Basta che sia femmina

 

di Costanza Miriano   La Bussola Quotidiana

Le quote rosa sono una tale assurdità che non si sa da che parte cominciare a ragionarci su. A parte il colore, oggettivamente irresistibile, non hanno veramente senso. Se fossi una femminista ne sarei offesa. Visto che invece sono una donna che non vuole rubare il posto all’uomo, orgogliosa di essere prima moglie e madre, poi lavoratrice, credo che siano una vera sciagura.

Le quote rosa – che sono ormai legge – mi fanno pensare all’evangelico pezzo di stoffa nuova cucito sulla vecchia: finisce che si strappano tutte e due. E sebbene il Vangelo non si esprima esattamente sul tema, e sebbene io non voglia unirmi alla schiera dei credenti fai da te, che attribuiscono a Gesù Cristo di tutto – proverbi, superstizioni e chiacchiere del parrucchiere – più ci penso più questa immagine mi sembra calzante. Questa legge fa male sia al mondo del lavoro che alle donne.

Se noi donne vogliamo dare un contributo importante attraverso il lavoro anche fuori di casa, cosa che comunque non è un dogma, dovremmo mettere il vino nuovo in otri nuovi. Lottare perché si entri in una nuova logica lavorativa, dove i modi e i tempi siano al centro della questione: tagliare quelli morti, badare al risultato, fare lavoro di squadra, avere il diritto alla flessibilità, mettere l’accento sul fatto che una donna non può lavorare come un uomo nello stile, né quanto un uomo, almeno in certe fasi della vita familiare.

Come al solito, invece, le donne, sempre bisognose di approvazione, hanno lottato per ottenere un altro, l’ennesimo, giogo: rendersi sempre più simili all’uomo. Questo giogo non è affatto soave, perché una donna non è un uomo e investire nel mondo del lavoro – con queste regole e questi tempi – puntando al potere, le costa davvero troppo in termini affettivi e personali.

Questa assurdità delle quote rosa produrrà presto nuove assurdità. Dal 2015 le aziende dovranno avere almeno un terzo di donne nei loro consigli di amministrazione. Obbligatorio. Mi chiedo se si troveranno così tante donne che immolino se stesse e magari i propri mariti e i propri figli sull’altare di un lavoro che le richiederà fuori di casa dalla mattina alla notte.

La prima assurdità si è vista in questi giorni: il Tar costringe il sindaco di Roma a formare una nuova giunta comunale perché adesso c’è solo una donna. Alemanno deve dunque eliminare un uomo, e propone di sostituirlo con Rosella Sensi. Il nome lascia perplessi molti, tanto che mi domando: e se fosse una provocazione?

Il dubbio attanaglia perfino me, che non sono particolarmente sveglia nell’intuire la malizia. Arrivo sempre per ultima. Ma questa volta il sospetto mi viene. No, dico, il Tar dice al sindaco di Roma Alemanno che nella giunta comunale ci sono poche donne, e lui che fa? Propone di sostituire un uomo con Rosella Sensi, che né è stata votata, né ha dimostrato finora strabilianti capacità gestionali, almeno a giudicare da quanto soffre quel povero romanista di mio marito. La Sensi infatti è la figlia del presidente della Roma, e lo ha sostituito dopo la sua morte. A me sta anche simpatica, se non altro per la familiarità con quello che a casa nostra – un covo di romanisti, mio malgrado – è l’unico e il solo capitano (Totti), ma come curriculum per diventare amministratore di una città difficile come Roma non basta. Chissà quanti altri, donne e uomini, più preparati, appassionati e anche con più energie e tempo ci sarebbero.

Per questo mi viene in mente che sia una specie di boutade. “Volete una donna, purchessia? Eccovela”.

Non importa dunque il curriculum, la gavetta, la formazione, la vocazione, basta che sia femmina, in ossequio all’imperativo di uniformare, appiattire le differenze. Tutti devono fare le stesse cose. E mentre penso con rammarico che quel “maschio e femmina, a sua immagine” racchiude un tesoro teologico ancora in gran parte inesplorato, un segreto esplosivo che ci rivela tratti fondamentali del nostro essere più intimo – quando l’uomo e la donna agiscono profondamente insieme sono simili a Dio, e infatti la vita si genera così – la comunità omosessuale prontamente esulta alla sentenza del Tar. Questa sì una bella spinta all’appiattimento, al “siamo tutti uguali”, in una eterna pubertà adolescenziale in cui la propria vera identità sessuale va ancora abbracciata davvero, in cui non ci si decide a diventare adulti e a generare.

112 pensieri su “Basta che sia femmina

  1. Miriam

    “Se noi donne vogliamo dare un contributo importante attraverso il lavoro anche fuori di casa, cosa che comunque non è un dogma, dovremmo mettere il vino nuovo in otri nuovi. ”

    Concordo su tutto. Ma purtroppo chi ha il potere di decidere, funziona a slogan: “quote rosa”… e s’è tolto il pensiero. Ma dov’è il pensiero illuminato, dov’è la ragione, dov’è la consapevolezza, anche da parte delle donne, della propria identità, quella autentica?
    Personalmente ci ho messo anni per comprendere e nella mia famiglia qualche ammaccatura è rimasta… Ora mi resta la preghiera e un impegno centuplicato, nel Signore!

    1. Miriam

      Ciao fefral 😉
      mi sono affacciata adesso e non ci posso credere stasera ti ho preceduta.
      Ma ora è tardi e sono stracotta… ne parleremo ancora!

    2. Fefral

      Miriam ieri sera mi sono addormentata davanti al pc! Quando me ne sono accorta era passata l’una ma mi sono trasferita dal divano al letto senza leggere il post. Hai vinto 😉

    3. fefral

      “Se si vuole cambiare la logica lavorativa e renderla più aperta alle necessità femminili, meglio non affidarsi agli uomini”
      neanche a certe donne, che sono anche peggio!

  2. Adriano

    Chiedo scusa in anticipo…

    “Se noi donne vogliamo dare un contributo importante attraverso il lavoro anche fuori di casa, cosa che comunque non è un dogma, dovremmo mettere il vino nuovo in otri nuovi. Lottare perché si entri in una nuova logica lavorativa, dove i modi e i tempi siano al centro della questione: tagliare quelli morti, badare al risultato, fare lavoro di squadra, avere il diritto alla flessibilità, mettere l’accento sul fatto che una donna non può lavorare come un uomo nello stile, né quanto un uomo, almeno in certe fasi della vita familiare.”

    La presenza di donne (in molte aziende per la prima volta) a livello dirigenziale è un’occasione per poter cambiare gli otri, ovvero le regole.

    Certo, per questo ci vogliono donne che sappiano cosa fare. Ma chi meglio di una donna può capire una donna? (e i commenti di noi maschietti su un post precedente lo dimostrano in modo lampante).

    E poi non è detto che le donne nei consigli di amministrazione si mascolinizzino… Perché dovrebbero? E’ così automatico?

    Inoltre non credo che queste donne dirigenti dovranno stare fuori casa dalla mattina alla notte. Ci sono tante persone che trovano il tempo per sedersi in decine di consigli di amministrazione…

    La questione del “basta che sia femmina” verrà secondo me superata col tempo e con il cambio di mentalità che avverrà quando si sarà abituati a vedere “dirigenti in gonnella” (ma perché questo avvenga, bisogna che prima ci siano, queste dirigenti).

    Quote rosa panacea, quindi? Non lo so. Ma vale la pena provarci.
    E poi quali sarebbero le soluzioni alternative? Se si vuole cambiare la logica lavorativa e renderla più aperta alle necessità femminili, meglio non affidarsi agli uomini. Non è successo fino a ora e posso garantirvi che non succederà mai. Lo dico da maschietto… 😉

    Non capisco invece cosa c’entri il commento sugli omosessuali. Personalmente trovo fuori luogo e di cattivo gusto definirli come “in una eterna pubertà adolescenziale in cui la propria vera identità sessuale va ancora abbracciata davvero, in cui non ci si decide a diventare adulti e a generare.”
    Ma soprattutto che c’entra con tutto il resto?

    1. Adriano

      “Un mondo senza le donne è un corpo monco, privato di una parte fondamentale.”

      “Le donne sono la leva del cambiamento ecc”

      Questi sono i motivi del sostegno da parte del mondo LGBT per le quote rosa (non per l’assessorato all’ex presidente della Roma).

      Visto che le citazioni storpiano sempre il pensiero originale:

      http://www.digayproject.org/Archivio-notizie/Mondo-Donna/quote_rosa.php?c=4594&m=111&l=it

      Nulla di strano, mi pare, che una donna commenti favorevolmente le quote rosa, come hanno fatto tante altre donne e pure molti uomini.

      Il mio appunto era su cosa c’entri all’interno dell’articolo sulle quote rosa il commento sulle presunte origini dei gusti omosessuali.

    2. sono d’accordo. ma poi è proprio obbligatorio generare? forse nel 2011 dovremmo rispettare prima di tutto la libertà delle persone.

    3. admin

      Dio benedisse Noè e i suoi figli, e disse loro: «Crescete, moltiplicatevi e riempite la terra. 2 Avranno timore e spavento di voi tutti gli animali della terra e tutti gli uccelli del cielo. Essi sono dati in vostro potere con tutto ciò che striscia sulla terra e con tutti i pesci del mare. 3 Tutto ciò che si muove e ha vita vi servirà di cibo; io vi do tutto questo, come l’erba verde; 4 ma non mangerete carne con la sua vita, cioè con il suo sangue. 5 Certo, io chiederò conto del vostro sangue, del sangue delle vostre vite; ne chiederò conto a ogni animale; chiederò conto della vita dell’uomo alla mano dell’uomo, alla mano di ogni suo fratello. 6 Il sangue di chiunque spargerà il sangue dell’uomo sarà sparso dall’uomo, perché Dio ha fatto l’uomo a sua immagine. 7 Voi dunque crescete e moltiplicatevi; spandetevi sulla terra e moltiplicatevi in essa».

  3. Adriano

    … e poi sarebbe bello sapere se chi dice che NON ci sono discriminazioni sul posto di lavoro ha delle prove per sostenere questa tesi…

    Chiedo di nuovo scusa, questa volta alla fine. 🙂

  4. Finché in Italia la gran parte delle assunzioni (specialmente nei posti più elevati) continuerà a essere fatta per clientelismi parentele politicismi cattolicismi eccetra
    allora ritengo giusto che ci sia, almeno, le quote rosa, tanto per dare una smossa,
    che non sarà di sicuro peggio di prima, clientele rosa in percentuale obbligatoria, nulla di che scandalizzarsi. Qundo ci sarà la selezione (se ci sarà) allora la selezione per tutti, senza quote.Per quanto riguarda conciliare, per la donna, il lavoro con la famiglia: più aiuti, soldi, nidi, flesibilità etc. ma senza svantaggiare chi non ha famiglia o figlioli. (un non senso?) almeno nella selezione.

  5. Alessandro

    Su quote rosa e affini trovo interessante le seguenti considerazioni di Vittorio Messori

    “non nego certo questo diritto di autonomia all’altro sesso: in effetti mi piacciono le donne libere, che amano e difendono la propria libertà e non vogliono essere né la carceriera di un uomo né la sua schiava. E proprio per questo considero le quote rosa, in politica come in economia, come l’ennesima violenza degli uomini: significa pretendere di imporre alle donne le gerarchie di valori maschili.

    – Scusa, Vittorio, non ti capisco. Perché mai dare spazio alle donne per legge significherebbe imporre valori maschili?

    Perché significa pretendere che ciò che interessa a noi maschi interessi anche a loro. Prendi una delle cose che (assieme al calcio) più coinvolgono l’uomo medio: la politica. L’ho già detto in uno degli “aperitivi” che pubblicavamo qui ma, forse, repetita juvant: se le donne fossero davvero interessate ad essere rappresentate da donne nella politica, le voterebbero. Potrebbero essere loro a governare il mondo. Ricorda che le elettrici sono, ovunque, di più degli elettori. Eppure, le donne non votano per le donne. Angela Merkel, la prima cancelliera della Germania, ha più volte ripetuto che, se fosse stato per le femmine, non sarebbe mai arrivata in quel posto. Pretendere che le donne si interessino come noi alla politica, partecipandovi in maniera massiccia non solo come elettrici ma anche come militanti, è l’ennesima violenza maschile nei loro confronti. Altrettanto avviene sul piano economico: chi l’ha detto che coinvolga anche la maggioranza delle donne il sogno degli uomini di giungere al vertice di una grande azienda, con i problemi e le responsabilità pesanti che comporta? Le donne vogliono avere tempo anche per loro, per la famiglia, per le cure estetiche, per gli acquisti, per i sogni, chi glielo fa fare di vivere solo per comandare, rischiare, lottare con i concorrenti? Pure qui, pretendiamo che la nostra gerarchia di valori sia anche la loro: l’ennesima violenza presentata per giunta come grande giustizia e generosità. A parte il fatto che obbligare per legge che il terzo di un consiglio di amministrazione debba essere destinato alle donne, è una scelta che viola non solo l’uguaglianza tra i sessi, ma anche la libertà economica. È forse lo Stato che può dirmi chi deve amministrare la mia azienda, quella per costruire la quale ho dato la vita e per la quale rischio ogni giorno e che, dunque, posso e debbo affidare a chi mi pare? Siamo alle solite: lo Stato (soprattutto se “etico”, il peggiore tra tutti) è il problema… ”

    http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-a-tavola-con-vittorio-messori-1250.htm

    1. angelina

      Alessandro, interessante sì ma non condivisibile. Che vuol dire che la politica, come il calcio, è cosa da uomini? Pur non facendo politica militante, ho sempre vissuto con passione e attenzione le questioni “pre-politiche” di dibattito sociale e civico, ho sempre avuto il pallino di farmi un’idea personale del candidato da votare (per questo detesto cordialmente l’attuale legge elettorale con le liste bloccate e le candidature decise nella stanza dei bottoni) tant’è vero che di rado le persone che sceglievo risultavano elette, ho anche deciso, una volta, di votare donna in quanto tale, insomma penso che la politica sia qualcosa di nobile e importante, per quanto oggi ridotta ai minimi termini di mera conquista di potere&affarismi vari: sono un maschio, secondo Messori?
      Più “coinvolgente” la questione dello Stato etico e della libertà d’impresa, ma anche qui dovremmo aprire una riflessione a tutto campo.

    2. Alessandro

      Angelina, non credo che Messori intendesse dire che una donna non possa essere un’eccellente politica e formarsi opinioni politiche più avvedute di un maschio. Mi pare che dubiti che mediamente (ripeto: mediamente) possa sentirsi appieno realizzata nella militanza politica; ciò non equivale a dire che una donna sia in quanto tale un impiastro se riveste incarichi politici (o comunque sia un impiastro peggio dei maschietti omologhi).

      In ogni caso ho postato queste considerazioni di Messori non perché le trovi il non plus ultra, ma perché riguardano il tema di oggi e vengono da un cattolico sincero (il che non significa che non possa avere opinioni sbagliate o imperfette). Penso che in queste considerazioni si tocchino (sia pure brevemente, ma questo è lo stile della rubrica “A tavola”: una chiacchierata sull’attualità, seria, non grossolana, ma pur sempre una chiacchierata ) molti temi interessanti che meritano approfondimento. Ad es. quello che Messori accenna e che tu evidenzi, cioè il tema dello Stato etico, merita certo un esame più accurato (come noti anche tu), e personalmente mi’intriga molto.

    3. angelina

      mi scuso per l’orario…intermittente. Nel frattempo sono andata con il mio signor sovraposto (come si può dire?) a vedere quale automobile LUI sceglie per me, giacchè non ne capisco niente e neanche mi interessa la parità in questo campo.
      Caro Alessandro, conosco la rubrica, e ciò che penso non è poi in contrapposizione, vorrei dire che cerco di stare lontana dagli stereotipi.
      “Le donne vogliono avere tempo anche per loro, per la famiglia, per le cure estetiche, per gli acquisti, per i sogni, chi glielo fa fare di vivere solo per comandare, rischiare, lottare con i concorrenti? Pure qui, pretendiamo che la nostra gerarchia di valori sia anche la loro”
      Messori dimentica che il giusto equilibrio tra bisogno di validità e bisogno di essere amati è costitutivo di ogni persona e mi sembra riduttiva la sua immagine di femmina che non può prescindere dal proprio particolare; ma trovo anche più stereotipato questo maschio che vive per comandare, rischiare, lottare, se fosse solo questo sarebbe pateticamente un “maschio senza” (cit.)

    4. Alessandro

      “cerco di stare lontana dagli stereotipi”

      è vero, occorre guardare alla realtà, non agli stereotipi. Penso che Messori abbia presente “il giusto equilibrio tra bisogno di validità e bisogno di essere amati”, e non pensi che il maschio in quanto tale “viva per comandare, rischiare, lottare” (tra l’altro probabilmente lui stesso, maschio, non si riconoscerebbe in questo “modello”), ma può essere che all’interno di una discorso inevitabilmente conciso abbia, come dire, “calcato la mano” senza preoccuparsi troppo dei distinuguo.
      Di buono ci colgo la consapevolezza delle differenze, differenze che un certo modo di intendere le pari opportunità inclina a offuscare

    5. fefral

      non mi piace l’articolo/intervento di messori.
      Mi piacciono i commenti di angelina.

    6. angelina

      grazie fefral 🙂
      non ho idea di come funzionano le faccine, ..non sono al vostro livello….

    7. Adriano

      Perché avere le quote rosa dovrebbe significare imporre una visione maschile?
      Da come le vedo io, le quote rosa sono una porta aperta per le donne che vogliono fare le dirigenti o mettersi in politica. Potrebbe anche succedere che sia la politica o l’azienda a dover cambiare per poter attirare al propri interno donne che, secondo Messori devono avere tempo per le per gli acquisti (gli uomini non comprano nulla?) e per i sogni (e se sognano proprio di mettersi in politica?).
      E poi condivido cosa dice Angelina: se le donne non votano le donne non è semplicemente perché non possono votare le persone ma solo le liste?

  6. E’ giusto quello che dicono gli imprenditori, almeno in teoria, in prativa si vede consigli di amministrazione composti non per merito dei componeneti, ma per coartazione politica di parentela di opportunità di partito di chiesa…
    Allora, ribadisco, stando così le cose (alcuni esempi Montezemolo, il figliolo di De Benedetti, le redazioni della RAI, dei Giornali eccetra eccetra)ricorrere al sorteggio, tra tutti gli interessati a qualsiasi posto di qualsiasi genere maschi e femmine, sorteggio, peggio di ora non potrebbe di sicuro. Per quanto riguarda le donne al lavoro (qualsiasi)
    aiuti per la famiglia, ma senza che la famiglia diventi un discrimine come era con il fascismo.

  7. Non credo che il delitto sia nell’obbligatorietà delle quote rosa.
    Mi piace pensare che per poter scegliere, alla base, vi sia una -evidente (tanto evidente da sembrare legale)- possibilità di scelta.
    No, questa storia delle quote non mi dà l’orticaria.
    Ma che i cosiddetti “ruoli” maschio/femmina si confondano, yes, mi prude dappertutto.
    Che codesti sedicenti “ruoli” non si sfumino ma piuttosto si catapultino l’uno al posto -sbagliato- dell’altro, si, mi dispiace, me ne dà proprio ‘compassione’ (nell’etimo proprio del termine –> m’accalora sino al dispiacere).
    -Quote rosa? E fiat.
    Ma con discernimento.

    1. Miriam

      Il ‘modus’ del discernimento lo ha già dato Costanza.
      Il delitto non è nell’obbligatorità delle “quote rosa”; ma nel fatto che si ritenga risolto il problema dell’inserimento femminile nei ruoli di impegno sociale, di qualunque natura sia, solo come questione di percentuali, senza tener conto degli altri criteri di scelta ed inserimento, che purtroppo come sottolinea lacorsianumerosei, sono completamente disattesi e riguardano anche il mondo cattolico.
      Piuttosto questo argomento rientra tra le questioni da approfondire e dibattere a livello pubblico e allargato, perché possa svilupparsi una linea di pensiero corrispondente ai nostri ideali.
      La butto lì come mi viene in mete ora: suggerirei a Costanza di promuovere dei seminari, o forse un ciclo di conferenze facendo in modo che acquistino visibilità mediatica, per sviluppare con la sua efficace e ‘sapienziale’ esposizione, certe tematiche che al momento ci vedono costretti all’angolo di un rassegnato mugugno.
      Non so se la cosa è fattibile e come. Io e, penso molti, saremmo disponibili per darle una mano.

      Il tuo modi di esprimerti, Daniela, è immaginifico e troppo forte 😉

    2. Alessandro

      “Io e, penso molti, saremmo disponibili per darle una mano”. Yes, ci sono anch’io (per quel che vale)

      Cara Miriam, lacorsianumerosei è Alvise. Chiamalo Alvise (meglio ancora: ALVISEEEE!), altrimenti manco s’accorge che in un commento si sta parlando di lui 🙂

    3. angelina

      Miriam, ottima idea!! OK.
      Come slogan pro tempore, direi
      “Se non ora, magari dopo ferragosto?”
      Comitato organizzatore rigorosamente con quote celesti.

  8. MIRIAM: le quote rose le considero una cazzata, le userei solo come provocazione contro la non-selezione in tutti gli ambiti lavorativi, (brutta parola anche “selezione? anche di questo molto da discutere, ma quale selezione se siamo tutti dei babbuini etc.!). Penso che hai ragione! Penso che dovreste partire subito, te, Velenia, Costanza, Giuliana, Fefral, Daniela, Genoveffa, Torre-Tonda, Torre -Mozza e quante altre per un giro di conferenze su questo problema (chi organizza? chi paga?). Poi è tutto il giorno che sto pensando a SOCCI e alla preghiere multiple o di gruppo o ininterrotte o che altro come mezzo più forte per ottenere per esempio guarigioni. Mi sembra (penso)che credenze di questo genere siano sotto il segno del pensiero primitivo.

    1. Miriam

      Caro Alvise,
      se esiste la Metafisica, e quindi il Soprannaturale, forse il pensiero ‘primitivo’ a volte racchiude profondità che la scienza, col suo ‘sospetto’ e il suo scetticismo non riesce più a cogliere.
      Non sono cose misurabili, ma intuisci che sono vere e che la Realtà le comprende, superandole, anche…
      Esempio: Frazer nella sua opera antropologica “Il ramo d’oro” inserisce l’espiazione vicaria (termine oggi effettivamente espunto da ogni discussione) tra le credenze del ‘pensiero primitivo’.
      Ebbene, te la sentiresti di considerare in questi termini alche il Sacrificio di Cristo Signore.
      Ricordiamo che, se il Signore è infinita Misericordia, non possiamo scindere la Misericordia dalla Giustizia.
      Il discorso è complesso e rifugge da categorie semplicistiche come il concetto di un Padre crudele. Siamo nell’ordine del Mistero, e non possiamo dimenticare che nel Padre c’è anche il Figlio (insieme allo Spirito) e viceversa…

    2. Miriam

      Caro Alvise,
      se esiste la Metafisica, e quindi il Soprannaturale, forse il pensiero ‘primitivo’ a volte racchiude profondità che la scienza, col suo ‘sospetto’ e il suo scetticismo non riesce più a cogliere.
      Non sono cose misurabili, ma intuisci che sono vere e che la Realtà le comprende, superandole, anche…
      Esempio: Frazer nella sua opera antropologica “Il ramo d’oro” inserisce l’espiazione vicaria (termine oggi effettivamente espunto da ogni discussione) tra le credenze del ‘pensiero primitivo’.
      Ebbene, te la sentiresti di considerare in questi termini anche il Sacrificio di Cristo Signore, che ha operato la nostra Redenzione?
      Ricordiamo che, se Dio è infinita Misericordia, non possiamo scindere la Misericordia dalla Giustizia.
      Il discorso è complesso e rifugge da categorie semplicistiche come il concetto di un Padre crudele. Siamo nell’ordine del Mistero, e non possiamo dimenticare che nel Padre c’è anche il Figlio (insieme allo Spirito) e viceversa…

    3. Miriam

      “Penso che dovreste partire subito, te, Velenia, Costanza, Giuliana, Fefral, Daniela, Genoveffa, Torre-Tonda, Torre -Mozza e quante altre per un giro di conferenze su questo problema”

      Sorrido sulla tua ironia (è ironia, vero?). Ma almeno bisognerebbe dare una svegliatina a chi potrebbe portare avanti discorsi come i nostri nelle sedi adeguate, in modo che possano avere maggior diritto di cittadinanza.

      In ogni caso bisognerebbe passare dalla teoria all’azione, equilibratamente e possibilmente creando sinergie.
      Quanto al realistico “chi paga”, penso che ognuno di noi ha degli ambiti nei quali potrebbe organizzare un seminario o una conferenza.
      Costanza è nel mondo della comunicazione. Chissà che lì non le riesca di trovare lì uno spiraglio?
      Perché, ad esempio, è già cosa buona e giusta che pubblichi sulla Bussola, il suo libro ha trovato spazi anche sulla stampa nazionale, ma per il resto occorre pensare ad una platea più vasta.
      Perdonatemi, sono pensieri in libertà o forse sogni ad occhi aperti, chissà?
      Lasciatemi sognare, oggi 🙂
      Poi, chissà, può darsi che qualche spiraglio concreto possa aprirsi e che qualcuno di voi riesca a metterla in termini più concreti e realizzabili.

    4. Alvi, non volevo toglierti il sonno con questa cosa della preghiera e di Socci… scusa!!!
      Però mentre passi la notte insonne, così, per ingannare il tempo, ditti un rosarietto che cambia le cose! 😉

    5. Alessandro

      Miriam

      “Penso che dovreste partire subito, te, Velenia, Costanza, Giuliana, Fefral, Daniela, Genoveffa, Torre-Tonda, Torre -Mozza e quante altre per un giro di conferenze su questo problema”

      Sorrido sulla tua ironia (è ironia, vero?).”

      No, MIriam, se poco poco conosco Alvise non sta facendo ironia. E verrebbe volentieri a sentirle, le conferenze (e non solo per rimirare la vostra muliebre venustà… 🙂 )

    6. Alessandro

      Genny, figurati se Socci toglie il sonno ad Alvi’, quello dopo una giornata a fare massicciate muraglie ciclopiche dorme come un sasso!

  9. angelina

    “certe tematiche che al momento ci vedono costretti all’angolo di un rassegnato mugugno.”
    Sante parole!!

  10. Miriam

    @Miriam, mi sento male.
    Anche tu eh?

    Non l’avevo capito, credevo che parlassi ‘con le ali’ 😉

  11. Luigi

    Le quote rosa sono anticostituzionali. Io, visto che si parla di autodeterminazione, ho tutto il diritto di fare una società con soli uomini e avere un consiglio di amministrazione di soli uomini. E inoltre, se non c’è differenza sessuale tra uomo e donna, che cazzo rompete i ciglioni?

    1. Alessandro

      i “ciglioni”? Mi sa che c’hai sempre l’angelo custode-censore alle spalle 🙂

    2. Adriano

      “E inoltre, se non c’è differenza sessuale tra uomo e donna”

      Tutta questione di sesso, allora?

  12. angelina

    Strategia per la parità tra donne e uomini 2010-2015

    “3. PARITÀ NEL PROCESSO DECISIONALE
    ……..
    In campo economico la percentuale delle donne è inferiore a quella degli uomini a tutti i livelli direttivi e decisionali. Nei consigli di amministrazione delle maggiori società quotate in borsa dell’UE solo il 10% dei membri e il 3% dei dirigenti sono donne. Studi dimostrano che la diversità di genere presenta vantaggi ed esiste una correlazione positiva tra le donne in posizioni dirigenti e i risultati economici.
    ……..
    La Commissione applicherà le stesse norme che invita gli altri ad adottare compiendo gli sforzi necessari per migliorare la parità di genere al suo interno, in particolare nelle funzioni direttive.
    Azioni chiave
    La Commissione intende:
    – esaminare iniziative mirate al miglioramento della parità di genere nei processi decisionali ;
    – monitorare l’obiettivo del 25% di donne in posizioni direttive di alto livello nella ricerca ;
    – monitorare i progressi verso l’obiettivo del 40% di membri di uno stesso sesso nei comitati e gruppi di esperti istituiti dalla Commissione[20];
    – sostenere gli sforzi per promuovere una maggiore partecipazione delle donne alle elezioni al Parlamento europeo , anche come candidate.”

    http://europa.eu/legislation_summaries/employment_and_social_policy/equality_between_men_and_women/em0037_it.htm

  13. MIRIAM: certamente, mentre scrivevo “primitivo” pensavo proprio a questo che non certo il pensiero cosiddetto moderno o futuro abbia più dignità o superiorità su quello primitivo selvaggio arcaico etc. Frazer , hai ragione, ne fa un’esposizione dove li mette tutti allo stesso livello e se non sbaglio anche il cristianesimo rientra nella categoria dei riti dei mangiatori di Dio, del sacrificio di Dio, della resurrezione. No, non intendevo dare un giudizio con la parola primitivo, ma solo fare un paragone. Potresti comunque considerare che è strano che la preghiera di cento o di mille o di milioni possa?/debba? avere più efficacia che quella di uno solo. Come immaginare un contabilità della preghiera e un Dio non solo ragioniere, ma più soddisfatto a seconda del numero.

    1. Miriam

      Alvise, anch’io non penso che la preghiera di ‘massa’ di fronte al Signore abbia più valore di quella sincera e sentita – che sia di ringraziamento adorazione lode impetrazione o supplica accorata – di uno solo… Non la vedo tanto nell’ordine della ‘contabilità’, quanto in quello della ‘intensità’. E’ un dato di fatto che un contesto in cui si prega in tanti, rispetto a quello in cui prega uno solo, la ‘Pace’ si ‘respira’ e si sperimenta con una evidenza che mi fa dire che contro i fatti, non c’è argomento che tenga…

    2. @ Alvise said –> “…strano che la preghiera di cento o di mille o di milioni possa?/debba? avere più efficacia che quella di uno solo. Come immaginare un contabilità della preghiera e un Dio non solo ragioniere, ma più soddisfatto a seconda del numero.”

      -Stranissimo, direi.
      Talmente strano da parere fantascientifico.
      Di più: a tratti divino.

      Ma non è proprio così la storiella, Al.
      E lo sai tu e lo so io.
      -Ne vogliamo veramente parlare? Io ci sto, chiaro che ci sto. Sparo una cartuccia alla volta, però. Admin permettendo. Datemi il via.

      -Io sono nata pronta.

    3. Ma io parlavo della efficacia “esterna” come p.e. una guarigione il superamento di una difficoltà etc.
      E’ anche vero che tutti insieme (lo si fa anche per via telematica) le genti (gentes) si sentono più esaltati(gasati, intensi) come a un concerto, a una partita di calcio, più si è e più fa effetto (nella psiche) anche per i concertisti o i calciatori all’unisono.Non è così Torrebbbella?

      1. Oh, ‘sti giorni si parla solo male di me! E che è? Sarà mica per farmi recuperare la mietitura di lodi che ho fatto l’altra sera, di ritorno dal mare? 😀

    1. ….Cyrano chi?
      C’è un Cyano in questo giardino?
      Per favore, e di grazia: nessuno commetta il MIO stesso errore.
      -Io non ho MAI visto nè SENTITO alcun CYRANO.
      Ah… no: QUI non c’è nessun Cyrano.
      E nemmeno fuori da Rostand.
      ( Fefral, il kleenex, per favore. Luigiotto, la spada,di grazia. )

    2. sorellastragenoveffa

      Ma come pensi a Cyrano, credevo che pensassi quantomeno a Fefral, o a Danielaquellanuova, da un po’…
      Ciao, vado a Messa, a più tardi!

    3. addirittura, Alvise… sono nei tuoi pensieri! E io che temevo che ce l’avessi con me, da qualche tempo a questa parte! 🙂

  14. giuliana z.

    A me, sinceramente, che il provvedimento delle quote rosa sia stato preso per ottemperare a direttive europee, non importa un fico secco. Per prima cosa perchè le donne mi pare che ne escano come esemplari in estinzione, tipo panda del wwf, in secondo luogo perchè mi pare evidente che i ruoli direttivi o politici li debba coprire chi ha delle capacità, indipendentemente dal fatto di essere uomo o donna. L’espressione “parità di genere” mi fa venire l’orticaria. Nei processi decisionali: ci sono campi in cui le donne prendono decisioni migliori rispetto a quello che farebbe un maschio e viceversa. Infatti Angelina si lascia scegliere la macchina nuova dal marito, ammettendo che lei di motori ne capisce poco (Costanza, prendi esempio! la prossima volta che compri un’auto usata portati Guido, che oltre al nome significativo, è un uomo e magari non si fa gabbare dallo spacciatore di turno!).
    Quanto al fatto che le donne vivano per “il proprio particolare”, direi. per esperienza personale, che senza una realizzazione in famiglia una donna si sente veramente mancare qualcosa; magari le starà molto a cuore la carriera ma non credo che la anteporrebbe mai ai figli, forse presenzierebbe a tutti i CDA ma il suo cuore e la sua mente dopo un po’ non potranno non soffrire nello stare lontani da casa. Certo, la cosa vale anche per un uomo: anche l’uomo sarebbe “senza”, ma sarebbe ancor più “senza” se non trovasse una soddisfazione e un agire concreto nel lavoro. Togliete ad un uomo il lavoro e gli toglierete la parte maggiore della sua dignità. Insomma, lo ripeto allo sfinimento: siamo costituzionalmente diversi, e non nel senso legale del termine, ma proprio tutti interi anima e corpo.

    1. E quindi proporrei il doppio o triplo stipendio agli uomini che così le donne stanno a casa e la famiglia è felice e contenta. E ,se la donna va al lavoro, decurtazione dello stipendio al marito ( la meglio sarebbe che gli stupendi raddoppiassero, almeno, a prescindere) e poi libertà di scelta, previo assenso vicariale.

    2. Alessandro

      “L’espressione “parità di genere” mi fa venire l’orticaria”

      Pure a me. Sembra coniata da burocrati e/o burocratesse (si dice) che hanno in testa un modellino astratto anonimo di società e vogliono piegare la realtà al loro modellino mentale…

      Quanto al recepire le direttive europee: se le direttive europee sono assennate si recepiscano, altrimenti.. ma che sono ‘ste direttive europee, le Tavole della Legge?

      Da anni istituzione europee e ONU-ognunistiche bacchettano l’Italia per arretratezza nel campo della “salute riproduttiva” (cioè incitano all’eugenetica – diagnosi preimpianto -, alla diffusione a tappeto della contraccezione, alla indiscriminata liberalizzazione dell’aborto con annesse pillole di tot “giorni dopo”): se le tengano, le loro lezioncine non richieste ispirate a una visione degradante dell’uomo.
      Ripeto: se le direttive sono assennate bene, altrimenti…

  15. Miriam

    Alessandro dice di Alvise: “No, MIriam, se poco poco conosco Alvise non sta facendo ironia. E verrebbe volentieri a sentirle, le conferenze (e non solo per rimirare la vostra muliebre venustà”

    Ci credo. Comunque io mi riferivo a Costanza e al suo impegno che, nonostante molte sue dichiarate riluttanze, potrebbe proprio dispiegarsi anche in queste forme. Ma forse sono stata troppo indiscreta ed invadente nei suoi confronti.
    Mi è venuto spontaneo, però, pensare all’efficacia di discorsi di questo tipo fatti da una persona come lei non solo per presentare il suo bellissimo libro.
    Mi viene in mente ad esempio un seminario in una facoltà teologica, con un bel tema di quelli più ‘brucianti’, oggi. Forse in quel caso anche le presenze di chi di noi riesce ad esserci potrebbero contribuire a portar acqua al suo e nostro mulino… che poi non è poi proprio il nostro personale, ma quello del Signore. O mi sbaglio?
    Ripeto, comunque, che sono pensieri in libertà. Spero che non siano c***te 😉

    1. Alessandro

      No, non sono belinate corbellerie bischerate, no, non lo sono (almeno penso io, e chi sono io per dire che ne pensano gli altri? 🙂 )

  16. azzurra

    giuliana, ci sono donne che alla famiglia antepongono la carriera. dire che le donne vivono “il proprio particolare” (?), cioè si sentono realizzate solo nella famiglia mentre gli uomini lo sono solo nel lavoro fuori casa, mi sembra una sorta di discriminazione alla rovescia.
    in un mondo ideale preferirei anche io che non ci fosse bisogno di quote per assicurare il rispetto della parità tra uomo e donna, ma che il governo si impegnasse in politiche sociali di sostegno alla maternità e alla flessibilità nel lavoro, permettendo alle madri di conciliare famiglia e occupazione senza dover fare sempre i salti mortali e senza essere costrette a rinunciare al legittimo desiderio di coltivare la propria carriera.
    alle donne viene spesso chiesto di scegliere tra famiglia e carriera, mentre all’uomo no. perché? perché siamo un paese irrimediabilmente maschilista, tra le altre cose. quindi, in mancanza di meglio, ben vengano le quote rosa se permetteranno a donne capaci di concorrere a parità di mezzi con gli uomini.

  17. azzurra

    alessandro scrive: Quanto al recepire le direttive europee: se le direttive europee sono assennate si recepiscano, altrimenti.. ma che sono ‘ste direttive europee, le Tavole della Legge?

    Sì. le direttive europee devono essere recepite (devono, perché in quanto membri dell’unione europea non è che possiamo fare quello che ci passa per la testa lì per lì), pena una sanzione in caso di inadempienza.

    1. Alessandro

      Cioè spiegami, secondo la tua logica le direttive europee sono Tavole della Legge (leggasi: comandamenti divini) perché il loro mancato recepimento comporta una sanzione? Secondo questa stravagante logica ogni legge la cui inosservanza è sanzionata sarebbe Legge (leggasi: comando divino).

      Ovviamente questa prospettiva è inaccettabile per un cattolico, per il quale una legge positiva va osservata nella misura in cui è compatibile con i doveri del cristiano. Il giorno in cui le “direttive europee” stabilissero che l’aborto vada finanziato pubblicamente, sarebbe dovere del cattolico contrapporsi alla direttiva (sanzioni o non sanzioni)

    2. Adriano

      Le direttive europee devono essere rispettate non perché sono Tavole della Legge, ma perché l’Unione Europea legifera su una bella quota di settori, con buona pace dei quasi mille parlamentari in Italia e di tutto quello spazio che il dibattito politico interno ha, rispetto a quello europeo.
      Questo non è anticostituzionale. Anzi, viene riconosciuto dagli articoli 11 e 117.
      Come già succede, però, esiste l’obiezione di coscienza, con tutte le conseguenze che porta.

  18. Dopo 5 giorni di Africa adesso sono In un’altro angolo del mondo dove i collegamenti virtuali sono impossibili: le Dolomiti!!!
    Approfittando di un angolo dove il mio operatore prende, ho scaricato post e commenti che finirò di leggere dopo…
    Volevo solo dire che una non può mancare per un pó che bramate per un’altra Daniela!!!!!!
    Che delusione!

    1. Alessandro

      Nel nostro cuore c’è posto per tutte le Daniele del mondo e anche di più… 🙂

    2. fefral

      dani, non ti preoccupare… danielaquellanuova arriva, fa qualche balletto, dice ti amo a tutti e poi va via e sparisce… nulla a che vedere con te!

    3. @fefral said –> “dani, non ti preoccupare… danielaquellanuova arriva, fa qualche balletto, dice ti amo a tutti e poi va via e sparisce… nulla a che vedere con te!”

      -Grazie, fefral.
      Di cuore.

    4. @ fefral, ma vuoi litigare?
      Io ho dribblato -sino ad ora- TUTTE le tue battute su di me.
      Ora hai voglia di quel momento in cui io non dribblo più?

    5. Okkei. Mi sa allora che ci ritocca fare a botte.
      -Che fatica ‘sto blog.
      Fammi il favore, ‘stavolta: vedi di sanguinare un po’ + in là quando colpisco.
      Io non vesto Armani, però eccavolo, questa è la gonna da gitana che mi regalò Cyrano.

    6. Oh si, l’hai detto forte: me la vedo proprio io, infatti.
      Ora basta. Il ragazzino ha i giorni contati (senza di me).
      Ergo: che sia indigesto te lo farò sapere.
      Stanotte è la sua utima notte da pesce muto.
      La mia di lui avidità non conosce confini.
      Eeehhh già già già già giàà.

      [Voi non potete saperlo ma…mentre vi scrivo, sul balcone qui alla mia destra, di questa mia cameretta da fanciulla/criminologa ci stanno mazzetti di bigliettini che il mio blingibesso di 10 anni mi lancia dal VII piano (io sto al VI). Voi non potete saperlo ma …sono MERAVIGLIOSI. Lui li arrotola con una molletta per i panni e poi me li lancia -di nascosto- in mezzo alle mie pianticelle viola, e quando io al pomeriggio mi risveglio dal mio bel pisolino me li leggo…Vi assicuro che stasera se ho tempo ve li fotografo e ve li mostro. Che dolceeeezza….]

  19. Nooooo,
    Non vi lascio!!! Sono in esilio dal blog!!!!
    Vi leggo, vi seguo, ma non posso commentare!!!
    Vi saluto di cuore!!!!

  20. azzurra

    alessandro: ovviamente mi riferivo alla legge secondo l’ordinamento italiano, non secondo il diritto divino.
    alle direttive europee viene data attuazione alla fine di ogni anno (o così almeno dovrebbe essere) con la cosiddetta legge comunitaria, la quale recepisce, ovvero rende giuridicamente vincolanti nell’ordinamento interno, tutte le direttive emanate nel corso di quell’anno dalle istituzioni dell’unione europea. da quel momento, anche la direttiva europea entra a far parte delle legge vincolanti dello stato come se fosse una legge adottata dal parlamento italiano.

    tu dici: Secondo questa stravagante logica ogni legge la cui inosservanza è sanzionata sarebbe Legge (leggasi: comando divino).

    scusa, ma questa non l’ho proprio capita. non facciamo confusione tra legge dello stato e legge di dio, per favore.

    1. azzurra

      che ti piaccia oppure no, la nostra appartenenza all’unione comporta il rispetto delle regole che ci siamo dati (tutti e ventisette i paesi che ne fanno parte).

    2. Alessandro

      azzurra scrive alle 18.04

      “alessandro scrive: Quanto al recepire le direttive europee: se le direttive europee sono assennate si recepiscano, altrimenti.. ma che sono ‘ste direttive europee, le Tavole della Legge?

      Sì”.

      Quindi, se le parole hanno un senso, tu affermi che “Sì”, le direttive europee sono Tavole della Legge (leggasi: comandamenti divini). Donde la mia risposta. Se secondo te le direttive europee non sono Tavole della Legge (leggasi: comandamenti divini), avresti dovuto rispondere: No.

      “non facciamo confusione tra legge dello stato e legge di dio, per favore”. Appunto. Per non far confusione avresti dovuto rispondere: No.

    3. Alessandro

      “che ti piaccia oppure no, la nostra appartenenza all’unione comporta il rispetto delle regole che ci siamo dati (tutti e ventisette i paesi che ne fanno parte)”.
      Certo. Ovviamente a volte la cosa mi piace e a volte no. Non ritenendo io che l’Unione Europea sia Legislatrice infallibile e irreprensibile, può capitare che trovi le direttive europee ora commendevoli, ora inutili, ora deleterie. Che ti piaccia o no.

  21. azzurra

    beh alessandro, questo vale per ogni legge, non solo quelle del legislatore europeo.

    mi pareva ovvio che mi riferissi al senso traslato di “tavole della legge” e non certo ai dieci comandamenti, anche perché si parlava di leggi europee. equivoco chiarito.

  22. fefral

    non credo che le quote rosa servano a molto. Sinceramente credo che le discriminazioni esistano, siano tante, Penso che la donna debba poter scegliere se dedicarsi solo alla famiglia, o lavorare. Non condivido quello che scrive missori. Non mi interesso di politica per il semplice motivo che la politica mi ha schifato. Non mi piace il calcio ma dall’estetista ci vado per necessità e non per piacere, lo stesso per lo shopping. Non voglio il tempo da dedicare ai sogni, sogno in ogni istante della mia vita. Vorrei tanto invece poter dedicare al mio lavoro il tempo necessario senza dovermi scapicollare da una parte all’altra della città, perchè viviamo in una società in cui chi fa i figli invece che ricevere aiuti dallo stato viene penalizzato in tutte le forme possibili.
    Non sono una sottomessa standard, lo ammetto. E infatti quando si parla di lavoro e tempo da dedicare a far la mamma mi rendo conto non essere in sintonia con molte delle sottomesse del blog. Ma sinceramente voglio difendere il mio diritto a fare la mamma part time senza sentirmi per questo meno mamma delle altre. Non è con le quote rosa che le cose cambieranno. Non credo che ci siano molte possibilità che cambino. Le peggiori nemiche delle donne sono le donne stesse.
    Scusate, oggi sono troppo stanca per le faccine

    1. Fefral, le donne non sono come lo stampino. Ogni donna ha le sue caratteristiche. Anche nel villaggio di una volta c’era la panettiera che stava meno in casa ad accudire i piccoli perché aveva un lavoro.

  23. Io odio l’unione europea, le sue direttive e il parlamento. Mi piacerebbe che la Grecia fallisse, cosa succede? L’affondano?

    1. angelina

      Luigi, possiamo odiarla o no, comunque è importante conoscerne gli orientamenti ed essere consapevoli di ciò che pian piano sta permeando il modo di pensare e di essere di molti, giovani e non. Pensa per esempio agli scambi di mobilità tra studenti e tra lavoratori promossi dalla UE, da un certo punto di vista anche questi tendono ad omologare ed appiattire su “modelli unici”

  24. Ludovico

    “Questa assurdità delle quote rosa produrrà presto nuove assurdità. Dal 2015 le aziende dovranno avere almeno un terzo di donne nei loro consigli di amministrazione. Obbligatorio. Mi chiedo se si troveranno così tante donne che immolino se stesse e magari i propri mariti e i propri figli sull’altare di un lavoro che le richiederà fuori di casa dalla mattina alla notte”…

    Io farei tre osservazioni.

    Le quote rosa sono un insulto alle donne. Le “quote” vengono riservate agli “inferiori”: possiamo avere le quote riservate ai portatori di handicap (che sono “inferiori” come capacità lavorativa a causa di deformità o malattie congenite/croniche), ma perchè le donne dovrebbero essere considerate “inferiori” e quindi meritevoli di particolari “quote”? Le femministe dovrebbero insorgere, perchè hanno sempre lottato affinchè le donne venissero considerate pari agli uomini.

    Poi c’è l’imposizione alle aziende di inserire almeno un terzo di donne nei cda. Altra assurdità: le imprese dovrebbero inserire nei cda persone scelte con l’unico requisito della competenza (senza badare al sesso, nè al colore della pelle). Quando ti vengono imposte le quote rosa, sei obbligato (se non hai donne con requisiti adeguati) ad inserire nei cda persone che non hanno competenza sufficiente a ricoprire quell’incarico, danneggiando impresa e lavoratori (e offendendo le donne: “sei entrata solo grazie ad una legge che protegge le categorie deboli, non perchè te lo sia meritato”).

    Tu sei particolarmente preoccupata perchè molte donne saranno costrette “ad immolare se stesse e magari i propri mariti e i propri figli sull’altare di un lavoro che le obbligherà a restare lontane da casa dalla mattina alla tarda sera”. Ma questo è un falso problema, perchè parti dall’assunto dogmatico che la “natura” della donna obblighi quest’ultima a ricoprire PRIMA il ruolo di moglie e madre e POI di semplice cittadina lavoratrice. Ma questo ordine di priorità non può essere imposto nè dato per scontato, può al massimo essere una scelta delle donne. Alcune donne potrebbero tranquillamente scegliere di essere PRIMA lavoratrici che cercano una propria indipendenza economica (e la libertà individuale) e POI eventualmente mogli e madri. Nessuna donna può essere condannata moralmente se mette il lavoro davati al marito e ai figli. Nessuna donna può essere obbligata a sposarsi e ad avere figli. Bisogna rispettare le libere scelte degli altri senza imporre ruoli e priorità codificate.

  25. Adriano

    “Alcune donne potrebbero tranquillamente scegliere di essere PRIMA lavoratrici che cercano una propria indipendenza economica (e la libertà individuale) e POI eventualmente mogli e madri. Nessuna donna può essere condannata moralmente se mette il lavoro davati al marito e ai figli. Nessuna donna può essere obbligata a sposarsi e ad avere figli. Bisogna rispettare le libere scelte degli altri senza imporre ruoli e priorità codificate.”

    Ben detto!

  26. Erika

    Ciao a tutti,
    sono nuova di questo blog, ma avendo letto letto il libro di Costanza ed essendo profondamente interessata alle tematiche trattate, spero che vogliate accogliere un'”outsider” come me: trentenne, convivente molto felicemente da 10 anni con un uomo e un gatto, un lavoro che amo e un impegno in politica.
    Mi sono a lungo interrogata sulle cosiddette quote rosa, che hanno fatto venire l’orticaria anche a molte femministe (brr…)
    Ebbene credo che in questo momento siano purtroppo una necessità: come dice Costanza i ruoli, nel mondo del lavoro e nella vita pubblica, dovrebbero essere assegnati in base “alla formazione, al curriculum, alla gavetta, alla vocazione”. Se fosse davvero così non ci sarebbe bisogno delle quote rosa.
    I consigli d’amministrazione, le Giunte e i Parlamenti, ma anche gli “uffici d’angolo con 2 poltrone e pianta di ficus”, sarebbero naturalmente occupati da uomini e donne in numero pressoché uguale.
    Conosco troppe segretarie di gran lunga più sveglie, lucide, efficienti e preparate del presidente/direttore di turno per non essere convinta di questo.
    Ringrazio tutti quelli che avranno avuto la pazienza di leggere il mio parere e vorranno discuterne con me.

    1. Luigi

      Erika, per confrontarti con altri è opportuno che tu incolli il tuo commento nel post del giorno altrimenti pochissimi lo leggono.

  27. “Questa legge fa male sia al mondo del lavoro che alle donne.”
    questo lo dice lei. i risultati ottenuti dai paesi che le hanno applicate dimostrano proprio il contrario.
    “Mi chiedo se si troveranno così tante donne che immolino se stesse e magari i propri mariti e i propri figli sull’altare di un lavoro che le richiederà fuori di casa dalla mattina alla notte.”
    le donne sono la metà della popolazione e la parte della popolazione che studia di più e ha risultati migliori nello studio. evidentemente qualcosa non va nei meccanismi lavorativi se non sono rappresentate in maniera coerente. e comunque non vedo perchè le donne non dovrebbero immolarsi e immolare marito e figli mentre gli uomini possono farlo. forse con più donne al potere anche la divisione dei ruoli e l’organizzazione dei tempi lavorativi si ridimensionerebbe. non vedo perchè dare per scontato che una mamma debba per forza tornare a casa presto mentre un padre può lavorare anche tutti i giorni fino a mezzanotte. in fondo i figli sono di entrambi…

    e comunque, tanto per essere precisi, si chiamano “quote di genere”, ovvero servono per rappresentare entrambi i generi. se poi le donne sono quelle normalmente meno rappresentate è segno di qualcosa che non va. il termine “quote rosa” lasciamolo alle conversazioni dal parrucchiere…

    1. admin

      non credo che Costanza abbia sentito il termine “quote rosa” dal parrucchiere: ha pochissimo tempo per andarci.
      Quanto al termine “genere” per noi non ha senso e non lo usiamo.

    2. aggiungo ancora una cosa: è chiaro che le quote da sole non bastano, ci vuole molto di più (aiuti x le famiglie, asili, leggi a sostegno della maternità e della conciliazione…). e deve cambiare la mentalità. leggendo questo post e i successivi commenti mi appare ancora più evidente quanto sia necessario imporre un cambiamento forte nel nostro paese. la mentalità non cambia da sola, cambia anche con le leggi.
      PS: non volevo dire che il termine “rosa” era stato sentito dal parrucchere, nè mi interessa se l’autrice ci va oppure no. era tanto per dire che è un termine colloquiale – che trovo offensivo – e personalmente preferisco chiamare le cose col loro nome tecnico. liberissimi voi di chiamarle come volete!

    3. admin

      che siamo liberissimi di chiamarle come vogliamo lo sappiamo, questo è il nostro blog, almeno fino a che qualche legge non ci costringerà a “cambiare mentalità”, ma a quel punto saremo già dentro dentro 1984.

      PS “genere” non significa nulla “maschio e femmina li creò…”

    4. ok pensavo si scrivesse su un blog per confrontarsi anche con altre idee, altri modi di pensare, punti di vista. se ad ogni commento che contrasta con il vostro modo di pensare si risponde con delle citazioni direi proprio che il dialogo non esiste. mi spiace.
      la parola “genere” non ha senso forse nella Bibbia (mi chiedo se sia vero, però) ma in biologia e in campo giuridico ne ha. evidentemente per un certo tipo di persone la scienza e il diritto non esistono. s ei miei commenti sono sgraditi, vi saluto.

    5. admin

      Noi citiamo la Bibbia semplicemente perchè abbiamo come riferimento Dio. Non puoi chiederci di confrontarci prescindendo da questo.

  28. Alessandro

    Cosmic

    “leggendo questo post e i successivi commenti mi appare ancora più evidente quanto sia necessario imporre un cambiamento forte nel nostro paese”

    il cambiamento forte per legge imponilo a casa tua, grazie

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