggressività. Non è questione di tempo, ma di effettiva comunicazione. Esserci, per un papà vuol dire parlare con i figli, discorrere del lavoro e dei problemi, farli partecipare il più possibile alla sua vita. E’ anche imparare a notare tutti quei piccoli e grandi segnali che i ragazzi inviano continuamente.

    3 – Un padre è un modello, che lo voglia o no. Oggi la figura del padre ha un enorme importanza come appoggio e guida del figlio. In primo luogo come esempio di comportamenti, come stimolo a scegliere determinate condotte in accordo con i principi di correttezza e civiltà. In breve, come modello di onestà, di lealtà e di benevolenza. Anche se non lo dimostrano, anche se persino lo negano, i ragazzi badano molto di più a ciò che il padre fa, alle ragioni per cui lo fa. La dimostrazione di ciò che chiamiamo “coscienza” ha un notevole peso quando venga fornita dalla figura paterna.

    4 – Un padre dà sicurezza. Il papà è il custode. Tutti in famiglia si aspettano protezione dal papà. Un papà protegge anche imponendo delle regole e dei limiti di spazio e di tempo, dicendo ogni tanto “no”, che è il modo migliore per comunicare: “ho cura di te”.

    5 – Un padre incoraggia e dà forza. Il papà dimostra il suo amore con la stima, il rispetto, l’ascolto, l’accettazione. Ha la vera tenerezza di chi dice: “Qualunque cosa capiti, sono qui per te!”. Di qui nasce nei figli quell’atteggiamento vitale che è la fiducia in se stessi. Un papà è sempre pronto ad aiutare i figli, a compensare i punti deboli.

    6 – Un padre ricorda e racconta. Paternità è essere l’isola accogliente per i “naufraghi della giornata”. E’ fare di qualche momento particolare, la cena per esempio, un punto d’incontro per la famiglia, dove si possa conversare in un clima sereno. Un buon papà sa creare la magia dei ricordi, attraverso i piccoli rituali dell’affetto. Nel passato il padre era il portatore dei “valori”, e per trasmettere i valori ai figli bastava imporli. Ora bisogna dimostrarli. E la vita moderna ci impedisce di farlo. Come si fa a dimostrare qualcosa ai figli, quando non si ha neppure il tempo di parlare con loro, di stare insieme tranquillamente, di scambiare idee, progetti, opinioni, di palesare speranze, gioie o delusioni?

    7 – Un padre insegna a risolvere i problemi. Un papà è il miglior passaporto per il mondo ” di fuori”. Il punto sul quale influisce fortemente il padre è la capacità di dominio della realtà, l’attitudine ad affrontare e controllare il mondo in cui si vive. Elemento anche questo che contribuisce non poco alla strutturazione della personalità del figlio. Il papà è la persona che fornisce ai figli la mappa della vita.

    8 – Un padre perdona. Il perdono del papà è la qualità più grande, più attesa, più sentita da un figlio. Un giovane rinchiuso in un carcere minorile confida: “Mio padre con me è sempre stato freddo di amore e di comprensione. Quand’ero piccolo mi voleva un gran bene; ci fu un giorno che commisi uno sbaglio; da allora non ebbe più il coraggio di avvicinarmi e di baciarmi come faceva prima. L’amore che nutriva per me scomparve: ero sui tredici anni… Mi ha tolto l’affetto proprio quando ne avevo estremamente bisogno. Non avevo uno a cui confidare le mie pene. La colpa è anche sua se sono finito così in basso. Se fossi stato al suo posto, mi sarei comportato diversamente. Non avrei abbandonato mio figlio nel momento più delicato della sua vita. Lo avrei incoraggiato a ritornare sulla retta via con la comprensione di un vero padre. A me è mancato tutto questo”.

    9 – Il padre è sempre il padre. Anche se vive lontano. Ogni figlio ha il diritto di avere il suo papà. Essere trascurati o abbandonati dal proprio padre è una ferita che non si rimargina mai.

    10 – Un padre è immagine di Dio. Essere padre è una vocazione, non solo una scelta personale. Tutte le ricerche psicologiche dicono che i bambini si fanno l’immagine di Dio sul modello del loro papà. La preghiera che Gesù ci ha insegnato è il Padre Nostro. Una mamma che prega con i propri figli è una cosa bella, ma quasi normale. Un papà che prega con i propri figli lascerà in loro un’impronta indelebile.
    (di Bruno Ferrero)

  2. Ci siamo, agiamo come loro! Aspettiamo che un gay dichiarato difenda “per noi” la famiglia , così come quei mattacchioni, che chiamano le prostitute a scuola, a illustrare il sesso ai ragazzi. Così, abbiamo già perso; anzi, abbiamo già interiorizzato la sconfitta. Il fatto che un gay difenda la famiglia, non cambia di una virgola i termini della questione. Augh!
    PS: Cominciamo a chiamare famiglia, e basta, perché ce n’è una sola. Altro che la neo-lingua dei mondialisti: famiglia tradizionale, o aperta, o … al ragù.

    1. Giusi

      Ma grande inquisitore (un altro nome no?) forse non hai letto l’intervento. Intanto rifiuta la definizione di gay quindi non è un gay dichiarato, poi parla di famiglia e basta ritenendo per l’appunto che ce ne sia una sola. Le pulsioni omosessuali sono le sue e noi non abbiamo nessun diritto di giudicarlo. Ma non intende farle pagare a nessuno, meno che mai ai bambini, se pecca se la vedrà con la sua coscienza e con Dio (come tutti noi del resto). Non vi è alcuna relazione con la prostituta che va a scuola ad insegnare il sesso ai ragazzi. Quest’omosessuale ha tutto il mio rispetto.

      1. 1) Il titolo del vostro articolo è ” Jean-Pier Delaume-Myard, omosessuale Francese contro i matrimoni gay “. Io non so neanche chi sia questo signore. Ma se voi partite con questo titolo, e poi dite che non è gay dichiarato, che significa? Che è una vostra illazione, l’orientamento sessuale di questo signore?
        2) ” il Grande Inquisitore” è in omaggio a Fedor Dostoevskij che ha scritto un bellissimo capitolo in ” I fratelli Karamazov” intitolato ” Il Grande Inquisitore”;
        3) E poi, ebbene, lo confesso, mi piace Torquemada, di cui tutti parlano male ” a pappagallo”, senza neanche sapere chi fosse , e che cosa abbia veramente fatto.
        4) Lo so, il “politically correct ” è “na catena”.

        1. Giusi

          Intanto l’articolo non è mio, io qui sono ospite come anche tu (cos’è un contagio alvisiano?), dire contro i matrimoni gay non vuol dire avallare questo concetto nè ipotizzare l’esistenza di vari tipi di matrimoni anzi proprio il contrario, gay è un’etichetta che è stata creata dalla lobby e che l’autore dell’intervento rifiuta (i termini non sono neutri). L’orientamento sessuale è cosa che attiene alla sfera privata delle persone e che non può essere di per sè motivo di denigrazione o di esclusione (sembrerebbe che secondo te poichè Jean Pier è omosessuale non possa parlare in questa sede: e perchè mai?), i Fratelli Karamazov l’ ho letto, della leggenda nera sull’inquisizione so ma tu, di grazia, sembri alimentarla!

        2. Alessandro

          Il cristiano tiene fermo che chi compie l’atto omosessuale pecca, e quindi, nelle forme richieste dalla correzione fraterna e compatibili con essa, si adopererà perché chi così pecca si incammini ad emendarsi. Il cristiano NON pensa che un gay, chi compie atti omosessuali, sia un errore vivente dal quale non può venire alcunché di buono.
          Il cristiano riconosce nel c.d. gay una creatura amata da Dio e si rallegra per tutto ciò che di buono e giusto è detto e operato da questa persona. Anche attraverso un c.d. gay lo Spirito Santo può parlare ed operare (fermo restando che né la commissione dell’atto omosessuale viene dallo Spirito Santo né l’eventuale convinzione della liceità morale di tale atto)

          “omne verum a quocumque dicatur a Spiritu Sancto est” (Summa theol. I-II, q.109, a.1, ad 1: “Ogni verità, da chiunque sia detta [anche da un gay], viene dallo Spirito Santo”).

          1. Giusi

            Certo Alessandro. Tanto più che Jean Paul non entra nemmeno in queste questioni. Potrebbe anche vivere in castità. Che ne sappiamo? E quanti etero peccano contro il sesto comandamento? Se il parametro per parlare fosse questo, si sentirebbe un silenzio assordante!

            1. …già, il sesto comandamento, (disonestamente presentato come “non commettere atti impuri”) come mai il Papa non leva mai la sua voce contro questo (ulteriore) sudiciume umano?

  3. M.Cristina

    Spettacolare, commovente, e, soprattutto, profondamente razionale e ragionevole! Un uomo che usa la ragione secondo tutti i fattori in gioco. Lo giro. Grazie.

  4. ” Il diritto alla differenza deve rimanere l’unica libertà dell’essere umano.”

    …proprio così! (a parte che è strano dire: “l’unica libertà”)

    “la natura è l’unica a poter vigilare!”
    …ma la natura non ha e non potrebbe avere il compito di vigilare!

  5. Francesco

    Ma il cristianesimo non doveva funzionare per attrazione e non per proselitismo? La chiesa non doveva essere missionaria? Non doveva essere smantellata la cultura della dogana, della selezione all’ingresso? I sacramenti non dovevano tornare ad essere medicina e non premio?

    Questa manifestazione è va nella direzione sbagliata.

    Peccato.

    1. Giusi

      I Sacramenti. Quelli riconosciuti dalla Chiesa. Il matrimonio tra due uomini o tra due donne non è un Sacramento anzi non è neanche un matrimonio.

  6. Alessandro

    Papa Francesco poco fa in un passaggio del suo discorso al Corpo Diplomatico:

    “Desta orrore il solo pensiero che vi siano bambini che non potranno mai vedere la luce, vittime dell’aborto,
    o che vengono utilizzati come soldati, violentati o uccisi nei conflitti armati, o fatti oggetti di mercato in quella tremenda forma di schiavitù moderna che è la tratta degli esseri umani, la quale è un delitto contro l’umanità”

  7. 61Angeloextralarge

    Questo intervento è molto chiaro. Non mi sembra che ci sia da fraintendere qualcosa a meno che non lo si voglia fare apposta per amore di polemica.

  8. Clockwork

    (è il mio primo intervento qui sul sito, se ho fatto qualche errore vi prego di perdonarmi e di farmelo notare, è un po’ che bazzico ma non ho mai avuto coraggio/voglia di commentare, nonostante più o meno segua i dibattiti dei post più importanti)

    Personalmente, continuo a ritenere che la chiarezza non sia esattamente una dote di questo Papa. Si potrebbe discutere ore e ore su che cosa avesse voluto intendere con “tratta degli esseri umani”, e non per “amore di polemica”, ma perchè effettivamente questa E’ la polemica: si parla di “tratta” in senso pieno, come in “commercio di schiavi” (fenomeno che tuttora permane in molte parti del mondo, e non necessariamente in luoghi sperduti e lontani) – come, tra l’altro, il contesto parrebbe suggerire -, oppure in senso figurato, con riferimento al fenomeno dell’utero in affitto?
    Anche in questo caso comunque ci sarebbe da dibattere se effettivamente questo sia considerabile come “tratta di esseri umani”.

    1. Giusi

      Clockwork per prima cosa benvenuto. Se è un po’ che bazzichi avrai letto i 262 commenti a “E’ la stampa bellezza!”.(ma ce ne sono stati altri). Abbiamo dibattuto diverse volte di questa presunta non chiarezza del Papa e il risultato al quale siamo pervenuti è stato solo una lacerazione degli animi. Mi sono fatta anch’io la tua domanda ma non l’avevo espressa proprio per evitare che il voler capire possa sembrare far polemica. E allora ho deciso di fare una preghiera in più e un commento in meno.

    2. Angelina

      Sinceramente non ho capito di cosa ci sia da discutere per ore e ore: la tratta di esseri umani significa esattamente commercio e riduzione in schiavitù, spesso per sfruttamento nella prostituzione, o peggio per espianto di organi da vendere al mercato nero dei trapianti. Se il papa ha usato queste parole, non credo che si riferisse ad altro, come l’utero in affitto. Che polemica ci dovrebbe essere, non vedo proprio.

      http://ec.europa.eu/italia/attualita/primo_piano/aff_sociali/tratta_essere_umani_it.htm

      1. Giusi

        Nessuna polemica. Poichè Alessandro aveva commentato fornendoci questa informazione sotto questo post nel quale si parla anche degli uteri in affitto, Clockwork si era posto il problema se le parole del Papa potessero ricomprendere anche questo problema e me lo ero chiesto anch’io ma forse più per la sede del commento che per il contenuto delle parole del Papa. Non ho espresso questo dubbio perchè, alla luce delle recenti polemiche, volevo evitare che apparisse come una critica.

  9. Clockwork

    Ti ringrazio!
    Ammetto, in realtà, di non averli esattamente letti tutti, piuttosto a molti ho dato uno sguardo veloce per capire l’argomento generale. In ogni caso, ho notato che a un certo punto la conversazione non ha preso una bella piega.
    Io purtroppo sono molto poco avvezzo a pregare, e ho preferito commentare per ribattere alla sicurezza di 61Angeloextralarge sulla fermezza della condanna del Papa. L’unica cosa che posso dire quindi in conclusione è: speriamo sia più esplicito in futuro, così da capire da quale parte stia e quale non stia.

    1. 61Angeloextralarge

      Clockwork: mi associo al benvenuto di Giusi.
      Non ho capito bene la frase: “ho preferito commentare per ribattere alla sicurezza di 61Angeloextralarge sulla fermezza della condanna del Papa”… Messa così sembra che io abbia condannato il Papa… Mi pare di aver fatto l’esatto contrario.

  10. Pochi giorni dopo l’elezione di Francesco, un mio amico commentò su facebook: “sembra che la macchina del fango si sia d’un colpo trasformata nella macchina della melassa”. Si riferiva alle varie leggende che già stavano girando come quella della merendina alla guardia svizzera.
    Questa battuta si è rivelata molto profetica. Le parole di Benedetto XVI veniva fraintese per demonizzarlo, quelle di Francesco vengono fraintese per santificarlo, ma secondo lo spirito del mondo. Sono entrambe derive naturali della rappresentazione mediatica (“naturali” nel senso di mondane, segnate dal peccato) e il papa deve guardarsi da entrambe. Da parte nostra la tentazione è quella di schierarci dalla parte opposta come reazione e guardare il papa stesso con sospetto, facendo l’errore opposto a quello dei media. Facendo un confronto evangelico è come se Pietro camminando sulle acque verso Gesù, avesse preteso che i venti della tempesta spirassero sempre nella stessa direzione, mettiamo da destra, e dopo essersi ben bilanciato fosse arrivata una raffica da sinistra. Insomma, qualche caduta ci sarà, ma noi dalla barca evitiamo di dare a Pietro la colpa del vento che soffia.

    http://www.itinerairesprotestants.fr/public_files/prodyn_img/img_0-54734_web_stg_st_pierre_jeune_interieur_jean_mariestocker.jpg

  11. Giusi

    A proposito di Benedetto il 28 febbraio ci sarà una giornata di preghiera con lui. Questo è il libretto:

    28 febbraio 2014 Libretto preghiera italiano.pdf

      1. Davide

        Mi associo a @senm_webmrs: GRAZIE GIUSI 😉 .
        Ma sai chi l’ha proposta e/o organizzata?

        1. Giusi

          Questa pagina facebook:

          https://www.facebook.com/vignadelsignore/about

          che ha anche un sito web

          http://lavignadelsignore-annoliturgico.blogspot.it/

          Si può partecipare a titolo individuale:

          https://www.facebook.com/events/1452172641671690/

          [Quando]
          Venerdì 28 febbraio 2014
          [Orario]
          Dal 7.00 al 23.00
          [Descrizione]

          “Anche se adesso mi ritiro, nella preghiera sono sempre vicino a tutti voi e sono sicuro che anche voi sarete vicini a me, anche se per il mondo rimango nascosto” (14 febbraio 2013)

          “Il Signore mi chiama a ‘salire sul monte’, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze” (24 febbraio 2013)

          Il prossimo 28 febbraio ricorre il primo anniversario della conclusione del luminoso Pontificato di Benedetto XVI. Da quella data, Joseph Ratzinger è semplicemente un pellegrino nell’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra: “Ma vorrei ancora, con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità”, ha detto nelle sue ultime parole da Papa.
          Quale modo migliore di ricordare e celebrare quello storico giorno pregando con e per Benedetto? Sarà una giornata di preghiera intensa per il nostro Papa, scandita secondo gli orari (approssimativi) e le orazioni recitate quotidianamente da lui. Ognuno può riadattare lo schema (che troverete qui sotto) secondo le proprie esigenze e possibilità. E’ stato preparato un opuscolo scaricabile (http://pastelink.me/dl/af1406#sthash.rQwah0al.dpuf) con i testi di tutte le preghiere del giorno, insieme a una speciale recita del Rosario, con le meditazioni sui misteri tratte dal Magistero di Benedetto XVI.
          Già da ora grazie a quanti parteciperanno e diffonderanno l’evento.

          LA GIORNATA DI BENEDETTO XVI
          7.00 Santa Messa
          7.30 Lodi Mattutine, Ufficio delle Letture e Ora Media
          12.00 Angelus e Ora Media
          15.00 Ora Media Rosario
          18.00-19.00 Vespri
          22.30 Compieta

          Alle ore 20.00, nell’ora esatta in cui nel 2013 si concludeva il Pontificato, possiamo recitare la preghiera del “Te Deum”, in ringraziamento per il dono di Benedetto XVI

      2. 61Angeloextralarge

        Giusi: non so se è un problema del mio pc, ma se clicco sul link mi salta libero. Non riesco a scaricare il pdf. 🙁

        1. Giusi

          Angela a me non succede. Ho postato un commento in attesa di approvazione (succede quando posto dei link) dove rispondevo a Davide. Credo che tra un po’ comparirà. Non so se ti potrà aiutare. Sono alquanto negata, lo scienziato (del settore) è Bariom!

  12. Clockwork

    Il non saper esprimermi in italiano corrente è purtroppo uno dei miei tanti difetti. Mi dispiace, ma dovrete spesso “interpretare” i miei post, più che leggerli 🙂 in realtà, angelo, intendevo dire di che secondo me le parole del Papa non erano una chiarissima condanna, come tu hai inteso e scritto, in altre parole su un commento. (il “del” del “del Papa” è genitivo soggettivo, se preferisci, sennò spero si sia capito nel modo in cui ho riformulato la frase :))

    1. 61Angeloextralarge

      Clockwork: il mio “itagliano” è tutto un programma… sei in buona compagnia. Anzi… salto lettere, scrivo svarioni e sbaglio con i copia-incolla… ‘Na comica scrivente. 😳

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