La solitudine dei numeri pari

di Raffaella Frullone

Dicembre è un mese particolarmente caro alla mia memoria, ripenso a quando ero bambina. Non soltanto per la magia ed il calore del Natale, ma perché nella mia Bergamo, come in altre città italiane, si festeggia Santa Lucia.

Secondo la tradizione nella notte tra il 12 e il 13 dicembre la vergine siracusana dagli occhi splendenti illumina l’oscurità con la sua grazia e dona un regalo speciale a tutti i bimbi buoni.

Così all’inizio dell’ultimo mese dell’anno noi bambini scrivevamo una letterina alla Santa nella quale riconoscevamo le marachelle e pasticci combinati durante l’anno,promettevamo di impegnarci ad essere bravi in famiglia e a scuola, e chiedevamo un regalo. La letterina, corredata da disegni colorati, veniva poi recapitata alla Santa a mano. Insieme ai genitori ci si recava nella chiesa cittadina della beata Vergine dello Spasimo, che contiene una teca con la statua della santa, ci si fermava a dire una preghiera e si lasciava la busta.

Anche quest’anno come sempre, leggo sul sito del L’Eco di Bergamo, nei primi giorni di dicembre la coda è stata lunghissima (per l’articolo clicca qui ) ma il clou dell’affluenza è previsto per la domenica precedente alla ricorrenza, quindi domenica 11. Mentre leggevo sorridevo pensando alla schiera delle mie amiche che domenica porteranno i loro bambini a consegnare la letterina. Pensavo ad Aida, Ilaria, Desirée, Martina, Davide, Federico, Matteo, Pietro, Gabriele e tutti gli altri che ho visto nascere, avvolti nei loro piumini e nelle loro sciarpe aspettare il proprio turno al freddo ma con gli occhi luccicanti per l’adrenalina e la magia di un momento tanto atteso, sorridevo e pensavo: caspita sono diventate grandi, le mie amiche, che domenica accompagnano i figli da Santa Lucia.

Chiuso il sito de L’Eco di Bergamo (o meglio dell’eco, come diciamo noi), ho aperto quello del Fatto Quotidiano e ho visto che anche a Roma l’11 dicembre una schiera di donne si è data appuntamento, in questo caso “per guidare questo paese fuori dall’agonia”.

Si legge nel “proclama”: Il 13 febbraio hanno riaffermato la dignità delle donne, calpestata dal sessismo berlusconista. L’11 dicembre si proporranno come forza politica, per guidare questo Paese fuori dall’agonia. Insieme agli uomini, certo. Ma questo vuol dire: 50% noi e 50% loro. Altro che quote rosa! Il grido era: “Se non ora quando?”. Oggi è: “Se non le donne chi?”. Erano un comitato spontaneo, eterogeneo, intergenerazionale e libero da appartenenze escludenti o servitù politiche. Dieci mesi dopo sono molte di più.

Ora, siccome dopo il 13 febbraio scorso sono stata tempestata da messaggi indignati perché non avevo partecipato alla manifestazione (“te ne sei fregata del futuro del nostro paese”) e additata perché avevo avuto l’ardire di andare al Battesimo del piccolo Leonardo, bimbo di una mia cara amica, questo giro ho pensato di attivarmi per tempo e procurarmi una coscienza sociale, così sono andata sul sito (senonoraquando.eu) a leggere la lettera di mobilitazione per capire di cosa si trattasse.

Devo dire che, con sorpresa, ho perfino trovato un estratto con il quale concordo in pieno “In questo passaggio difficile non possiamo tirarci indietro, perché non può tirarsi indietro chi regge questo paese sulle proprie spalle”.

Che il passaggio sia difficile è indubbio, e che noi donne, stando sotto, reggiamo il mondo, non solo è evidente, ma ce lo ricorda Costanza. Ecco perché sono andata avanti a leggere fino in fondo, volevo capire cosa chiedono le donne che domenica si mobiliteranno a Roma. Poche righe più sotto: “Quando chiederanno il nostro voto non lo daremo più né per simpatia, né per ideologia, ma solo su programmi concreti e sulla certezza dell’impegno di 50% di donne al Governo”.

Si sa che parlare di quote rosa, equità nella partecipazione, pari opportunità, oggi è un po’ come scegliere un tubino nero: va sempre bene e fa molto chic. Essere però convinte che una rappresentanza femminile esattamente pari al 50% nell’esecutivo, nei consigli di amministrazione, nelle società o in qualunque realtà istituzionale e lavorativa cambi le sorti del paese, è piuttosto assurdo.

All’iniziativa di domenica parteciperanno Veronica Pivetti, Paola Turci, Maria Luisa Busi, Claudia Gerini, Carla Fracci e tante tante altre, che in un video esortano a partecipare e ripetono la condizione delle donne al 50%. “Il 50% non è quota rosa, non serve a tutelare le donne, serve a contenere la presenza degli uomini, non è un fine, ma solo un mezzo per rendere il paese più vivibile ed equilibrato, più onesto, più vero”.

A quanto pare sono convinte che se, mettiamo, io o Costanza, fossimo al Governo, per il solo fatto che siamo donne, l’Italia non solo uscirebbe dalla crisi, ma sarebbe migliore.

Ora, io voglio ringraziare le nostre sorelle attiviste-femministe-progressiste, ma vi assicuro che se il ministero dell’economia fosse in mano mia potrei certamente garantire l’innalzamento dei tacchi, ma non l’abbassamento dei tassi, Costanza ha delle ottime doti diplomatiche, lo riconosco, ma forse non assumerebbe la guida del ministero degli Esteri solo perché è in grado di sedare una crisi tra i soldatini e le Barbie.

Questo naturalmente non significa, che non ci siano donne in grado di dirigere ministeri, grandi o piccole aziende, amministrare enti e associazioni, anzi ce ne sono (Ce ne siamo!) eccome. Soltanto credo sia estremamente miope valutare l’impatto delle donne sulla nostra società calcolando numericamente quante sono coloro che stanno ai posti di comando. Non possiamo affermare di essere discriminate, non valorizzate e di non poter contribuire in maniera feconda alla costruzione del futuro soltanto perché non sediamo in egual numero nella stanza dei bottoni.

Le femministe del “Se non ora quando” chiedono a gran voce di scardinare il sistema delle logiche maschili di dominio sul quale è costruito il mondo del lavoro e della politica e non si rendono conto di applicare la stessa identica logica: domandano lo stesso ruolo, lo stesso potere, la possibilità di decidere e comandare.

Care donne siamo certe che sia questa la vera ricchezza che possiamo dare al nostro paese? Davvero è necessario che stiamo sopra in egual misura per cambiare il mondo? Siamo sicure di scegliere il 50% – 50%? L’accendiamo?

Forse sono di parte, ma a mio modo di vedere le mamme che domenica accompagneranno i bimbi dalla Santa Lucia sono quelle che davvero hanno cuore il futuro, non solo quello dei loro figli, ma quello del Paese, quello di tutti quanti. Insegnanti, dirigenti, operaie, impiegate, casalinghe, parrucchiere in fila al freddo per appoggiare una letterina piena di sogni e recitare una preghiera per una martire.

Per rendere migliore il mondo bisogna credere che ci sia qualcosa oltre il mondo. Perché le donne costruiscano, perché il loro contributo sia autentico e fecondo occorre che stiano alla base, stiano sotto, reggano il mondo.

Non è una questione di numeri, quote, ruoli, professioni è semplicemente una questione di stile.

133 pensieri su “La solitudine dei numeri pari

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  2. Alberto Conti

    In questi giorni ho avuto il rivilegio di fare la guida alla mostra 150 anni di Sussidiarietà che, dopo essere stata inaugurata dal Presidente Napolitano al Meeting di Rimini, è stata ospitata a Piacenza grazie alla volontà dell’Amministrazione Provinciale (se dovesse capitare dalle vostre parti andate a vederla è fondamentale per capire le cause della crisi attuale e le possibilità di uscirne seguendo l’esempio dei nostri nonni/genitori).

    Tra le altre figure presentate, mi ha colpito quella di S.Maddalena di Canossa, fondatrice della famiglia Canossiana Figli e Figlie della Carità, perchè, impegnata nel raccogliere le ragazze dalla strada cercava di educarle insistendo sul valore delle loro persone, anche
    l’aspetto esteriore era curato, perché era espressione di bellezza interiore. A chi le osservava che erano solo ragazze rispondeva:

    “Non sono che povere fanciulle, è vero, ma queste fanciulle saranno un giorno le madri e le educatrici di altrettante famiglie che costituiscono la maggior parte della società”

    Direi che la visione a lungo termine per un progetto di miglioramento della società di S. Maddalena fosse un po’ più lungimirante.

    http://www.meetingrimini.org/news/?id=676&id_n=11968

    PS: S. Maddalena è solo uno degli esempi di donne che impegnarono la loro vita per l’educazione delle ragazze povere e/o orfane perchè: “Chi educa una ragazza educa le madri di domani e quindi educa un popolo”

  3. Adriano

    Questo post ripete concetti già proposti. Quindi la risposta fa lo stesso! 🙂

    Molti secoli di “dominio” maschile, della politica e della società, non è che hanno fatto poi così tanto bene, mentre la situazione e le tutele delle donne sono migliorate dopo che le stesse hanno avuto il diritto al voto (e sono migliorate tante altre cose). Le leggi che riconoscono lo stupro come reato contro la persona, la riforma del codice di famiglia e la cancellazione del delitto d’onore, per esempio, sono tutte avvenute dopo che il “gentil sesso” ha avuto un po’ di potere. E mi pare siano tutte delle conquiste… O il fatto di punire in modo lieve l’uccisione di una figlia o di una sorella, o di poter “riparare” una violenza carnale con un matrimonio imposto o, ancora, che la moglie non avesse diritto a ereditare in caso di morte del marito, erano tutti aspetti positivi dei “bei tempi andati”?

    Certo, direte, ci sono state anche le leggi sull’aborto e sul divorzio. Ma, pur essendo (forse) criticabili, queste leggi, a differenza di quelle citate sopra, danno una possibilità, e non un vincolo. In altre parole, aprono una porta ma non obbligano assolutamente a varcarla. E poi, che dite: sarebbe meglio tornare a quando la violenza sessuale tra coniugi non era punita, ma almeno c’era la “fortuna” di non poter divorziare dal marito violento?

    Quindi, perché non chiedere un 50% di donne al governo? Di certo non potranno fare peggio di un 100% di uomini. Sono d’accordo, non basta e non ci saranno garanzie che le cose miglioreranno (sempre se si crede che debbano migliorare: da un post di questo blog ho saputo che le donne non sono assolutamente discriminate in Italia…). Ma male non può fare.

    A meno che non ci siano concrete e applicabili proposte alternative (e quali? Su questo non c’è nulla nel post).

  4. lidiafederica

    Ciao Raffaella (tra l’altro abbiamo un’amica in comune :)), quello che dici è vero e neanche io penso di andare alla manifestazione, perché della prima alcune cose non mi erano piaciute.
    Però possiamo evitare per favore affermazioni come “le donne che davvero amano l’Italia portano i bambini al Santa Lucia e quelle che vanno a manisfestare non gliee frega niente, anzi nuocciono solo alla causa femminile”?
    Le donne che vanno i piazza – magari sbagliando, magari inutilmente, magari con fini giusti e metodi sbagliati – sono tanto impegnate per il futuro del Paese quanto quelle che resteranno a casa. Ecco.

    1. lidiafederica

      (l’affermazione non è testuale ed è una libera interpretzaione. Ho creduto intepretare così il senso di ma a mio modo di vedere le mamme che domenica accompagneranno i bimbi dalla Santa Lucia sono quelle che davvero hanno cuore il futuro, non solo quello dei loro figli, ma quello del Paese, quello di tutti quanti)

      In Italia purtroppo la discriminazione delle donne è una triste realtà – e credo che dobbiamo tutti impegnarci per avere una legislazione + equa. le quote rosa possono aiutare all’inizio, anche se istitivamente mi sembrano poco meritocratiche e democratiche.

  5. nonpuoiessereserio

    Le donne nel mio immaginario si sono sempre divise nelle seguenti quattro categorie:
    donne mamme
    donne di piacere
    donne religiose
    donne zitelle o politicanti
    Ora, se le quote rosa dovessero prevedere un cinquanta per cento secondo il mio punto di vista ci sarebbero troppe zitelle in giro.

      1. nonpuoiessereserio

        Ooopps hai ragione, lapsus freudiano? Le facciamo rientrare nelle donne mamme? Se non sono mamme rientrano nelle donne di piacere. Piacere riservato al marito, non frainterndermi e per piacere intendo piacere di stare insieme, di poetare, di coltivare hobbies, passioni di varia natura e anche di missionarietà di coppia.

        1. un appello alle donne-mamme: attenzione a non dimenticare che se non rimangono anche donne di piacere prima o poi i mariti si rivolgeranno altrove (lui’ anche piacere fisico, non è meno importante del resto)

          1. nonpuoiessereserio

            Sì, hai ragione, è importante anche il piacere fisico ma non credo che da solo serva a tenere fedele il marito.

        2. Velenia

          nonpuiiessereserio,la tua lista è troppo scarna,qui da noi gli uomini aggiungono “la profumiera”,”il panuzzo di paese”,”la masculazzo”,”la ammasculittata”.

      1. nonpuoiessereserio

        Allora non dirlo a Fefral altrimenti mi depenna dagli amici. Ma perché dici così? Lui si è già espresso a riguardo in questo modo?

          1. nonpuoiessereserio

            Grazie Fefral, avanzi un caffè alla funì, ma non dirlo a Langone altrimenti mi depenna lui dagli amici.

            1. nonpuoiessereserio

              Come direbbe la mia mica Candy, ti mangerei di baci quando parli così Fefral

  6. Alessandro

    La “lettera di mobilitazione” è una concione demagogica, intrisa di parole d’ordine gridate ma fruste e trite (ne ho le tasche piene della retorica bugiarda del paese nel fango, senza più dignità, sull’orlo dell’abisso economico e morale, rovinato dai partiti e soprattutto dai maschi, nella “completa assenza dello Stato”).

    Quanto a scialo di populismo in assenza di lucidità d’analisi e concretezza di ricette è pari pari una qualsiasi lettera di mobilitazione di una qualsiasi manifestazione di piazza di un qualsiasi partito politico italiano.

    Mi propongo come ghostwriter di queste lettere: così almeno non scriverei delle insulsaggini involontariamente esilaranti che, se propinate un tema al liceo, mi sarebbero costate la sufficienza: ” [donne e uomini] capaci di far parlare le loro vite diverse” (?); “Care donne singolari e plurali” (sic!), “donne diverse l’una dall’altra” (ma va?); “Non c’è da uscire solo da una crisi economica, ma da una crisi politica, una crisi istituzionale, una crisi morale, da una logica, un immaginario, un ordine” (questa, per vacuità demagogica e lirismo d’accatto, sembra scritta da Vendola); “Bisogni e desideri delle donne possono già essere un buon programma di governo” (sì, come no. Un buon programma di governo non è “Bisogni e desideri delle donne”, né ” Bisogni e desideri dei maschi”).

    Per giunta vorrebbe essere una lettera che patrocina un rapporto armonico tra donne e uomini, ma non s’esime da menare fendenti feroci contro i maschietti.
    Fendenti questi: “Le nostre competenze non le abbiamo guadagnate solo sui libri, ma anche dalla faticosa e spesso terribile bellezza della vita delle donne ” (i maschi quindi son tutti topi di biblioteca che conducono una vita opaca di terza mano); “Il 50% serve a contenere la presenza degli uomini” (come a dire: il diserbante – ecocompatibile, ovviamente – serve ad arginare la gramigna), “il 50% non è un fine” (il fine vero qual è, l’estinzione completa dei maschietti?), “La società civile è più donne che uomini” (se ne arguisce che più uomini = società meno civile, o meno società civile. I maschi sentitamente ringraziano); “E voi uomini, che ci siete stati amici, che ci avete seguiti nelle piazze del 13 Febbraio, credetelo: la nostra forza è anche la vostra” (come no: viste le premesse, “voi uomini” saranno ultrarassicurati, stanno in una botte di ferro).

    Il fatto che Berlusconi non è più al governo c’ha risparmiato una raffica di bordate scontatissime indignatissime contro lo sconcio della donna-oggetto, il sessismo degradante, lo sfacelo del costume ecc.

    Insomma: per me questa lettera è deludente (e chiamatemi pure maschilista, “amiche” di SNOQ; ma sareste fuori strada, non lo sono). Staremo a vedere che ne seguirà.

    1. lidiafederica

      Guarda, tu hai perfettamente ragione, a leggere questa missive sembra di stare nel regno dell’assurdo, parole senza senso a volontà…solo un appunto, però: “il 50% non è un fine” penso significhi che le quote rosa sono solo un simbolo. Il fine non è avere il 50% di presenze, il fine è cambiare la mentalità che “le donne sono brave, ma gli uomini sono meglio”.
      Possiamo argomentare sullo stile e sui modi, ma la tragica realtà della disparità di genere (orrida espressione che mi repelle, ma usiamola per brevità) va cambiata sul serio. Non è possibile che le donne vengano spesso licenziate quando vanno in maternità, grida vendetta al Cielo, o vengano disincentivate alla maternità…
      Quanto a Berlusconi e alle sue escort, non parliamo di politica, parliamo solo del fenomeno: è tristissimo. Da persona (non da donna) sono inorridita. U po’ la reazione la capisco, ciò che non capisco è perché gli UOMINI non si siano ribellati: B. ha detto che “così vorrebbero far tutti, se ne avessero i mezzi (che lui ha e perciò usa)”. Io da uomo mi sarei ribellato all’istante…

      1. Alessandro

        Lidiafederica, come hai inteso non contesto che siano necessari seri provvedimenti a promozione e tutela della maternità. Dubito (ma magari sono io a eccedere in pessimismo) che chi si fa mobilitare da una lettera del genere abbia l’intenzione/la capacità di elaborare questi provvedimenti.

        Quanto a Berlusconi, figurati se difendo una certa condotta… Ho rilevato soltanto che nel movimento SNOQ ho trovato tanta retorica moralistica. Non solo quella, certo: ma mi pare che di quella il movimento ne abbia sparsa a bizzeffe.

  7. Ragazzi Buon Giorno a voi e a tutti coloro che amate e poi………………..GRAZIE!
    Il giorno dopo, leggo sempre quello che mi scrivete dopo che sono andata a nanna, quindi GRAZIE di nuovo per i commenti e per le correzioni degli accenti.
    Ho letto il post di ieri e quello di oggi, e devo dire che concordo Maria è bellissima, in tutti i sensi.
    Conosco tutta la storia di Santa Lucia e mi piace tantissimo la tradizione che ormai qui è quasi svanita delle letterine.
    Ma la mia Santa più amata è Santa Rita da Cascia, perché oltre che Santa è stata donna sotto tutti gli aspetti.
    Non festeggio mai l’8 Marzo, e non perché come dice il mio ragazzo ” Essendo Paperella non rientro nella categoria “, ma perché sono donna tutto l’anno e non un giorno solo.
    L’8 Marzo vedi in giro uomini con la mimosa e uomini…………..preoccupati, perché sanno cosa succede con il buio a gruppi interi di donne.
    Mi viene in mente un’episodio di 6 anni fa.
    Ho ballato sia moderna che classica per 10 anni, e devo dire che fra i ballerini c’erano ragazzi …notevoli. Fabrizio un mio amico mi fa ” per arrotondare l’8 faccio uno strip. Io allora inizio a chiedergli se è sicuro e da donna gli faccio presente che la cosa non andrà…………insomma per mezz’ora, tra un passo e l’altro cerco di farlo desistere.
    Il 9 lo rivedo, gli chiedo com’è andata e lui al ricordo sbianca, non risponde, si sfila la maglietta e si gira.
    Quel fitto reticolo di linee sulla schiena all’inizio penso sia uno dei suoi nuovi tatuaggi………..poi guardo meglio e scopro che sono tutti segni di unghie!
    Si volta, si mette la maglia e mi fa: ” Non lo faccio più, siete peggio di un branco di tigri “.
    Rimette la maglietta e torna mogio al suo posto. La prima cosa che mi affiora sulla punta del becco è ” Te lo avevo detto di non andare “, ma non me lo lascio sfuggire, se mai inizio a pensare che siamo noi per prime a renderci conto che siamo donne tutto l’anno, che ne dovremmo essere felici sempre, e non fare le sceme con le amiche una notte.
    Mia madre non lo festeggia mai, mio padre la ama e le porta fiori ( o pasticcini così ha la scusa per mangiare ) tutto l’anno. E io so che essere donna è un dono straordinario sempre, non bisogna stare in politica o essere famosa per essere importante, mia madre lo è anche in cucina, la sera, mentre lava i piatti con i rolli in testa e a me scappa di pensare che sarò davvero fortunata se ” da grande ” sarò amata e buona come lei.

          1. Alessandro

            (vedi, paperella, ho scritto “un altro”, non “un’altro”; l’hai capita la regola? se hai dubbi, sono a disposizione, incurante delle illazioni di Fegral 🙂 )

            1. Alessandro

              “di Fefral”, volevo dire (quando scrivo a paperella m’emoziono, ma non capiterà un’altra volta; “un’altra”, vedi che qui ci vuole l’apostrofo, paperella? 🙂 )

    1. lidiafederica

      Oh che bello che abbiamo in giro donne e paperelle come te 🙂
      per gli apostrofi e gli accenti, è solo questione di rifletterci un attimo su e d’abitudine: vedrai che in capo a poco tempo ti sarai così abituata a scrivere bene che non ti sbaglierai più.

      sai: “un altro”ma “un’altra” perché c’era una “a” (una altra), ma è caduta davati all’altra “a” e al suo posto, in sua memoria, mettiamo una lacrima: un’altra.
      Così anche “po’”: deriva da “un poco”, il -“co” è caduto, ed ecco spuntare la lacrimuccia: “po’”. Se scrivi un “pò”, quella “ò” con l’accento è terribilmente arrabbiata col mondo; “po’”, invece, è una serena malinconia. E un ricordo del “-co” che è caduto…
      Così pure “stà, và, fà”: quegli accenti sono come inutili manifestazioni di ribellione, sono cattivi…invece “sta, va e fa” sono gentili parole.

      Lui stà con me, è un’affermazione cattiva, arrabbiata, rancorosa e acida; lui sta con me è una dichiarazione d’amore 🙂

      Gli accenti e gli apostrofi sono cose terribilmente serie, e tristi e commoventi.

        1. lidiafederica

          sì – almeno avrei un lavoro 🙂

          pensavo ai tre fratelli, da. dà e da’…
          “da ” e “dà” sono due gemelli: l’accento qui si mette come una mamma mette dei calzoni diversi a due gemelli, per distinguerli l’uno dall’altro. “da” lo vedo un po’ timido, mentre “dà” spavaldo: viene da Roma, mi dà una mela. Invece “da’ qua!” è come il fratello maggiore: penso sempre che sia un soldato, e che metre era via in guerra gli sia morta la moglie (“dai”> “da’”) e da quel giorno ha messo su una lacrima..
          Di storie così è piena la nostra bella ortografia! Basta saperle scovare 🙂 sennò sai che palle, imparare tutto a memoria…

          1. Velenia

            @Lidiafederica,assolutamente fantastica,perchè non provi a scrivere un libro di grammatica e ortogrofia per bambini e adulti con cuore bambino?Il tuo è il classico talento che non va sotterrato.

            1. lidiafederica

              Grazie, ci ho pensato infatti 🙂
              Però la storia della lacrima non è mia, a me gli apostrofi li hanno insegnati così a scuola…vi ricordate delle vecchie filastrocche
              “are, ere, ire l’acca va a dormire”; “esse chiama esse (Se aveSSi)”? 🙂

              1. Velenia

                C’è anche:
                Faceva un freddo atroce
                e l’acca senza voce
                andò da ca,cu e co
                e le dissero di no,
                andò da ce e ci
                e le dissero di si.

                1. nonpuoiessereserio

                  Fantastico, si imparano le filastrocche e la grammatica insieme.
                  Ne costruisco una per imparare l’economia:
                  Bund e Bitipi giocavano a pil
                  La pil di Bund era grande
                  La pil di Bitipi era piccola
                  Arrivò la strega Moody’s con la bacchetta che escamò “Spread”
                  Bitipi arrossì e la pacchia finì.

      1. Alessandro

        vocali che cadono e non si rialzano più, lacrime in memoria ai caduti…

        questa sì che è tenerezza, Fefral 🙂

        Brava Lidiafederica, didatticamente molto efficace! 🙂

      2. Diletta LidiaFederica, che il buon Dio ti benedica.

        Finalmente qualcuno che comincia a parlare delle cose serie.
        Sprofondino le quote rosa e le pari opportunità. Quel che serve a questo paese è la Rifondazione (ortografica, morfologica, grammaticale e sintattica). 120 e lode, bacio accademico pubblicazione immediata e un salame di cinta per soprappiù.

        :-O

        1. lidiafederica

          Ma qual è il senso di questo commento?
          A me sfugge, visto che i cinque altri commenti che ho fatto erano tutti sulle quote rosa…
          Direi poi che se le persone scrivessero in italiano più correttamente non ne può venire che un bene per tutti.
          Ed evidentemente visto che i metodi tradizionali falliscono..ben vengano le storielle, no?
          Almeno non avremo più orrendi stà e và e fà e consimili.
          A te piacciono? A me stride il cervello quando vedo cose come “Per un pò lui stà quà, poi se ne và, e dice anche hai ragazzi di andarsene” (esempio vero!)

          Storielle a parte, il problema è che gli italiani non leggono (e, dato come scrivono certi giornalisti e scrittori, forse non è un male assoluto). Donde la necessità di una Rifondazione vera: culturale.

          .

  8. Ma potrebbe anche succedere (se venisse fatta una selezione VERA per cultura preparazione competenza capacità eccetra) che venissero più donne che omini
    (cosiddetti) ai posti di comando, e non solo.
    Il problema, forse, sarebbe, che, venendo in questo modo a mancare donne “sotto” di sostegno sociale, non avesse a sprofondare ogni cosa.

    1. lidiafederica

      giusto, viva la meritocrazia!
      Cmq: non è che se una donna fa il Presidente del Consiglio automaticamente non sarà una buona moglie e madre.
      Anche perché non lo farà a vita (si spera), ma per 5 anni, e poi a casuccia.
      Io credo che quando avremo vera meritocrazia e non raccomandazione ci sarà automaticamente il 50% di donne.
      E forse inizieremo a pensare in termini di persone e non di donne/uomini.
      Ora sta di fatto che dobbiamo migliorare la legilsazione sociale, che in Italia fa schifo, a sostegno della famiglia e dell’occuapazione femminile.

        1. hai sicuramente un tallone d’achille anche tu, arriverà la donna che riuscirà a ferirlo. E a quel punto scordati di venire qua dentro a cercare consolazione!

          1. paulbratter

            se una principessa bacia un rospo, il rospo si trasforma in un principe. Se una principessa bacia un principe, il principe si trasforma in paulbratter

            1. paulbratter

              una volta vagando in cerca d’acqua nel deserto, mi imbattei in un’oasi piena di modelle in bikini che sorseggiavano birre gelate: le ragazze crederono di avere un miraggio…

  9. Paul, me la presti la calibro 9?
    Oggi ero in estasi, tra qualche ora parto con il principe e torno domenica sera, ero già proiettata verso quel luogo benedetto dal cielo senza cellulari internet o tv, insomma mi ero detta mi rilasso.
    Invece ho saputo che domani mattina alle 9 ( ma non dorme mai? ) ci raggiunge mia suocera con l’operaio che ha aggiustato il pavimento del giardino.
    A parte il fatto che alle 9 non gli aprirei neanche la porta di casa il pavimento è bello che finito. Che viene a controllare lei? E’ costato più della Cappella Sistina in termini di soldi e tempo, ma è venuto davvero bene.
    L’ultima volta che è arrivata di domenica ( con la scusa di pulire casa, che già avevo pulito io e portandosi anche dietro quella sventurata che la aiuta nelle pulizie ) me la sono ritrovata in giardino alle 8 che con la scusa di pulire la tapparella guardava nella camera da letto.
    Aiuto!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  10. Erika

    @nonpuoiessereserio: sono sposata, credo di essere “piacevole” per mio marito e faccio politica attiva. L’ultima arrivata in consiglio comunale e’ una venticinquenne, dolcissima mamma. In che categoria rientriamo?

    1. lidiafederica

      secondo me, nella migliore di tutte! 🙂 quella “olistica”.
      “Femminilità integrale”: in casa, nel lavoro, nella politica, nella scienza..donne che sanno (e che possono) scegliere – rinunciare, o accettare, o integrare…ma sempre e comunque scegliere consapevolmente.

    2. nonpuoiessereserio

      Erika non saprei. Il mio immaginario non vi contempla, eppure esistete.
      Mamme, mogli e politiche è tanta roba. Merce rara.

    1. Alessandro

      I commenti bighellonano a zonzo, ADMIN FA’ QUALCOSA, sta per scatenarsi il PANICOOOOO

  11. Sybille

    Ma quanto vi piace l’analogia con il tubino nero ed affini! Sono piuttosto convonta che il post proponga una interpretazione sottilmente capziosa del tema delle parti opportunità, dal momento che nessuna delle donne che conosco impegnate nel movimento è scema a tal punto da ritenere che fatto un bel 50 e 50 siamo a posto. Mi fa anche ridere, tra l’altro, il cliché della donna incapace a gestire (com’è alza i tacchi e non abbassa i tassi? questo anche è trito e ritrito!). Comunque, grazie, nel mio delirio lavoro/casa è un pro memoria utile di quello potrei fare domenica

  12. Mario G.

    Sarò di parte, ma condivido appieno le tue osservazioni ed affermazioni.
    Finché ci saranno donne così, la società migliorerà ed anche noi uomini saremo salvi.

    Grazie Raffaella!

  13. Erika

    Mi rattrista molto leggere un post che suggerisce velatamente (?) alle donne di starsene a casa e lasciare agli uomini le “cose da uomini”. Le quote rosa non possono essere un punto di arrivo, e’ un metodo, opinabile, per raggiungere un obiettivo. E l’obiettivo non e’ il numero di donne nei posti di potere, e’ l’equilibrio della società . Spero converrete con me che se la rappresentanza femminile in Italia e’ così scarsa, il motivo non puo’ essere una mInore intelligenza femminile così generalizzata. Da ciò consegue che allo stato attuale quasi meta’ dei ruoli di responsabilità nel nostro paese non e’ ricoperto dalla persona piu’ capace e qualificata. E i danni sono sotto gli occhi di tutti.

    1. nonpuoiessereserio

      Erika, l’equilibrio della società è un concetto non chiarissimo, puoi specificare? C’è da dire che le mogli influenzano la politica nella misura in cui influenzano il marito. Le first lady sono molto importanti. L’intelligenza femminile non si discute. Io sono più intelligente di Monti o di Berlusconi o di Bersani eppure non ho mai fatto politica e conosco tanti in osteria che starebbero bene in parlamento.

      1. Barbara F

        Ma quindi se una donna e’ interessata a condurre una vita politicamente attiva deve semplicemente sposare un uomo potente. Che bello, c’era bisogno di idee innovative.

        (ah, scherzavo, ovviamente. per quanto il fatto che la “natura” delle donne non e’ quella di fare politica, in passato e’ sempre stato cosi’, l’ordine sociale prestabilito non cambia, “Schiavi, obbedite ai vostri padroni secondo la carne con timore e tremore, con semplicità di spirito, come a Cristo”, eccetera eccetera, il mio pensiero e’ “you cannot change the past but you can make the future and anyone who tells you different is a fucking lethargic devil”. http://www.youtube.com/watch?v=j7Vl0peys90)

        Saluti da White Plains.

        1. nonpuoiessereserio

          Ma scusa Barbara, guarda che per me la donna può fare quello che vuole. Ho accennato alle first ladies per confermare il fatto che le donne incidono nella politica più di quanto sembri. Non sopporto quando mi viene travisato il pensiero.

        2. Alessandro

          Barbara, per conto mio ci sono donne che si occupano splendidamente di politica, che hanno vocazione per occuparsene. Non esiste una “natura” femminile intrinsecamente incompatibile con l’esercizio dell’attività politica.

          Il mio pensiero non è: tutto quello che era preponderante nel passato va riverito e perpetuato.
          Considero una tua antipatica caduta di stile, dettata da un impeto di animosità, quella citazione estemporanea di S. Paolo.

          La mia opinione è che SNOQ non sia in grado (per limiti ideologici interni) di cambiare significativamente quanto del passato (anche recente) va cambiato. A me sembra un movimento invischiato in logiche femministe viete, che non hanno mai avuto forza propulsiva e non generano idee né lobby (in senso buono) idonee a far progredire autenticamente il nostro Paese.

        3. Barbara F

          Allora, mi spiego (ma non mi spezzo).

          @Luigi, se ti ho frainteso mi dispiace ma onestamente l’argomento delle “first lady” non mi convince proprio per niente. E’ come se, ad esempio, in un paese musulmano ci fosse una significativa minoranza cristiana (o un 50% della popolazione cattolica, per rendere l’esempio piu’ calzante con il rapporto numerico fra uomini e donne) e nessuno/quasi nessun cristiano al governo. Se il primo ministro si difendesse dicendo “Eh ma io ho TANTI AMICI cristiani (o anche ho una moglie/suocera/cugina cristiana)”, voi vi riterreste convinti o vi puzzerebbe un po’?

          @Alessandro, infatti erano le parole di Luigi che mi hanno irritato, non il tuo ragionamento su SNOQ, sul quale non ho commentato.
          Il 13 febbraio scorso, in piazza, io c’ero e lo rifarei perche’ c’erano tutte le ragioni per arrabbiarsi e manifestare pacificamente il proprio dissenso. Al contrario di alcuni di voi, sono abbastanza convinta che in Italia ci sia un problema di rappresentanza e che non ci siano politiche per coniugare non solo lavoro e maternita’ ma anche lavoro e paternita’, o lavoro e vita privata in generale.
          Nonostante gli inizi promettenti, SNOQ si e’ in parte rivelato una delusione e sembra ripetere un po’ gli errori storici del femminismo in Italia: in questo momento non ho tempo per entrare nei dettagli, ma secondo me si stanno perdendo in sciocchezze. Un femminismo serio, a mio parere, deve essere al servizio delle categorie deboli della societa’ – le donne della classe media/lavoratrice, al momento, lo sono; le anziane, anche; le famiglie numerose e i genitori single, pure. Un femminismo serio, inoltre, dovrebbe cercare di rendere migliore la vita delle donne e anche degli uomini. Non vedo da parte di SNOQ tutta questa attenzione verso politiche di tutela dei piu’ deboli. Questo tipo di aspirazione, per il femminismo, non e’ utopica (in alcuni paesi hanno realizzato grandi cose) e non e’ elitaria, tutt’altro. Il problema e’ che SNOQ riesce invece ad avere ambedue le pecche.
          Questo per chiarire che NON ritengo che chi critica SNOQ sia un maschilista o un retrogrado (senno farei come Guzzanti in quel famoso sketch dell’automobilista berlusconiano che, dopo aver messo sotto uno che passava sulle strisce, gli da del “comunista” solo perche’ vuole avere ragione a priori).
          Ritengo invece un retrogrado e maschilista chi sostiene che a) ci sia una NECESSARIA contrapposizione fra donna casalinga e amante dei figli e donna impegnata politicamente e b) noi tutte si debba scegliere per forza uno dei due stereotipi ed incarnarlo e se questa minestra non ci va bene, bhe possiamo anche buttarci dalla finestra.
          Quando mi costringono a mangiare questo tipo di lumache, io personalmente mi arrampico su un albero e scappo…
          Scusate, magari per le persone civili in questo commentarium, i concetti espressi qui sopra sono OVVI ma recentemente ho letto un po’ di articoli di Langone e sento la necessita’ di mettere i puntini sulle i.
          Ho citato S. Paolo perche’ e’ un pezzo del Vangelo che non sono mai riuscita a digerire, e che di solito mi causa la reazione del commento qui sopra di Luigi. Magari c’e’ una spiegazione diversa da quella letterale e quindi questa e’ davvero una citazione a sproposito e una “caduta di gusto”, ma onestamente non riesco a immaginare quale sia. Ogni spiegazione da parte degli esperti e’ gradita (e in questo caso non sono sarcastica, parlo sul serio).

          1. Alessandro

            Barbara, ho letto quello che mi riguarda, prendo atto (con grande interesse) delle critiche che rivolgi a SNOQ. Su S. Paolo magari un’altra volta, altrimenti usciamo troppo dal seminato.
            Buona serata!

          2. nonpuoiessereserio

            Barbara, per me le donne possono benissimo fare politica e non solo le first ladies, ma dove ho scritto il contrario? Ho osservato solo l’importanza delle first ladies che spesso viene sottovalutata. Non ho mai scritto che ci possiamo accontentare delle first ladies o qualcosa di simile. Me evidentemente ti va bene capire quello che ti pare. Tieniti le tue considerazioni ma non attribuire ad altri i tuoi pregiudizi. Grazie.

            1. Adriano

              Pregiudizi qui, malafede più sotto… Ma non facevi prima a dire di aver scritto di fretta, di esserti espresso male? 🙂 🙂
              Buona notte.

            2. nonpuoiessereserio

              No Adriano, riscriverei le stesse cose allo stesso modo. Mi sono espresso benissimo. Sei tu che vuoi capire quello che ti aggrada.

            3. Barbara F

              Luigi, se tu dici che ho capito male io, ti credo.
              In ogni caso, non ti ho attribuito pregiudizi, ho solo fatto una battuta sul fatto che la concezione di donne al potere come “first ladies” non mi convinceva. Il discorso sui pregiudizi contenuto nella mia risposta ad Alessandro era separato, sottoscrivo ogni parola, ma non mi riferivo a te (non ti conosco).
              In ogni caso, mica e’ illegale avere opinioni diverse dalle mie. Se tutti mi dessero sempre ragione il mondo sarebbe un luogo noiosissimo.
              Ciao, buona serata

  14. paulbratter

    però bisogna dire che è vero che le donne nei ruoli di potere sono tutta un’altra cosa:
    da quando c’è Christine Lagarde al FMI la Merkel cancelliere in Germania e la Clinton segretario di Stato è un’altra musica…

        1. Alessandro

          Il Papa a Lamezia Terme (9 ottobre 2011) auspicò “vivamente che da tali iniziative [studio della Dottrina sociale della Chiesa] scaturisca una nuova generazione di uomini e donne capaci di promuovere non tanto interessi di parte, ma il bene comune”

        1. 61Angeloextralarge

          Non ci sto! Non so come sono perfide quelle che conosci, ma non concordo! E’ un diverso tipo di perfidia, più sottile forse, più femminile, ma sono convinta che i difetti non hanno sesso, patria né mentalità: sono difetti e basta! Con aspetti diversi ma difetti! Ti risparmio testimonianze sulla str… di alcuni uomini che conosco!!!

          1. la stronz..ine o la basta…ggine sono cose diverse dalla PERFIDIA.
            Gli uomini sono pieni di difetti, ma la perfidia è una prerogativa femminile.

            1. 61Angeloextralarge

              Ripeto: non ci sto! Non mi piacciono le generalizzazioni, perché credo che, uomini o donne, ognuno di noi è un mondo a parte, con il suo carattere, la sua cultura, la sua storia, etc. quindi UNO, UNICO e IRRIPETIBILE.

    1. Barbara F

      Sicuro che le donne sanno essere carogne quanto gli altri. Ma cito di nuovo Immortal Technique per esprimere il mio pensiero (in questi tempi incerti, e’ il mio pensatore politico di riferimento):

      “I’m not gonna vote for anybody just ‘cause they black or Latino they have to truly represent the community and represent what’s good for all of us”

      (sostituire “balck or Latino” con “women”).

      Il punto e’ che, in una societa’ iniqua, le persone che potrebbero cambiare davvero le cose non hanno, spesso, la possibilita’ di fare carriera politica (uomini o donne che siano)

      1. paulbratter

        anche in fatto di “black” gran brutto risveglio con il “nobel per la pace sulla fiducia”…

        1. Barbara F

          Eh! C’hai ragione pure tu! Verrebbe da pensare che le persone che VOGLIONO il potere siano quelle che meno dovrebbero ottenerlo, in generale. Ma questa e’ un’altra storia.

  15. Giuseppe

    Dicembre è un mese particolarmente caro alla mia memoria…a quella del computer! Come fai ad aver memoria? a stento arrivi a 30 anni!
    Comunque complimenti.

  16. Adriano

    Interessante leggere che, secondo qualcuno, le donne in politica non possano essere brave mogli o madri, a meno che non riducano il loro impegno al fare la “first lady” (nota carica politica, di sicura influenza, soprattutto quando l’uomo politico ha amanti in giro o, semplicemente, non è sposato) e che chi sostiene (opinione rispettabilissima, sia chiaro) che questa loro iniziativa non abbia la capacità, a priori, di cambiare le cose si limiti alla critica e non proponga altre iniziative.
    Altri hanno pure detto, in un post e in commenti precedenti, che le donne in Italia non sono discriminate. Chiaro che chi crede ciò (senza portare prove) non vede necessario cambiare le regole del gioco…

    1. nonpuoiessereserio

      Un altro che non sa leggere o che legge quello che interessa a lui, no comment.

      1. Adriano

        “Un altro che non sa leggere o che legge quello che interessa a lui, no comment.”

        Dal commento di nonpuoiessereserio del 9 dicembre 2011 a 08:42, interessante il quarto punto, dove viene espresso l’assioma donne in politica = zitelle.

        “Le donne nel mio immaginario si sono sempre divise nelle seguenti quattro categorie:
        donne mamme
        donne di piacere
        donne religiose
        donne zitelle o politicanti
        Ora, se le quote rosa dovessero prevedere un cinquanta per cento secondo il mio punto di vista ci sarebbero troppe zitelle in giro.”

        Dal commento di nonpuoiessereserio del 9 dicembre 2011 a 17:14, nel quale si porta il caso delle first lady come esempio di influenza delle donne nella politica.

        “Ma scusa Barbara, guarda che per me la donna può fare quello che vuole. Ho accennato alle first ladies per confermare il fatto che le donne incidono nella politica più di quanto sembri. Non sopporto quando mi viene travisato il pensiero.”

        Questo è quanto hai scritto. E questo è quanto ho letto.

        Stammi bene.

            1. Barbara F

              Sopravvivo bene, sfangando i problemi uno alla volta e cercando di godermi i periodi felici 🙂 E mi intrufolo a mia volta, nei tempi morti dei viaggi di lavoro, tipo adesso.
              Stammi molto bene!

        1. nonpuoiessereserio

          Adriano, io non te le mando a dire, te le dico, sei volutamente in malafede. Tu asserisci che io ho detto questo:” le donne in politica non possano essere brave mogli o madri, a meno che non riducano il loro impegno al fare la “first lady”. Ora se tu hai dedotto questo da quello che ho scritto è un problema tuo e infatti riporti alcuni miei passaggi che non scrivono quello che dici. Anzi rispondendo ad Erika ho scritto il contrario: “Mamme, mogli e politiche è tanta roba. Merce rara.” Quindi, come ti ho ripetutamente detto in passato, lasciami perdere che non ci capiamo. Tu vivi su un mondo, io su un altro.

          1. Adriano

            Nonpuoiessereserio,

            Lieto di leggere la tua rettifica a proposito delle donne in politica.

            Buona notte.

            1. nonpuoiessereserio

              Non ho rettificato nulla. Sei tu che non avevi capito. Mi sembri come i bambini che vogliono avere l’ultima parola.

  17. Erika

    @nonpuoiessereserio : scusa se non ho risposto prima (piccola emergenza al lavoro).Per “equilibrio della societa’” intendo una condizione, molto difficile da raggiungere, in cui tutte le componenti sociali sono equamente rappresentate. Questo e’ particolarmente arduo se si esclude, o comunque si scoraggia, a partecipare al “potere” una buona meta’ della popolazione. Il post di Raffaella mi ha fatto un po’ incavolare perché, se le donne in passato avessero ragionato come lei e’ assai probabile che oggi l’autrice non avrebbe diritto di voto e non potrebbe fare la giornalista.

  18. Stia tranquilla Raffeella Frullone, nel paese delle mamme casalinghe ci siamo già, è questo, il nostro, nulla da cambiare, tutto a posto così, sottomesse, da sempre, come è giusto che losia, ce lo dice anche Costanza.
    ( a ogni modo, le quote rosa sono una cazzata, sarebbe come dire che da ora in poi in tutti i concorsi assunzioni eccetra si deve dare la metà dei posti ai figlioli di genitori poveri,
    indipendentemente da tutto il resto, per una questione di giustizia, di ristabilimento della parità di partenza eccetra, d’altra parte essendo anche vero che se non si facesse, forse, così, resterebbero i posti, cosiddetti, più alti, solo ai figli di papà)

  19. barbara :)

    ciao! sono pienamente d’accordo con te raffaella! avere il 50% delle donne nella camera dei bottoni non vuol dire necessariamente nulla!!! inoltre…coto una tua frase che mi ha colpito proprio tanto:
    ‎”Per rendere migliore il mondo bisogna credere che ci sia qualcosa oltre il mondo”
    grazie mille!

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