Non ti scordar di me

di Jane

Lo scrittore britannico E. M. Forster diceva che se non ricordiamo non possiamo comprendere. Ricordare significa, letteralmente, ripassare dalle parti del cuore. In fondo, forse, è vero che la vita è quella che si ricorda e che si è in grado di raccontare. Continua a leggere “Non ti scordar di me”

In una cantina buia

di Fabio Bartoli 

Ieri mattina mi è accaduta una cosa, una di quelle cose che di solito il mondo definisce “spiacevoli incidenti”, dando così un segno quasi certo della loro origine provvidenziale: a causa di una sbadataggine sono rimasto per tre ore chiuso in una cantina buia. continua a leggere

Fin che la barca va

 

di Raffaella Frullone 

Siccome quando è andata in onda ero impegnata nell’ordine: a risolvere al telefono il dilemma della mia amica Vanda: «Ex. Tornarci oppure no? », a discutere in Skype con il mio migliore amico (sì, ne ho uno maschio, è straordinario ed e’ anche single… se qualcuna vuole farsi avanti, organizzo incontri) sul disegno di Dio sulle nostre vite e infine a resistere al richiamo di Morfeo, non ho visto la puntata.

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Nelle terre estreme

Girovagando sul web seguendo le tracce che lasciano sul pannello di controllo i link in ingresso mi sono imbattuto in qualche bella sorpresa. Intanto questo nuovissimo blog Filia Ecclesiae i cui autori sono delle nostre vecchie conoscenze, e poi quest’altro blog L’Omo Salvatico che ho trovato molto interessante e in particolare mi ha colpito il post che mi permetto oggi di riproporre  (purtroppo non conosco e non è riportato il nome dell’autore) .

da L’OMO SALVATICO

Anni fa ho ricevuto in dono un’icona, un’icona di San Paolo. Pare che queste immagini sacre non abbiamo mai un destinatario casuale. Si fanno presenti per compiere un’opera nelle persone che le accolgono.

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Un anno di “Sposati e sii sottomessa”

Un anno fa usciva Sposati e sii sottomessa. Quel che resta di me, travolto da richieste di interviste, incontri, lezioni, articoli (richieste delle quali chiaramente in pochi si spiegano il motivo), voleva scrivere un pezzetto per dire quanto è felice, quel che resta di me, di avere incontrato tante persone meravigliose, grazie al libro. Il problema è che sono così stanca, così oberata, così stremata che ieri ho pianto di commozione leggendo “Milo va all’asilo” , e poi, sfinita, messi a letto i figli, mi sono addormentata, nel vano tentativo di scrivere, con la testa sul tavolo e gli occhiali addosso (così ora ho una specie di prestigiosa stimmata, si dice così?, in mezzo alla fronte). Ne approfitto per scusarmi con tutte le persone che mi scrivono qui, sulla mail e su facebook,  alle quali riesco a rispondere, se ci riesco, con mesi di ritardo e probabilmente in modo incongruo.

Per festeggiare il compleanno del libro, non riuscendo a scrivere un post, ho pensato con l’astuto admin di ripubblicare l’intervista che mi ha fatto per  Il Foglio Camillo Langone, per merito o colpa del quale tutta questa avventura è cominciata. Continua a leggere “Un anno di “Sposati e sii sottomessa””

Retablo – Tavola seconda: Il bello

di Daniela Bovolenta     Perfectio Conversationis

Ho pensato a lungo alle critiche di alcuni utenti di questo blog, persone che stimo e che han detto più volte che c’è troppo pessimismo, troppo attacco al mondo, troppo cattolicesimo barricadiero in alcuni post. È vero. Io stessa ho questa tendenza e la prima parte del mio Retablo sembra la descrizione di un incubo alla Orwell, senza speranza né gioia. Continua a leggere “Retablo – Tavola seconda: Il bello”

Retablo – Tavola prima: Il vero

di Daniela Bovolenta     Perfectio Conversationis

Il mondo è in frantumi, lo diceva già una trentina di anni fa Solgenitsin, e non aveva ancora visto il peggio.

Il sociologo Giuseppe De Rita, nel 44° Rapporto annuale del Censis (2010), parla di “società coriandolare”, ancor più disgregata rispetto a quella “liquida”, descritta da un altro sociologo, Zygmunt Bauman.

Come siamo finiti in coriandoli? Continua a leggere “Retablo – Tavola prima: Il vero”

Mala, male, mali

di Paolo Pugni

C’è questa vicenda  di Filippo (*) che va letta nel modo giusto. Perché ti fa tremare. In molti modi. E ti schianta se non sai prendere la distanza e guardare l’insieme.

Che se non stai attento, se non tieni in equilibrio i piatti, se non guardi dove metti i piedi, tutto cade, non si tiene in uno scenario che strappa un lembo di Paradiso e lo porta in terra. Continua a leggere “Mala, male, mali”

Le parole di frate asino

di Costanza Miriano    IL TIMONE gennaio 2012

Qualche giorno fa, lo ammetto, ho mormorato una parolaccia. Con una raffinata operazione di alta ingegneria ergonomica ero riuscita a far cadere, nell’ordine, il citofono sulla fronte, la tazza a terra, il caffè sulla gonna pulita – questo sì che è talento – salutando il figlio maggiore che usciva per andare a scuola. Gli altri tre dormivano. Credevo. Immediatamente da sotto una coperta arriva una vocina: «Mamma, ti ho sentita. Con questa ti sei giocata il buono per il 2012».  Continua a leggere “Le parole di frate asino”

Dal momento

Dal momento che per oggi non  avevamo post da proporre, dal momento che  invece di vedere il festival di SanRemo sono andato al cinema, dal momento che il film mi è piaciuto molto e dal momento che ho scoperto che il film è stato recensito dalla Bussola Quotidiana…non mi resta che svelare il titolo del film e linkare l’articolo.

Buona domenica.

Per andare alla recensione clicca  QUI

 

Che fine hanno fatto le indignate?

di Raffaella Frullone     La Bussola Quotidiana

La Signora Moralità è tornata a regnare sovrana in Italia. Noi non ce ne eravamo accorti, ma deve essere certamente così. Da un po’ di tempo a questa parte la dignità delle donne ha riconquistato la cittadinanza italiana, la meritocrazia è tornata dall’esilio e le pari opportunità sono obbligatorie quanto pagare il canone Rai. Contemporaneamente il bunga bunga è stato bandito insieme alla mercificazione e alla strumentalizzazione del corpo della donna, ai quali è stato consegnato un decreto d’espulsione coatto dal nostro paese. Continua a leggere “Che fine hanno fatto le indignate?”

Io so che tu sai che io so

di Maria Elena Rosati     trentamenouno

Cercare la parola “pettegolezzo” su internet, è come cercare un lecca – lecca in un negozio di dolci: ne trovi di tutti i gusti. Blog dedicati, riviste online che elencano le otto regole d’oro per difendersi dalla chiacchiera selvaggia, oltre a decine, forse centinaia di siti dedicati alle vite delle star.

Continua a leggere “Io so che tu sai che io so”

Partigiani della fedeltà

di Andreas Hofer

Il dilemma, uno dei capolavori assoluti del duo Gaber-Luporini, non è solo la narrazione d’un amore morente. È una storia di fedeltà estrema, di «resistenza» avrebbe detto lo stesso Gaber, che va dritta al cuore dell’amore di ogni epoca. La scena è nota: una «spiaggia poco serena», una «casa a picco sul mare».

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L’importante è vincere

di Raffaella Frullone

Non so voi, ma io in genere voglio vincere. Non importa il prezzo da pagare, il mio obiettivo è arrivare sul podio, prendere il premio e possibilmente anche gli applausi. Non importa nemmeno il tipo di competizione, la materia, lo sport, se gioco voglio vincere. Altrimenti non gioco.

Continua a leggere “L’importante è vincere”

L’uomo del sì

 

di Fabio Bartoli

Quanto mi pesa dover dire di no! Il dramma della mia condizione di parroco è che mentre vorrei essere l’uomo del sì, l’uomo che accoglie sempre, la mia posizione di presidente della comunità, di responsabile dell’ortodossia, di maestro della fede mi costringe invece a correggere ed orientare ed a volte purtroppo a dover vietare e questa è la cosa più pesante. continua a leggere

A testa bassa

di Paolo Pugni

Ci vuole coraggio. No dico, ce ne vuole proprio tanto. Venire qui e iniziare a prendere a testate tutti, che solo uno come Materazzi potrebbe. E io lo ammiro questo coraggio, perché non ce l’ho, credo. Perché ci vuole freddezza, e forte autostima. Una convinzione incrollabile di essere nel giusto. E quel nobile senso di vittimismo che sviluppa non una ira calda e luminosa, rossa, come BriobluLaRossa direbbe la Cortellessi, anche confusa e inconcludente. No. Piuttosto una rabbia calma e lucida, appunto quella blu invece leggermente frizzante, anche fredda e tagliente. Continua a leggere “A testa bassa”