di Costanza Miriano
C’è solo un momento in cui sono più insopportabile rispetto a quando sono di cattivissimo umore (come ieri), ed è quando mi sento buona. Allora sì che sono terribile. Credo che chi mi incontri a percorrere i corridoi della redazione o le strade del quartiere col sorriso superiore e compreso di chi sa, di chi ha capito tutto della vita, di Dio e anche un po’ del decoder (che poi quello sarebbe il vero miracolo), ci metta poco a decidere che quello è il momento di starmi alla larga.
Di Giovanna d’Arco e Caterina da Siena ce ne sono state due sole, purtroppo, e attualmente in magazzino le hanno finite. Sarebbe bello mettersi alla testa di un piccolo gregge, ma sono missioni riservate a pochi, di sicuro non a me. Peccato, perché sentirsi piccolo gregge comporterebbe invece dei (pericolosissimi) vantaggi, primo fra tutti quello di sentirsi meglio degli altri.
È vero, io sono prontissima a definirmi una peccatrice, una miserabile, un’insignificante tessera nel mosaico del grande disegno della Chiesa. Sì, però – sia chiaro – solo in confronto a Dio, perché di fronte ai fratelli, be’, non esageriamo. Io faccio schifo (tanto che mi costa umiliarmi di fronte a Dio?), ma loro fanno molto più schifo di me (son soddisfazioni anche queste).
Invece la verità è che siamo molto, ma proprio parecchio, ma davvero incredibilmente simili gli uni agli altri, con le magagne, le piccinerie, le meschinità, la piccola, borghese ricerca di sicurezza che ci segna tutti. Questa cosa, assomigliarci, ci dà un fastidio incredibile.
Essere figli di Dio ci piace un sacco. Essere sorelle e fratelli di tutti un po’ meno. Perché gli altri possono essere sgraziati, egoisti, ignoranti, pure un po’ puzzolenti, a volte. In pratica come noi. Hanno le scarpe sbagliate, fanno le letture sbagliate, hanno vite tutte un po’ sbagliate. Hanno dei difetti e anche dei problemi che nel caso rileviamo con sottile, inconfessabile soddisfazione. Il fatto è che i difetti degli altri ci danno fastidio perché ci assomigliano, e allora è più comodo dividersi, e partire con i distinguo e le accuse, persino dentro la Chiesa: movimento uno contro spiritualità due, tradizionalisti contro progressisti, misericordia versus regola, collegialità contro primato, dimenticando che il deposito della fede è uno solo, e che nessun uomo ne è da solo la garanzia, perché la Chiesa è una ed è solo di Cristo, è la sua sposa, non la nostra.
Quando ci sentiamo buoni ci vogliamo sentire i soli a esserlo. C’è più gusto, così. Credere di essere buoni circondati dai cattivi è gratificante, ma è un atteggiamento spirituale pericolosissimo, ed è l’esatto contrario di ciò a cui siamo chiamati.
Mi chiedo se è anche per questo che leggo con sottile fastidio i panegirici a Francesco. Voglio dire, dovrei saperlo, i giornali con qualcosa dovranno pur riempire le pagine, sarebbe poco dignitoso incartare le uova con fogli disegnati, per cui adesso tutti devono dire la loro. Sappiamo bene che tanta fretta di esaltare il nuovo Papa da parte del giornalista collettivo rischia di finire tra qualche giorno, alla prima uscita ufficiale sugli argomenti sensibili, perché fino a che si parla di amare gli uomini e rispettare il creato chi mai potrebbe non essere d’accordo? Quando ci sarà da accennare a qualche ovvio paletto – mai stato in discussione – che limiti la sacra inviolabile assoluta libertà dell’uomo, allora probabilmente gli ultras del cosiddetto nuovo stile – quale nuovo? Ha duemila anni. – avranno qualche piccolo ripensamento. Ma questo è ovvio, è appena superfluo dirlo qui.
La domanda che mi faccio invece è: perché aspetto con sottile gioia, e non con rammarico, quel momento? Perché invece non gioisco di questo entusiasmo? Perché non riesco a dire a me stessa “ma che bella questa accoglienza festosa?”. È vero, anche lo zucchero quando è troppo stucca, ma non è questo il problema.
Il problema è che ci vogliamo sentire diversi, un po’ meglio degli altri, magari anche un po’ da soli, o con una ristretta, eletta compagnia a cui non puzzi mai l’alito. Siamo gelosi della nostra appartenenza, ci conferma, ci rassicura, ci garantisce che non siamo come lo schifo che vediamo intorno. Insomma, ci piace essere figli di Dio, ma quello che ne consegue ci piace di meno. Se siamo figli siamo anche in famiglia con dei fratelli da aspettare con pazienza, se sono più indietro, o da imitare con umiltà, se sono più avanti. La famiglia è il disegno di Dio sul mondo, è quello che vuole Lui per noi, e ogni volta che dividiamo, distinguiamo, puntualizziamo, separiamo, puntiniamo le i, facciamo il gioco dell’altro, il divisore. Se è così, meglio essere di cattivissimo umore che sentirsi buoni, allora.
..ahi, hai preso proprio un punto dolente…(almeno per me)
Quello che dice Costanza e’ la fotografia del mio sentire.quanta strada ancora devo percorrere se ancora oggi provo fastidio per tutti i salamelecchi delle varie “Repubbliche” e fratelli ecologisti e pauperisti pro Papa Francesco.Aspetto anche io con sottile piacere il mento in cui scriveranno e si indigneranno di quello che dira’ a proposito dei loro ” diritti”.Perché’ sono cosi’ poco “fratello”.
Quelli poi che amano la mitezza e la misericordia di Papa Francesco sono esatto opposto. Sberleffano (i grillini) chiunque non appartiene alla loro setta; vogliono tutti in galera (La Stampa,La Repubblica,,Micromega).
…io per adesso mi godo il momento di gioia e di speranza che vivo e che sento intorno a me, senza pensare a quello che i giornali scrivono…so soltanto che c’è un’aria di festa e una voglia di buono…anche in persone che erano scettiche e lontane da queste dinamiche ergo: perchè gufare fratelli e sorelle? Quando il coro canta bene vglio cantare anch’io…e nessuno tocchi Papa Francesco e il Papa emerito Benedetto che consapevolmente ci ha portato a questo rinnovamento dello spirito…un abbraccio Costanza e grazie per gli spunti di riflessione che ogni giorno ci proponi.
Tra la domenica delle palme e il venerdì santo corrono solo cinque giorni. Il punto é decidere da che arte stare nella vita.
La cosa triste è che molti di coloro che la domenica delle palme sventolavano rami erano tra coloro che condannavano il venerdì santo…Il problema è che troppo spesso sciegliamo ciò che ci fa comodo al momento, altro che scelte radicali !
Articolo molto bello e molto vero 😉
La psciologia della persona che descrivi non è poi tanto lontana dal fratello fedele del figliol prodigo, geloso di essere lui nel giusto, oppure dei farisei che vorrebbero lapidare l’adultera.
E che dire? Vero, tutto molto vero, e inquietante per noi “cattolici”. Alvaro.
Mi sento esattamente così…grazie per averlo messo neri su bianco!
Io non mi sento razzista ….finché mia figlia non mi porta a casa un musulmano, ma che dico musulmano basta uno che non abbia conseguito almeno una laurea triennale. E li posso accorgermi che ero buona forse fino a prima dello svezzamento …. Forse ! Ed è facile e forse anche sciccoso accettare il diverso colore della pelle in un mondo globalizzato, ma la grattezza della tua vicina di casa o l’ingenuita di tua suocera quello tu , miss sono perfetta e veramente buona e umile!!!, non ci puoi riuscire!!! Ma stavolta il Signore ci ha dato l’occasione di metterci in discussione perché abbiamo avuto un esempio di umiltà così grande da perte di papa Benedetto che si è abbandonato alla volontà di Dio nel nascondimento e di umiltà cosi generosa da parte di papa Francesco che non si maschera e non si trattiene: gli esplode l’amore per l’uomo. Un Magnificat!!! Come sempre nella Bibbia Dio ha fatto cose alla grande per il popolo. Non cosettine diplomatiche a cui noi poi ci saremmo adeguati pian piano. Di fronte a tanta grazia lasciamo esplodere la gioia oggi. Domani ha già le sue inquietitudini! …..Come sempre sono con te Costanza!
I giornalisti, in media, cercano di cavalcare l’onda e raccontano di solito ciò che la gente vuole ascoltare, tutto sommato la copertura mediatica martellante riservata a Papa Francesco non è poi così diversa da quella che si osserva in occasioni di altri fatti di cronaca. Un mondiale di calcio vinto, lo zio Michele con il suo trattore o qualsiasi altro fatto in grado di risvegliare l’attenzione nazional-popolare per periodi abbastanza lunghi. Tra qualche tempo l’attenzione fatalmente si abbasserà. I discorsi sulla Misericordia e sulla povertà non possono essere continuamente ripetuti con gli stessi risultati di audience e la croce di ferro sarà presto archiviata insieme alle immagini delle scarpe scalcagnate. Qualcuno, immagino, già trattiene a fatica gli sbadigli davanti a tutti questo miele televisivo. Poi verrà un pronunciamento ufficiale, dove, immagino, si ribadirà il Magistero magari con qualche piccolissima apertura su qualche tema scottante.
E queste aperture, anche se minime saranno accompagnate dal vero pericolo che il Papa inizi a diventare leggermente antipatico a qualcuno, fuori e dentro la chiesa.
“La domanda che mi faccio invece è: perché aspetto con sottile gioia, e non con rammarico, quel momento? Perché invece non gioisco di questo entusiasmo? Perché non riesco a dire a me stessa “ma che bella questa accoglienza festosa?”.
Io veramente mi faccio questa domanda tutti giorni e poi mi viene in mente la parabola dei lavoratori della vigna, o quella del figliol prodigo o ancora le numerose critiche di Gesù al comportamento dei farisei… e mi sveglio un po’, per ricadere al primo nuovo commento che ascolto.
Padre Livio l’altro giorno ha detto una cosa che mi è piaciuta: Benedetto XVI incarnava la figura del Gesù Maestro, Papa Francesco è il Gesù della folla, dei pani e dei pesci…
Grande Padre Livio
Sottoscrivo in pieno. Aggiungo: o come il fratello obbediente del figliol prodigo. Incapace di amare, incapace di perdonare, ma anche incapace di godersi la vita, l’amore del padre, il suo lavoro, i suoi beni. Obbediente, ma triste.
Bellissime parole Costanza, che ci riguardano tutti, nessuno escluso. Sono personalmente rammaricata dalle tante, troppe parole, lette in questi giorni su Papa Francesco. E’ il secondo conclave che vivo in prima persona, eppure in entrambe le volte mi è sembrato di leggere le stesse parole. Divisioni fuori e dentro la Chiesa pronte ad applaudire o criticare il Successore di Pietro di turno se non solletica troppo il nostro modo di vedere la Chiesa, dimenticandoci come hai ben scritto tu che la Chiesa è di Cristo, è la Sua Sposa. Grazie per quello che scrivi e per come lo scrivi ogni volta.
Grazie Costanza per questo post perchè mette in luce una tendenza che ho anche io.
Parole sante!!!!!!!!
ho l alito che puzza, forse perchè vado controcorrente, non amo le leccate giornalistiche mondiali che intonano canti unisoni e coltivano rose senza spine, quando i petali saranno caduti, appariranno le spine e ci troveremo difronte ad altre letture di tutt’altro contenuto tutte concordanti con grande spirito di osservazione. Amen
ne parlavo proprio ieri con mio marito… mi sembra la favola del lupo e i sette agnellini….si traveste per poi mangiarli…
Cara Costanza, tu hai un talento speciale…hai come una lente di ingrandimento sull’uomo e riesci a focalizzare tutti gli aspetti magnifici e orribili, le altezze e le bassezze di tutti noi. Sono tornata alla Chiesa da 20 anni (ne ho 50) dopo aver passato i primi 30 ignorando Dio, ho quindi toccato con mano la misericordia del Signore eppure… Trovo sempre qualcuno di cui sentirmi migliore, un po’ più buonina, un po’ più cristiana, comunque più qualcosa. In realtà il cammino per diventare cristiana è lungo, accidentato e pieno di cadute.
secondo me è che, semplicemente, sai che accadrà perché conosci certe dinamiche e non ti illudi, non ci provi nemmeno. Io sono abituata (ed è anche un po’ la mia indole) a vivere l’istante. Mi godo questo momento di perfetto pacifismo e di fratellanza. Da animalista ho esultato alla scelta del nome Francesco e ho accolto con favore questa svolta di sobrietà ma non chiudo gli occhi e, come te, credo che non sarà un papato progressista nei contenuti…
Mah… senza aspettare i temi scottanti è bastato che parlasse di una Chiesa povera e vicino ai poveri che sono già iniziati i distinguo (e non fra quelli di “fuori”)… a me sembra che questo continuo ribadirsi che non cambierà il magistero, non farà questo o quello e tanti verranno delusi, nasconde la paura che invece qualche cambiamento “forte” possa esserci. beh, io sono tra quelli che se lo augurano ed ho fiducia che non verrò delusa. sono ottimista di natura, che posso farci… (senza nulla togliere a Benedetto XVI, verso il quale va la mia incondizionata ammirazione per la statura del suo pensiero teologico, lo dico perché ogni volta che si esalta uno, qualcuno pensa che si stia criticando l’altro.. nel mio caso non è così)
è tragicamente vero quello che dici e il problema più grande è che noi cristiani cattolici siamo i primi a giudicare, a creare divisioni nette tra il bene e il male, a criticare aspramente chi commette un errore. Siamo forti delle nostre convinzioni e della nostra morale. Ma prima o poi arriva per tutti il momento in cui si compie un errore e allora ci si rende conto di quanto siamo piccoli e meschini. Se davvero ascoltassimo il Vangelo, Gesù dice: “Chi non ha peccato scagli la prima pietra”
Faccio subito un esempio concreto: leggo un articolo su quello che ha scritto Scalfari
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-scalfari-lantipapa-laico-che-d-lezionia-francesco-6050.htm
e subito cado nella tentazione… come non sentirmi almeno un po’ più “illuminata” di lui?
Mannaggia!
@ Silvia: nel caso di Scalfari si rimedia facilmente. Invece di sentirsi più “illuminati”, basta riconoscersi un pochino più “fortunati” di lui. La fortuna non è merito nostro, in fondo…
E del resto anche Scalfari è fortunato, c’è chi prega per lui
http://medjugorje.altervista.org/doc/plivio//19-int2009.php
E’ la prima volta che scrivo un commento, anche se seguo il blog da molto tempo. Noi cattolici spesso – soprattutto quando prendiamo posizioni pubbliche – siamo lontani dal prossimo che dovremmo amare come noi stessi e molto più vicini ai farisei pronti a scagliare pietre ed alzare croci. Noi che crediamo di avere la Verità. Ma la verità che sbandieriamo di avere non è nostra, appartiene a Nostro Signore. E Nostro Signore incarnandosi ci ha spiazzati tutti allora, e – se siamo capaci di ascoltare per davvero la sua parola – ci spiazza tutti i giorni. Non possiamo farci forti della certezza che noi sappiamo come stanno le cose perchè la Maddalena è una peccatrice anche ai giorni nostri, solo che noi non abbiamo il diritto di scagliare le pietre. Poi l’opinione pubblica va di qua e di là (e comunque su FB qualche non proprio velato dietrologismo sulla vita del Papa c’è già), vale più un servizio delle Iene che tanti anni di ricerca di studiosi dediti. Con questo bisogna fare i conti, se non vogliamo sopprimere la libertà di espressione. Ma il Papa non è solo nostro, che abbiamo la verità. Il Papa è di tutti. Capisco che ci sentiamo gelosi come il fratello del figliol prodigo, ma – per quanto ci costi – dobbiamo fare un passo indietro e lasciare che accolga anche i giornalisti che vanno dove spinge il vento, chi è incoerente, chi diventa Vaticanista solo nei giorni del Conclave, chi al posto del Vangelo ha letto il Codice Da Vinci e crede lo stesso di sapere tutto. Perchè è possibile che, tra tutte quelle persone che ciarlano di cose che non sanno (ma perchè, noi che cosa sappiamo più di loro?), ce ne sia anche solo una per cui una parola, un gesto del nuovo Santo Padre, è fonte di illuminazione verso una Verità che è una strada da percorrere per tutti, non una rivelazione per pochi eletti. Quando il cuore ci si indurisce perchè crediamo di essere migliori degli altri, dobbiamo ricordarci sempre che Gesù è andato a casa degli esattori delle tasse, non dei sommi sacerdoti portatori della Verità.
Grazie per questa bella riflessione Costanza. Penso che al di là del suo contenuto (che condivido pienamente), questa “lettera” può essere un invito ad un continuo movimento di introspezione salutare e purificante del nostro io più nascosto, quello dove ci giochiamo con l’esercizio della liberà lo stesso nostro essere, chi siamo e cosa cerchiamo davvero nella nostra vita. E’ proprio vero quello dici sulla nostra ipocrisia tante volte nel relazionarci col prossimo; tutto bello, tutto giusto quello che si allinea col nostro pensiero e le nostre idee; ma questo, solo fino a quando qualche fratello non ci scandalizza con un pensiero e ci offre una prospettiva diversa. Allora il nostro spirito di accoglienza e di “fraternità” vacilla in men che non si dica. Ma allora, mi chiedo, il credende, il vero discepolo di Cristo, come manifesta al mondo che egli, per pura grazia, è portatore di uno spirito diverso rispetto a quello del mondo? ..se la vostra giustizia non supereà quella di scribi e farisei non entrerete nel Regno dei Cieli..(Mt 5,20-26). Questo per dire che chi vuole seguire Gesù, chi si nutre della sua parola, è spinto ad andare oltre se stesso, oltre il mondo, olltre al proprio ragionamento così spesso macchiato di vanità e di orgoglio, e chiedersi continuamente se giorno dopo dopo giorno è interessato davvero ad imparare ad amare, a volere veramente il bene di tutti, a sperare e pregare perchè tutti giungano alla conoscenza della verità, ognuno coi propri tempi e coi mezzi a disposizione, ma tutti insieme, tutti come fratelli.
Un caro saluto. Sergio
Condivido il commento di Sergio e di Luc sopra…
Sul tema (credo) mi hanno molto colpito le parole scelte da Papa Franceso, quando al termine dell’incontro con i giornalisti del 16 Marzo scorso (chi non lo ha seguito invito a leggere il testo integrale ad esempio qui: http://www.vatican.va/holy_father/francesco/speeches/2013/march/documents/papa-francesco_20130316_rappresentanti-media_it.html) ha impartito a tutti i presenti la sua benedizione:
“… Dato che molti di voi non appartengono alla Chiesa cattolica, altri non sono credenti, imparto di cuore questa benedizione, in silenzio, a ciascuno di voi, rispettando la coscienza di ciascuno, ma sapendo che ciascuno di voi è figlio di Dio. Che Dio vi benedica.”
Andare nei campi a zappare la terra sarebbe una via d’uscita favolosa per evitare di dover leggere dichiarazioni di vario tipo e provenienti da dubbi pulpiti specie oggi che è il primo giorno di primavera e il cielo s’è tinto di azzurro almeno dove abito io.
Qui da me al contrario cieli bigi, assai più che a Parigi. Ma nell’ultima settimana lessi sol la Bussola Quotidiana. Inoltre nel prato qui fuori vedo margherite, violette, trifogli ed altri fiori. (Il quarto verso non mi viene…)
Hai ragione senm_webmistress… infatti quando giudico qualcuno prego sempre perché i miei maldestri giudizi si trasformino in benedizioni ! Uffa, quello sul giudizio è sempre un gan combattimento.
Sono molto felice che Costanza abbia scritto questo post, perché mi sembra di vedere molta “gelosia” intorno a Papa Francesco.
Come se il fatto che finora sia piaciuto anche ad ambienti “di sinistra” getti un’ ombra su di lui.
E’ proprio vero.
Quando ci sentiamo buoni, quello è il momento più pericoloso.
Certamente questo Papa non si discosterà dalla tradizione per ciò che riguarda l’essenza delle cose umane, ma intanto che c’è di male se piace anche a Scalfari?
I lettori di MicroMega, di Repubblica e di Vanity Fair non sono mostri assetati di sangue, così come non lo sono i lettori di Libero e gli spettatori di Canale 5.
Siamo tutti fratelli.
Diversi, imperfetti, meschini, presuntuosi, ma fratelli.
E se Papa Francesco ce lo ricorda, sta facendo certamente un ottimo lavoro.
Erika, io non penso che i lettori di MicroMega e Repubblica siano mostri assetati di sangue. Penso che mediamente si tratti di bravissime persone molto conformiste, le quali credono che basti leggere il giornale “giusto” per essere buoni, belli, onesti, colti, civili, sensibili e – in una parola “presentabili”.
Ah sì? e tu li conosci tutti così bene?
Ho detto “mediamente”, non significa che li conosco tutti. E’ un’opinione basata su un certo numero di osservazioni dirette e indirette.
Mediamente=”nella media” dove media (secondo wikipedia): “è un singolo valore numerico che descrive sinteticamente un insieme di dati”. Per cui quando leggo “mediamente” immagino che tu stia descrivendo sinteticamente il gruppo a cui ti riferisci, per cui il significato della frase cambia di poco.
Dico da dove nasce il mio giudizio in questo caso specifico: mi arrabbio con chi ha già deciso (ad esempio Scalfari) quello che il Papa dovrà fare, dire o decidere piegandosi alle logiche e alla volontà di un mondo che vuole prescindere da Dio e dalla sua Parola. Poi ci sta sempre la mia debolezza, come bene ha scritto Costanza.
Io non sono così giovane da non ricordare, e ricordo…
Ricordo che lo stesso entusiasmo c’è regolarmente ad ogni elezione di Papa, ci fu per Giovanni Paolo I e GPII (più indietro non so andare quando fu eletto Paolo VI avevo 4 anni) e stando alle cronache per Giovanni XXIII.
L’eccezione è semmai Bendetto XVI che fin dal primo giorno fiu accolto da un fuoco di sbarramento micidiale e preconcetto che lo ha accompagnato per tutto il pontificato.Ma anche questo non è strano perché contrariamente ai suoi predecessori era già notissimo e aveva svolto un ruolo di primo piano nel pontificato precedente.
E’ normale: l’elezione di un nuovo Papa accende sempre grandi speranze, perché dolersene?
io invece ricordo che Giovanni Paolo II fu accolto con grande scetticismo, mitigato solo dal fatto di essere straniero (ricordo che quel giorno di ottobre ero in piazza e quando fu annunciato tutti capimmo BOTIWA e pensammo al papa africano, quando ci accorgemmo che era “solo” polacco fu una mezza delusione); nei suoi primi anni di pontificato Woitila fu accusato di essere un reazionario, che stava facendo passi indietro rispetto alle aperture di Montini, anche se dalla sua aveva quegli atteggiamenti da sportivo e l’eccezionale propensione al viaggio che però non riuscivano a “bucare” sufficientemente: in sostanza era troppo tradizionalista per i progressisti e troppo moderno per i conservatori. Le cose a livello mediatico cambiarono molto poi con l’attentato.
A parte questo credo che Giusi abbia l’altro giorno detto la cosa giusta: Ratzinger ha avuto da subito un pregiudizio negativo, Bergoglio sembra avere un pregiudizio positivo. Meglio così.
Però ai pregiudizi e all’entusiasmo bisogna fare fare attenzione.
I giornali e la TV hanno enormemente amplificato l’immagine “friendly” del nuovo papa al punto che, quando sarà costretto a ricordare il Magistero cattolico su questo o quel tema, in parecchi finiranno col dire “Ma come? Ma se era così simpatico con le sue scarpe scalcagnate e la croce di ferro? Ed ora ci viene a dire che i gay non possono formare una famiglia? Cattivone! I gay sono i veri poveri ed oppressi del nostro tempo, mica i negretti delle favelas.”
Grazie delle tue riflessioni, puntuali e profonde. Preghiamo perché quando Papa Francesco dirà le “cose” che daranno “fastidio” ai politicamente corretti, rimaniamo obbedienti a lui, perché ciò che mi intristisce è sentire fratelli e “confratelli” scandalizzarsi per la verità che la Chiesa annuncia. cioè Gesù Cristo, “via, verità e vita”.
Quanto dice Costanza è bello e vero, io però ho avvertito un brivido (dopo le profezie scoperte prima dell’elezione del Papa_non è che siamo alla fine del mondo e tutti vedremo Dio faccia a faccia?) e avverto tuttora una vertigine quando sento Papa Francesco, sento l’accento di una bellezza e di una profondità che persuadono perchè è vero, chissà some era sentire Gesù.. questi tratti di grande umanità colpiscono noi cristiani ma arrivano al cuore di ogni uomo perchè ogni uomo attende il vero e il bello. Zaccheo era un ladro, forse un “impresentabile”, ma ha avuto il coraggio di presentarsi davanti a Gesù l’unico che lo perdona, lo guarda e lo accoglie per quella grandezza di uomo che innanzitutto ci definisce proprio come è stato l’abbraccio del Papa “… Dato che molti di voi non appartengono alla Chiesa cattolica, altri non sono credenti, imparto di cuore questa benedizione, in silenzio, a ciascuno di voi, rispettando la coscienza di ciascuno, ma sapendo che ciascuno di voi è figlio di Dio. Che Dio vi benedica.” Sono felice che l’amore che ci ha colpito e persuaso nell’incontro con Cristo sia per tutti i fratelli uomini.
grazie Costanza, per questo “esame di coscienza”! D’altra parte, passata ormai una settimana dall’elezione del Vescovo d Roma, Papa Francesco, qualcuno comincia ad autarci nel non sentirci “papalini (vignaioli) della prima ora”: basta leggere il Messaggero (giornale romano) di oggi…
… il problema è che sarebbe bello riconoscere che la diversità è bellezza, ricchezza. Che le protezioni del gruppo ristretto soffocano, riducono lo spazio della libertà. Intorpidiscono la voglia di apprezzare la vita, dalle piccole cose a quelle grandi. Che riconoscere la presenza di fratelli e sorelle è l’unica via per riscoprirsi figli, per sperimentare paternità, accoglienza, verità su di sè. … che finalmente il giudizio ritornasse a Lui, l’Unico che ne ha il diritto e la paternità, e noi ci riappropriassimo di quegli atteggiamenti che Papa Francesco ha iniziato a proclamare. Perchè di quelli abbiamo necessità, per ricostruire legami di verità attorno a noi, dentro l’ambiente in cui viviamo. Senza proteggere le nostre piccole rendite di posizione, ma col sereno sguardo di chi vuole costruire un mondo che abbia realmente un futuro per i nostri figli. Per loro dobbiamo unire, non dividere, scrivere frasi non mettere puntini, aprire orizzonti non chiudere porte, mostrare percorsi non puntare il dito. Molto meglio l’alito puzzolente che un’asettica stanza vuota…
Voglio vedere l’aspetto positivo. Vedo gente lontana dalla Chiesa che guarda i video del Papa, che dice che è simpatico, qualcuno riprenderà la sua strada, ma tanti resteranno nella rete e si convertiranno. E noi ci convertiremo di più vedendo l’opera del Signore. Ieri ero alla mia solita messa del mercoledì sera e durante l’Adorazione pensavo a Papa Francesco e ringraziavo il Signore per Lui e per il Papa Emerito. E’ una messa sempre gremita ma ieri c’erano facce nuove. Amo sempre il Signore ma ieri lo amavo di più. Grazie Papa Francesco, grazie Papa Benedetto, grazie Spirito Santo, grazie alla Chiesa, una santa, cattolica apostolica!
P.S. Piccolo aneddoto. La moglie del fondatore del gruppo poco prima delle dimissioni di Benedetto ci ha comunicato che il 17, 18 e 19 maggio è in programma una gita a Roma perchè il Papa incontra i gruppi. Tutti felici di andare da Benedetto. Poi si dimette. Le prenotazioni scarseggiavano. Io poi, che sono a serio rischio Inferno, mi ero detta (del resto me l’ero detta è inutile che lo nego) che se avessero eletto un tal cardinale non ci sarei andata neanche dopo morta. Dopo l’elezione di Papa Francesco bisognerà fare un altro pullman. Mentre mi iscrivevo si è iscritta una signora che viene sempre ma pure la sua bellissima figlia che finora veniva solo a prenderla. Ieri si è fermata per tutte le due ore di messa. Non fa niente che probabilmente pensa che Papa Francesco è simpatico e magari l’altro no, intanto è venuta a messa e viene dal Papa e poi ci penserà lo Spirito Santo. Che ci sta a fare se no?
Per senm: nell’altro post sono chiusi i commenti. Grazie per avermi segnalato quell’articolo sull’ecumenismo, non l’avevo letto.
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Tanti anni fa nel celebre fumetto “Tex Willer” , il suo pard Kit Carson difende dei poveri fraticelli da una banda di predoni arroganti. Ad un certo punto un fraticello dice: “siamo tutti figli dello stesso Padre”, e la pronta risposta fu : “Non lo metto in dubbio, Padre, ma vorrei conoscere la madre…. !!!”
A leggere certe notizie tipo :
http://www.tempi.it/matrimoni-gay-la-scozia-va-oltre-cerimonia-ad-hoc-anche-per-i-cavalieri-jedi-non-vanno-discriminati#.UUsIlBfEKSo
mi viene troppo spesso di peccare dicendo che la madre degli imbecilli è sempre incinta.
Santo cielo…. è verissimo! io pure sono un po’ in attesa che nei prossimi mesi il miele traboccante dai quotidiani di tendenza si tramuti nel solito fiele contro il papa e la Chiesa. Diciamo pure che sarà così, perché quando le posizioni dottrinali saranno ribadite non mancherà chi dirà “ci eravamo illusi che….”. Ma in effetti non è un motivo di cui gioire questo, anzi. Bisogna rammaricarsene. Tuttavia è il destino della Chiesa, visto che lo è stato di Cristo. All’ingresso a Gerusalemme tutti stendevano palme ai piedi di Nostro Signore. Cinque giorni dopo ne chiedevano la crocifissione e gli sputavano in faccia. Per il solo fatto di aver detto “Io sono colui che dite”.
Proprio stamattina preparavo la lezione di catechismo per i miei fanciulli di 10-11 anni e leggendo i passi dei vangeli che raccontano i giorni della Passione sono rimasta colpita da una cosa: Pietro era pieno di slanci, non voleva che Gesù gli lavasse i piedi, oppure voleva che Gesù lo lavasse da capo a piedi, si proponeva di morire per lui, tirava fuori la spada. E ogni volta Gesù lo cazzia. Gli dice che sta sbagliando, che non ha capito niente. Leggendo mi veniva un po’ da sorridere, ho pensato che Pietro non ne azzeccava una. Oh, siamo tutti così! partiamo in quarta con “io faccio, io dico” ma sotto sotto non abbiamo capito una mazza. Vogliamo stare bene tra di noi e non ammettere nessuno al circoletto di amici che pensiamo di essere. Non abbiamo capito nulla. Però spero anche che Gesù mi guardi con la tenerezza con cui ha guardato Pietro chiedendogli “Mi ami tu?”
A pensarci bene i cosiddetti paletti (che brutto modo di dire) sono: aborto, matrimonio, divorzio, embrioni, eutanasia.
A questo si è ristriminzita la buona novella!
Ora, per quanto riguarda i non cattolici, mi sembra che nessuno voglia negare (seriamente)la serietà che occorre dimostrare nell’affrontare queste questioni.
Per quanto riguarda i cattolici sicuramente essi saranno d’accordo nell’essere conformi al, cosiddetto, diritto naturale.
O i cattolici intendono ammaestrare l’umanità intera e allora l’umanità non ammaestrata non c’è da meravigliarsi che almeno faccia le sue rimostranze anche polemiche. O si rivolge (la Chiesa) a gente digià ammaestrata e allora il problema non si pone.
A parte il fatto che una società dove non ci fossero aborti, dove i matrimoni fossero presi talmente sul serio da essere indissolubili, dove gli uomini non pretendessero di fare gli apprendisti stregoni manipolando, creando e ammazzando embrioni cioè vite e dove si avesse rispetto dei vecchi e degli ammalati curandoli e accudendoli amorevolmente fino alla fine senza accanimento terapeutico (del resto mai previsto dalla Chiesa) sarebbe una società sana e certo molto più gioiosa di questa, quello che tu chiami diritto naturale è legge di Dio. “Non uccidere”,”Ciò che Dio ha unito l’uomo non separi”. Per quanto riguarda quello che tu chiami ammaestramento viene dal Maestro cioè Gesù. Forse per striminzito intendi che ci sono tanti altri insegnamenti nel Vangelo oltre a questi? Si è vero ma già questi sono molto importanti. Per quanto riguarda la parte di umanità non ammaestrata non si limita a fare delle rimostranze, si è consegnata completamente nelle mani di Satana e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti: milioni di aborti, famiglie sfasciate, giovani dediti alla droga, all’alcool, al sesso precoce e indiscriminato, anziani abbandonati……
Mantre invece se tutti diventassero più buoni (sotto la guida del buo pastore)si sarebbe tutti più buoni…..
Proprio così!
@Giusi temo non basti prendere i matrimoni “talmente sul serio” per renderli indissolubili… 😉
Vabbè ma perlomeno se si crede alle parole di Gesù, se lo si considera un Sacramento, ci si prova. Oggi ci si sposa già contemplando la possibilità che possa finire e magari in chiesa perchè la cerimonia è più bella che in comune…… Sentivo poco tempo fa un commentatore laico che spiegava, statitistiche alla mano, come siano diminuiti i matrimoni anche civili e anche al di là del discorso crisi perchè dall’introduzione del divorzio a oggi è penetrata nella società l’idea che la fisiologia del matrimonio sia la sua fine e allora a che serve sposarsi? E’ un’ inutile perdita di tempo e di soldi…
Verissimo…e realisticamente – è – una inutile perdita di tempo e soldi (prima e eventualmente dopo), ragionando ovviamente con l’ottica del mondo.
Saprai anche come sono impietose le statistiche sui matrimoni celebrati tra “credenti” (lasciamo stare per un momento la “maturità” dell’eventuale fede…) che di fatto parificano il Matrimonio-Sacramento a Unione-civile (sempre agli occhi del mondo).
Quindi stiamo parlando di un profondo malessere e di una profonda incapacità (di che parlano altrimenti i libri di Costanza? O meglio parlano dell’unica alternativa…). E’ una “febbre” (ma non di quelle da 37 e qualcosa…) sintomo di una infezione molto profonda, che non può essere curata con pannicelli caldi o con uno “sforziamoci che ci passa”.
Il Matrimonio Cristiano deve “BRILLARE”, riverberare la Luce di Cristo… sennò, a ragione il mondo 🙁
Lo hai letto l’ultimo discorso di Benedetto alla Rota romana? Il Papa stesso si pone il dubbio che senza la Fede possa esserci il sacramento. È cosa parecchio innovativa che a mio avviso mette in discussione l’automatismo con cui si immagina funzioni il sacramento stesso, un’idea che meriterebbe d’essere approfondita.
giusy:
…ma te sei sposata? Sei una monaca?
Di clausura…..
Scusa Alvise, spero che tu non voglia negare anche la “serietà” con cui i cattolici affrontano questi argomenti. Per la seconda parte invece sono d’accordo: cattolico= universale, per cui la Chiesa parla al mondo e il mondo le risponde. Personalmente trovo assolutamente lecite le discussioni su punti di vista differenti, purché ci si mantenga un contesto di rispetto reciproco.
“Personalmente trovo assolutamente lecite le discussioni su punti di vista differenti”
…in questo consistono, appunto, le discussioni!
la serietà o c’è o non c’è (da ogni parte)
io temo che, essendo lo stile dei due pontefici diverso, inevitabilmente ogni lode al secondo suoni come una critica al primo….
Io mi rallegro molto di queste lodi! Siamo positivi, invece di stare a preconizzare future critiche pensiamo che, magari, molti si convertiranno davvero grazie a Papa Francesco. Persino lettori di Repubblica 😉 Non poniamo limiti a Dio, Lui ha scelto questo Papa e lo “userà” al meglio. Un po’ come è stato per GPII. L’importante è che non si leghino personalisticamente al Papa ma vedano Cristo, ma intanto speriamo in bene.
A me preoccupano un po’ altre cose, ma per ora godiamoci le lodi.
Povero (Jorge) Francesco, appena fatto Papa e già ha sulle spalle la conversione di molti (o la speranza della loro conversione…).
Io mi auguro che sotto la sua guida ci convertiremo in molti (di noi…) e forse tanti altri si convertiranno 😉
Ho l’impressione che per lui sarebbe un dolce peso. Comunque è veramente impressionante la positività che circonda questo Papa. Me ne rendo conto ogni giorno. Poi certo bisognerà vedere dove porterà ma male non fa. Per quanto riguarda la nostra conversione quella deve essere continua e costante….
alvise,
ti si sarà ristriminzita a te la buona novella. se non venisse fuori in modo ripetitivo .come un disco( parlo dei vecchi 33 o 78 giri( ma sembra accada anche sui cd e dvd) rotto sempre la solita solfa: sesso( perché i primi 4 citati alla fine lì vanno a parare, e impegno nella difesa dei più deboli( Englaro?per es.)
sempre le solite cose e ripetitive. che chiunque faccia come meglio aggrada a lui o ai tempi. resta da capire perché la chiesa, il suo depositum fidei( comprarsi un Denzinger e consultarlo ,no?), si dovrebbero adeguare.talvolta accade. ma mai di diritto. solo come male minore.in epoche particolarmente buie.
la serietà dei non cattolici consiste nel addurre ragionamenti e scuse a seconda del credo “ognunistico” che uno professa. persino se non professa nulla, è professare,perlappunto, il nulla.
contenti loro….
nell’addurre,ovviamente.
…in pratica o uno è cattolico o non è (o è come se non fosse, pensasse, sentisse, vivesse, morissero, etc) ma solo i cattolici sono, pensano sentono, vivono muoiono (anzi, loro non muoiono)etc..
Delle volte fai delle affermazioni tautologiche. Mi sembra ovvio che uno o è cattolico o non lo è. Ma che dovremmo fare? Abiurare per farti contento? Sii qualcos’altro: chi te lo vieta? Crediamo alla vita eterna e allora? Ti dà fastidio? Che vuoi? Che pretendi? Non lo capisco.
…mi piacerebbe provaste a avere più stima degli altri, considerando anche il fatto 1) che non è detto che voi siate o diventiate mai dei convertiti e dei meritevoli anche se vi autocertificate beatamente appartenenti alla chiesa cattolica apostolica romana e questa è la ragione per cui anche io mi sento autorizzato a partecipare al blog in quanto non considero che la vostra autocertificazione corrisponda a un dato di fatto non confutabile e quindi non siete diversi da me 2) che il resto del mondo è fatto di gente che anche loro cercano di di essre buoni e onesti (nel senso etimologico del termine)e che si rendono (anche loro )conto della miseria umana cercando di porvi rimedio 3) ma senza pontificare.
@Alvise, io continuo a detestare l’uso che hai di questo plurale… voi, voi fate così , voi siete (ocredete di essere) cosà, voi, voi…
Visto che parli di rispetto, rispetta anche tu le persone e se hai qualcosa da dire dillo a Tizo o a Caio, altrimenti anche tu stai solo “pontificando”!
Il voi non è bello ma neanche il “loro” lo è. E se si parlasse di più in prima persona?
Cosa che personalmente mi sforzo sempre di fare, possibilmente con risposte o domande dirette ai singoli interventi…
🙂 il mio non era un discorso diretto stavolta..ho preso solo l’ occasione per ricordare una basilare regola del dialogo..parlare in prima persona…
Queste sono tue proiezioni, tu invidi la nostra fede. Io non ti ho mai considerato indegno di stima o inferiore a me e non c’è nessuna autocertificazione. La fede non è un certificato di residenza o uno stato di famiglia, è un dono, un qualcosa che si sente dentro e che è anche difficile spiegare, è come l’amore: come fai a spiegarlo? Lo senti e basta. A me dispiace che tu non ce l’abbia, io prego ogni giorno per la tua conversione.
…una autocertificazione d’amore?
non hai mai sentito persone parlare di amore e poi non sapevano nemmeno che cosa era?
Hai parlato tu di autocertificazione, non io. Mi sa che sei tu che giudichi e che pontifichi. Che ne sai di quello che c’è nel cuore degli uomini? Tu sei capacedi amare? Ti senti di poter dare lezioni agli altri?
io no, non mi sento di dare lezioni agli altri.
bravo Alvise ci sei arrivato anche tu, la buona novella è proprio questa: la morte è stata sconfitta.
“Sappiamo quanta violenza abbia prodotto nella storia recente il tentativo di eliminare Dio e il divino dall’orizzonte dell’umanità, e avvertiamo il valore di testimoniare nelle nostre società l’originaria apertura alla trascendenza che è insita nel cuore dell’uomo. In ciò, sentiamo vicini anche tutti quegli uomini e donne che, pur non riconoscendosi appartenenti ad alcuna tradizione religiosa, si sentono tuttavia in ricerca della verità, della bontà e della bellezza, questa verità, bonta e bellezza di Dio, e che sono nostri preziosi alleati nell’impegno a difesa della dignità dell’uomo, nella costruzione di una convivenza pacifica fra i popoli e nel custodire con cura il creato.” Papa Francesco
banalotta come risposta. sai fare di meglio. sei te che riduci il cristianesimo ad un etica delle pulsioni freudiane.e che continui a “cazzeggiare” su un sito dove,evidentemente et pour cause,ci si rifà alla morale cristiana- e per cristiana s’intende quella della chiesa cattolica apostolica romana-pensando che delle banalità come “pensano, sentono,vivono ,muoiono” sia visto da un ‘ottica non cristiana. siccome fede è sostanza e argomento,che vuoi che ti si risponda?
…ho menzionato i VS: principii non negoziabili, non sono io pulsionato feudiano.
…freudiano!
Articolo di una lucidità impressionante. Eppure, nonostante tutti i nostri limiti e le nostre piccolezze, siamo stati fatti poco meno di un dio, coronati di gloria e di onore. Complimenti davvero per il pezzo
Tutti i predicatori e gli adulatori che si sentono nei media parlano di “cambiamento”, paragonano i Papi tra loro stilando classifiche e simpatie…(boh! cos’è la simpatia, per unPapa non vale questo concetto) la maggior pare non sa di cosa parla, non ha mai letto un’enciclica e neppure un libro. La solita storia, tutti vogliono cambiare la Chiesa, nessuno pensa invece di cambiare se stesso prima di tutto (come Cristo vuole), in base a ciò che la Chiesa tiene in deposito e custodisce da 2000 anni, Cristo e la Sua Parola, che è una vita vissuta, una strada, un incontro, non è una filosofia né ideologia, nè un moralismo tantomeno spiritualismo. Ognuno vive nei propri agi e lussi, piccoli o grandi, al proprio amore vorrebbe regalare tutto l’oro del mondo, amarlo eternamente, quando si ama Dio, come la Chiesa nella liturgia, questo non vale, non può offrirGli tutto l’oro del mondo, deve essere “povera”. Il concetto cristiano di “povertà” per fortuna è diverso da quello dei tanti commenti di “””cattolici ???””” che si vedono nel web. Mi dovrebbero spiegare come si può fare carità senza soldi, amministrare l’impero della Chiesa, ultimo rimasto, presente in ogni angolo della terra, senza soldi. I poveri di solito più che dare ricevono.Ritornare alla Chiesa delle “origini”? hanno mai preso un libro in mano per informarsi su com’era e cosa era? Conoscono san Francesco?… sì… hanno visto qualche film alla TV coi suoi falsi storici o qualche documentario, la cultura per spot. Hanno mai letto il Vangelo e perchè Cristo ha voluto fondare una Chiesa gerarchica, LUI non gli uomini, sottolineando il concetto di obbedienza, (che cos’è??? nessuno è sopra di me e della mia coscienza), come Lui stesso ha fatto col Padre e la Vergine Maria ha fatto col Figlio? e san . Giuseppe a seguire? La cosiddetta “collegialità”, di cui tutti si riempono la bocca, va intesa sempre in senso verticale e mai orizzontale. La croce ha due braccia, quella verticale se la son scordata tutti e tutti a pensare ad una Chiesa sociologica e rivolta solo a questo mondo, come un partito o ideologia qualunque, di salvezza eterna nessuno accenna, la Chiesa vista come ONG, sottolineato questo da Papa Francesco… hanno capito tutti la portata di questa affermazione? Basterebbe capirla a fondo per sconvolgere la comunità dei credenti ed il mondo… ma siamo credenti??? Davvero??? La pace!!! già! scordatevela in questo mondo, san Francesco non era un pacifista senza se e senza ma, non era proprio pacifista, giustamente! Il popolo??? Domenica delle palme tutto il popolo a gridare “Osanna”, il mercoledì dopo “crocifiggilo” … e hanno scelto Barabba. Cos’è il cristianesimo? mettere Cristo al centro della propria vita, nella quotidianità della vita e delle scelte di vita…e pensare a salvarsi l’anima e a salvarle prima di tutto, seguendo (con 1000 difficoltà e cadute) i 10 comandamenti. Il mondo??? viene dopo! I problemi del mondo??? solo “eleggendo” Cristo re del mondo avremo un mondo più giusto e migliore, il resto sono chiacchiere. Cristo non ha detto per prima cosa “amatevi”, ma “amatemi”, senza Cristo è impossibile amarsi e si parla di fratellanza a sproposito, buonismo da 4 soldi che non salva nessuno, misericordia da 4 soldi che non aiuta nessuno a distinguere il bene dal male. Fratello a chi? Solo dal titolo del post si potrebbe scrivere un libro. Sig.ra Miriano, la stimo moltissimo, grazie.
Come è stato detto, Francesco beneficia di un pregiudizio positivo che peraltro non si è studiato di conciliarsi, e Benedetto XVI fu segno di pregiudizio negativo.
Poi capiterà come nella parabola del seminatore: “Il seminatore semina la parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l’ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro. Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono. Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l’inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto. Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l’accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno”. Speriamo di essere tutti e sempre terreno buono.
A me viene in mente un’altra cosa. Non sarć anche un po’ che i ommenti positivi ci fanno paura perché ci spingono a essere più attivi? A me forse un po’ sì. Della serie: va bene dire una Chiesa povera per i poveri…ma la Chiesa che si deve fare povera sono io! Non vestirmi di sacco, ma rivedere un attimo: quanto mi “costa” essere cristiana? Quanti soldi, quanto tempo dò agli altri (sia poveri spirituali che materiali)?
Lo so che anche B16 ci ricordava sempre queste cose ma adesso che anche Repubblica si accoda…sarà il caso di iniziare sul serio! (non per repubblica, ovviamente 😉 )
Verissimo quello che scrive Costanza, provo esattamente gli stessi sentimenti,ma non sara’ perche’ abbiamo paura che il Maligno si insinui nel magistero della Chiesa? E’ solo una nostra fragilita’ perche’ ben siamo consapevoli che NON PREVALEBUNT. Paura irrazionale allora, ma umana. Dobbismo affidarci alla Provvidenza e credere che Dio ha voluto cosi’ e un motivo c’e’…
Leggendo il post e i commenti, ho l’impressione che in molti si aspettino da Papa Francesco una presa di posizione a favore delle proprie idee, che si tratti di una presunta esigenza di ammodernamento della Chiesa e dei concetti che sostiene o, al contrario, dell’ineluttabile (per loro) conferma di “paletti” che già esisterebbero. Tutto questo, mi pare, con l’obiettivo, identico da entrambe le parti, di una (ri)conferma di ciò in cui già si crede.
Personalmente, sono convinto che, invece di tirare preventivamente la “giacchetta” del Pontefice, mettendogli in bocca concetti che, da Papa, non ha ancora espresso, sia più utile (e umile) aspettare un suo pronunciamento esplicito sugli stessi.
E chissà: magari il Vescovo di Roma sorprenderà (o deluderà) le convinzioni e le aspettative di entrambi gli schieramenti…
Scritta così sembra che il Papa abbia il potere di fare e disfare a suo piacimento.
Nel CIC si legge:
Can. 750 – § 1. Per fede divina e cattolica sono da credere contenute nella parola di Dio scritta o tramandata, vale a dire nell’unico deposito della fede affidato alla Chiesa, e che insieme sono proposte come divinamente rivelate, sia dal magistero solenne della Chiesa, sia dal suo magistero ordinario e universale, ossia quello che è manifestato dalla comune adesione dei fedeli sotto la guida del sacro magistero; di conseguenza tutti sono tenuti a evitare qualsiasi dottrina ad esse contraria.
§ 2. Si devono pure fermamente accogliere e ritenere anche tutte e singole le cose che vengono proposte definitivamente dal magistero della Chiesa circa la fede e i costumi, quelle cioè che sono richieste per custodire santamente ed esporre fedelmente lo stesso deposito della fede; si oppone dunque alla dottrina della Chiesa cattolica chi rifiuta le medesime proposizioni da tenersi definitivamente.
Quindi Papa Francesco non può far altro che ribadire che sono da credere “tutte quelle cose che sono proposte come divinamente rivelate, sia dal magistero solenne della Chiesa, sia dal suo magistero ordinario e universale”, e che si devono fermamente accogliere e ritenere “anche tutte e singole le cose che vengono proposte definitivamente dal magistero della Chiesa circa la fede e i costumi, quelle cioè che sono richieste per custodire santamente ed esporre fedelmente lo stesso deposito della fede.”
Ad esempio, se qualcuno si sogna il sacerdozio ministeriale femminile, se lo può scordare, perché La Congregazione per la Dottrina della Fede ha precisato che “la dottrina, secondo la quale la Chiesa non ha la facoltà di conferire l’ordinazione sacerdotale alle donne, proposta nella Lettera Apostolica «Ordinatio Sacerdotalis» come da tenersi in modo definitivo” è “da considerarsi appartenente al deposito della fede… Questa dottrina esige un assenso definitivo poiché, fondata nella Parola di Dio scritta e costantemente conservata e applicata nella Tradizione della Chiesa fin dall’inizio, è stata proposta infallibilmente dal magistero ordinario e universale (cfr. Conc. Vaticano II, cost. dogm. Lumen Gentium, 25, 2). Pertanto, nelle presenti circostanze, il Sommo Pontefice, nell’esercizio del suo proprio ministero di confermare i fratelli (cfr. Lc, 22, 32) ha proposto la medesima dottrina con una dichiarazione formale, affermando esplicitamente ciò che si deve tenere sempre, ovunque e da tutti i fedeli, in quanto appartenente al deposito della fede.”
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19951028_dubium-ordinatio-sac_it.html
E gli esempi si potrebbero moltiplicare.
—parole molto vicine al “latinorum” di don Abbondio. Ma, a parte questa ovvia considerazione, l’essenziale, nella fede cattolica come il tutte le altre fedi è CREDERE. Come già Alessandro faceva notare citando la Enciclica “Spe Salvi” nel credere uno trova la speranza e nella speranza il senso di tutto, o nel senso di tutto la speranza che diventa certezza nel credere. Poco importa se quello che uno crede è vero o non è vero. Se uno crede, davvero, che sia vero, diventa vero. Poco essere un’aquila o un pollo. Se uno si sente pollo è pollo, anche amesso che non lo sia. Stesso discorso per l’aquila. Tanto è potente (purtroppo?)il pensiero degli uomini!!!
Il post del pollo era l’altro. Almeno farnetica nel posto giusto!
E’ offensivo pensare che un credente per il solo fatto di essere un credente sia così stupido da non porsi la questione sulla verità dell’oggetto creduto. Non confondiamo il credere con forme di fideismo, di credulità, di superstizione.
Comunque, l’argomento “scettico” usato da Alvise si ritorce facilmente su chi lo usa.
Il non credente (mi riferisco qui a chi non crede nei contenuti della fede cattolica) non può dimostrare in alcun modo che i contenuti della fede cattolica siano falsi. Quindi, in mancanza di una dimostrazione, che i contenuti della fede cattolica siano falsi non è altro che oggetto di una CREDENZA da parte del non credente. Il quale non credente, tuttavia, ha appena equiparato il credere alla credulità (“poco importa se quello che uno crede è vero o non è vero. Se uno crede, davvero, che sia vero, diventa vero”), al cieco superstizioso fare assegnamento sulla verità di ciò che è creduto. Il non credente rifugge dalla credenza, poiché egli appunto la assimila alla credulità, alla cieca superstizione. Ma – come ho mostrato – anche il non credente esercita una CREDENZA: CREDE nella falsità dei contenuti della fede cattolica. Tuttavia, se il non credente fosse coerente, poiché egli tratta la credenza come sinonimo di credulità e superstizione e 2) stante 1, rifugge da ogni credenza (non vuole certo passare per credulone, superstizioso!), egli dovrebbe rifiutare anche la CREDENZA che pure egli esercita, quella nella falsità dei contenuti della fede cattolica. Ma, non potendo egli dimostrare la falsità dei contenuti della fede cattolica, né accettando egli di CREDERE (in quanto a suo avviso credere = essere superstiziosi) nella falsità di detti contenuti, che gli resta da pensare della fede cattolica? Gli resta solo un grave imbarazzo al riguardo, perché di dimostrarne la falsità non è in grado, di crederne la falsità è tenuto a rifiutarsi (pena incorrere in una deprecabile forma di credulità)… Può cercare di svincolarsi dallo stallo dismettendo la convinzione che credenza = credulità. In questo modo il suo credere nella falsità dei contenuti della fede cattolica non sarebbe più necessariamente un atto di credulità. Ma allo stesso titolo, allora, il credere nella verità dei contenuti della fede cattolica non sarebbe necessariamente un atto di credulità, e quindi cadrebbe l’argomento scettico, quello che mira a squalificare il credere cattolico omologando il credere alla credulità, alla cieca convinzione di conoscere la verità. In definitiva: per salvarsi dal vicolo cieco logico in cui s’è cacciato, lo scettico deve riabilitare il credere cattolico, riconoscendo che è possibile che esso non coincida con una forma di superstizione, di credulità, a un cieco ritener qualcosa per vero per il solo fatto che lo si ritiene vero.
@Alessandro, “arzigogolato” (in senso buono ;-)), ma non fa un grinza. Complimenti! 🙂
😉
… io non parlavo qui di scetticismo, ma di credenza, di fede, c’è chi ha fede in qualcosa , chi in qualcos’altro, e per questi due la credenza ha la stessa forza che li porta a avere speranza in quello che credono. Poco importa che uno, per esempiuo, creda in una cosa che non è vera o che esiste un altro in una cosa falsa o che non esiste. Il risultato non cambia. inoltre nessuno dei due potrà mai dimostrare di essere lui mel giusto. Tutti e due crederanno in coscienza di avere la credenza nel vero.
…ma essi tireranno in ballo lo Spirito Santo (o Satana)e amen!!!
ecco, cose come queste mi rinnovano lo stupore di essere cattolico, proprio quando qualcuno mi fa sentire piccolo piccolo e non quella gran persona che a volte credo di essere.
Alessandro,
Mi sembra che nel passato alcune idee (anche quelle ritenute fondamentali) siano cambiate all’interno della Chiesa; in alcuni casi questo, tra l’altro, ha portato tra l’altro diversi Papi a chiedere scusa per posizioni prese in passato.
Detto questo: chi vivrà, vedrà.
Ma all’interno della Chiesa non sono “cambiate le idee” che non potevano cambiare, cioè quelle riguardanti i contenuti proposti come “divinamente rivelati, sia dal magistero solenne della Chiesa, sia dal suo magistero ordinario e universale”, cioè i contenuti di fede definiti, e pure quelli non definiti ma definitivi (“tutte e singole le cose che vengono proposte definitivamente dal magistero della Chiesa circa la fede e i costumi”)…