Salvare il seme

di Giovanni  Guareschi

“Don Camillo, perché tanto pessimismo? Al­lora il mio sacrificio sarebbe stato inutile? La mia missione fra gli uomini sarebbe dunque fallita perché la malvagità degli uomini è più forte della bontà di Dio?”.

“No, Signore. Io intendevo soltanto dire che oggi la gente crede soltanto in ciò che vede e tocca. Ma esistono cose essenziali che non si vedono e non si toccano: amore, bontà, pietà, onestà, pu­dore, speranza. E fede. Cose senza le quali non si può vivere. Questa è l’autodistruzione di cui par­lavo. L’uomo, mi pare, sta distruggendo tutto il suo patrimonio spirituale. L’unica vera ricchezza che in migliaia di secoli aveva accumulato. Un giorno non lontano si troverà come il bruto delle caverne. Le caverne saranno alti grattacieli pieni di macchine meravigliose, ma lo spirito dell’uomo sarà quello del bruto delle caverne […] Signore, se è questo ciò che accadrà, cosa possiamo fare noi?”.

Il Cristo sorrise: “Ciò che fa il contadino quando il fiume travolge gli argini e invade i campi: bisogna salvare il seme. Quando il fiume sarà rientrato nel suo alveo, la terra riemergerà e il sole l’asciugherà. Se il contadino avrà salvato il seme, potrà gettarlo sulla terra resa ancor più fertile dal limo del fiume, e il seme fruttificherà, e le spighe turgide e dorate daranno agli uomini pane, vita e speranza. Bisogna salvare il seme: la fede. Don Camillo, bisogna aiutare chi possiede ancora la fede e mantenerla in­tatta. Il deserto spirituale si estende ogni giorno di più, ogni giorno nuove anime inaridiscono perché abbandonate dalla fede. Ogni giorno di più uomi­ni di molte parole e di nessuna fede distruggono il patrimonio spirituale e la fede degli altri. Uomini di ogni razza, di ogni estrazione, d’ogni cultura”.

da Giovannino Guareschi, Don Camillo e don Chichì, in Tutto Don Camillo. Mondo piccolo, II, BUR, Milano, 2008, pp. 3114-3115

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Ringraziamo padre Maurizio Botta che ci ha segnalato questo brano.

Cogliamo l’occasione per avvisare che la catechesi dal titolo “Una, nessuna … centomila verità”,  che padre Maurizio avrebbe  dovuto tenere domani a  Chiesa Nuova (o santa Maria in vallicella)  sarà spostata (causa maltempo) al prossimo venerdì  17 febbraio sempre alle 20.30.

68 pensieri su “Salvare il seme

  1. Già, perché essere pessimisti? Alla fine dei conti ho sempre pensato che il pessimismo, che è una forma attenuata di paura, sia una mancanza di fede.
    Questo pessimismo poi si riflette nella rabbia di cui parlavamo qualche giorno fa, in quel “coltello tra i denti” che ci fa incapaci di valutare serenamente la realtà.
    E al tempo stesso però non son nemmeno sicuro che limitarsi a custodire il seme sia la cosa giusta. Era probabilmente così al tempo di Guareschi, ma oggi son passati cinquant’anni e il deserto si è talmente allargato da rendere indispensabile una nuova seminagione.
    A meno che non intendiamo il “custodire il seme” nel senso che dava a questa espressione Giovanni Paolo II che ci ricordava che la fede si conserva donandola

    1. 61Angeloextralarge

      Grazie don Fabio, anche per aver anticipato questa chicca di post in uno dei tuoi blog e non averlo sventolato ai quattro venti. Quindi lo sventolo io! Non picchiarmi! Quello che è giusto è giusto.

      afontanadelvillaggio2.wordpress.com/2012/02/04/bisogna-salvare-il-seme/

  2. Francesca Romana

    Considerando il permanere di un forte e reale rischio di nevicate, l’incontro dei Cinque Passi di domani sera 10 Febbraio dal titolo:
    Una, nessuna …. centomila verità?
    è spostato alla settimana prossima: Venerdì 17 Febbraio sempre h. 21.00.
    Grazie se potete fare girare la notizia a tutti coloro che potrebbero essere interessati!

  3. Immagino che Voltaire non intendesse questo quando diceva che «il faut cultiver son jardin» ma oltre a custodire il seme mi sa che bisogni anche occuparsi un po’ dell’orto: strappare le erbacce (anche se poi ricrescono), rivoltare le zolle, spargere un po’ di humus di lombrico 🙂

  4. Tutti buoni, religiosi
    Le famiglie con gli sposi
    Abbondanza di figlioli
    Per non essere mai soli
    Tutti insieme illuminati
    E poi vivere beati
    Conservando sempre il seme
    Nell’Inverno, quando viene,
    E pregare, nella sera,
    Che ritorni Primavera!

    1. nonpuoiessereserio

      Accenni al chianti e io penso al salame, a quest’ora sarei disposto a molte cose per un panino col salame.

  5. Alessandro

    “Viene detto [Apocalisse, capitolo 12] che il dragone mette un grande fiume di acqua contro la donna in fuga per travolgerla. E sembra inevitabile che la donna venga annegata in questo fiume.Ma la buona terra assorbe questo fiume ed esso non può nuocere.

    Io penso che il fiume sia facilmente interpretabile: sono queste correnti che dominano tutti e che vogliono far scomparire la fede della Chiesa, la quale non sembra più avere posto davanti alla forza di queste correnti che si impongono come l’unica razionalità, come l’unico modo di vivere.

    E la terra che assorbe queste correnti è la FEDE DEI SEMPLICI, che non si lascia travolgere da questi fiumi e salva la Madre e salva il Figlio. Perciò il Salmo dice – il primo salmo dell’Ora Media – la fede dei semplici è la vera saggezza (cfr Sal 118,130).
    Questa saggezza vera della fede semplice, che non si lascia divorare dalle acque, è la forza della Chiesa.”

    (Benedetto XVI, Meditazione – a braccio – nel corso della prima congregazione generale dell’assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, 11 ottobre 2010)

  6. Alessandro

    “Poniamoci adesso la domanda: a chi il Figlio vuole rivelare i misteri di Dio? All’inizio dell’Inno Gesù esprime la sua gioia perché la volontà del Padre è quella di tenere nascoste queste cose ai dotti e ai sapienti e rivelarle ai piccoli (cfr Lc 10,21). In questa espressione della sua preghiera, Gesù manifesta la sua comunione con la decisione del Padre che schiude i suoi misteri a chi ha il cuore semplice: la volontà del Figlio è una cosa sola con quella del Padre. La rivelazione divina non avviene secondo la logica terrena, per la quale sono gli uomini colti e potenti che possiedono le conoscenze importanti e le trasmettono alla gente più semplice, ai piccoli.
    Dio ha usato tutt’altro stile: i destinatari della sua comunicazione sono stati proprio i «piccoli»…

    Ma che cosa significa «essere piccoli», semplici? Qual è «la piccolezza» che apre l’uomo all’intimità filiale con Dio e ad accogliere la sua volontà? Quale deve essere l’atteggiamento di fondo della nostra preghiera? Guardiamo al «Discorso della montagna», dove Gesù afferma: «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5,8). E’ la purezza del cuore quella che permette di riconoscere il volto di Dio in Gesù Cristo; è avere il cuore semplice come quello dei bambini, senza la presunzione di chi si chiude in se stesso, pensando di non avere bisogno di nessuno, neppure di Dio.”

    (Benedetto XVI, Udienza generale, 7 dicembre 2011)

  7. Alessandro

    Disse l’allora card. Ratzinger:

    “Non sono i dotti a determinare ciò che è vero della fede battesimale, bensì è la fede battesimale che determina ciò che è valido nelle interpretazioni dotte.
    Non sono gli intellettuali a misurare i semplici, bensì i semplici misurano gli intellettuali. Il compito del magistero ecclesiale è difendere la fede dei semplici contro il potere degli intellettuali.
    Esso difende la fede dei semplici, di coloro che non scrivono libri, che non parlano in televisione e non possono scrivere editoriali sui giornali. Questo è il suo compito democratico. Esso deve dar voce a quelli che non hanno voce”

    1. Alessandro

      Un ideale commento a queste parole si trova in quest’omelia:

      http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2009/documents/hf_ben-xvi_hom_20091201_cti_it.html

      Difficile estrarre solo qualche passaggio, ci provo:

      “le parole del Signore, che abbiamo ascoltato poc’anzi nel brano evangelico, sono un sfida per noi teologi, o forse, per meglio dire, un invito a un esame di coscienza: che cosa è la teologia? che cosa siamo noi teologi? come fare bene teologia? Abbiamo sentito che il Signore loda il Padre perché ha nascosto il grande mistero del Figlio, il mistero trinitario, il mistero cristologico, davanti ai sapienti, ai dotti – essi non l’hanno conosciuto -, ma lo ha rivelato ai piccoli, ai nèpioi, a quelli che non sono dotti, che non hanno una grande cultura. A loro è stato rivelato questo grande mistero…

      È il cristianesimo la religione degli stolti, delle persone senza cultura, non formate? Si spegne la fede dove si risveglia la ragione? Come si spiega questo?…

      c’è un duplice uso della ragione e un duplice modo di essere sapienti o piccoli. C’è un modo di usare la ragione che è autonomo, che si pone sopra Dio, in tutta la gamma delle scienze, cominciando da quelle naturali, dove un metodo adatto per la ricerca della materia viene universalizzato: in questo metodo Dio non entra, quindi Dio non c’è. E così, infine, anche in teologia: si pesca nelle acque della Sacra Scrittura con una rete che permette di prendere solo pesci di una certa misura e quanto va oltre questa misura non entra nella rete e quindi non può esistere. Così il grande mistero di Gesù, del Figlio fattosi uomo, si riduce a un Gesù storico: una figura tragica, un fantasma senza carne e ossa, un uomo che è rimasto nel sepolcro, si è corrotto ed è realmente un morto. Il metodo sa “captare” certi pesci, ma esclude il grande mistero, perché l’uomo si fa egli stesso la misura: ha questa superbia, che nello stesso tempo è una grande stoltezza perché assolutizza certi metodi non adatti alle realtà grandi; entra in questo spirito accademico che abbiamo visto negli scribi, i quali rispondono ai Re magi: non mi tocca; rimango chiuso nella mia esistenza, che non viene toccata. È la specializzazione che vede tutti i dettagli, ma non vede più la totalità.

      E c’è l’altro modo di usare la ragione, di essere sapienti, quello dell’uomo che riconosce chi è; riconosce la propria misura e la grandezza di Dio, aprendosi nell’umiltà alla novità dell’agire di Dio. Così, proprio accettando la propria piccolezza, facendosi piccolo come realmente è, arriva alla verità. In questo modo, anche la ragione può esprimere tutte le sue possibilità, non viene spenta, ma si allarga, diviene più grande. Si tratta di un’altra sofìa e sìnesis, che non esclude dal mistero, ma è proprio comunione con il Signore nel quale riposano sapienza e saggezza, e la loro verità.

      In questo momento vogliamo pregare perché il Signore ci dia la vera umiltà. Ci dia la grazia di essere piccoli per poter essere realmente saggi; ci illumini, ci faccia vedere il suo mistero della gioia dello Spirito Santo, ci aiuti a essere veri teologi, che possono annunciare il suo mistero perché toccati nella profondità del proprio cuore, della propria esistenza”.

      (Benedetto XVI, omelia della Santa Messa con i Membri della Commissione Teologica Internazionale, 1° dicembre 2009)

      1. 61Angeloextralarge

        Impari? E gli altri che imparano da te se osservi soltanto? Non fare l’egoistaccio!!!! Smack! 😀 😀 😀

  8. Quale posto migliore per ritrovare il seme del luogo dove è stato seminato la prima volta?
    Propongo a tutti gli amici del blog un viaggio in Terra Santa dal 4 al 13 Settembre (dieci giorni quindi, invece degli otto consueti).
    Tema del pellegrinaggio sarà “alle radici della fede: da Abramo a Gesù” e l’itinerario sarà molto personalizzato rispetto a quello che di solito propongono le agenzie, con un passaggio di tre giorni nel deserto del Neghev sulle orme di Abramo e alcune altre “chicche” che rendono questo itinerario appetibile anche per chi in Terra Santa è già stato.
    L’organizzazione tecnica è affidata all’agenzia “Eteria”, la guida spirituale sono io.
    La quota di partecipazione è di 1400 € circa di cui 40 da versare all’iscrizione. La partenza è da Roma il 4 Settembre alle ore 7.00 del mattino e il ritorno il 13 Settembre attorno alle 22.00 sempre a Roma ovviamente. Per eventuali gruppi consistenti (più di due persone) possibile partenze e ritorno anche da Milano.
    Se siete interessati mandatemi un e-mail all’indirizzo fabio.bartoli@fastwebnet.it e vi farò avere il programma dettagliato

    1. 61Angeloextralarge

      carissima Gily, manco io sono una baciona! Ma in questo blog mi sto lasciando andare… 😀

  9. vale

    proprio perché fede dei “semplici”- ed i martiri degli inizii furono il limo che fertilizzo dove seminare- e senza bisogno di tante circonlocuzioni riporto questo:
    Gli Acta Martyrum Scillitanorum, trascrizione in latino degli atti del processo tenutosi al cospetto del proconsole Saturninus e conclusosi con la loro condanna, costituiscono il più antico documento della letteratura cristiana latina, e sono anche il più antico testo che menzioni una versione in latino della Bibbia

    Il processo contro i cristiani di Scilio si tenne il 17 luglio del 180 d.C., quando da pochi mesi era imperatore Commodo, e si può considerare un seguito delle persecuzioni scoppiate sotto il predecessore Marco Aurelio. La fede cristiana probabilmente si era già diffusa da un cinquantennio nell’Africa proconsolare ed era arrivata anche nei piccoli centri: Scilio era appunto una borgata della Numidia.

    Il testo latino di cui si riporta la traduzione è contemporaneo ai fatti; forse è il verbale stesso del processo, a cui è stata aggiunta dal trascrittore cristiano solo l’ultima parte. E’ la prima testimonianza sul tributo di sangue che i cristiani dell’Africa hanno versato alla Chiesa ed è il documento più antico conosciuto nella letteratura cristiana latina.

    “Quando erano consoli Presente, per la seconda volta, e Claudiano, sedici giorni prima delle calende di agosto (il 17 di luglio), furono convocati alla presenza dell’autorità giudiziaria Sperato, Nartzalo, Cittino, Donata, Seconda e Vestia

    Il proconsole Saturnino disse loro: « Potete meritare l’indulgenza del nostro sovrano, se ritornate a pensieri di rettitudine ».

    Sperato rispose: « Non abbiamo fatto niente di male, non abbiamo commesso nessuna iniquità, né detto mai male di alcuno, anzi abbiamo sempre reso bene per male; per la qual cosa obbediamo al nostro imperatore ».

    Disse ancora il proconsole Saturnino: « Anche noi siamo religiosi e semplice è la nostra religione. Giuriamo per il genio del nostro sovrano e rivolgiamo agli dei suppliche per la sua salvezza, cosa che anche voi dovete fare ».

    Rispose Sperato: «Se mi porgerai ascolto con calma, ti spiegherò il mistero della semplicità».

    Ribatté Saturnino: « Non ti ascolterò in questa iniziazione in cui offendi i nostri riti; ma giurate piuttosto per il genio del nostro sovrano ».

    Rispose Sperato: « Io non conosco il potere del secolo, ma sono soggetto a quel Dio che nessun uomo ha mai visto né può vedere con i suoi occhi. Non ho mai commesso un furto, ma ogni volta che concludo un affare pago sempre il tributo, perché obbedisco al mio sovrano e imperatore dei re di tutti i secoli ».

    Il proconsole Saturnino disse agli altri: « Desistete da tale convinzione ».

    Ribatté Sperato: «E’ un cattivo sistema minacciare di uccidere se non si giura il falso».

    Disse ancora il proconsole Saturnino: « Non aderite a questa follia ».

    Disse Cittino: « Non abbiamo da temere nessuno se non il nostro Signore che è nei cieli» Aggiunse Donata: « Onore a Cesare come sovrano, ma timore soltanto a Dio ».

    Proseguì Vestia: « Sono cristiana ».

    Disse Seconda: « Quello che sono, voglio essere »

    Chiese a Sperato il proconsole Saturnino: « Persisti a dichiararti cristiano? ».

    Rispose Sperato: « Sono cristiano » e tutti assentirono alle sue parole.

    Chiese ancora il proconsole Satumino: «Volete un po’ di tempo per decidere? ».

    Rispose Sperato: «In una questione tanto chiaramente giusta, la decisione è già presa ».

    Chiese quindi il proconsole Saturnino: « Che cosa c’è nella vostra cassetta? ».

    Rispose Sperato: « Libri e le lettere di san Paolo, uomo giusto ».

    Disse il proconsole: «Avete una proroga di trenta giorni per riflettere».

    Sperato ripete: « Sono cristiano », e tutti furono d’accordo con lui.

    Il proconsole Saturnino lesse il decreto dell’atto: “Si decreta che siano decapitati Sperato, Nartzalo, Cittino, Donata, Vestia, Seconda e tutti gli altri che hanno dichiarato di vivere secondo la religione cristiana, poiché, pur essendo stata data loro facoltà di ritornare alle tradizioni romane, l’hanno ostinatamente rifiutato”.

    Sperato disse: «Rendiamo grazie a Dio». Nartzalo aggiunse: « Oggi saremo martiri in cielo. Siano rese grazie al Signore! ».

    Il proconsole Saturnino fece proclamare la sentenza dal banditore: « Sperato, Nartzalo, Cittino, Veturio, Felice, Aquilino, Letanzio, Gennara, Generosa, Vestia, Donata, Seconda sono stati condannati alla pena capitale ».

    Dissero tutti: « Siano rese grazie a Dio! » e subito furono decollati per il nome di Cristo”.

    (dagli “Atti dei Martiri Scillitani”, pubblicati per primo da C. Baronio negli “Annales Ecclesiastici”, 1588-1607).

  10. 61Angeloextralarge

    I martiri continuano e seminare il loro sangue anche oggi. La Chiesa non morirà mai perché è tempio dello Spirito Santo, ma anche perché c’è chi testimonia fino ell’estremo la sua fede.

  11. mi riferisco al commento di Ferfral sul post di Laura Gotti Tedeschi. Ci ho riflettutto (ammettendo sia possibile e positivo per me riflettere:Credo che il post (e noi naturalmente ci abbiamo messo parecchio a capirlo) sia stato in realtà un post canzonatorio nei nostri confronti che l’abbiamo sempre o criticata o sminuita o avversata o offesa eccetra. Allora lei ha messo un post su Topolino e Disneyland come per dire: ecco pane per i vostri denti , contenti ora?
    Salvo restando il grande genio di Disney (e aggiungerei anche, non inferiore, di Karl Barks)

    1. 61Angeloextralarge

      Alvise: Mi pare che ci siamo sfogati, no? Mica fa male ogni tanto gigioneggiarsi con i cartoni!

    2. vale

      non so mica se è vero. se sono i “semplici”-e per definizione i bambini che istintivamente e non ancora indottrinati dalle marxisteggianti “sovrastrutture”- a percepire la “quidditas”, alzi la mano chi non rimase incantato dai cartoni animati del Walt,ed anche di altri, dei tempi che furono…..

    1. 61Angeloextralarge

      Hai ragione, Alvise! Quando svanisce la Speranza (dono dello Spirito Santo), è moooolto facile che girino i c….

    2. vale

      gli è che te tu te non vuoi ricordare di quando sei stato bambino…..(anche se dici di non esserlo mai stato….)

  12. OT avrei bisogno di una consulenza. Dovrei spiegare in una nota la differenza tra ‘chiesa matrice’ e ‘chiesa sacramentale’ (in relazione a un testo che dice «si espose in ogni chiesa sacramentale per tutta la mattina il Santissimo e nella chiesa Madrice per tutto il giorno una reliquia …». Chiesa matrice è un concetto che ho abbastanza chiaro. Chiesa sacramentale, invece? Sinonimo di chiesa parrocchiale? Grazie infinite e a buon rendere.

    1. vale

      1672 Alcune benedizioni hanno una portata duratura: hanno per effetto di consacrare persone a Dio e di riservare oggetti e luoghi all’uso liturgico. Fra quelle che sono destinate a persone – da non confondere con l’ordinazione sacramentale – figurano la benedizione dell’abate o dell’abbadessa di un monastero, la consacrazione delle vergini e delle vedove, il rito della professione religiosa e le benedizioni per alcuni ministeri ecclesiastici (lettori, accoliti, catechisti, ecc). Come esempio delle benedizioni che riguardano oggetti, si può segnalare la dedicazione o la benedizione di una chiesa o di un altare, la benedizione degli olii santi, dei vasi e delle vesti sacre, delle campane, ecc.

      dal catechismo. ma mi sa che qualche don o frate o cyr.te la spiegano meglio…

    2. 61Angeloextralarge

      Non so se è lo stesso, ma in Sicilia la chiesa Matrice è il nostro Duomo, cioè la Madre delle altre chiese cittadine (sacramentali?).

  13. Velenia

    Alvise, noto esponente della scuola poetica chiantigiana del XXI sec.,fiorito intorno agli anni 50 del secolo precedente studiò,come già G.Pascoli,dai Padri Scolopi,conseguìl a laurea in filosofia con la votazione di 0/0(zero) e il dottorato in enologia,si specializzò poi in litopratica continuando sempre l’attività poetica.
    La sua produzione è pervasa da una misantropia strisciante e da una finta misoginia,da un larvato cupio dissolvo e da un autentico cupio vinii et cupio mulieris,esponente dell’ateismo dubbioso rivisita in forma moderna e indulgendo,talvolta, ad un turpiloquio di maniera di stampo toscan-sessantottino,le grandi domande che già furono di G.Leopardi.
    Assiduo frequentatore di blog dichiaratamente cattolici che animò senza,peraltro,mai trolleggiare si fece promotore di un pellegrinaggio,ancora mai realizzato,a Medjugorie,suo leit-motiv fu:non ci credo,ma ci spero.

    1. nonpuoiessereserio

      Velenia miticissima. Mi hai fatto sbragare dalle risa. Alvise, oramai hai una serie di epitaffi degna di un grande imperatore. Dove la facciamo la tomba?

    2. 61Angeloextralarge

      Veleniaaaa! Se i frutti del blog fossero già un pellegrinaggio in Terra Santa con don Fabio ed uno a Medjugorje con Alvise, sarebbe sufficiente per proclamarlo BLOG NAZIONALE. Di frutti già ce ne sono tanti altri ovviamente…
      non è che con sti epitaffi invogliamo qualcuno a fare gli scongiuri, no?

          1. fefral

            eggià, mo’ la prima che arriva a scriverti due paroline sulla tomba e già hai dimenticato fefral! Dico, ti ha scritto l’elogio funebre ‘sta donna! E tu vivi per lei?

            1. Fefralicchia, tu hai ragione,
              (non conosco il vero nome)
              Ti ho aspettato un anno intero
              E già freme il mio destriero,
              Non gli piace di sapere
              Che è infelice il cavaliere….

              1. Alessandro

                Non fidarti mia fanciulla
                di Aloisio lo scalpello
                di blandizie ti trastulla
                e ti molla sul più bello,
                loda in versi e pure in rima
                e alfin? zitella come prima,

    1. Grazie della gentile citazione. L’Antico Cimitero degli Inglesi di Livorno e’ il piu’ antico d’Italia ed e’ in gravi condizioni. Ce ne stiamo occupando da molti anni ma si fa ancora moltissima fatica ad avanzare. Posso confermare che e’ di un fascino assolutamente unico e praticamente sconosciuto ai piu’.
      Grazie.

  14. OT @ 61Angeloextralarge 9 febbraio 2012 alle 16:34
    E’ quel che presumo anch’io ma mi piacerebbe essere confortata nella mia presunzione 🙂
    (tra l’altro il testo è appunto di ambito siciliano e la chiesa matrice di cui si parla è il Duomo di Catania)

    1. 61Angeloextralarge

      Allora va tranquilla che se è quella di Catania i dubbi sono risolti: ci sono stata ed è la chiesa principale della città, Se c’è qualche siciliano nel blog te lo può confermare.

      1. 61Angeloextralarge

        “A Matrici” (in siciliano) e “La Matrice” (in siciliano italianizzato) di solito è il Duomo (letteralmente chiesa madre). Nei grandi centri non si chiama Matrice ma Cattedrale. queste sono le parole di un siciliano doc!

  15. Pingback: Intorno, dentro e oltre al blog | Sposati e sii sottomessa

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