La sindrome dei capponi (replay)

di Cyrano

Giuliano c’aveva visto lungo: l’unico modo efficace e privo di effetti collaterali per sgominare quelle canaglie di cristiani era sollevarli da ogni pressione legale e lasciare che si scannassero tra di loro. L’imperatore sospese tutti i provvedimenti a carico di tutti gli eretici, e in un batter d’occhi – tana libera tutti! – in ogni pollaio dell’impero ci furono più galli che galline.

Fu un dramma tale che dovette intervenire san Giuseppe in persona: Giuliano morì in pochissimo tempo, per grazia di Dio, e gli esuli di ritorno non ebbero quasi il tempo di disfare i bagagli. Il buon Dio parve però rendersi conto che non avrebbe potuto lasciar morire governanti finché i cristiani non avessero trovato una ragione comune e si fossero accordati: l’unico buon frutto che ne sarebbe venuto sarebbe stata la cautela di chiunque a sedersi su un trono o in un parlamento, ma per il resto oggi come allora tra i cristiani si contano tante opinioni quante teste, e l’effetto è solo minimizzato (oggi come allora) dall’ingombrante presenza di maxi-coalizioni.

È un problema davanti al quale già Paolo dovette in qualche modo rassegnarsi, e dovranno rassegnarsi anche quegli storici che vorrebbero vedere nel legame con l’impero l’inizio della corruzione del “cristianesimo delle origini”: noi siamo quelli di allora e delle origini, semplicemente perché siamo quelli di sempre, come questi e come quelli. Difatti a noi, come a quelli e come a questi, l’Apostolo raccomanda supplichevole: «E se poi proprio non ce la fate ad andare d’accordo, se proprio dovete azzannarvi a vicenda, abbiate almeno cura di non sbranarvi del tutto!» (cf. Gal 5,15).

Che c’entrano però con noi Paolo e Giuliano, a parte la coltivazione di un giusto amore per la storia? Beh, la storia sarà anche ciclica, ma non torna mai su se stessa con l’ammirevole e inossidabile ripetitività di una mensa universitaria: c’è qualcosa di nuovo, sotto al sole, o perlomeno sotto al sole dei nostri recentissimi tempi. Non è che Augias abbia smesso di scrivere fesserie, intendiamoci, o che la Hack abbia cominciato a parlare di astrofisica, ma c’è che davvero la tiara che il Papa ha deposto, ogni cristiano pare essersela messa in testa. Vorrei tanto farglielo presente, se mai mi si presentasse l’occasione, a quegli eroi che lavorano alla Congregazione per la Dottrina della Fede (si deve della venerazione a chi vigila sulla purezza del deposito della Rivelazione!): il loro compito pare essere superato, dacché in giro è pieno di luminari capaci di svolgere il loro lavoro altrettanto bene e molto più rapidamente! Davvero, da un po’ di tempo a questa parte ho l’impressione che in giro ci siano più inquisitori che commissari tecnici della nazionale e presidenti del Consiglio, e lo stravolgimento di questo campione mi pare un dato allarmante, considerando che siamo in Italia!

È vero, del calcio non m’è mai importato un fico secco, quindi non mi scompongo quando, dal barbiere, mi accorgo di essere letteralmente circondato da luminari dello sport della domenica. Di politica m’interesso, sì, ma ho troppo rispetto delle formazioni specialistiche per entrare a gamba tesa (a proposito di calcio) in discussioni di finanza internazionale: «Che peccato, però – me lo dico ogni volta, sempre dal barbiere – che a Wall Street non sappiano che qui, proprio dal barbiere dove vado io, c’è un formidabile team di consiglieri, che farebbe vincere contemporaneamente a un governo la coppa del mondo e a una squadra di calcio il nobel per l’economia!» Pazienza.

Mi viene molto più difficile, invece, avere pazienza con i soloni della teologia, che sembrano meno imbarazzati a scagliare anatemi e scomuniche di quanto Giove pluvio si mostri prudente con le saette! La prima cosa che ho imparato da questi signori è che, evidentemente, non è necessario studiare la teologia per poterla insegnare: un po’ come andare a pesca il sabato pomeriggio… non è che uno debba ottenere chissà quali diplomi e brevetti, e nessuno gli impedisce, in fondo, di sentirsi in cuor suo un vecchio lupo di mare, sebbene ormeggiato in un guscio di noce su uno specchio d’acqua dolce.

Così è più facile sentire uno che dà dell’eretico a un altro che un vigile urbano che fischia alla signorina settantenne che imbocca il senso unico contromano. Le anodine definizioni di sinodi e concili, il più delle volte formulate in ardite elaborazioni di compromesso tra istanze contrastanti, vengono brandite con la grazia di un forcone in mano a un contadino medievale in rivolta: ora, sarà che per quanto mi riguarda anche la fame e la peste dovevano essere più nobili di ora, nel medioevo, ma trovo difficile pensare che i tanti Torquemada de noantri abbiano cause migliori di quelle dei modesti villani d’altri tempi. Quelli, se impiccavano qualcuno in piazza senza perdersi in processi e sciocchezze da legulei, perlomeno lo facevano per la pagnotta, e per la pagnotta dei figli. Da tutte le parti invece ribolle tra di noi un incontrollato gorgogliare di richiami, ammonizioni, perorazioni – “correzioni fraterne” che, sotto l’ipertrofia della correzione, hanno perduto praticamente tutto della fraternità.

Don Fabio aveva acutamente distinto, non molto tempo fa, tra una “provocazione all’intelligenza” e una “provocazione alla pancia”, per dire che non raramente «si mira a consolidare il proprio schieramento, compattandolo nella lotta, perché, come diceva Freud, “essere amici è avere un nemico comune”». C’è da commiserare chi ripiega su questo miserrimo surrogato dell’amicizia, perché l’amicizia che Gesù estende dalla Trinità agli uomini è condivisione gioiosa della verità nella carità, e nient’altro (ovvero infinitamente di più, ma niente di meno). Certamente, tutti quelli che schiacciano gli altri a colpi di “verità” tentano di scusarsi affermando che “la carità è insita nella verità”: se non ingannano solo se stessi ingannano anche gli altri; viceversa, se non ingannano anche gli altri ingannano perlomeno se stessi, dal momento che la verità va creduta, e che gli uomini non sanno credere che all’amore. Il buon vecchio Francesco di Sales dovette averlo imparato, quando giunse a confessare: «Ogni volta che sono ricorso a repliche pungenti ho dovuto pentirmene. Gli uomini fanno di più per amore e carità che per durezza e rigore».

Ora, figuratevi se il vostro Guascone di fiducia (quasi un ossimoro) può non capire la seduzione che dà lo scintillio della propria lama: quando dopo una parata convincente scorgi il fianco dell’avversario scoperto per un angolo inatteso, che quasi ti ammicca e t’invita a colpire, oh, in quei momenti vedi già la rapida movenza dei suoi calzoni che, recisa la cinta, scivolano dai fianchi alle caviglie nelle risate estasiate dell’uditorio… e subito un sorriso balena in cuore, alle orecchie pare già di sentire l’ovazione del pubblico rapito, si comincia a pensare alla mossa da fare togliendosi il cappello e profondendosi in un generoso inchino (l’ipocrisia della teatralità, che sa dire il contrario di ciò che significa!), ci si compiace persino della crudele misericordia con cui si “grazia” l’avversario e gli si nega l’onore del sangue, per rifilargli la gogna del ridicolo.

Striscia in realtà un terribile equivoco, tra le spire di siffatti pensieri: siamo così preoccupati di stagliarci sull’altro da sollevarci dall’obbligo di mettere a fuoco l’avversario. È davvero sempre così assodato, il nome dell’avversario? È davvero sempre così nitida, la sua fisionomia? Ripeto, non credo di capire di calcio molto più di quanto suppongo ne capisca Paris Hilton (e non mi stupirebbe trovarmi stracciato da lei, in materia), ma non posso non pensare a quante volte tanti fra noi assomigliamo al meschino sbattuto in difesa, nella partita in cortile, perché faccia meno danno possibile: ansioso di riscattarsi e di mostrare agli amici quanto si sono sbagliati sul suo conto prende la prima palla che gli capita tra i piedi e la spara (acrobaticamente, se possibile, se no solo con quanta forza ha in corpo) nella porta più vicina, ovvero quella della propria squadra, per il tripudio ilare degli avversari veri.

Va bene, l’ammetto: l’ho fatto anch’io, ma non è per questo che non gioco più, e qualche volta del resto m’invitano ancora (quelli che non sanno o che sanno che rifiuterò cortesemente). Non so se Paris Hilton abbia letto l’Imitazione di Cristo, ma certamente Francesco di Sales avrà meditato a lungo su queste righe: «Saepe videtur esse caritas, et est magis carnalitas…» («Spesso sembra essere carità, ed è piuttosto carnalità, perché raramente l’inclinazione carnale, l’amor proprio, la bramosia di riconoscimento, la propensione al proprio tornaconto ammettono di eclissarsi» I,15).

È vero che crediamo di avere una buona ragione per avercela con qualcuno, per individuare avversari fuori di noi: «Io i Tedeschi li schifo e li odio perché fanno sempre scoppiare la guerra; gli Inglesi li odio perché dicono che sono i migliori del mondo; i Francesi li odio perché fanno la guerra del vino con noi. I negri non li odio perché non mi hanno fatto niente ma li schifo perché puzzano». Chi può negarlo? Avremmo sempre un pretesto “ragionevole” per individuare un nemico, ma anche l’apprendista inquisitore ha una conversione da fare, per capire quanto è duro «rendersi casti nella verità» (1Pt 1,22). Si sta invece perlopiù come i capponi di Renzo, legati insieme e destinati alla tavola dell’Azzeccagarbugli, le cui teste spenzolate «intanto s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura». E che questo accada tra bestie in fondo destinate al bollito o all’arrosto, poco male: che dire invece di quando lo stesso si vede tra «concittadini dei santi e famigliari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e aventi come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù» (Ef 2,19-20)?

Si parte da qui, tutti quanti (almeno chi ha il peccato originale): «Il mondo fa schifo, io non ho paura a dirlo, perché sono il capoclasse, e certe cose posso dirle».

Si potrebbe e si dovrebbe arrivare molto lontano, ma anche approdare alla seguente considerazione può essere un primo segno di miglioramento, per quanto modesto: «I buoni rideranno e i cattivi piangeranno, quelli del Purgatorio un po’ ridono e un po’ piangono. I bambini del Limbo diventeranno farfalle. Io speriamo che me la cavo».

52 pensieri su “La sindrome dei capponi (replay)

  1. Cyrano grazie. Hai parlato bene. Mediterò su quanto hai scritto…

    Se mi è concesso di sintetizzare e se facendolo colgo nel segno, mi viene da riportare quanto ascoltato pochi giorni fa da un sacerdote africano:

    “C’è da evangelizzare e ancora evangelizzare… evangelizzare il nostro cuore!”

      1. Ok… allora mi permetto di aggiungere umilmente una cosa: il grosso handicap della mancanza di linguaggio non verbale nella comunicazione on line. Accanto alla lucidissima analisi di Cyrano credo dobbiamo porre anche questo aspetto, non di poco conto, che talvolta causa incomprensioni che possono degenerare in discussioni accese (o addirittura ai cosiddetti “flame”, ma qui non mi sembra di averne notati). Già se ne era parlato in questo blog.

        1. Stefano condivido il particolare handicap, ma credo la sottolineatura di Cyrano vada ben oltre e anche oltre l’ultimo post in particolare (sebbene admin sembra confermare questo punto).

          D’altra parte se non dovessimo mai discutere di teologia non essendo teologi (peraltro esserlo non esime dal dire emerite corbellerie…) saremmo sempre solo a postare Documenti della Chiesa – che per carità non sarebbe certo un male – la stortura è discettare, discutere o peggio accapigliarsi senza di questi documenti (direi meglio “pronunciamenti”) non se ne ha una minima conoscenza o peggio li si conosce per essere qui a confutarli, ecco questo è il vero punctum dolens!

          Certo non si può neppure pensare di avere un blog aperto solo a chi conosce tutti i pronunciamenti della Chiesa, tant’è abbiamo esponenti di del pensiero “laico” o agnostico (a volte anche antagonista), ma per chi si dice Cattolico, un minimo di conoscenza sarebbe un obbligo e in mancanza di questa, l’umiltà di voler crescere in sapienza laddove un tesi personale, dovesse essere confutata o corretta proprio in base ai pronunciamenti di cui sopra.

          Personalmente due cose mi dispiacciono, e qui si mi rifaccio all’ultimo articolo: che una qual si voglia tesi, tiri in ballo figure che hanno il loro preciso posto e ministero nella Chiesa e da Essa riconosciute, e su queste si lancino affermazioni o giudizi totalmente gratuiti, che spesso partono da veri e propri pre-giudizi (leggi Padre Amorth);
          che chi si definisce cattolico attacchi Nostra Madre Chiesa (e scelgo apposta questa definizione) per posizioni attuali o passate, spesso con argomenti che ho sempre ritrovato sulla bocca dei più accaniti detrattori e accusatori del mondo laico (argomenti che come ho già scritto ben conosco perché mi appartenevano).
          Argomenti faziosi e spesso completamente destituiti di una qualunque verità, figli di una storica e storicizzata propaganda “contro”, paragonabile a quella del periodo illuminista se non ancora di quello marxista.

          Da tutto ciò non mi “chiamo fuori” – se non spero almeno dall’ultimo punto esposto! – dato che il “rispondere di pancia” spesso mi appartiene 😐

        2. admin

          forse per questo bisognerebbe essere più misurati e riflessivi nei commenti, dosarli anche nel numero, sono certo che si può compiutamente esprimere un’idea anche nelle sfumature, basta pensarci un po’ su lavorare anche sull’italiano cercare il vocabolo adatto e non farsi prendere da frenesie. Uno dei parametri che adotto per riconoscere un disturbatore, consapevole o no, è proprio l’alto numero di commenti postati in poco tempo.

  2. Ottimo articolo come sempre.

    Bariom nessuno ha attaccato la Chiesa. Un conto è attaccare la Chiesa e la dottrina, un altro è avere idee diverse e opinabili anche su persone come Padre Amorth che è un sacerdote come lo è anche Don Gallo su cui si può essere d’accordo o meno. Sono due settimane che ovunque si leggono vere e proprie litigate tutt’altro che edificanti sui blog, sui forum, su Fb tutte volte a condannare chi ha idee leggermente diverse su Halloween (e non per queste idee che portano ad essere contrari alla Chiesa o alla dottrina visto che per altro sono idee condivise dalla Chiesa Cattolica Americana che si è mossa diversamente da quella italiana), ma è una abitudine ormai consolidata nel mondo cattolico. Si leggono discussioni del genete su tutto (Medjugorie in testa).

    Il guaio nasce quando si vuole portare avanti la propria verità a tutti i costi senza provare ad accogliere pareri diversi da parte da altri fratelli o sorelle.

    1. Nessuno ha attaccato la Chiesa… chissà perché ti sei sentita chiamata in causa?

      “Vogliamo parlare di quanti uomini ha ucciso la Chiesa nel passato? I popoli pagani uccidevano (quando poi lo facevano) per essere graditi alle loro divinità, la Chiesa ha ucciso e torturato aiutata dal braccio secolare per imporre una Fede che va solo accolto spontaneamente quando Nostro Signore è stato il primo a dire di non uccidere. L’episodio del Getsemati quando San Pietro per difenderlo mozza l’orecchio del soldato vi ricorda niente? Cosa rispose Cristo? Eppure la Chiesa per secoli ha fatto finta di niente”

      Non sono parole mie.

      “Il guaio nasce quando si vuole portare avanti la propria verità a tutti i costi senza provare ad accogliere pareri diversi da parte da altri fratelli o sorelle.”

      Concordo vale per TUTTI, ma su affermazioni come sopra mi spiace preferisco no (anche perché le mie brave ricerche le ho fatte essendo stato anticlericale)

      E qui proprio ti lascio… o si riapre l’abisso.

      1. Semplicemente perchè hai fatto riferimento a Padre Amorth di cui non condivido molte posizioni.

        Quanto alle mie parole le riaffermo e le ribadisco, è STORIA, errori di uomini di Chiesa (e non la Chiesa, non pensavo che si dovesse specificare visto che la cosa è ovvia) per i quali Giovanni Paolo II ha chiesto scusa. Si è ucciso in nome di Cristo, la schiavitù è stata considerata normale (e non parlo di quella ebrea, ma si quella della gente di colore, trattati peggio delle cose, non considerati persone perchè di pelle diversa), sono stati pesantemente perseguitati gli ebrei e le donne per non parlare di altro … forse anche Giovanni Paolo II che ha chiesto pubblicamente perdono per i peccati della Chiesa ha attaccato la Chiesa di cui era Pontefice?

        Tranquillo l’abisso non si riapre, perchè quando mi rendo conto di che genere di persona mi trovo davanti e capisco che più di tanto non c’e’ verso di discutere, a malicuore sono la prima a farla finita. Buon proseguo di giornata.

        1. Per Moira, un invito alla lettura: Luigi Negri, Controstoria, ed. San Paolo, 2000 (Euro 7,23). Non sarà una pietra miliare dell’apologetica, ma è un testo chiaro, sintetico ed efficace, alla portata di tutti, anche di noi non-teologi… Del resto, non si può leggere sempre e solo Donna Moderna e Repubblica!

          A tua edificazione riporto un piccolo brano tratto dalla presentazione del card. Giacomo Biffi.

          “…La questione della storia della Chiesa è seria per tutti. Ma non tutti – pastori, credenti, non credenti – se ne rendono conto in misura adeguata.
          Sotto il profilo pastorale dobbiamo riconoscere che quando un ragazzo – dopo le lezioni di qualche insegnante, di solito più volenteroso nel suo laicismo che illuminato nella sua cultura – comincia a vergognarsi della storia della sua Chiesa, la sua fede è in grave pericolo. Non mi pare però che le comunità ecclesiali si dimostrino su questo punto attente e reattive.
          Una intelligente prospettiva di fede imporrebbe di chiarire previamente chi sia la Chiesa di cui si raccontano le vicende.
          È la Sposa del Figlio di Dio, che sotto la guida dello Spirito Santo si fa in ogni epoca l'”epifania” continuata e aggiornata del suo Signore? O è solo un organismo sociale, del tutto condizionato dalle capacità e incapacità degli appartenenti?
          Sono interrogativi che propriamente si pongono soltanto entro una visione cattolica. Per chi ritiene che la sostanza del cristianesimo più che un evento sia un libro, che il Corpo di Cristo sia solo una somma di esperienze religiose individuali, che i sacramenti più che azioni vere e infallibili del Salvatore siano occasioni soggettive per ravvivare la fede, il problema ovviamente non si pone.
          Ma anche all’interno delle discipline storiche la Chiesa è un caso a sé, se non altro perché al tribunale della storia sono tutti latitanti. I procedimenti sono tutti esistenzialmente archiviati, perché i possibili imputati sono estinti.
          Sono estinti, tranne la Chiesa, la quale perciò – in virtù di questa singolare persistenza e della sua sorprendente vitalità – attraversa i millenni.
          E così può venire caricata delle responsabilità di tutte le epoche.
          Questa inalterata identità del soggetto può spiegare – ma non li giustifica – i troppo facili e troppo frequenti anacronismi che affliggono questa materia.
          Se proprio si vogliono dare degli apprezzamenti morali, un criterio elementare di valutazione potrebbe essere quello di paragonare i fatti ecclesiali non alle idee di oggi, bensì agli omogenei fatti extraecclesiali contemporanei. Da questi raffronti la Chiesa non ha mai niente da temere. Per le sentenze assolute e sovratemporali sarà meglio aspettare il giorno dell’ultimo giudizio…”.

          1. Ti ringrazio ma non sono proprio a digiuno sull’argomento. Ho tanti libri di storia a casa e non libri delle superiori. Il discoso sopra è stato tagliato riportando le mie parole solo in parte che erano parte di un discorso in più commenti. Mi riferivo a chi parlava dei popoli precristiani come i celti che facevano sacrifici umani, giudicandoli per quello e quindi giudicando Halloween. Le mie parole (se fossero state riportate in toto) erano sostanzialmente che non si può misurare un popolo senza tener conto del constesto storico e sociale nel cui viveva perchè anche la Chiesa attraverso i suoi uomini le ha combinate, insieme al braccio secolare. Inutile negarlo. Non mi vergogno della Chiesa nè della sua storia, perchè formata da peccartori perdonati, ma non per questo giudico con asprezza popoli e culture diverse. Tutto quì.

      2. lidia

        Mmh…la Chiesa – con GPII – ha chiesto ufficialmente perdono per gli sbagli della Chiesa: le Crociate, la conversione forzata degli indios….penso che l’immagine di GPII che chiede persono al Muro del Pianto sia ben presente in tutti noi. Giovanni Paolo II ha anche riparto il caso Galileo – per inquadrarlo nella giusta prospettiva. E non credo GPII avesse pregiudizi anticlericali 😉
        Purtroppo, il problema vero è che spsso non si sa bene di cosa si parla, e parliamo spinti da sentimenti personali. Così una discussione seria e pacata sul comportamento degli uomini di Chiesa nelle Americhe – che ponga in luce sia gli aspetti positivi (se non altro, la reale buona fede dei missionari) e quelli negativi; sulle Crociate; sull’Inquisizione etc. è spesso ostacolata da 1) mancanza di informazioni; 2) mancanza di tempo; 3) paura: paura che dicendo “sì la Chiesa ha sbagliato in passato” si avallino ricostruzioni pretestuose ed ingiuste.
        Del resto, è la stessa cosa di qualche gg fa: io avevo scritto che la genitorialità responsabile è obbligo di ogni cristiano; quest’affermazione andava letta come “ogni cristiano chiamato al matrimonio è tenuto ad esercitare la propria genitorialità davanti a Dio con responsabilità e generosità”. Ma la reazione spontanea è “non diciamo così eprché sennòs embra che avalliamo i discorsi di chi dice “non facciamo figli””.
        Io capisco pefettamente queste reazioni – nel nostro mondo la prudenza va sempre esercitata. Alcune cose meglio riservarle a discussioni “a tu per tu”, in cui le varie posizioni si possono gestire con calma, andando a riguardare Catechismo, pregandoci su…Forse per questo l’esempio di GPII – apparentemente “scandoloso”: che indice riunioni di preghiera coi musulmani e gli animisti; che chiede perdono per gli errori della Chiesa; che “riapre” il caso Galileo – può spaventare.
        Personalmente, credo che l’atteggiamento più fruttuoso sia di evitare tali discussioni su blog – se non quando, da parte dell’interlocutore, si veda una sincera disposizione al dialogo; altrimenti si va avanti a lotte e forse imprudenze, che potrebbero minare la fede dei più deboli. però qualora le condizioni ci siano, un dialogo franco e misurato si può fare,anche su temi “scomodi”. Spesso qui lo si è anche fatto (non per merito mio, che anzi….ma per esempio per merito commentatori sempre misurati come Bariom, Dani, don Fabio, Giuliana..) Solo che è difficile…
        Non sos e si capisce.

        1. @Lidia condivido questo tuo commento, e ti ringrazio per avermi posto tra i commentatori “misurati” 🙂

          In realtà credo a volta di non esserlo affatto, perché confesso che il mio essermi sentito amato da Cristo nella Chiesa e amato dalla Chiesa che reputo come Madre, come un figlio mi fa difendere mia Madre appunto. Ma non voglio parlar di me o farne un fatto personale, ma arrivare ad un punto più generale: avere presente i limiti e i difetti di questa nostra Madre, la Chiesa è Santa e peccatrice, ma discernere da cosa è imputabile alla Chiesa ipso fatto, e ciò che è imputabile a suoi figli (o presunti tali) che hanno del tutto travisato il messaggio originario di Cristo e anche altri distinguo potrebbero credo essere fatti.

          Vedi ancora qui – pacatamente – poni tra gli aspetti negativi: le Crociate e l’Inquisizione su cui si è detto e scritto di tutto nei modi più negativi possibili, ma che pure possono essere riletti, con l’aiuto di fonti attendibili in tutt’altra luce.

          Non voglio riaprire qui su questo il dibattito, che personalmente vedrebbe tutti i miei limiti nell’esporre il punto di vista che sostengo, ma invitare appunto a cercare un verità più nascosta e per questo più difficile da scoprire, sapendo che non c’è un tempo nella Storia della Chiesa in cui possiamo dire che lo Spirito Santo ha ritirato da Essa la Sua Luce.

          Anche il riproporre oggi fatti che risalgono a centinaia di anni fa e, come qualcuno anche in questo blog ha scritto, cercare di giudicarli con la mentalità odierna e un esercizio arduo, che io non mi sento di affrontare così come fosse una disputa “da bar” o da “barbiere” (o parrucchiere per le signore) come citava Cyrano.
          Peraltro dove porta? Sarebbe come dire che qui nessuno può parlare di Amore o di Cristo perché certamente tra i nostri antenati c’è stato un delinquente o un assassino.

          In realtà antenati o meno, se stiamo alla Parola di Cristo, chi di noi potrebbe NON dirsi adultero, ladro o assassino?

          Alla fine spesso, anch’io finisco per “mollare l’osso” perché mi rendo conto che di tutti questi discorsi e anche della difesa stessa se non della Chiesa, certo delle nostre idee in merito, non resterà proprio nulla…. solo la Carità come sappiamo resterà e speriamo qualche piccola nostra Opera di Vita Eterna (delle opere buone che Dio ha predisposto per noi perché le compissimo).

          1. lidia

            ma infatti dico che bisogan evitare tali discorsi.
            perché la Chiesa come tale è santa e senza macchia; io – che sono Chiesa – non direi proprio. Purtroppo, tale distinzione è difficile da fare “in pubblico”: bisogna mettersi a spiegare, e qui, e là…
            Come dicevo prima: sulle crociate e l’Inq. e la colonizzazione si può dire tanto male, ma anche bene. se pensiamo ceh il diritto alla libertà religiosa è stato affermato solo nel Concilio Vaticano II, capiamo tante cose: molti crociati pensavano che riconquistare i Luoghi santi fosse un’imprescindibile opera di carità, così come la conversione degli indios. Che opera migliore di offrire il battesimo a una persona?! Oggi loro forse si scandalizzerebbero di noi, che li giudichiamo male.
            Ciononostante, tanti eccessi e tanti – obiettivi – errori vannno riconosciuti. Imputati non “alla Chiesa”, ma a coloro che la formano. Io non credo che da un’ammissione di colpa, come quella che fece GP2, ne venga un disamore alla Chiesa.
            Il reale problema è che non si trova con chi dialogare: certo, se si parte dal presupposto che “i preti sono tutti pedofili, la Chiesa è oscurantista e ammazzava le streghe senza processo; i crociati erano a metà fra omosessuali pervertiti e monomaniaci religiosi” e il “dialogo” sta nel farti ammettere che “sì, tutto questo è vero”, beh….il fatto è che spesso i presupposti sono qeusti.
            però a me non piace nenche il presupposto: “gli uomini di Chiesa hanno sempre fatto tutto bene e chi dice il contrario è un nemico”. Negli Atti stessi Paolo rimprovera a Pietro il suo sbaglio nel non mangiare coi pagani: e forse per questo stimo meno San Pietro? No! Ma il problema è che io mi pongo il problema di coem capire questo avvenimento, invece molta gente parte dal presupposto “beh evdi persino Pietro sbagliava…che buffoni tutti quanti” e sbaglia, ovviamente.
            perciò dico, meglio evitare certe discussioni; però è una tristezza che la gente sia spesso così poco aperta al dialogo vero (e parlo qui dei non-cristiani italiani).

  3. Giusi

    “Tutti i libri storici che non contengono menzogne sono mortalmente noiosi” Anatole France
    Lui se ne intendeva: scrisse una Tetralogia della storia contemporanea. Sostenne la Rivoluzione Francese, la Rivoluzione Russa e attaccò Giovanna D’Arco e la Chiesa. Come volevasi dimostrare.

    1. admin

      bravo exileye proviamo a tentarlo con un po’ di complimenti magari ricomincia a scrivere qualcosa!
      ps- Raffaella e Jane aspettiamo anche voi…

  4. 61Angeloextralarge

    Quoto Bariom vicere o vicepresidente o vice Papa! Si può? Ovviamente al top c’è Cyrano…
    Non ho voluto lasciare commenti sul post di Halloween per non entrare nelle discussioni che ormai da anni,e purtroppo con grande perdita di stile da parte di alcui cattolici, mi cominciano a stare sullo stomaco. Quello che penso l’avevo già detto nel 2011. Stop.
    Sottolineo solo i risultati di questa edizione di Halloween nel mio condominio: marciapiedi e vetri del piano terra sporchi con uova fresche e farina; cassette delle lettere fatte saltare; raccoglitori d’immondizia nel giardino fatti saltare, bidoni comunali della spazzatura rovinati; cancello del garage condominiale fatto saltare… e una volta entrati in garage… provate ad immaginare da soli cosa è successo. Tutto questo nonostante un violento temporale in corso! Autori? Ignoti! Ma siccome gli occhi li abbiamo tutti, dico con certezza che erano ragazzi e ragazze sotto i 13 anni (li conosco e garantisco pure che quando beccherò i genitori mi farò proprio sentire). Com’è possibile che a quell’eta abbiano in mano botti di una potenza tale da far saltare un cancello? Com’è possibile che a quell’età stiano fuori casa fino alle 5 del mattino (l’ora del botto del cancello, svegliando tutto il condominio)?
    Nel pomeriggio sono andata al supermercato (abito in pieno centro commerciale) e nella galleria c’erano bambini e bambine sotto gli 8 anni (conosco anche questi) che con le madri vicine (a chiacchierare e ridere tra di loro), scorrazzavano e tiravano addosso alla gente che passava quanto più roba potevano, compresi botti che a quell’età sono decisamente pericolosi. Personalmente mi sono salvata perché la puzza era talmente tanta che ho dovuto lasciare la galleria e sedermi fuori un attimo su una panchina: dopo un po’ due bambini (sempre sotto gli 8 anni), si sono infilati sotto la panchina ridendo… Gli ho detto di non provare a far esplodere qualcosa, altrimenti sarebbe stato peggio per loro. Il padre era a una decina di metri da me e si è girato scocciato perché stavo “gridando” ai figli (il mio tono non era assolutamente alto). A questo punto ho detto che se non la piantavano avrei chiamato i vigili. Se ne sono andati ma il padre era nero con me. Questo è fare festa? Non mi pare, a prescindere dalle motivazioni religiose o meno!
    Ah, dimenticato: siccome c’era il temporale, i ragazzini e le rafazzine che sono saliti nelle nostre scale, dopo aver suonato all’entrata del condominio, si sono fregati pure alcuni ombrelli, 2 a mia madre che c’è rimasta male e ha già deciso che il prossimo anno non apre a nessuno, nemmeno se fa la grandine…

  5. 61Angeloextralarge

    Dopo il commento “nero hallowiano”, un commento “celeste mariano”, fresco fresco di stamattina:

    “Cari figli, come Madre vi prego di perseverare come miei apostoli. Prego mio Figlio affinché vi dia la sapienza e la forza divina. Prego affinché valutiate tutto attorno a voi secondo la verità Dio e vi opponiate fortemente a tutto quello che desidera allontanarvi da mio Figlio. Prego affinché testimoniate l’amore del Padre Celeste secondo mio Figlio. Figli miei, vi è data la grande grazia di essere testimoni dell’amore di Dio. Non prendete alla leggera la responsabilità a voi data. Non affliggete il mio Cuore materno. Come Madre desidero fidarmi dei miei figli, dei miei apostoli. Attraverso il digiuno e la preghiera mi aprite la via affinché preghi mio Figlio di essere accanto a voi ed affinché attraverso di voi il Suo Nome sia santificato. Pregate per i pastori, perché niente di tutto questo sarebbe possibile senza di loro. Vi ringrazio.” (Medjugorje, 2 novembre 2012, alla veggente Mirjana)

  6. franz

    Comunque mi sembra importante che in questo blog, quand’anche i capponi facciano di tanto in tanto un po’ di parapiglia, a differenza dei gallinacei di Renzo si finisce sempre col rendersi reciproche scuse per gli eventuali eccessi; non si lesinano ulteriori spiegazioni per giustificare in modo più assennato precedenti prese di posizione; ci si si sforza di trovare del buono, almeno un pochino, persino nel commento che era sembrato tanto indisponente … insomma, succede quello che accade in una famiglia unita: le discussioni ci sono, magari anche aspre, ma a prevalere è infine il comune riconoscimento di un fine più alto. Non per buon senso (pura passività), non per educazione (sterile ipocrisia), non per opportunismo (non ci conosciamo).

  7. “Attraverso il digiuno e la preghiera mi aprite la via affinché preghi mio Figlio di essere accanto a voi”
    …e cioè se voi digiunate e pregate Lei prega, e sennò non prega? Alla grazia!
    …o forse vuole dire che voi col digiuno e la preghiera preparate il cuore di Gesù a esaudire le preghiere di Lei?
    …e quale preghiera? Il rosario?le litanìe? le giaculatorie?
    La sola preghiera che io potrei capire (nella mia limitatezza e incredulità) sarebbe il rivolgersi alla divinità con le proprie
    parole.O il Pater Noster che mi sembra la sola preghiera seria.

    1. Giusi

      Lei prega comunque ma noi siamo liberi, liberi anche di dannarci. La nostra preghiera è il segno della nostra partecipazione al disegno della nostra salvezza. Quale preghiera? Quella che vuoi. Anche quella con parole tue.

  8. Riprendo un attimo i commenti di Bariom e Lidia di poco sopra: secondo me avete ottime ragioni entrambi. Io personalmente non ho tempo di fare dissertazioni storiche sugli “errori” della Chiesa, ma siccome per me è una Madre Santa, la difendo con unghie e denti. Non perchè non abbia sbagliato in passato, ma perchè la amo (come il Trinità di Terence Hill quando parlava della sua mamma a cui davano della prostituta!). E poi, come diceva san Pietro “dove altro andremo?” Solo nella Chiesa di Cristo ci vengono dette parole di vita eterna!

    1. Mica a tutte le parole corrispondono cose vere. Ma se uno crede che siano vere è come se lo fossero.
      Per questo per te sono parole di verità e per me no

      1. 61Angeloextralarge

        Bariom e Alvise Maria: durante l’Omelia della Messa Vespertina, il giovane celebrante ha spiegato così l’Inferno, il Purgatorio ed il Paradiso:

        “L’Inferno, il Paradiso ed il Purgatorio non sono 3 stanze nelle quali noi sceglieremo dove entrare. La stanza è una sola: la stanza di Dio! Però, se io sono davanti a Dio e me ne resto a testa bassa guardandomi l’ombelico, pensando a me stesso, e non contemplo il Volto di Dio, sono nell’Inferno. Se, invece, guardo Dio “faccia a faccia”, sono in Paradiso. Nel Purgatorio ci sono se anche riuscendo a vedere il Volto di Dio, resto ancora “preso e preoccupato” del mio ombelico.”

        A me è piaciuta molto questa immagine che ha usato. Spero di riuscire a distaccare lo sguardo dal mio obelico! 😀

        1. Fosse così semplice…
          Sinceramente la metafora usata mi convince molto molto poco 😐

          Ah, credo che l’inferno sia un bel po’ lontano dalle “stanze di Dio”

          1. Giusi

            Già. Penso anch’io. Mi pare un’interpretazione buonista dell’Inferno. Non è quella del Vangelo. Gesù ha detto che “lì sarà pianto e stridor di denti”. Mi viene in mente la piccola Giacinta tra tutte le veggenti quella che più mi ha colpito. Una bambina che dopo la visione dell’Inferno ha scelto di soffrire cose inimmaginabili per la sua età per salvare le anime dei peccatori da quel luogo terrificante che aveva visto.

            1. 61Angeloextralarge

              Bariom e Giusi: non ha detto che l’Inferno è piacevole! Anzi, ha continuato dicendo che stare a guardarsi l’ombelico, pur avendo Dio di fronte e non guardarlo “faccia a faccia” perché “ci piace” guardarci l’ombelico è la nostra sofferenza più grande. L’esempio l’ ha fatto per cercare di far capire che non è un luogo ma uno “stato”, come dice il CCC.
              Non volevo riportare tutta l’Omelia per non farvela lunga.

                1. @Angela non stare anche tu sempre in “punta di fioretto”… corretto dire che è uno stato, ma in questo caso ancora meno calzante sarebbe la metafora della stanza, tant’è io avevo messo il termine tra virgolette.

                  Ma come la mettiamo con le Resurrezione dei corpi? Quando l’uomo tutto intero con la Creazione tutta intera parteciperà al Giudizio Finale?

                  Cmq non ho intenzione di aprire l’ennesima disputa teologica su un altro dei temi dove giustamente non trovi un: “l’inferno è così e cosà”, ma se dal CCC 1057 La pena principale dell’inferno consiste nella separazione eterna da Dio, tale separazione vale anche per la carne che in tutto partecipa al destino dell’anima (come è durante il ns pellegrinaggio su questa terra).

                  Quindi resto della mia idea, la metafora utilizzata sia in quanto allo stato sia, in quanto al luogo, e blanda e edulcorata. Chi l’ha pronunciata è certamente persona più colta e santa di me, ha cercato di darci un’immagine di Verità a dir poco inimmaginabili, forse in questo caso non gli è riuscita nel migliore dei modi.

                  La tua personale conclusione e più che valida, anch’io spero tanto di non stare sempre lì a guardarmi l’ombelico.

                  Ciao 🙂

                  1. “1057 La pena principale dell’inferno consiste nella separazione eterna da Dio”

                    Scusate tutti, la citazione termina qui, non vorrei qualcuno prendesse per Catechismo il mio sproloquio a seguire 😐

                    1. 61Angeloextralarge

                      Bariom: “in punta di fioretto”? Non me ne sono nemmeno accorta perché non avevo né ho mai avuto intenzione di polemizzare o altro. Se passa questo mi dispiace, ma purtroppo il testo che si lascia non trasmette il tono della voce né quello del cuore.
                      Anche con Alvise Maria non intendo polemizzare, ma smontare quei suoi commenti che non approvo con una battutina… senza malizia. 😉

                    2. So che non volevi polemizzare… “in punta di fioretto” era per me, il rispondere subito con un citazione (corretta per carità) dal CCC.
                      In generale qui accade spesso, ma a volte credo si possa commentare, come in questo caso, amichevolmente e come scambio di semplici opinioni, senza “codice alla mano”, che è tipico degli scontri legali in punta di fioretto appunto. E dando ogni tanto il beneficio a chi partecipa (salvo prova contraria) della conoscenza del CCC e relativi pronunciamenti.

                      Per il resto lo sai quanto mi sei SIMPATICA! Quindi… 😉 🙂

    1. Senti, Alvise, io non sono in grado di dirti nulla di adeguato alla amarezza che sempre manifesti quando si accenna di vita eterna, di Paradiso. Ma che potrei mai dirti? io non lo so quello che tu hai attraversato nella vita, se sei stato mai felice o triste, se le cose che hai sono belle o brutte. Anche se ti conoscessi di persona (e credimi, mi farebbe tanto piacere!), non potrei mica mettermi lì a giudicare o soppesare la tua vita. Ma una cosa te la posso dire: sono assolutamente certa che la vita eterna ed il Paradiso esistano. Perchè ho incontrato gente che mi ha voluto bene così come sono, senza chiedermi di cambiare un qualche mio aspetto poco simpatico. E mi hanno detto che c’è Uno che mi vuole ancora più bene di quello che possono far loro: si chiama Cristo, ed è passato di qua circa duemila anni fa, ma dicono che ci sia anche adesso, perchè i suoi discepoli l’hanno visto vivo dopo che era morto sotto i loro occhi. E questo fa diventare buone e positive tutte le cose della vita, quelle belle e quelle tristi. Mi dici che convenienza c’è per te nell’essere sempre così amaro, così cinico? Non sarebbe più bello se provassi tu a scommettere sul fatto che la tua amarezza non è altro che un grido di senso sulle cose? Non credo che guardandoti attorno non ti fai delle domande, sei una persona curiosa, sei anche intelligente, si capisce da quello che scrivi. Insomma, te continua onestamente a chiedere “perchè” come a volte fai anche qui, senza lasciarti andare al nichilismo, e vedrai che prima o poi i tuoi occhi vedranno. La vita eterna è già iniziata….

      1. Come intelligenza te non hai nulla da invidiare a nessuno, mi sembra.Sei un po’ scorbutica, il che non guasta. Io non sono né felice né infelice, a volte più a volte meno, cerco di prepararmi megtlio che posso alla vecchiaia e alla morte, non credo alle cose che te credi, ma penso che tutti e due dobbiamo, intanto, prima della vita eterna la morte eccetra, affrontare gli arpioni della vita e nello stesso tempo cercare di godere del bello che c’è, tutto qui (senza l’accento)!

        1. JoeTurner

          Alvise ho l’impressione che ci sia più paura di sbagliare gli accenti che della morte

  9. Carlo

    Vorrei ricordare a tutti i partecipanti al dialogo (specialmente a Moira) che il razzismo dell’America del nord è figlio (parlando di basi culturali e religiose) del protestantesimo. Spesso si addebitano alla Chiesa Cattolica tutte quelle aberrazioni del cristianesimo che sono sorte proprio da coloro che dalla Chiesa sono usciti.
    Nel sudamerica le cose sono andate assai diversamente. In primo luogo gli spagnoli hanno trovato civiltà indigene (oggi tanto decantate), caratterizzate da strutture sociali, credenze religiose e costumi così assurde e feroci da lasciare sotto choc persino quella soldataglia avvezza ad ogni bruttura. In secondo luogo, tutti gli abusi commessi dal potere politico, militare e dagli interessi economici spagnoli, ed ogni tentativo di far passare tentazioni schiaviste e razziste, tutto ciò è sempre stato fatto contro le predicazioni dei missionari e, soprattutto, contro la Chiesa ed il Papa e le sue continue condanne persino attraverso encicliche dedicate a questo (ci sono fior di documenti). La traccia ancor oggi più evidente della differenza dall’approccio colonialista e schiavista (protestante) nel nord e quello che salva l’inalienabile dignità di ogni individuo figlio di Dio (cattolico) nel sud, consiste nell’esistenza di una razza mista nel sudamerica, dove i bianchi e i neri si sono uniti in matrimonio, diversamente che al nord.

    1. “… figlio del Protestantesimo.”
      Come peraltro gran parte dei processi e relativi roghi alle streghe.
      Come si può leggere da varie fonti, ma come qualcuno ha detto leggere è fatica e leggere da fonti “alternative” è ancora più faticoso.

      Grazie del contributo Carlo.

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