Il manifesto di “Sì alla famiglia”

cropped-cropped-new-logo

http://siallafamiglia.wordpress.com/il-manifesto-di-si-alla-famiglia/

Sì alla famiglia. Leggi sull’omofobia e sulle unioni omosessuali: i pericoli dell’ideologia e della propaganda di genere

 Un popolo del «sì»

Lo ha detto Papa Francesco, nel videomessaggio per l’iniziativa «Dieci piazze per dieci comandamenti», con parole che certamente valgono anche per i non cristiani e i non credenti: i Dieci Comandamenti, che tutelano la vita, la famiglia e la dignità della persona, rivolgendosi alla ragione prima ancora che alla fede, «non sono un inno al “no”, sono sul “sì”. […]  Il “sì” all’Amore, e poiché io dico di “sì” all’Amore, dico “no” al non Amore, ma il “no” è una conseguenza di quel “sì”». Per dire sì all’amore e alla famiglia, oggi è necessario dire anche qualche no.

Per questo ci siamo uniti, per proporre a tutti un sì alla famiglia e a tutto quanto la promuove o la rafforza, e un sì anche all’accoglienza nella società e nelle comunità religiose – con rispetto – delle persone omosessuali, ma insieme un no al «matrimonio» e alle adozioni omosessuali, all’introduzione della cosiddetta ideologia di genere nelle scuole, e a una legge sull’omofobia la quale, introducendo un reato di opinione che rischia di mandare in prigione chi esprime con pacatezza idee contrarie ai «poteri forti» e alle lobby dominanti, ferisce gravemente la libertà di espressione. Non stiamo mettendo insieme cose diverse. Se avessimo avuto dei dubbi, ce li ha tolti l’intervista a L’Espresso del 26 agosto 2013 del relatore e principale promotore della legge contro l’omofobia, l’onorevole Ivan Scalfarotto, secondo cui tra questa legge e quella sul «matrimonio» omosessuale «una viene logicamente prima dell’altra».

Omofobia

Sì all’accoglienza rispettosa delle persone omosessuali, evitando ogni marchio di ingiusta discriminazione e colpendo severamente chi si macchia di atti di violenza, chi minaccia, chi insulta le persone omosessuali

Sì a punire in modo più grave chi aggredisce, minaccia e insulta un omosessuale in quanto omosessuale – come un cristiano in quanto cristiano, un immigrato in quanto immigrato, e così via

Sì alla puntuale applicazione delle leggi in vigore che già puniscono le violenze, gli insulti e le minacce agli omosessuali e applicano a chi compie questi reati contro un omosessuale in quanto tale l’aggravante dei «motivi abietti»

No a una legge contro l’omofobia che non si limita a incriminare e punire minacce, insulti e violenze contro gli omosessuali – il che, assolutamente giusto, è già previsto dalle leggi in vigore – ma inventa un reato di opinione che punisce con la reclusione, fino a un anno e sei mesi, chi propaganda «idee discriminatorie fondate sull’omofobia». Non vogliamo che vada in galera chi, per esempio, ripete con il Catechismo della Chiesa Cattolica che gli atti omosessuali sono «contrari alla legge naturale» e «in nessun caso possono essere approvati». Siamo consapevoli che nella società italiana esistono sul punto opinioni diverse. Ma davvero si ritiene giusto che sia sufficiente esprimere su questo tema, educatamente e senza violenza, tesi altre da quelle «politicamente corrette» per finire in prigione?

Educazione contro l’omofobia nelle scuole

 a campagne serie di prevenzione e repressione del bullismo nelle scuole e di ogni aggressione fisica o verbale rivolta contro chi è «diverso», si tratti di allievi ritenuti a torto o a ragione omosessuali, di disabili, di cristiani in classi dove nessuno va in chiesa, di immigrati

Sì a un’educazione che – superando la mera istruzione e la semplice retorica – aiuti tutti gli studenti ad apprezzare il valore intrinseco e assoluto di ogni persona umana, in quanto tale e a prescindere dalle sue caratteristiche o atteggiamenti

Sì a un’educazione all’affettività che tenga conto delle numerose problematiche e sfide che la società odierna pone, ma che non si riduca a semplice iniziazione o informazione sessuale e rispetti le diverse sensibilità, comprese quelle religiose

No all’indottrinamento obbligatorio all’ideologia del gender, secondo la quale uomini o donne non si nasce ma si diventa e, liberandosi dai «condizionamenti» dell’anatomia, ogni ragazzo o ragazza sarebbe chiamato a scegliere liberamente se vuole essere uomo o donna – e no, certamente, a iniziative grottesche come quelle che, per non offendere vere o presunte sensibilità omosessuali, in diverse città italiane aboliscono la Festa della Mamma o la Festa del Papà, o sostituiscono «padre» e «madre» con «genitore 1» e «genitore 2» e simili

«Matrimonio» omosessuale

Sì al riconoscimento che da ogni convivenza derivano diritti e doveri, applicando le norme in vigore che in Italia tutelano ampiamente i conviventi, anche omosessuali, in materia di ospedali, carceri, subentro nei contratti d’affitto, ove necessario introducendo ulteriori aggiustamenti pratici di tipo amministrativo o civile

 alla promozione della famiglia formata da un uomo e da una donna, trascurata da troppo tempo e da troppi governi, anche attraverso l’introduzione di un fisco che sia davvero a misura di famiglia

Sì a misure che favoriscano la maternità, tutelino le famiglie numerose, prendano atto che in Italia la denatalità è un problema drammatico, con gravissime conseguenze economiche e sociali

No al riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali, né come «matrimonio», perché il matrimonio è solo quello tra un uomo e una donna, né come «unioni civili» perché, in tutti i Paesi dove le unioni civili sono state introdotte, non si è mai trattato di alternative ma solo di battistrada per preparare il passaggio al «matrimonio» omosessuale. Non è vero che il «matrimonio» omosessuale non danneggia nessuno: la presenza di più modelli alternativi di famiglia danneggia la famiglia, che mai come oggi ha invece bisogno di essere preservata e difesa. E non è vero che i cristiani cercano d’imporre un loro modello agli altri: come recita anche l’articolo 29 della Costituzione italiana, quello della famiglia come «società naturale» è un modello ampiamente condiviso, che deriva appunto dalla legge naturale e non da norme specificamente religiose.

Adozioni omosessuali

Sì all’accoglienza piena e affettuosa nelle scuole e in ogni altra istituzione di ogni bambino, qualunque scelta abbiano compiuto i suoi genitori e con chiunque si trovi a vivere

Sì a un riesame delle norme sull’adozione, il quale eviti le interminabili lungaggini burocratiche che impediscono a molte coppie formate da un uomo e da una donna di adottare, come vorrebbero, un bambino

Sì a una severa vigilanza perché nessun bambino, dovunque si trovi, debba subire privazioni, violenze e abusi

No all’adozione da parte di coppie omosessuali. Non mettiamo in dubbio che queste coppie possano desiderare di adottare un bambino e credere sinceramente di poter essere buoni genitori. Ma siamo convinti che, per crescere con l’indispensabile consapevolezza di quanto bella e ricca sia la differenza fra l’uomo e la donna, ogni bambino abbia bisogno di un papà e di una mamma. A chi obietta che è meglio per tanti bambini essere adottati da coppie omosessuali che restare in orfanatrofio, rispondiamo che migliaia di coppie formate da un uomo e da una donna sono in lista di attesa, e molte non arriveranno mai all’adozione, a causa della macchinosità delle leggi e delle procedure.

fonte> http://siallafamiglia.wordpress.com/il-manifesto-di-si-alla-famiglia/

La manifestazione del 1° dicembre 2013 a Torino

Sì alla Famiglia

Leggi sull’omofobia e sulle unioni omosessuali:

i pericoli dell’ideologia e della propaganda di genere

 

Centro Incontri della Regione Piemonte

Corso Stati Uniti 23

Domenica 1 dicembre 2013 ore 15.45

 

15.45

Introduzione – Massimo Introvigne

Saluto dei rappresentanti delle Sentinelle in Piedi, della Manif pour Tous Italia e dei Genitori Cristiani Europei

16.15

Leggi e ideologia di genere – Mauro Ronco, ordinario di Diritto penale nell’Università di Padova

La politica e l’ideologia di genere – Alfredo Mantovano, magistrato, già Sottosegretario agli Interni

17.30 Coffee-Break

 

18.00 Tavola rotonda

Moderatore: Riccardo Cascioli, direttore La nuova Bussola quotidiana

I parlamentari Alessando Pagano, Gianluigi Gigli e Lucio Malan dialogano con Carlo Costalli (Presidente nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori, MCL), Roberto Gontero (Presidente nazionale dell’Associazione Genitori Scuole Cattoliche, AGESC), Redi Sante Di Pol (Presidente nazionale della Federazione Italiana Scuole Materne, FISM)
ATTENZIONE
Visti i precedenti per evitare l’ingresso di provocatori è necessario richiedere l’invito personale che sarà ritirato all’ingresso e può essere richiesto alla mail info@siallafamiglia.it.

30 pensieri su “Il manifesto di “Sì alla famiglia”

  1. Sara

    Che bello! E sarebbe bello anche poterci andare! Garantito il sostegno a distanza e con la preghiera!

  2. Perchè non far girare questo manifesto da firmare,come gesto pubblico d’opinone? A Torino non potremo venire tutti, e questo manifesto è chiaro e può essere ampiamente condiviso, contiene punti di lavoro e proposta anche alle istituzioni…

  3. Mi auguro che, dopo Torino, si organizzino queste manifestazioni anche in altre città, un po’ come abbiamo fatto noi del RnS per l’iniziativa “10 piazze per 10 comandamenti”. Per il momento, come suggerito da Sara, ci uniamo in preghiera…

    1. Giusi

      Vale, questo articolo andrebbe attaccato sui muri! E’ proprio così! Grazie! Nel mio piccolo, lo diffondo. Stampiamolo, facciamo fotocopie e mettiamolo nelle cassette postali. Qualsiasi persona di buon senso vedrà una fotografia della realtà.

  4. Salvatore Scargiali

    Per dire sì all’amore e alla famiglia, oggi è necessario dire anche qualche no. Non riesci a farne ameno.!!!???

  5. 61Angeloextralarge

    OT su una mia richesta di preghiera:
    Luigi è migliorato tantissimo. E’ uscito dal coma e comincia a respirare da solo. Sarà trasferito per la riabilitazione. Il percorso è ancora lungo, ma ce l’ha fatta. Ci vuole tempo e ancora tanta pazienza per rimetterlo in sesto ma aspettiamo confidando nel Signore Gesù. Grazie a tutti per le preghiere.

  6. 61Angeloextralarge

    Ho divulgato questo post a tutti i miei contatti (per lo meno quelli che non frequentano questo blog). Credo che si debba far conoscere il più possibile… -)

  7. elisabetta

    iniziativa interessante che sento in linea con quello che il Papa ieri ha detto nell’omelia a S. Marta. I tempi sono molto duri, si percepisce nell’aria di tutti i giorni che vi è una confusione ed un serie di pregiudizi contro tutto ciò che è verità sull’uomo e la sua dignità che passa soprattutto nel voler sradicare il luogo della crescita personale che è la famiglia.
    Sto vivendo momenti difficili con la mia famiglia anche a livello economico perchè la perdita di mio marito ha reso la mia famiglia quasi monca perchè non viene aiutata la vedovanza.
    E’ come se perdere un padre è un fatto da niente e di cui ci si deve rassegnare, inoltre anche a livello economico sto pagando lo scotto di avere uno stipendio ed una pensione che già viene ridotta e che poi è stata ridotta ulteriormente per l’accumulo da lavoro ed ho tre figli in Università senza borsa di studio perchè il reddito è alto (€20.000) e quindi Monti lo ha ulteriormente tassato. Insomma non è vero che si fa molto per la famiglia in Italia, anzi…

  8. “Sì a punire in modo più grave chi aggredisce, minaccia e insulta un omosessuale in quanto omosessuale – come un cristiano in quanto cristiano, un immigrato in quanto immigrato, e così via”…così sembra che siete favorevoli all’aggravante di omofobia…magari una versione soft della legge, spero di sbagliarmi.
    Vedremo
    Saluti

    1. Alessandro

      Anche a me questo passaggio sembra infelice e ambiguo. Lo espungerei, basterebbe il seguito: “sì alla puntuale applicazione delle leggi” ecc.

      1. perfectioconversationis

        E’ quello che è stato detto al Convegno e che Alleanza Cattolica ha sempre sostenuto: la legge contro le violenze c’è già, compresa l’aggravante per motivi futili o abietti, come sono oggettivamente i motivi elencati, basta applicarla. Non serve altro, servirebbe semmai che qualche volta si applicasse anche ai crimini commessi contro i cristiani in quanto cristiani.

  9. E intanto (sinché resterà così…)

    Da Mosca adozioni solo all’Italia
    «Perché non ha le nozze gay»

    Le adozioni di bambini russi saranno consentite solo all’Italia, che non ammette le nozze gay. Lo ha dichiarato oggi il rappresentante del Cremlino per i diritti dell’Infanzia, Pavel Astakhov, come riferisce l’agenzia Interfax.

    “Ci risulta che attualmente l’Italia è l’unico Paese i cui cittadini hanno la possibilità di adottare bambini russi”, ha spiegato Astakhov, “perché questo Paese non riconosce il matrimonio omosessuale, e, di conseguenza, non dobbiamo cambiare nulla nell’accordo vigente e, inoltre, loro rispettano i termini di questo accordo”.

    La Russia, ha aggiunto il rappresentane per i diritti dell’infanzia russo, non affiderà i propri bambini e orfani ai Paesi con i quali non ha accordi bilaterali in proposito, precisando che oggi la Russia ha un accordo bilaterale di adozione solo con l’Italia, mentre la Francia non ha completato le procedure di ratifica del documento.

    A giugno la Duma ha approvato una legge che vieta l’adozione di bambini russi da parte di cittadini di Paesi in cui sono consentite le nozze tra persone dello stesso sesso e genitori singoli. Inoltre, dal primo gennaio 2013 i genitori americani sono stati banditi dalla adozione di bambini provenienti dalla Russia nell’ambito della cosiddetta legge Dima Yakovlev, varata in risposta al Magnitsky Act degli Usa.

    Fonte Avvenire:
    http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/russia-adozioni-italia-no-nozze-gay.aspx

  10. Salvatore Scargiali

    Per secoli si è sostenuto il paradigma sociale della famiglia naturale, uomo donna con prole, come lo sbocco base “unico” e corretto della vita umana matura, (a meno della vocazione alla castità). La donna che procreava fuori dalla famiglia era considerata sgualdrina e i figli bastardi. Per secoli uomini e donne che, per loro indole, non avevano vocazione matrimoniale, pochi in percentuale ma comunque numerosi in assoluto, si sono trovati spesso costretti, dal buon vivere, a sposarsi e fare famiglia, vivendo nell’insoddisfazione, se non nella disperazione, con rapporti sessuali faticosi, non goduti, o limiti di libertà alla vita per loro insopportabili. Si è alimentata una situazione di contesa interna alla famiglia tipica anch’essa nella tradizione familiare. Oggi dopo avere assistito ad una evoluzione dei costumi, almeno nell’occidente, discussa da molti e da molti benedetta, la persona umana si sente più libera di esprimere la propria indole: I figli sono figli pieni di dignità in qualunque contesto siano nati, è questo è indubbiamente giusto; Uomini con propensione alla libertà trovano, nel vivere da soli o con relazioni allargate, un loro riconoscimento sociale e, comunque, la famiglia naturale, uomo donna bambini, rimane la più diffusa micro organizzazione sociale in natura. Essa non ha pericoli di crisi. Tendenzialmente la maggioranza degli uomini e delle donne si uniscono in tale organizzazione. Mi viene da pensare che le preoccupazioni sulla famiglia siano eccessive e vengano fraintese, da alcuni se non da molti, come atteggiamento reazionario all’emancipazione sociale degli ultimi anni. Mi sembra che tali eccessive preoccupazioni non facciano bene alla famiglia stessa. Prima della famiglia va sostenuta la persona, dal concepimento alla morte. Nella storia, se una donna in cinta, pensando all’ immagine della santissima Madonna, fosse stata considerata eticamente e socialmente sacra, il mondo si sarebbe evoluto diversamente. I figli e la madre sarebbero stati difesi da tutti perché sacri e nella famiglia la figura della donna sarebbe stata maggiormente valorizzata. La famiglia ha invece subito la predominanza maschile o è diventata per alcuni, uomini e donne, una reclusione più che una cittadella fortificata. Oggi i tempi sono maturi per difendere e sostenere come priorità la futura madre e il bimbo concepito. Tutti gli uomini e la società sia responsabile di questa difesa. La figura paterna se c’è rimane la più prossima. In generale va difesa comunque la persona chiunque essa sia. Questa è la politica da incentivare. La coppia uomo donna non teme pericoli, lo stare insieme, è lo sbocco percentualmente di gran lunga più rilevante in natura , la sua difesa non è la prioritaria emergenza.

  11. Giancarlo.

    Mi scusi Salvatore ma… ma che sta dicendo? Non è prioritaria la difesa della coppia uomo donna, cioè della famiglia? E poi, scusi, prima della famiglia va sostenuta la persona? Ma è proprio per sostenere la persona che bisogna difendere la famiglia. La famiglia è il baluardo della persona. La persona nasce, cresce e si forma nella famiglia; dai genitori impara ad amare e ad essere responsabile.

    Ora da decenni la famiglia è sottoposta ad attacchi violenti. Ultimamente poi, con il matrimonio gay, se ne vuole snaturare l’identità e la missione. …E lei dice che la famiglia non ha bisogno di essere difesa? Ma non dica sciocchezze, la prego.

    Tra l’altro non capisco perché, da stamattina, nessuno ha trovato il tempo di risponderle come merita.

  12. Marina

    Bravo Giancarlo! io insegno scienze in un liceo e vi assicuro che sta, anche nelle scuole, venendo realizzato da parte di docenti “progressisti” qualcosa di preoccupante: si invitano caldamente gli alunni, che sono in una delicata fase di strutturazione della loro sessualità che può anche contemplare tante incertezze e domande, a considerare esattamente uguali, solo una questione di “gusti”, la identità omosessuale o eterosessuale. Quando un ragazzo manifesta delle incertezze lo si arriva ad invitare di non aver paura di fare il “grande salto” e si valorizza se, ad esempio nella tesina del diploma, manifesta pubblicamente i propri orientamenti omosessuali. Ho amici omosessuali e vedo che la loro vita è segnata dal dramma dell’avere un corpo che non corrisponde al loro sentire, è un dramma profondo, lacerante per chi vive con serietà la propria vita. Mi chiedo, a volte, quante, delle battaglie attualmente in atto da parte di certe associazioni omosessuali, nascondano in realtà inconsciamente la propria non accettazione di questa ferita ed il tentativo di lenire questo dramma interiore. Capite con quanta preoccupazione osservo docenti (educatori!!) che invece di guardare nella sua interezza il ragazzo, custodirlo con cura trasmettendogli il messaggio del valore totale della sua persona ed attendere con rispetto che a poco a poco si delinei la sua identità sessuale (qualunque sia), si adeguano alla moda e li orientano precocemente.

    1. Giancarlo

      Apprezzo la sua testimonianza e condivido la sua preoccupazione, avendo tre figli al liceo.

      Le propongo, se permette, di non parlare di “identità omosessuale o eterosessuale, giacché l’identità, in relazione al sesso, è maschile o femminile. Tertium non datur.

      L’omosessualità, come anche l’eterosessualità, è un comportamento, non è parte dell’identità. Tra l’altro, essendo un comportamento, viene determinato da una scelta, più o meno consapevole, più o meno libera, ma una scelta. Scelta che può essere modificata nel tempo, come testimoniano sempre più numerose persone che dichiarano di aver abbandonato i comportamenti omosessuali; per altro succede anche il contrario, cioè persone che dichiarano di aver abbandonato il comportamento eterosessuale per preferire quello omosessuale. In aggiunta a tutto questo, non dimentichiamo che ci sono persone che adottano indifferentemente ora comportamenti etero, ora omo, ad ulteriore conferma del fatto che omo ed eterosessualità sono semplicemente comportamenti che nulla hanno a che vedere con l’identità.

      O.T. La prego di voler scusare la mia intraprendenza ma, avendo appreso che lei è insegnante di scienze, mi permetto di suggerirle di visitare un sito curato da un suo collega, il prof. Pennetta: http://www.enzopennetta.it/

  13. Lau I.

    Io da non credente non condivido le parole di Papa Francesco e il manifesto di “Sì alla famiglia”! In che modo tutti questi no e sì dovrebbero incontrare il consenso dei non credenti? In nome forse della ragione? Per me un matrimonio omosessuale è perfettamente ragionevole, naturale e plausibile!

    1. Giancarlo

      Il matrimonio omosessuale è una contraddizzione in termini, quindi comincia con il chiamarlo con un nome diverso. Poi parliamo del contenuto.

      1. Alessandro

        Matrimonio omosessuale è come dire acqua che non è acqua, è non senso, e su questo dovrebbe concordare qualsiasi essere pensante indipendentemente dal credere o non. Se poi uno non sa pensare, e si trastulla con circoli quadrati e altri nonsensi, non è colpa mia.

  14. admin

    Cinquecento persone al Centro Incontri della Regione Piemonte per la manifestazione “Sì alla famiglia”. Si è dovuta aprire una seconda sala perché la prima non poteva contenere tutti gli intervenuti. Grande entusiasmo e nessuna contestazione

    1. Lalla

      Molto bene! Complimenti a chi ha organizzato e bravo a chi ha partecipato. Mi ha stupito un po’ l’indifferenza in cui il mio invito è caduto (io personalmente non potevo partecipare) tra alcuni educatori in ambito di parrocchia e oratorio. Forse non è sentito come tema vitale tra i cosiddetti cattolici, o forse lo è soltanto per una piccola parte? Non so… Speriamo chi i cinquecento presenti siano cassa di risonanza nella società.

      1. Alessandro

        Lalla, non stupirti dell’indifferenza.
        Due dati su come votano i cattolici “praticanti assidui” ci aiutano forse a capire (stime Ipsos)

        Alle politiche di quest’anno, tra i praticanti assidui, il 26,8% ha votato per il centrosinistra e il 14% per il M5s.
        E’ evidente che tendenzialmente chi vota Pd o Sel o M5s non è granché interessato ad avversare la legge Scalfarotto sull’omofobia o ad aderire a manifesti,come il presente, che in genere, per chi vota così, “puzzano” di integralismo.

        E siamo al 40% circa dell’elettorato cattolico “praticante assiduo”.
        Se poi consideri che anche nel centrodestra (votato dal 34,5%) e in Scelta civica e Udc (15% circa) non mancano le posizioni laiciste o semplicemente indifferenti… beh, non meraviglia che in parrocchia e in oratorio l’iniziativa possa essere snobbata se non deplorata.

        http://www.ipsos.it/node/216

I commenti sono chiusi.