L’intoccabile

di Jane

Provo un prurito d’irritazione irrimediabilmente fisso quando qualcuno, chiunque esso sia, parla male del Papa. In particolare, di questo Papa. Benedetto XVI non si tocca.
Facciamo una premessa, scontata e inutile, ma allo stesso tempo necessaria. Ciascuno ha il sacrosanto diritto di pensare quello che vuole, ma ho la ferma convinzione che non si abbia anche lo stesso pieno diritto a dire quello che si vuole. Tra le quattro mura di casa si può fare qualunque stupidaggine o qualunque superficialità. Tra le quattro mura di casa si può anche dire tutto quello che si vuole, frasi grammaticalmente scorrette, si può parlare male di Tizio e Caio, insultare l’umanità, parlare a vanvera, giudicare a destra e a manca, grugnire, dire parolacce. Comportarsi in questo modo, bisogna dirlo, dà un certo senso di libertà, di potere, di soddisfazione.
Quando si esce di casa però, le cose devono necessariamente essere diverse. In società c’è una forma da seguire, un certo modo di contenere ed elaborare ciò che vuole dire, che è segno non solo di educazione ma soprattutto di intelligenza.
Quando si parla in pubblico non si parla a vanvera, non si vomita fuori tutto ciò che passa per la testa per il semplice motivo che si ha diritto a parlare. Soprattutto, se si ha la possibilità di scrivere sui giornali, si ha anche una maggiore responsabilità nel monitorare le parole. Ricordiamoci infatti che laddove c’è più libertà (nel caso dei giornalisti, la libertà di parola) c’è anche più responsabilità.
Talvolta, anzi molto spesso, anzi troppo spesso, c’è chi di questa libertà d’espressione abusa un po’ troppo ed in un modo tale da lasciare basiti di fronte a tanta mancanza di intelligenza.
Nel caso specifico, mi riferisco ad un giornalista e scrittore inglese famoso, Christopher Hitchens. Vincitore del National Magazine Award, vincitore del premio “Pensatore dell’anno” (?) conferito dalla AAA (Alleanza Ateisti d’America), promotore della causa atea (si è battuto affinché in Texas fosse abolita la regola per cui per candidarsi a sceriffo devi credere in Gesù), si definisce addirittura “antiteista”. E fin qui nulla di strano, ciascuno sia quel che vuole.
Il problema di questo giornalista non è nemmeno il suo libro “God is not great”, il cui titolo dà più l’idea di un lamento infantile di ribellione contro l’autorità paterna che non ti dà quello che vuoi, piuttosto che una vera e propria dichiarazione di ateismo (se non credi in Dio che bisogno hai di scrivere un libro per dirlo? Io mica mi metto a scrivere un libro contro il Dalai Lama).
Il problema di questo giornalista è il suo odio verso Papa Benedetto. E questo mi fa profondamente irritare. In un articolo di un anno fa intitolato “The Great Catholic Cover-Up” pubblicato su Slate, Hitchens, riferendosi ai casi di pedofilia che avrebbero coinvolto dei sacerdoti, si lascia andare ad una manifestazione di astio e disprezzo nei riguardi del nostro Papa, descrivendolo come un “mediocre burocrate bavarese a cui un tempo fu assegnato il compito di occultare la più atroce delle iniquità, e la cui inettitudine in quel compito ci mostra un uomo personalmente e professionalmente responsabile per aver consentito un’ondata di lercio crimine. Ratzinger può essere banale, ma tutta la sua carriera ha il fetore del male – un male persistente e sistematico che va al di là della possibilità di essere sradicato con gli esorcismi”.
Un giornalista non può scrivere queste cose. Primo, perché dimostra un’imperdonabile noncuranza dei fatti, dal momento che il problema della pedofilia nella Chiesa è estremamente delicato e nessuno ha sufficienti informazioni per potersi esprimere. Secondo, Hitchens si arroga il diritto di giudicare violentemente la persona del Papa, ritenendolo il responsabile dei peccati e delle malvagità di altri membri della Chiesa universale. È lampante che Hitchens odi il Papa anche per altre ragioni, ed abbia voluto trovare un pretesto per poterlo accusare di qualcosa. Chissà perché mai nessuno è riuscito a confutare ciò che il Papa ha detto fin all’inizio del suo pontificato. Nessuno che abbia mai provato a mettere in discussione le sue parole. Le volte che l’hanno fatto, con grande abilità giornalistica, avevano estrapolato delle frasi da un discorso sistematico e razionale (come sono tutti i discorsi di Benedetto).
Il segno della grande ignoranza, della mancanza di onestà intellettuale e dell’umiltà, o più semplicemente il segno della debolezza di Hitchens, come di tanti altri dispregiatori del Papa, è che non hanno mai letto quello che ha scritto, non hanno mai ascoltato quello che ha detto. Questo Papa ha il pregio eccezionale di essere lucido e chiaro nei suoi discorsi, di essere obiettivo e di prenderti per la testa per arrivare al cuore. Questo Papa ha capito che è così che bisogna fare con l’uomo contemporaneo. Ma nonostante questo, c’è ancora qualcuno che o si tappa le orecchie o cerca di colpire il tallone d’Achille che, però, il nostro Papa non ha. Lui è intoccabile.
Ho letto recentemente che il povero Hitchens si sta avvicinando alla fine della vita: un cancro all’esofago l’ha ridotto a vivere in una stanza d’ospedale con un sondino che lo alimenta. Da uno così ci si potrebbe aspettare come minimo una richiesta di iniezione letale, e invece il giornalista ha dichiarato di essere tutto sommato sereno, di scrivere ogni articolo come se fosse l’ultimo e di cercare di non pensare troppo alla morte. Non posso che sperare che questo stato di malattia lo induca a vedere le cose da un altro punto di vista, ad ascoltare il Papa senza pregiudizi, a sentire il bisogno di amore, non di odio.

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163 pensieri su “L’intoccabile

  1. Fk

    Cosa si diceva di questa ragazza? Che è una tosta? Beh, ora non vi sono proprio più dubbi! Quel vecchietto vestito di bianco dà “troppo” fastidio… chissà perché? Indignarsi per la mancanza di onestà intellettuale e per la violenza verbale mortificante nei confronti di questo Papa è il minimo che si possa fare! Possibile che i cattolici si sveglino solo per difendere l’acqua? A proposito: dove sono finiti i cattolici dell’acqua… i vari Zanotelli e compagnia bella (o brutta… dipende dai punti di vista). Che pagliacciata l’esposizione dei cosiddetti cattolici in quella occasione (si veda LaBussolaQuotidiana sull’argomento). Quando si tratta del Papa invece… dobbiamo essere “politicamente-religiosamente corretti”. Ci voleva questa ragazzina appena laureata ad insegnarci come si sta al mondo… grazie Laura!

  2. Lauraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
    hai ragione, il mio amatissimo Benedetto XVI non si tocca!!!!
    Io mi domando, uno che non crede a Dio come fa a scrivere un libro intitolato “God is not great”?
    God is or God isn’t????
    Non puoi dire non è grande se per te semplicemente non è…

  3. Adriano

    “Tra le quattro mura di casa si può fare qualunque stupidaggine o qualunque superficialità. Tra le quattro mura di casa si può anche dire tutto quello che si vuole, frasi grammaticalmente scorrette, si può parlare male di Tizio e Caio, insultare l’umanità, parlare a vanvera, giudicare a destra e a manca, grugnire, dire parolacce. Comportarsi in questo modo, bisogna dirlo, dà un certo senso di libertà, di potere, di soddisfazione.”

    Sarà… Ma perché tutto questo bisogno di sfogarsi in questo modo? Perché tutto questo desiderio di comportarsi così per avere un senso di libertà? Poche ore fa c’era chi scriveva, tra l’approvazione di tanti altri, che la libertà è nell’appartenere a un gruppo. Ora si scopre che altre cose danno questa sensazione, ma solo in casa. Fuori non si deve. “Non sta bene”. Non so voi, ma personalmente non sento tutto questo bisogno di fare stupidaggini quando non posso essere visto (né giudicato), per poi fingere negli altri casi; preferisco seguire il più possibile una via più coerente, fuori e dentro casa. E questo comporta il poter dire il più spesso possibile quello che penso (e in questo blog, su questo aspetto, sono in ottima compagnia 🙂 )

    Se ‘sto ateo ha deciso di scrivere un libro sull’ateismo, dov’è il problema? Tanti credenti l’hanno fatto. E cosa si dovrebbe dir loro? “se credi in Dio che bisogno hai di scrivere un libro per dirlo?”, (ribaltando la domanda nel post).

    In mancanza di prove non mi pronuncio sulle affermazioni secondo le quali Hitchens avrebbe altre ragioni per odiare il Papa e che i detrattori del Santo Padre “non hanno mai letto quello che ha scritto, non hanno mai ascoltato quello che ha detto”.

    Mi fanno solo specie gli attacchi personali: quelli di Hitchens contro il Papa, ma anche quello (meno virulento) di Laura Gotti Tedeschi contro lo stesso Hitchens (avrà letto quello che ha scritto o avrà solo “estrapolato delle frasi da un discorso sistematico e razionale”?)

    Il fatto, infine, che un ateo sul punto di morte dichiari di “essere tutto sommato sereno” non può che essere un bel segno di speranza. Per tutti, credenti e non.

    Buona giornata!

    1. Gabriele

      Mi sembra che il passo citato da Laura, per quanto estrapolato, possa bastare a illustrare il pensiero di codesto individuo.
      Che ci sia una pubblicistica che ha il solo scopo di infangare la Chiesa, il S.Padre, e tutti i (veri) cattolici, non è una ipotesi né una novità.

      1. Adriano

        “Mi sembra che il passo citato da Laura, per quanto estrapolato, possa bastare a illustrare il pensiero di codesto individuo.”

        Ma anche no. v. altro passo (più lungo) dello stesso autore, citato qui sotto da Vento dell’Ovest, che sembra essere addirittura in linea con il pensiero cattolico.

        Ecco l’articolo originale di Hitchens pubblicato su Slater, da cui arriva la citazione del post:

        http://www.slate.com/articles/news_and_politics/fighting_words/2010/03/the_great_catholic_coverup.html

  4. egoaloisius

    Non è che , per caso, tu sei parente del Gotti Tedeschi presidente dello IOR? Si spiegherebbe la difesa d’ufficio.

    1. Quello che non si spiega, mi pare, è la tua illazione malevola, “Aloisius”. Dov’è che si parla di IOR? Con che onestà intellettuale ti attacchi a un cognome quando l’Autrice parla di cose che non richiamano affatto “conflitti d’interessi” (ammesso che ve ne possano essere)?
      È “difesa d’ufficio” amare il Papa? O cos’è che vorresti rimproverare?

    2. Adriano

      “Non è che , per caso, tu sei parente ecc.”
      ODIO quando qualcuno trasferisce le colpe vere o presunte (ma anche i meriti) degli antenati sui discendenti.

      1. giusto per sorridere… pensa un po’ se io fossi te e leggessi questo commento scritto da un altro. Sono quasi sicuro che troverei all’istante un’amenità contenente la parola “ognuno” per criticare (ma bonariamente, pazientemente, perché saprei la vera verità, io, quella che gli altri abbozzano appena a forza di dogmi partigiani &Co.) la sua immaturità nella gestione delle emozioni. Però soltanto “quasi” sicuro: in realtà sarei presto sopraffatto dal desiderio di garantire il diritto (per “ognuno”, si capisce) a odiare come ad amare, purché questo avvenga liberamente. Infine mi chiederei qual è il confine tra libertà e oppressione, visto che mi arrogherei addirittura la pretesa d’imporre agli altri la propria libertà (mentre, in teoria, “ognuno” dovrebbe poter previamente scegliere se essere libero o meno, si capisce).
        Uff… che fatica: penso che andrei in cortocircuito. E tu come fai?

        1. Adriano

          Come faccio? Semplicemente non la penso come tu penseresti di pensare se pensassi di pensarla come me.
          Semplice, no? 🙂 🙂

            1. Adriano

              Cyrano
              Ho molte meno certezze di quello che possa sembrare, e alcune mie idee espresse qui sono mutate leggendo i commenti altrui…

              Altre invece si sono rafforzate, quindi direi che siamo pari! 🙂

              Buona notte

  5. fabioant

    E’ proprio così… Quel “vecchietto” da fastidio. Ma vi siete mai chiesti perchè?
    Vi siete chiesti come mai chi segue ed emula Gesù in ogni sua forma e stile di vita è sempre così perseguitato? Vedete, il Vangelo del Signore, la nostra religione, sono intrise di libertà e d’amore e l’amore, si sa, fa paura. Divorzi? Omicidi di coppia o tra amici? Condividere e sposare seriamente la causa dell’Amore è come avere la peste. Non si resiste, non si è all’altezza, se ne ha paura…

  6. C’è una cosa che mi piace di questo tizio, questo poveretto attaccato al sondino, questo Brontolo dell’ateismo nano, ed è la coerenza. Egli ha preso il suo materialismo e l’ha portato fino in fondo, al punto da scompaginare gli schemi mentali dei soliti ateisti, che fanno quasi sempre rima con abortisti: “C’era un tempo in cui i nostri editorialisti sul feto avrebbero orgogliosamente fatto eco a Gloria Steinem, dicendo che la sua esistenza indubitabile e necessaria non poneva un problema perché era ‘una massa di protoplasma dipendente’ senza distinzione e maggiore dignità di un’appendice fiammeggiante. Sono sempre stato persuaso dal fatto che l’espressione ‘bambino non nato’ sia una genuina descrizione della realtà materiale. Ovviamente il feto è vivo, quindi la disputazione se debba o meno essere considerata ‘una vita’ è casuistica. Lo stesso si applica, da un punto di vista materialistico, alla questione se questa vita sia o no ‘umana’. Cos’altro potrebbe essere? Anche per la sua ‘dipendenza’, questo fatto non mi ha mai convinto, così come la radicale critica di ogni agglomerato di cellule umane in qualunque stato esse siano. Anche i bambini sono ‘dipendenti’. Chiunque abbia visto un sonogrammo o abbia speso un’ora su un manuale di embriologia sa che le emozioni non sono il fattore decisivo. Al fine di terminare una gravidanza, devi ridurre al silenzio un cuore che batte, spegnere un cervello che cresce e, al di là del metodo, rompere delle ossa e distruggere degli organi.” (Christopher Hitchens)

  7. Gabriele Brustenghi

    ma quanto è brutto, Costanza, questo post di Laura Gotti tedeschi!!! Un comportamento in casa…..una fori casa….quanta ipocrisia…!! Quanta ragione ha il Papa quando ha recentemente dichiarato che ai cattolici di routine preferisce gli atei agitati!! E poi l’ultima frase diretta ad un uomo morente è atroce!! Siamo tornati al rogo?Mamma mia quanta gente allontana dalla Chiesa atteggiamenti o scritti come questo della Tedeschi.

    1. Caro Gabriele, augurare ad un uomo di convertirsi non è atroce. Dal punto di vista di chi crede è augurargli il dono più grande, la Grazia più alta. Non vedere inimicizia dove non c’è, la rivalità intellettuale, ne sono certo, in Laura non giunge mai a confondere il peccato con il peccatore

  8. nonpuoiessereserio

    Non c’entra l’ipocrisia, non dev’essere letto in questo senso il discorso di Laura. Tanti stanno in mutande in casa ove non addirittura senza o svaccati sul divano e si vestono bene per uscire. E’ una questione semplice di decoro. Si intende che ognuno può pensare come vuole ma scrivere un libro frutto di illazioni, calunnie e congetture ha delle conseguenze sugli altri. La massa è generalmente idiota.

  9. “Ho letto recentemente che il povero Hitchens si sta avvicinando alla fine della vita: un cancro all’esofago l’ha ridotto a vivere in una stanza d’ospedale con un sondino che lo alimenta. Da uno così ci si potrebbe aspettare come minimo una richiesta di iniezione letale, e invece il giornalista ha dichiarato di essere tutto sommato sereno, di scrivere ogni articolo come se fosse l’ultimo e di cercare di non pensare troppo alla morte. Non posso che sperare che questo stato di malattia lo induca a vedere le cose da un altro punto di vista, ad ascoltare il Papa senza pregiudizi, a sentire il bisogno di amore, non di odio.”
    L’ultima frase….

  10. Mi colpisce il commento di egoaloisius.

    Perché mai se un cattolico difende il papa la sua dovrebbe essere automaticamente una difesa “di ufficio”? Perbacco, non siamo liberi noi cattolici di avere opinioni personali? O pensate davvero che siamo marionette teleguidate? E vi appare così strano che qualcuno possa spontaneamente e liberamente consentire con il papa?

    Per quanto riguarda i commenti di Adriano e Gabriele mi copisce che s possa equivocare così facilmente suo senso della distinzione in casa/fuori casa è talmente evidente che si tratta di un espressione paradossale finalizzata a dire che chi si esprime in pubblico è tenuto ad osservare regole minime di correttezza (regole che, diciamolo francamente, nei confronti del santo padre vengono sistematicamente ignorate) che facendo credito ad entrambi di una intelligenza superiore alla media devo per forza pensare che sia una forzatura ad personam con il malcelato intento di sviare dal vero senso del post.

    Venendo al post di Laura: io amo il papa. Quanto e forse anche di più di quanto amavo GPII. Però questo non mi può impedire di vedere che sta facendo un errore clamoroso, madornale, ed è lo stesso che ha fatto GPII, con l’aggravante che la ripetizione dell’errore ne ingigantisce gli effetti perversi.

    Mi spiego: Giovanni Paolo ha dedicato tutta la seconda parte del suo pontificato alla profezia, è stato di fatto un raro, forse unico, esempio di Papa/profeta. Bellissimo, illuminante, travolgente… però… però mentre lui andava in giro per il mondo profetizzando a Roma prosperava un sottobosco terrificante, sotto il suo governo la Curia romana (che Paolo VI aveva iniziato a bonificare) è diventata una cloaca in cui nessun colpo basso è escluso, dalla delazione al veleno (non solo metaforico, se dobbiamo dar retta a certi pettegolezzi).

    Benedetto sta incarnando la figura del papa/catechista. Non è una novità assoluta, ne abbiamo avuti altri grandissimi nella storia, penso a Gregorio Magno per dire il primo che mi viene in mente, e probabilmente risponde in questo ad una vera esgenza della Chiesa. Però… Però anche lui sta abbandonando la Curia al suo destino e i principini e i piccoli potentati diventano sempre più forti e lo squallore da basso impero cresce sempre più.

    Perdonatemi, ma vivendo nella Chiesa di Roma (e amandola appassionatmente) ormai è diventato molto difficile non sentire il fetore che sale da oltretevere.

    1. nonpuoiessereserio

      Ho la medesima impressione pur vivendo lontano dal Tevere, ma oltre a piccoli potentati vedo molto protagonismo, molta ricerca di consenso facile.

    2. Adriano

      “devo per forza pensare che sia una forzatura ad personam”

      Accidenti, pure io parte attiva della congiura? 🙂

      No, non è così, almeno non da parte mia. Semplicemente non mi pare giusto dire che le “regole minime di correttezza” di cui parli debbano valere solo “part-time”, solo quando ci si esprime in pubblico, come dici tu.
      E, soprattutto, il mio non è assolutamente un attacco alla persona dell’autrice.

  11. Angela

    L’idea che uno in casa si comporti come ha scritto Laura mi da un po’ i brividi, non tanto per la schizzofrenia del caso quanto per chi gli sta vicino: poveri familiari, soprattutto poveri figli! Però la cosa mi fa un po’ sorridere perché mi è sembrato di leggere tra le righe: SE PROPRIO NON RIESCI A STARE ZITTO… SE PROPRIO NON SEI CAPACE DI TRATTENERE LE IDIOZIE CHE TI VENGONO IN BOCCA… ETC. ALLORA; SFOGATI TRA LE QUATTRO MURA DOMESTICHE, COSI’ I DANNI SON LIMITATI
    Per quel che riguarda il Papa credo che può essere tanto amato quanto tanto detestato. E’ ovvio che chi parla con coscienza e verità, cercando per primo di vivere le cose delle quali parla, sia una persona scomoda e fastidiosa. “LA VERITA’ TI FA MALE, LO SO…” Era una canzone della Caselli? Molto vere queste parole!
    Ammiro Benedetto XVI, anziano e quindi in diritto di “godersi” la vecchiaia, che invece di fare le “vacanze degli anziani” se ne sta in trincea spirituale e fisica, ad accogliere i colpi che arrivano da tutte le parti, Chiesa compresa. Ma chi glielo fa fare? Solo l’amore! D’altra parte Benedetto XVI è stato il degno braccio destro del grande Giovanni Paolo II, che con la sua malattia ci ha dimostrato di cosa sono capaci i Papi fatti di santa stazza!
    Di loro, come di altri grandi Papi e di tantissimi Santi, se ne parlerà fino alla fine del mondo. Di tanti altri “personaggi eccellenti” chi si ricorderà?

    1. Giovanni PaoloII non ha dimostrato proprio nulla che non abbiano dimostratto tantissimi altri vecchi di fronte alla malattia. Con in più che lui aveva tutto un plotone di medici a tenerlo in vita (se da ultimo si poteva chiamare vita).

      1. ah, perchè adesso tenere in vita un malato grave è privilegio dei papi? Io avevo capito che era una violenza contro l’autodeterminazione della persona e che l’eutanasia era un atto di “carità”….

        1. Si vede che lui non aveva determinato di essere lasciato morire, o forse non lo hanno determinato altri al suo posto
          quando era in quelle condizioni, il papa non poteva certo (credo) aver fatto il estamento biologico. Io credo che l’eutanasia sia un atto di carità, certo che la chiesa non pensando questo ha tenuto il papa in vita fino a che ha potuto…

          1. Ele86

            l’eutanasia è un omicidio come lo è l’aborto. Solo che adesso allo stato è utile perchè di anziani ce ne sono troppi e assisterli per lo stato è troppo costoso.Quindi è necessario renderla agli occhi della società un atto di carità.

  12. Laura GT è una tosta eccome! dice quello che pensa.punto e basta. Oramai ci si vuole tutti ammassati su una ignoranza diffusa. Hitchens ha mai letto i dati del John J college sulla pedofilia? non credo, altrimenti certe castronerie non le direbbe..neanche in casa.
    Domanda x Aloisius lavorare allo IOR è una colpa? a me non risulta

    1. Perchè? Uno che dice quello che pensa è uno tosto? E chi è che non dice quello che pensa? O che non pensa quello che dice?Trovatemene uno qui dentro e fuori. Non lo trovate? Allora siamo tutti tosti! Allora non ha senso dire che uno è tosto! (specialmente quando uno si rivolge a un moribondo che non conta nulla a distanza di chilometri)

      1. bella, Alvi’! La distinzione si fa proprio tra chi dice quello che pensa e chi pensa quello che dice. Sei un tosto! 😀

  13. trovo ingeneroso dire quello che scrive “lacorsianumero6” sul papa Giovanni Paolo II.
    Infatti, se è vero che altri anziani hanno sofferto pari sofferenze e malattie, nessuno di loro aveva il gravoso compito di essere papa e di presenziare in determinate circostanze…tutti i giorni…

    1. Mica non glielo aveva mica ordinato il dottore di restare a fare il papa!!!
      E poi ognuno degli altri vecchi avrà avuto qualche altro gravoso compito
      anche lui nel suo piccolo. Che ne sappiamo noi?

  14. Buongiorno fratelli ! Ecco il Vangelo di oggi (Lc 12,1-7)

    In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli:
    «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.
    Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui.
    Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».

    1. Io non metto in dubbio la sublime poesia di questo (come infiniti altri ) passo del vangelo, ma qualcuno mi mostri il collegamento di quello che si dice sopra con l’ultima frase del grande LUCA.
      Io penso che il bello e il poetico e l’indimenticabile nel vangelo siano proprio tutte queste frasi incoerenti tra loro e anche spesso contraddittorie.

      1. Gesù qui sta semplicemente dicendo di essere coerenti e che a noi provvede Dio. Di non temere il giudizio e la condanna di altri perchè persino i capelli che abbiano in testa sono contati.
        E se Dio ha tanto rispetto dei passeri che si comprano a poco puoi immaginare quanto possa valere la vita di un uomo se si paga con la morte del Cristo.

    2. In realtà l’ho postato perchè mi sembrava interessante la prima parte, quello del parlare nel segreto della propria casa credendo di non venire ascoltati….

  15. su chi non pensa a quello che dice guarda….l’elenco è lungo un bel po ed un nome lo trovi nel post sopra…
    sul fatto che non è corretto parlare di persone a distanza di migliaia di km…beh pensa che gli stessi chilometri separano Benedetto XVI dai detrattori americani…

      1. i detrattori americani rompono….come molti detrattori parlano del nulla con attorno il vuoto…il fatto è che chi nulla sa prende per buono anche il vuoto con parvenza di qualcosa

  16. di restare Papa gli lo ha ordinato la virtù…per questo è un esempio!
    come dici tu gli altri avevano compiti nel loro piccolo…il compito di governare la Chiesa è un compito che se permetti sarebbe gravoso anche per un baldo trentenne come me.
    Di persone che fuggono dal dolore ne è pieno il mondo (urlano a favore dell’eutanasia, dell’aborto) i più deboli si suicidano o uccidono gli altri, i più comuni, che tutti troviamo nel mondo, non sono in grado di prendersi le proprie responsabilità davanti agli insuccessi.

    1. Non sono d’accordo. Ci sono vecchi contadini che si trascinano nei campi fino all’ultimo respiro e in condizioni penose, te lo posso assicurare, ci sono vecchi pescatori (il vecchio e il mare) vecchi pistoleri dei film vecchi malati di tutti i generi che non mollano mai. Chi ha detto che guidare la chiesa sia un compito più gravoso che guidare una grossa azienda o uno Stato? Si è anche visto Fidel Castro (con permesso) continuare a fare i suoi pallosi discorsi infiniti traballante davante al microfono, aldilà del giudizio in merito, che potrebbe essere fatto anche sul papa). Quanto a persone che fuggono il dolore, ce n’è ,sì, tante, e tante altre che non lo fuggono e che affrontano i problemi in un altro modo, l’umanità è piena di tanti casi.

      1. ma quanti lo fanno con spirito di servizio perchè il loro compito, la loro vocazione è di essere l’ultimo dei servi? Io un nome ce l’ho…ed è successore di un certo Gesù che fece la lavanda dei piedi…

          1. allora vedi che farlo per una ragione di servizio e (come hai sottolineato tu in precedenza) per scelta personale, è un atteggiamento degno di lode!

  17. CYRANO: scusa, questa me l’ero persa, vo a letto presto la sera, come Robert De Niro
    nel film “C’era una volta in America)
    “La fede va oltre la ragione, ma senza contraddirla, e in questo è di nuovo l’Incarnazione del Lògos divino che conferisce al lògos umano vera dignità teologica: per questa ragione (e sottolineo “ragione”) il cristianesimo è l’unica religione che non ha mito (se non, al più, nella forma temperata della “mito-logia”).
    Niente ripudia di quanto è vero, giusto e bello in tutto ciò che è altro da sé, ma a tutte distribuisce gioiosa il lògos che ha ricevuto. Una religione così – e sì che ne ho studiate – io non l’ho mai trovata.”
    Ammappete!!!

    1. Mentre statuisce dei peccati, già li perdona. Non ammette assolutamente uomini perfetti: questo è il suo contenuto eminentemente umano. I suoi figli perfetti essa li santifica. Con questo ammette implicitamente l’imperfezione degli uomini. Anzi, ammette l’inclinazione al peccato nella misura in cui non considera più come umani quegli esseri che al peccato non sono soggetti: questi diventano beati o santi. Con ciò la Chiesa romana dà testimonianza della sua fondamentale propensione al perdono, alla remissione. (cap. VII, p. 41) la cripta dei cappuccini di J.Roth

      direi che anche questo non è male….

      1. forse l’ho già citato in un mio precedente intervento….ammetto che ho un debole x tale definizione fatta da uno scrittore ebreo…quanti cattolici sono capaci di tanto???

  18. Il papa della mia generazione, il “mio” papa, è Giovanni Paolo II. L’ho amato molto, penso che abbia insegnato l’amore a molti della mia generazione. L’ho “perso” per una decina d’anni, a cavallo del giubileo, era il periodo che avevo lasciato riempire di polvere la mia credenza. Quando è morto ho pianto e temevo che non sarei riuscita ad amare il suo successore nello stesso modo.
    Ma Benedetto XVI ha un modo diverso di farsi amare. E un modo diverso di essere papa.
    Quando sono stata alla beatificazione di GPII lo scorso 1 maggio la cosa più bella è stata vedere Benedetto XVI visibilmente felice di proclamare beato il suo amico Karol.
    Errori ne avrà fatti GPII. Ne farà BXVI. Errori ne ha fatti Pietro e tutti i suoi successori. Ma Gesù lo sapeva e ha fondato lo stesso la sua chiesa. E ci ha indicato la strada, ed è quella strada che sia il mio amato GPII che il suo amico BXVI continuano a indicarci.
    Penso che siamo dei privilegiati. La storia della Chiesa è piena di papi che sono stati tutt’altro che pastori. A noi c’è toccato un santo e un altro che è sulla buona strada per diventarlo.

    1. Fefral bisogna ammettere che grazie a gli ultimi 3 Papi il concilio vaticano secondo comincia ad essere sensato anche nella pratica….il fumo nella Chiesa (x quanto sarà sempre presente in quanto co-partecipata da uomini) si sta diradando…e io questa la chiamo Provvidenza

    2. Erika

      Quando ho aperto il blog stamattina ti giuro che stavo pensando “che peccato, Fefral non si fa più sentire…” e invece eccoti qua!
      Bella sorpresa, ciao!
      🙂

  19. Come è stato detto, l’anticattolicesimo è l’antisemitismo dei liberal e quella specie di Voltaire in sedicesimo che è Hitchens (uno dei più grandi spregiatori di Madre Teresa di Calcutta, il che la dice lunga…) rappresenta una delle icone di questo odio forsennato nei confronti della Chiesa. Penso sia soprattutto un caso umano, un altro uomo ossessionato da una verità che non sa cogliere e contro la quale dunque si scaglia con feroce spirito di negazione. Le sue dichiarazioni di “serenità” sul letto di morte lasciano un po’ il tempo che trovano. Speriamo che la grazia, in questi suoi ultimi istanti, possa far breccia in lui.
    Il messaggio lanciato da Laura col ricorso alla metafora imperniata sull’opposizione “fuori/dentro le mura domestiche” è stato assai travisato. È sintetizzabile così, mi pare di poter dire: chi ama davvero – e un cattolico degno di questo nome non può non amare il Vicario di Cristo – non è cieco di fronte al male compiuto dall’amato (si è duri col male ma teneri con la persona amata). L’amore semmai è prigioniero, ed è cosa assai diversa. Dato che amare è volere il bene dell’altro, non ci si contenterà di lasciarlo così com’è, ma si aspirerà a migliorarlo, a trasformarlo in qualcosa di diverso e più nobile. Ecco perché Chesterton scrive che “il devoto è pienamente libero di criticare; il fanatico può sicuramente essere uno scettico. L’amore è prigioniero, e più è prigioniero, meno è cieco” e Laura che “tra le quattro mura di casa si può fare qualunque stupidaggine o qualunque superficialità. Tra le quattro mura di casa si può anche dire tutto quello che si vuole, frasi grammaticalmente scorrette, si può parlare male di Tizio e Caio, insultare l’umanità, parlare a vanvera, giudicare a destra e a manca, grugnire, dire parolacce”. L’amore, quando è autentico, è legato a doppio filo a questa strana, forte fedeltà. E dove quest’ultima matura vige anche più libertà (la famiglia è il luogo per eccellenza di questa libertà). Viceversa, dove l’amore non c’è e regna il sospetto le distanze, soprattutto in pubblico, vanno mantenute. È una questione principalmente di buon gusto, di buona creanza.

  20. giuseppe

    solo una cosa in mezzo a tante parole: pregare,pregare, pregare
    cristo ci dice nella santa parola: ” come lupi rapaci proveranno ad attaccarvi”
    se questo giornalista cerca di infangare madre chiesa, ciò che possiamo fare noi è quello di pregare per la sua conversione, e come disse gesù alla sua crocefissione” padre perdona loro perchè nn sanno quel che fanno”

  21. Angela

    Per lacorsianumerosei: “Giovanni Paolo II con la sua malattia ci ha dimostrato di cosa sono capaci i Papi fatti di santa stazza!”… Lo ripeto perché ne sono convintissima! Ma hai ragione anche tu quando dici “Giovanni Paolo II non ha dimostrato proprio nulla che non abbiano dimostratto tantissimi altri vecchi di fronte alla malattia. Con in più che lui aveva tutto un plotone di medici a tenerlo in vita (se da ultimo si poteva chiamare vita)”. Contraddizione? Vedi tu! Quello che intendevo dire è che COMUNQUE non si è dimesso e, nella sofferenza, senza togliere nulla agli anziani malati come lui e peggio di lui, non ha smesso di “lavorare” nella vigna del Signore. Essendo un “personaggio pubblico” è rimasto fedele al compito affidatogli da Dio e dalla Chiesa. Quante volte avrà pensato: “Ma chi me lo fa fare?”. E’ vero, aveva fior di dottori e di assistenza, ma il dolore è dolore in quanto tale e la sofferenza resta, anche se, forse, mitigata dal personale medico e paramedico che si ha intorno. Se la sua si potesse chiamare ancora vita, bisognerebbe chiederglielo ora: chi ha il suo nuovo numero di telefono? D’altra parte sarebbe molto riduttivo definire “fatto di santa stazza” Giovanni Paolo II solo per come ha vissuto la malattia. Il mio era un microscopico spunto tra i tanti che si potrebbero prendere su di lui.

    1. Fk

      Alvise, qui l’unico che maramaldeggia sei tu… con grande rottura de cojoni! ….

      Io ci provo a tenermi ma questo ci si impegna proprio….

        1. Fk

          E infatti il mio “blog” ha ZERO visitatori!!!
          Il che dimostra che quando uno è una testa di cazzo è una testa di cazzo!!!!
          Lo so da me….
          (lacorsianumerosei, ieri)

          Forse le parole più illuminanti di questo blog…
          Comunque non lo so Alvise… ma mi sembra che quando si parla della Chiesa o della Madonna (non madonna la cantante incartapecorita) il tuo mononeurone vada in tilt! Il mio invece pure… ma nell’altro senso! Non lo so… è una mia impressione…
          Comunque per dialogare è molto più bravo Cyrano…

  22. Fk

    Mi stupisce (fino ad un certo punto, però) che entrando in libreria, in qualsiasi libreria (da quella “seria” a quella di “passaggio”, da quella di Roma Termini a quella degli autogrill) i libri di questi detrattori della Chiesa e del Papa sono sempre in bella vista (vedi Augias, anche lui un altro fenomeno di onestà intellettuale!), mentre ad esempio il libro di Costanza bisogna cercarlo con il lumicino e a volte aspettare il volto imbarazzato della commessa di turno che ti fa ripetere dieci volte il titolo che proprio non l’ha mai sentito anzi ci deve essere un errore, non può essere che nel terzo millennio ci siano dei libri con dei titoli così. Forse che il tiro a bersaglio sulla Chiesa commercialmente è un filone interessante…? No, perché in questo caso ci si potrebbe fare un pensierino per tirare su un po’ di soldi…

    1. Erika

      Io il libro di Costanza l’ho comprato da Feltrinelli.
      E non lo stavo nemmeno cercando. L’ho notato in vista su un espositore…

    2. a dire il vero si potrebbe pensare di fare un libro nero sull’islam…tra maledizioni, fathwa e compagni cantando si potrebbe diventare famosi come Saviano 😛 e avere la scorta come lui….

  23. Erika

    Io, pur rispettandolo e ammirando la figura di Giovanni Paolo II, ho provato invece e provo tuttora una maggiore simpatia e comprensione per il più austero (e apparentemente più “distante” Benedetto XVI.)
    Detto ciò, cara Laura, capisco la tua rabbia e il tuo sconcerto, ma non posso condividere frasi come “ho la ferma convinzione che non si possa dire quel che si vuole”.
    Nemmeno del Papa?
    NO, nemmeno di lui.
    Anche se Hitchens dà prova di un pessimo giornalismo (cosa questa che fra l’altro sul lungo periodo non potrà che aumentare il prestigio di Benedetto XVI).
    Con la “censura” si sa dove si comincia, ma non si sa dove si finisce.
    Qualsiasi autorità religiosa può essere passibile di critiche.
    Se sono infondate, possono e devono difendersi con forza.
    Io sono la prima a dire che la Chiesa cattolica subisce a volte degli attacchi strumentali( e viene anche a volte “vezzeggiata” in modo strumentale, ma questo è un altro discorso…).

    P.S. Mi incuriosisce il fatto che definisci Hitchens promotore della cusa atea perché si è battuto per cambiare la norma che in Texas impediva ai non credenti di diventare sceriffi…secondo te è una norma sensata.
    Sono abbastanza certa che Papa Benedetto per primo la definirebbe una sciocchezza…

    1. Adriano

      “Con la “censura” si sa dove si comincia, ma non si sa dove si finisce.
      Qualsiasi autorità religiosa può essere passibile di critiche.
      Se sono infondate, possono e devono difendersi con forza.”

      Concordo

  24. matrigna di cenerentola

    se la citazione di Vento dell’Ovest, (uno dei primi commenti) è corretta, e Hitchens è uno che ha scritto anche “Al fine di terminare una gravidanza, devi ridurre al silenzio un cuore che batte, spegnere un cervello che cresce e, al di là del metodo, rompere delle ossa e distruggere degli organi.” può parlare con astio del papa e di madre Teresa, ma è obbligatorio pregare per lui, per la sua malattia e perché questo splendido spiraglio di luce che queste parole mostrano si allarghi e gli prenda il cuore.

    1. Ricordo che Ferrara, che di battaglie contro l’aborto se ne intende, aveva pubblicato sul Foglio il discorso integrale di Hitchens, quindi dovrebbe essere corretta. In più questa citazione c’è anche su Wikipedia, per quel che vale..

  25. Alberto Conti

    Come ho detto sopra, a me questo post MI PIACE; mi piace perchè centra la questione:

    “Questo Papa ha il pregio eccezionale di essere lucido e chiaro nei suoi discorsi, di essere obiettivo e di prenderti per la testa per arrivare al cuore”

    è per questo che è attaccato perchè lui parte dalla Ragione, perchè afferma che Ragione e Fede vanno insieme e, soprattutto, perchè lo dimostra con il solo uso della Ragione.

    E’ per questo che i professori, e non gli studenti come certi giornalisti volevano far credere, della Sapienza non l’hanno lasciato parlare: perchè non sarebbero stati in grado di ribattere ad uno “mediocre teologo e filosofo”.

  26. Angela

    Credo che Benedetto XVI e Giovanni Paolo II siano due Papi eccezionali. Come altri. Non preferisco né l’uno né l’altro, perché sono diversi tra loro anche se sulla continuità della Chiesa. Credo che entrambi siano stati eletti Papa al momento giusto. Con il Signore non esiste il caso, ma la sua volontà, alla quale spesso ci ribelliamo.

  27. paulbratter

    Sono contento che FEFRAL sia tornata a commentare ma vorrei fare un pubblico appello ad ALESSANDRO:
    TORNA ANCHE TU !!!

  28. angelina

    Personalmente, per quel che può importare, posso dire di essere stata colpita fino a commuovermi dalla bellezza (e per bellezza intendo chiarezza, eleganza, umanità, ampiezza di sguardo storico e culturale, linearità e profondità di ragionamento) della Spe salvi. Non conoscevo J. Ratzinger come personaggio finchè non è stato fatto Papa, ho poi cominciato ad osservare un impietoso e sovrabbondante accanimento verso la sua persona, accompagnato dalla ipocrita-perché postuma- esaltazione di GPII, in una inutile contrapposizione tra il Papa buono(da morto) e il Papa restauratore-nazista-vecchio-nontrascinatoredifolle-inadattoallamodernità. Questa aggressione globale contro di lui, a volte anche dall’interno della sua Chiesa, ha suscitato tutto il mio interesse; ho cercato in rete resoconti e cronache dei suoi viaggi e discorsi, beh.. tutti secondo un copione unico e ormai collaudato. Se ne è già parlato qui il 30 settembre, grazie a scriteriato.
    Scrive LGT “Il segno della grande ignoranza, della mancanza di onestà intellettuale e dell’umiltà, o più semplicemente il segno della debolezza di Hitchens, come di tanti altri dispregiatori del Papa, è che non hanno mai letto quello che ha scritto, non hanno mai ascoltato quello che ha detto.”
    Vorrei tanto che qualcuno commentasse queste parole, vorrei sentire un ragionamento su questo. Cattolici e non, detrattori e difensori, ma ci siamo mai dati il tempo di leggere, ascoltare e renderci conto delle sue parole, del suo pensiero? Molto più semplice attingere a ciò che ci viene dai media, senza andare alla fonte: non sto a dire di quanto i media ‘amino’ Benedetto XVI, di come costantemente offrano di lui immagini parziali e fuorvianti, bisognerebbe aprire una discussione a parte.
    CHIEDO, e per favore qualcuno abbia la bontà di rispondere, AVETE LETTO qualcosa degli scritti o dei discorsi del Papa? Vale la pena, secondo me (ognunisticamente…)
    Esempio recente: udienza di mercoledì scorso, commento al Salmo 126 http://magisterobenedettoxvi.blogspot.com/
    ‘…Gettare il seme è un gesto di fiducia e di speranza; è necessaria l’operosità dell’uomo, ma poi si deve entrare in un’attesa impotente, ben sapendo che molti fattori saranno determinanti per il buon esito del raccolto e che il rischio di un fallimento è sempre in agguato. Eppure, anno dopo anno, il contadino ripete il suo gesto e getta il suo seme.(…) È il mistero nascosto della vita, sono le meravigliose “grandi cose” della salvezza che il Signore opera nella storia degli uomini e di cui gli uomini ignorano il segreto.’
    Scusate se il commento è un po’ lungo.

    1. la prima cosa che ho letto del papa è stata la Deus caritas est. Splendida. Poi Gesù di Nazareth (il primo; il secondo ce l’ho sul comodino ma non trovo il tempo per iniziarlo). Ancora la Caritas in veritate. E Luce del mondo.

  29. nonpuoiessereserio

    Non si vedono però intellettuali, giornalisti, scrittori, filosofi criticare nel merito le parole di questo Papa. Si vedono solo colpi bassi frutto di calunnie, congetture, illazioni e pregiudizi.

    1. Ma come si fa a criticare “nel merito” una religione?
      Per le calunnie, congetture, illazioni, siamo d’accordo.
      Pregiudizi meno, non è anche la fede un pregiudizio?

        1. ANGELINA:ho trovato questo, non saprei cosa dire in proposito, non mi viene da dire nulla, se per te è così va bene così.
          “Sì, cari amici, Dio ci ama. Questa è la grande verità della nostra vita e che dà senso a tutto il resto. Non siamo frutto del caso o dell’irrazionalità, ma all’origine della nostra esistenza c’è un progetto d’amore di Dio. Rimanere nel suo amore significa quindi vivere radicati nella fede, perché la fede non è la semplice accettazione di alcune verità astratte, bensì una relazione intima con Cristo che ci porta ad aprire il nostro cuore a questo mistero di amore e a vivere come persone che si riconoscono amate da Dio”

          1. angelina

            Scusami, non mi piacciono le repliche a catena, ma ho letto e riletto il discorso ai docenti universitari che ho linkato sopra e questo tuo virgolettato non lo vedo.
            Ho letto questo:
            “Sappiamo che quando la sola utilità e il pragmatismo immediato si ergono a criterio principale, le perdite possono essere drammatiche: dagli abusi di una scienza senza limiti, ben oltre se stessa, fino al totalitarismo politico che si ravviva facilmente quando si elimina qualsiasi riferimento superiore al semplice calcolo di potere. Al contrario, l’idea genuina di università è precisamente quello che ci preserva da tale visione riduzionista e distorta dell’umano.”
            e anche questo:
            “In tal senso i giovani hanno bisogno di autentici maestri; persone aperte alla verità totale nei differenti rami del sapere, sapendo ascoltare e vivendo al proprio interno tale dialogo interdisciplinare; persone convinte, soprattutto, della capacità umana di avanzare nel cammino verso la verità. La gioventù è tempo privilegiato per la ricerca e l’incontro con la verità. Come già disse Platone: «Cerca la verità mentre sei giovane, perché se non lo farai, poi ti scapperà dalle mani» (Parmenide, 135d).”
            A quanto pare, ognuno vede ciò che più gli aggrada. Possibile che si debba rimanere ciascuno nel proprio guscio? Se per te è così, va bene così.

            1. Angelina:
              No, per me non è così, nessuno deve rimanere da nessuna parte, tantomeno nel suo guscio, deve andare dove pensa di dovere andare, se lo sa dove andare, e se cerca dove andare non lo sa se troverà, se c’è chi ha trovato meglio per lui, Platone o non Platone che sia, ma non si può dire chi cerca trova, non è detto che uno trovi, e non è detto ciò che possa trovare, se l’umanità avanzi verso la verità io questo non lo so, a me mi sembra che le cose vadano di male in peggio, a parte che peggio di come sono andate difficile sia, per i resto io ti auguro tutto il bene possibile,io ormai troppo vecchioper cose del genere!!!

      1. Il Papa fa una dottrina basata sia sulla fede che sulla ragione. Le sue indicazioni specie quando parla ai capi di stato sono dettate dalla ragione umana, quindi eventualmente criticabili nel merito.

  30. Angela

    Cercate i vecchi liberi di Benedetto XVI quando era ancora Cardinale! Sono un tesoro spirituale e non solo: la cultura è cultura ma se abbinata alla fede è una cosa fantastica. Liberi di pensare l’esatto contrario di quello che scrive ma l’importante è rispettare le opinioni di tutti, quindi le sue comprese.

  31. Angela

    Se la diversità è un dono bisogna accogliere ogni opinione. Chi usa toni forti o addirittura pesanti, chi usa le falsità per screditare gli altri, etc., si chiama fuori da solo dal vivere comunitario, dallo stare con gli i suoi simili.

  32. questo Papa sta cercando di riportare anglicani e ortodossi sotto l’abbraccio di Pietro e scusate se è poco…per non parlare di altri ordini usciti da S.madre Chiesa….mica robetta, o come direbbe un mio amico “mica pizza coi fichi”

  33. Quando voi morirete, se avrete avuto ragione su Dio l’aldilà eccetra, sarete stati contenti in vita (credere aiuta)e sarete premiati in cielo (se non avrete peccato).
    Se avrete avuto torto avrete almeno vissuto meglio perchè avrete creduto a qualcosa.
    Quando io morirò se avrò avuto ragione sarò stato male in vita e poi, almeno, più nulla.
    Se avrò avuto torto sarò stato male in vita e arrostirò all’inferno, da Satanasso.

    1. c’è un errore nel tuo ragionamento perchè pensi che per andare in cielo non bisogna peccare….il problema non è quello perchè altrimenti sarebbe un enorme spazio nessuno ha la speranza di arrivare. Per meritare il cielo bisogna essere come il buon ladrone…ammettere (presto o tardi, ma meglio presto) i propri peccati e affidarsi al perdono di Dio….altrimenti che cosa serve la confessione ?!

  34. “L’apertura all’altro, sia chiaro, non si manifesta nel melenso atto caritativo che sazia la falsa coscienza e lascia l’ingiustizia integra e perversamente operante, ma si esprime nella lotta contro le ingiustizie, nell’impegno diuturno per la costruzione di una società di uguaglianza, di giustizia sociale, in una vibrante interazione di pensiero e prassi con una prospettiva tanto laicamente rivoluzionaria, quanto spiritualmente evangelica. Il «Gallo» è radicalmente cristiano e sa che il messaggio di Gesù è un messaggio rivoluzionario, radicale e non moderato, ed è per questo che l’hanno messo in croce, per la destabilizzante radicalità del cammino che indicava. «Beati gli ultimi perché saranno i primi» non è un invito a bearsi in una permanente condizione di minorità per il compiacimento delle classi dominanti, ma è un’incitazione a mettersi in cammino per liberare l’umanità dalla violenza del potere, per redimerla con l’uguaglianza. La parola ebraica ashrei, tradotta correntemente con beato, si traduce meno proditoriamente con in marcia, come propone il grandissimo traduttore delle scritture André Chouraqui.”

    1. Cristo nell’orto degli Ulivi ha detto a Pietro di rimettere nel fodero la spada, perché se avesse voluto altro che quattro personaggi impauriti a difenderlo!!
      Cristo è morto in croce perché l’uomo senza Dio non ha accettato allora, e non accetta oggi, che la vera soluzione ai problemi dell’uomo, la vera rivoluzione, è l’amore che ama oltre la morte, che ama il nemico, cosa che né il diritto e la giustizia umana né la sapienza umana mai raggiungeranno con le proprie forze…..

    1. vacci piano, però: ho citato i versi che ho citato apposta per tralasciarne altri. Anche il Faber l’avrà visto, ormai, che l’inferno esiste eccome (anche se spero con tutto il cuore che l’abbia visto andando dall’altra parte).

  35. nonpuoiessereserio

    Alvise, a te il nostro buon Signore che ti vede sempre con noi ti darà un calcio sempre nel didietro e sarai ammesso come certi monnellacci a “squola”.

        1. DaniCor

          Si, si, se c’è da mangiare e bere con gli amici io ci sono (ma ti Alvise, apri la finestra e fai entrare un poco di sole prima del mio arrivo, ok?€

  36. Io ho fatto la mia tesi di laurea sulla cristologia di J. Ratzinger (si intitolava “il concetto di empfangen”) conosco quindi benissimo il suo pensiero, almeno fino al 1992 (l’anno del mio dottorato) dopo ho continuato a leggerlo ovviamente e devo dire che sono impressionato dalla assoluta organicità di ciò che scriveva allorae di ciò che scrive adesso, c’è una contionuità e corenza logica impressionante, il che (visto che allora era considerato un teologo progressista) rende ancora pù comiche le accuse di oggi.

    Sì, sfatiamo un mito: Ratzinger E’ un teologo progressista: lo è per la centralità che ha sempre dato al dialogo ecumenico e al rapporto con l’ebraismo, lo è per il continuo radicamento biblico delle sue tesi, lo è perché il suo primo maestro è Agostino e quindi supera di slancio tutta l’impostazione “scolastica” medioevale.

    Questo è talmente vero che quando Giovanni Paolo II lo scelse per la “dottrina della fede” i maligni dicevano che lo aveva voluto accanto per controllarlo…

    Certo, essere progressisti non signfica essere rivoluzionari, quello, se parliamo di teologia, significa solo essere idioti, visto che uno dei tre pilastri della teologia è la tradizione e quindi la pretesa di rivoluzionare significa in effetti segare il ramo su cui si sta seduti.
    Ovviamente poi c’è differenza tra la teologia vera, quella fatta in ginocchio e nelle aule delle università, e le flatulenze verbali dei teologi-un-tanto-al-chilo che trovano tanto spazio mediatico.

    Insomma, a voler essere proprio precisi papa Benedetto ha semplicemente dimostrato obsoleta la dicotomia conservatore/progressista, evidenziando come in teologia non c’è innovazione senza appoggiarsi sulla tradizione e come del resto non cambiar nulla significa nei fatti tradire la tradizione che si vorrebbe difendere.

            1. E’ ovvio che c’è un progresso teologico, ma sempre nel senso di uno sviluppo organico, mai nel senso di una rivoluzione intesa come rottura con il passato, questo cpontraddice la nozione stessa di fede, intesa come “realtà ricevuta” e quindi non prodotta da noi, anzi a noi sempre preesistente

  37. “Il non essere le cose, come fatto principale, due, nemmeno, conscenza, di qualcosa che non era, tre, egualmente inesprimibile, contenuto nel pensiero, impossibile apparisse, la parvenza cerebrale, una cosa era il pensiero, delle cose eventuali, un’altra esitesse coteste cose, invisibili.”
    Cesare Pampaloni “Pensieri di morte” Certaldo 1951

  38. Il giornalista inglese fa crociate contro il Texas, e credo che dipenda dal fatto che laggiù le opinioni di chi si fa scudo della Bibbia pesano di più. La realtà italiana è diversa: nonostante tutto siamo più liberali.

  39. giuliana z.

    quoto don Fabio, alla grande!
    io non ci capisco un granchè di teologia. So solo che nell’obbedienza trovo la verità, e più seguo le indicazioni del magistero, più vedo in pratica che corrispondono al bene che sto cercando.
    Il Papa è sempre quello giusto per il periodo storico in cui cade il suo pontificato. Qualunque cosa gli storiografi, i critici, i detrattori dicano, c’è una grande verità: che il Santo Padre è eletto in Conclave da altri uomini come lui, ma quella scelta porta in sè il carico di una preferenza divina; insomma, c’è lo zampino dello Spirito Santo. Partendo da questa considerazione, ciascuno di noi può avere più o meno corrispondenza con il carisma specifico di un Papa, ma la scelta dello Spirito ha un senso nel disegno divino della storia. L’attacco a Benedetto XVI è forte perchè il suo carisma specifico porta in evidenza ciò di cui la Chiesa ed il mondo hanno bisogno: una sempre maggiore corrispondenza della ragione umana con la vita di fede. Dio ha bisogno di una affezione nostra sempre più intrisa di ragione, Dio vuole che rispondiamo alla sua chiamata in totale libertà e questa libertà si esprime in una ragione aperta alla realtà in tutti i suoi fattori. Questo Pontefice ha molto a cuore l’uomo, il cuore e la ragione, ma il mondo no. Anzi, il Nemico no. Perchè dobbiamo chiamare le cose col loro nome: il demonio ci vuole schiavi, ci promette la libertà ma ci fa schiavi. E questo Papa è un suo oppositore feroce. Per questo il demonio suscita tutta questa ondata di calunnie contro di lui. Ma ha fatto cose simili anche contro Giovanni Paolo II: quante volte egli è stato fatto oggetto di critiche sarcastiche e blasfeme, soprattutto per quanto riguarda il suo insegnamento sulla morale sessuale e coniugale?
    Quando mai un Papa non verrà sbeffeggiato e oltraggiato? la persecuzione è praticamente insita nella natura della fede. Chi afferma la Verità sarà martirizzato. Ma noi siamo lieti, malgrado tutte le più brutte possibilità della storia, perchè Lui ha già vinto.

  40. Angela

    Per lacorsianumerosei: Non guardare solo Roma, perché la Chiesa non è solo in quella città. Ci sono martiri che muoiono ancora oggi! Non offendiamo i tanti che danno la vita per la fede. Anche se queste cose sono “lievemente oscurate” nei grandi giornali e dalle tv, succede che, soprattutto giovani, muoiono, anche dopo torture bestiali! Ogni anno si stampa un libricino con i nomi di ognuno di loro: sono sacerdoti, missionari, catechisti, ma anche gente comune… e sono tanti! Non serve andare molto indietro nel tempo: vai in Croazia e parla con la gente del posto. Ti racconterà di certo di quei tanti sacerdoti e suore crocifissi nelle porte delle case, di suore e donne cristiane violentate e volutamente messe in cinta: Fatti raccontare di come sono stati trovati i corpi dei cristiani nelle fosse comuni. Ti risparmio i particolari!
    Poi, c’è la seconda categoria di martiri, cioé quella che è martire nella vita, tribolata, crocifissa ogni giorno, e solo perché cristiana. Scusami tanto ma se un tifoso “soffre” sentendo criticare la sua squadra di calcio, che non l’ha creato, quanto più può soffrire chi crede autenticamente in Dio e per questo viene deriso, battagliato e sbeffeggiato ad ogni occasione? Benedetto XVI, secondo me è un martire e appartiene a questa seconda specie: un martire dei nostri giorni, un martire che riceve continui attacchi mediatici e non mediatici.

  41. Angela

    Il testamento di Shahbaz Bhatti

    Il mio nome è Shahbaz Bhatti. Sono nato in una famiglia cattolica. Mio padre, insegnante in pensione, e mia madre, casalinga, mi hanno educato secondo i valori cristiani e gli insegnamenti della Bibbia, che hanno influenzato la mia infanzia. Fin da bambino ero solito andare in chiesa e trovare profonda ispirazione negli insegnamenti, nel sacrificio, e nella crocifissione di Gesù. Fu l’amore di Gesù che mi indusse ad offrire i miei servizi alla Chiesa. Le spaventose condizioni in cui versavano i cristiani del Pakistan mi sconvolsero. Ricordo un venerdì di Pasqua quando avevo solo tredici anni: ascoltai un sermone sul sacrificio di Gesù per la nostra redenzione e per la salvezza del mondo. E pensai di corrispondere a quel suo amore donando amore ai nostri fratelli e sorelle, ponendomi al servizio dei cristiani, specialmente dei poveri, dei bisognosi e dei perseguitati che vivono in questo paese islamico. Mi è stato richiesto di porre fine alla mia battaglia, ma io ho sempre rifiutato, persino a rischio della mia stessa vita. La mia risposta è sempre stata la stessa. Non voglio popolarità, non voglio posizioni di potere. Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è così forte in me che mi considererei privilegiato qualora – in questo mio battagliero sforzo di aiutare i bisognosi, i poveri, i cristiani perseguitati del Pakistan – Gesù volesse accettare il sacrificio della mia vita. Voglio vivere per Cristo e per Lui voglio morire. Non provo alcuna paura in questo paese.
    Molte volte gli estremisti hanno desiderato uccidermi, imprigionarmi; mi hanno minacciato, perseguitato e hanno terrorizzato la mia famiglia. Io dico che, finché avrò vita, fino al mio ultimo respiro, continuerò a servire Gesù e questa povera, sofferente umanità, i cristiani, i bisognosi, i poveri. Credo che i cristiani del mondo che hanno teso la mano ai musulmani colpiti dalla tragedia del terremoto del 2005 abbiano costruito dei ponti di solidarietà, d’amore, di comprensione, di cooperazione e di tolleranza tra le due religioni. Se tali sforzi continueranno sono convinto che riusciremo a vincere i cuori e le menti degli estremisti. Ciò produrrà un cambiamento in positivo: le genti non si odieranno, non uccideranno nel nome della religione, ma si ameranno le une le altre, porteranno armonia, coltiveranno la pace e la comprensione in questa regione. Credo che i bisognosi, i poveri, gli orfani qualunque sia la loro religione, vadano considerati innanzitutto come esseri umani. Penso che quelle persone siano parte del mio corpo in Cristo, che siano la parte perseguitata e bisognosa del corpo di Cristo. Se noi portiamo a termine questa missione, allora ci saremo guadagnati un posto ai piedi di Gesù ed io potrò guardarlo senza provare vergogna.

    1. Bellissimo, grazie di averlo condiviso, ne avevo sentito parlare, ma non lo avevo mai letto.
      Batti è stato un vero esempio di politico cristiano, magari i nostri politici che si fregiano del “bellissimo nome” prendessero esempio!

      1. admin

        cerco di metterci ‘na pezza…

        Scrireriato, come si dice in latino “mettece ‘na pezza”?

        PS sta per scattare il 400000 (domani)

        1. mhh… ho capito… sémo ar commercio tutti quanti…
          comunque, se po’ ddi’: “pannum adsuere” o “linteolum adponere” o vattelappesca…
          (bello quando si facevano le traduzioni in latino ar liceo…)

    1. angelina

      Alvise, ho visto sopra. Nel frattempo s’è anche bruciata la fettina in padella…
      Vado a nutrire i pargoli con rotelle di liquirizia, o quel che l’è rimasto.

    2. angelina

      Alvise, ho continuato a pensarci su. Altro è dire – 14ottobre 21.09 – ‘se l’umanità avanzi verso la verità io questo non lo so’, altro invece ‘la verità non esiste, o comunque nessuno può raggiungerla’, come sembrerebbero sottendere certe argomentazioni e certe, non solo tue, attribuzioni di integralismo.
      “ciò che è vero per te può non essere vero per me” è la peggior forma di prevaricazione, perchè sottile e falsamente tollerante. Perchè se niente è vero ‘a prescindere’ non si capisce perchè debba esserlo la tolleranza e il rispetto dell’altro.
      In questo momento della mia vita, credimi, è una questione che mi sta molto a cuore. Mi riguarda, mi provoca.
      Non so se lo leggerai, più sotto aggiungo un brano interessante nel caso si voglia portare un po’ più in là il discorso.
      Se tu volessi dire qualcosa in proposito….sarebbe un onore per me.

  42. Alessandro

    laura c paulbratter. e luigi mi schiantate d’affetto… che cari a chiedere di me… io ho molto meno tempo che in passato per seguire il blog e quindi vi leggo il più possibile ma non intervengo… però m’avete commosso, allora prometto che passo più spesso e almeno una simpsonata ve la propino…

    Un abbraccione di cuore a tutte/i!

    1. Laura C.

      Ale carissimo, allora stai bene!
      Accidenti, con te ho incominciato pure a guardare i Simpson, che non ho mai tollerato…
      Un abbraccio anche a te e una preghiera sempre!

  43. angelina

    “Il relativismo pensa che il modo di raggiungere la più grande felicità che è possibile ottenere in questo nostro povero mondo, consista nell’evadere il problema della verità.”
    La mentalità relativista è unita a una eccessiva accentuazione della dimensione tecnica dell’intelligenza umana, cosa che comporta la mortificazione della dimensione sapienziale dell’intelligenza.
    Ciò che qui è chiamata dimensione tecnica dell’intelligenza umana, è l’evidente e necessaria attività dell’intelligenza che ci permette di orientarci nell’ambiente, garantendo la sussistenza e il soddisfacimento delle necessità basilari: conia concetti, capta relazioni, conosce l’ordine delle cose, ecc. al fine di dominare ed esplorare la natura, fabbricare gli strumenti e ottenere le risorse di cui abbiamo bisogno. Grazie a questa funzione dell’intelligenza, le cose e le forze della natura diventano oggetti dominabili e manipolabili a nostro vantaggio. Da questo punto di vista, conoscere vuol dire potere: poter dominare, poter manipolare, poter vivere meglio,
    La funzione sapienziale dell’intelligenza mira, invece, a capire il significato del mondo e il senso della vita umana. Conia concetti non allo scopo di dominare, ma di raggiungere le verità e le concezioni del mondo che possano dare una risposta compiuta alla domanda sul significato della nostra esistenza, risposta che alla lunga ci si rivela altrettanto necessaria come il pane e l’acqua.
    La fuga o evasione sistematica dal piano della verità, che abbiamo chiamato mentalità relativista, comporta uno squilibrio di queste due funzioni dell’intelligenza e delle tendenze ad esse collegate. Il predominio della funzione tecnica denota il predominio a livello personale e culturale degli impulsi verso i valori vitali (il piacere, il benessere, l’assenza di sacrificio e di sforzo), mediante i quali si afferma e si espande l’io individuale. La mortificazione della funzione sapienziale dell’intelligenza comporta l’inibizione delle tendenze transitive, ossia delle tendenze sociali e altruiste, e soprattutto un ridimensionamento della capacità di autotrascendenza, per cui la persona rimane chiusa nei limiti di un individualismo egoista. In termini più semplici, il desiderio ansioso di possedere, di averla vinta, di innalzarsi, di riposare e di divertirsi, di vivere facilmente e piacevolmente, prevale abbondantemente sul desiderio di sapere, di riflettere, di dare un senso a quello che si fa, di aiutare gli altri con il proprio lavoro, di trascendere il ridotto ambito dei nostri interessi vitali immediati. Resta praticamente bloccata la trascendenza orizzontale (verso gli altri e verso la collettività) e anche quella verticale (verso i valori ideali assoluti, verso Dio)

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