L’accoglienza fatta trans

di Paolo Pugni

E’ stato il post di Cyrano di qualche tempo fa, che andava indagando il mondo di chi cerca di trovarsi negando la propria natura, che mi ha richiamato la mente una discussione di fine estate, quando dopo una passeggiata in quota, si può stare seduti la schiena solidamente appoggiata alla roccia, dissertando dei massimi sistemi (ovviamente tra uomini che le donne invece hanno da far funzionare il mondo sul serio, mica come noi).

Si parlava di accoglienza e qualcuno, riprendendo commenti allora freschi, oggi passiti, ricordava come alcuni utilizzatori finali sostenessero che l’affetto e la comprensione offerti da questo “gender non dato in natura” sia di gran lunga superiore a quello che i generi stabiliti dal creatore sanno donarsi l’un altro perché privo di alcun tipo di giudizio, come solo coloro che hanno dovuto passare attraverso le ferite della società sono in grado di dare.

Alcuni clienti, perché sciaguratamente di questo si tratta, citava l’indagine, arrivano a sostenere che persino la femminilità sia superiore a quella di donne vere, probabilmente confondendo la forma con la sostanza.

Ora, avendo per moglie dal 1985 una donna, faccio fatica a capire come questa presunta accoglienza permetta di superare altri ostacoli di natura più fisica.

Ciò detto concentriamoci su due punti chiave che a mio parere dicono molto più di quanto non sembri sulla nostra società.

E cioè della estrema fragilità dell’uomo oggi, che ritenevo più confinata ai giovani, ma che ahimè vedo estendersi anche a generazioni insospettabili: a meno che non si possa attribuire questa estensione ai negativi influssi di quegli anni che lungi dall’essere magnifici furono così devastanti che ancora oggi ne paghiamo le conseguenze, e chissà per quanto ancora visto il responso della giuria al festival di Venezia.

Perché l’uomo oggi è sbriciolato, stritolato dalla forza delle donne che solo quegli uomini che si possono appoggiare sul fondamento di una moglie solida –appunto: sottomessa- sono in grado di resistere.

Gli altri sono sottoposti a giudizio, annientati da una femminilità che non dà sollievo, quanto tormento, tanto e forte e saggia e oggi, forse, anche crudele.

Perché già Risé anni fa metteva in guardia dalla distruzione del padre, che in fin dei conti era la distruzione dell’uomo tout court in una società che si stava femminilizzando. Cosa che più che teorizzare dimostra anche il bellissimo spettacolo Caveman, portato in Italia da Teocoli e magistralmente messo in scena dal bravissimo Maurizio Colombi.

Questa demolizione, che ha il sapore di una rivincita e che di fatto non fa che mettere in luce quello che è vero da sempre, che cioè il verso sesso forte non è quello maschile, perché la fortezza non è misurata dalla potenza muscolare, quanto da quella spirituale, oggi sta procedendo a grande velocità e senza, apparentemente, fare prigionieri. Al punto che la guerra tra sessi, ridicolizzata da una vecchia pubblicità, sembra salire nella top ten dei conflitti del terzo millennio scavalcando a grandi passi altri ambiti di scontro al punto che la vedremo presto al numero uno se prima quella tra civiltà non avrà raso al suolo tutto.

L’uomo ha paura: in un incontro di qualche tempo fa con giovani papà di un asilo nido –giovani poi, parliamone: avere figli sotto i 3 anni non implica avere meno di 30 anni- sulla figura del padre e le sue caratteristiche mi sono sentito ribattere, non con arroganza, ma con sgomento, che sì sono tutte cose belle, e giuste, ma se solo le mamme ce le facessero fare. Cosa che mi produsse un brivido così profondo da trovare soluzione solo in questo post riparatorio.

Allora sì che il trans, che offre la sicurezza di un confronto tra uomini, ma anche la parodia dell’accoglienza femminile, senza le sue spigolosità, rivendicazioni, crudeltà, si appropria di un ruolo rassicurante e accogliente.

Se siamo giunti a questo punto siamo proprio vicini alla distruzione del nostro mondo. Aiutatemi a riconquistare la speranza.

54 pensieri su “L’accoglienza fatta trans

  1. admin

    Guardate chi c’è su tv2000…
    per vedere clicca qui poi sulla pagina streaming di tv2000 a destra c’è – Romanzo familiare – Puntata del 28 ottobre 2011 – clicca e vai al minuto 24:10

    1. giuliana z.

      come avevo detto ieri? “a buon rendere”???? mi considero esonerata da qualsiasi debito!

    2. Giuseppe

      Admin non ti impigrire: perchè non metti un bel link per gli incapaci come me?
      ps Sul sito ho visto un certo Massimiliano Cochi: ma è un parente?

  2. L’unica speranza è che l’orrore, la vertigine di fronte a questi simulacri dell’amore generi la coscienza della malattia che ci affligge. E riconoscere la propria patologia è già un inizio di salute.

  3. Oh mamma Paolo, che argomento!
    Troppa carne al fuoco per un commento veloce.
    Da quando il gentil sesso ha deciso di farsi uomo, da quando invece di rivendicare la valorizzazione del proprio ruolo e le proprie virtù, le donne hanno deciso di prendere i vizi e i ruoli maschili, la struttura sociale ha cominciato a marcire… a cominciare dalle famiglie.
    E’ interessante il ragionamento che fai su “la sicurezza di un confronto tra uomini, ma anche la parodia dell’accoglienza femminile”.
    Se pensiamo che i disturbi di identità di genere nei bambini/ragazzi passano da una difficoltà nel rapportarsi con le figura maschili di riferimento (o nella sua totale assenza) e di una conseguente identificazione con una figura femminile forte, allora possiamo capire il quanto questo disturbo si possa perpetrare negli anni, nel tentativo di stabilire questo rapporto mancato in giovane età.
    Spesso mi domandano come mai ci sono tanti trans brasiliani. Io non lo so, non so nemmeno se la percentuale sia più alta che negli altri paesi (l’impressione che ho è che in Italia ci sia una super concentrazione!), so che se vengono qui è perché il mercato esiste.
    Credo che il fenomeno nasca da un quadro di forte disaggio sociale, povertà e violenza urbana crescente. Sta di fatto che nelle “favelas” brasiliane spesso le donne tirano su i figli da sole, spesso figli di padri diversi. Nei piani per la costruzione delle case popolare, si intestano le case alle donne, perché spesso gli uomini vendono le case e scappano (o finiscono uccisi in episodi di violenza urbana). E’ sempre più difficile, per persone per bene che abitano le favelas, convincere i ragazzi a lavorare. Una dissoluzione spirituale, morale legata a quella sociale, incentivata dalle immagini dei beni di consumo che dilagano i tv o internet (cose che con uno stipendio medio non avranno mai) portano i ragazzi a cercare una scorciatoia. La strada del traffico di droga invece è quella più veloce.
    Per le femmine invece si prospetta la vendita del proprio corpo.
    Pensate allora un ragazzino particolarmente sensibile, con delle figure maschili di riferimento mancanti e che non trova allettante la via della violenza? Che strada percorrerà secondo voi?
    Un mondo di disperazione che viene incontro ad un altro mondo di disperazione.

  4. Miriam

    E’ il problema del nostro tempo, espresso in termini chiari ed efficaci.
    La tua consapevolezza, Paolo, sembra più diffusa tra gli uomini, che subìscono, che nelle donne, che forse stanno cercando di vivere una emancipazione giusta nelle premesse ma esplosa in un orizzonte di reattiva rivalsa e, comunque, preda anche del disordine generale, non solo dei ruoli, ma anche dei principi e della svuotamento dei valori a partire dai famosi “non negoziabili”.
    E allora? E’ bene che se ne parli perché aumenti la consapevolezza e quindi uomini e donna di buona volontà vivano in prima persona il loro vero ruolo e la loro vita in pienezza. E noi sappiamo che, per questo, c’è bisogno di un Unico necessario: di Colui per mezzo del quale tutte le cose sono state fatte, in Lui sussistono e da Lui ricevono la Vita, quella Vera.
    Grazie ancora una volta, Paolo!

    1. Miriam

      Il trans è lo specchio della sterilità dei rapporti non solo sessuali, che hanno perso la loro vivente e vitale naturalezza, per rispondere a bisogni indotti o irrisolti, a logiche utilitaristiche o di potere… rapporti a una dimensione (non relazioni vive) non più centrati sul Logos, ma preda del caos…

  5. Erika

    Qualche giorno fa ho letto un dossier su due medici americani che promettono di curare l’omosessualita:in trent’anni di attivita’ hanno prodotto svariati suicidi e alcuni dei loro “successi” a telecamere spente hanno confessato di fingersi eterosessuali, ma di essere comunque attratti dagli uomini. Non voglio essere polemica, ma non sarebbe meglio accettare che non e’ possibile “curare” l’omosessualita’ e che questa e’ una caratteristica presente naturalmente in una piccola percentuale della popolazione?

    1. Miriam

      Credo che il discorso sia complesso.
      L’omosessualità non è sempre frutto solo dell’ambiente o della cultura o della perversione, a volte è un’anomalia presente fin dalla nascita.
      Molti contestano il fatto che la si definisca ‘anomalia’; ma se in natura ci sono due ‘generi’ e poi si riscontrano casi di diversità effettivamente non resta che chiamarli ‘anomalie’.
      Certo questo è un discorso troppo asettico perché dietro ad ogni ‘anomalia’ c’è una persona umana col suo mondo, i suoi sentimenti, le sue pulsioni.
      Forse può essere curabile un’anomalia indotta dall’ambiente, ben difficilmente qualcosa che ha ragioni più remote. La cosa più difficile ancora è riconoscerne il senso, sempre che non lo si voglia ricondurre a ‘patologia’…
      Credo che la percentuale nella popolazione non sia più tanto piccola, dato che i modelli imperanti nella fiction e nella letteratura, che tanto incidono sulle giovani generazioni, fanno apparire ciò che alcuni ancora chiamano ‘anomalia’, come la più assoluta ‘normalità’. E sono in molti a bacchettare chiunque usi termini come ‘normale’ o ‘anormale’, in un regime di ‘anomia’ piuttosto avanzata.

      1. Erika

        No, non l’ha detto solo la tv, anche autorevoli riviste scientifiche nonche’ l’Oms. Ciononostante sono pronta a cambiare idea nel momento in cui vedrò un omosessuale “guarito” e sincero. Certo per una persona religiosa deve essere una condizione drammatica, ma in tal caso credo sia preferibile vivere castamente piuttosto che mettersi nelle mani di pseudo dottori che per ora sembrano essere solo dei ciarlatani.

        1. dove te lo mando? L’omosessuale guarito intendo. Ci sono milioni di riviste scientifiche, libri e persone pronte a dimostrare il contrario. Starei attento ai proclami apodittici.
          Abbiamo imparato bene come le notizie siano manipolatrici per interessi personali.
          L’OMS ad esempio non è quella che ha lanciato l’allarme aviaria prima e poi suina con il risultato di far vendere quantitativi esorbitanti di vaccini alle multinazionali a fronte di rischi inferiori a quelli di una epidemia di morbillo?
          E’ una associazione affidabile?
          Non è una questione religiosa, troppo semplice buttarla su quel tema… e anche un po’… scorretto, no? Forse no, ho frainteso e nel caso mi scuso, ma vedo troppo spesso brandire la fede come una accusa e denigrazione che tendo ad avere risposte pavloviane…

          1. Erika

            Mi spiace se la mia e’stata un’affermazione scorretta:volevo solo dire che un omosessuale cattolico, che quindi non può’, o non deve, vivere apertamente la propria condizione, farebbe meglio
            a vivere solo piuttosto che mettere su famiglia con una donna se non sente che la sua attrazione verso di lei e’ puramente autentica. Riguardo al decadimento della figura paterna, certamente ha prodotto molti mali, solo non sono convinta che tra essi vi sia l’omosessualita,che mi risulta fosse ben diffusa anche prima del ’68…altra cosa e’ il fenomeno della diffusione della prostituzione dei trans e dei loro clienti, che secondo me sfogano, loro si, solo una loro perversione.

      2. Miriam

        Non tanto nel senso di “è vero perché l’ha detto la TV” quanto – ma credo che tu abbia ben compreso -, che la TV presenta e favorisce lo sviluppo di modelli secondo la cultura imperante che hanno tanto più presa, quanto meno sono presenti in famiglia o altrove gli antidoti giusti.

  6. Angela

    Complimenti! Ho letto tutto e adesso me lo rimurgino con calma: l’argomento è tosto.

    Per lacorsianumerosei: ho risposto solo poco fa al tuo ultimo commento al post di ieri

  7. A scanso di equivoci, per lo meno per chiarire le mie intenzioni, questo post NON riguarda né omosessualità né transgender. Riguarda la degradazione della virilità.
    Che è altra cosa.
    Poi si sa una volta lasciate le mani dell’autore ogni pezzo vive di vita propria e il senso è quello che gli dà il lettore che legge e interpreta.

  8. Erika

    @Paolo Pugni: e’ vero, sono andata leggermente fuori tema e me ne scuso.

    @Danicor: grazie,ascolterò le testimonianze con attenzione.

  9. Angela

    I punti sono tanti e ne prendo alcuni.
    1. “Alcuni clienti arrivano a sostenere che persino la femminilità sia superiore a quella di donne vere, probabilmente confondendo la forma con la sostanza”: credo che chi va a trans e anche chi va a prostitute cerchi la forma e non la sostanza! Soprattutto perché è meno impegnativa, non lega nel tempo. Soprattutto si cerca la forma perché la sostanza, in teoria è stata già trovata: la media degli uomini sposati che vanno a trans e a prostitute è abbastanza alta.
    2. “Perché l’uomo oggi è sbriciolato, stritolato dalla forza delle donne che solo quegli uomini che si possono appoggiare sul fondamento di una moglie solida –appunto: sottomessa- sono in grado di resistere”: io, da donna, non vedo molta forza “vera” nelle donne di oggi, anzi, spesso viene a mancare proprio l’identità dell’essere donna. C’è una grande identità di “femmina” ma quella è un’altra cosa e i media, la pubblicità, e tanto altro non aiuta il salto di qualità da “femmina” a “donna”. La moglie solida ha bisogno di un uomo solido e il matrimonio è una cosa molto seria, nel quale crescere insieme:

    “Voi siete nati insieme, e dovrete sempre stare insieme. Starete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni. Sì, starete insieme anche nella memoria silenziosa di Dio. Ma che ci siano spazi nel vostro stare insieme, e che i venti del cielo danzino tra di voi. Amatevi vicendevolmente, ma il vostro amore non sia una prigione: lasciate piuttosto un mare ondoso tra le due sponde delle vostre anime. Riempitevi la coppa uno con l’altro, ma non bevete da una sola coppa. Scambiatevi a vicenda il vostro pane, ma non mangiate dallo stesso pane. Cantate insieme e danzate e siate allegri, ma che ciascuno sia solo. Come le corde di un liuto, che sono sole, anche se vibrano per la stessa musica. Datevi il vostro cuore, ma non lo date in custodia uno dell’altro. Perché solo la mano della Vita può contenere i vostri cuori. E state insieme ma non troppo vicini: poiché le colonne del tempio sono distanziate, e la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro”. (Gibran Kahlil Gibran, da Il profeta)

  10. Angela

    3. “se solo le mamme ce le facessero fare”: purtroppo spesso le mamme “fagocitano” i figli, con conseguenze negative, soprattutto se figli maschi, che crescono solo fisicamente e non maturano mai o se maturano lo fanno con tanta fatica e in ritardo su quello che dovrebbe essere il tempo della maturazione. Perché, soprattutto negli ultimi decenni, le mamme sono diventate così possessive nei confronti dei figli? Spesso si mettono i figli prima del marito! Il sacramento del matrimonio è tra l’uomo e la donna, e i figli ne sono solo una conseguenza, un bellissimo frutto, ma prima o poi devono decollare da soli e farsi la loro vita:

    “I vostri figli non sono i vostri figli. Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di sé. Essi non provengono da voi, ma per tramite vostro, e benché stiano con voi non vi appartengono. Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri, perché essi hanno i propri pensieri. Potete alloggiare i loro corpi ma non le loro anime, perché le loro anime abitano nella casa del domani, che voi non potete visitare, neppure in sogno. Potete sforzarvi d’essere simili a loro, ma non cercate di renderli simili a voi. Perché la vita non procede a ritroso e non perde tempo con ieri. Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce viventi. L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito, e con la Sua forza vi tende affinché le Sue frecce vadano rapide e lontane. Fatevi tendere con gioia dalla mano dell’Arciere; perché se Egli ama la freccia che vola, ama ugualmente l’arco che sta saldo”. (Gibran Kahlil Gibran, da Il profeta)

  11. Mio figlio, sette anni, che mi riempie di domande imbarazzanti e difficili:
    “Mamma, ma tu ami di più me o il papà?”, io “mica devo scegliere, amo entrambi in modi diversi, l’amore mica si divide, ma si moltiplica, c’è spazio per voi due al primo posto”.
    Lui: “dovresti amare di più lui, se non ci fosse stato lui, io non esisterei.”
    :-O

  12. Angela

    Danicor sei speciale! E il tuo cucciolo d’uomo lo è in maniera dolcissima. Quello che penso è che purtroppo la maggioranza delle mamme non è come te e, l’esperienza che ho matutato tra i giovani mi porta a dire che spesso, dietro a “bamboccioni” (non intendo offendere nessuno, per carità, amo i giovani!), ci sono mamme che stanno troppo addosso e che con il loro amore “molto umano” impediscono lo sviluppo dei figli nella totalità. Sai, il modo animale a volte crudemente ci da buoni esempi: quand’è ora dello “svezzamento” il cucciolo d’animale viene addirittura cacciato, allontanato. Sembra una cosa crudele, ma è la vita ed è per il bene dei cuccioli. S’impara a vivere! Non possiamo evitare che i figli conoscano la delusione, la sofferenza e quanto altro. Non possiamo metterli in una campana di vetro. Le malattie si vincono svilupppando gli anticorpi!

    1. “Le malattie si vincono svilupppando gli anticorpi!”
      Quanto hai ragione!

      Io ho la fortuna di provenire da una famiglia numerosa (siamo in 5 fratelli) e volevo più figli, che non sono ancora arrivati. Ho sempre avuto paura del figlio unico viziato e forse questo mi ha limitata nella super protezione. Devo dire che la Provvidenza mi ha dato una mano. Due anni fa sono stata costretta a lasciare mio figlio con papà e nonni per andare in Brasile a assistere mio padre che stava molto male, lui aveva 5 anni e io l’ho lasciato per un mese intero. Non avevo mai lasciato mio figlio e lui ne ha sofferto tantissimo. In quella occasione mi sono accorta di questa “dipendenza”. Io cerco di essere presente il più possibile, ma da quella esperienza ho deciso di mandare ogni estate a fare un campeggio estivo cattolico di una settimana: ne ha guadagnato in autonomia e nell’interesse per le questioni di fede! E’ stata un’esperienza incredibile per tutti noi. Attende tutto l’anno quella settimana!

  13. Angela: ho letto la tua risposta, della quale ti ringrazio. Capisco che la vita non è facile per nessuno, o forse per alcuni più facile o più serena o più felice o non lo so….
    Per quanto riguarda la possibilità di una mia conversione…no grazie, sto “bene” così!!!

    1. Angela!
      Ho letto anch’io la tua risposta ad Alvise! Che meraviglia di testimonianza.
      Tu mi hai fatto un sacco di complimenti, volevo dirti che l’ammirazione è reciproca!
      Sei davvero bella!

  14. Angela

    Credo che in questo blog di persone belle ce ne siano tante, a partire da Costanza, dall’autore di questo post, e via via. Anche Alvise deve essere una persona speciale: fuori campo, come una voce che ci richiama alla verifica personale, ma speciale.
    Danicor, l’esperienza che Provvidenza ti ha fatto fare conferma quello che penso e che anche Miriam condivide.

    1. giuliana z.

      Angela! condivido tantissimo quello che hai detto sulle mamme dei figli maschi! io ho 2 figli maschi e spero di non incorrere negli errori e orrori abissali di tante mie simili. Non solo non vanno messi in una campana di vetro, ma bisogna aiutarli a gestire le piccole frustrazioni della loro età perchè da grandi possano essere in grado di sopportare sconfitte inevitabili (in amore, nello studio, nel lavoro) e aver stima dei loro pregi perchè crescano fiduciosi in se stessi e nelle opportunità della vita.
      E poi è verissimo: prima il marito poi i figli!

  15. giuliana z.

    Riprendo brevemente il commento di Paolo Pugni delle ore 12.59, in cui diceva che il suo post ha al centro il degrado della virilità.
    E c’hai ragione caro Paolo! ora io sono d’accordissimo con te che le ultime generazioni di donne hanno parecchia responsabilità in questo degrado. Però avanzo un dubbio: ma che hanno in testa ‘sti uomini che sono tanto attratti dai trans? in giro di prostitute donne ce ne sono una marea, e non solo a buon mercato, ma anche disponibili ad ascoltare pazientemente gli sfoghi personali del cliente (credo che faccia un po’ parte del mestiere, succedeva così anche prima della legge Merlin). Ma un conto è cercare il sesso mercenario da una donna (mi fa abbastanza schifo, ma posso sforzarmi di capirlo), un altro è sfogare un basso istinto in una perversione, tra l’altro con dei poveracci che si buttano in mezzo alla strada magari per mantenere famiglie oltreoceano (e poi Danicor ha provato a spiegarci l’origine di questo fenomeno in sud-America).
    Insomma, non per essere moralista, ma cavolo! mi viene il voltastomaco.
    Donne: facciamoci un esamino di coscienza
    Uomini: vi prego! rialzateviiiii!!!!!!
    (ma poi a sentire molti maschi, anche il turismo sessuale nel sud est asiatico avrebbe origine dalla ricerca di una femminilità accogliente …. io sinceramente non me la bevo… sono solo dei porci ipocriti che sfruttano la povertà e la disperazione)

    1. Giuseppe

      Concordo in pieno! Chi si scopa la figlia della moglie ha sempre ragione. Il resto lo ometto per decenza.

      1. Angela

        Chi si scopa la figlia della moglie, forse era meglio che restasse “single”! Faceva meno danni, soprattutto a sé stesso.

  16. Fk

    Un’informazione: ma la Giuliana di TV200 è la stessa che ieri ha detto in tono minatorio: “voglio sapere il NOME di chi mette i poliici versi ad Alvise!”?

  17. Adriano

    Paolo Pugni,
    Non sarà l’argomento principale, ma l’accenno alla cosa mi ha fatto sorgere alcune domande:
    – Ci sono prove scientifiche che quello transsessuale non sia un “genere dato in natura”?
    – Quali sono le ipotesi di causa di queste caratteristiche (da qualcuno definite “anormalità”)?

    Sulla questione del post: non mi pare che millenni di “virilità” abbiano poi fatto così tanto bene a famiglie e società… Violenze in casa, sopraffazioni, il “padre padrone” che decideva la vita dei suoi sudditi… Tutto ciò mi pare si sia attenuato proprio mentre si degradava ‘sto concetto di virilità…
    Mera coincidenza?

  18. G

    Ma se posso permettermi.. Adriano.. Io non credo che il post parli di quello a cui accenni tu, che è violenza in genere data da comportamenti impulsivi e riprovevoli. La sottomissione di cui parla Costanza non è quella della donna che rimane a subire le botte del marito manesco.
    Virilità ha la radice latina vir (e che deriva dal greco ἥρως, eroe), che si traduce come uomo forte, combattente e valoroso, capace di tutto per il bene della sua famiglia in primis e in seguito di cio’ che gli sta più a cuore. A tal proposito vorrei ricordare la figura di Ettore, eroe dell’Iliade.
    Per fare un altro esempio di quello che intendo:
    http://www.youtube.com/watch?v=PP2oVy4_joI
    Non l’ho trovata in italiano, perdonatemi!
    (ma vabbè questo è il mondo delle favole, ah dottor Burke!)
    Quoto Giuliana quando dice che c’è una crisi della virilità, e mi sento presa in causa, perchè so che la colpa è (anche un po’) mia.
    E come donna (piagnucolona e sensibile per eccellenza) non vorrei al mio fianco un uomo piagnucolone e “sensibile”, che si dimostra insicuro anche nelle situazioni più banali (come mi è capitato). Mica voglio un’altra donna! Di amiche ne ho tante!

    1. giuliana z.

      grazie per aver ricordato Ettore, in assoluto il mio eroe mitologico preferito, un vero uomo! (Achille che si rifugia nel gineceo mi fa veramente ribrezzo…)

      1. vale

        Achille è l’ultimo eroe.
        Ettore solo un uomo.
        (così spiegava Granzotto ne “il romanzo di Achille”)

  19. G

    Si Giuliana, anche il mio!!! Achille era un semidio, Ettore un uomo, quindi il primo non doveva fare i conti con i limiti della finitezza umana (tallone a parte). Ettore aveva una moglie e un figlio, Achille no.

  20. Adriano

    G,

    Infatti, il post non parla di violenza. Fatto sta che questa violenza è diminuita di pari passo con questa presunta “devirilizzazione” dell’uomo. O no?

  21. Beatrice

    Buonasera a tutti sono Beatrice di Firenze, vorrei raccontarvi brevemente la mia vita. Sono nata a Grosseto nel 67, ho avuto due genitori meravigliosi che si sono amati fino alla morte di mio padre 5 anni fa. Ho avuto un esempio da loro di coppia etero perfetta e normale, nessuno dei due si poteva dire superiore all’altro, un equilibrio perfetto una di quelle vecchie coppie che non si incontrano più così facilmente. Eppure dove hanno sbagliato con me? Aiutatemi a trovare l’errore nel loro comportamento nei miei confronti. Mia sorella è venuta su normalissima si è sposata ed ha avuto una figlia e giustamente non mi parla più da anni. Io invece sono nata con una anolmalia! A otto anni nel 75 a Bari chiesi a Gesù bambino in una letterina del Santo Natale perchè il mio corpicino era diverso dalle mie amichette, non capivo, non sopportavo di essere diversa da loro. Volevo le bambole e non i soldatini, mi piacevano i vestitini di mia sorella e i trucchi di mamma. Si può parlare di malizia a otto anni? Ho vissuto la piena femminilità da allora oggi sono una donna completa non mi sono mai prostituita, faccio un lavoro normale ho un marito ed un figlio adottivo meraviglioso che è tutta la mia vita. Eppure sono anormale! Vi chiedo di aiutarmia capire vi scongiuro ditemi dove i miei genitori hanno sbagliato e come faccio ad essere normale. AIUTO

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