Maschio, femmina e Lego

di Costanza Miriano

A casa nostra, per carità, di sacro c’è solo Dio.

Molto distanziati, diversi gradini sotto ma sempre in posizione ampiamente sopraelevata sulle cose ordinarie ci sono diversi pilastri della nostra esistenza. Uno è l’aesseRoma, come dicono i tifosi patologici di cui ho almeno due esemplari tra le mura domestiche. Un altro è la mensola delle creme cosmetiche. Uno è senz’altro la Lego.

L’intoccabile casa danese è proprietaria di un’ala della nostra abitazione, la pervade sotto ogni forma possibile. Abbiamo basi, castelli, pedane e poi cassettoni pieni di mattoncini base e cassettini pieni di minuscoli accessori, teste, mani, cappelli, armi, utensili di ogni tipo, la cui preziosità cresce in proporzione alla piccolezza e all’attitudine ad annidarsi negli angoli più impervi e polverosi del pavimento, causando crisi di sconforto, aperture frenetiche del sacco dell’aspirapolvere, spostamenti di librerie monumentali.

E’ per questo che nei giorni scorsi leggendo l’attacco in massa fatto alla Lego dalle femministe inglesi, mi è scattato una sorta di orgoglio familiare. Cioè, come con i fratelli che solo tu li puoi picchiare, io dei mattoncini che mi feriscono i piedi scalzi e mi costringono a ricerche minuziose posso anche dire male, ma le femministe no, mi dispiace.

Invece le signore hanno raccolto ben cinquantamila firme per protestare contro la nuova linea, che si chiama Lego friends. Le preziose bamboline femminili in Italia non si trovano ancora nei negozi, ma dopo solerte segnalazione di un amico noi, cioè voglio dire Gesù bambino si era affrettato a ordinare online un primo esemplare da recapitare sotto l’albero. Stephanie e Emma sono così venute ad arricchire il nostro parco omini, anzi finalmente anche donnine, e hanno allietato il Natale delle mie bambine.

Le femministe però si sono arrabbiate perché le bamboline sarebbero formose (hanno un accenno di seno appena abbozzato), e soprattutto perché hanno accessori femminili, e sono poche le parti da montare.

Allora: le nostre eroine del Natale hanno rispettivamente una piccola piscina con lettino e cocktail, beata lei, e una cucinetta da giardino. Le parti da montare, è vero, non sono molte, ma comunque di quelle si è incaricato il fratello maschio che si diverte ad assemblare, mentre noi tre femmine, pur non essendo disabili all’impresa, preferiamo dedicarci alla vita sociale. Così Stephanie e Emma si sono subito abbandonate a una conversazione piena di “o cara” e “signora mia”, intanto che l’uomo di fatica (il fratellino) montava.

Noi non ci abbiamo trovato niente da ridire. Le mie figlie come hanno visto le Lego friends se ne sono innamorate, e contano i giorni che mancano al loro compleanno (purtroppo in agosto) per avere qualche altra scatola della preziosa serie.

Ora, o io e mio marito abbiamo diabolicamente plagiato la mia prole, cercando silenziosamente di coltivare in loro discriminazioni di genere, oppure semplicemente ai maschi piacciono giochi da maschi, alle femmine giochi da femmine.

Noi amiamo i mattoncini perché a parte i pupazzetti, per il resto permettono di costruire praticamente qualsiasi cosa, basta un po’ di fantasia. Io per esempio ho un figlio della cui permanenza in vita mi devo ogni tanto sincerare. A volte, e sin da quando è molto piccolo, sprofonda con i suoi mattoncini nel mondo della fantasia, e io gli urlo da due stanze di là “Bernardoooo, sei vivooo?”. “Sì, sto giocando”, fa lui, pure un po’ scocciato per il disturbo, mentre vive chissà quali meravigliose avventure nel mondo della sua multiforme fantasia (ha preso da suo padre). Con i Lego, per dire, c’è stato anche chi ha illustrato il Nuovo e l’Antico Testamento, in scenette incredibilmente minuziose e fedeli che possono servire come ripasso anche per i bambini molto piccoli.

Non vedo dunque niente di strano se finalmente sono a nostra disposizione anche piatti, cucinette, cagnolini, cocktail, studi da stilista. Non ci vedo niente di offensivo nei confronti delle donne, non stiamo mica parlando di bamboline accessoriate per il bondage, o siliconate. Anzi, se proprio uno non avesse avuto niente da fare nella vita, ci sarebbe stato da protestare prima, quando gli accessori in vendita erano quasi esclusivamente maschili.

Il problema è che ormai tutto quello che rimanda in qualche modo allo specifico maschile e femminile scatena reazioni scomposte e a volte persino isteriche. Sembra un nervo scoperto, ipersensibile, che in nome della correttezza non si può neanche sfiorare. Non si può dire che uomini e donne sono diversi. Anzi, bisogna dire che sono uguali. E’ obbligatorio. In nome della libertà si diventa tirannici. Non so come altro definire l’atteggiamento di chi si arrabbia perché esiste un gioco che si attaglia a un sesso più che a un altro. Se sei una madre convinta delle tue idee basta che non compri le bamboline a tua figlia (poverina). Ma fare campagne di protesta, a cui è stato dato ampio rilievo anche sui nostri giornali, ovviamente Repubblica in testa, è qualcosa che con la libertà non c’entra davvero niente. E’ vero, lo specifico femminile va oltre i piatti e la cucina e il gusto per i vestiti, ma che volevamo, una pupazzetta di santa Teresa d’Avila? Una Virginia Woolf?

La questione ancora più fondamentale è: perché tanto livore nel negare lo specifico maschile e femminile?

Maschio e femmina li creò, dice la Genesi, a immagine e somiglianza di Dio. Io credo che nella differenza sia celato un grande mistero che dice qualcosa di molto profondo sulla natura dell’uomo. Di profondo e sostanziale. Dice che l’uomo e la donna non possono stare soli, perché c’è un’incompletezza che sarà per sempre la loro qualità distintiva. Dice che l’uomo e la donna esistono in relazione. Dice che questa relazione profonda e vera con una persona dell’altro sesso può anche non esserci, ma allora deve essere Dio che diventa lo sposo o la sposa di quella creatura, che da sola non è piena. Non è bene che l’uomo sia solo.

Chi nega la differenza nega che l’uomo è creatura, e quindi figlia di un Padre. Chi nega la differenza nega quindi Dio. E allora la posta in gioco è ben più alta del pupazzetto della Lego. E val bene la raccolta di firme e la campagna sui giornali, che del negare la fragilità, l’incompiutezza, la povertà e il bisogno dell’uomo hanno fatto evidentemente la loro ragione di esistere.

86 pensieri su “Maschio, femmina e Lego

    1. «- CONTENT NOTICE –
      The Bible contains material some may consider morally objectionable and/or inappropriate for children. These labels identify stories containing:

      N = nudity S = sexual content V = violence C = cursing»

      Fantastico, stanno troppo avanti questi! 😀
      La Bibbia è proprio un libro disdicevole…

  1. Beatrice

    ……non sono d’accordo scriteriato!!! Io voto Costanza for president che e’ sempre un gran piacere leggere, mi fa cominciar bene la giornata!!! grazie Costi!!!

    1. Dubbio non v’è che la presidenza del Genio Cosmico sia totale, suprema ed assoluta, come scrissi già qui:
      http://costanzamiriano.wordpress.com/2011/11/01/ognissanti-vs-halloween/

      scriteriato
      1 novembre 2011 a 19:29 #
      Allora organizzamose mejo:
      Presidente totale supremo assoluto: Genio Cosmico
      Interni: S.E. Admin
      Esteri: Danicor
      Economia: Fefral
      Difesa: Paul Bratter
      Sottosegretaria con delega alla televisione: Gizeta
      Sanità: Cugina del Genio Cosmico
      Sottosegretario con delega ai rapporti con la Santa Sede: Alvise

      Rimangono solo ‘presidenze’ onorifiche, assegnabili, transeunti e temporanee. Un po’ come, se vogliamo, il titolo di baronetto che la Corte di San Giacomo assegnava ed assegna ai protagonisti della sua grandezza storica, da Francis Drake ai Beatles.
      God save the Cosmic Genius!

  2. Alberto Conti

    Da bambino ero come Bernardo, penso si aver costruito qualsiasi cosa con il Lego.
    Finalmente hanno dato una parvenza femminile alle donnine Lego; ai miei tempi l’unica variazione era la differente capigliatura (e solo per quelli più avanti il rossetto sulla faccia a mo, di faccina skype ;-)).

    “Chi nega la differenza nega che l’uomo è creatura, e quindi figlia di un Padre”: veramente Genio Cosmico 🙂

  3. Lucia

    Tutti gli operatori sanitari hanno l’obbligo dell’aggiornamento continuo: in un grande Ospedale della Toscana, ogni due mesi, a spese dell’Azienda pubblica, vengono svolti “corsi di aggiornamento” gratuiti che fanno acquisire crediti formativi sul tema della trans-cultura dove si insegna che i generi non sono affatto 2: oveero viene spiegata e motivata la teoria del gender. Io ho partecipato e posso testimoniare in tutto e per tutto come si svolge e le basi assolutamente false e ideologiche da cui si parte. Ma, per non tediare, visto che l’articolo di Costanza è più che chiaro, voglio solo portare alla vostra attenzione la Legge Regionale della Toscana del 15 novembre 2004 n.63 che recita così:
    Norme contro le discriminazioni determinate
    dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere.
    Bollettino Ufficiale n. 46, parte prima, del 24.11.2004
    Capo I – PRINCIPI GENERALI
    Art. 1 – Finalità
    1. La Regione Toscana adotta, in attuazione dell’ articolo 3 della Costituzione , politiche finalizzate a consentire a ogni persona la libera espressione e manifestazione del proprio orientamento sessuale e della propria identità di genere, e promuove il superamento delle situazioni di discriminazione.
    2. La Regione Toscana garantisce il diritto all’autodeterminazione di ogni persona in ordine al proprio orientamento sessuale e alla propria identità di genere.
    3. La Regione Toscana garantisce l’accesso a parità di condizioni agli interventi e ai servizi ricompresi nella potestà legislativa regionale, senza alcuna discriminazione determinata dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere.
    Questa è una legge. Vi rendete conto?

    1. Alessandro

      Lucia, visto che hai partecipato a questi deliranti corsi di aggiornamento, potresti raccontarcene qualcosa in più?

  4. Lucia

    Vorrei trascivere un articoletto apparso su “Il Giornale” del 9 giugno 2007 a firma di A. Gnocchi e M. Palmaro: “…la rossissima Regione Toscana ha destinato 150mila euro del Fondo sociale europeo alla creazione di carte di credito riservate a transessuali e transgender in cerca di lavoro. (..) Questo rapidamente il fatto: l’Unione Europea stanzia da alcuni anni dei fondi per promuovere lo svolgimento di corsi professionali per i nostri ragazzi. Corsi che, quando sono ben progettati e ben realizzati, insegnano davvero un mestiere e introducono nel mondo del lavoro i giovani. Così la rossissima Regione Toscana ha pensato di inventarsi con quei fondi una carta prepagata di 2.500 euro procapite da spendere in due anni, utilizzabile solo per frequentare corsi di formazione. Bene, diranno molti. Però c’è un però: la carta è riservata a coloro che esibiscano un certificato del servizio sanitario con la diagnosi “disturbo di identità di genere”.
    Ogni altra parola è di troppo. Rimando all’articolo integrale.

  5. Ele86

    Meravigliosi i lego della Bibbia!!! Cmq le femministe sono in ritardo. Natale 1996 ricevetti dopo mesi di assillanti richieste la villa dei lego tutta rosa con cucina lvastoviglie mamma papà bambini fiori sul daavanzale ecc ecc ecc…C’erano persino i letti piccoli la culla il biberon e il letto matrimognale dove entravano solo i genitori in formato lego “adulto”. E ricordo una battuta di mio padre “guarda anche i lego hanno capito che nel lettone grande ci stanno solo mamma e papà!”

    1. Laura C.

      Io avevo una cucinetta componibile Lego, con tanto di piatti da infilare in forno, tavolo da apparecchiare… quanto ci ho giocato! Stupenda! Correva l’anno 1978…

  6. Questo post mi trova profondamente e completamente d’accordo in ogni sua singola parte. Mi piace che si è sottolineato questo “nervo scoperto” della diversità. Direi che più che un’uguaglianza tra uomini e donne l’ultrafemminismo percorra la strada della conformità, non distante dagli interessi e dai modelli del Grande Fratello di Orwell.

    Lordbad

    Vongole & Merluzzi

  7. Erika

    Sono d’accordo sul fatto che le femministe abbiano avuto una reazione insensata. Non ho assolutamente niente contro i Lego “femmina”, pero’ mi lascia un po’ perplessa che un gioco di costruzioni abbia riservato alle bambine degli scenarietti in cui da costruire non c’è praticamente nulla. (una delle mie sorelle, grande appassionata di Lego, si sta laureando in ingegneria biomedica…)
    Ma non ne faccio una questione (solo) di genere: i Lego una volta lasciavano più spazio alla fantasia, ora il progetto e’ spesso già pronto e sembra di montare i mobili dell’Ikea… 🙂

    Ma non credo

  8. Alessandro

    http://www.zeroviolenzadonne.it/rassegna/pdfs/6dd8b03a042fa2a03c96e552614ef6d1.pdf

    C’è la prof. Becky Francis secondo cui “considerati gli sforzi fatti per coinvolgere le bambine in campi come la scienza e la tecnologia, questa è una clamorosa occasione sprecata. Più di ogni altra azienda di giocattoli, la Lego era nella posizione ideale per fare qualcosa di utile in questo ambito e invece ha rafforzato i peggiori stereotipi, dando l’impressione che le ragazze sono ossessionate dalla moda”.

    Ma veramente la Francis pensa che chi giocherà con Lego friends non vorrà più laurearsi in ingegneria, in chimica, in fisica? E da cosa si capirebbe che le “ragazze sono ossessionate dalla moda”? Dal fatto che le signorine della Lego hanno borsette, spazzole per capelli, asciugacapelli, rossetti, frullatori, tazzine da tè, piscina con lettino e cocktail, cucinetta da giardino? Mi pare che la Francis sia lei ad essere ossessionata…

    La dott.sa Laura Nelson, neuroscienziata, è “preoccupata per il messaggio sociale inviato da un simile gioco. Suggerisce implicitamente che le ragazze sono interessate solo ad attività domestiche”.
    Io sono più preoccupato dal fatto che la Nelson abbia convinto Hamley’s, il più grande negozio di giocattoli di Londra, ad abolire la divisione in maschile e femminile dei settori in cui sono esposti i giocattoli.

    Mi pare che questo femminismo – con tanto di indignate “esperte” – sia ormai macchiettistico. Culturalmente frusto. E tuttavia, purtroppo, ancora invadente e influente.

    1. nella malaugurata ipotesi che la società si adegui alle deliranti aspirazioni delle indignate, ci dovremo aspettare coltissime scienziate con capelli arruffati ( piastre e bigodini saranno messi fuori legge), con unghie opache (caro smalto, adieu!), rughe d’espressione portate con orgoglio (specie quella verticale tra le sopraciglia, che denota studio e riflessione), peli superflui (basta con questa tortura della ceretta! maschi, se amate davvero la vostra donna vi piacerà anche irsuta), gonnone lungo a pieghe, ovviamente sapranno cambiare rubinetti con la stessa velocità con cui si cambia il patello al pupo, pupi rarissimi per ovvi motivi organizzativi e gestionali!
      Insomma… ‘na tristezza!

  9. vale

    @ giuliana z.
    fossero solo le femministe….il problema è che ,tra poco,chiunque potrà fare quel che vuole adducendo a scusante una credenza(non il mobile,s’intende),una fede, una tradizione,una filosofia……
    …..Ma i veri credenti vanno avanti lo stesso, ignorano queste differenze. Per esempio l’altro giorno un cittadino germanico di origini afghane Ahmad Sherzai ha giustamente vendicato l’onore della sua famiglia col coltello. Pensate che quella sventurata di sua moglie incinta si era fatta visitare da un medico maschio. Pensate! Un medico maschio! Giustamente Sherzai ha pugnalato la peccatrice nel ventre, uccidendo il feto ormai impuro. Non vi sembra un atto magnifico nel suo eroismo? Anche la giustizia tedesca è rimasta impressionata dal suo gesto di stima verso la donna e non l’ha incriminato per omicidio ma solo per procurato aborto, sicché il nostro eroe se la caverà con due anni e tre mesi (http://islamversuseurope.blogspot.com/2012/01/germany-muslim-kills-his-girlfriends.html). La ragione è che i bravi giudici tedeschi rispettano i costumi dei loro ospiti e sanno che il delitto d’onore è una pratica indispensabile nelle culture islamiche. In Pakistan, per esempio, se una femmina della vostra famiglia è stata così stupida da farsi violentare da qualcuno, è assolutamente obbligatorio ucciderla, non prendersela col povero violentatore. Di atti di giustizia del genere se ne compiono almeno 5000 l’anno nella felice repubblica islamica del subcontinente indiano, ed è un vero peccato che noi non siamo arrivati ancora a un simile grado di civiltà.( http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=43097

    1. lidiafederica

      Però le cose citiamole bene….
      http://www.rp-online.de/panorama/deutschland/mann-boxt-ungeborenes-kind-tot-1.2677399
      Il tizio non ha pugnalato la ragazza, ma l’ha picchiata sul ventre, cosa che ha causato un parto prematuro, a cui il bambino è sopravvissuto solo due giorni.
      La Corte l’ha condannato per procurato aborto e non per omicidio, e possiamo discutere quanto vogliamo del codice penale tedesco, ma non credo dipenda dalla religione del padre, avrebbe emesso la stessa sentenza se a picchiare la fidanzata fosse stato un cattolico o un protestante, anzi, l’elemento religioso è stato riconosciuto come uno dei motivi che hanno confermato la causa dell’aggressione, contrariamente a quanto diceva il tizio, che affermava di non essere praticante, e che non aveva affatto aggredito la donna per uccidere il bambino. Invece la Corte ha accettato la tesi del PM che diceva che l’elemento religioso era stato probabilmente influente nell’aggressione, e che perciò la si doveva considerare come un’aggressione volontaria. Io nel caso in questione non vedo una particolare clemenza della corte verso un musulmano.
      Possiamo invece dire che un aborto procurato dovrebbe essere equiparato all’omicidio, e ci sto, ma non c’entra con la religione.

      1. vale

        se hai notato,ho citato la fonte.
        null’altro da aggiungere.dubito che Volli faccia una citazione del genere senza essersi documentato sul perché e per come. il sito da lui citato riporta “punches”appunto:preso a pugni. temo si sia trattato di un errore-suo, non mio-di traduzione.( Wednesday, 18 January 2012
        Germany: Muslim Kills His Girlfriend’s Unborn Baby Because She Saw Male Doctor
        09:19 | Posted A Muslim punches his pregnant girlfriend several times in the abdomen because she was examined by a male doctor by Cheradenine Zakalwe )
        sulle motivazioni è opinione tua che la religione non c’entri.
        io, visto i numerosi precedenti,anche in Italia di donne,figlie e mogli maltrattate perché “occidentalizzate”,penso che c’entri
        se ti fa piacere, giro la tua risposta a loro per vedere cosa rispondono…

        1. lidiafederica

          la fonte l’hai citata, ma che c’entra allora il pugnalare che citi tu?
          Io poi ho citato la fonte tedesca originale (il “Rheinische Post”, se tu poi il tedesco non lo sai mi dispiace): “totboxen” significa “uccidere a pugni”, di pugnali ne vedi solo tu.
          Io ho detto che la religione c’entra proprio come causa aggravante (visto che conferma l’accusa di atto volontario nonostante le proteste del padre) non come causa attenuante. Che c’entra la tua proposta di girare la mia risposta alle donne, scusa?
          Io non contesto la motivazione dell’aggressione, religiosa COME HA AFFERMATO ANCHE IL TRIBUNALE, contesto il fatto di dire che i giudici tedeschi sono stati clementi perché hanno rispettato le credenze del musulmano.
          L’articolo che tu citi ha la fonte web.de che sono andata a leggere, e dice:
          “Da das Kind zur Tatzeit noch nicht geboren war, lautet die Anklage gegen den 21-Jährigen auf “Schwangerschaftsabbruch” und nicht auf Tötung”: “poiché il bimbo non era ancora nato l’accusa verso il 21-enne è di “interruzione di gravidanza” e non di omicidio”. Ecco la causa dei due anni e nove mesi.

          Adesso, mi dici per favore dov’è la MANIFESTA clemenza dei buoni giudici tedeschi nei confronti del buon musulmano che tu affermi?
          Se vuoi conraddirmi, dimmi dov’è la prova che il giudice ha concesso un’attenuante al padre proprio perché musulmano – io ho letto l’esatto contrario nell’articolo.

          A me le affermazioni palesemente false come questa che tu fai o citi non piacciono, perché se iniziamo a modificare la verità secondo quello che vorremmo arriviamo proprio da un’latra parte rispetto a dove bisgna andare.

          Sì, gira la mia risposta che l’aggressione era dovuta a motivi religiosi anche secondo i giudici, ma che questa motivazione non ha portato particolare clemenza nella sentenza alle donne. Non vedo cosa ci troveranno di male,anzi: meno male che la clemenza non c’è stata!

          1. lidiafederica

            Scusa, sui pugnali la colpa è di Valli, certo.
            Lui si informerà pure, ma permettimi di dubitarne: dalle fonti originali (che Valli evidentemente non capisce – per tradurre “punches” con “pugnalare” ce ne vuole, di ignoranza) non emerge proprio nulla sulla presunta “clemenza” della Corte nei confronti del musulmano.
            Emerge invece che l’omicidio di un feto è punito con due anni e nove mesi (PS: il PM aveva chiesto due anni e SEI mesi, la Corte ha aumentato a nove mesi, se questa è clemenza…) e non è equiparato all’omicidio di un infante già nato. Ergo, come io ho detto, la religione non c’entra nello specifico della pena inflitta (non è che se lui fosse stato cristano gli avrebbero dato dieci anni). Punto.
            O secondo te per essere musulmano gli avrebbero dovuto dare cinque anni, se la pensa prevista dal codice è di due anni e non so quanti mesi per procurato aborto?
            ne possiamo discutere, ma non atttribuire ai giudici tedeschi clemenze che non hanno avuto.

  10. nonpuoiessereserio

    Ci sono persone, situazioni, momenti nella vita, che solo una mega pernacchia è in grado di riportare alla realtà. Penso che tali femministe meritino solo questo.

  11. Pingback: Maschio, femmina e Lego | One way, Jesus | Scoop.it

  12. 61Angeloextralarge

    Grande Costanza! Poooosso venire a giocare a casa tuuuua? 😀
    Figurati che da brava “monella” ero “innamorata” delle costruzioni Lego! Costruivo e poi smontavo tutto, per migliorarmi. La fantasia non mi è mai mancata: per questo penso che bsognerebbe lasciarle moooolto spazio, soprattutto nei giochi. Data l’età non conosco più le costruzioni Lego odierne, ma, pur desiderando giocarci, preferirei che fossero meno “pronte” all’uso, che lasciassero più spazio all’inventiva.
    Per me la distinzione dei sessi, a quei tempi non esisteva, ma credo di essere cresciuta ABBBBBBASTANZA NOOOOORMALE lo stesso. Già da piccola, con due fratelli, più grandi di pochi anni, giocavo con le bilie, con le figurine e con quanto altro di maschile ci fosse in casa. potevo permettermelo, senza per questo disinnamorami della mia mitica e grande bambola di ceramica, alla quale mia madre, ad ogni mio compleanno, cuciva un nuovo bellissimo vestito di pizzi, veli e tulle. A quei tempi la Barbie non c’era ancora (perlomeno non c’erano soldi per poterla comperare).

  13. Erika

    Quoto in pieno Angeloextralarge. La distinzione di genere nel gioco non e’ un male. Purché si lasci spazio alla fantasia dei bimbi.
    Il problema non e’ che una bambina giochi con le bambole e le piastre per capelli, ma e’ un orizzonte oggettivamente limitante e come tale non puo’ essere imposto.
    Francamente vedere, nei negozi, da una parte astronavi e disonauri e dall’altra mini mocho vileda mi fa un po’ tristezza.

      1. 61Angeloextralarge

        E’ anche vero che ci vuole equilibrio e non giocare troppo con “cose dell’altro sesso”. Per esempio: mi preoccuperei un po’ se uno dei miei nipoti giocasse SOLO con le bambole e, viceversa una delle nipoti volesse giocare SOLO a fare la guerra.

        1. una bimba con fratelli maschi facilmente attingerà anche dal cesto dei giocattoli maschili. Ma mettetela davanti ad una scelta, chessò, tra un dinosauro o un robot e una bambola o una minilavatrice rosa. Secondo voi che cosa preferirà?

          1. JoeTurner

            una provocazione: perchè, secondo voi, le bambine maschiaccio mi divertono e i bambini femminuccie mi imbarazzano?

            1. bella domanda…. mi hai fatto venire in mente la figlia di una amica che si arrampica come una scimmietta sugli alberi e tira calci al pallone come il fratello. Dall’altro lato ho presente anche un amichetto di mio figlio che invece ha atteggiamenti effeminati. Anche a me la cosa imbarazza, o almeno mi fa pensare… da un lato la bimba maschiaccio mi fa ridere perchè è palese la sua imitazione un po’ ironica del fratello, mentre dall’altra mi impensierisce la serietà con cui il bambino si immedesima davvero in atteggiamenti tipicamente femminili.
              Però sono solo sensazioni personali….

          2. 61Angeloextralarge

            In teoria la minilavatrice rosa e la bambola. Poi, la realtà ci riserva delle sorprese?

          3. stefafra

            Sono filgia unica, non sono lesbica, ma da piccina giocavo allegramente coi dinosauri di plastica, le macchinine, la pistola giocattolo (con orrore del mio pacifistissimo padre, ma madre faceva tiro al bersaglio, e si sa che le bimbe copiano la mamma). Ho anche avuto una infatuazione di mesi per un “atlas ufo robot” modello, che non riuscii mai a farmi regalare, anche se ogni volta che passavo davanti al negozio mi incollavo col nasino alla vetrina…Era un modellino bellissimo e carissimo, di alluminio pressofuso, con tutti i dettagli….
            Giocavo anche col cicciobello, che peró finiva sempre a fare da manichino per medicazioni, fasciature e altre faccende, che da piccola volevo fare “il dottore”….e ammetto di aver pure giocato con la Barbie.
            In fondo noi femmine siamo piú fortunate, che possiamo giocare con quello che ci pare senza che nessuno si preoccupi per il nostro futuro orientamento sessuale, un maschietto gioca con la barbi della sorella e zak, lo etichettano fin da piccino come “effemminato”….mah.

            Ammetto di aver avuto 2 barbie 2, quelle “ballerina” perché facevo danza e mi piaceva il loro costumino…

  14. JoeTurner

    le polemiche sui giocattoli da maschi e da femmine a proposito delle differenze tra uomini e donne mi ricordano le discussioni su “chi lava i piatti” a proposito del tema della “sottomissione”

      1. Alessandro

        ma no, il punto è che a una bambina non puoi regalare un peluche, perché, come insegna la prof. Becky Francis, i giocattoli per bambine devono coinvolgerle “in campi come la scienza e la tecnologia”.

        Il piccolo chimico è un regalo come si deve per una bambina (acidi, basi, alambicchi, provette), un microscopio, o roba del genere… 🙂

        1. 61Angeloextralarge

          Sono maschio? Chimica? Che roba è? Ah, sì! Quella roba che per studiarla dovevo prima fare graaande fooorza su me stessa!

  15. “Io credo che nella differenza sia celato un grande mistero che dice qualcosa di molto profondo sulla natura dell’uomo. Di profondo e sostanziale. Dice che l’uomo e la donna non possono stare soli, perché c’è un’incompletezza che sarà per sempre la loro qualità distintiva. Dice che l’uomo e la donna esistono in relazione. Dice che questa relazione profonda e vera con una persona dell’altro sesso può anche non esserci, ma allora deve essere Dio che diventa lo sposo o la sposa di quella creatura, che da sola non è piena. Non è bene che l’uomo sia solo.”
    E invece io conosco omini (non conosco donne, solo omini!)che stanno soli e che sono sempre stati soli e anche BENONE!!! Lo Scanziani, il Ninci, il Ristori, il Tassi, il Massai, il Nencini, il Burci, Il Tanini, lo Zambarbieri, il Dal Verme, il Mugnai, il Serra, il Frassoni, il Toti, il Gattai, il Della Pergola, il Vanni, il Santoni, il Carnesecchi, lo Zani…
    Chi lavora, chi truffa, chi specula, chi presta a interesse, chi ci ha soldi di suo di famiglia, chi è cristiano, chi meno, valdesi, agnostici, atei, senza donne che vivano insiem, ma solo avventizie, avide di piacere che si vogliano accopiare, quando in calore, o pagate, o illuse
    di essere da sposare, o sceme, o comunque che si rendano disponibili, ma facendone anche a meno senza patemi, il turci, il Codazzi, il Cianti, il Lapi, il Crebai, lo

      1. vale

        veramente il Pacciani aveva un rapporto un po’ contorto con l’altro sesso,stando alle cronache. sempre che si parli dello stesso….

        1. Pacciani è un nome molto comune in Toscana, forse derivato da Baggiani, anche molto comune, in Toscana, probabilmente
          perchè te lo puoi immaginare…
          Siamo gente ottusa che ci hanno fatto credere di essere arguti, e così tenerci da parte, poveri diavoli che siamo, provinciali boriosi….

          1. Alessandro

            l’arguzia sapida e salace del toscano, a scrutarla per benino, è venata di malinconia, intinta di rassegnazione per l’inesorabile declinare delle umane vicende verso la morte

            1. Sara S

              E’ vero, una specie di disincanto amarognolo, dietro a tutta l’arguzia. Sono figlia di un toscano, ma non potrei vivere mai con loro. E dico “loro” perché sono un mondo a parte, con un orgoglio smisurato (che ha le sue ragioni d’essere) , ecco, Alvise, “boriosi” è il termine adatto. E poi sanguigni e ruvidi, capaci di toglierti la pelle di dosso. Ma forse è un linguaggio che l’esterno non capisce, e a farti sentire estranei sono molto bravi. L’opposto dell’accoglienza milanese.
              Tanti talenti sotto la scorza. Non si possono non amare., meglio: stimare… a distanza:) !

    1. Sara S

      che sapore i nomi e le parole toscane, però, anche quando sconnesse e ingarbugliate! Perfette per canzonare e accendere cerini e burlesche ribellioni…

  16. Sara S

    in bocca al lupo a Costanza per stasera! Dobbiamo recuperare le posizioni del sondaggio, chissà magari questa serata farà un po’ di sana pubblicità!

    1. 61Angeloextralarge

      Smack! Costanza! Costanza! Costanza!…. Questo è il tifo il lontananza! Senza dimenticarci “del Paolo”…

      n.b.: aspettiamo il video!

  17. stefafra

    Mmmh, quando sono entrata nel blog credevo che il titolo fosse ironico, invece ho scoperto che le autrici ci credono veramente, e tentano di indorare la pillola spiegando che “non sanno neanche dove sia la ruota di scorta”….No comment, che altrimenti trollerei.

    A me da piccola regalarono un microscopio e non mi sono mai ripresa, infatti adesso sono in un laboratorio di patologia vegetale, e continuo, alla veneranda etá di 41 anni a giocare coi microscopi (perché per me il microscopio resta una goduria, anche se ci lavoro).
    Quindi forse i giocattoli hanno un effetto sulle future pulsioni dei pargoletti, chissá. O forse io sono nata topo di laboratorio, e lo sono rimasta.

    Comunque vi saluto al grido di battaglia: “Pink Stinks!!” e vi passo il link, che sicuramente conoscerete, ma a vote meglio ripetere:
    http://www.pinkstinks.co.uk/ .

    1. Sara S

      Ciao Stefafra,
      sai, anche a me da piccola regalarono un microscopio e ci giocai/lavorai tantissimo, mi piaceva da morire. Inoltre non ho mai giocato con le bambole ma coi soldatini e le macchinine di mio fratello, mia mamma tagliava corto – con non poche esagerazioni, giudico ora- su tutto ciò che avrebbe potuto esasperare la vanità femminile, o farmi diventare un’oca piagnucolona e sentimentale. Ma non sono mai stata un maschiaccio, anzi. I giochi possono sì condizionare passioni e temperamento, ma la natura è quella e non si cambia. Ci sono donne che guidano camion e uomini casalinghi, ma non si può negare che il femminile e il maschile abbiano caratteri fortemente diversi, con infinite sfumature per ogni persona, ok, ma è un dato di fatto che sono diversi. Da bambini fanno lo stesso gioco in modo diverso, da adulti lo stesso lavoro, lo stesso ambito di vita, la casa, sono vissuti in modo diverso.Dov’è il problema? Almeno finché
      non si buca la gomma e non ci sono uomini intorno… nessun problema:) !

      1. gloria

        mah, infatti non capisco cosa c’entri l’essere un maschiaccio. Il punto è che spingendo una bambina verso un certo tipo di modelli comportamentali, magari è più probabile che diventi un’aspirante velina che una ricercatrice. Forse è un’esagerazione, ma magari Stefrafra intendeva che se non le avessero mai regalato un microscopio, magari adesso non lavorerebbe in un laboratorio.
        Per il resto, mia madre non sa cambiare le ruote e non sa guidare l’auto di grossa cilindrata di mio padre. Io mi sono fatta insegnare entrambe le cose, non vedo perchè dovrei dipendere dall’aiuto di qualcun altro se posso cavarmela benissimo da sola.
        Poi: “Da bambini fanno lo stesso gioco in modo diverso, da adulti lo stesso lavoro, lo stesso ambito di vita, la casa, sono vissuti in modo diverso.” Questo non è vero, perchè in questo blog si afferma che le donne dovrebbero tenere in maggior conto l’opinione dei mariti rispetto alle proprie. E perchè mai dovremmo??

        1. stefafra

          E perché mai? Appunto Gloria.
          Per questo credevo che il titolo del blog fosse ironico quando mi ci sono imbattuta.
          Un mondo diverso e affascinante…mi sento un po’ antropologa a leggervi 😉

    1. stefafra

      Oddio, se avessi avuto il lego di guerre stellari da piccola sarebbe stata la libidine piú totale….ho visto Guerre stellari quando é uscito la prima volta, che mi aveva portato la nonna, pensando forse che fosse un film di guerra ;- ) che aveva la fissa.
      Avevo 7 anni, e ho passato mesi a disegnare robottini e astronavi, e a colorare lo sfondo di nero solido (e mi finiva il nero)… FInché la mamma mi ha comprato i fogli di carta da disegno neri, e spiegato che con le matite ci si poteva colorare sopra (gli Uniposca non esistevano, e coi pennarelli non si vedeva niente).
      Che bei ricordi…

    1. Alessandro

      Nessuno dà la colpa a “tutte” le femministe.
      Si segnalano le degenerazioni di certo femminismo

      1. Adriano

        Allora devo aver capito male la frase in cui si parla di un “attacco in massa” fatto alla Lego…

        1. Alessandro

          hanno raccolto cinquantamila firme. Non credo che femministe e femministe siano solo 50mila

  18. gloria

    A me sembra che sottovaluti l’importanza dell’educazione nella formazione dei suoi figli. Poveri loro, dico io. Soprattutto, poverE loro. Mi pare evidente che i bambini vengano influenzati fortemente dalle idee e dalle scelte dei genitori, come dal mondo esterno. Non scelgono da soli. Lo dico con tranquillità e convinzione perchè, in fondo, non è passato molto tempo dalla mia infanzia, e ancora adesso ricordo con quanta fiducia credevo in tutto ciò che i miei genitori dicevano. La mia educazione è stata, ovviamente, indirizzata dalle loro scelte finchè, com’è normale, non sono cresciuta e ho cominciato a cercare da sola la mia strada. Lei ha scritto: “Se sei una madre convinta delle tue idee basta che non compri le bamboline a tua figlia (poverina).” Perchè poverina? Sono sicura che lei non compra tutto ciò che le sue figlie vogliono. Scommetto che ,dovendo scegliere, non comprerebbe loro, che so, Barbie rastafariana o Barbie punkabbestia. Perchè la verità è che le bambole, in fondo, sono quasi dei modelli. E se il modello che veniva venduto alle bambine degli anni 50 era quello dell’amorevole madre casalinga, oggi è diventato, in sostanza, quello della donna di sex & the city. Emancipata sessualmente, magari in carriera, ma pur sempre dipendente dal mito della bellezza perfetta e del principe azzurro.
    Bè, se tante madri protestano è perchè, semplicemente, non è vero che le bambine preferiscono, a prescindere dal contesto, le bambole e non le costruzioni. Non è vero, punto. Io amavo giocare con le costruzioni e con le macchinine, le bambole le ho sempre un po’ snobbate, tanto per fare un esempio. La questione fondamentale è che certi tipi di giocattoli sono più stimolanti di altri per la mente, questo può dirlo qualunque pedagogo e qualunque psicologo, qualunque essere umano con un po’ di buon senso. I mattoncini spingono a esercitare la fantasia, la logica, il concetto dello spazio. I lego per bambine, bè, spingono a desiderare una bella macchina e una bella piega dal parrucchiere.
    E’ una differenza accettabile questa? Non credo. Quello che vuole per le sue bambine è che crescano più stupide e passive dei maschi? Perchè questo è il modello che sta difendendo. Poi ognuno è libero di credere quello che vuole, lei continuerà a predicare le sue idee, e io nel mio piccolo le mie. Lei considera delle poverine le figlie delle femministe, a me dispiace per le sue figlie, spero che l’adolescenza le liberi dalla sua influenza.
    Saluti
    P.S.: se lei può considerarsi una donna emancipata e può scegliere come educare i suoi figli, può farlo solo grazie a battaglie già combattute, ma c’è ancora tanta strada da fare.
    Se tutte le donne di 50 anni fa fossero state spose sottomesse ci sarebbe poco da discutere. Lei non avrebbe una carriera e io non sarei all’università, probabilmente. Ci pensi meglio, quando predica la sottomissione.

  19. “Maschio e femmina li creò, dice la Genesi, a immagine e somiglianza di Dio. Io credo che nella differenza sia celato un grande mistero che dice qualcosa di molto profondo sulla natura dell’uomo. Di profondo e sostanziale. Dice che l’uomo e la donna non possono stare soli, perché c’è un’incompletezza che sarà per sempre la loro qualità distintiva. Dice che l’uomo e la donna esistono in relazione. Dice che questa relazione profonda e vera con una persona dell’altro sesso può anche non esserci, ma allora deve essere Dio che diventa lo sposo o la sposa di quella creatura, che da sola non è piena. Non è bene che l’uomo sia solo”
    in assoluto ritardo scrivo un commento al post di Costanza, ma mi risuonava in testa questo passaggio e c’è qualcosa che mi piace ma qualcos’altro che sento suonare un po’ stonato, o forse ridondante, e cioè quando parli di Dio che diventa sposo o sposa di quella creatura che da sola non è piena, non mi soddisfa, lo trovo non sempre vero, soprattutto quando rimaniamo al di fuori della logica dei consacrati (religiosi o sacerdoti).
    Perchè vedere tutto sempre nella logica della relazione sponsale? Che la vita dell’uomo abbia senso nella relazione è profondamente vero e questa è la parte che condivido e che mi piace. Dio è relazione e noi siamo fatti a immagine di Dio. Ma la relazione tra le persone della trinità non è sponsale. L’amore coniugale è solo una particolare forma di amore tra tutte le forme possibili di amore che sono tutte immagine dell’amore divino.
    Gesù si è presentato a noi come Sposo della Chiesa ma non dei singoli cristiani. Questo ricondurre continuamente all’analogia dell’amore sponsale lo trovo un po’ limitante. Gesù non ci ha chiamati sposi, spose. Ci ha chiamati amici. E questo deve voler dire qualcosa.
    Sì, l’uomo e la donna esistono in relazione. Ma se non hanno (per scelta, per vocazione, o perchè così è andata) una relazione esclusiva con una persona dell’altro sesso nel matrimonio non significa che non possano trovare realizzazione completa del proprio essere “in relazione” attraverso altri affetti, anche solo umani, che non sono l’amore sponsale ma magari quello filiale o quello fraterno o quello di amicizia. Senza bisogno di sentirsi “sposi” di nessuno. Così, semplicemente un uomo o una donna. Un amico, un figlio, un fratello. Come Giovanni l’apostolo. Che non era sposo di nessuno. Era amico di Gesù.

        1. JoeTurner

          beh sì che non erano Qui, Quo e Qua me lo avevano insegnato al catechismo 😉

          ma mi sembra che la natura della Trinità sia un mistero talmente grande che definirle “persone” mi suona un po’ strano (e ancora più strano prenderlo come riferimento della natura delle relazioni umane)

          1. Fefral

            A me al catechismo avevano insegnato che Dio è uno e trino, una natura e tre persone. Ma era tanti anni fa, non so nel frattempo cosa è successo. Poi sempre al catechismo avevo studiato che Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza. Invece quella di “vi ho chiamati amici” l’ho imparata da grande.
            Ora però ho troppo sonno. Ma se ho scritto cazzate qualcuno me le corregga per favore. Notte!

            1. JoeTurner

              mah continuo a non capire…però che le tre persone della Trinità non siano legate dal vincolo del matrimonio sono anche disposto ad ammetterlo…

            2. (non ho parlato di “vincolo” coniugale ma di amore sponsale.)

              Mi sono andata a rileggere il catechismo, quindi non penso di aver scritto cazzate:

              251 Per la formulazione del dogma della Trinità, la Chiesa ha dovuto sviluppare una terminologia propria ricorrendo a nozioni di origine filosofica: « sostanza », « persona » o « ipostasi », « relazione », ecc. Così facendo, non ha sottoposto la fede ad una sapienza umana, ma ha dato un significato nuovo, insolito a questi termini assunti ora a significare anche un mistero inesprimibile, « infinitamente al di là di tutto ciò che possiamo concepire a misura d’uomo ».

              252 La Chiesa adopera il termine « sostanza » (reso talvolta anche con « essenza » o « natura ») per designare l’Essere divino nella sua unità, il termine « persona » o « ipostasi » per designare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo nella loro reale distinzione reciproca, il termine « relazione » per designare il fatto che la distinzione tra le Persone divine sta nel riferimento delle une alle altre.

              Il dogma della Santissima Trinità

              253 La Trinità è Una. Noi non confessiamo tre dèi, ma un Dio solo in tre Persone: « la Trinità consostanziale ». Le Persone divine non si dividono l’unica divinità, ma ciascuna di esse è Dio tutto intero: « Il Padre è tutto ciò che è il Figlio, il Figlio tutto ciò che è il Padre, lo Spirito Santo tutto ciò che è il Padre e il Figlio, cioè un unico Dio quanto alla natura ». « Ognuna delle tre Persone è quella realtà, cioè la sostanza, l’essenza o la natura divina ».

              254 Le Persone divine sono realmente distinte tra loro. « Dio è unico ma non solitario ». «Padre», «Figlio» e «Spirito Santo» non sono semplicemente nomi che indicano modalità dell’Essere divino; essi infatti sono realmente distinti tra loro: « Il Figlio non è il Padre, il Padre non è il Figlio, e lo Spirito Santo non è il Padre o il Figlio ». Sono distinti tra loro per le loro relazioni di origine: « È il Padre che genera, il Figlio che è generato, lo Spirito Santo che procede ». L’Unità divina è Trina.

              255 Le Persone divine sono relative le une alle altre. La distinzione reale delle Persone divine tra loro, poiché non divide l’unità divina, risiede esclusivamente nelle relazioni che le mettono in riferimento le une alle altre: « Nei nomi relativi delle Persone, il Padre è riferito al Figlio, il Figlio al Padre, lo Spirito Santo all’uno e all’altro; quando si parla di queste tre Persone considerandone le relazioni, si crede tuttavia in una sola natura o sostanza ». Infatti « tutto è una cosa sola in loro, dove non si opponga la relazione ». « Per questa unità il Padre è tutto nel Figlio, tutto nello Spirito Santo; il Figlio tutto nel Padre, tutto nello Spirito Santo; lo Spirito Santo è tutto nel Padre, tutto nel Figlio »

  20. Pingback: Le isteriche femministe, la Lego e la saggezza materna di Costanza Mariano | UCCR

  21. Pingback: Le femministe, la Lego e la saggezza materna di Costanza Mariano | UCCR

  22. davithegray

    Ma anche fosse fatto in senso ironico, come fai a dire “possono servire come ripasso anche per i bambini molto piccoli”?

    La parodia della Bibbia fatta dal sito linkato è terrificante!

I commenti sono chiusi.