
Amare significa essere vulnerabili
Amare significa, in ogni caso essere vulnerabili. Qualunque sia la cosa che vi è cara, il vostro cuore prima o poi avrà a soffrire per causa sua, e magari anche a spezzarsi. Se volete avere la certezza che esso rimanga intatto, non donatelo a nessuno, nemmeno a un animale. Proteggetelo avvolgendolo con cura in passatempi e piccoli lussi; evitate ogni tipo di coinvolgimento; chiudetelo col lucchetto nello scrigno, o nella bara, del vostro egoismo.
Ma in quello scrigno-al sicuro, nel buio, immobile, sotto vuoto-esso cambierà: non si spezzerà; diventerà infrangibile, impenetrabile, irredimibile. L’alternativa al rischio di una tragedia, è la dannazione. L’unico posto, oltre al cielo, dove potrete stare perfettamente al sicuro da tutti i pericoli e i turbamenti dell’amore è l’inferno.
C. S. Lewis – I quattro Amori

Grande Lewis! C’è un fumetto molto bellino che illustra proprio questo brano

Grazie Angelina!
😀 A te Admin!
Bellissimo, Angelina!
Forte Angelina!
…ma se amare si trasforma in un inferno?….
Ed e’ bello essere vulnerabili.
Vuol dire essere uomini liberi, liberi di scegliere se credere o no, se amare o no, se essere se stessi sempre in ogni momento e vuoi mettere poi la gioia del dopo?
Perche’ c’e’ sempre immancabilmente un dopo.
Alvaro.
Scusa Alvaro, tu sei lo stesso che commentava spesso su Libertà e Persona?
Si e con molto piacere, ma poi, per motivi di cui non so neppure spiegare bene il perche’ ho iniziato ad allontanarmi ma: mai dire mai.
Alvaro.
@Alvaro
Fa piacere incontrarsi di nuovo. In che senso ti sei allontanato? Se poi frequenti un blog come questo, vuol dire che non sei poi tanto lontano. Comunque, dopo le reiterate incursioni di quel tale (Manlio), i commenti sono stati definitivamente chiusi ed ora non è più possibile intervenire. Peccato.
“Se poi frequenti un blog come questo…” ??
Come “quello” forse intendevi… 😉 🙂
Caro Giancarlo, come al solito per colpa di qualcuno sono gli altri poi a pagare.
Mi piace la tua “ironia” sull’essere lontano anche perche’, forse, in questo momento sono ancora piu’ vicino a cose ben piu’ importanti di un blog anche se scambiare idee con altre persone e’ sempre cosa molto bella e che ti arricchisce. Alvaro.
“chiudetelo col lucchetto nello scrigno, o nella bara, del vostro egoismo”
2014 dream, let’s have a new blog: Costancegazingat.com in oxford english, or even Manhattan one could work.
…cool !!!
Chiudersi non ha senso, ci si inaridisce e si diventa insensibili. L’ho sperimentato personalmentd barricandomi pur di non soffrire. Ma un giusto equilibrio può secondo voi esserfattibile?
@nonchiedoxnonsapere , direi che la tua domanda contraddice il nick che ti sei scelto… 😉
Sì, il “giusto equilibrio” è possibile, o meglio approfondirei…
Concludi con un affermazione che può essere esperienza di ogni Uomo o Donna ed è esperienza concreta in moltissimi casi: “barricandomi pur di non soffrire”.
Abbiamo una tendenza interiore da una parte ad “andare” verso l’altro ad aprirci, nonostante il nostro animo ferito da una altrettanto interiore tendenza all’egoismo, o se vogliamo, a “difenderci”, a non spenderci completamente, vuoi per la paura di trovarci “a secco”, vuoi per la paura appunto di soffrire.
Soffrire quando il nostro “donarci” non è ricambiato, non è compreso, addirittura è rifiutato, schernito. In un nostro inevitabile tornaconto, a noi sembra (sembra) sempre di aver dato di più di quanto abbiamo ricevuto… e allora i conti non tornano.
Si soffre, certo si soffre… e per non soffrire più, ci si chiude, seppure anche tu affermi: “Chiudersi non ha senso, ci si inaridisce e si diventa insensibili…”
Dove sta allora il “giusto equilibrio”?
Per esperienza posso dire che non è questione di equilibrio, di stare sempre con il bilancino a far quadrare il dare e l’avere… la vera soluzione è andare oltre!
Come andare oltre? Scoprendo la fonte del Dare senza fine, del dare senza alcun pretendere, del dare anche chi ti “rapina”, chi non ricambia (magari per gli stessi motivi nostri di cui sopra…).
Una fonte zampillante che non si dissecca, che non può essere prosciugata, una fonte incarnata in un Uomo (siamo nel Tempo giusto) che ha mostrato in PRATICA come questo sia possibile, sino ad amore i propri persecutori, chi lo scherniva, chi lo condannava.
La Fonte è CRISTO NOSTRO SIGNORE.
E’ significativo il famoso passo di Gesù che incontra la Samaritana al pozzo dove Gesù conclude:
” …ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna”.
Solo da un incontro reale e concreto con Cristo, possiamo sperare che il nostro cuore che non riesce a fare il bene che vorrebbe e che soffre in una sorta di dicotomia, venga liberato dalla gabbia in cui si è richiuso. Cristo ha la chiave del lucchetto che chiude le sue catene. Cristo è Colui che apre i nostri sepolcri, che toglie da noi il cuore di pietra per darcene uno di carne!
Quando smetteremo di chiedere amore agli uomini e alla cose, mendicanti di affetto come siamo, quando avremo scoperto la fonte di un Amore gratuito e misericordioso, che si consuma per noi senza mai esaurirsi, quando la fonte del nostro dare sarà l’Amore di Dio, manifestato a noi in Gesù Cristo, allora il nostro “dare”, spesso fatto solo nella speranza di riceverne un contraccambio, troverà la giusta dimensione, il “giusto equilibrio” e gusteremo la Gioia del dare senza ricevere, del dare per amore a Cristo… una Gioia che non ci sarà tolta, qualunque cosa possa accadere, la Gioia che è già gustare della Vita Eterna.
Buon Natale.
Ti ringrazio per questo tentativo di conversione. Resto una persona scettica ma pur sempre aperta a nuovi input pur di esser felice ed uscire dal mio circolo vizioso. A dispetto del nick ogni tanto mi piace porre quesiti.
Sai di essere in un circolo vizioso e cerchi la felicità. Brava! Sei sulla giusta strada.
L’importante è pur sempre camminare, no?
Certo, l’importante è camminare perché chi cammina ha una meta e la meta, per tutti, è la felicità. Chi, invece, non cammina o, comunque, vaga senza senso, non crede più nella felicità e si accontenta del piacere.
Se vuoi trovare la felicità, chiedi a chi rinuncia al piacere: costoro, sicuramente, l’hanno trovata.
Secondo te felicità e piacere non possono coesistere dunque?
Certo che possono coesistere! Capita però che, qualche volta, ci si attardi un po’ troppo sul piacere e si dimentichi che siamo fatti per la felicità. Capita pure, altre volte, che il piacere costituisca un oggettivo ostacolo alla felicità, per cui tocca scegliere.
Non sempre è necessario rinunciare al piacere. A tutti però, prima o poi, viene chiesto di rinunciare al piacere, basti pensare alla vecchiaia. Non tutti però sono disposti a rinunciare, anzi, alcuni continuano ad ingozzarsi di piacere fino alla fine. Questi non solo non troveranno la felicità, ma ne hanno scordato anche il gusto. Poveretti.
Il piacere è un dono di Dio, ma noi siamo fatti per la felicità.
Ma noooo, io rinuncerei pure a quello 😉
@nonchiedodisapere, sbagli se interpreti il mio commento come un “tentativo di conversione”… certo le “vie del Signore sono infinite”, ma non ho certo la pretesa di “convertire” qualcuno con un commento su un blog… 😉
La tua domanda, seppur esistenziale, era credo concreta e la mia risposta è altrettanto concreta… Forse potranno sembrarti concetti “astratti”, ma credimi è la risposta – alle tue stesse domande – più concreta che ho trovato in vita mia (e di risposte ne ho cercate a suo tempo un po’ dappertutto…).
Oggi mi sentirei ridicolo e ipocrita se mi lanciassi in sofismi di tipo psicologico, sociologico o simili. Il mio commento non è quindi “tentativo di conversione” ma, se vuoi, testimonianza.
Buona ricerca.
Ma io scherzavo nell’usare la parola conversione, sono una persona (purtroppo) con i piedi ben piantati a terra. Certo mi sarebbe piaciuto trovare una risposta semplice, a portsta di mano e ci penso da due giorni ormai. La mia ricerca chissà dove mai mi porterà.
Papa Francesco all’Angelus oggi:
“in questo secondo giorno dell’ottava, nella gioia del Natale si inserisce la festa di santo Stefano, il primo martire della Chiesa… Stefano morì come Gesù, chiedendo il perdono per i suoi uccisori (7,55-60).
Nel clima gioioso del Natale, questa commemorazione potrebbe sembrare fuori luogo. Il Natale infatti è la festa della vita e ci infonde sentimenti di serenità e di pace; perché turbarne l’incanto col ricordo di una violenza così atroce?
La memoria del primo martire viene così, immediatamente, a dissolvere una falsa immagine del Natale: l’immagine fiabesca e sdolcinata, che nel Vangelo non esiste!
La liturgia ci riporta al senso autentico dell’Incarnazione, collegando Betlemme al Calvario e ricordandoci che la salvezza divina implica la lotta al peccato, passa attraverso la porta stretta della Croce…
Siamo vicini a questi fratelli e sorelle che, come santo Stefano, vengono accusati ingiustamente e fatti oggetto di violenze di vario tipo.
Sono sicuro che purtroppo sono più numerosi oggi che nei primi tempi della Chiesa.
Ce ne sono tanti! Questo accade specialmente là dove la libertà religiosa non è ancora garantita, o non è pienamente realizzata.
Accade però anche in Paesi e ambienti che sulla carta tutelano la libertà e i diritti umani, ma dove di fatto i credenti, e specialmente i cristiani, incontrano limitazioni e discriminazioni. Io vorrei chiedervi di pregare per questi fratelli e sorelle, un attimo, in silenzio, tutti…!
http://www.news.va/it/news/santo-stefano-angelus-di-papa-francesco-testo-intr
“Sono sicuro che purtroppo sono più numerosi oggi che nei primi tempi della Chiesa.
Ce ne sono tanti! Questo accade specialmente là dove la libertà religiosa non è ancora garantita, o non è pienamente realizzata.”
…riflessione di grande profondità!!!
“Fame nel mondo: Unicef, nel 2012 morti 2,3 milioni di bambini”
Ha aggiunto che accade anche dove ufficialmente è garantita: questo dà un senso alla prima affermazione. Tipico delle persone in malafede estrapolare una frase dal contesto per tirare acqua al loro mulino dei pregiudizi!
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-i-cristiani-sono-perseguitati-anche-in-occidente-8059.htm#.Ur2Sndt3PzM.facebook
Giusy:
…il discorso del Papa, citato da Alessandro, è pochi centimetri sopra il mio, si vede bene, non potevo riscriverlo tutto pochi centimetri sotto!
Grazie Admin, “I quattro amori” è il mio libro preferito, assieme a “Le lettere di Berlicche”.
Auguri a tutti !
L’ha ribloggato su mondidascoprire.
Grande Lewis, e bellissima la striscia!
…lei non sa chi sono io!!!
Bellissimo questo articolo
Giorgio