Like a Virgin

 

di Cyrano

Prima di tutto devo mettere le mani avanti e dire che, no, di solito non lo faccio: non compro mai Il Venerdì di Repubblica (e neanche mi faccio un dovere di leggerlo assiduamente, a dirla tutta).

Due settimane fa, però, sono capitato in una specie di ambulatorio, e su di un tavolo giaceva meschina la copia del settimanale: in copertina campeggiava un colorato fotomontaggio in cui teste di più o meno “pubblici peccatori” sarebbero state “scandalosamente” sovrapposte a figure di apostoli e santi. La scena ricordava la struttura compositiva di una Pentecoste o di un’Assunzione, ma nel caso sarebbe stato rimosso il fulcro della composizione: lo sapevo che mi sarei arrabbiato, leggendolo, ma è stato più forte di me (per l’Avvento faccio il proposito di evitare simili “occasioni prossime di peccato”).

Embè, che era successo, sotto il velo della patinata copertina del Venerdì? Un servizio che ha del prodigioso: Filippo Ceccarelli è riuscito nell’impresa di sintetizzare in sole tre pagine (28-30, più 2 d’apertura) gli exempla religiosi di più di cinquanta personaggi del panorama politico-gossipparo italiano. Vi riporto in fondo l’elenco completo, perché possiate farvi un’idea della mole di dati che il prode Ceccarelli ha dovuto smuovere per produrre quelle tre paginette. Peccato che se lo sia già preso Repubblica, perché se si degnasse di scendere un pelino più in basso, Ceccarelli, potrebbe certamente trovare un impiego anche alla Congregazione delle cause dei Santi: se non altro, potrebbe insegnare a quei tediosi monsignoroni che non è necessario passare anni e decenni a studiare pazientemente una persona, per giungere a sentirsela di pronunciarsi sulle sue virtù (o sui suoi vizi).

Insomma, secondo me “il fiore all’occhiello di Repubblica” potrebbe prestarsi, anche solo per uno stage: basta scegliere una foto, possibilmente con un pizzico di pepe, ma anche molto convenzionale va benissimo; a questa va aggiunta una brevissima citazione (breve, che non si possa cogliere il contesto!) o in mancanza di quella anche una laconica allusione ai vizietti del personaggio. Se vorrete rubarvi il tempo di dare una scorsa ai nomi di questa fantastica lista di proscrizione, difficilmente non sarete colti dal sospetto che il grosso della truppa provenga, direttamente o di sponda, dai villini di Arcore e Villa Certosa (vale a dire, nel linguaggio “giornalistico” di Repubblica, dalla cloaca maxima d’Italia): i nomi di Claudia Koll e di Alessandro Meluzzi, allora, sembrano andare semplicemente a ingrossare le fila e a stemperare il sospetto che il tutto sia in fondo un banale espediente per infierire a baionettate sul cadavere del nemico.

No, c’è molto di più, perché quando si mettono in fila i birilli della polemica politica, dell’ombra della Chiesa e del “profumo di donna” ciò che si cerca è lo strike. Povero Ceccarelli, che in questo pezzo ha mostrato che un vero professionista del giornalismo politico italiano deve essere un autentico “Erasmo del gossip”: uno che ha inanellato con tanta grazia e precisione un così gran numero di storie e personaggi non troverà chi gli renda il dovuto onore di un’attenzione particolare? No, perbacco, parola di Cyrano! Vado a prendere il kit del piccolo esegeta e torno.

In effetti, la pagina di Ceccarelli può valere a conferirgli il riconoscimento di “Erudito del gossip”, perché la mole dei dati è ingente, ma la sintesi è scorrevole e la prosa ha i tratti caratteristici della stesura unitaria (insomma, tutte quelle storie non le ha faticosamente rintracciate su Wikipedia una per una!). In un punto c’è uno spazio di troppo, in un altro una preposizione sbagliata, in un altro ancora un uso improprio di ausiliare con verbo servile («…ha voluto entrare in chiesa…»): vabbè, quest’ultima sembra ormai essere quasi una chicca da iniziati, ma nel complesso si può dire che Ceccarelli l’ha steso di getto, questo prodigio di agiografia politicante collettiva, e che non l’ha neanche riletto. E quanto ai contenuti extragossippari? Un paio di citazioni evangeliche non comunissime, per di più pertinenti, farebbero pensare che il Nostro capisca qualcosa di dottrina cristiana, ma l’allusione a Magdi Cristiano Allam, «battezzato a San Pietro il giorno [sic!] di Pasqua (2008)», è fortemente indicativo del contrario.

Perché questi dettagli possono non essere irrilevanti a capire il cuore (subliminale?) del messaggio di Ceccarelli? Perché la tesi fondamentale può riassumersi così: «Ultimamente c’è un po’ troppa gente che corre a lavarsi le mani nell’acqua santa dopo essersele insudiciate nei posti meno confessabili del mondo, o addirittura mentre stanno ancora a inzaccherarsele qua e là».

E quindi? Qual è il problema? Il povero san Paolo s’azzarderebbe forse a obiettare: «Chi sei tu per giudicare un servo che non è tuo? Stia in piedi o cada, ciò riguarda il suo padrone» (Rm 14,4), ma Ceccarelli lavora «separando il giornalismo dalla teologia», e del resto aveva ammesso in partenza che i giornalisti hanno «con il peccato un tipo di consuetudine rinforzata dal mestiere». Perché allora sembra stizzito, il Nostro, che Piemme pubblichi così largamente racconti di conversioni “a U”? Perché sembra importante precisare che l’immagine davanti alla quale è stato visto in ginocchio Tarantini raffigurava San Josemaría Escrivá? E di nuovo, che cos’hanno in comune le esternazioni di Sabina Began, Claudia Koll e Cicciolina, se non soltanto che vengono da tre donne?

Nonostante la «consuetudine rinforzata dal mestiere», Ceccarelli sembra avvertire di star giocando sporchino, nello snocciolare sul tavolo alla rinfusa, come in una partita a shangai, i più vari resoconti e le più varie dichiarazioni accomunate dal solo labile filo rosso del tema religioso (ma forse in realtà dal colore politico): ci sono almeno cinque o sei passaggi (sempre nelle solite tre pagine) in cui il giornalista precisa che non sta giudicando, che la questione è terribilmente delicata, che «è ingiusto e anche impossibile verificare chi è in buona fede e chi no». Ma insomma, allora qual è il problema? «Il punto – dice Ceccarelli – è che […] queste scelte finiscono per garantire una risorsa narrativa supplementare e di conseguenza ottengono un plus di curiosità, e ancora una volta lo ottengono, per non dire che se lo conquistano, proprio là dove il pubblico s’incrocia con il privato e il senso del sacro va in cortocircuito con il cicaleccio intimistico di questo tempo non proprio spiritualissimo». Ah, ecco, ho capito: è il solito fraseggio illuministico di terza mano per dire che la vera religione dovrebbe starsene buona buonina dentro la cameretta, tra il lettino e il comodino… Tipico di questi argomenti, corroborati ad hoc da qualche citazioncella scritturistica buttata là ad arte, è che tra le righe prendano il tono di vero e proprio magistero: «Nel suo complesso, la casistica dell’odierna devozione lascia abbastanza perplessi, tanto più se credenti». È il top: Ceccarelli non afferma e non nega di essere credente, ma suggerisce distintamente a chi pensa di esserlo che sarebbe molto ragionevole concordare con lui!

Insomma, si può sapere una buona volta cos’è che non va giù ai Maestri di Repubblica, se Ania Goledzinowska s’è ritirata a Medjugorie, dove s’è raccolto attorno a lei un gruppo di preghiera al cui centro carismatico c’è l’attenzione alla castità? Che c’è che non va? «E messe d’inizio legislatura – scrive Ceccarelli –, pellegrinaggi parlamentari, radici cristiane, retorica dei Valori, culto di Lepanto, veggenti in visita al Senato, fiction sacra, colossal su Padre Pio, cilici argomentati, reliquie ripristinate, rilancio del digiuno, menù quaresimali nelle scuole, presepi da combattimento, esercizi spirituali per manager, Porte a porta sui santi». Ah, è così? E quando mai le avremmo abolite, le reliquie? E quando mai avremmo rinnegato il digiuno? Non è che il problema è che a qualcuno rode che non abbiamo mai cessato – noi, la Chiesa! – di essere ciò che Dio ha fatto e fa di noi?

Non è che a qualcuno rode che non ci crediamo, noi, che spetti a noi adesso dividere la zizzania dal grano buono, e che preferiamo piuttosto essere conosciuti come il “refugium peccatorum” che in effetti siamo?

Non è che a qualcuno rode che da noi le prostitute possono essere considerate vergini da un giorno all’altro e che come tali vengano rispettate e onorate? Se questo sordo rancore venisse da un credente, ci troveremmo ancora all’interno della parabola del figlio smarrito, e avremmo a che fare semplicemente col figlio maggiore (esemplare rappresentato in gran numero, nella Santa Chiesa!). Che dire, invece, di quando il rantolo lamentoso viene da fuori? Che v’importa di chi facciamo entrare da noi? Sembra la cupa espressione del demonio dantesco: «Tu te ne porti di costui l’etterno / per una lagrimetta che ‘l mi toglie» (Pg V,106-107). Ma a questa domanda risponde il Signore stesso: «Non posso fare delle mie cose ciò che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?» (Mt 20,15).

In realtà, non capisco affatto come Venditti abbia potuto scrivere di cosce «tese, / chiuse come le chiese / quando ti vuoi confessare»: i versi, di per sé, sono felicissimi, ma se c’è un momento in cui “le cosce della Chiesa” sono tutt’altro che tese e chiuse questo è quello in cui le si presenta un peccatore penitente.

Noi non sappiamo perché la Minetti si sia fatta tatuare un “Kyrie eleison” sul polso, ma quelle due parole (che parlano per ciascuno di noi) bastano perché tendiamo una compatta cortina di discrezione orante sul suo passato e sul suo presente. Spesso si ironizza su un antico e grande titolo con cui s’è da sempre indicata la Chiesa – “casta meretrix” (“prostituta casta”) –: ecco, probabilmente in fondo alla Chiesa si rimprovera che non si faccia scrupolo ad andare con chiunque, come una prostituta. La sua grandezza, però, sta nel fatto che è per amore di Uno Solo che è sempre disposta ad andare con chiunque, e questo non solo la riscatta dal sembrare una prostituta, ma la rende misticamente intatta mentre essa viene fecondata e genera gli uomini nel Figlio di Dio.

Come una Vergine.

———————–

 

Ecco a voi l’elenco delle pecorelle smarrite che Ceccarelli ha contato nella sua insonnia giornalistica: Sabina Began, Gianpi Tarantino, Lele Mora, Nicole Minetti, Ania Goledzinowska, Alessandra Borghese, Paolo Brosio, Luciano Moggi, Alfonso Papa, Bobby Solo, Little Tony, Piero Marrazzo, Luciano D’Alfonso, Pier Gianni Prosperini, Michaela Biancofiore, Pecoraro Scanio, Pomicino, Giulio Tremonti, Ignazio La Russa, Mario Borghezio, Daniela Santanchè, Magdi Cristiano Allam, Nichi Vendola, Renata Polverini, Roberto Castelli, Sandro Bondi, Alessandro Meluzzi, Vittorio Sgarbi, Alfonso Signorini, Franco Califano, Massimiliano Fuksas, Claudia Koll, Daniela Rosati, Stefano Ricucci, Claudia Galanti, Marina Ripa di Meana, Albano, Elena Russo, Valeria Marini, Elisabetta Gregoraci, Flavio Briatore, Gianni Morandi, Giulio Base, Fabrizio Frizzi, Pippo Franco, Alda D’Eusanio, Agostino Saccà, Massimo Boldi, Pasquale Squitieri, Antonello Venditti, Cristiano Malgioglio, Nicola Pietrangeli, Klaus Davi, Platinette, Martufello, Cicciolina.

111 pensieri su “Like a Virgin

  1. Giuseppe

    Primo1 Così per contare una volta tanto| Ok è una stupidata, ma di molto inferiore al Ceccarelli, pertanto non credo che siano molti ad offendersi!

  2. Fare il prete a Roma significa in genere incontrarli questi “convertiti famosi” e sulla sincerità di almeno una decina di loro potrei giurare, potrei perfino allungare l’elenco di un’altra quindicina, forse venti.
    Però… però allargando un po’ il discorso al di là della sanissima indignazione cyranica, un paio di considerazioni in più si impongono.

    E’ assai fastidiosa l’esibizione. Ci sono due tipi di esibizione, una deliberata l’altra involontaria. L’entusiasmo della conversione spesso porta con sé il desiderio di far conoscere a tutti la novità che ci ha cambiato la vita il che va benissimo in una persona qualunque, ma in un personaggio pubblico genera almeno il sospetto che sia solo il tentativo di “rifarsi una verginità”. Ci sono anche casi di esibizione involontaria, come ad esempio quello di Claudia Koll che per un certo tempo ha accettato di essere esibita come un’icona vivente in perfetto stile evangelista, creando così una sorta di sovraesposizione che in effetti ha nuociuto tanto a lei quanto all’efficacia del suo messaggio. Credo che se ne sia accorta anche lei del resto, ormai la vedo meno presente.

    Naturalmente c’è una cartina di tornasole ed è quando vedi che la conversione viene pagata in termini professionali, la stessa Koll e tanti altri convertiti famosi e famosetti hanno subito pesanti conseguenze, praticamente vedendo dimezzate e a volte azzerate le loro occasioni di lavoro (lo diceva Jim Caviezel, il Gesù di Mel Gibson).

    Il fatto è che la società dell’immagine ci vorrebbe tutti uguali alla nostra cartolina, o se preferite alla nostra foto segnaletica, e non sa nulla della profondità e dello spessore di un vero essere umano con i suoi dubbi, le sue contraddizioni e le sue fragilità. Prendete Piero Marrazzo per esempio, lui anche prima che i suoi vizi fossero esibiti pubblicamente faceva parte della Comunità di S. Egidio (che lo ha giustamente riaccolto dopo la sua debacle). Così l’idea che l’uomo possa essere “simul iustus et peccator” (al tempo stesso giusto e peccatore) risulta incomprensibile ai più.

    Su questo poi si innesta (e il mondo dello spettacolo eleva all’ennesima potenza) il rancoroso livore del libertino (non dell’ateo, che in genere è persona seria) che per giustificare se stesso pretende dal credente la santità eroica di cui lui stesso è incapace.

  3. Errata (mea) corrige, ovvero mea culpa: “uno di voi” mi ha cortesemente segnalato che (stando all’Accademia della Crusca) l’ausiliare del verbo servile può essere uno qualunque dei due, quando il verbo retto è intransitivo.
    Insomma, l’ortografia di Ceccarelli si salva in corner (anche se per non rischiare è sempre bene seguire la regola generale)… quanto a me, smaltito il rossore da matita blu avventata, posso consolarmi pensando che se quello è un segreto iniziatico ho dimostrato di non essere un massone. 😉

  4. Alessandro

    “Spesso si ironizza su un antico e grande titolo con cui s’è da sempre indicata la Chiesa – “casta meretrix” (“prostituta casta”) –: ecco, probabilmente in fondo alla Chiesa si rimprovera che non si faccia scrupolo ad andare con chiunque, come una prostituta”

    Accade che si fraintenda – anche tra chi ama la Chiesa – il senso di quest’antico e grande titolo. Così spiega il cardinale Giacomo Biffi:

    http://www.kattoliko.it/Leggendanera/modules.php?name=News&file=article&sid=1789

    1. Alessandro

      In sintesi:

      “Nel suo significato originario, dunque, l’espressione «casta meretrix», lungi dall’alludere a qualcosa di peccaminoso e di riprovevole, vuole indicare – non solo nell’aggettivo ma anche nel sostantivo – la santità della Chiesa; santità che consiste tanto nell’adesione senza tentennamenti e senza incoerenze al suo Sposo («casta») quanto nella volontà di raggiungere tutti (secondo il compito che le è stato affidato dal suo Signore) per portare tutti a salvezza («meretrix»).”

  5. Erika

    Sottoscrivo in pieno le parole di Don Fabio.
    Ho letto l’articolo a cui si riferisce Cyrano e l’ho trovato in effetti, prima che fastidioso, inutile.
    Non sta a noi giudicare la fede altrui, né se si tratta di Lele Mora o Borghezio, né se si tratta di Romano Prodi o Rosy Bindi.

    1. vale

      beh,non è proprio così.
      a parte che Cyrano ha ragione sulla mania di giudicare di certi sedicenti cristiani(?) cattolici…
      ma se uno addirittura compie atti contro la morale o il dogma VA giudicato. non le motivazioni per cui ha votato,che so, la legge sull’aborto-per esempio-.quello è il foro interno e riguarda solo il diretto interessato e Dio.
      ma l’atto che può essere -e spesso è- malvagio o comunque contrario a tutto ciò che prescrive la dottrina.
      se è vero che la prostituta viene perdonata, è anche vero che non deve peccare più.
      e nella dottrina, perché ricorra il pentimento vero, va messo in conto anche la riparazione dei danni e il liberarsi dei vantaggi ottenuti con l’atto.se no si è come un ladro che ruba il pane al povero.si pente, ma il pane al povero non glielo riporta e se lo mangia, dicendo:non lo farò mai più.intanto il povero muore di fame…insomma si giudica l’atto ed i suoi effetti. non le motivazioni.(ché quelle vere,recondite,non si sapranno mai,specie da un politico…)

      1. Alberto Conti

        “se è vero che la prostituta viene perdonata, è anche vero che non deve peccare più.”

        Penso sia più umano adottare un “dovrebbe” al posto di quel “deve” (“Quante volte dovremo perdonare al nostro fratello? 70 volte 7”) smettere di fare lo stesso peccato che ci perseguita è la cosa più dura.

        1. vale

          hai ragione.ma l’intento ci dev’essere.anche S.Paolo dice di sè che commette il male che non vuole invece del bene che vuole.
          però se tra di noi si può usare un dovrebbe,Gesù non lo dice in forma ipotetica: forse-interpretazione mia- perché chi si pente realmente,certe cose- atti- ma anche pensieri e parole(non è Battisti) non li fa pensa e pronuncia-salvo momenti davvero eccezionali-più…

    2. Cara Erika, con quest’ultima annotazione tocchi un punto molto delicato. Ci penso, magari tornerò sull’argomento un’altra volta.
      Grazie mille.

  6. Buon giorno ragazzi. Insomma, quanto ci interessa davvero aprire il giornale la mattina e leggere quale personaggio famoso si è convertito?
    Personalmente in genere mi interesso di quello che fanno le persone a me più vicine. Dato che penso sempre ( o almeno ci provo ), che gli altri siano più buoni di me……….ogni tanto prendo delle sonore legnate.
    Due settimane fà dicevo a mia madre ” sono contentissima, è cambiato, sembra più umano, il dolore l’ha reso più comprensivo…………”.
    Insomma, neanche il tempo di pensarne bene che il tizio una settimana dopo se ne esce con un discorso che dimostra l’esatto contrario e smonta in parte ogni mio buon proposito nei suoi confronti ( almeno ha ucciso l’entusiasmo iniziale ). Me ne torno mesta nello stagno, in una conversione di un mio parente ci avevo sperato davvero e francamente mi interessava più la sua di quella di Briatore.

  7. Erika

    @Vale: è vero che i comportamenti dovrebbero essere coerenti con la propria, eventuale, fede, ma anche in questo caso, secondo me, non è facile giudicare “da lontano”, cioè fuori da un confessionale o da un colloquio con una guida spirituale.
    Ad esempio, credo che votare una legge che consente l’aborto non implica, necessariamente, essere a favore dell’aborto.
    Io sono un’antiproibizionista: non vuol dire che faccio uso di droghe, né tantomeno che auspico la diffusione della droga tra i giovani.
    A volte si perseguono strade diverse per raggiungere lo stesso risultato e non è così semplice stabilire chi ha scelto la via giusta. Più semplice giudicare il traguardo, che è buono o cattivo.

    1. sono d’accordo sul fatto che ci possano essere strade diverse per ottenere un determinato risultato. Ma sono certa che, per esempio, liberalizzare le droghe non sia la strada giusta per limitarne l’utilizzo da parte di molti o per debellarne lo spaccio e l’arricchimento delle cosche. O la legalizzazione della prostituzione, o quella dell’aborto. Quindi chi sceglie di votare a favore di certe scelte, magari pensa di essere a posto con la coscienza, perchè pensa “tanto io non lo faccio”, ma di fatto spiana la strada per la rovina di altri. A me non importa essere a posto con me stessa, ma mi interessa davvero che altri vedano la bellezza che ho visto io. La vita è un dono meraviglioso e le leggi devono promuovere la vita, non liberalizzare ciò che può causarne la fine. Non è un discorso religioso, ma ragionevole, umano. Chi oggi promuove la legge sul fine-vita (termine politicamente corretto per dire “eutanasia”) sta cercando di scaricare il sacco di mattoni che è la coscienza. Invece di potenziare la ricerca sulle cure palliative, sulle terapie del dolore, di potenziare gli aiuti alle famiglie dei malati, si preferisce occuparsi di una legge che ci consenta di redigere un testamento biologico.
      Non voglio star qui a commentare lo stato di salute della fede di quei facciotti da rivista di gossip. Ma la conversione porta anche dei frutti visibili, e se un sedicente cattolico va in parlamento votando a favore della legge A o la legge B, che possono indurre a considerare la vita come un bene disponibile a nostro piacimento, bè, qualche dubbio sulla forza e l’incidenza della loro fede nella realtà che li circonda, a me viene…..

      1. Cara Giuliana, condivido il tuo punto di vista sulla bellezza della vita, ma da un’angolazione leggermente differente. Sette anni fà una persona che amavo come una madre morì di un tumore orrendo. L’ho vista soffrire dolori inspiegabili a parole per 5 lunghi mesi, cure palliative e terapie del dolore nell’ultimo mese non facevano più effetto. Abbiamo provato anche l’operazione chirurgica.
        Egoisticamente l’avrei tenuta con me altri 5 secoli, ma devo ammettere che per quanto sembri cattivo da dire e da scrivere, quando è morta ho ringraziato Dio perchè non soffriva più.
        Grazie al cielo l’ultima settimana prima di morire era in coma, quindi forse soffriva un pò meno. Non sono per la soppressione della vita, se avessi un figlio non abortirei mai, ma sinceramente, se dovessi vedere un’altra persona che amo in quelle condizioni, o se dovessi esserci io in quelle condizioni, forse un’aiuto per non soffrire più lo vorrei.

      2. 61Angeloextralarge

        “sono certa che la liberalizzazione delle droghe non è la strada giusta”: cConosco tossici ed ex tossici che pensano esattamente la stessa cosa!

        1. anche io, cara Angela! e pensa cosa vorrebbe dire sdoganare la prostituzione…. le ragazzine penserebbero solo che è un mestiere come un altro. Adirittura in regola, con tanto di tariffario pubblico e regolari fatture! e mi viene la nausea al pensiero che uno Stato possa includere tra le tasse incassate anche l’iva sul servizio reso dalle prostitute! ah, bè, però non c’è più lo sfruttatore…. una grande consolazione!

          1. 61Angeloextralarge

            Pensa però, con questa crisi, quanto incasserebbe lo Stato! C’è un giro di miliardi, tutto esentasse!

            1. spero tu stia scherzando….
              quando si tratta di quelle poveracce buttate su un marciapiede da qualche schifoso, non penso che se lo schifoso fosse lo Stato la cosa assumerebbe un’aria più rispettabile….

            2. 61Angeloextralarge

              A proposito di ex tossici, questo è un video della Festa della Vita, festa annuale di chi è uscito dall’uso delle sostanze:

          2. lidiafederica

            Io ne ho parlato tanto con mia sorella…la questione è difficilissima, e non so decidere quale sia l’alternativa migliore. Insomma, lo sfruttamento della prostituzione è orribile, e le violenze a cui sono sottoposte le ragazze pure. La legalizzazione prevederebbe almeno che ogni forma di prostituzione su strada divenga immediatamente illegale (oggi una prostituta schiava può dire “ma io mi prostituisco volontariamente”, di solito perché tenute in ostaggio con ricatti e paure). Però fiorirebbe sicuramente il “mercato nero”… Sinceramente, non so.

    2. vale

      in questo caso mi hai frainteso o non mi sono spiegato-cosa più probabile-bene io: ribadisco che non si giudicano le motivazioni del perché dell’atto. ma l’atto in se stesso e le sue conseguenze.
      io non so se chi votò al tempo,pro aborto lo fece con le più buone intenzioni di mitigare una pratica-effettuata privatamente-in modo pericoloso e da sempre. ma la constatazione che si compia”il male” da sempre non vuol dire che chi si dice cristiano lo debba accettare e mitigare per ottenerne un male minore. tra l’altro questo è uno di quei principi non negoziabli ai quali fa riferimento anche BenedettoXVI.qui c’é poco da fare.uno che si dice cristiano,l’aborto,salvo i casi previsti come effetto collaterale-non voluti nè chiaramente prevedibili, di una pratica medica tesa a salvare la vita della madre ,non lo può fare.
      il traguardo, in questo caso, è la morte del nascituro.

  8. Alberto Conti

    “il cattolicesimo è una religione così romantica, ha santi e peccatori… La religione anglicana ha solo persone rispettabili che credono nella rispettabilità” (O. Wilde)

    Bravo Nasone grande post

    Aggiungo anche una citazione del mio vecchio parroco:

    “Ladri e prostitute ci precederanno nel Regno dei Cieli … se si convertiranno” mi piace sottolineare l’uso del verbo “convertire” e non “smettere di peccare” perchè secondo me (e, ne sono certo la cosa valeva anche per il vecchio parroco) sono 2 cose diverse: la conversione aiuta nel tempo a migliorare perchè capisci che il peccato ti impedisce di essere felice.

    Nel merito di Santi e Peccatori consiglio la lettura de “L’ultimo crociato” di De Whol splendida biografia romanzata di Juan D’Austria, figlio illegittimo di Carlo V ammiraglio della flotta navale Cristiana nella Battaglia di Lepanto.

    1. Alberto Conti

      Scusate ho dimenticato una virgola: è Juan d’Austria che ha condotto la flotta cristiana nella Battaglia di Lepanto e non suo padre Carlo V (che all’epoca era già morto) 🙂

      1. bravo… infatti il “cattolicissimo” Carlo V ha lasciato che i suoi mercenari lanzichenecchi devastassero e saccheggiassero Roma nel maggio del 1527. (rimando allo splendido libro di Chastel sull’argomento)

        1. vale

          se per quello anche molti Papi no furono esempi di carità e morigeratezza.
          ma sul dogma non si smentirono.
          su Carlo v sto rileggendo una biografia in merito.quando sono arrivato al punto del sacco di Roma ti rispondo..(anche se ,così a naso, mi par di ricordare che certi titoli tipo- difensore della fede-tanto per dire EnricoVIII- fecero quel che fecero.quindi attiene più alla politica ed alla percezione del potere di quel periodo storico che ad una reale caratteristica della persona…)

    2. vale

      se è per quello anche S.Paolo perseguitava i cristiani…
      poi si è convertito e non l’ha più fatto.
      la conversione non è forse un adeguare la propria vita a ciò che ti pare evidente e vero?
      poi va da sè che ci vuole tempo.ma da qui a dire che chi uccide,sì,pian piano lo farà un po’ meno fino a quando non smetterà…

  9. Erika

    Vedi, Giuliana, tu dici “sono certa che la liberalizzazione delle droghe non è la strada giusta”.
    Io non ne sono tanto certa, visto che in Italia la legge sulle droghe, a parole piuttosto restrittiva, non mi pare che funzioni granché…(quando ad esempio è difficile che il sabato sera i ragazzi vadano alla ricerca spasmodica di una bottiglia di Brunello di Montalcino, che li stordirebbe comunque, ma è perfettamenrte legale…)
    Questo, ovviamente, è un altro discorso, ma è un esempio di come sia difficile giudicare la complessità delle azioni e dei sentimenti umani.
    Capisco l’avversione per il relativismo, però bisogna stare attenti a non cadere nel manicheismo.

  10. Erika, che posso dire. Avendo 26 anni ricordo bene l’adolescenza.
    Volevo fumare e mia madre disse ” te le compro io le sigarette “. Volevo farmi un tatuaggio e mia madre disse ” Va bene ecco i soldi andiamo “. Volevo farmi il piercing e mia madre disse ” contenta tu….”. Volevo assaggiare il vino e mia madre mi allunga il bicchiere.
    Risultato? Sono astemia, non ho mai fumato e non ho nè il pircing nè i tatuaggi.
    La conclusione………..fate vobis.

    1. 61Angeloextralarge

      Conosco tossici ed ex tossici che hanno fatto la tua stessa esperienza e hanno reagito diversamente da te.

        1. Alessandro

          Ho fatto un miscuglio italo-inglese; “come affermano Theresa Moore (University of Bristol) e Stanley Zammit (Cardiff University) che hanno condotto la ricerca: ecc.”

  11. Mi ha sempre spiegato le cose non proibite. A volte scherzando le dico che è ” colpa sua “, se non bevo, non mi faccio le canne e faccio l’alba leggendo un buon libro anzichè in discoteca.

    1. 61Angeloextralarge

      Penso che ogni gentore, se si vuol definire tale, faccia quello che tua madre ha fatto con te. Le reazioni sono le più svariate, a seconda del carattere del figlio e di altre tante circostanze. Sei una ragazza fortunata perché, grazie al tuo carattere (e a tua madre e alle circostanze) hai reagito positivamente.

  12. nonpuoiessereserio

    Troppo buono Cyrano, io li manderei tutti in miniera quei giornalisti. Falsssssi come dice Gollum. Quel giornalaccio comunque ora che SB se n’è andato è in crisi d’identità, chissà quanto resisterà.

    1. vale

      su quel giorn…cio,vorrei farvi leggere la comunicazione sul codice etico che ho appena letto del gruppo editoriale in questione…ma non si può.
      però fa molto sepolcro imbiancato.
      questo lo so.

  13. 61Angeloextralarge

    Per Guiliana: spero tu stia scherzando….
    Ceeeerto!
    Tra l’altro se vogliamo continuare ad usare il termine “schifoso” possiamo darlo per primo a chi le fraquenta! Se non ci fosse chi le frequenta non ci sarebbe nessuna prostituta e nemmeno sfruttatori.

    1. Erika

      “Se non ci fosse chi le frequenta non ci sarebbe nessuna prostituta e nemmeno sfruttatori.”
      Già, proprio.
      Detto ciò, io non mi sogno di dire che uno che va con una prostituta non può avere fede.

      @Alessandro: grazie per i link che hai segnalato, ma…tra le basi di una buona ricerca c’è la pluralità delle fonti…;-)

      1. 61Angeloextralarge

        “Detto ciò, io non mi sogno di dire che uno che va con una prostituta non può avere fede”: infatti non l’ho detto…

        1. 61Angeloextralarge

          Aggiungo, più o meno come ho detto in un commento ad un post precedente: “La maggioranza di chi va a prostitute e travestiti, è sposata”.
          Spero che non passi un messaggio di condanna da parte mia: mi limito a constatare la realtà che vedo.

          1. 61Angeloextralarge

            “Avere fede”: che significa? Avere fede in qualcosa vuol dire crederci? Allora anche il diavolo ha fede! Lui crede perfettamente che Gesù è il figlio di Dio, ma pur credendolo non si inginocchia alla sua presenza, non lo ama né lo adora. Mi piace il video che ho inserito sopra, quello di don Oreste, perché lui alle nigeriane non chiedeva: “Hai fede in Gesù?”, ma: “Ami Gesù?”: è tutta un’altra cosa, non credi?

            1. vale

              temo che confonda un dato di fatto-per chi crede-il diavolo non ha fede. se l’avesse si adeguerebbe alla volontà di Dio. il diavola sa chi è Gesù e conosce la volontà di Dio.ma non l’accetta. questa non è fede.Sa che Dio è Dio e che Gesù ne è l’incarnazione. è una constatazione. è solo che rifiuta di adeguarsi alla realtà ed volontà del suo Fattore.

            2. 61Angeloextralarge

              “temo che confonda un dato di fatto-per chi crede-il diavolo non ha fede. se l’avesse si adeguerebbe alla volontà di Dio”: per me non è così. Con il mio commento intendevo e intendo dire che l’uso della parola “fede” a volte non è appropriato, perché tendiamo a dire “avere fede” intendendo “avere fede in Dio”. Tra l’altro quello che ho scritto non è farina del mio sacco ma l’ho sentito da più di un sacerdote durante l’omelia domenicale. Don Fabio, correggimi se sbaglio!

            3. Alessandro

              Distinguerei tra “scire” (sapere) e “credere” (avere fede, credere): il diavolo SA che Dio esiste, non ha FEDE che (non CREDE che) Dio esista. Ma rifiuta la volontà di Dio.

      2. Alessandro

        non so se Silvio Garattini e Livia Turco siano due cattolici tradizionalisti…

        “La quantità di tetraidrocannabinolo (il principio attivo della cannabis) è passata in un pugno d’anni dal due al 20 per cento”. Secondo le statistiche in rapida crescita ci sono i consumatori giovanissimi, quelli al di sotto dei 15 anni, attratti anche da una “politica dei prezzi” che gli spacciatori hanno abbassato per far aumentare la domanda (non è, infatti, un mistero, che l’85 per cento di coloro che consumano le cosiddette “droghe pesanti” abbiano cominciato con le “leggere”). Di fronte a tutto questo l’Italia cosa fa? Sostanzialmente nulla. O se fa qualcosa, nessuno ne parla. Nel 2003 il maggior esperto di politica farmacologica italiana, Silvio Garattini, consegnò al Ministro della Salute Sirchia un documento allarmante il cui titolo era: “La cannabis non è una droga leggera”. Quel documento fu girato agli organi di stampa che lo ignorarono. Così come avevano fatto nel 1999 con la “Relazione al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze”, dove, in un allegato sulla cannabis, si evidenziava “come tra le vittime degli incidenti e degli scontri interpersonali con contenuto violento (risse) almeno il 50 per cento dei soggetti fossero sotto l’effetto di cannabis”. La firma era quella dell’allora ministro per la Solidarietà sociale, Livia Turco.”

        http://www.claudio-rise.it/cannabis/boffi.htm

  14. Premesso che non ho niente in contrario ai tatuaggi nè ai piercing (sempre che non siano un’invasione deturpante sul corpo), non vedo davvero il nesso di questi con la droga o l’alcool. Se mio figlio quando sarà adolescente si farà il buco all’orecchio potrei esprimere il mio diniego. Ma se mi dicesse “mi voglio fare una canna” io la canna gliela do sulla schiena! altro che “te la compro io”!!! se mio figlio dice a me o al padre che vuole fare sesso sicuro con la morosa non gli dico “andiamo in farmacia a comprare i profilattici” (conosco gente che ha fatto così, o che ha portato la figliola di 17 anni dal ginecologo per prescrivergli la pillola…). E’ educazione questa????
    La mia educazione spero abbia come risultato che i miei figli non arrivino nemmeno a sognarselo di chiedermi certe cose, oltre a non volerle fare. (“spero” vuol dire che gli darò tutti i motivi per non scegliere queste vie, poi arrivati all’età adulta capiranno da soli se l’educazione ricevuta in casa sia spendibile perchè ragionevole o se sarà opinabile e rigettabile. Noi genitori ce la mettiamo tutta ma non abbiamo il controllo totale sulla vita dei figli… per fortuna!)

    1. paulbratter

      no, non scherziamo mai su queste cose!
      non pregare, pensa al tuo campicello e alle tuo seghe mentali ma forse è meglio che taci.

        1. vale

          non che non abbia le tue ragioni. si dovrebbe pregare per tutti. e si farà. intanto preghiamo anche per quel caso particolare.sarà anche solo una goccia nel mare.ma è una goccia.in più.
          noi, non si esclude il soprannaturale intervento nelle vicende umane. il perché accada e con quali criterii,lo possiamo solo immaginarlo per “speculum et aenigmate”…(anche se riferito ad altro)…
          perché cambiato pseudonimo?così per curiosità,visto che l’imago è la stessa di prima..

          1. Dell’ “imago” mi piace la ironia buona degli occhi (se la ingrandisci si vede bene) ho cambiato pseudonimo per
            rendere l’idea del fatto che filosofando (chiacchierando, è uguale) non si arriva mai a nulla. Non ce la fo a stare zitto quando mi sembra (a me) che si esca proprio di cervello,
            il che andrebbe anche bene, ma non pretendendo di essere
            seri.

            1. vale

              beh, ma tu sai che qui,quel che si chiama Verità è follia per gli uomini….
              dovresti trovarti a tuo agio.
              una preghierina anche per Alvi?

            2. Dai Alvì fa’ il bravo. Di solito mi irrito quando si chiedono preghiere per ogni cazzata quasi come (ne parlavamo ieri) fossero delle formulette magiche per risolvere ogni problema. Ma parliamo di un bimbo. Un bambino che potrebbe benissimo essere il figlio di una di noi.
              Io non riesco a pregare chiedendo miracoli. Ma come madre non posso non sentire il dolore della madre di questo bambino, un dolore che se fosse mio mi farebbe impazzire. Prego per quel bimbo e per sua madre, sì, lo faccio e non mi sento ridicola Alvì. Allo stesso modo in cui prego per te, perchè tu possa trovare la stessa pace nel cuore che spero di trovare anche io e che sempre mi sfugge. Ma cos’è pregare se non condividere con Dio le nostre preoccupazioni, i nostri dolori e le nostre gioie, come facciamo con le persone che amiamo? E chiedere, sì, anche pretendendo, come si chiede a un padre?
              E’ forse ridicolo chiedere a un padre di risolvere qualcosa che lui può risolvere?
              Poi certo, noi non capiamo. Ma noi siamo bambini di fronte a Dio e come bambini continuiamo a chiedere. Sarà Lui a decidere se darci la medicina per farci passare il dolore o semplicemente baci e carezze per farcelo sopportare meglio.
              Questo è il senso della preghiera.
              Poi hai ragione che troppo spesso la riduciamo a formulette magiche. Ma non mi pare questo il caso.

        2. Ma il Vangelo è pieno di interventi di Gesù mirati proprio ad una persona in particolare… praticamente quasi tutti i miracoli e dietro c’è sempre una preghiera, una richiesta. Perchè ti scandalizza questa cosa? E poi il pregare per una persona non esclude la preghiera per tutti gli altri…

  15. angelina

    Costanza, mi associo con la mia povera preghiera.

    Quanto al post, non so se il tema è l’indignazione per la manipolazione da parte dei media-in-malafede, oppure il non giudicare.
    A me è subito venuto in mente Osea, una storia bellissima. Leggetelo.
    Questo è un commento di B. Costacurta
    ” La morte si trasforma in vita, il deserto diventa vigna; la sposa, da prostituta che era, diventa vergine. La donna che seguiva i suoi amanti diventa colei di cui Dio dice: “Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore. Ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore” (Os 2,21-22). Lì dove il perdono di Dio si offre all’uomo, in cui l’uomo semplicemente accetta questo perdono, l’uomo è ricreato nuovo, rifatto santo.

    Girolamo commenta così il nostro testo: “Ecco l’unione tra Dio e gli uomini: l’uomo, quando prende una donna, da vergine che era, la rende donna (cioè non più vergine). Invece, quando Dio si unisce anche a delle meretrici, le trasforma in vergini”.
    Questo è l’amore. Questo è il miracolo dell’amore di Dio che gli uomini sono chiamati a vivere e a riprodurre nella loro relazione coniugale e anche con i propri fratelli. Agli uomini è chiesto un amore che sia segno di questo modo con cui Dio ama. Alla coppia è chiesto un amore capace di entrare anche dentro l’infedeltà per trasformarla in fedeltà di vergine.”

    Con buona pace di giornalisti e moralisti varii.

  16. vale

    @61Angeloextralarge
    basta intendersi sul significato dei termini utilizzati.se no non se ne esce. da qualunque discussione.avere Fede oè una cosa. avere fiducia in senso generico è altro.
    però se intendi avere fede in Dio: come può essere che chi ha fede in Dio-foss’anche un-allora-angelo non decaduto- possa ribellarsi? nel momento in cui si ribella non ha più fede.poiché fede non è solo il sapere che Dio è Dio. ma anche accettare il suo disegno.penso.

    1. 61Angeloextralarge

      Ci vorrebbe veramente don Fabio! La mia era una domanda a Erika su: “Detto ciò, io non mi sogno di dire che uno che va con una prostituta non può avere fede”. Mi interessava sapere cosa intendeva lei per “fede” quando ha scritto il commento. Tutto questo e niente di più.
      Poi, credo che ognuno di noi quando cade nel peccato “mortale” si ribelli, considerato che per il peccato grave occorre il “pieno e deliberato consenso”, quindi, pur sapendo che Dio è Dio, credendo in Lui e sapendo che quello che sto per fare non è gradito ai suoi occhi, lo faccio. Se poi mi pento e mi confesso la mia situazione-ribellione cambia.
      Ovviamente non intendo fire con questo che se il diavolo si pente, si salva: non mi addentro in questo campo per evitare di sparare eresie belle e buone, anzi brutte.

  17. Ho appena finito un lavoro che mi assillava da tempo e quindi mi concedo come premio di rispondere a questo bel post (avrei voluto intervenire anche nei 3/4 giorni passati, ma mi sono imposta prima il dovere).
    Non ho dubbi che alcuni giornali trattino la fede e tutto ciò che la riguarda in modo pregiudiziale e tendenzioso, lo vediamo ogni giorno.
    Però vorrei aggiungere una considerazione sulle “conversioni eccellenti”.
    Non mi illudo che si viva ancora nei primi secoli di cristianesimo, quando alla conversione di un capo barbarico corrispondeva la conversione di tutto il suo popolo (cosa che può lasciare interdetti, ma che ha di fatto contribuito a portare la fede in tutta Europa). Rimango però dell’idea, molto più banalmente, che il pesce puzzi dalla testa. Voglio dire che un elemento-chiave della rivoluzione post-sessantottina è stato l’atteggiamento di alcune élite (dello spettacolo, dello sport, dell’arte, della cultura…) che si è diffuso a macchia d’olio nella società. Ritengo che può quindi accadere anche il contrario: persone come Vittorio Messori, Leonardo Mondadori, Giovanni Lindo Ferretti, Claudia Koll… sono dei segni di una (spero) inversione di tendenza. Anche per questo, forse, alcuni hanno interesse a ridicolizzarli e far di ogni erba un fascio (ovvio che basta grattare un po’ e non è impossibile trovare anche incoerenze, errori, piccolezze…).

    PS: secondo me Venditti non parlava della Chiesa, ma delle chiese (cioè non dell’accoglienza dell’istituzione per i peccatori, ma della chiusura dei singoli confessionali per mancanza di operai all’opera nella vigna).

  18. Erika

    @Angeloextralarge: scusa, mi sono dovuta assentare! Quando ho scritto “non mi sognerei mai di giudicare uno che va con le prostitute” dicevo in generale, non era una risposta al tuo commento ( perdonami, mi sono espressa male). Quanto al significato della fede, temo di essere l’ultima in questo blog a poterne parlare. Mi spiace.

  19. A proposito del dibattito sulla fede ho la sensazione che vi siate persi in un bicchier d’acqua, nel senso che dite più o meno la stessa cosa… 😉
    Certamente il diavolo sa che Dio esiste e trema, il paradosso presentato da (mi pare) 61angelo è ripreso mutatis mutandis dalla lettera di Giacomo 2,19 dove intende dire che la fede senza le opere che la confermino è nulla.
    Dunque in sostanza dite la stessa cosa: aver fede non è né può essere un mero sapere-che-Dio-c’è, ma implica un’opera, ovvero un’adesione della volontà, un darsi, in definitiva un fidarsi.
    In ebraico il verbo aman, credere (da cui l’italiano amen), non si presta a confusione perché non ha un significato secondario di tenere per vero, ma significa invece star saldo, appoggiarsi su.
    Ricordo un bellissimo articolo dell’allora giovane teologo Joseph Ratzinger su questo argomento (in “Dogma e predicazione” se non vado errato).
    Sebbene l’espressione italiana “io credo” abbia una gamma di sfumature che va da “io penso che” a “la mia opinione è” a “non c’è dubbio che sia così” a “mi fido ciecamente” solo quest’ultima è da intendere come traduzione della fede.
    Anche in latino infine fides significa tanto confidenza quanto certezza intellettuale, ma il primo senso è da preferire nel nostro caso

  20. Fabio Bartoli:
    te dici: “aver fede non è né può essere un mero sapere-che-Dio-c’è, ma implica un’opera, ovvero un’adesione della volontà, un darsi, in definitiva un fidarsi.”
    Perchè non un “fare” vero e proprio? La fede è fidarsi, le opere sono le opere.

    1. Perché non esistono solo le opere che si fanno con le mani, ma anche gli atti spirituali, come nel caso specifico l’atto di fiducia.
      La distinzione in questo caso mira a sottolineare che sebbene la fede sia un qualcosa che innanzitutto si riceve dalla Grazia richiede poi da parte nostra una risposta attiva, tanto sul piano del fare (compiere cioè opere di misericordia o altre che derivino in maniera diretta dal credere, evangelizzare ad esempio) quanto sul piano degli atti spirituali (fidarsi, sottomettersi, amare).
      Senza questa risposta da parte nostra ancora non si può parlare di fede, è come se Dio ci chiamasse, ma noi non rispondessimo. Se poi la nostra risposta si situasse su uno solo dei due piani delle opere (solo la carità, oppure solo la preghiera) sarebbe autentica ma ancora incompleta, perché non avrebe colto il senso profondo della chiamata che ci è stata rivolta, che riguarda tutta la persona, corpo e anima, carne e spirito.

      1. P.S.
        La questione non è accademica come potrebe sembrare, se pensate che per quattro secoli è stato uno dei maggiori punti di divisione (oggi superato per grazia di Dio e grazie al lavoro congiunto di K. Barth e H.U. Von Balthasar) tra cattolici e luterani

  21. Per una volta sarei quasi d’accordo con il post. Penso che si debba rispettare un percorso di vita che porta a cambiare. E’ troppo facile ironizzare sulla conversione di Claudia Koll per dire (uno pensa ai suoi film con Tinto Brass che l’hanno resa famosa e alla sua conversione religiosa..indubbiamente contrasta parecchio). Bisogna vedere fino a che punto e’ sincera o anche questa e’ una tendenza per farsi pubblicità. Qualcuna non credo sia credibile o veritiera ma sono io che forse sono uno scettico disincantato. Per dire Lele Mora….prima o dopo essere stato indagato si e’ convertito? Claudia Koll si sà che non fa + film ma Lele Mora non mi sembra che sia cambiato. Se la fede e la conversione vuol dire qualcosa non porta a cambiare? poi discutibile e’ la parte del post che parla di un Berlusconi perseguitato. Mi sembra che su questo blog non si doveva discutere del cavaliere ma vedo che voi non vi fate problemi. Perseguitato per cosa? certo se uno conduce una vita prima e dopo le dichiarazioni di fede e amicizia con la chiesa (non era un certo Dino Boffo ex direttore di Avvenire non certo un pericoloso laico progressista che criticava lo stile di vita di silvio..poi costretto a dimettersi per un falso dossier e riabilitato…guai a toccare silvio). Non pensate che i cattolici abbiano bisogno di testimonial + credibili? io proporrei che ne so Alez Zanotelli, Don Gallo, Don Ciotti , il prete che denunciava la camorra a Napoli (che non mi ricordo come si chiama),chi aiuta i poveri, i tossicodipendenti..perche difendere il potere anche mediatico che e’ la cosa meno cristiana che ci sta? La chiesa non dovrebbe stare con gli ultimi?

    1. Ciao Giulio, grazie del commento. Ti stupirà, ma che uno si dica d’accordo con me non è per me un motivo di gioia né d’alcunché: non credo che sia il consenso a fare la verità, quindi se ho ragione non mi preoccupa restare solo, se ho torto non mi consola essere in compagnia.
      Sto cercando di ricordarmi dov’è che s’è data tanta importanza alla persecuzione di Berlusconi (del quale m’interessa ancora meno che del mietere consensi); su di lui voglio solo dire che non ricordo la clausola del contratto d’assunzione nel blog (quante pagine, Coky…) in cui mi si chiedeva di non parlare di politica. A suo tempo scrissi anche un post in merito, se ben ricordo.
      Metto da parte le puntine e prendo rapidamente in considerazione la cosa veramente importante che hai scritto: la fede fa cambiare. Sì, la fede fa cambiare, e le parabole del Regno lo dicono tutte. Esse però non dicono come, quando e dove le cose cambiano: il Regno di Dio, quando avviene, non arriva in modo da attirare l’attenzione (è come il lievito nella pasta, è come il seme nella terra…). La cosa che più volevo dire, in questo post, è che a nessuno sta di sentenziare sugli atteggiamenti che un convertito dovrebbe o non dovrebbe avere: se si sopporta a stento che un simile discernimento lo faccia l’autorità religiosa competente (la quale non lo fa in piazza, perché sa fare il suo lavoro), perché sorride l’idea che invece lo facciano persone prive di ogni qualifica (e distintamente mosse da obiettivi che palesemente esulano dalla questione stessa)?
      La Chiesa deve stare con gli ultimi, e ci sta, ma non ha bisogno degli uomini-immagine che dici.

      1. Ma la chiesa stà con tutti? rispetta tutti? io vedo in tante cose una forte intolleranza perche’ si difendono posizioni di principio,una durezza perche si ritiene di difendere dei valori giusti (esempio l’ex sottosegretario Roccella che difende la legge sulla fecondazione assistita dove vieta la diagnosi preimpianto per le coppie che hanno handicap e vogliono verificare se puo nascere un figlio con i loro stessi problemi..un giudice ha dato ragione ad una coppia e si sono avuti ricorsi di costituzionalità in quanto questo principio andrebbe a violare il diritto alla salute tra l’altro). Io non voglio entrare nel merito di queste tematiche ma questa durezza,difesa dei valori della vita e tutto quello che vuoi tui come concilia con la tolleranza nei confronti di gente perlomeno discutibile moralmente (per non dire veri e propri delinquenti)? Tra l’altro se la Chiesa (quella del potere,dei cardinali,del Papa …non certo le comunità parrocchiali) e’ un potere forte direi che ha sfiduciato un governo (insieme alla banche e alla finanza internazionale) e ha dato fiducia ad un nuovo governo (quello di Monti) e questa e’ una cosa che mi farebbe ringraziare la chiesa e il mondo cattolico. La fiducia a gente come Bossi e Berlusconi era malriposta.

        1. paulbratter

          La Chiesa sta con tutti vuol dire che accoglie tutti non che dà ragione a tutti. La Chiesa mira alla conversione non al proselitismo, non è un partito da votare ma rappresenta la fede in Cristo Via Verità e Vita. Non c’è tanto da dibattere ma solo da accogliere tutti coloro che vogliono essere accolti per la salvezza.

        2. errori se ne sono sempre fatti, e non si smetterà certo oggi (né domani) di farne, ma attenzione a separare e contrapporre “la Chiesa del potere” e “la Chiesa delle parrocchie”: la prima nota dell’idea che la Chiesa ha di sé è l’unità. Significherà qualcosa…

  22. nonpuoiessereserio

    Che sferzate alle nostre sicurezze, alle nostre vite. Quanto improvvisamente mi sento ridicolo in quello che sto facendo, quanto mi sembra fuori luogo ciò che ho detto, che ho fatto e che ho pensato cinque minuti fa. Non ci sto, ma vaffanculo grido, cosa stiamo a fare, a parlare. Il mio collega si accosta scherzando, ma quanto ridicolo sei, lasciami stare e questo cliente che se la prende per una stronzata, ma che vuoi? Le mani non reggono la penna, tutto diventa pesante, il minuto che sto vivendo e la vita davanti. Non si può scappare, siamo legati ai nostri doveri umili. Quante tentazioni mi si presentano davanti, non pensarci e distrarmi ma è quasi impossibile, chiudersi nella sicurezza di quel mondo ancora apparentemente protetto che è la mia famiglia, chiedere a Dio di fare presto, fuori il dente e fuori il dolore, fai quello che vuoi ma fallo subito, poi mi stanco di questo imprecare e mi siedo, comincio ad ascoltare, a calmarmi, a vivere metabolizzando secondo dopo secondo ogni momento, ritrovo la pace e alzo lo sguardo, vedo la madre di Cristo che sa del Calvario del figlio, perché non ha aspettato giù? Perché è salita, non può essere sadica, perché è rimasta davanti alla Croce? Allora guardo negli occhi la persona che soffre e l’abbraccio, l’amo, lui sente l’amore, mi guarda e mi ama, e tutto diventa un tripudio di amore, di calore, di pace e di speranza. Gesù tu lo sai cosa chiede il mio cuore, prendimi nelle tue braccia e tienimi forte.

  23. Mi sento stupido arrogante e stronzo a avere scritto tutte le cose che ho scritto sulla preghiera per un bambino che ne ha bisogno.
    Io non so pregare, ma a modo mio chiedo al cielo lassù che ci faccia vivere tutti in salute ed in pace e che si possa stare bene su questa terra, specialmente i bambini.
    alvise

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