Come il Battista

Little Boys at the Beach

di Andrea Torquato Giovanoli

Ormai è tardi, anche qui al mare: il pomeriggio declina già nella sera e la luna già incalza il sole nel cielo perché lasci il posto all’imbrunire.
Ancora illanguidito mollemente sulla sdraio boccheggio a mia moglie un impastato: “Andiamo?”, con la segreta speranza che mi risponda di no, non ancora. E invece lei si alza ed inizia a racimolare i frammenti di famiglia sparsi un po’ ovunque sulla spiaggia: santa donna.
Traccheggio, fingendo di seguire il buon esempio della sua solerzia, e volgendo pigramente lo sguardo intorno mi accorgo di come anche tra gli altri avventori del litorale pare che i ruoli vadano distinguendosi in maniera naturale: le mamme ricompongono i bimbi stanchi, sporchi e bruciacchiati, mentre i papà riordinano la porzione familiare di spiaggia cosparsa di attrezzi ludici, buche e macerie di sabbiose costruzioni.
Ed è proprio rimirando la devastazione lasciata dai miei due pargoli fin ben oltre i confini della nostra piazzuola che il mio pensiero si squaglia nella deriva di un contesto più ampio: così contemplo come anche il tessuto sociale contemporaneo si stia disfacendo sotto i colpi di lama del principe di questo mondo, il quale sembra ormai quasi dominare sulle coscienze anestetizzate e complici.
Poiché è un’umanità adolescente quella attuale: inquieta e pruriginosa, presumente onnipotenza, illusa d’essersi emancipata dal Genitore nell’averne abbandonato la casa; concupente una libertà che non le appartiene, incosciente e determinata verso un destino di annichilimento.
In quest’estate così lugubre che rincorre una legge mortifera ritagliata su misura contro Cristo, per flagellarne ancora le carni nella prossima (e davvero reale) persecuzione ai suoi discepoli.
Perché il peccato, quando sarà fatto norma, provocherà i cristiani a farsi testimoni della Verità: come quel Battista che additava l’Erode adulterino, con impavida perseveranza, fino ad abbracciare una sorte decollata.
La legge iniqua diverrà spartiacque tra il tiepido e lo zelante, così mi domando: mi schiererò o andrò a nascondermi? Posso permettermi il dissenso aperto alla menzogna a scapito di mia moglie e dei miei figli, eventualmente privati del consorte e del padre, arrestato per conclamata “omofobia”? Come conciliare l’opposizione all’errore con la mia vocazione ad essere marito e genitore presente?
Ma ecco che nell’empasse è il sussurro dell’evangelista a soccorrermi, poiché: “chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato” (Matteo 24,13).
Questa la vocazione originale, precedente a quella sponsale e genitoriale che ad essa sono funzionali e consecutive: come marito, ma soprattutto come padre, mi sento chiamato alla responsabilità di non voler tanto che ai miei figli venga risparmiata la prova (quale vita d’uomo è senza prova?), piuttosto auspico per loro di mantenere intatta con perseveranza la fede nel crogiolo della persecuzione, al fine di perseguire quel destino cui sono vocati fin dal concepimento e a cui io, come genitore, sono chiamato ad educarli, prima di tutto con l’esempio, pur nel rispetto della loro libertà.
E pur patendo nelle viscere il gramo orizzonte che si profila davanti a me, sono altresì consapevole che la volontà di Dio è sempre una volontà di bene, anche quando passa per il mistero della croce, e che quindi anche un futuro prossimo di tribolazione sia da intendere più come una dolorosa “medicina”, ormai necessaria per evitare che la ferita suppurante, che l’uomo si è autoinflitto nella propria superba ottusità, vada in putrefazione ed incancrenisca fino al deperimento, ma venga invece “purificata” per poi guarire.
In questa prospettiva colgo anche il senso con cui il nostro amato Pontefice Emerito ha indetto l’anno della Fede, poiché le parole di Gesù vanno intese come un incoraggiamento a scrutare, nei segni dei tempi, l’avvicinarsi di una speranza certa di risurrezione oltre l’oramai purtroppo inevitabile “passaggio” crucifero cui l’uomo davvero sembra essersi assiso.
Ciononostante in cuor mio credo che l’arazzo regga ancora, tenuto dai fili che la Madre incessantemente intesse attorno al Cuore immolato del Figlio, il quale una volta di più richiama supplice l’uomo a rinsavire dai propri deliri.
Forse allora questo è ancora il tempo della Misericordia.
Il tempo della Giustizia però è alle porte: incombe il giorno in cui il Creatore lascerà che le sue creature recidano l’ordito perché la trama si disgreghi ed il male, con somma tribolazione, venga disvelato. Cosicché quest’umanità infante, dopo aver sperimentato l’insensata inconsistenza di una vita lontana dalla Verità, rientrata in se stessa, tornerà alla casa del Padre.
Ma l’arazzo non verrà distrutto: allora emergeranno insospettati tessitori, i quali radunati attorno al telaio della Madonna, metteranno nuovamente mano al fuso e all’arcolaio, perché l’incomparabile disegno dell’Altissimo torni a rifulgere sulle pareti della storia…
Abbandonato nella contemplazione di questo quadro immaginifico vengo crudamente rappreso alla realtà contingente dallo sguardo severo di mia moglie fisso sul mio volto inebetito, ed il suo muto rimprovero mi sloggia dalla sdraio per calarmi con partecipazione nel ruolo di riordinatore.
È così che, raccattando secchielli e formine e riappiattendo con improbabili palette di plastca dossi ed avvallamenti, aggrappo un ultimo brandello di pensiero e mi rincuoro dicendomi come forse sarà medesimamente anche al tramonto di questi tempi inquieti, quando, all’estremo richiamo della Mamma Celeste, la creatura rivolgerà nuovamente lo sguardo al suo Creatore: allora sarà il Padre stesso, nel Suo Spirito, a ripristinare l’ordine sulla devastazione del creato, mentre la Madre, nel Figlio, ristorerà i suoi figli dalle scottature della mondana ambizione con il balsamo dell’umiltà, e laverà le loro sozze intimità dalle scorie dell’umana superbia alla sorgente dell’Acqua Viva.

37 pensieri su “Come il Battista

  1. Sara

    Splendido post (e anche splendidamente aulico!)!
    Nonostante il disordine provocato da ideologie, leggi, buonismi, ognunismi e scientismi, nelle piccole autentiche cose la vita procede sana e ordinata al bene (“mi accorgo di come anche tra gli altri avventori del litorale pare che i ruoli vadano distinguendosi in maniera naturale: le mamme ricompongono i bimbi stanchi, sporchi e bruciacchiati, mentre i papà riordinano la porzione familiare di spiaggia cosparsa di attrezzi ludici, buche e macerie di sabbiose costruzioni”). Speriamo davvero di essere tra coloro che riusciranno a perseverare nella fede e nell’esempio, ma anche nella verità della nostra vita quotidiana.

    1. Sara

      Tu ti senti insufflato da un disco rotto per essere sempre così incredibilmente pertinace nel parlare a sproposito, o è (spero) solo una parodia?

    1. Giusi

      Tu non stai bene se no saresti tranquillamente ateo, non avresti bisogno di denigrarci, accetteresti tranquillamente che noi siamo cattolici. Delle due l’una: o sei stupido e non lo penso o ci vomiti addosso i tuoi di contorcimenti. Ma a che ti serve? E’ un modo che non porta frutto nè a te nè tantomeno a noi.

    2. è così tutto parodia che non vedo l’ora che qualcuno faccia quella di peppone con il randello e l’olio di ricino e ti faccia passare la voglia di sparare cazzate.
      Ovvio, anche questa è una parodia, e non una provocazione. è una parodia dei tuoi noiosissimi interventi.

  2. Guido

    Sono solito leggere i post di questo bellissimo sito ma senza mai intervenire. Non so per quale motivo, oggi mi sento invece di scrivere forse perchè mi sento molto provocato da quanto scritto dal nostro amico in quanto sono pensieri che ultimamente sento molto miei. Anch’io ho paura non tanto (o solo) della deriva cui stiamo andando, ma soprattutto di come mi comporterò a seguito di quello che capiterà. Avrò il coraggio di testimoniare quello a cui credo anche a rischio di rimetterci materialmente e, di conseguenza, di fare rimettere anche chi mi sta vicino? Oppure resterò muto?
    Come, però, si citava nell’articolo devo dire che tutto il male non viene per nuocere, nel senso che “La legge iniqua diverrà spartiacque tra il tiepido e lo zelante”, cioè le prove servono anche per fare i conti con la propria Fede, per vedere se Essa è reale e legata ad una Presenza vivente ed operante con la certezza che tutto è per il nostro bene.
    Infine un’aggiunta per il nostro amico “filosofiazzero”. Ho notato come spesso il tuo atteggiamento sia da bastian-contrario e/o critico. Ti dico che va benissimo se, però, questo atteggiamento è fatto mettendosi in discussione e paragonando in maniera molto sincera quello che vedi/leggi con la tua vita e vedendo se ti corrisponde oppure sono tutte stupidate. Tanto il cuore non mente… Magari la tua assiduità nell’esserci e nel commentare dimostra che in realtà non pensi siano tutte stupidate…
    Con affetto e un saluto a tutti.

  3. ….perché, non mi devo battere anch’io contro qualcosa, contro lo stolto fanatismo, per esempio, vostro, dal momento che è con voi e con gli altri preti che ci tocca avere a che fare, che si voglia o no, in Italia?
    Ma che sono stupido è anche vero, non serve a nulla!

    1. prova a batterti, intendo a batterti con un bastone, un tubo di acciaio temprato, la testa contro il muro.
      Magari ti diverti di più e non infastidisci noi che invece ci divertiamo.
      T’ho già detto una volta di tenere giù le mani da Andrea, che non sei degno neanche di pulirgli le scarpe con la lingua. Due cartellini sono già troppi.
      Vergognati della tua età

  4. vale

    insomma,siccome vi tocca aver a che fare con noialtri, noi stolti fanatici ,vuol dire che ti sei dato come missione quella di far cosa: convertirci al nulla dell’ognunismo( o onanismo) intellettuale?
    tu pensa che pure a noi ci tocca aver a che fare con lo stolto ideologismo del pensiero debole e delle coop…..
    sepriamo che Dio ce ne renda merito…..

  5. Voi la pensate in un modo, io in un altro e non voglio convertire nessuno: è ognunismo questo (onanismo sì, lo ammetto, parecchio, alla mia età non è che uno ossa permettersi altro, se non pagando, ma io non posso pagare)

    1. Giusi

      Ca nisciun è fess! Insisto c’è dell’altro. Non te l’ha mica ordinato il dottore di stare sempre qua! Mi sembra che affronti male il “dell’altro” in un modo inutile, sterile e stupido, perdi tempo e tutto perchè non ti vuoi mettere in discussione ma mica con noi, con te stesso. Fai un po’ come vuoi……

  6. Francesco

    San Giovanni non stava in spiaggia al mare. Conosceva si la sabbia ma la sabbia del deserto, sin da bambino. No, non credo proprio che dalle spiagge nasceranno nuovi San Giovanni. Possiamo, peró, riporre la speranza in un altro esempio meno sconfortante. I discepoli intimoriti, dopo la morte di Gesù, se ne stavano con Maria pregando nel cenacolo. Ed é lí che li trovó lo Spirito Santo.
    In famiglia tutti uniti dal Rosario intorno a Maria. É sicuro che se facciamo questo abbiamo giá vinto e i nostri pargoli sono protetti dalle onde del mare in tempesta (e dalle spiagge).
    Francesco
    Un papá di dieci figli (dai 7 ai 27 anni).

  7. vale

    magari quel qualche d’uno un po’ differente, quanto a modo di pensare, di quello che nel suo sito scrive:
    Di filosofiazzero 20 luglio 2013
    La Chiesa è esattamente ciò contro cui Gesù predicò, e contro cui insegnò a combattere i suoi discepoli.
    http://lacorsianumerosei.wordpress.com/
    e poi pensa di venire -come maestrino del libero pensiero- ad insegnarci qualcosa…..

  8. bariom

    “Raga” (per usare un gergo giovinile) sto segendo il blog dalla mia (spero meritata) vacanza valdostana (le montagane sono un continuo inno a Dio e alla Sua Magnificenza nel Creato… Più del carnaio delle nostre assolate spiagge, caro Andrea :-)), per cui ne ho una lettura meno puntuale ed un po’ più distaccata e noto come alla fine spesso (troppo spesso) gli interventi di Alvise, scempiaggini o meno che siano, quando lo sono, finiscono per essere una sorta di “catalizzatore” che attirano tutta una ridda di commenti, risposte, controrisposte che alla fine persino fanno deviare il discorso dal tema proposto (solitamente di tutt’altro spessore).
    Se non c’è volontà di “bannarlo” (e non lo vorrei né sta a me deciderlo) inviterei a dargli il giusto minimo peso. E se già qualcuno gli ha risposto a tono – magari direttamente interpellato, a lasciar perdere.
    Si finisce solo per “intorbidire” la sequenza dei commenti e dare una importanza al suo dire, che proprio non merita.

  9. Ivana Marzocchi

    “l’insensata inconsistenza di una vita lontana dalla verità” :povero filosofiazzero! Non hai proprio argomenti che denotino la consistenza che sai dare alla tua vita! Quanto mi piacerebbe dialogare con te! ma appunto con argomenti consistenti, non con le vuotaggini a cui sembra che ti lasci andare con grande gusto.
    Bravo Andrea! questa tua frase esprime con una bellissima efficacia una posizione esistenziale oggi purtroppo tanto diffusa, perché non ti chiede mai lo sforzo di pensare, documentarti, confrontarti, metterti in discussione. Ti lascia nel tuo sonno, il sonno del pensiero. E ti illude di essere felice, di avere sempre ragione, di essere tollerante. Ti fa star bene perché ti senti ben omologato.

    1. 61Angeloextralarge

      ATG: ottimo post!
      Bariom: sto mettendo in pratica, molto serenamente e non per ripicca, quello che hai suggerito su Alvise. Buone ferie a te e famiglia.
      Giusi e Admin: grazie per l’info sulla legge. Da qui a settembre… continuando a pregare e raccogliere firme… e altro, qualche Santo ci aiuterà.

    1. Giusi

      Da brividi Romani: “Non ci devono essere salvacondotti nè per insegnanti, nè per catechisti……”

  10. michele

    Grazie del post.
    E’ proprio il mio pensiero.
    Apocalisse 3,16.
    Vedremo come saremo.

  11. Mi permetto di ripetere qui un commento già “postato” sull’argomento:
    14 luglio 2013 alle 12:25

    Bisogna che si entri anche in un’altra ottica…

    Sperando che Dio ci scampi dalla legge di cui parliamo, vi è anche la concreta e reale possibilità che Dio lo permetta e quindi che ciò avvenga.

    Si aprirebbe quindi un tempo serio, serissimo, di testimonianza e di vaglio della propria Fede.
    Sino a dove questa ci farà forti difronte a simili persecuzioni e ingiuste condanne? (Domanda che anche qui giustamente si pone e ci pone Andrea…)

    Vi sono stati tempi e luoghi (e tutt’ora vi sono) dove Dio non ha trovato altro mezzo a favore dei suoi Figli ingannati e che stanno nelle tenebre, se non quello del Martirio dei Giusti… forse non siamo ancora al Martirio del Sangue, ma certo di “vita” concretamente ne potrà essere chiesta (vedi carcere, lavori “socialmente utili”, ecc, ecc.).
    La Storia insegna come il Sangue dei Martiri ha fecondato e rinnovato intere Nazioni e come anche più “in piccolo”, ha portato a singole conversioni di quelli che sono stati gli aguzzini.

    Quando ho letto il racconto dell’uomo arrestato in Inghilterra perché annunciava il Vangelo e di tutta la testimonianza che rende al poliziotto che lo interroga (peraltro di grande insegnamento), ho subito pensato: “Magari Dio ha scelto quel modo e quel “mezzo” per arrivare a parlare proprio al cuore di quel poliziotto, o di un collega dello stesso, o a quello di chi ha poi letto quel rapporto… e questi si convertirà!”
    Che ne sappiamo… forse non si potrebbe allora dire “benedetto arresto”? E chi ha fatto la denuncia, non avrebbe forse “lavorato per Dio” anche se il suo fine era esattamente l’opposto? Non ci ricorda forse questo lo stesso Vangelo? Il Cristiano le orme di chi, è chiamato a ripercorrere? Dove porta il nostro cammino?

    Non è più tempo di tiepidezza… o si è freddi o caldi!

    Vale poi la pena di ricordare questo brano del Vangelo:

    «Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire; perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire». Luca 12, 11-12

  12. Pina Di Maggio

    Anche io mi sono posta queste domande, quest’inverno leggendo un libro sulla vita dei primi cristiani “LA CONVERSIONE AL CRISTIANESIMO DEI PRIMI CRISTIANI” di Gustave Bardy, di come erano pronti a morire per il nome di Gesù.In particolare mi colpiva la storia di Perpetua, quando il padre la supplica mostrandole il figlioletto implorando di avere pietà almeno per il bimbo che avrebbe lasciato. Perpetua non è impassibile, mostra per il padre un affetto profondo, soffre per la sua sofferenza ma non puó tornare sulla sua decisione, non puó rinnegare il Cristo! Cosa spinge a questo? In parte rispondi tu, chi avrà perseverato sino alla fine si salverà e si salverà tutto. Ma anche il martirio è un dono, frutto di una fede incrollabile in Dio a cui sono certa di appartenere.

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