Scansatevi

 

di Costanza Miriano

Ho cominciato a fare atletica leggera a dodici anni, nel settembre ’83 (lo so, una ghiotta notizia per il famoso capo indiano di Greg e Lillo), per cui fra un anno saranno trenta anni che corro. In tutto questo tempo non ho imparato molto: so solo mettere un piede davanti all’altro. L’unica cosa che so fare è non fermarmi fino alla fine, a meno che non mi sparino.

Un’altra cosa che ho imparato è che quando uno corre per strada, non su pista o in un percorso, se c’è della gente che cammina venendo in senso opposto, il modo migliore per far scansare le persone è non guardarle, ma fissare con sguardo fermo e aggressivo un punto dietro di loro, come se fossero trasparenti, come se si fosse pronti a passare sul loro cadavere pur di arrivare a quel punto. Funziona. Funziona sempre. I passanti si scansano invariabilmente, probabilmente pensando di avere a che fare con una pazza, o almeno una maleducata.

Riflettevo su questo giorni fa, quando l’unica via percorribile sulla costa era affollatissima di bagnanti in marcia verso il pranzo, e tutti si scansavano al mio passaggio. Questo stile aggressivo riesco a tenerlo solo ed esclusivamente quando corro, non so perché. Devo avere finito le quote di assertività, e nelle altre situazioni busso chiedendo permesso anche quando entro nella mia stanza, al lavoro, a casa, un po’ ovunque.

Non sono certissima che si tratti di bontà, e comunque sono invece certa che in certi casi sia doveroso essere affermativi, magari per difendere quello in cui si crede, o i diritti e le ragioni delle persone care. Io però non ne sono capace, e finisce sempre che mi faccio da parte. Ripeto, ci sono casi in cui non credo che questa sia una virtù: a volte è necessario fare come quando si corre, cioè guardare dritto verso un punto dietro l’ostacolo, intimandogli “o ti scansi, o ti metto sotto”.

Ma c’è un altro modo di guardare oltre l’altro, non per scavalcarlo, ma per andare completamente fuori dalle dinamiche umane. Guardare dietro di lui e vedere Cristo. Non rispondere alla sua azione per quello che ha fatto risuonare nel nostro cuore, ingannevole ed emotivo, ma per rispondere a Gesù. Non cercare una rispondenza con le nostre azioni, ma rispondere solo a lui. Con lui tenere i conti, a lui chiedere i risarcimenti quando ci sembra di essere in credito (siamo sicuri di esserlo?), con lui lamentarci delle delusioni, delle aspettative tradite (non saranno troppo alte), delle piccole ferite (basta con l’infanzia infelice, comunque).

Come sempre sono belle parole, che io mi limito ad auspicare di vivere.

Comunque, sempre nel campo del predicare bene e razzolare alla meno peggio, io leggo così anche la dinamica matrimoniale, anche il famigerato passo della lettera agli Efesini, in cui san Paolo invita gli sposi di essere sottomessi reciprocamente nel timore di Cristo. La sposa obbedisce allo sposo non perché lui compia tutte le sue attese (né lei compie tutte quelle di lui, non essendo perfetta) ma perché in quel momento obbedisce a Cristo, anche quando si presenta sotto le spoglie di uno dinamico e vitale quanto il Grande Lebowski che va a fare la spesa in accappatoio. Lui dà la vita per lei anche quando non somiglia più lontanamente alla leggiadra, mite, silenziosa principessa che credeva di avere sposato, perché lo sposo imita Cristo, che muore per la sua Chiesa (la quale peraltro anche lei, a sua volta, come sappiamo non è sempre inappuntabile).

Solo così alla fine i conti tornano, tornano sempre.

 

32 pensieri su “Scansatevi

  1. Nicoletta

    Dopo aver letto le tue riflessioni ieri ho ascoltato la lettera agli Efesini davvero con orecchie diverse, o meglio con cuore diverso, e l’ho trovata bellissima. Ora mi spiace di non averla scelta per il matrimonio! Quando mi trovo in una di quelle situazioni in cui, da una mia risposta può dipendere la quiete o l’inizio di un pericoloso battibecco con mio marito, mi viene in mente sia l’immagine della Madonna che schiaccia la lingua del serpente sia le tue parole del libro quando dici che nel marito si riflette Dio e allora mi fermo. Grazie ancora!!!!!

  2. Poi c’è (a volte) il passaggio successivo… quando siamo chiamati ad essere Cristo per l’altro/altra indipendentemente dall’essere moglie o marito.
    Quando cioè siamo chiamati a “portare il peccato dell’altro”. Il peccato serio e palese, che ferisce e uccide non solo chi lo compie, ma anche chi lo subisce.

    Questa in realtà è la missione (tra le altre) del Cristiano nel mondo, ma nel Matrimonio si fa più pressante, urgente, palese e fondamentale. Come portiamo il peccato dell’altro? Perdonando.

    Stupidità della stupidità! Chiunque nel mondo te lo farà presente, ma è l’unico modo (il più delle volte) per salvare chi nel Sacramento ci è stato affidato e lo stesso Matrimonio – le famose promesse non riguardano solo gli stati del vivere “fisico”.
    Sapendo e mia dimenticando, che di Perdono, quello Divino, quello di “settantavoltesette”, noi siamo profondamente incapaci. Solo a Dio possiamo e dobbiamo chiederlo.

    Troppo spesso, anche con le migliori intenzioni, cerchiamo di farlo sulle nostre misere forze e i nostri matrimoni ne escono distrutti… e parlo ahimè di quelli “cristiani”.

    Perdonare è l’attualizzazione più tangibile e concreta della parola Amore (tangibile soprattutto per chi lo riceve) e se lasciamo che l’Amore per il Conige venga incrinato, spezzato, annientato, ecco che ci ritroveremo a non avere neppure più la voglia di chiedere a Dio la forza di Perdono.
    Se il vino delle nostre Nozze e finito, se la Gioia della Festa è svanita, dove e da chi andremo? La risposta tutti la conosciamo (noi che ci diciamo cristiani), ma spesso la lasciamo nel reparto delle spirituali buone intenzioni, delle belle parole da catechismo dei bambini e ci aggrappiamo a consigli del mondo, mezzi e mezzucci di psicologi e sociologi e la nostra casa, che ha perduto il fondamento crollerà e la sua rovina sarà grande.

    Il matrimonio è “trinitario”: Lui, Lei e Cristo al centro. Cristo è la garanzia, la roccia, il fondamento…
    Anche (e soprattutto) quando Lui o Lei lo hanno smarrito la Via.

    1. Ma siete seri? Ma è un problemone così grosso essere sposati che bisogna stare attenti a tutto quello che si dice e che si fa e che ci vuole una roccia in casa (e fuori) come attracco sicuro nelle tempeste (quali tempeste, quelle della vita, quelle che capitano a tutti, nessuno escluso, sposati, convertiti o meno?) ?

      1. Alvise se sei sposato e non hai di questi problermi, illuminaci!
        Magari sei sposato e tranquillo, dato che sembri (a volte) uno che comunque “tira dritto” dritto per la sua strada. Magari bisognerebbe sentire tua moglie 🙂

        La tua illuminata spiegazione ai matrimoni allo sfascio? Le tempeste della vita? Infatti le hanno tutti, il fatto è che andrebbero affrontate assieme (e questo crea unità e comunione). Perchè avviene il contrario?

      2. Un’altra cosa Alvise… eviterei inizi di intervento con frasi come “Ma siete seri?” (e altri su questo tono). Presuppone che NON lo siamo affatto. Quindi se no lo siamo, cosa perdi tempo qui con i tuo “seri” interventi?

        1. Siate seri si riferiva al discorso che state facendo in questo momento, non alla vostra serietà che non mi permetterei di mettere in discussione. Sono sicuro che c’è dei momenti che non fate i discorsi della roccia d’ancoraggio o della lingua da mordere eccetra, ma vi comportate conme tutti gli umani normali che fanno questo o quello con serietà senza tante disquisizioni misteriche. Sì, sono sposato, sono contento, non starei sposato se dovessi stare sempre a pensare a cosa dire o cosa fare, in questo prendo esempio da Costanza, corro avanti, alla via così, direbbero in mare, mia moglie che dice? dice che è contenta, non perchè è mia moglie, ma di suo, perché primo è nata contenta, in casa sua erano contenti, lei è stata sempre (nei limiti umani) contenta, si è sposata, ha avuto una bambina, poi si è risposata con me, siamo andati avanti, bene o male, o, se preferite, nel bene e nel male, ci arrangiamo, abbiamo anche un canino, (ma tutti ce li hanno, più d’uno?)cerchiamo di sopravvivere…

          1. Bene ottimo sono contento che siate contenti e vi auguro lunghi anni così, ma non è così per tutti!
            Per alcuni il matrimonio (o se vuoi più laicamente la convivenza) diventa un serio problema se non un vero inferno, che porta sempre conseguenze anche quando si risolve nel modo più semplice e scontato. molliamo tutto… o tu non ti sei mai accorto che è così per tanti?
            Perchè vedi tu cerchi di sopravvivere (come hai scritto) ma molti non sopravvivono, soccombono (o non te ne accorgi?). Io con Cristo voglio e sperimento di VIVERE… vivere anche quando a tua moglie diagnosticano un tumore, vivere anche nei cinque anni di malattia, VIVERE anchedurante la morte, VIVERE anche da vedovo con tre figlie.
            E siccome ne ho fatto esperienza e io non sono nè un santo nè un fenomento, voglio che tutti sappiano che questa “strada” c’è! Vuoi tenerti la tua soppravvivenza perchè io, noi, siamo tutti poco seri, invasati, stupidi, stralunati, indottrinati, poveri imbecilli? Beh, te la lascio tutta…

            Io la sopravvivenza l’ho già sperimentata (ma ogni uomo nel profondo vuole di più) e non so che farmene. Tua moglie e sempre stata un “cuor contento” e mi ricorda tanto mia madre. Sono belle persone, è facile stare loro accanto, ma c’è chi non è così e anche tu hai scritto “nei limiti umani”…
            Per alcuni questi limiti sono molto, molto “limitanti”. Per loro non c’è speranza? Se non sei nato contento devi avere una vita da disperato!

            Come fai ad avere dentro di te la Gioia, la Vita quando sei immerso in fatti di morte? (non è il tuo caso? buon per te)

            Tu non ti fai domande per onorare il tuo nick “filosofiazzero”? Non ci credo… ma quali sono le tue risposte? Personalmente non mi convincono neanche un poco (erano le stesse che io mi davo un tempo). Sono risposte per tirare a campare, correre avanti… ma scusa verso dove?!

  3. Paola

    Ciao Costanza. Sono sposata da 2 mesi e… da credente, tua lettrice e consapevole (almeno credo) del passo che da poco io e mio marito abbiamo fatto, soffro della “sindrome da bilancino”, quella che ti fa dire (anche solo mentalmente)…io ho fatto questo per lui ma lui potrebbe almeno fare questo per me immaginando la stadera totalmente sbilanciata dalla mia parte. Temo che tutto ciò potrebbe un giorno accumularsi e farmi maturare quel rancore che vedo in talune spose (non più novelle ) e che non vorrei mai, ma proprio mai provare. Consigli? Ammetto che basterebbe pensare alla promessa fatta quel giorno, alla gratuità dell’Amore di Dio che ci è di esempio ma sai…vorrei essere perfetta sempre e da subito e ciò è…mission impossible. Attendo con ansia il tuo prossimo libro da regalare a mio marito ma che leggerò con avidità!

  4. Faccio ammenda e chiedo perdono a tutti gli psicologi e sociologi.
    Il mio scrivere non voleva denigrare la loro professione che è importantissima soprattutto se affiancata ad una Fede sincera e profonda (diversamente ho delle riserve…)

    Se volete cancellate pure quella frase e andate al di là, a quello che voleva essere il suo senso profondo.

  5. 61Angeloextralarge

    Carissima Costanza, ieri non ho potuto non pensarti, quando il sacerdote che ha celebrato Messa parlava della sottomissione etc. Alla fine gli ho chiesto se avevaletto il tuo libro e, visto che non ne sapeva nulla, gliel’ho consigliato. Mi dai la percentuale sull’eventuale vendita?
    Tornando a questo post, scritto (ovviamente) con la tua penna leggera e ironica…
    “Questo stile aggressivo riesco a tenerlo solo ed esclusivamente quando corro”: devo confessarti che la mia parte maliziosissima ha subito pensato: “Che fai? Sfoghi correndo, l’aggressività repressa nella sottomissione a tuo marito?”. Ma è stato solo un flash, perché poi mi sono rimangiata tutto, perché per quello che conosco di te (tra il blog e la presentazione del libro che hai fatto nella mia città), non credo proprio che tu abbia rabbia repressa nei suoi confronti!
    “Guardare dietro di lui e vedere Cristo. Non rispondere alla sua azione per quello che ha fatto risuonare nel nostro cuore, ingannevole ed emotivo”. mi piace! Grazie! Smack! 😀

  6. Davide

    La lettura di ieri sta li a ricordarci che il matrimonio è il “morire” l’uno per l’altro e senza la santa umiltà di Cristo questo non è possibile.
    per ritornare all’incipit, concordo con Costanza per lo sguardo da “penerazione dei corpi” è un lasciapassare per la smaterializzazione dei “corpi solidi” che si interpongono nel percorso, tipo video gioco: alieno sulla strada – sguardo del corridore – spostamento immediato (qualcuno anche con lo sguardo rivolto verso il basso del tipo chiedo scusa).

    P.S.
    mai provato a fare il rosario mentre corri?

  7. Per Davide, sì, ma mi distraggo troppo.
    Per Paola: l’unica soluzione è sapere già da ora che la bilancia sarà sempre squilibrata, perché l’altro non potrà mai rispondere a tutte le tue attese, né tu alle sue. L’unico modo è fare i conti con il Signore. Con lui pareggiare.

  8. Belle riflessioni..che condivido in pieno , soprattutto con l’esperienza di questo primo anno di matrimonio!
    Effettivamente in perdono vero è l’unica soluzione efficace e duratura e per perdono vero intendo quello che non ti fa poi, pensare “io ti ho perdonato ora dovresti farlo anche tu!!!”.
    La pace nella famiglia si costruisce con ogni singola scelta, dire o non dire una cosa, dirla con un tono di voce o con un altro, dirla subito o dopo averci meditato….sto sperimentando che può sembrare una cosa meccanica, così raccontata, mentre è un meraviglioso stile di vita che si apprende facendolo e sbagliando…e confrontando quando si hanno i frutti migliori.

    Un pensiero riferito alla frase di Bariom su psicologi e sociologi: da psicologa non mi sono sentita affatto offesa dalle tue parole. Posso dirti che, per esperienza, un bravo psicologo/psicoterapeuta ( e sottolineo bravo) può essere molto d’aiuto a coppie in crisi, soprattutto se esse non hanno l’aiuto della fede. D’altra parte, però, se non si hanno valori forti e chiari, se non si ha un senso forte della propria vita e dello scopo cui dedicarla, è difficile aiutare le persone ad andare controcorrente nella società di oggi dove il fine è il proprio “stare bene” per cui se con l’altro non sto più bene la soluzione più semplice è trovarmi qualcuno con cui stare meglio.
    Personalmente riscontro la grande utilità degli psicoterapeuti su temi esclusivamente di disagio mentali quali attacchi di panico, fobie, paranoie, ossessioni….ovvero dove si è costruita nella mente della perosna una modalità disfuzionale e rigida di rapporto con se stesso, con gli altri e con il mondo…ma dove entriamo in questioni etiche o di senso della vita ( e la risoluzione di problemi di coppia molto spesso rientra in questi casi) trovo che il tutto diventi molto più delicato e davvero molto soggetto alla sensibilità e al credo personale del professionista con il quale ci si trova a confrontarsi,

    1. Grazie Cla per aver compreso… era proprio questo il senso.
      Siamo anche “esseri psicologici” e non è che questo nostro essere non venga da Dio… anzi.
      Nella Parola di Dio c’è un grande e profonda psicologia (e pedagogia).

  9. Sì, è vero, avete ragione, ho usato con troppa superficialità la parola “sopravvivere”, sarà anche perché non ho ancora, io, mai avuto esperienze drammatiche della vita come p. es. la malattia e la morte di persone care. Toccherà anche a me! Di sicuro!

  10. rosanna

    Buon giorno, è la prima volta che scrivo un commento,il mese scorso ho letto prima il libro di susanna bo e poi per caso ho letto il tuo costanza e mi sono avvicinata a questo blog.Mi presento io sono sposata da 30 anni ed ho 5 figli di cui una sposata e a ottobre nonna, ma non tanto anziana, solo 53 anni e già due vite vissute, dico io, per le tante cose da fare.Mi piacciono moltissimo i post di Costanza (posso darti del tu?), hai un modo di descrivere i fatti veramente unico, ma se mi sono decisa a commentare è per “filosofiazzero” che mi sembra prima avesse un altro nickname, io lo trovo un grande, mi da l’idea di un folleto nascosto che ascolta e sbuca all’improvviso per commentare lanciando frecciatine che mi sembrano più provocazioni, non mi pare ci creda neanche lui e immagino che si diverta quando trova chi la raccoglie e magari si risente, non voglio essere presuntuosa, ma io se fossi così avversa a certi argomenti o meglio a come si vivono, bene probabilmente non frequenterei più quel blog, non mi interesserebbe,mentre lui no.Quando ho letto qualche post passato, bhe, leggo i commenti e quando riconosco il suo, sorrido e dico”eccolo che lancia la pietra nello stagno”.Cara Costanza, aspetto di leggere il nuovo libro, mi ricordi molto quando avevo i bambini più piccoli, le ansie stanchezze, le gioie, tutte affidate a Gesù Cristo,ma sopratutto alla Vergine che come mamma certo non si è fatta mancare niente e quindi capisce bene le nostre richieste.Ti do un abbraccio da sorella più grande e con qualche esperienzina in più,vedrai la vita da mamma continuerà ad essere una bellissima avventura, anche con i figli grandi, con sorprese e piccoli inciampi,ma solo con la Sua Grazia avranno il senso giusto di una crescita e non diverranno, come sembra ora in tanti genitori, una sconfitta.Rosanna

  11. …perché allora non mi levo di torno dal blog (e da ogni cosa)?
    Forse la ragione è che ho sempre considerato i vangeli come uno dei più grandi capolavori fatti dagli uomini e per questo mi dispiace vedrelo svilito, appesantito, impiastricciato, rimasticato, sbrodolato, messo insieme a cose che non c’entrano nulla e che solo lo mortificano e a volte anche ridicolizzano. Come un albero a cui addosso gli vogliono crescere altre piantacce di poco conto e il contadino deve potare e tagliare e capire quale è l’abero e quali le piantacce parassite da levare, così io mi affatico contro le germinazioni strambe e goffe e malate e nocive alla vita sana del tronco primitivo vero, per ritrovare la lettura pura e semplice del libro in questione, non per un’idea di credo religioso autentico, perché io non credo, ma estetica, cui ripugna di vedere imbrattata una grande opera con dei pennarelli.

    1. E’ nella genesi di questo Libro in cui t’inciampi caro Alvise.
      Scritto certo da mani d’uomo ma non da mente d’uomo (o di uomini). Per di più questo è un libro chiuso sigillato… sigillato da sette sigilli, come dice la Scrittura stessa (Apocalisse), e solo uno è degno di aprirlo:

      «Tu sei degno di prendere il libro
      e di aprirne i sigilli,
      perché sei stato immolato
      e hai riscattato per Dio con il tuo sangue
      uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione
      e li hai costituiti per il nostro Dio
      un regno di sacerdoti
      e regneranno sopra la terra».

      Credo tu abbia riconosciuto in queste parole il Cristo, e che ti piaccia o meno il Cristo Regna oggi e regna nella Chiesa. La Chiesa, con lo Spirito Santo continua ad aprire quei siglilli e a dare il senso alle Scritture.

      La Rivelazione non è solo quella scritta e consegnata da Dio agli uomini con la Bibbia (non i soli Vangeli – il Nuovo Testamento non si spiega senza l’Antico Testamento), ma quella che si protende nei secoli secondo la Tradizione della Chiesa. Qui forse nessuno è teologo, ma anche qui siamo Chiesa, ci abbeveriamo alla stessa fonte, e siamo innestati nello stesso albero… e non possiamo farne a meno – il ramo che si stacca cade a terra, si secca e poi muore e anull’altro serve se non ad essere bruciato (riconoscerai la frase, citata a memoria.. non è mia)

      Ma tu hai la scienza infusa e sai distinguere dove c’è una parola pura, un capolavoro, da un imbrattamento, da una sporcatura, dove c’è l’albero buono e l’innesto dai rami goffi e malati.
      Beh, Alvise, viva il tuo coraggio (per non chiamarla superbia).

      Ma ti capisco, ero come te… e come te sono tanti, che hanno occhi ma non vedono, orecchie ma non odono, ma credono di vedere e di udire.
      Bisogna imparare a guardare e ad ascoltare.

      1. …sì, certo, bisogna ancora tanto imparare, TUTTI.
        …per quanto riguarda la superbia di supporre di poter spiegare non mi sento né da più nè da meno di nessun’altro, né tantomeno papi, preti, i frati, o cosiddetti professori: siamo tutti allo stesso livello, non forse teologi, ma chi è telogo, chi ha la laurea in teologia?chi ha studiato in seminario? o chi? tutti siamo “superbi” allo stesso modo nel prtendere di spiegare e discernere e non farsi ingannare e non ritenere nessuno da più di noi (né da meno)

        1. Ecco, mettere sempre TUTTI sullo stesso piano e fare di tutta l’erba un fascio, è sempre il modo migliore per non dire un bel nulla e come Ponzio Pilato (tanto per stare in tema) lavarsene le mani.
          (sei un po’ monotono con te non si costruisce un dialogo, anche fosse da posizioni opposte)

        1. Vabbè diciamo che era una supposizione… (ma non abbiamo nessuna certezza neppure del contrario)

          Cmq per oggi qui ti saluto 🙂

  12. mimmo

    scusatemi se vado fuori tema ma non so come contattare Costanza Mirano così uso questo commento per una richiesta tecnica: non sarebbe possibile attivare i feed rss su tutto il sito invece che solo sui commenti ai singoli post?
    Personalmente li trovo molto comodi perché utilizzandoli posso scaricare automaticamente i post più recenti direttamente sul mio ebook reader (cosa che già faccio per diversi altri blog). Grazie, complimenti a tutti (sia a Costanza per i suoi post e per la scelta degli altri autori sia agli autori dei commenti che sono tutti da leggere) e chiedo scusa per l’intrusione.
    cià.

      1. mimmo

        OK, ora l’ho trovato (forse era sempre lì in fondo e prima non l’avevo visto). Funziona per i post, non per i commenti (ma questo è un problema che ho riscontrato già con altri blog di wordpress per cui deve essere un bug che prima o poi qualcuno correggerà). Ma va bene anche così: d’ora in poi sull’ebook leggerò i post e poi con calma sul web anche i commenti. Grazie ancora (di tutto).
        cià.

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