Un giorno tragico

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Comunicato della USCCB  (Conferenza Episcopale degli Stati Uniti d’America) 26 giugno 2013

Oggi è un giorno tragico per il matrimonio e per la nostra nazione. La Corte Suprema ha commesso una profonda ingiustizia nei confronti del popolo americano, colpendo in parte la difesa del Marriage Act a livello federale. La Corte ha sbagliato. Il governo federale dovrebbe rispettare la verità, che il matrimonio è l’unione tra un uomo e una donna, e la dovrebbe rispettare anche quando i singoli stati mancano di farlo.

La salvaguardia della libertà e della giustizia esige che tutte le leggi, federali e statali, rispettino la verità, inclusa la verità sul matrimonio […]. Il bene comune di noi tutti, specialmente dei nostri bambini, dipende da una società che si impegni ad affermare la verità del matrimonio. Ora è tempo di raddoppiare i nostri sforzi nel testimoniare questa verità. Queste decisioni sono parte di un dibattito pubblico che avrà grandi conseguenze. Il futuro del matrimonio ed il benessere della nostra società sono in pericolo.

Il matrimonio è l’unica istituzione che metta insieme un uomo e una donna per la vita, offrendo a ogni bambino che dovesse venire dalla loro unione il solido fondamento di una madre e un padre.

La nostra cultura ha dato per scontato troppo a lungo ciò che la natura umana, l’esperienza, il senso comune e il sapiente progetto di Dio confermano: che la differenza tra un maschio e una femmina è importante, e che la differenza tra una mamma e un papà è importante. anche se la cultura ha mancato molte volte nella sua opera di rafforzamento del matrimonio, questa non è una ragione per arrendersi. Ora è tempo di rafforzare il matrimonio, non di snaturarlo.

Quando Gesù insegnò il significato del matrimonio – l’unione esclusiva per tutta la vita di marito e moglie – egli indicò di nuovo l’origine della creazione da parte di Dio della persona umana come maschio e femmina (Matteo 19). Sfidando i comportamenti e le leggi del suo tempo, Gesù insegnò una verità impopolare che tutti potessero capire. La verità del matrimonio permane, e noi continueremo a proclamarla impavidamente con fiducia e amore.

Ora che la Corte Suprema ha reso nota le sue decisioni, noi con rinnovato impegno invitiamo tutti i leader e le persone di questa buona nazione a unirsi saldamente nel promuovere e difendere l’unico e solo significato del matrimonio: un uomo, una donna, per la vita. Noi chiediamo anche preghiere affinché le decisioni della Corte vengano riviste, e le loro implicazioni ulteriormente chiarite

fonte: United States Conference  of Catholic Bishop

86 pensieri su “Un giorno tragico

  1. Mauro

    Ringraziando il cielo i vescovi americani hanno avuto la forza di far sentire la voce. Speriamo che ciò non susciti una sterile polemica quanto riflessione e nuovo impegno per far crescere, “rafforzare”, il matrimonio.
    Mauro

  2. Riporto qui quanto già commentato a questa notizia nell’articolo precedente.

    Lungi da me voler criticare o sminuire quanto affermato dalla Conferenza Episcopale USA, ma ciò che mette in pericolo il futuro del matrimonio, che per la verità è già seriamente in pericolo (io per lavoro ho a che fare anche con chi “mette su casa” e vi posso assicurare che chi parla de “il mio fidanzato”, la “mia fidanzata” o anche solo del classico “ci dobbiamo sposare” sono uno su trenta e passa), è oggi la totale perdita di senso e di valore che questa “istituzione” – non voglio nemmeno parlare di Sacramento – ha ormai raggiunto da tempo, più che la forzatura a chiamare “matrimonio” qualunque tipo di unione.

    E questo, diciamoci la verità, anche perché troppo spesso oggi, il Matrimonio celebrato come Sacramento, non dà, di fatto, alcuna testimonianza di “differenza”, di valore, di gioia, di Santità.
    Anzi spesso, dà (scandalosa) testimonianza del contrario, proprio da coppie che, per usare i termini del “popolino”: vanno (o andavano) sempre in Chiesa…

    Ci sarebbe forse da preoccuparsi dello “scimmiottamento” pedestre e insulso di ciò che dovrebbe essere un MATRIMONIO, se l’unico e il solo Matrimonio fondato in Cristo brillasse talmente di fulgida luce dell’Amore di Dio, da risultare indiscutibilmente “altro”, e desse tali segni di Amore, Unità, Comunione, Fecondità da lasciare chiunque senza parole, portasse chiunque a desiderarlo e chi dileggia, smentito dai fatti, arriverebbe tutt’al più a dire che “quell’uva è acerba” giusto perché “sta troppo in alto…”?

    Prendiamo esempio dai Santi, i Grandi Santi (non che ve ne siano di piccoli)… forse c’è chi può sostenere che sono stati grand’uomini e Fede e Dio poco c’entrano, la Chiesa poi ancora meno.
    Ma di fronte ai Grandi Santi, la gente tutta s’interroga, resta ammirata… e tace!

    Che s’inventino pure la “para-santità” laico-ateo-agnostica… hanno poco da inventare.

    Questo hanno da essere i nostri matrimoni: Santi Matrimoni, della Santità Feriale che ognuno riconosce, senza che assurga agli altari e neppure che siano talmente rari, “uno qui” e “uno lì”, come mosche bianche che si dica: “quei due si son presi bene…”, “gli è andata di lusso”.
    Allora si che ogni altra “combinazione”, sarà solo “parodia” e il termine Matrimonio, tornerà ad essere quello che deve essere e non lo si userà più “appiccicata” a questo o quello… come anche nel mondo (grazie a Dio) il termine Santo, non si “appiccica” a questo o a quello!

    Se ora è tempo (come è tempo) di rafforzare il Matrimonio, non di snaturarlo, rafforziamo i nostri matrimoni, non aspettiamo che lo faccia questa o quella istituzione che risponde alle leggi del mondo, perché oggi il mondo sta rispondendo al “principe di questo mondo” che ha dichiarato guerra alla Famiglia, sperando così (stolta speranza) di rubare a Dio i Suoi Figli.

    1. angelina

      Mi piace questo accenno di riflessione su “i nostri matrimoni”, inseriti in una comunità di fede. Rafforzare, come dice saggiamente Bariom, i matrimoni significa arricchire la Chiesa di energia vitale. E anche viceversa! C’è una profonda corresponsabilità degli sposi nel costruire la comunità cristiana, nel dare forma e carne alla parola amore; e insieme c’è anche la responsabilità della Chiesa verso le coppie e le famiglie. Custodire l’amore. Rivelarne la verità e la bellezza. Specie di fronte a tutto ciò che accade oggi.

      “La vita matrimoniale è essenzialmente connessa con la vita dell’intera comunità cristiana mediante l’alleanza con la Chiesa, che è una comunità d’alleanza. È attraverso questo legame che le famiglie ricevono sostegno e portano arricchimento alla comunità allargata.
      La dimensione ecclesiale del sacramento del matrimonio è un tema poco affrontato: occorre sottolineare che il matrimonio non è uno strumento privato di salvezza per le coppie, ma una forza dinamica, che costruisce la comunità e si rivolge a tutti gli uomini come possibili membri della Chiesa. (…)
      Mantenere sempre nuovo il matrimonio non è un processo che impegna solo gli sposi, e nemmeno solo loro e un Dio invisibile. È un rinnovamento che avviene grazie al coinvolgimento di tutte le persone che formano il Corpo di Cristo. Non è un affare privato e tanto meno un affare della sola coppia: la comunità ha la responsabilità di ogni famiglia a lei legata attraverso il sacramento. La santità della famiglia si costruisce in una dimensione ecclesiale.
      L’intimità accolta come dono, scelta come stile di vita e vissuta come risposta d’amore ad un Dio che ci ama infinitamente, in breve la struttura mentale sponsale, costruisce la Chiesa.”

    2. Lidia

      non potrei essere più d’accordo. “Se i cristiani fossero ciò che devono essere…”.
      Personalmente, sono convinta che le “strutture di peccato” aiutino al peccato – certo -, ma non credo che la salvezza possa venire dalle leggi. Lottare per leggi giuste che salvaguardino la vita, la libertà, la dignità, la pace, la sicurezza di ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale, che sia ricco, povero, uomo, donna, bello, brutto, malato, sano, simpatico, antipatico, musulmano o buddhista …è doveroso.
      Ma finché i nostri comportamenti non saranno pacifici, misericordiosi, giusti, ecc. – o meglio: finché non ci sforzeremo istante x istante affinché lo siano – nessuna legge ci salverà.

  3. Carlo

    BARIOM “…rafforziamo I NOSTRI MATRIMONI, non aspettiamo che lo faccia questa o quella istituzione…” davvero parole sante: è il vivere da cristiani, sono la fede e l’amore che evangelizzano…e spesso non è così facile. Molto più agevole, un classico, è individuare i “cattivi” da additare. Chissà quanti di noi, alle prese con i propri matrimoni “patate bollenti tra le mani”, sono davvero così convinti di essere nel bene, da poterlo testimoniare.
    UN SOLO QUESITO : ma i matrimoni consacrati…non dovrebbero avere un “aiutino” speciale, al di là degli sforzi o delle capacità dei coniugi?

    1. @Carlo, i nostri Matrimoni Consacrati, hanno l’ “aiutino” (si fa per dire…) dello Spirito Santo! Non mi pare poco 😉
      Non è solo una battuta, è il vivere nella Grazia di ciascuno dei cognugi (alle volta basta anche di uno solo dei due) che ci assicura l’aiuto dello Spirito Santo.

      Certo il tuo riferimento era anche ad aspetti meno “spirituali”, allora devo dire che se è vero che nel tessuto sociale, politico ed economico, questi aiuti sembrano decisamente orientati ad “altro”, ed è giusto chiedere che siano invece orientati verso le Famiglie e riconosciuti come necessità primaria (gli aiuti alle famiglie sono un aiuto alla Società tutta, non ad un aspetto confessionale del vivere – poi scatta il problema di cosa si intende per “famiglia”), ma ancora, se un Matrimonio – e quindi una Famiglia, sono inseriti in una Comunità Cristiana, viva e che vive concretamente il Vangelo, per questo Matrimonio non ci saranno avversità “esterne” di tipo materiale che potranno metterlo in crisi.
      Anche questo è un fatto… e che oggi sembri più che altro una “favoletta” o un’utopia (nella stragrande maggioranza dei casi… non sto dicendo che è sempre così), spinge nuovamente a rimettere in discussione noi stessi e il nostro modo di vivere il Vangelo.

  4. Alessandro

    Frattanto nella civilissima Francia, novella culla dei diritti e della libertà per tutti (love is love), un prete è stato portato in commissariato perché si è avvicinato al prefetto e al sindaco per protestare per il fatto che le persone che uscivano dalla chiesa della sua parrocchia stavano subendo un controllo di identità da parte della polizia.

    Perché tanto zelo da parte delle forze dell’ordine? Perché poco più in là, davanti agli uffici postali del Comune, alcune decine di persone appartenenti alla Manif pour tous, durante una cerimonia alla quale era presente un rappresentante del governo francese, si erano riunite a manifestare contro l’arresto di Nicolas, il giovane di 23 anni condannato a due mesi di carcere perché protestava contro il matrimonio gay.
    Insomma, è finita che il prete è stato trattenuto in commissariato insieme ad alcune famiglie ree di trovarsi nei pressi dell’ufficio postale.

    Libertà, uguaglianza, fraternità!

    http://www.tempi.it/francia-didier-pirrodon-prete-arrestato-matrimonio-gay

  5. Perché non mi sento di avere mai più nessuna discussione con voi (per questa e altre innumerevoli aberrazioni):
    “Era il 18 agosto 1996, alle ore 19. Alla fine della messa padre Alejandro Pezet vide arrivare un fedele che aveva trovato un’ostia (evidentemente profanata) in un angolo della chiesa.

    “Il sacerdote si comportò secondo la prassi, mise la particola in un contenitore di acqua e ripose tutto nel tabernacolo. Tuttavia pochi giorni dopo, il 26 agosto, dovette constatare, stupefatto, che la particola anziché dissolversi si era trasformata in una frammento di carne sanguinosa.”

    [Da “Lo straniero” di Socci]

    1. Insomma Alvise, per un Miracolo Eucaristico (a cui puoi anche non credere…), ci abbandoni per sempre! 😐
      Eri appena ricomparso…

    2. Giusi

      Ma scusa Alvise (bentornato!) se esiste Gesù ed è Dio cos’è per Lui un miracolo eucaristico? Perchè non prendi per es. in considerazione la letteratura scientifica relativa al miracolo di Lanciano? Se vuoi scomparire scompari ma se la motivazione è questa è francamente cretina…..

    3. Lalla

      Tu, Alvise, hai proprio centrato il punto, più di tanti cattolici. Perché hai individuato qual è il centro della fede: quel Cristo che con la sua carne salva noi uomini, restituisce dignità persino ai nostri corpi, anzi, di più, ci fa risorgere e vivere per sempre nella gloria. Questo è il fatto. E il miracolo eucaristico si compie ad ogni celebrazione di Eucaristia. Hai ragione, è uno scandalo, è una cosa assurda e pazzesca. Dio che si è lasciato dilaniare nella carne per noi e con questa ci nutre e ci salva. Qui c’è il bivio: o lo credo o non lo credo. O è salvezza, o è aberrazione.
      Non interagire più con noi, ma ti prego, non smettere di farti domande. Magari fa’ qualche domanda anche a Dio. Ti auguro ogni bene.

  6. Sarà certamente più tragico scoprire che, con questo provvedimento, non potranno più dire di no neanche ad una coppia di trans, presto perfino alla poligamia o a chi si sposa con un cane, e che, essendo tutto ciò uno strumento di apertura per altri varchi, altrettanto, non potranno nemmeno negargli un’adozione… (profetizzo, sperando di sbagliare).

  7. francesco

    Capperi: una volta tanto sono d’accordo con Bariom.
    Più dei pulpiti (tutti nostri, per definizione – e principio di Fede) vale l’evangelizzazione del (buon) esempio!
    Il fatto che ci si sia ridotti a questa sconfitta è dovuto a due battaglie combattute in maniera pessima:
    1 – abbiamo rifiutato i pacs/dico confortati da una classe dirigente politica di scarso (se non nullo) valore (per non parlar dell’etica)
    2 – abbiamo pensato che non concedere alcun (limitato) diritto (a fronte di doveri ben precisi) fosse l’unico modo per arginare qualsiasi pericolosa futura rivendicazione
    Il risultato -col senno di poi, manifesto, ma non ci voleva una lince per accorgersi dell’andazzo- è che la tensione, l’aspettativa, s’è incrementata fino alle richieste odierne: piena equiparazione.
    Ora che l’opinione pubblica è avversa, sarà difficile tamponare l’onda di piena… meglio metter in salvo il salvabile, rinunciando ai principi non condivisi dai più e salvaguardando i più deboli (e qui sì che riusciremmo ancora a coalizzare una maggioranza)!
    Non so, forse esagero, mi chiedo se non sia l’ora di essere realisti più che idealisti. Mi chiedo se la (sicura) tutela dei bimbi non valga la pena di un arretramento, parziale ma fermo.
    E poi, siamo italiani: confidiamo nella nostra atavica ritrosia a modificare leggi nate da una fragile equilibrio (vedi divorzio et similia). Meglio una “buona” legge difficile da modificare in futuro, piuttosto che rimanere esposti alle avversità di maggioranze estemporanee. No?

    Un’ultimo appunto: il matrimonio nel mondo anglosassone/protestante ha un significato completamente diverso da quello che gli attribuiamo noi (esattamente come è diverso l’approccio al fallimento finanziario, per esempio). In questo siamo molto più simili a Spagna/Portogallo, in parte Francia, Baviera…

    1. giuly

      Veramente Francesco mi sembra che in Francia i Dico siano stati fatti una decina d’anni fa e i risultati sono gli occhi di tutti, oggi c’è il matrimonio, la totale equiparazione (aggiungeranno presto anche la fecondazione eterologa). Quindi non è vero che piccole concessioni calmano la tensione. L’hanno detto le stesse organizzazioni gay: “vogliamo tutto”. E lo avranno. Vige solo la legge del desiderio, ovviamente dietro il rassicurante obamiano proclama “love is love”.

    2. Capperi Francesco, non mi ero accorto di tutte le altre volte in cui NON eravamo d’accordo…;-)

      Ma permettimi di tornare (forse) al disaccordo… la conclusione (o l’invito) del mio intervento non voleva e non vuol essere “facciamo un passo indietro”!
      Semmai facciamo passi “avanti” (o “indietro” dato che dovremmo tornare alle radici del nostro dirci ed essere Cristiani), ma anche e soprattutto verso un’altra direzione…
      Qual è la direzione penso si sia compreso 😉

  8. vale

    o alvise, guarda che sono circa duemila anni( e qualche miracolo anche prima ) che si notano in giro per il mondo tali aberrazioni. purtroppo non sono spiegabili in altro modo che con l’intervento di qualcosa/ Qualcuno al di fuori ed al di sopra delle leggi della natura.
    poi, se vuoi, continua a tenere il broncio….

  9. Gino C.

    E’ una svolta epocale ! Finalmente si potranno tutelare TUTTI i diritti ! Non starò certo con le mani in mano, anzi: chi si vuole unire alla mia lotta, si aggiunga ! Io da obeso voglio il riconoscimento giuridico della mia condizione e voglio che lo stato continui a somministrarmi, a sue spese, nutella, gelati e pizze farcite ! Ovviamente voglio poi essere seguito da una squadra di medici che, sempre a spese dello stato, mi garantisca, perchè è mio sacrosanto diritto, un peso forma regolare e una totale assenza di disturbi gastro-intestinali.
    Il primo che mi offende dicendo che l’obesità è una malattia, lo denuncio ! e chiederò l’aggravante per “obesofobia”.

    Siamo veramente al “rudo”, come si dice dalle mie parti… Ora più che mai comincio ad intuire i segreti che la Nostra Santa Regina della Pace ha comunicato a Medjugorje.
    Dio abbia pietà di noi, della nostra stupidità, della nostra irriverenza e del nostro masochismo.

  10. Alessandro

    “È necessario che ci sia qualcosa come una ecologia dell’uomo, intesa nel senso giusto. Non è una metafisica superata, se la Chiesa parla della natura dell’essere umano come uomo e donna e chiede che quest’ordine della creazione venga rispettato. Qui si tratta di fatto della fede nel Creatore e dell’ascolto del linguaggio della creazione, il cui disprezzo sarebbe un’autodistruzione dell’uomo e quindi una distruzione dell’opera stessa di Dio.

    Ciò che spesso viene espresso ed inteso con il termine “gender”, si risolve in definitiva nella autoemancipazione dell’uomo dal creato e dal Creatore. L’uomo vuole farsi da solo e disporre sempre ed esclusivamente da solo ciò che lo riguarda. Ma in questo modo vive contro la verità, vive contro lo Spirito creatore. Le foreste tropicali meritano, sì, la nostra protezione, ma non la merita meno l’uomo come creatura, nella quale è iscritto un messaggio che non significa contraddizione della nostra libertà, ma la sua condizione.
    Grandi teologi della Scolastica hanno qualificato il matrimonio, cioè il legame per tutta la vita tra uomo e donna, come sacramento della creazione, che lo stesso Creatore ha istituito e che Cristo – senza modificare il messaggio della creazione – ha poi accolto nella storia della sua alleanza con gli uomini. Fa parte dell’annuncio che la Chiesa deve recare la testimonianza in favore dello Spirito creatore presente nella natura nel suo insieme e in special modo nella natura dell’uomo, creato ad immagine di Dio. Partendo da questa prospettiva occorrerebbe rileggere l’Enciclica Humanae vitae: l’intenzione di Papa Paolo VI era di difendere l’amore contro la sessualità come consumo, il futuro contro la pretesa esclusiva del presente e la natura dell’uomo contro la sua manipolazione.”

    Benedetto XVI, Discorso alla Curia romana per gli auguri natalizi, 22 dicembre 2008

  11. Lalla

    Che le gerarchie cattoliche francesi prendano spunto…e grinta! Però è paradossale, in Francia, dove la Chiesa non tace ma parla sottovoce, il popolo si muove in un movimento a-confessionale estremamente vitale. Negli Stati Uniti, dove i cattolici sarebbero numericamente di più, non vi è un movimento popolare, che io sappia. Anzi, pare che molti cattolici votino Obama.

  12. giuly

    Non posso credere che la Corte Suprema, formata da quanti? forse 10 persone?, possa esprimere in maniera così devastante una martellata alla società americana. Non posso credere che rappresenti davvero TUTTI gli americani, anzi sono certa che la maggior parte degli americani non condivide questa scelta. Così come tutte le persone di buon senso sanno, comprendono, trovano evidente che solo l’unione tra uomo e donna è cellula della società. Solo chi è ormai contaminato dall’ideologia può credere che il matrimonio gay sia una conquista, una cosa buona per il mondo. Nel mio piccolo buco di provincia capita di parlare con amici e conoscenti di questo argomento, e sì, a volte c’è chi afferma la “necessità” di diritti per i gay, ma mai mai mai ho sentito dire che il matrimonio è una cosa diversa dal vincolo tra uomo e donna, che i bambini potrebbero crescere bene anche fuori da una relazione tra un padre e una madre. Malgrado quel che i media o la politica decidono o diffondono, permangono ancora sensatezza e semplicità in tante persone. Quel che mi preoccupa è piuttosto che questa sensatezza non solo non abbia voce ma che in caso di bisogno, in caso di “assedio”, questa voce non scenderebbe in piazza, non si scomoderebbe dai tavolini del bar in cui sta tanto bene. Chi è disposto a lottare fino al sangue nell’affermazione della verità?
    Sempre ieri, al Senato degli USA una relatrice democratica ha parlato ininterrottamente per 13 ore pur di non permettere l’approvazione di una legge che avrebbe dato una restrizione all’aborto e che avrebbe ostacolato le attività di molte cliniche abortiste. Si è messa in piedi, scarpe da ginnastica, niente acqua né cibo, per 13 ore impegnata a nascondere la verità.
    Non c’è altro da dire se non questo: fino a che punto siamo disposti noi a giocarci per la Verità?

  13. Pingback: Un giorno tragico

  14. Alessandro

    I vescovi USA criticano pubblicamente la Corte suprema e dicono come dovrebbe comportarsi il governo federale.
    Tutto ciò ripugna ad Enzo Bianchi, punto di riferimento spirituale per tanti cattolici italiani.

    «Le gerarchie ecclesiastiche restino fuori dalla politica. I vescovi, i monaci come me, i sacerdoti, si limitino a un ruolo profetico, di ispirazione. E i fedeli laici discutano invece in Parlamento con le altre forze, accettando il gioco democratico senza pretendere di imporre la loro visione all’intera nazione, anche se rappresentanti della confessione maggioritaria in Italia. Le decisioni che valgono per chiunque non devono basarsi sulle credenze di qualcuno.
    Purtroppo un’intera stagione, tra anni Novanta e 2005 è stata tutta così, con i vescovi che facevano direttamente politica. Con un grave danno per la democrazia e per la Chiesa stessa…
    «i cristiani – chiude il priore – si facciano capire dai non credenti in termini antropologici, non teologici. Altrimenti hanno ragione gli altri a dirci che siamo “talebani integralisti”. Spieghiamo le nostre posizioni in chiave umana»

    Morale: la fede sia fuori dai parlamenti, un parlamentare non giustifichi mai la propria posizione con argomenti di fede, la decisione presa al termine del confronto parlamentare non è contestabile sulla base di argomenti di fede, i vescovi non si pronuncino su valori non negoziabili perché valori non negoziabili non esistono: “Le decisioni che valgono per chiunque non devono basarsi sulle credenze di qualcuno”, quindi le decisioni che valgono per tutti devono basarsi sul negoziato tra codesti tutti (e le loro diversificatissime convinzioni), non su presunti valori non negoziabili. Altrimenti si diventa “talebani integralisti”.

    http://www.linkiesta.it/intervista-enzo-bianchi

    1. In particolare mi domando, se: “…E i fedeli laici discutano invece in Parlamento con le altre forze (quali “forze” ??), accettando il gioco democratico senza pretendere di imporre la loro visione all’intera nazione, anche se rappresentanti della confessione maggioritaria in Italia. l’invito è ad una sorta di “schizzofrenia”, separazione del proprio credo profondo (Fede) dalla “visione” delle cose e del mondo!

      Oppure, per non cadere in questa dicotomia (che direi contraria sia agli insegnamenti del Vengelo che a quelli della Chiesa)… non fare il parlamentare 😐

      Accontentarsi di “profetare” fuori dai “palazzi” (mi si passi il termine “accontentarsi”, perché se veramente si profetasse…).

      Mi sfugge anche come farsi “…capire dai non credenti in termini antropologici, non teologici.” non finisca per far cadere l’invito primo di Cristo di annunciare il Vangelo… (??) E’ forse questo un “annuncio antropologico” o è sommamente “teologico”? Certo parte dalla realtà “antropologica”(in senso piuttosto lato…), ma dove deve portare questa “antropologia” se non a Dio?
      E lo scopo ultimo quale sarebbe? Farsi “capire”? Mi risulta la predicazione sia definita “stoltezza”… che c’é da “far capire”? C’è da annunciare anche a rischio di NON essere capiti e anche peggio… il resto è Opera dello Spirito Santo.

      1. Alessandro

        certo, al Bianchi non ripugnano i valori non negoziabili in quanto tali, ripugnano i valori non negoziabili collidenti con quelli che lui ritiene tali (che sono poi appunto quelli dell’agenda liberal in campo biopolitico).

        1. Insomma, questo signore che predica a titolo personale ai cattolici e ai pastori della Chiesa, dicendo loro come debbano comportarsi, è in realtà il cantore del totalitarismo prossimo venturo, come dimostra questa autentica “perla”, tratta sempre dall’intervista pubblicata su linkiesta: «Se c’è una legislazione che i cattolici non condividono, come i matrimoni tra persone dello stesso sesso, semplicemente non lo pratichino. Noi non possiamo negare allo Stato di legiferare su cose di cui ha diritto, come sul modo in cui si vive in coppia».
          Ne consegue che per il dottor Bianchi i principi fondamentali della società umana sono declinabili secondo l’arbitrio del pubblico potere. Tutto ciò quando invece la dottrina sociale della Chiesa ricorda che la dualità sessuale qualifica l’unione matrimoniale come tale e ha valenza antropologica, dunque pre-politica. Chiaramente non stupisce che nell'”etica fiscale” tratteggiata dal signor Bianchi non si faccia cenno alcuno ai limiti dei prelievi fiscali da parte di questo stato-Leviatano, ma solo a un astratto “dovere” di pagare ogni genere di tributo. Sottomettersi senza se e senza ma alla fiscalità statale, senza nemmeno chiedersi se sia eccessiva, iniqua, abnorme, ecc. Questo sì che è un principio “non negoziabile”…

          1. Alessandro

            Alcuni anni fa Bianchi era il relatore di punta invitato per inaugurare l’anno pastorale diocesano, e gli dissi pubblicamente che il matrimonio è indissolubile. Lui, visibilmente indispettito, precisò che non tutte le confessioni cristiane sono d’accordo su ciò. “Lo so anch’io, ma lei è cattolico”, replicai ingenuamente. Non mi rispose. Da lì capii che la dottrina sociale della Chiesa (Cattolica) gli importa solo se coincide con la sua opinione. Dunque, importa pochino al Bianchi che “la dottrina sociale della Chiesa ricorda che la dualità sessuale qualifica l’unione matrimoniale come tale e ha valenza antropologica, dunque pre-politica” .
            Ovvio che quel giorno il Bianchi fu applauditissimo, osannatissimo da un santuario mai visto tanto gremito…

            1. @Alessandro, vero quanto riporti e nello specifico vero anche quanto Bianchi affermò allora sulla non-indissolubilità del Matrimonio per tutte le confessioni Cristiane.

              A tal proposito mi piace riportare l’episodio in cui, in un amabilissimo confronto di pensiero e di “vedute” con un giovane sacerdote Ortodosso, di percepibile intensa fede e Amore per Cristo, ci si confrontava appunto sul Sacramento del Matrimonio.
              Forse non tutti sanno che per i fedeli Ortodossi è possibile per ben due volte, chiedere alla Chiesa, l’annullamento del proprio matrimonio (quindi assommare tre matrimoni) con una prassi molto “snella” – niente a che fare con Sacra Rota o simili. Tralasciando i motivi validi o meno (che poi essendo la prassi concessa finiscono per essere anche i più futili – parole sue non mie…) questa è una possibilità concessa e una pratica abbastanza consolidata.

              Tra gli astanti che non conoscevano questa prassi (me compreso) le battute sulla “fortuna” dei nostri fratelli Ortodossi, ovviamente si sprecarono, ma fuori da facili battute, dopo un ulteriore scambio di domande e di obiezioni, il giovane sacerdote ebbe a dire: “In confidenza, io penso e molti come me lo pensano, che abbiate ragione “voi”…” 😉

            2. Giusi

              I cattivi maestri sono sempre applauditissimi e seguitissimi…… Il loro capo poi è proprio il principe di questo mondo: i suoi seguaci si sprecano, il nostro rimase solo e fu crocifisso ma Lui ha vinto il mondo!

            3. E il bello è che quando ci fu la famosa polemica innescata dalla Bussola con gli scritti di mons. Livi il nostro respinse al mittente le accuse – sacrosante – di eterodossia…
              Sarà un caso, ma chissà perché pensando a questo (vero) falso profeta con tutti i crismi, compreso il codazzo di seguaci osannanti e acclamanti, mi sovvengono le parole fresche di papa Francesco sui «cristiani di parole», i «cristiani senza Cristo». Tra questi ci «sono gli gnostici moderni. La tentazione dello gnosticismo. Un cristianesimo ‘liquido’» che «che invece di amare la roccia, ama le parole belle». In una parola, il ritratto del priore di Bose.

              1. vale

                purtroppo il “codazzo” di bianchi è composto anche da numerosi parroci,frati, monsignori, vescovi e -temo- cardinali. per non parlare dei cattolici adulti -va da sé- impegnati.
                i nuovi maestri…..

                1. Tristemente vero. Chissà, forse anche questo fa parte di una costante storica. Messori ha fatto presente come di regola gli apologeti più convincenti e i difensori più aperti della Chiesa siano venuti dalle fila del laicato.

                2. Alessandro

                  Bianchi quest’anno fa settant’anni.
                  E’ uscito un ponderoso volume in suo omaggio, con decine di interventi.

                  Basta scorrerne l’indice per intuire quanto sia ramificata nella Chiesa italiana l’influenza del nostro, per chiarire perché un uomo palesemente eterodosso non solo frequenti il festival di Sanremo (questo non dovrebbe meravigliare, così come non meraviglia che pratichi assiduamente i salotti di Fazio, Lerner ecc.), ma anche il festival biblico, e sia sempre in tour tra un incontro ecumenico, un sinodo sulla Parola di Dio, un esercizio spirituale per sacerdoti, un convegno diocesano su qualcosa, e scriva indifferentemente su Repubblica e Avvenire:

                  https://www.monasterodibose.it/images/stories/priore/articoli%20su%20Enzo/lasapienzadelcuore.pdf

  15. admin

    Mi dicono che 5 su 9 membri della Corte suprema siano cattolici, 3 addirittura di “stretta osservanza”

  16. francesco

    Comprendo la gamma delle vostre emozioni: siete dolenti, sbigottiti, allarmati ed anche arrabbiati ed altro.
    Ma perdonatemi, sono posizioni che vi mettono nella retroguardia, in difensiva. E non è giusto. Non per voi, ma per chi rischia di rimetterci sul serio.
    Giuly, so bene che in Francia i pacs ci sono da tempo, ma la Franca ha uno spirito laico (e quindi un’approccio all’analisi, discussione e risoluzione dei problemi dello Stato e dei suoi Cittadini) completamente diverso dal nostro. Non migliore o peggiore: diverso. Ci accomuna un certo tipo di mentalità, ma non l’approccio laico ai problemi dello Stato.
    In Italia si tende, ogni volta che è stata varata una legge che ha visto una lacerazione profonda della società (vedi divorzio), a cristallizzare la situazione al tempo di quella soluzione – anche se i tempi cambiano. Siamo apatici (ovviamente è una mia generalizzazione): non ci piace riaprire ferite (difficilmente) chiuse. Ed è per questo che credo che si debba -finché siamo in tempo- contrattare un compromesso per una buona legge (che per inciso modifichi tutta la sintassi che si vuole ma non il principio su cui si basa l’adozione, ovverosia: una famiglia per un bambino, e non viceversa). L’avessimo fatto 5 anni fa (cioè d’introdurre una forma contrattualistica di mutuo sostegno fra adulti, invece di impuntarci per mantenere un’estensione a tutti di un nostro sacramento) adesso potremmo fare allegramente spallucce ostentando una soluzione funzionante – da non estendere per mancanza di maggioranza. Adesso invece rischiamo il cappotto.

    Ultimo: i giudici, (spero tutti i giudici), decidono secondo la costituzione e la legge, non secondo il proprio credo. Per fortuna – anche dei credenti.

    1. vale

      Ultimo: i giudici, (spero tutti i giudici), decidono secondo la costituzione e la legge, non secondo il proprio credo. Per fortuna – anche dei credenti.

      forse nei film. in Italia non mi pare….

    2. “… i giudici, (spero tutti i giudici), decidono secondo la costituzione e la legge, non secondo il proprio credo.”

      Tu “speri” tutti, io “temo” pochi… e non solo decidono secondo un “credo”, ma anche solo secondo la loro “pancia”, ma quel che è peggio è che oggi i pronunciamenti dei giudici, sono più “sacri” di quelli dello stesso Padre Eterno 🙁

    3. Alessandro

      1) “L’avessimo fatto 5 anni fa (cioè d’introdurre una forma contrattualistica di mutuo sostegno fra adulti, invece di impuntarci per mantenere un’estensione a tutti di un nostro sacramento)”

      No, la dottrina cattolica impone di contrastare ogni riconoscimento legale dell’unione omosessuale:

      nel caso di “un progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge” (Considerazioni della Congregazione per la Dottrina della Fede circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, 3 giugno 2003, n. 10).

      Il cattolico “non può appellarsi al principio del pluralismo e dell’autonomia dei laici in politica, favorendo soluzioni che compromettano o che attenuino la salvaguardia delle esigenze etiche fondamentali per il bene comune della società” (Nota dottrinale della Congregazione per la Dottrina della Fede circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica, 24 novembre 2002, n. 5).

      2) Ha ragione Giuly: se si fossero fatti i Di.Co (e grazie a Dio così non è stato), non ci risparmieremmo il matrimonio gay (i Pacs in Francia hanno forse impedito l’introduzione delle nozze gay?)

      3) ” i giudici, (spero tutti i giudici), decidono secondo la costituzione e la legge, non secondo il proprio credo. Per fortuna – anche dei credenti.”

      Ma nemmeno per sogno. I giudici della Corte Suprema hanno giudicato fiutando lo spirito del tempo e accondiscendendovi. Hanno riverito quella che il cardinal Ratzinger chiamava la grande dittatura della “demoscopia”: la gente è sempre più favorevole ai “matrimoni gay”? E allora diamoglieli, questi matrimoni.
      Quando si trattano queste questioni, gli interpreti della legge sono corrivi a piegare la legge facendole dire ciò che essi reputano che sia meglio essa dica.
      Prova ne sia le grottesche tesi di quei costituzionalisti che, arrampicandosi sui vetri con spudoratezza strabiliante, non si peritano di asserire che l’art. 29 della Costituzione (“La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”) sia applicabile a una coppia omosessuale, perché non è ivi precisato che il matrimonio è tra un maschio e una femmina. Non si accorgono, costoro, che è prettamente ridicolo sostenere che negli anni Quaranta il costituente potesse anche solo lontanamente pensare a un matrimonio che non fosse tra un maschio e una femmina, potesse anche solo lontanamente concepire l’idea di appellare “società naturale” l’unione di una coppia omosessuale. Purtroppo, anche i “garanti” della legge talora non si sottraggono alla tentazione di alterare la lettera e lo spirito della legge per patrocinare le proprie personalissime convinzioni.

  17. Antonio

    dalla Lettera ai Romani*. Capitolo 1,16-32 (* che erano gli “USA” di quel tempo )

    “Io infatti non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo, prima, come del Greco. In esso infatti si rivela la giustizia di Dio, da fede a fede, come sta scritto: Il giusto per fede vivrà.

    Infatti l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia,
    poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro.
    Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute.
    Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata.

    Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno scambiato la gloria del Dio incorruttibile con un’immagine e una figura di uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.
    Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anziché il Creatore,
    che è benedetto nei secoli. Amen.
    Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; infatti, le loro femmine hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura.
    Similmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri,
    commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento.
    E poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne: sono colmi di ogni ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di lite, di frode, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, arroganti, superbi, presuntuosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia.
    E, pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa.”

    1. francesco

      Ho provato a leggere, francamente ho resistito poco: non sopporto i ragionamenti apocalittici basati sulla sovrapposizione di fatti, ipotesi e paure diverse.
      [ad esempio: “In questo tempo si assiste così alla stilazione di una nuova normativa omogeneamente indirizzata a porre i cristiani in stato di illegalità: aborto, eutanasia, sodomia, pedofilia, poligamia ed incesto” ohibò in quale legge è prescritto che debba essere poligamo? Dov’è che si firma?
      No dai, una suocera basta ed avanza ;p
      Però condivido il finale: “Al cristiano spetta allora farsi rivoluzionario come Maria”]
      Vi invito a non essere sterilmente astiosi, ma a chiedervi: qual è la nostra priorità? E poi se vorranno perdersi, amen. L’anima è loro e li abbiamo avvisati.
      La legge è già dalla nostra parte: “L’interesse dei coniugi, quello di costituire una famiglia, è considerato secondario rispetto all’interesse del minore.” Basta tener fermo questo punto – il resto m’è indifferente (anche perché, di fatto, si tratta di poca roba). Anzi, pungolo per un maggiore impegno di testimonianza.

      1. vale

        se è interesse del minore essere adottato ed i coniugi-invece di marito (maschio) e moglie ( femmina) diventano coniuge A e coniuge B ( per non parlare dell’x,y e z-come sulle prossime carte d’identità e passaporti europei)?
        se uno stato dell’unione prevedesse il matrimonio poligamico( come in olanda,nell’islam o tra i mormoni) le prossime norme della comunità europea prevedono che esso sia riconosciuto automaticamente in tutti gli altri stati. e quindi?

        Olanda, dopo le nozze gay ecco la prima unione civile a tre. La chiamano “trio” per non dire poligamia
        http://www.tempi.it/olanda-dopo-le-nozze-gay-ecco-la-prima-unione-civile-a-tre-la-chiamano-trio-per-non-dire-poligamia#.Uah6HWTORh0

  18. JoeTurner

    “È solo l’errore che ha bisogno del sostegno del governo. La verità può esistere da sola.”

    Thomas Jefferson

  19. Roberta Z

    Per chi lavora con le coppie, in parrocchia o in altra maniera: vi consiglio un libro appena uscito, scritto da una coppia che da quasi 10 anni fa una formazione psicologica e spirituale, di cui ho beneficiato insieme a mio marito. E’ un percorso a tappe, in cui ho assistito a piccoli miracoli. Una formazione eccezionale, sulle orme delle catechesi sulla famiglia scritte da Giovanni Paolo II. Molti di voi hanno parlato di far brillare le famiglie vere, ecco io qui l’ho visto fare.

    http://www.amazon.com/Leclissi-della-differenza-Betania-itinerari/dp/8882729249

  20. Alessandro

    Il Cardinal Ruini intervistato su nozze gay:

    “Solo apparentemente si tratta di dualismo tra progresso e tradizione: in realtà la vera sfida è tra due concezioni dell’uomo e io rimango convinto che il futuro appartenga a coloro che sanno riconoscere e accogliere l’essere umano nella sua autentica realtà. Le illusioni, invece, prima o poi si sgonfiano, spesso dopo avere provocato molti danni.

    I cattolici devono essere più consapevoli del significato culturale e sociale della loro fede. Quando questa consapevolezza si attenua la fede diventa insipida e incide poco non solo in ambito pubblico, ma anche nella capacità di attrarre le persone e di condurle a Cristo. Da questo punto di vista un certo modo di intendere la laicità della cultura e della politica rischia di privare la fede della sua rilevanza.

    L’amore è una parola bellissima, che però può avere molti significati. Gli stati non possono, evidentemente, comandare o proibire a una persona di amarne un’altra e in questo senso le leggi non possono occuparsi direttamente dell’amore. Possono e devono invece cercare di regolare nel modo più utile e più conforme alla realtà i comportamenti che nascono dall’amore ma hanno una pubblica rilevanza”.

    http://www.ilfoglio.it/soloqui/18816

  21. Pingback: I matrimoni Gay, la sinistra, ed i finanziamenti da parte di Goldman, JP Morgan e spiccioli.Perché l’aristocrazia finanziaria è tanto sensibile alla necessità dei gay di formare nuclei familiari. | Liberi Pensieri

  22. Alessandro

    L’arcivescovo di San Francisco, Salvatore Cordileone, sulla decisione della Corte Suprema USA:

    “Noi abbiamo fallito negli anni passati. Non abbiamo educato a sufficienza. È per questo che oggi si è arrivati fino a qui: il valore del matrimonio è incompreso da più di cinquant’anni, perché è mancata un’educazione a viverlo integralmente e quindi a testimoniarlo nella sua bellezza. Ma nulla è perso per sempre. È proprio adesso che non dobbiamo mollare se non vogliamo perdere. Anzi dobbiamo ricominciare da capo.

    Non possiamo rassegnarci davanti all’ingiustizia. Non possiamo tacere. Per questo i movimenti che stanno nascendo, come quello francese per la famiglia o quello italiano che ha marciato per la vita, vanno sostenuti. Dobbiamo continuare a dire la verità, anzi dobbiamo farlo più di prima e poi capire come comunicarla e quindi testimoniarla. Per sapere come muoverci, ora che la via democratica è resa impercorribile dalla democrazia stessa, dobbiamo continuare a pregare.

    Non è cristiano pensare che la storia sia irreversibile. Noi siamo testimoni di un evento che l’ha cambiata: Cristo morto e risorto. Perciò è a Lui che ci rivolgiamo e, insieme all’educazione e alla testimonianza, da un anno chiediamo ai fedeli preghiere e penitenza. Il cardinal Dolan, tornato da Roma dopo il Sinodo all’inizio dell’anno della fede, ha indicato esplicitamente come via primaria la conversione personale attraverso la confessione e il digiuno. Siamo noi ad avere l’arma più potente, non il nemico: solo noi possiamo rivolgerci a Colui che tutto può. Questa è la sola strada. Forse il vantaggio davanti a tutti questi fallimenti è che la via vincente è rimasta l’unica che si può imboccare.”

    http://www.tempi.it/usa-matrimoni-gay-corte-suprema-vescovo-san-francisco-cordileone-intervista

    1. “Noi abbiamo fallito negli anni passati. Non abbiamo educato a sufficienza. È per questo che oggi si è arrivati fino a qui: il valore del matrimonio è incompreso da più di cinquant’anni, perché è mancata un’educazione a viverlo integralmente e quindi a testimoniarlo nella sua bellezza. Ma nulla è perso per sempre. È proprio adesso che non dobbiamo mollare se non vogliamo perdere. Anzi dobbiamo ricominciare da capo.”

      Mi conforta il fatto che il mio primo commento, trovi conferma nelle parole di Sua Eccellenza l’Arcivescovo… 😉

    2. Roberto

      Questo Arcivescovo ha un nome ch’è una meraviglia! 😀 Direi quasi profetico – nessuna salvezza dai conigli e dalle loro colline. XD

    1. giuly

      E’ sempre questione di soldi, la m…. del diavolo. E non è solo dall’ideologia del gender che si traggono profitti, ma dalla distruzione della famiglia. Individui soli = maggiori consumi, meno vincoli di solidarietà, più controllo sulle persone.

  23. vale

    mon chér admin
    infatti l’unica cosa che codesti capiscono è colpirli nel portafoglio…..

    1. Piero

      Quindi dare (per esempio) a tutti la tua stessa laurea, la tua stessa retribuzione, i tuoi stessi riconoscimenti non ti toglierebbe nulla?

        1. Piero

          COn questi argomenti sentimentalisti non si fa lontano…
          Per esempio toglie al bambino il diritto di avere una mamma e un papà, tanto per cominciare.
          Quindi secondo te dare la stessa pena per uno che ha parcheggiato fuori dalle striscie e uno che ha commesso una strage è lo stesso, no?
          Ti lascio poi immaginare cosa possa significare assegnare i compiti per esempio di un ingegnere ad un fioraio, o quelli di un avvocato a chi non ha studiato, o il decidere della vita di un bambino a chi non sa neppure cosa dice…

        2. Piero

          quindi anche l’amore tra padre e figlia maggiorenne, tra due donne e 7 uomini, tra una donna e il suo cane, tra un uomo e 7 mucche deovrebbe essere riconosciuto no?

          1. Piero

            ambedue le risposte erano per quellochenonhodetto, il sistema di risposte fa i capricci…

        3. Alessandro

          Certo, love is love. Quindi, poiché l’amore che la madre ha per il figlio non è impari rispetto all’amore che il marito ha per la moglie, anche madre e figlio dovrebbero potersi sposare…

          Oppure si aprono gli occhi, e ci si accorge che il riconoscimento giuridico del matrimonio non è un riconoscimento del legame affettivo tra due persone. La relazione affettiva tra due persone (fraterna, sororale, amicale ecc.) è rispettata dal diritto, il quale tuttavia agli affetti “non dà giustamente alcun rilievo e, quando lo fa, crea disastri… Il diritto non è interessato a relazioni, pur bellissime (come può di certo essere anche l’amicizia omosessuale), che però vivono necessariamente solo nel presente e che non hanno carattere fondativo”; “il matrimonio è un istituto giuridico, finalizzato a garantire l’ordine delle generazioni, riscontrabile in tutte (ripeto: tutte) le culture e in tutti (ripeto tutti) i tempi”, e proprio in quanto aperto alla procreazione e garante dell’ordine delle generazioni il matrimonio è un istituto giuridico. Ossia: l’istituto giuridico del matrimonio non è un riconoscimento giuridico conferito a Tizio e Caia in quanto legati affettivamente simpliciter (se così fosse, anche il legame affettivo tra Sempronio e Mevio potrebbe a pieno titolo rivendicare il riconoscimento giuridico del matrimonio), ma è conferito a Tizio e Caia in quanto il loro legame è aperto alla procreazione e all’educazione della prole, quindi all’ordinata successione delle generazione. Procreazione, educazione della prole e ordinata successione delle generazioni che sono basilari beni per la società, e che in quanto tali il diritto (che è al servizio della prosperità della società) tutela riconoscendo giuridicamente coloro che sono in grado di custodire e promuovere e perpetuare questi beni, cioè una coppia eterosessuale. Beni che la coppia omosessuale, invece, essendo naturalmente sterile, non è in grado di custodire, di promuovere e perpetuare: donde si giustifica l’impossibilità che la coppia omosessuale acceda al matrimonio.
          Sicché “le relazioni personali tra i gay non hanno bisogno di tutela coniugale, ma eventualmente solo di tutela patrimoniale (come anche altre forme non sessuate di convivenza), quando si creino situazioni di tale fragilità per uno dei conviventi, da richiedere un intervento pubblico”.

          http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/ma-noi-non-la-beviamo.aspx

          http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/matrimonio-e-omosessuali.aspx

          1. Il tuo commento è esaustivo, ragionato e intelligente. Evidentemente si potrebbe ovviare al matrimonio se esistesse una tutela giuridica in grado di assicurare alle coppie omosessuali i basilari diritti che una madre, una sorella o qualsiasi familiare hanno per natura. Il matrimonio omosessuale si mantiene comunque ancora distante dalla religione e fin ora non fa altro che garantire una tutela alla coppia che è un’unità sociale da tenere comunque in considerazione nell’epoca in cui siamo.

            1. Alessandro

              “Evidentemente si potrebbe ovviare al matrimonio se esistesse una tutela giuridica in grado di assicurare alle coppie omosessuali i basilari diritti che una madre, una sorella o qualsiasi familiare hanno per natura”

              Ma quali sono, in buona sostanza, questi diritti che la persona omosessuale ha e tuttavia in Italia non si vedrebbe riconosciuti?

              Nel nostro Paese “tutti quei diritti generalmente invocati dai partner di una unione di fatto possono essere attivati tramite il diritto volontario e senza alcuna necessità di introdurre per via legislativa nuovi istituti.”:

              http://www.lanuovabq.it/it/articoli-unioni-gay-hanno-gi-tutti-i-diritti-6370.htm

              “Concludo citando un libro.
              Lo scorso marzo la Casa Editrice Nuovi Equilibri ha pubblicato un interessante testo intitolato “Certi diritti che le coppie conviventi non sanno di avere.”
              Gli autori (insospettabili) sono Bruno de Filippis (giurista ed esperto di diritto di famiglia), Gian Mario Felicetti (autore di La famiglia fantasma, e membro del Direttivo dell’Associazione radicale “Certi Diritti”), Gabriella Friso (responsabile dell’Ufficio Diritti dell’associazione “Les Cultures” di Lecco, membro del gruppo IO Immigrazione e Omosessualità di Milano e del Direttivo dell’Associazione radicale “Certi Diritti”), e Filomena Gallo (avvocato e segretaria dell’associazione radicale “Luca Coscioni” per la libertà di ricerca scientifica).
              Pur essendo tutti sostenitori del riconoscimento pubblico e normativo dei diritti delle coppie omosessuali, hanno scritto il citato saggio concependolo come «un manuale di sopravvivenza», attraverso il quale indicare ai conviventi «il modo di tutelarsi per restare insieme nel caso la vita conduca uno dei due in ospedale o in carcere, per conservare la casa, ottenere risarcimenti o congedi, stipulare convenzioni e assicurazioni, garantire che i figli non subiscano danni e discriminazioni». Indicazioni davvero utili per l’esercizio di diritti GIA’ ESISTENTI. Non amo recensire simili autori, ma in questo caso è opportuno fare un’eccezione.
              Quantomeno per dimostrare come sia, in realtà, pretestuosa, strumentale e inesistente la polemica sulla necessità di un riconoscimento pubblico di diritti per le coppie omosessuali.”

              1. Hai fatto bene a citare il saggio che sicuramente leggerò. Sono davvero curiosa di sapere se questi diritti sono davvero accessibili e con quanta facilità. Ad ogni modo apprezzo discorsi come questo che non vertono sulla religiosità del matrimonio che tuttora nemmeno i matrimoni omosessuali hanno sfiorato.

  24. JoeTurner

    «La coppia omosessuale è diversa da quella eterosessuale. Ed è diversa per un semplice dettaglio: non può dare origine alla vita, per cui ha bisogno di una forma di unione specifica che non sia il matrimonio. Ha bisogno di un’altra cosa perché la realtà delle coppie omosessuali è diversa da quella delle coppie eterosessuali. […] Crediamo che i bambini abbiano il diritto ad avere un padre e una madre, possibilmente biologici, che possibilmente si amino. Un figlio nasce dal frutto dell’amore di suo padre e di sua madre e ha il diritto di conoscerli. Se le coppie omosessuali adottano dei bambini che sono già privati dei loro genitori biologici, allora li si priva di un padre e di una madre una seconda volta». Inoltre, ha informato che «dal momento che paesi come la Cina e altri in Asia hanno procedure nelle quali chiedono che le coppie omosessuali siano escluse. Tutto ciò significa rendere l’adozione per le coppie uomo-donna ancora più difficile. Noi non vogliamo il matrimonio, che è riservato all’uomo e alla donna in quanto possono procreare. È così da secoli. […] Prima chi si opponeva al matrimonio gay veniva subito chiamato omofobo da quasi tutti i grandi media ed era impossibile opporsi senza essere immediatamente tacciati di omofobia. Io e i miei amici omosessuali, che non possiamo certo essere accusati di omofobia, chiediamo che ci sia un dibattito per permettere le unioni omosessuali, ma creando un’istituzione diversa dal matrimonio. […] La pace si costruisce dentro la famiglia e per avere pace nella famiglia bisogna donare ai bambini il quadro più naturale e che più infonde sicurezza per crescere e diventare grandi. Cioè la composizione classica uomo-donna»

    Nathalie de Williencourt, omosessuale, portavoce di Homovox

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